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Uomini e Topi a Borghetto S. Spirito

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Devo dire che i topi che abitano nella lunga siepe di pitosforo della passeggiata di ponente sono molto educati. Durante le mie camminate mattutine spesso ne incontro qualcuno che con molta circospezione si affaccia dalla siepe, guarda a destra e a sinistra e poi, con passo topesco, attraversa la passeggiata e si dirige verso la spiaggia. Però, se si accorge che sto arrivando si ferma, non scappa e mi cede il passo, forse perché ha notato che ho i capelli bianchi. Notevole.

Qualche giorno fa, mentre il sole cercava di uscire da dietro un banco di nuvole molto bizzarre, ne incontro uno e invece di andare oltre mi fermo e gli dico:

  • “Buon giorno signor Topo”
  • “Buon giorno anche a lei” , mi risponde.
  • “Come va?”
  • “Abbastanza bene, grazie”
  • “Mi chiedevo come si trova in questa parte di Borghetto, affacciata alla spiaggia, con vista mare e sul Castello Borelli”

  • “Una meraviglia. Al mattino, se non piove, alba con sole sfolgorante, poi affaccio sulla spiaggia e sul mare. Inoltre la passeggiata è ben frequentata da gente locale e bagnanti in pieno rilassamento. Sono proprio soddisfatto, anche se il costo al metro quadro è piuttosto alto.”
  • Beh, posso immaginarlo. Anch’io, in gioventù, ho abitato alla “Marina” per più di vent’anni e ne ho un bellissimo ricordo oltre che ad una grandissima nostalgia. Mi sono permesso di fermarla per darle una notizia che riguarda proprio questa parte della passeggiata: ad ottobre inizieranno i lavori per la costruzione di una pista ciclabile”
  • “Lo so, mi ha fatto vedere il progetto un mio cugino che abita nel Comune. Non male, almeno sulla carta. Certo qualche modifica si poteva fare. Forse l’Amministrazione avrebbe dovuto consultare un po’ di più i borghettini, le associazioni e noi topi, che magari qualche idea originale, fra tutti, sarebbe uscita fuori. Spero solo una cosa: che la nuova passeggiata non faccia la fine di Piazza Caduti sul Lavoro. Un’occasione sprecata, mi creda. Si poteva creare una nuova Agorà, un nuovo luogo di ritrovo per la cittadinanza, in mezzo al verde, all’ombra di molti alberi e seduti su molte panchine. Invece ne hanno fatto solamente un parcheggio che, tra le altre cose, nella parte a levante si allaga sempre quando piove. Per non parlare delle strisce pedonali che finiscono nelle aiuole o nel nulla, dell’incrocio pericolosissimo tra via Dante, Piazza Indipendenza e via Giardini con una curva a 90 gradi per raggiungere l’Aurelia, dalla quale un grosso automezzo non può passare se non con mille manovre. Un altro mio cugino, che abita nell’ex Oleificio Roveraro, si lamenta di questi fatti ogni volta che ci incontriamo e dice che hanno fatto un gran pasticcio”.
  • “Vedrà che qui faranno un buon lavoro. Nel frattempo però dovrebbero potare e mettere in ordine la siepe di pitosforo dove abitate, che ne ha proprio bisogno”.
  • “Su questo non sono assolutamente d’accordo con lei. Per noi topi residenti meno vengono a tagliare, potare e pulire, meglio è, in quanto ogni volta dobbiamo trasferirci per due o tre giorni, se non di più. No, no. Per me, per la mia famiglia e per tutti gli altri condomini va benissimo così. Mi scusi, ma dove la trova un’Amministrazione che sta anche più di un anno senza far potere le siepi? Solamente per questo, se alle prossime elezioni si ripresentano, darò loro il voto”.
  • “Vede Sig. Topo, io preferirei un paese un po’ più curato, un’Amministrazione un po’ più attenta. Purtroppo ci stiamo abituando ad accettare il brutto ed il degrado e ciò, da un punto di vista umano, non va bene per niente”.
  • “Ma da un punto di vista topesco va benissimo. Mio cugino, nell’ex Oleificio abbandonato da decenni, ci sta da dio. Pensi che addirittura i suoi vicini hanno aperto una Fabbrica-Vacanza e ogni settimana arrivano dieci pulman pieni zeppi di topi tedeschi e olandesi, mica uno”.
  • “Questione di punti di vista. Comunque ora devo andare. Mi ha fatto piacere conoscerla e parlare con lei e spero che ci saranno altre occasioni in cui discutere del nostro paese. Mi dica solo un’ultima cosa: lei come si chiama?”.
  • “Io mi chiamo Alberto –Topo molto esperto e mia moglie si chiama Giacinta –Topina sempre incinta. E lei?”.
  • “Io?….Io non ho nome; io sono un cittadino qualunque che non conta niente”.

Silvestro Pampolini


Confronto: l’entroterra ligure che soffre da anni e la Robiola di Roccaverano che rilancia Alte Langhe. Il miracolo di Simone e Andrea

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Molti paesi dell’entroterra imperiese, savonese, genovese, cuneese sono da decenni afflitti da spopolamento, abbandono. Un tempo abitati da pastori, boscaioli, allevatori, produttori di latte, patate, castagne, grano. Negli anni ’60 e ’70 si visse un periodo di boom turistico- immobiliare, in realtà falso sviluppo anziché valorizzazione dell’antico e delle tipicità. Non ha prevalso la lungimiranza. A Roccaverano dopo la bellissima storia di Somone Grappiolo, elettrotecnico di Savona, diventato primo allevatore di capre autoctone e camosciate (vedi trucioli.it), ecco lo straordinario caso di Simone Stutz e il marito Andrea Pfister, umili svizzeri in cerca di fortuna a Mombaldone. Si sono AggiudicatI la Grolla d’Oro di Saint Vincent come miglior formaggio d’Italia.

I coniugi Simone e Andrea con il figlio veterinario (foto Ilcaffé)

Lei Simone Stutz, a dispetto del nome, è una donna. E’ Svizzera e con suo marito, Andrea Pfister, da oltre 20 anni si sono trasferiti sulla colline delle Langhe astigiane, nel Comune di Mombaldone. Hanno dato vita, ristrutturando a dovere un malandato casolare, in azienda agricola modello. Pastori modello. La coppia  sono tra la ventina di allevatori di caprini e produttori di Robiola Dop, stagionata o fresca, ricercatissima dai migliori gourmet, negozi delle eccellenze casearie italiane. Grazie a questo formaggio e soprattutto alle capacità di ‘vedere lontano’ di amministratori locali e cittadini della lungimiranza, anzichè con paraocchi,  un territorio nel stava conoscendo  un interminabile periodo di recessione economica e spopolamento ha cominciato a rivivere, attirare persino appassionati come Simone Grappiolo, perito eletrotecnico di Savona, figlio  di un dirigente delle Poste Italiane nel capoluogo savonese, ora pensionato. E con lui la moglie Liliana Garino architetto, originaria di Rovato (Brescia), tecnico comunali in  alcuni comuni della provincia astigiana.

Simone Grappiolo perito elettrotecnico di Savona ora con una stalla modello e 400 pecore a Roccaverano

Non è un casuale che il ‘miracolo Roccaverano’ veda protagonisti parecchio giovani. Hanno deciso di scommettere su un’antica attività che coinvolge la pastorizia, la coltivazione del foraggio, i prati, il fieno, l’erba medica. Caratteriche che hanno fatto la storia di miglia di famiglie, dei nostri avi nell’entroterra, sulle montagne (Alpi Marittime) delle province di Imperia, Savona, Cuneo. Il fieno tanto utile quanto prezioso che resta, in queste tre province, ormai in grandissima parte abbandonato, non c’è più interesse, convenienza, forze per falciare due volte l’anno e rendere conveniente l’attività.

Il taglio del fieno a Roccaverano del pastore Simone Grappiolo

Dove si sta ripopolando le Alte Langhe, c’è davvero il ritorno alle origini dei prati; passa attraverso l’allevamento  delle capre, la mungitura e la produzione del formaggio, in buona parte opera di cooperative, consorzi, ma anche realtà private come la Agrilanga di Vesime della famiglia dell’imprenditore Oscar Farinetti, un campione che ha ‘sfondato’ in Italia e nel mondo con decine di ristoranti e specialità enogastronomiche del Bel Paese (Eataly).  L’azienda astigiana è affidata alla direzione di Piero Bagnasco.

Provvista di fieno dei propri prati nell’azienda Grappiolo

Simone Grappiolo ha descritto assai bene la vita dura, senza orari, feste, ma anche soddisfazioni morali, umane e materiali. Che dire dell’esempio ammirevole, da raccontare, dei coniugi Stutz e Pfister ? La loro Robiola stagionata, certificata biologica e Ogm free ha vinto il prestigioso Grolla d’oro di Saint Vincent. Il riconoscimento al migliore formaggio d’Italia.  E dire che quanto i coniugi svizzeri sono arrivati nella alte Langhe i produttori erano rimastri 3 – 4.  Inizialmente la loro aspirazione era l’agricoltura. Poi hanno scoperto il valore degli ovini, il formaggio, le opportunità di valorizzazione  e rilancio puntando sulla qualità cento per cento. Oggi hanno poco meno di 200 capre,  una stalla caseificio con pannelli solari sul tetto, uno dei due figli è veterinario. Pare che addirittura non riescano a soddisfare tutte le richieste.  ”La nostra è una bella nicchia di mercato – hanno dichiarato al giornalista del Sole 24 Ore, Riccardo Barlaam, con un articolo dal titolo ‘E l’eroica robiola salvò un paese’ –  Lottiamo ogni giorno per andare avanti perchè siamo troppo grandi per fare tutto da soli  e troppo piccoli per poterci permettere dei dipendenti”. Del resto ci sono pastori del ponente ligure che hanno rilanciato la pecora bragasca, in tre si sono già ‘coalizzati’ (vedi trucioli.it).

Una domanda spontanea. Perchè nelle Langhe, già terre povere e di emigrazione,  si è capito  l’importanza, la priorità data dagli amministratori pubblici e dalle persone di buona volontà, a valorizzare quello che ancora c’era della cultura contadina ? E questo non è stato possibile nella terra ligure distrutta dalla fuga verso il lavoro in città . L’utilizzo del latte crudo, dei foraggi prodotti esclusivamente in 19 paesi di due province (Asti e Alessandria), dei caprini autotoctoni e scamosciati alpini ha fatto si che  dalla crisi nera è fiorito l’ottimismo della ripresa, del salvadanaio della speranza. La Robiola Dop è in realtà tanti formaggi perchè si evolve e cambia nel tempo. Fresca ha un sapore delicato, la pasta morbida e bianca. Con la stagionatura il carattere diventa sempre più deciso cos’ come il colore. Fino a formaggio secco da gratugiare alla stregua del pecorino, del Parmigiano, del Reggiano. Un giro d’affari di due milioni l’anno, oltre 350 mila forme di formaggio. E tutto a gestione famigliare. Pur dando lavoro a non meno di 150 persone, a cui va aggiunto l’indotto del turismo enogastronomico e commerciale.

I coniugi Simone e Andrea non erano cittadini svizzeri col portafogli degli investitori, avevano abbandonato le loro montagne stupende perchè troppo difficoltoso mettere in pratica la loro aspirazione e vocazione agricola. Oggi sono ammirati, con un mercato di successo con sconfina in Germania e negli Stati Uniti, assorbe un terzo della produzione. E se tutti dicono la verità il problema principale del Roccaverano Dop è non poter soddisfare le crescenti richieste che arrivano dal Giappone, dai ristoranti stellati  di Londra, dalle gastronomie più esclusive  di New York, San Francisco, ma lo stesso dicasi per Milano, Torino, Venezia, Firenze. E l’eroica Robiola salvò i paesi del Basso Piemonte, quando toccherà alla Liguria ?

L. Cor. 

 

Borghetto S.Spirito – Le Grandi Manovre

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“Sotto le bianche mura di Borghetto S.Spirito è schierato l’esercito dei “Fabbricanti di Liste”.

Le Grandi Manovre sono iniziate.

Ex sindaci che, pur avendo già dato e ricevuto molto da Borghetto S.S., stanno imbastendo una lista di destra-centro. Ex sindaci che, pur avendo partecipato a riunioni nelle quali si tentava un nuovo modo di far politica, non si sa come la pensano di preciso. Ex professori con incarichi istituzionali, ma anche molto interessati (si dice), anzi moltissimo al Piano Urbanistico oltre, ovviamente, alla formazione della nuova lista per le elezioni amministrative del 2017, cercando forse di accaparrarsi nuove prebende. Ex candidati sindaci che erano partiti bene, anzi benissimo, con una bella idea di una Lista Unica, che doveva essere, appunto, un nuovo modo di far politica e che doveva avere uno scopo ben preciso ed unico chiamato “Il bene del Paese”, che invece ora sono spariti e non si sa il perché né dove.

Personaggi “trombati” disposti a qualsiasi cosa pur di avere una carica, un posto visibile, meglio se retribuito, che vanno in giro a raccattare voti per chiunque sia eleggibile e che sia bianco, rosso o nero non fa niente, basta che respirino.

Questo è lo scenario da cui chi vi scrive credeva (forse questa è l’ultima volta che ci casca) ne potesse scaturire un progetto di una Lista Unica e sperava che si potesse avviare un processo di rinnovamento, vista l’impresentabilità dei politici locali, regionali e nazionali. Credeva che si potesse, pur partendo dal materiale umano esistente, rimpastare il tutto e mettere nell’impasto un lievito di speranza grazie al quale ognuno di noi avrebbe rinunciato al modo di essere che fino ad ora ci aveva distinti, trasformandoci in fautori di un nuovo e più corretto dialogo con la popolazione, pronti a fare di Borghetto, paese ahimè troppo violato e vilipeso, un laboratorio politico che potesse diventare di esempio.

Invece non è cambiato nulla, siamo sempre quelli di prima: avidi, miopi, rinchiusi nel proprio orticello e privi di un progetto se non quello del proprio tornaconto.

L’unica scusante che ci resta è che non abbiamo fallito perché non abbiamo neppure tentato.

*****

“Le corrazzate e le portaerei lentamente stanno raggiungendo le postazioni strategiche, mentre i sottomarini, salpati già da molto tempo, agendo nel buio e nel profondo, sono pronti a collocare mine devastanti sotto la chiglia dei nemici”.

*****

Da questo scenario crepuscolare mi salva un aneddoto che mi aveva raccontato una persona alcuni anni fa e che risale ai tempi in cui era Vescovo di Albenga Monsignor Alessandro Piazza.

Un giorno questa persona si era recata in curia, convocata dal Vescovo. Parlarono di molte cose e tra esse anche del fatto che alcuni parroci erano impresentabili per diverse ragioni.

Monsignor Piazza non esitò nel rispondere: “Caro mio non dolertene. Purtroppo dobbiamo fare la fiera con gli asini che abbiamo”.

Silvestro Pampolini

Imperia auguri: Buon compleanno del sindaco Giuliano Maglio (Montegrosso), di 5 assessori e 8 consiglieri

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Buon compleanno in provincia di Imperia nella settimana dall’11 al 18 giugno al Sindaco di Montegrosso Pian di Latte (Giuliano Maglio); agli Assessori comunali di: San Biagio della Cima (Erica Peirano), Castellaro (Alessandro Catitti), Villa Faraldi (Stefano Damonte), Pompeiana (Pasquale Restuccia), San Lorenzo al Mare (Marina Avegno); ai Consiglieri comunali di: Santo Stefano al Mare (Maria Giovanna Siclari), Ventimiglia (Eugenia Pastor), Pietrabruna (Angela Caterina Papone), Prelà (Gian Franco Balestra), Borgomaro (Antonio Alberti), Molini di Triora (Alessandra Balbo), Castellaro (Gian Marco Secondo), Caravonica (Stefano Massa).

Giuliano Maglio compie 43 anni ed è al secondo mandato da sindaco

Giuliano Maglio festeggia 43 anni al suo secondo mandato di sindaco di Montegrosso Pian Latte, il paese nei primi del ’900 contava 471 residenti, ora scesi a 120 nonostante da almeno due decenni sia impegnato nell’iniziativa ‘albergo diffuso’, nella valorizzazione del patrimonio abitativo antico. Se come popolazione figura all’ultimo posto in provincia, ha una Pro Loco assai attiva ed intraprendente. In passato c’era la Comunità Montana, oggi  l’Unione dei Comuni dell’Alta Valle Arroscia. Il rischio maggiore, per una questione tradizionalista, è che ci sia arrocchi nella difesa del campanile, non ci si impegni a sufficienza e con convinzioni lungo il percorso della collaborazione a 360 gradi, con la difesa degli orticelli. In altre regioni, ma soprattutto nell’evoluto socialmente, economicamente e politicamente centro e nord europa, i piccoli comuni sono stati aboliti da decenni. Ogni realtà elegge il suo sindaco che fa però capo al primo sindaco di un centro maggiore e nell’ambito di un comprensorio.  Una comunità estesa dove tutti collaborano e tutti perseguono l’unico fine  dell’aiuto reciproco, ovviamente parliamo della pubblica amministrazione, dei bisogni dei cittadini, ovvero servizi.   Maglio è geometra, dipendente del Comune capofila Pieve di Teco, guidato da un giovane sindaco, a sua volta geometra, Alessandro Alessandri. Montegrosso ha una caratteristica politico -elettorale, in provincia di Imperia, tra i piccoli centri di montagna, si è distinto per il voto alla sinistra moderata.  Dal 1985 per tre mandati sindaco venne eletto sotto il simbolo della Democrazia Crisatiana, Angelo Toscano, dal 1999 al 2009 la fascia di primo cittadino fu indossata dall’indipendente Riccardo Cordeglio che ora gestisce con la famiglia l’agriturismo, trattoria più rinomata e frequentata di Montegrosso, uno sforzo continuo al rinnovamento e alla professionalità. E la qualità, il corretto rapporto qualità – prezzo da sempre fruttano successo, soprattutto in tempo di crisi e recessione generale.  Per il secondo mandato è stato riconfermato Giuliano Maglio, l’esperienza dovrebbe dare frutti, i compleanni sono un momento di gioia, ma anche di utile riflessione a guardare indietro per andare avanti lungo la buona strada.

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Non trascorre giorno senza compleanni. E’ l’occasione buona per fare gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti.

Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo.

Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia!

Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di Blog@Trucioli.it continua la rubrica settimanale, con l’elenco degli amministratori pubblici dei Comuni delle provincie di Savona e Imperia che festeggiano il compleanno. Ricordarsi di chi ha il compito di governare i nostri Comuni con un pensiero gentile. Un servizio e una opportunità per i lettori di Blog@Trucioli.it che consente, a chi lo desidera, di far giungere ai loro pubblici amministratori i personali auguri. Consigliabile inviare la e-mail alcuni giorni prima del giorno del compleanno. Sarà una gradita sorpresa e non potrà che essere accolta con gioia. E’ meno “invasiva” dei messaggini inviati con il cellulare; è anche un termometro di affetto e stima dei cittadini, degli elettori in ogni periodo dell’anno. Nei siti web dei Comuni savonesi e imperiesi è pubblicato l’indirizzo delle e-mail degli Amministratori e/o email del Comune e vengono riportati sotto il nome e cognome in questo elenco. Un servizio in più che facilita e consente ai lettori l’invio immediato di una e-mail. Volendo fare gli auguri in modo mirato, è sufficiente scrivere nell’oggetto: “Auguri di felice compleanno a … (scrivendo il nome e cognome)”. Sicuramente l’ufficio ricevente si farà premura di stampare copia della email ricevuta e consegnarla alla persona destinataria oppure, a sua volta, procedere all’invio della stessa. In questi casi si consiglia di inviare la email alcuni giorni prima della ricorrenza. Ovviamente, nei casi senza l’invio della email, sarà sempre possibile far giungere gli auguri con i metodi tradizionali (telefono, telegramma, biglietto augurale o via fax).

Nota: Mi scuso per eventuali errori e/o omissioni che dovessero verificarsi dovuti alla complessità del lavoro svolto nel preparare i dati pubblicati in apposita tabella – poi trascritti e pubblicati su trucioli.it . I dati sono stati rilevati dai siti dei 67 Comuni della provincia di Imperia.

Fonte dati: comuni-italiani.it

 

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Questa settimana festeggiano il compleanno

Venerdì 12 giugno

Maria Giovanna Siclari – Consigliere Comunale di Santo Stefano al Mare

santostefanoalmare.im@legalmail.it

Eugenia Pastor – Consigliere comunale di Ventimiglia

comube.ventimiglia@legalmail.it

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Sabato 13 giugno

Giuliano Maglio – Sindaco di Montegrosso Pian di Latte

pec@pec.comune.montegrossopianlatte.im.it

Erica Peirano – Assessore comunale di San Biagio della Cima

comune.sanbiagiodellacima.im@legalmail.it

Angela Caterina Papone – Consigliere comunale di Pietrabruna

comunepietrabruna@legalmail.it

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Domenica 14 giugno

Alessandro Catitti – Assessore comunale di Castellaro

tributi.castellaro@anutel.it

Gian Franco Balestra – Consigliere comunale di Prelà

comune.prela@pec.it

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Lunedì 15 giugno

Stefano Damonte – Assessore comunale di Villa Faraldi

comunevillafaraldi@legalmail.it

Antonio Alberti – Consigliere comunale di Borgomaro

protocollo@pec.comune.borergomaro.im.it

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Martedì 16 giugno

Pasquale Restuccia – Assessore comunale di Pompeiana

comune.pompeiana.im@legalmail.it

Marina Avegno – Assessore comunale di San Lorenzo al Mare

sanlorenzoalmare.im@cert.legalmail.it

Alessandra Balbo – Consigliere comunale di Molini di Triora

comune.moliniditriora.im@legalmail.it

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Mercoledì 17 giugno

Gian Marco Secondo – Consigliere comunale di Castellaro

tributi.castellaro@anutel.it

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Giovedì 18 giugno

Stefano Massa – Consigliere comunale di Caravonica

caravonica@pec.it

Rubrica a cura di

Gilberto Costanza

 

Buon Compleanno, carabinieri ! Omaggio con 41 immagini. Per non dimenticare

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La Benemerita ha superato di due secoli di onorato servizio, dalla fondazione. La Patria, in guerra e in pace. Tra monarchie, dittatura fascista, democrazie. I tempi sono cambiati, anche per i carabinieri con la nomea di ‘obbedir tacendo’. Le stazioni dell’Arma e i suoi uomini, dai militari ai sottufficiali, agli ufficiali, fino agli alti gradi,  sono ormai frutto delle nuove generazioni, dell’Italia che cambia, con pregi e difetti, spesso dimenticando i valori del passato. Silvio Fasano, fotoreporter d’altri tempi, ligio alla passione anche da volontario, ripropone il racconto della giornata nella caserma  del Nucleo Elicotteristi di Villanova d’Albenga, cogliendo i momenti salienti, i volti, i gruppi, le storie di vita in ‘fotogramma’ da album dei ricordi. Per non dimenticare e da tramandare alle famiglie.  

Auguri al sindaco Bozzano (Varazze) e a Ciccio Clemente patron di Expo Savona

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In provincia di Savona è il compleanno, nella settimana dall’11 al 17 giugno, del Sindaco di Varazze (Alessandro Bozzano); degli assessori di  Zuccarello (Luca Dalmasso), Quiliano (Katiuscia Giuria); dei Consiglieri comunali di:  Albisola Superiore (Salvatore Clemente), Andora (Franco Bruno), Villanova d’Albenga (Med. Rodolfo Sapello),  Stellanello ( Gianmario Dasnio), Sassello (Maurizio Bastonero), Plodio (Gessica Costa), Tovo San Giacomo (Castore Sirimarco), Erli (Giuliana Basso), Pallare (Sergio Colombo), Tovo San Giacomo ( Castore Sirimarco).

Il tavolo della autorità con il sindaco di Varazze Alessandro Bozzano (al centro) nel ristorante Santa Caterina

Alessandro Bozzano festeggia in famiglia e con gli amici 48 anni ben portati e sull’onda del successo, il più votato alle comunali del 2014; è nato a Varazze, laurea in giurisprudenza. Nel 2014 ha percepito dal Comune 22.144 euro lordi ( 1.845 € al mese). Vedi anche le indennità di assessori e consiglieri comunali, gettone di presenza incluso.  Bozzano è stato eletto nella lista Esssere Varazze in una città da tempo immemorabile dilaniata da eccesso di personalismi tra la sinistra, il centro destra,  persino tra le più rappresentative categorie associative.  Pare una malattia cronica e inguaribile. Come per oltre quattro decenni la cronaca cittadina è stata raccontata alla maggioranza dei lettori dall’indimenticato Angelo Regazzoni, corrispondente del Secolo XIX, collaboratore di Varazze Tv. Speriamo che almeno nel giorno del  compleanno il sindaco non segua l’esempio del predecessore che neppure avevapresenziato ai funerali, nè avrebbe fatto le condoglianze alla moglie e al figlio. Bell’esempio da super partes ! Bozzano è un personaggio che, negli ultimi tempi di campagna elettorale per le regionali, ha partecipato sia agli appuntamenti dell’integralista Matteo Salvini, sia a quelli degli avversari o degli alleati. Non ha fatto insomma distinzioni. Molti sindaci, del resto, troppo spesso dimenticano di esssere al servizio di tutti i cittadini, nessuno escluso, ovviamente nella carica che ricoprono. Diverso nella vita privata.

Salvatore (Ciccio) Clemente

Impossibile non auspicare i ‘fuochi d’artificio’ per i 60 anni del popolare Salvatore (Ciccio Clemente) , consigliere comunale ad Albisola Superiore (anzi assessore Honoris causa) con  incarico di collaborazione  alla Protezione civile, Agricoltura, Artigianato e Commercio. Pubblicitario di professione, titolare di una agenzia di pubblicità ed organizzazione eventi con sede a Savona. Ideatore e organizzatore da 22 anni di Expo Savona (23 ° edizione, patrocinio del Secolo XIX) e, da quattro anni, della più grande novità dell’intrattenimento savonese: Savona a tutta Birra che, divenuta internazionale, si è rivelata come la più importante rassegna disettore della Liguria. Come ‘Assessore alla Protezione Civile’, ho creato il progetto “LINEALLERTA”, sistema di informazione immediata ai cittadini per lo stato di allerta meteo sui territori delle due Albisole. Con il grande gruppo dei volontari AIB della Protezione Civile ho costituito la task­force che da due anni gestisce il servizio anche per conto del Comune di Albissola Marina.  Ha portato a termine la realizzazione del “piano di emergenza comunale” indispensabile alla Protezione Civile per una risposta operativa ad eventi dannosi per l’uomo e per il territorio costituendo aree sicure e presidioperativi con compiti di vigilanza. Per l’assessorato all’Artigianato, ho organizzato, tra le altre, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, all’interno di Expo Savona, una storica mostra di ceramica che ha visto (per la prima volta) . Sta gestendo, in collaborazione con gli uffici dell’Assessorato all‘ Agricoltura, la costituzione di una Cooperativa di Albisolesi per la tutela e la salvaguardia degli uliveti e le campagne del territorio. Obiettivo finale è quello di realizzare e commercializzare l’olio di oliva Albisolese in sinergia con la creatività ceramica albisolese per ciò che riguarda il confezionamento e la presentazione. Per il Patrimonio ha già dato il via ad un censimento generale degli immobili e dei terreni di proprietà comunale che darà finalmente una svolta alla classificazione e valutazione di tutti i beni. Un’altra importante iniziativa è quella della classificazione e valutazione dei canali a rischio idrogeologico presenti sopratutto nell’entroterra. Da sempre impegnato nel sociale. E’ stato presidente di Albisola Volley per 10 anni disputando 6 campionati in serie B nazionale arrivando a vincere, per la prima volta per una squadra ligure, la Coppa Italia. Da 41 anni socio della Croce Verde di Albisola e 10 anni fa ho ricevuto la tessera di Socio onorario.

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Non trascorre giorno senza compleanni e onomastici. E’ l’occasione buona per fare gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti.

Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo.

Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia!

Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di Blog@Trucioli.it continua la rubrica settimanale, con l’elenco degli amministratori pubblici dei Comuni delle provincie di Savona e Imperia che festeggiano il compleanno. Ricordarsi di chi ha il compito di governare i nostri Comuni con un pensiero gentile. Un servizio e una opportunità per i lettori di Blog@Trucioli.it che consente, a chi lo desidera, di far giungere ai loro pubblici amministratori i personali auguri. Consigliabile inviare la e-mail alcuni giorni prima del giorno del compleanno. Sarà una gradita sorpresa e non potrà che essere accolta con gioia. E’ meno “invasiva” dei messaggini inviati con il cellulare; è anche un termometro di affetto e stima dei cittadini, degli elettori in ogni periodo dell’anno. Nei siti web dei Comuni savonesi e imperiesi è pubblicato l’indirizzo delle e-mail degli Amministratori e/o email del Comune e vengono riportati sotto il nome e cognome in questo elenco. Un servizio in più che facilita e consente ai lettori l’invio immediato di una e-mail. Volendo fare gli auguri in modo mirato, è sufficiente scrivere nell’oggetto: “Auguri di felice compleanno a … (scrivendo il nome e cognome)”. Sicuramente l’ufficio ricevente si farà premura di stampare copia della email ricevuta e consegnarla alla persona destinataria oppure, a sua volta, procedere all’invio della stessa. In questi casi si consiglia di inviare la email alcuni giorni prima della ricorrenza. Ovviamente, nei casi senza l’invio della email, sarà sempre possibile far giungere gli auguri con i metodi tradizionali (telefono, telegramma, biglietto augurale o via fax).

Nota: Mi scuso per eventuali errori e/o omissioni che dovessero verificarsi dovuti alla complessità del lavoro svolto nel preparare i dati pubblicati in apposita tabella – poi trascritti e pubblicati su trucioli.it . I dati sono stati rilevati dai siti dei 69 Comuni della provincia di Savona.

Fonte dati: comuni-italiani.it

 

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Questa settimana festeggiano il compleanno

 

Sabato 13 giugno

Salvatore Clemente – Consigliere comunale di Albisola Superiore

protocollo@pec.albisup.it

Gianmario Danio – Consigliere comunale di Stellanello

comunestellanello@gmail.com

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Domenica 14 giugno

Franco Bruno – Consigliere comunale di Andora

protocollo@cert.comunediandora.it

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Lunedì 15 giugno

Med. Rodolfo Sapello – Consigliere comunale di Villanova d’Albenga

protocollo@pec.comunevillanovadalbenga.it

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Martedì 16 giugno

Luca Dalmasso – Assessore comunale di Zuccarello

lucadalmasso@comunezuccarello.it

Maurizio Bastonero – Consigliere comunale di Sassello

comunesassello@legalmail.it

– – –

Mercoledì 17 giugno

Alessandro Bozzano – Sindaco di Varazze

protocollo.comune.varazze@pec.it

Katiuscia Giuria – Assessore comunale di Quiliano

info@comune.quiliano.sv.it

 

Gessica Costa – Consigliere comunale di Plodio

comune.plodio.sv@pec.it

 

Castore Sirimarco – Consigliere comunale di Tovo San Giacomo

comunetovosangiacomo@legalmail.it

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Giovedì 18 giugno

Giuliana Basso – Consigliere comunale di Erli

comune.erli@pec.it

 

Sergio Colombo – Consigliere comunale di Pallare

demografici@pec.comunedipallare.it

 

Rubrica a cura di

Gilberto Costanza

 

Esclusivo da Imperia / Luigi Giglio, decano dei giornalisti professionisti del Ponente, narra il ‘filone d’oro’ di Balestrino

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Negli anni ’60 e primi anni ’70 la gloriosa testata ‘Gazzetta del Popolo’ di Torino, redazioni a Savona, Imperia, Sanremo, corrispondenti in tutti i centri, era il quotidiano più letto nel ponente ligure. Vicino alla Dc e ai suoi potentati, assai libero nella cronaca. Luigi Giglio, 92 anni compiuti lo scorso 24 aprile,  imperiese Doc, professionista, firma prestigiosa, colta, moderata e mordace, il 18 settembre 1970 aveva scritto un interessante reportage della ‘veggente’ di Balestrino Caterina Richero. Il servizio è nell’archivio di un altro giornalista (Luciano Corrado), ormai rottamato e da quasi mezzo secolo memoria di eventi locali (vedi trucioli.it). 

Un servizio che aveva fatto un certo scalpore e riproponeva approfondendo in punta di penna, quanto già emergeva dalla corrispondenze sulla pagina locale di Albenga – Riviera del Secolo XIX che nella cittadina ingauna aveva aperto da pochi mesi la prima redazione periferica affidata al giovane pubblicista Luciano Corrado, chiamato a prendere il posto di Franco Rognone promosso alla neo redazione di Sanremo. La Gazzetta era anche un quotidiano sensibile al mondo ecclesiastico, ma non faceva sconti quando si doveva ‘scavare’ nelle notizie. Non a caso contendeva alla Stampa, già della famiglia Agnelli, il dominio in Piemonte. Tra quanto pubblicato da trucioli.it, la settimana scorsa e l’articolo di Giglio del 1070, emerge un’incongruenza: il numero complessivo delle apparizioni. La nostra fonte, diciamo ufficiale, è il libro dell’agiografa della veggente. Dunque una fonte diretta, non ci resta che affidarci alle due versioni, tenendo conto che pure Giglio aveva intervistato Caterina Richero.

Luigi Giglio decano dei giornalisti professionisti del ponente ligure

Angelo Moraglia fotografo e Luigi Giglio giornalista

Luigi Giglio, nato e vissuto a Imperia,  iscritto all’albo dei pubblicisti il 29 marzo 1966, fu inviato a Balestrino perchè in quel periodo le apparizioni erano diventate un importante business e quanto accadeva stava creava molto interesse tra i mass media del Bel Paese, ma anche in Francia, Svizzera, Austria, Spagna. Il collega Giglio è stato anche un valido capo ufficio stampa all’Autostrada dei Fiori, ha scritto a lungo pezzi di storia e cultura sulla rivista La Casana del Gruppo Carige.  Una memoria storica non comune nell’imperiese, un ‘caveau’ di ricordi che portava ad un altro personaggio del giornalismo imperiese, il compianto Osvaldo Contestabile, nato a Pornassio il 23 febbraio 1924 (un anno più giovane di Giglio), iscritto all’albo dei pubblicisti il 19 maggio 1960, firma apprezzatissima del ‘Nuovo Cittadino’, del Gazzzettino della Liguria (Rai).  Abitava  a Imperia, Borgo S. Moro in via Don Glorio. Per i giovani  delle nuove generazioni sono giornalisti sconosciuti, del resto i colleghi degli ultimi decenni hanno sulle spalle altre storie, altri codici di valori, perlopiù animati da un certo disinteresse, o forse indifferenza verso gli anziani e chi non fa più parte e si è estraniato.

Le nuove leve dimostrano di saper stare alla ribalta, il loro ruolo del resto è diventato sempre più coinvolgente, da attori ed involontarie prime donne. Fanno più gavette e peggio pagati di un tempo, da protagonisti si partecipa anche ai fasti della vita moderna. Luigi Giglio, gentiluomo,  incapace di essere villano, è tornato sulla scena con un avvenimento di spessore e di talento. Tra i protagonisti del ‘Buon compleanno cara Imperia…sono trascorsi solo 90 anni’, edizione a cura del circolo Parasio. Era settembre del 2013. Un volume che ogni imperiese, e tanti abitano nel savonese, in altre province d’Italia, ma anche all’estero, spesso facendosi onore, dovrebbe custodire con orgoglio tra le reliquie di casa, di famiglia. Le foto dell’ottimo Angelo Moraglio. I testi di Giglio. Chissà se in quella circostanza si sarà ricordato di un umile collega mendaighino spesso inviso ai ‘ladroni e ai briganti’, tenace nel ricordare le origini, la dignità ed i valori dei montanari.

In quella stessa pagina del reportage di Luigi Giglio, la cronaca descriveva il processo con l’imputato  Calogero Carbone, 46 anni, nato a Sommariva (Caltanisetta), residente in Francia, già Legionario che a Vallecrosia, alla guida della sua auto, lanciato a folle velocità, si era deliberatamente diretto contro la moglie Immacolata Albanese che camminava a braccetto della sorella Giuseppina. La moglie si accorse in tempo e riusciva a salvarsi, non la sorella.  L’uomo inseguito e raggiunto da alcuni passanti fu bloccato e rischiò il linciaggio. L’imputato era difeso dall’avvocato Alfredo Biondi, leggendario del foro genovese e della politica, ex ministro, ex esponente del Pli di Malagodi.   Altra notizia curiosa, insolita, da Albenga.  Un gruppo di giovani che alla contestazione studentesca  si trasformarono in straccivendoli per costruire una scuola in Costa D’Avorio (Africa). Hanno raccolto 200 quintali  di carta, 100 di ferro, 60 di stracci e molti indumenti usati ma ancora utili da indossare.  Con al vendita hanno realizzato un milione. Tra gli attivisti i nomi di Marco Rosato e Albertino Negro.  ”Questa è il nostro granello – dissero – per un mondo migliore e di solidarietà verso i più sfortunati”.

L’articolo de Gazzetta del Popolo del 18 ottobre 1970, chissà se i due eredi Amoretti avranno conservato il ritaglio di papà. (Un click sulla foto per ingrandire)

E infine il personaggio del mese a Imperia – con tanto di foto – Giorgio Amoretti che abitava con la famiglia nella villa paterna  a Diano Gorleri. Fu protagonista di voli con paracadute  sulle distese ghiacciate dell’Alasca e con il suo nucleo famigliare fece esperienze  ecologiche nel deserto del Sahara.  Altri tempi, altri uomini e donne, giovani, sacerdoti, parroci, insegnanti, maestri di vita, di lavoro e di professioni. E oggi ? Risum teneatis amici ? Spes ultima dea ?  Sine qua, non.

L. Cor.

 

Savona e Imperia, i bimbi cambiano cognome. Quando l’odore di ‘ndrangheta sconvolge la vita degli innocenti

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Da almeno due anni avanza la pratica di cambiare il cognome, cancellando quello di papà o del nonno. Accade in silenzio in località di Savona e di Imperia. Vittime in età scolastica. I genitori sono intervenuti per proteggere i loro figli al centro di un dramma umano, creature incolpevoli ed inconsapevoli. E’ soprattutto dentro la scuola, la classe che la presenza è diventata deleteria. Un’infanzia che si scontra con le locandine davanti alle edicole, con nomi, volti dei papà,  nonni,  zii. Notizie di arresti, blitz, sequestri, condanne. La scelta è emigrare, andare lontano. Altri,  sei quelli che conosciamo, sono rimasti. Hanno ottenuto dal tribunale e dall’anagrafe comunale un cognome diverso. Utile leggere quanto ha scritto su la Repubblica il prof. Vittorio Coletti, imperiese, in gioventù presidente di azione cattolica.

Comandini

Il titolo era: “Se le colpe dei nonni ricadono sui nipoti…” Lui affrontava una questione di candidati. Invece si potrebbe eliminare candidati e riproporre le storie di famiglie calabresi o napoletane a Varazze, Savona, Vado Ligure, Loano, Albenga, tre località della provincia di Imperia. Con i nostri modestissimi mezzi editoriali, la scoperta è avvenuta già un paio d’anni fa, verificando via internet atti dell’anagrafe comunale  che riportano decreti del tribunale dei minori. Siamo stati in imbarazzo, casi di cronaca da autocensura. Non sarebbe stato difficile mettere in piazza famiglie e bambini già a disagio, sottoposte ad uno stress che può provare. ci raccontavano due genitori, chi si trova a combattere una situazione sempre più sconvolgente, con crescente consapevolezza dei ragazzi. Gli amici, i vicini, i giochi, le frequentazioni.  Si finisce per emarginare con un’ingiustizia difficile da descrivere. In piccoli centri ci si conosce tutti, i bambini frequentano plessi scolastici sovente unici. Gli stessi insegnanti si ammette hanno di fronte casi difficili, gli alunni chiedono, fanno domande.

Coletti affronta il ‘caso di Taggia’, nessuno prima e dopo di lui l’ha approfondito con l’ottica del peccato originale, come colpa dei padri e dei nonni ricaduta sui figli che, ricorda lo scrittore, “oggi persino  biblisti e teologi rifiutano….poi le acute considerazioni di Sciascia sui professionisti dell’antimafia”.

Cosa è accaduto a Taggia, ma a parte la presenza di un candidato, è un affresco di famiglie, di casi, che non rappresentano un’eccezione in altre città del ponente, non conosciamo   invece cosa accade nel levante. La scelta, i ragazzi le ragazze ‘in odore…’ abbandonano il cognome infangato, conosciuto a memoria, impresso a grandi e piccoli cittadini di questa terra. Coletti:…Dal comunicato accusatorio del consigliere comunale di Imperia,  Antonio Russo, si evince chiaramente che nessuna macchia penale, nè procedura legale è ascrivibile ovviamente a Daniele Comandini e neppure a Carmine Mafodda, la cui colpa consisterebbe  dunque solo nell’essere nipote di suo nonno”.

Antonio Russo

Si è mai saputo, si è mai letto di figli, nipoti cresciuti in terra savonese, imperiese che hanno finito per ‘ripudiare pur senza dichiarazioni ai mass media, senza proclami, i padri, i nonni, gli zii, le zie ‘ ? Che vivono nell’ombra magari in questa regione, oppure si sono dovuti trasferire per il cognome imbarazzante, trovare un lavoro, presentandosi magari  ancora prima dal maresciallo dei carabinieri ed esporre la situazione.

Vittorio Coletti aggiunge: “ Qualunque principio o valore,  anche quello nobile della legalità, se diventa un idolo, rischia di trasformarsi in stoltezza e ingiustizia: perchè nessun valore è tale se ne esclude degli altri, come il rispetto della persona, il diritto di chiamarsi perfino Mafodda e a non essere per questo trattato da malavitoso, se non  si è fatto niente, il diritto di essere un amico di qualcuno, specie  se costui è onesto e incensurato.  Un valore è tale se  non nega gli altri valori,  Non bisognerebbe mai diventare professionisti di un valore, neppure, ripeto, del più alto, perchè se ne diventa dei fanatici e non dei difensori. O il giovane Mafodda è anche lui concretamente sospettabile (per sentenze o almeno indagini della magistratura ) di combutta con il malaffare o non può avere la colpa di essere nipote di suo nonno. Non parlimao poi del suo amico, la cui colpa consisterebbe appunto solo nell’amicizia col nipote del nonno”.

Christian Abbondanza

Chissà se saranno fischiate le orecchie a qualcuno, pensiamo al combattente, sempre in prima linea, Christian Abbondanza e  valorosi sostenitori.  Chissà se qualcuno ha pensato che il papà è stato dichiarato fallito dal tribunale di Savona per ‘soli’ 17 miliardi di lire (anni 80) e per questo deve sentirsi figlio di un bancarottiere che è pure una persona a modo, e sarebbe un crimine additarlo all’opinione pubblica, peggio che mai i figli onesti nella vita e nel lavoro. Che dire, incalza Coletti,  degli onorevoli ” specializzati in parolacce e insulti ‘” Se l’efficienza di un metodo si misura dai risultati, leggete le inconsistenti interviste della candidata presidente in Liguria, Alice Salvatore, cui uno non affiderebbe neanche la gestione di un condominio. In effetti all’ombra di internet si possono infiltrare tanti insospettabili: non solo di malaffare, di interesse privato, di cattive frequentazioni, di nonni inquietanti, ma persino di fesserie e futilità clamorosa e , come rivela il comportamento di Russo, di feroce stoltezza…”.

Già i candidati votati solo via internet. Trucioli.it, due settimane fa ha scritto di quella ‘rappresentante di lista al seggio di Loano’ alle europe e arrestata per droga con un amico ed un diciottenne; trucioli.it, ha scritto di quell’attivista salito per anni alla ribalta della cronaca nera e giudiziaria. Chi tace acconsente ? Certo sono da ammirare gli onorevoli, i consiglieri regionali che si riducono stipendi e rinunciano ai vitalizi. Coletti ritiene che “sia un atto dovuto, viste la scarsità di rendimento e la qualità umana e professionale che la maggior parte di loro ha mostrato. I pochi buoni se ne sono andati o sono stati messi ai margini…”.  Parole al vetriolo che, da modesto cronista di giudiziaria per una vita, non mi sentirei di sottoscrivere se sono a prova di diffamazione, richiesta danni.

Un tempo, un valoroso maestro e capo cronista, il compianto Pietro Ferro, mi rincuorava durante la pioggia di querele per lo ‘scandalo Teardo”: ” Un bravo cronista non è tale se non riceve almeno cinque querele....”. C’è chi cavalca l’antimafia e la moralizzazione, nulla da eccepire, bombardato di querele spesso a fondo intimidatorio, ma soprattutto condanne fa collezione. Non solo, da nullatenenti le cause civili e i danni è meglio non chiederli. Ma tutte queste ‘miserie’ o ‘medaglie’ ai bimbi ai quali i genitori cambiano cognome poco conta, forse potranno apprenderlo da grandi, quando ormai sono stati ‘marchiati’.  Che colpa hanno ?

L. Cor.


E Giulia disse al Pd ‘Fuori dalla segrete stanze’ . Invece…

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Sono trascorsi cinque anni. Giulia Tassara, angelica novella del Pd savonese, consigliere comunale a Loano, città dei Miceli militanti (e dei Vaccarezza dominanti, della destra esoterica andante), scrisse un ‘intervento’ per le pagine locali del Secolo XIX. Il titolo d’attualità: “Pd, serve un partito fuori dalla stanze segrete”. L’appello messaggio non faceva nomi, non indicava l’indirizzo dei destinatari. Forse la salutare sconfitta alle regionali quando già sul carro stavano salendo in troppi per posizionarsi, riporterà il partito a smantellare, in questa provincia e in molte aree della Liguria, la ‘scuola dei cattivi maestri’ della politica, dell’etica pubblica, dei litiganti, dei trafficanti. Senza l’arroganza burlandiana e i cattivi pensieri dei fratelli patiani. Gli arcieri professionisti hanno sbagliato troppi colpi. Tornino a lavorare ! Ma dove ? 

  

Albenga ricorda la ‘vittima della magistratura ammalata’, la voce in preghiera di Andrea

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E’ il sesto corteo organizzato nella storia recente di Albenga. Il primo in assoluto si svolse a Pieve di Teco dove affluirono centinaia di contadini e non, capeggiati dal sindaco Angelo Viveri. Urla, striscioni, blocchi stradali sulla provinciale, contro chi voleva il by pass sul l’Arroscia per ‘dissetare’ gli acquedotti civici imperiesi rimasti a secco. Poi  due volte in corteo per la difesa dell’ospedale e il diritto alla salute, altro corteo per la prigionia in India di Tomaso Bruno. Questa volta hanno fatto la parte del leone tante donne sconvolte, indignate, spaventate per l’annunciato destino crudele riservato a Loredana Colucci. Con un regista volontario: un’anima fervente, praticante, mancato Diacono, dipendente comunale.  E’ Andrea Bozza che ha biasimato la ‘magistratura ammalata’.

Il giudice in croce, interrogativi

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Ci è mancato il tempo di scrivere, approfondire, raccontare fatti di oggi e vicende bruttissime del passato. Lo faremo il prossimo numero.  Il tema, delicato, insidioso, perverso, di giustizia e verità ( c’è quella reale e quella giudiziaria) investe il giudice Filippo Maffeo. Un magistrato in croce che l’ex cronista di giudiziaria per oltre 30 anni e per fortuna senza condanne per diffamazione a mezzo stampa (ne danni in sede civile pagati dall’editore) ha seguito dal 1970 in poi, a palazzo di giustizia a Savona, alla pretura di Albenga, alla Procura di Imperia, in questo caso leggendo articoli di stampa, web, atti processuali di inchieste. Il primo magistrato in Italia ad indagare e imputare logge massoniche coperte, a sollevare un terremo con l’esordio dei coca party tra vip della Riviera e tanto altro. Ad Imperia si è trovato poteri che mai immaginava. E qualche ‘cronista’ doppiogiochista. Maffeo tornato a Savona, dopo un periodo di purgatorio in Toscana, è messo in croce, nero su bianco, dai mass media. Cosa c’è dietro e dentro il ‘caso Maffeo’? Ultima ora, leggi a fondo pagina la lettera del presidente del tribunale di Savona, dr. Soave.Per quale ragione con un cronista di giudiziaria di valore e di esperienza (contano i fatti, i ‘buchi’ alla concorrenza, il prestigio professionale)  quale è Giovanni Ciolina, a cui possiamo aggiungere altri colleghi e colleghe che frequentano abitualmente palazzo di giustizia a Savona, non è stata pubblicata la notizia della condanna a due anni di reclusione, patteggiati, del cittadino imputato, del marito, del padre che si trasformerà in belva assassina di una sventuratissima moglie e madre ? Scelta del silenzio o notizia persa ? Con un avvocato molto loquace e collaborativo con i media.

Cosa è precisamente successo, in sequenza, a palazzo di giustizia, fino al giorno del delitto, ovvero dall’udienza e condanna del 28 aprile 20215 ?

Le tre richieste di custodia cautelare, richieste dall’ufficio del Pm, quando sono arrivate e protocollate all’ufficio del Gip che, a Savona, non ha un capo, ma dipendente dalla sezione penale presieduta da Caterina Fiumanò, giudice storico dai tempi del processo Teardo, preparato, scrupoloso, estraneo ai salotti e ai centri di potere economico – industriale- finanziario dominanti in Liguria e a Savona, come a Imperia ?

Le tre richieste di arresto sono state inviate e nulla dice il contrario, sono finite puntualmente sulla scrivania del giudice Maffeo ?

In quale capo di imputazione risulta, come si legge sui giornali e web, che  il maledetto Mohamed avesse, anche successivamente al 29 aprile, tentato di strozzare la sfortunata moglie ? Dove si descrive l’episodio ?

Cosa è avvenuto all’udienza monocratica (non del collegio) di fronte alle richieste del difensore dell’imputato, nel corso del patteggiamento e in merito al divieto di ‘avvicinamento’ (del marito alla moglie) ?

Poteva giudicare il Gip Filippo Maffeo o dopo essersi già pronunciato scattava l’incompatibilità prevista dal codice e  che spesso fa clamore nei piccoli uffici giudiziari per via del numero ridotto di  magistrati ?

Il giudice Maffeo fu allontanato dalla sede di Imperia anche sulla base di problematiche attitudinali, incompatibilità ambientale, o causa l’età e le condizioni di salute ? Reduce, tra l’altro, da una diagnosi allarmante ?

Per quale ragione la stampa autorevole, che fa opinione, e libera, non ha scritto neppure una breve, ha scelto il silenzio,  a proposito del processo, a Torino, in cui era imputato di diffamazione il notissimo blogger di Ventimiglia, Marco Ballestra, a seguito della querela del pubblico ministero  Maria Paola Marrali, prima in servizio a Imperia, poi a Sanremo, infine nel capoluogo con la riunificazione del tribunali ? E’ vero che era citato a testimone d’accusa lo stesso Maffeo ? Come si arrivò alla remissione della querela, con spese a carico dell’imputato ?

Il fatto che pure certa stampa notoriamente di destra, urlata non solo nei titoli, abbia scritto con firme illustri, prime donne in tv, il peggio del peggio sul ruolo di Maffeo giudice, a Savona,  in precedenza a Imperia, merita qualche riflessione ? Così come accade all’epoca in cui il Pm Maffeo  mise sotto inchiesta uno dei fratelli Pizzimbone,  maggiori azionisti del colosso Biancamano,  già presenti nella provincia di Imperia con l’attività della discarica Ponticelli ed altre società (Aimeri), e di Savona (Alassio, Ceriale, in Val Bormida) per la raccolta di rifiuti solidi urbani.  Pierpaolo Pizzimbone, allora esponente di spicco di Forza Italia, sparò a zero contro Maffeo,  con comunicati stampa e conferenze stampa, presentò  una denuncia perchè un giornalista gli ‘soffiò’ che avrebbe ricevuto  notizie riservate proprio da Maffeo. Come finì la vicenda ?

Quali erano, all’epoca, i rapporti tra i Pizzimbone e Marcello Dell’Utri, rinchiuso in carcere per scontare la pena di favoreggiamento mafioso ? Potremmo aggiungere due parlamentari della destra (uno ex giornalista) che presentarono interrogazioni urgenti e di fuoco contro l’operato di Maffeo . Dell’Utri che dalle carte processuali  emerge che con il fratello ha avuto diversi incontri, dal novembre 2013 al 21 gennaio 2014,  con Gennaro Mokbel, ex esponente dell’estrema destra romana, in contatto con Massimo Carminati, indagato nel primo filone  su Mafia  capitale e condannato a 15 anni per la mega truffa da due miliardi a  Fastweb. Per i Ros le condotte di Dell’Utri “appaiono in stretta correlazione” agli incontri con Mokbel….”.

L’inchiesta della procura generale di Genova  sulla ‘Meaffeo story‘ potrebbe rispondere agli interrogativi, conseguenti alla decisione del ministero di Grazia e Giustizia di far luce sulla tristissima vicenda di Albenga. C’è bisogno di giustizia o di capri espiatori ?

PS: Se infine vogliamo approfondire nei dettagli, forse superflui, basterebbe conoscere cosa è accaduto nella redazione del Secolo XIX di Savona quando di sera telefonò Antonio Miceli, mentre era riunito a Loano nello studio di un legale e fu ‘silurata’ l’ipotesi che Filippo Maffeo potesse candidarsi alla carica di sindaco. Chi lo mise in competizione e in locandina con un altro candidato del tutto ignaro della manovra ? A chi giovò? Risultato, il centro destra stravinse le elezioni nella città dove, all’epoca, non erano ancora finiti n carcere i Ligresti, il loro impero di ‘carta’ e debiti resisteva. I Ligresti pratagonisti del maggiore investimento privato nella città, il mega porto oggi di Unipol, a bilancio sarebbe costato 120 milioni di euro. E a Loano non arrivava solo l’ingegnere di Paternò, ma anche il figlio di un ministro della Difesa allora in carica. I Ligresti , riportava spesso l’Espresso, imprenditori di successo, avrebbero unto, in altre parti d’Italia, molti ingranaggi. Hanno ottenuto che la concessione ministeriale, a Loano, arrivasse a 80 anni.  Tutto all’insegna della trasparenza, a  prova di ‘inviato speciale’? A Loano no, non ce n’era bisogno. Parola di un testimone dei tempi.

Luciano Corrado

Marcello Dell’Utri, con i fratelli Pier Paolo e Giambattista Pizzimbone

La lettera integrale del presidente del Tribunale di Savona, Giovanni Soave.

Avrei preferito mantenere il massimo riserbo sulle vicende giudiziarie relative ai fatti sfociati nel tragico evento criminoso di Albenga. Tuttavia, il susseguirsi di articoli di stampa tesi a delineare un quadro inquietante di “malagiustizia” che vede protagonista un magistrato di questo Tribunale, mi induce a rompere il silenzio ed effettuare alcune precisazioni per impedire che il diritto di informazione (tutelato dalla Costituzione) si trasformi in una sorta di tripudio della disinformazione che, a prescindere da eventuali responsabilità sul piano civilistico e penale, lede l’interesse (ed il diritto) dei cittadini alla conoscenza della verità.

Anzitutto, per quanto si possa essere ormai abituati a processi di piazza che, sulla base di elementi spuri ed approssimativi vogliono anticipare i procedimenti formali da condursi nelle sedi istituzionali, sorprende non poco la singolare insistenza con cui vengono formulate pesanti accuse in un contesto assolutamente denigratorio non solo del giudice incaricato delle indagini preliminari, ma allo stesso Ufficio giudiziario che disinvoltamente quanto immotivatamente cambierebbe più volte il titolare di un procedimento, magari consentendo che un giudice passi dal settore civile a quello penale (sic!). Questo, almeno, percepisce un lettore normale in riferimento ad alcune notizie di stampa.

Questo ufficio, in attesa di una opportuna inchiesta ministeriale, ha già proceduto ad avviare un’indagine volta ad individuare gli elementi idonei a ricostruire la vicenda processuale evidenziando:

- fatti e circostanze nella loro obiettiva e reale dimensione storica;

- atti e comportamenti di uno o più magistrati in relazione ai fatti medesimi;

- profili di un eventuale rapporto di causalità tra fatti ed eventi.

Gli accertamenti sono ancora in corso ed, in ogni caso, gli elementi raccolti saranno rimessi per le conseguenti valutazioni e conclusioni agli Organi deputati a farlo nelle opportune sedi. Posso tuttavia formulare alcune considerazioni riservando, per ora, la specifica indicazione di elementi di riscontro:

l’immagine, mediaticamente costruita, di un giudice che ignora coscientemente ben tre richieste cautelari risulterebbe allo stato, decisamente inesatta e fuorviante, in quanto frutto di una distorta lettura di dati fattuali;

assai discutibile, ai fini della ricostruzione di un quadro complessivo veritiero, appare l’accostamento suggestivo di pregresse vicende personali ad altri elementi la cui fondatezza non è ancora accertata;

- non corrisponde al vero che siano state proposte contestazioni circa il difetto di attitudine del magistrato suddetto, essendo la questione sottoposta al vaglio del Consiglio Giudiziario relativa alla pretesa violazione, sotto il profilo tecnico-giuridico, dell’iter procedimentale che ha condotto alla copertura interna di alcuni posti vacanti;

l’avvicendarsi di più giudici è avvenuta in base alle esigenze inderogabili ed obiettive del Tribunale ed in conformità alle regoleche, in tutti gli uffici giudiziari italiani disciplinano rigorosamente ed analiticamente presupposti e procedure.

Il fatto che un giudice si trasferisca da un settore (civile o penale) all’altro costituisce elemento fisiologico comunissimo e di assoluta regolarità.

Ribadisco che la necessità di queste prime considerazioni deriva dal dovere di riportare, per quanto possibile, nei limiti della realtà e della verità quanto, con inusitato clamore mediatico, è stato sottoposto alla pubblica opinione come vicenda dai contorni ormai chiari e definitivi, nonché per assicurare la collettività che verrà prestata la massima attenzione alla ricerca di ogni elemento utile ad una seria ed approfondita ricostruzione dei fatti prodomica alla individuazione di possibili responsabilità di magistrati. 

Sul prossimo numero: Acqua San Bernardo a Garessio e Ormea, fonti miracolose. 763 ettari e 5 sorgenti. Il canone? Sbalorditivo

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La stampa nazionale, locale, i web hanno dato notizia del passaggio di proprietà degli stabilimenti dell’Acqua San Bernardo (Garessio e Ormea) dalla multinazionale San Pellegrino- Nestè al gruppo Montecristo con sede a Lucca. Positivo il ritorno dell’imprenditoria del Bel Paese nelle leggendarie ‘Fonti miracolose’ (Aleramo si curava per disturbi renali), apprezzate già da Napoleone e Vittorio Emanuele II. La belle èpoque, a Ormea, segnò la costruzione del prestigioso stabilimento idroterapico annesso al Grand Hotel (ora sede di una delle 5 scuole forestali d’Italia). A Garessio fu realizzato l’albergo Miramonti capace di ospitare anche la clientela internazionale attratta dalle adiacenti fonti. L’hotel, distrutto da un incendio nel 1986, resta uno spettrale monumento di rovine. Non solo, dietro le quinte emergono dati inediti, stupefacenti, nei rapporti tra la pubblica amministrazione e chi si è alternato nella gestione della San Bernardo, miliardari svizzeri inclusi. Per 763 ettari di concessioni è fissato un canone annuo di 8 mila €.  aggiornato solo con decreto dell’ex presidente della Regione Piemonte, Cota. Il Comune di Ormea ha pure venduto 281 mila mq,  a 0,03 € il mq. con entrostanti sorgenti. Nel 1994 ulteriore concessione ventennale (Ulmeta), su altri 67 ettari, collegata ad un programma di investimenti (?): canone di 2.582 €. Si è infine assistito ad una drammatica e lacerante riduzione di personale (oggi  sono 88). Non è finita,  mentre in tutta Italia cresceva la produzione, la San Bernardo passava ai minimi storici. Perchè ? Tutti zitti o quasi e scelta del silenzio? Ampio e documentato reportage di trucioli.it nel prossimo numero.  

Madonna di Medjugorje, ‘La postina celestiale’ e l’atteso Santurio di Balestrino

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E’ un miracolo di Dio questo nostro Papa Francesco, limpido e diretto nei Suoi propositi di ricondurre la Chiesa alla vera funzione di faro universale della Cristianità, senza guardare in faccia nessuno, senza ipocrisie, senza smarrimenti, senza paure o condizionamenti dalla potente Curia Romana, dallo Ior, senza gli errori del recente passato, ‘fiorenti fabbriche di apparizioni celesti e miracoli incluse’.
Un’impresa tanto coraggiosa quanto difficile, speriamo non impossibile, ricordando con timore quel Suo pubblico accenno ‘vivrò poco‘ che prelude ad eventi al momento imperscrutabili.
E’ di questi tempi una Sua presa di posizione, pur non esplicita, sul caso delle apparizioni della Madonna di Medjugorje, un’anticipazione del giudizio probabilmente negativo, o parzialmente, su questo ‘fenomeno’  iniziato dal 1981 in Erzegovina; a giorni verrà resa nota la esaustiva relazione svolta da una commissione di teologi ed esperti guidata dal Cardinale Camillo Ruini, relazione posta alla valutazione della Congregazione per la Dottrina della Fede che si esprimerà in proposito per poi essere sottoposta alla decisione di Papa Francesco.
Nella recente omelia di Santa Marta, Papa Francesco ha soprattutto parlato ‘di coloro che sempre hanno bisogno di novità nell’identità cristiana‘, di quei veggenti che affermano di ricevere quotidianamente, alle quattro in punto di ogni pomeriggio la consegna di una lettera da parte della Madonna.
Di queste ‘lettere’ poco si sa, dove sono custodisce e quant’altro, mai divulgate pubblicamente se non per accenni, senza  per forza essere blasfemi facciamo fatica, e un poco d’ironia, ad immaginare la Madonna nel ruolo di postina celestiale, che abbia necessità di questi mezzucci per rendere noto il Suo pensiero ai tre ‘veggenti ufficiali’, uno di loro in una apparizione il due di ogni mese, gli altri in una sola nel corso dell’anno.
Già il 13 novembre 2013, sempre in Santa Marta, Papa Francesco aveva criticato certi veggenti, con implicito riferimento riconducibile a Medjugorje, che si esprimevano con ‘il Signore è qua, è di là’, veggenti a loro dire destinatari prediletti delle lettere della Madonna.
Per Fatima la Chiesa ha confermato le apparizioni del 1917 e non per gli anni successivi, ignorando le ‘rivelazioni’ che tanto scalpore avevano suscitato le misteriose lettere di suora Lucia dos Santos consegnate direttamente a Papa Giovanni Paolo II, con  la preveggenza, tra le altre, dell’attentato criminoso che il Papa avrebbe poi subito il 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro ad opera di Mehmet Ali Agca.
Con buona pace e serenità del giornalista Paolo Brosio fervente e limpido assertore dei fatti ai quali ha dedicato alcuni suoi libri  (recentemente vittima di uno stupido quanto ignobile scherzo, ripreso furtivamente in video tv, facendogli credere di essere in conversazione telefonica chiamato direttamente dal Papa):  fra alcuni giorni sarà tutto più chiaro, se confermati gli eventi miracolosi di Medjugorje, o ridimensionati, o non veritieri, Papa Francesco non sbaglierà.
IL CASO BALESTRINO - Trucioli.it, begli ultimi due numeri, ha pubblicato servizi, documenti ed immagini, certamente parziali, in merito alle asserite apparizioni della Vergine a Caterina Richero, auguri di lunga vita.  A tutt’oggi non è arrivato il riconoscimento ufficiale della chiesa. L’ultimo libro dell’insegnante Maria Pia Zacchia (Edizioni Del Delfino Moro) ricorda: ” Abbiamo visto che Caterina non è sfuggita  alle persecuzioni che già conobbero Santa Bernardette a Lourdes e i tre pastorelli a Fatima.  In molti tentarono di impedirle di essere presente agli appuntamenti con la bella Signora. Senza riuscirci, perchè Maria le apparve anche in casa sua e ad Albenga, presso il vescovo stesso. La vita di Caterina, dal 1949 in poi, è stata costantemente oggetto di indagine e di osservazione da parte della Curia, dei fedeli, della gente in generale. Ogni suo atto, ogni sua scelta, ha dovuto sopportare l’esame accurato della chiesa e del mondo. Ma lei non si è mai lamentata. Oggi che il Santuario di Monte Croce è riconosciuto quale luogo di culto mariano sotto il titolo di Santuario della Madonna della Riconciliazione e della Pace (nome scelto da mons.  Oliveri), oggi che i messaggi di Maria vengono letti pubblicamente e che Caterina, seppur sempre ‘osservata’ dalla Chiesa,  gode di un profondo rispetto, si spera che l’iter ecclesiale proceda più spedito e che un giorno si giunga al riconoscimento ufficiale delle apparizioni.”
Il vescovo della diocesi sale due volter all’anno al Santuario, a maggio  (questa volta ha celebrato il vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti) e ottobre.  ”Il parroco di Balestrino, don Giuseppe Tornavacca originario di Loano,  lotta da anni, ricorda ancora nel suo libro la prof. Zacchi,  per veder realizzata la chiesa nuova, per superare i mille ostacoli burocratici (è più facile erigere una centrale nucleare che costruire una chiesta !) e le innumerevoli incomprensioni di chi parla per sentito dire e crede di tutto sapere. Troppe pene e fardelli lo gravano!”. Da ultimo il libro ricorda: “Don Giuseppe è coadiuvato nella sua opera da un gruppo di fedeli volontari: gli Amici di Monte Croce.  A chi si prodiga senza nulla chiedere in cambio, vanno le preghiere e l’affetto di tutti”. Secondo questi amici e Maria Pia Zacchi “è urgente ampliare il Santuario per accogliere le crescenti folle di pellegrini, l’attuale cappella può contenere un numero limitatissimo di persone, da qui l’impegno di mons. Mario Oliveri, già parecchi anni fa, per porvi rimedio- Queste le sue parole testuali ‘ Stimo mio grave dovere pastorale far si che tale situazione non perduri ancora a lungo e comincio a sentirmi responsabile di omissioni. I tentativi messi in atto finora non hanno dato risultati concreti…..Ma le ultime notizie fanno davvero ben sperare, la costruzione del nuovo Santuario di Balestrino, superati inenarrabili ostacoli, si fa vicinissima”.  Parole di Maria Pia Zacchi.
Gianni Gigliotti

Il ponente ligure merita Vaccarezza o Scajola junior ? Il sistema di potere punta all’edilizia

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Se è vero che le copie dei giornali sono in drastico calo, è indiscutibile che l’autorevolezza della fonte non vada sottovalutata. Il Secolo XIX ha titolato: ‘Vaccarezza: Un posto al Ponente. (E lui indicato nella casella di assessore all’urbanistica). Il campione di preferenze savonese ‘Forza Italia invoca il rispetto del territorio in cui ha vinto’. Firma l’articolo la più introdotta cronista di ‘Casa Regione’, Alessandra Costante  che indica il brillante ‘cursus honorum‘ del politico di razza e delle preferenze. Neppure una macchia. Promosso a pieni voti per ricoprire l’assessorato chiave nella Liguria anticemento: Urbanistica, patrimonio, edilizia. Il riconoscimento del sistema ? Col vaccarezzismo Loano è cresciuta a misura d’uomo, ha valorizzato l’area più preziosa attorno all’antico Duomo che ha rischiato di cedere e nessuno paga i danni alla parrocchia, nonostante la condanna in primo grado. Loano capitale dello Sport e delle anime pie: 14 processioni, con Vaccarezza ‘sacerdote di lotte continue’ nel più massonico governo della storia dell’Amministrazione provinciale di Savona.

REGIONE LIGURIA , TOTO-NOMINE ASSESSORI PRIVI DI FONDAMENTO

GENOVA. Nessuno più di noi può comprendere l’esigenza giornalistica di fare pronostici sui nomi dei futuri assessori del nuovo governo regionale. A seguito delle continue indiscrezioni che si leggono insistentemente sui giornali precisiamo, però, che tutte le indiscrezioni sul cosiddetto “toto-nomine” della giunta regionale sono da considerarsi prive di ogni fondamento. Lo rende noto la Presidenza della Regione Liguria sottolineando come in questi giorni sia impegnata sui fronti più urgenti , dalla riorganizzazione della macchina regionale agli incontri nazionali .Pertanto, in questo momento, qualsiasi ipotesi sul futuro assetto della giunta regionale è prematura.

Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli o sulle figlie. Angelo Vaccarezza ha dismesso tutte le attività del padre imprenditore edile, albergatore, proprietario di Bagni Marini, per dedicarsi alla crescita civile della sua città, poi della provincia e ora della Liguria. Per far rifiorire il turismo immobiliare ed alberghiero, assai malandato. Dare il ruolo che meritano ai Bagni Marini afflitti dai nemici europei e difficoltà economiche, le agenzie immobiliari che hanno superato il numeri degli alberghi in tutte le città costiere, gli studi legali specializzati, i progettisti di talento e di valore, le figlie di avvocati con un curriculum ignorato, gli studi grafici, pubblicitari e promozionali. Tutte realtà da gratificare, ricche di capacità e potenzialità, risorse. E chi dimentica i grandi convegni a Finale Ligure non per piangersi addosso, proiettare progetti all’avanguardia nell’industria turistica chiamata ad affrontare la sfida del terzo secolo dopo Cristo.

Il più addentro ponentino nella vita della Regione, quale Marco Scajola, deve ammettere che il collega di partito non usa la finta modestia, mette sul piatto della bilancia non sono il campionato delle preferenze. Ha dalla sua parte un archivio stampa difficilmente battibile e paragonabile. In prima linea Il Secolo XIX, seguito da Ivg.it e Imperia Tv. Contrariamente, forse, a ciò che molti pensano, Vaccarezza si impone, emerge e viene gratificato dai media (mai gli è stato chiesto quanto ha speso nelle ‘americane’ campagne elettorali, quali siano introiti e spese, da uomo pubblico lo stato di famiglia). Le pulci, è vero, sono di moda solo dai giornali della destra spinta ? Non ha avuto remore, il ‘nostro’ a farsi fotografare negli anni di letizia con l’ing. Salvatore Ligresti che non ha torto ammise “Senza Vaccarezza non avrei messo tanto impegno per completare l’opera grandiosa del porto che darà lavoro, commercio ad almeno 400 persone e sarà volano per la città”. In effetti è un suggestivo biglietto da visita e tutto sommato, tra le disgrazie, che ora sia finito in mano al colosso Unipol-Sai rappresenta un certificato di garanzia per il Comune, dunque la collettività.  Vaccarezza che può ringraziare, via stampa, il positivo aiuto dell’allora assessore all’Urbanistica in Regione, l’ottimo Carlo Ruggeri. Ci sono altre foto che potrebbero imbarazzare il neo inquilino, aspirante assessore nella giunta Toti, una in particolare pubblicata dal giustiziere blog della Casa della Legalità. Credevano….Vaccarezza rivolto a cielo avrebbe esclamato : Se non hanno altro….sorrido. Solo un condannato, con pena espiata, per concorso in omicidio, fattaccio avvenuto proprio a Loano, con una sfilza di prime prime pagine del Secolo XIX. Un figlio della vittima, da diseredato, è al suo settimo arresto; ruba per sopravvivere e per comprare la ‘dose’.

E’ vero c’è stato qualche annuncio ed illusione di troppo, ma ci può stare nel gioco della parti.  Gli alberghi pare non chiudano più. Anzi, abbiamo già documentato: Secolo XIX e Stampa, nell’ultimo decennio, hanno via via annunciato almeno una sessantina di nuovi 4 o 5 stelle, da Andora a Varazze.  Persino da parte di miliardari ed oligarchi russi. Bisogna avere pazienza, non correre troppo con la fantasia o se volete le favole.  La Provincia di Savona che si è fatta in quattro per finanziare la formazionale professionale, un settore a prova  di legalità. Una provincia dove finalmente i giovani laureati e diplomati hanno ripreso a trovare lavoro, anzichè dover emigrare al Nord, soprattutto in Germania, Inghilterra.  Se la notizia è fondata sarebbero poco più di 350, laureati e diplomati del savonese già emigrati negli ultimi 5 anni. Sono pochi, sono tanti ? Da politico concreto è stato impossibile non rendersi conto che un presidente di provincia degno di questo nome doveva esordire iniziare con uno staff, rinnovato, potenziato e all’altezza della sfida, del rinnovamento. Anche per combattere il possibile ‘inquinamento’. Occorreva scegliere un segretario direttore generale di vasta esperienza, competenza, senza infortuni all’alcol test. Purtroppo Vaccarezza è stato ad un certo punto lasciato dal manager che lo seguiva da Loano ed è arrivata una alta funzionaria quasi subito inciampata in una piccola inchiesta, che non è condanna.  Infine può con orgoglio vantare di essere tra i pochi, nel centro destra del potere, a non essere neppure stato rinviato a giudizio.

Per farla in breve, i faldoni della sua rassegna stampa lo promuovono a pieno titolo nel delicatissimo ruolo di vertice all’Urbanistica ed edilizia. Purchè non sia un ballon d’essai giornalistico, tenuto conto che giovedì è spuntato nello stessa graduatoria il leghista ex sindaco di Zuccarello che potrà andarsi a rileggere trucioli.it, con le dichiarazioni che l’ex ministro Castelli fece nel salotto di Bruno Vespa a proposito  del quadro, della responsabilità e del presente dell’edilizia, dell’agricoltura, della cementificazione selvaggia, così la definì, in Liguria. Colpe e peccati. I costi dell’immane dissesto idrogeologico.

Su trucioli.it  avevamo azzardato una previsione che sembrava irrealizzabile, il Risorgimento del centro destra, causa  la diserzione dalle urne e la guerra fratricida a sinistra ( estrema sinistra esclusa). In quel caso avevamo fatto un peccato di presunzione. Marco Scajola, al di là delle preferenze (anche in Sicilia, in Calabria, in Campania, nel Lazio hanno sempre pesato molto),  il nipote dell’ex ministro meritava di rappresentare, con un assessorato di peso, tutto il ponente.  Non tanto per le credenziali di famiglia, semmai perchè è il ponente che più ha pagato, dimostrano tutte le statistiche ufficiali,  l’assenza di nuove generazioni nel sistema di potere incancrenito. C’è chi sostiene che  la realtà politico- amministrativa “è una cosa sporca” (tutti uguali ? no). I cittadini elettori nauseati hanno tollerato ipocrisie e menzogne. Si sono gestiti i soldi pubblici in ‘camere di consiglio’ davvero ristrette. E mio papà non era neppure maestro venerabile di una loggia chiacchieraticcia; era uno dei cinque componenti il Comitato di Liberazione di Mendatica (lui era di Garessio), i cui nome sono rimasti ‘segreti’ per molti anni. Rinchiuso per pochi giorni nelle umide celle- prigione del forte centrale di Nava (Pornassio), prese la tubercolosi. Da ‘boccia’ e poi muratore realizzò gran parte dei vecchi camposanti di Mendatica (dove riposa) e di Piaggia (Briga Alta). Morì povero e malato, senza una proprietà.

Luciano Corrado

 

Miei cari pesci della Riviera Ligure, non fate sapere che…

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Pregiatissimi pesci stanziali o di passaggio stagionale del Mar Ligure e che prediligete la costa savonese. Ho letto con interesse ed un pizzico di stupore che all’Expo di Milano si è parlato di pesca, comunità di pescatori, della gloriosa cittadina di Noli. C’è scritto, credo per errore, che “anche la lampara non si può più usare” (sic!). Non è vero. Che in Liguria “ci rimane del pesce azzurro, abbondante ( Non è vero !) e di ottima qualità (verissimo), quali sugarelli, menole, naselli, boghe, saraghi, occhiate, rara palamita“. A Telenord ho ascoltato l’allarme di un ristoratore genovese (terza generazione): ” Ormai è difficile trovare anche le boghe, pesce povero ma ottimo come le acciughe, la gente va al ristorante e ignora. Il nostrano ligure quando si trova costa caro”.

A Ceva, in provincia di Cuneo, è di casa il pesce fresco del la Riviera Ligure

Sapete chi sono gli Attila della notte che distruggono la risorsa del mare? Che nonostante il saggio divieto ai ‘nostri’ bianchetti, sperando nel ripopolamento, i rossetti in arrivo da Livorno o dalla Puglia erano in vendita, in poche pescherie, a non meno di 55 € il chilo? Che la pesca con la lampara, prima libera a tutti, ora è riservata  ai pescatori professionisti ? Che le norme della Capitaneria sono un vero e proprio campo minato per la piccola pesca con obiettivo vantaggio per i pescherecci ? Ricordate le immagini ‘ storiche’ dei pescatori che tiravano la rete da riva? Proibito. E la pesca alla sciabica, in Liguria, creava danni ? Entro il limite dei 50 metri da riva non si può più pescare, dunque la sciabica è fattibile unicamente dalla barca. Rivelate per favore, magari con una ricerca su internet o archivi stampa, quanti parlamentari, senatori, consiglieri regionali, provinciali, comunali, sindaci, presidenti di Provincia, hanno difeso, con la dovuta tenacia ed informazione capillare, cosa accade nel mondo della piccola pesca, tanto sbandierata. Secondo voi , un attento lettore dei giornali, dei web, di audience in tv, ha avvertito che c’è stato una analogo interesse come è avvenuto (i dati certificano) per difendere la lobby dei Bagni Marini della provincia di Savona, di Imperia, del Tigullio ?  Che cosa rappresentano ormai in termini elettorali 20 barche da pesca !  Non c’è solo del marcio, sostengono molti scrittori del Bel Paese, ci sono le confraternite clientelari che si tutelano.

Albenga nel periodo pasquale rossetti a 55 euro il chilo

Il cartello della normativa Cee per identificare la provenienza del pesce. Il Mar Ligure non è previsto

Illustri pesci del nostro mare vi racconto qualche esperienza ascoltata nel mio infernale girovagare? L’unica insegna trovata nel peregrinare in Liguria, Piemonte e Lombardia, che annuncia la vendita di ‘Pesce Fresco della Riviera Ligure” la incontro settimanalmente in una piazzetta del centro storico di Ceva, dietro il palazzo del Municipio, vicino alla sede dei vigili urbani. Tutto alla luce del sole. Sono solito visitare la ‘storica’ pescheria Barone, nel centro storico di Albenga, dove esposto al pubblico c’è il cartello che indica, in base alla legge europea, la zona di pesca e provenienza del pescato, ovviamente fresco. Il Mar Ligure è stato sostituito con la dicitura ‘Mare Mediterraneo’.

Caro ‘abitante’ dell’acqua che prediligi la mia Liguria ti hanno ‘cancellato’.  Ti hanno revocato il titolo ‘pescato nel Mari Ligure‘ e nessuno lo scrive, nè si ascolta in tv. Ma quante balle, ovvero bugie e qualche mezza verità raccontano sul tuo conto. La stragrande maggioranza  di massaie, consumatori, clienti  ai tavoli del ristoranti, sono disinformati. Non sanno chi ‘vive’ ancora nelle nostre acque, chi è quasi scomparso, chi ti cattura e chi non riesce più a praticare la storia gloriosa dei pescatori di Noli, Ceriale,  Albenga, Alassio, Oneglia.  In qualche porticciolo (Loano e Andora) hanno attrezzato il mercato ittico, a parte il prezzo, ogni tanto succedono cosucce non proprio onorevoli a danno dei consumatori.

Mio caro pesce,  affollavi all’inverosimile le nostre acque, eri uno degli alimenti privilegiati, preferiti, più commercializzati, con gli ortaggi e le primizie della terra, dell’agricoltura ligure. Accadeva fino a qualche decennio fa, quando il ‘signor cemento e C.’ non aveva steso tappeti di palazzi, casoni, mostri (tanti e troppi) lungo la nostra bellissima costa, schiacciata tra la spiaggia e la prima collina. Lastricato d’asfalto milioni di ettari. E si sono pure dimenticati, quasi ovunque, l’Aurelia bis. Non sono stati lungimiranti nel prevedere che l’Autofiori si sarebbe trasformata in imbuto. Con i mattoni, il progresso civile, la globalizzazione, ci pure ‘donato’ tanti pescherecci, sempre più grandi, mostruosi, tecnologigi, radano e solcano i fondali. Purtroppo, caro amico pesce del Mar Ligure, non ti hanno lasciato scampo.  I mitici branzini?  al 98 per cento vengono serviti quelli di allevamento, con mangimi poco biologici ed antivirali: Sono spariti i nostrani perchè l’uomo (ovvero i miei sudditi indiavolati) ha distrutto perbene l’habitat,i branzini non trovano più prede, pesce mangia pesce. Si pesca qualche oratina, ma il pescoso, Capo Noli, i suoi fondali, testimonia il ‘protetto’ Carlo Gambetta,  ha un fondale ricoperto da strati fangosi, frutto dell’arricchimento dei litorale. Si scaricano, col denaro pubblico e privato, milioni di mc. di materiale di scavo e chi lo pulisce ? Chi rispetta il mondo sottomarino con le sue regole multimillenarie ?

Prevalgono interessi commerciali del diavolo, cattiva o parziale informazione, diseducazione, difese corporative, costruzioni a mare a discapito di madre natura. L’inquinamento è di ogni sorta, i depuratori latitano ancora in barba a divieti di edificare per chi ne è sprovvisto. Ci sono sempre le proroghe del diavolo. La gallina delle uova d’oro (sfruttamento del bene – risorsa spiaggia)  è  dimagrita, si è attrezzata alla crisi trasformando gli ‘stabilimenti balneari’. Si sono moltiplicati a macchia d’olio nuove strutture di chioschi bar,  ristoranti – pizzeria, tavole fredde e calde,  locali per attrazioni musicali, nelle zone demaniali va di moda rubare spazio alla sabbia e al mare. Una conquista degli angeli, miei rivali in cielo ?

Eppure, carissimi pesci del Mar Ligure, siete sempre all’attenzione dei mass media, delle sagre, delle Expo di provincia e nazionali.  Fanno bene a non invitare mai il comandante – patriarca Gambetta- racconterebbe testimonianze da far tremare i polsi.  Il mio simpatito cicciarello si rifugiava nei fondali di Capo Noli,  con l’avanzare del fango  ci ha lasciato per altri lidi. Ora i cicciarelli arrivano in casse frigo dalla Francia, dalla Spagna.  Ogni tanto ascoltiamo qualche bla bla, importante che non se ne parli con eccessiva intensità e durata.

Mi ha fatto piacere si siano ricordati di un cittadino valoroso, giovane. Marcos Lochtl, nato alle Canarie da padre austriaco (ha fatto per molti anni il cameriere, l’esercente) e madre di Noli. Due sorelle (Garzoglio) nipoti di  Gian Battista Garzoglio,  tra gli ultimi sopravvissuti  che parteciparono al salvataggio dei naufraghi del Transilvania.  Marcos fa parte del presidio  Slow Food della pesca artigianale di Noli.  Dedica, hanno narrato,  dalle due alle tre ore al giorno alla riparazione delle reti. Usa strumenti semplici, che in alcuni casi fabbrica da solo, come gli aghi che prepara con il legno dell’erica arborea, la ‘bruga’ che si trova  sul paradisiaco altopiano delle Manie. All’Expo di Milano, nello spazio Liguria, Marcos  ha mostrato attrezzi che non vengono più usati come la cintura rudimentale che serviva per tirare da terra la schiabica.  Tecnica molto antica, ingiustamente equiparata alle tecniche di pesca  da traino.

Per onore di verità, Belfagor utilizza la consulenza del comandante Gambetta nonostante si goda una meritata vecchia, dopo anni da volontario in Croce Bianca. Chissà se tra i suoi nove nipotini (caso raro nel savonese) qualcuno ha la vocazione del pescatore. Il nonno è stato comandante di mercantile, ha girato il mondo, ha avuto pure tempo e passione, eletto dai concittadini, di essere sindaco per tre mandati. Bisogna ammettere che si distingue da libero pensatore e sferzante scrittore. Un tempo scriveva lettere e lo intervistava Il Secolo XIX, poi è passato di moda e lui ha scritto per il diocesano Letimbro. Un ex corrispondente di provincia, cronista di strada e del palazzo, l’aveva coinvolto su trucioli savonesi. Da tre anni è passato a trucioli.it. Gambetta che oltre al buon senso e all’esperienza, sa menare fendenti, sempre documentato. Nè smentite e ancora meno querele. Gli ‘orchestrali’ preferiscono fingere ed ignorare.

Signori pesci, la sciabica si pratica ancora, i zerli sono una prelibatezza ed una specialità di Noli.  Per le acciughe accontentatevi delle ‘straniere’, anche i nostri tonnetti si sono fatti rari, come la  palamita o i boniti. sugarelli, menole, naselli  non sono stanziali, vanno a stagione. Buon pranzo e spassosa estate con i pesci nostrani e per favore fate sapere che le sagre ‘con pesce Ligure‘ sono una presa per i fondelli. Parola di…

Belfagor


Loano, Enita e Oscar ora riposano insieme. Lettera: Mario Panozzo ci mancherà

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Tre settimane, tre lutti  hanno colpito Loano. Meritano di essere ricordati: Mario Panozzo, i coniugi Oscar e Enita Colombo. Specchi di virtù, lavoro, onestà, capaci di far scoprire o riscoprire i valori in un’era avara e povera di etica (pubblica). Loanesi che hanno vissuto, lontano dai riflettori, la dignità messa in pratica, trasmessa a figli, figlie, nipoti, alla società civile. Mario ha avuto pochi ‘uguali’ in Riviera, bisognerebbe risalire alla prima generazione dei Perelli albergatori, gli orti per produrre frutta e verdura destinata ai clienti, le galline, i conigli. Simboli rari di cultura turistica d’altri tempi. E la sorte di Oscar (vedi lo scorso numero) che nel giro di pochi giorni è stata raggiunto dalla moglie Enita, un duro colpo per i figli Ornella e Marco, i nipoti; abitano a Riva Ligure.

RICEVIAMO

Complimenti all’autore del pezzo sulla figura di MARIO PANOZZO, un autentico gentiluomo! Frequento i suoi bagni da più di trent’anni (tanto è il mio soggiorno estivo ed anche invernale a Loano e nella vicina Borghetto, dove i miei avevano ed hanno tuttora un piccolo appartamento); ho pranzato nel suo hotel; ho apprezzato la sua signorilità e la sua professionalità. Qui nella mia città molti lo hanno conosciuto, sia per frequentazioni estive o per la comune passione verso lo sci ed anche la caccia. Ci mancherà! Ho voluto, con mia moglie, rendergli omaggio, il giorno delle esequie, perché mi sembrava doveroso e non solo per una mero atto di circostanza! Riprodurrò il Vostro pezzo sulla mia pagina di FACEBOOK! Gianni Neberti (Saluzzo)

Addio Signor MARIO!

Loano, via Aurelia, il 17 dicembre 2009, quando c’era ancora un’edicola, Mario Panozzo sorridente parla con Franca Roveraro Cappelluto, presidente provinciale dell’Unione Albergatori

 

IL MANIFESTO FUNEBRE DI ENITA CESIO VEDOVA COLOMBO (OSCAR)

LOANO, NELLA CARTOGRAFIA DELLE BACHECHE FISSE STRADALI  HANNO DIMENTICATO IL LUNGOMARE DELL’ILLUSTRE CONCITTADINO GARRASSINI GARBARINO

 

Tenente Giuseppe Garrassini Garbarino

Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria

Nato a Loano l’8 gennaio 1885 da una famiglia di antiche tradizioni: suo padre, l’ing. Francesco, fu Sindaco della città e sua madre, Fanny De Amicis, era cugina dell’autore del “Cuore” e di monsignor Giacomo De Amicis, vescovo ausiliario di Genova. Il ragazzo crebbe al cospetto del nostro mare che lo attirava misterioso ed affascinante e sotto un cielo immenso smisuratamente limpido ed azzurro; dopo il liceo, risponde all’appello del mare, frequenta l’Accademia Navale di Livorno e il 10 dicembre 1905 ottiene la nomina a guardiamarina; sette giorni dopo presta giuramento imbarcato sulla “Benedetto Brin”. Imbarca poi sulla nave “Vesuvio” e compie un lungo ciclo di navigazione oltre gli oceani, verso l’oriente. Promosso Sottotenente di Vascello il 24 maggio 1908, il giovane ufficiale si sente chiamato a una grande missione, si sente maestro ed educatore e nello stesso tempo è sempre pronto ad imparare umilmente dal mare la grande lezione che deve temprarlo per la vita. Ma oltre al mare c’era il cielo, altro elemento preponderante; appassionato del volo, fu tra i primi 31 italiani a conseguire il brevetto di pilota nel 1910, a 25 anni. Sin da giovane rese preziosi servizi alla nascente aviazione italiana (aggregata in un primo tempo alla Marina Militare) istruendo nuovi piloti. Dapprima su dirigibili, poi come capo squadriglia di aerei, dimostrò notevoli qualità di organizzatore, partecipando come ufficiale alle campagne di Cina del 1907 (medaglia di bronzo) e di Libia del 1912, dove inizia i suoi voli di guerra guadagnandosi la medaglia di bronzo e quella d’Argento al Valor Militare.

Nel corso della prima guerra mondiale condusse più volte bombardieri su obiettivi militari nemici; fu il comandante della squadriglia aerea nella quale Gabriele D’Annunzio volò come osservatore: parteciparono insieme ad un memorabile volo su Trieste nell’agosto 1916 e furono legati da profonda amicizia.

L’11 febbraio 1917, nel corso di uno scontro con aerei austriaci nel cielo di Parenzo, in volo di rientro da Pola, Garrassini-Garbarino veniva colpito e ucciso da un colpo di mitraglia nemica. I funerali si svolsero il 14 febbraio, a Venezia; la città tributò solenni onoranze al suo difensore: autorità, compagni d’arme, amici, popolo.

 

Loano, dalla bacheca fissa del lungomare non è più riportato il Lungomare Garrassini Garbarino. A chi dire grazie ?

Il  prezioso volume ‘Loano Storia- Monumenti – Itinerari – Turismo,  dello studioso Antonio Arecco (editrice F.lli Stalla Albenga), stampato nel dicembre 1983, costo a copia 12 mila lire, in cinque pagine ricostruisce anche la ‘toponomastica’. Narra che il 17 nov. 1865 si delibera ‘la numerazione delle case e la nuova denominazione delle vie, contrade e piazze della città’. Alcune cambiano il nome originario.  Il 30 giugno 1923 la passeggiata a mare prende il nome  che mantiene tuttora di  Giuseppe Garrassini  Garbarino (1885- 1917).

Cosa succede nel frattempo ? Negli ultimi decenni il 95 per cento del depliant stradali, diffusi dal Comune e dall’ufficio turismo, prima locale, poi provinciale, il cognome viene ‘accorciato’ di una ‘r’, Garassini anzichè Garrassini, al punto che  noi stessi nelle consultazioni, anche via internet, siamo incorsi in errore; stesso discorso per  citazioni di testi scolastici. Non sarà certo una r a mutare la storia di un cittadino eroe, illustre e benemerito della comunità. Il ‘degrado’ ha ora portato ad omettere dalle cartine – stradario ufficiale del Comune affisso in città e che abbiamo ripreso nei giorni scorsi, persino il nome del lungomare.  E’ vero che inell’amministrazione prevalgono i giovani e possono  non ricordare. Anzi, riceviamo dal mondo di facebook, molto attivo pure a Loano, con  un paio di capipopolo, il rimprovero di essere un blog che anzichè occuparsi dei giovani, scrive di morti, di personaggi, di loanesi, di cose passate che interessano solo, testuale “ad un cazzone che nella vita non hai mai capito nulla e continua a scrivere boiate, lui e gli amici che lo seguono….per fortuna - continuano altri post - che a Loano ci sono  GB Ceppollina, Lettieri, Vaccarezza e altri….non si può continuare a scrivere di morti e sepolti, anzichè  delle feste, delle manifestazioni canore e sportive, richiamano migliaia di persone, danno lavoro, commercio a centinaia di famiglie, i turisti portano Loano sul palmo della mano mentre i soliti sono solo capaci  di denigrare, criticare….per fortuna che leggono due gatti….anzi sono rimasti due gatti e si credono i signori di Loano patentati a dare lezioni di bon ton….”. Omettiamo, per rispetto dei lettori, parolacce varie sulla falsariga dei Beppe Grillo, dei Matteo Salvini ed altri maestri dell’urlo nelle piazze, nei salotti tv. Per pietà non hanno aggiunto ‘vi asfalteremo’!

 

 

 

 

Il terrazzo sul mare. Vaccarezza: è solo mio! La Fondazione Stella: no e si rivolge al tribunale che condanna l’ex sindaco di Loano

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Una controversia coperta da un invisibile top secret, nonostante l’interesse pubblico. Il tribunale di Savona ha accolto le richieste dell’ex consiglio di amministrazione della Fondazione Simone Stella (asilo nido e scuola materna) che di fronte alle pretese di  Angelo Vaccarezza di appropriarsi di un terrazzo sul mare, in centro città, lo ha citato in giudizio sostenendo la tesi che la proprietà è divisa al 50%, come documenta una delibera del dicembre 1993 del Civico Orfanotrofio Don Leone Grossi. L’ex sindaco, già presidente della Provincia (una decina di incarichi), neo promosso dal voto popolare a consigliere regionale, ha perso la causa e deve pagare 3 mila euro di spese, oltre al CTU.

Non c’è da cantare vittoria. E’ una storia triste che purtroppo non servirà di esempio. Non c’entrano rivalità politiche, semmai lo spettro di un’informazione silente e con occhiali spesso distorsivi.  Non c’è una ‘guerra personale’ da narrare, di condominio, di cui è ingolfato anche il tribunale di Savona, in una provincia con il record di avvocati in base ai residenti. E sarà solo per caso, ecco i primati di contenziosi in sede civile e penale. Poi si danno le colpe ai giudici e la credenza popolare sulla giustizia non è una novità. Il caso Vaccarezza è nato da una controversia che vede su fronti opposti Angelo Vaccarezza, proprietario di immobile in piazza Rocca, nel centro storico, e la storica Fondazione Simone Stella – don Grossi. Un ente che quando cesserà in quanto tale, per legge tutti i beni passano al Comune, dunque ai cittadini di Loano.

Il precedente consiglio di amministrazione, rinnovato lo scorso anno, oggi presieduto da Gian Riccardo Ferrari (u Cabàn), e in cui è rappresentato il parroco della prima parrocchia di Loano, si era trovato a gestire una grana apparentemente frivola, in realtà era in ballo la comproprietà di un terrazzo di 28 mq. che, come accaduto in altre circostanze, se una mano lava l’altra, si può ricavare o ampliare un attico fronte mare dove i prezzi raggiungevano, qualche anno fa, i 12 mila euro al mq.  Il terrazzo rientrava, tra l’altro, nel lasciato di un fratello e una sorella (lei fu dipendente del Comune): G.B Briasco decise la donazione di un appartamento in piazza Rocca, lasciando usufruttuaria la sorella. Il locale, dato in affitto dalla Fondazione Stella, ha l’ingresso ad un terrazzo. Un secondo ingresso allo stesso terrazzo è nella disponibilità di un alloggio di cui è proprietario unico Angelo Vaccarezza. Pare che ad un certo punto sia stato bloccato l’accesso all’inquilino e sia scaturita una trattativa evidentemente non andata a buon fine. E sull’altra sponda c’era un presidente di Fondazione che pare abbia ‘ereditato’ la fierezza e lealtà dell’Arma dei carabinieri:  il maresciallo maggiore in pensione Stefano Ferrari ( nessuna parentela col successore), origini  abruzzese, marito di una nipote dell’ex segretario nazionale del Pci, il compianto Alessandro Natta, imperiese Doc. Una controversia antipatica, non frequente. Vaccarezza era sindaco e Ferrari era stato rinominato proprio per volere del primo cittadino.

La scelta di adire a vie legali prima e vie giudiziarie non deve essere stata indolore. Di fronte al bivio se rinunciare ad una proprietà (pubblica) o scontrarsi con il dominus incontrastato della città dei Doria, il consiglio di amministrazione della Fondazione, all’unanimità, scelse di rivolgersi alla giustizia civile. La sentenza è immediatamente esecutiva, non è escluso che Vaccarezza ricorra in appello.   I termini non sono scaduti.

LEGGI LA SENTENZA…….

La buona notizia e conto alla rovescia (a Noli)

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Finalmente una buona notizia. E’ quella comunicata dal Secolo XIX del 14 giugno, per voce del Presidente Regionale dei costruttori Federico Garaventa veniamo a conoscenza che il Governo ha impugnato la legge regionale N. 11 del 2 aprile 2015 che avrebbe permesso alla Regione Liguria di progettare a piacimento sui territori comunali indipendentemente dai piani regolatori.Vero e proprio sopruso “bocciato” dall’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili).

 

Giovanni Toti, Forza Italia, presidente Regione Liguria

Si legge che la legge, tra l’altro, così formulata, dall’Associazione “Contrasta con le norme statali secondo le quali gli strumenti di pianificazione territoriale non possono sostituirsi al Piano paesaggistico , ma, in quanto strumenti sotto ordinati, devono ad esso adeguarsi o conformarsi “…

Questa legge è l’atto finale della legge urbanistica regionale 4 settembre 1997 N..36 e s.m. Nel passato era stata modifìcata ben otto volte con le leggi di seguito elencate: 4 aprile 1999 n. 11; 18 dicembre 2000 n. 44; 3 gennaio 2001 n.2; 3 maggio 2002 n. 19; 3 dicembre 2007 n. 38; 7 febbraio 2008; 6 giugno n. 16; 18 marzo 2013 n. 4. Erroneamente avevo scritto sul N..33 di trucioli.it che la legge era stata votata da PD assieme a Forza Italia. Chiedo scusa. Questo l’esito della votazione: 27 voti favorevoli (tutta la ex maggioranza di centro sinistra) e 7 astenuti (Forza Italia, Lega Nord Liguria – Padania, Liguria Libera, Aldo Siri (lista Biasotti) ed Andrea Stimamiglio del Gruppo Misto.

Risulterà interessante constatare come la nuova Giunta di Giovanni Toti intenderà procedere su questo campo. Proseguire convalidando la politica del “partito del cemento(PD/PDL), il best seller ligure di Marco Preve e Ferruccio Sansa che ha denunciato, senza querele da parte dei diretti interessati, il connubio Burlando/Scaiola in questo settore, oppure…un più concreto rispetto nei confronti dell’ambiente? Gran successo, meritato, editoriale, nelle serate di presentazione, applausi, tabula rasa invece quanto a risultati concreti. Dalla politica che conta orecchia da mercanti, sanno che il tempo passa e gli elettori dimenticano, ricordano soprattutto il presente.

Per intanto, su tutto quello che poteva interessare un possibile utilizzo urbanistico sul promontorio di Capo Noli, da Santa Margherita alla strada provinciale delle Manie (vedi il frontale promontorio del Capo di Bergeggi…!!!) sui possedimenti della Parfiri srl, (famiglia Bagnasco di Savona), tunnel compreso, con la sua area di accesso alla base della zona del Rio di Pre Benardin (prete Bernardo) lato Noli, tornerebbe l’autonomia programmatoria comunale. In tempi ancora non sospetti (Trucioli.it N..5 del 26/9/2013 al titolo: Noli, villa Rosa ed il business del vecchietto vedi); mi ero permesso di riportare fuori sacco e fuori dai denti una semplice quanto ingenua riflessione, senza sapere, tra l’altro, del tunnel così concepito. Una bel promontorio per la raccolta funghi di pino riservata al proprietario, Parfiri spa costruzioni con sede a Milano.

VIA BELVEDERE: ULTIMO ATTO – CONTO ALLA ROVESCIA

Il 29 maggio, termine ultimo per le precisazioni/conclusioni nella causa civile tra il civico 18 e Z&R srl, il Giudice Monocratico Dott. Luigi Acquarone ha rigettato un (irrituale) procedimento d’urgenza dell’Avv.  Mauro Vallerga per il Comune di Noli, che richiedeva l’annullamento della perizia dell’Ing. Berardi quale C.T.U. del Tribunale in risposta ai  15 quesiti richiesti dallo stesso Giudice (Trucioli.it N.8 del 13/09/2012  vedi) depositata a fine luglio 2014. Dal 29 maggio partono i termini procedurali con precisa tempistica prevista dalla legge. A meno che non sopravvenga qualcosa di anomalo, più che ragionevolmente la sentenza dovrebbe essere emessa entro il mese di ottobre 2015. Tanto per rinfrescare la memoria (Trucioli.it N. 46 del 31/07/ 2014, vedi) il CTU Ing. Berardi definiva le percentuali di responsabilità risarcitoria nei confronti di Z&R per il 20%; a Zoppi srl il 15%; all’Ing. G. Delfino il 45%; al Comune di Noli il 20%. Una nota allarmante, prevedibile oggi, è quella che, a prescindere dalla percentuale di responsabilità che verrà imputata al Comune, lo stesso potrebbe risultare essere l’unico soggetto potenzialmente solvibile in toto presente in questo giudizio, che per un principio di solidarietà (previsto dalla legge laddove si prevede la chiamata di responsabilità in solido), verrebbe a trovarsi nella posizione di affrontare l’intero risarcimento per poi tentare le azioni di regresso contro eventuali soggetti insolventi. Tuttavia, per la seconda volta mi permetto di scrivere “mala tempora currunt” nei confronti della passata Giunta presieduta dal Sindaco Ambrogio Repetto e del suo onnipresente capo gruppo Rossello, atto finale da presunti irresponsabili di una conduzione suicida di una gestione fallimentare come quella di Via Belvedere.

TUNNEL DI CAPO NOLI

Visto quanto scritto nel recente passato da “Semplicemente Noli”, nuovo giornalino portavoce dell’omonima minoranza, a proposito, ad esempio, di “Ri-tasse” oppure “Foto del diario” (Villa Rosa) ed anche sulla “Chiarezza Manie”, tutto per chiarire la posizione e gli atti dell’ex maggioranza, lascia perplessi il silenzio del giornale sulla vicenda del tunnel e della sua arrendevolezza alla Regione in barba agli interessi cittadini portata avanti dalla Giunta Repetto. Continuare a tacere, non dare la propria versione scritta su ciò che è stato documentato anche in assemblea pubblica non è qualificante per una informazione responsabile o irresponsabile. Specialmente quando si legge in occasione del “BENVENUTO“, articolo scritto il 18 luglio 2014 battesimo del foglio:…“Da queste pagine è nostra intenzione relazionare i lettori sulla vita amministrativa del nostro Comune. Forniremo un approfondito resoconto”.

In caso contrario, vale l’affermazione del 20 aprile 2015 “Diversamente il tutto si commenterebbe da se!“. Rimane quindi sempre in sospeso una doverosa domanda: Il Sindaco Repetto sapeva a cosa andava incontro, era al corrente sul futuro della pista ciclabile e pedonale? Oppure, cosa gravissima, è stato tenuto all’oscuro dell’onere insopportabile per il Comune, quello di acquisire la sede dismessa delle curve stradali di Capo Noli? E’ una domanda lecita che proviene da una dichiarazione dello stesso ex Sindaco su IVG del 3 giugno 2010: “E’ un progetto che risponde alle nostre aspettative, abbiamo avuto diversi incontri anche a livello tecnico e progettuale, è una buona soluzione che può risolvere il problema viario e permetterà di usufruire della passeggiata a mare. Nel vecchio tratto di Aurelia sorgerà una nuove pista ciclabile e pedonale”. A prescindere dalla dichiarazione dell’ex Assessore Regionale e aspirante presidente sconfitta dalle urne. Lella Paita, udite su yoy tube nel precisare che il progetto così realizzato non “risolve” il problema viario ma bisogna comunque utilizzare i 50 milioni di euro faticosamente ottenuti. Rimane il fatto che Repetto, pur sempre Sindaco di Noli, di noi tutti cittadini, è stato ingannato, non sufficientemente informato, oppure…???

Sono certo che i lettori di trucioli.it  e di Semplicemente Noli, avrebbero piacere di  leggere, nell’ambito di una corretta ed esauriente informazione, al termine dell’argomento tunnel quello che “Semplicemente Noli” scrive a conclusione dei suoi interventi: “Tanto ritenevamo dovuto per chiarezza e senza timore di smentita” oppure ” Senza timore di smentita e pronti ad un confronto per amore di verità”.

LUTTI CITTADINI

Bruno Rigatti, 88 anni, nolese, due figli, da anni domiciliato con la moglie a Savona, ci ha lasciato. I funerali si sono svolti a Noli. Oltre che socio fondatore della locale Croce Bianca, da buon camionista in pensione, è stato responsabile del funzionamento dei mezzi di soccorso in dotazione.

Giovanna Ganduglia, 101 anni, nolese, ha lasciato la nostra comunità nella quale ha vissuto per tutta la sua lunga vita. Vedova di Luigi Brignole, cognata della M.O.V.M. Giuseppe, madre di quattro figlie, nonna e bisnonna era conosciuta come “Giannina”.

Carlo Gambetta


Savona, ‘Don cemento’ criminologo? Il prete scomodo infangato da ‘certa stampa’

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Insegnante in pensione, giornalista e scrittore per passione tra arte, storia locale, teatro. Questa volta Silvano Godani, popolare non solo a Savona,  si è schierato. Nell’ultimo numero di “A Campanassa” – ricco di interessanti articoli e firme –  racconta con dovizia di particolari la storia di don Alessandro Capaldi, 54 anni, origini a Chiavari, dal 2004 parroco a Borgo Fornaci, 5.300 anime.  Vocazione adulta dopo la laurea in Scienze politiche a Genova e biennio in criminologia. Seminarista a Savona, l’allora vescovo Lanfranconi lo invia all’Università Gregoriana di Roma per laurearsi in Storia della Chiesa. Poi curato di campagna nelle frazioni Montagna e Sant’Ermete. Alle Fornaci avvia un progetto per il risanamento di proprietà parrocchiali degradate; sono previsti anche servizi sociali, sportivi e di aggregazione. Don Alessandro è additato, da ‘certa stampa e da parrocchiani’, scrive Godani, alla stregua di ‘don Cemento’ in una diocesi massacrata da scandali immobiliari e abusi sessuali. Il vescovo Lupi ‘abolisce la parrocchia N.S. della Neve, il prete a fine anno tornerà nella sua Chiavari.

 

Silvano Godani, insegnante in pensione, giornalista, scrittore

Ufficialmente don Alessandro lascia, scrive il prof. Godani, per motivi famigliari (la mamma anziana) e personali di salute ( non gravi), nonché accorpamento di parrocchie in anni di crisi di vocazioni e ‘carenza’ di sacerdoti. Un articolo in punta di penna, fa riflettere sulla scelte e sulla trasparenza delle gerarchie ecclesiastiche. Laviamo i panni in casa ? A volte è utile, ma se c’è una vicenda che merita di essere chiarita senza che aleggino ombre sembra propria questa.  Se il pastore di anime è macchiato da scheletri negli armadi bisogna avere il coraggio di affrontare il presunto masochismo, se invece i promotori ed i loro fedayn hanno preso un abbaglio occorre parlarne alla luce del sole.  Partendo dal presupposto della buona fede di tutti i protagonisti in campo. Forse Silvano Godani, a completezza dell’informazione, avrebbe potuto fare i nomi, soprattutto se come pare ci sono in campo personaggi pubblici, consiglieri comunali con ruoli ed impegni politici rilevanti.  Affrontarli a viso aperto, anzichè mettere la testa sotto la sabbia ? Nessuno è padreterno e chi si ritiene tale prima o poi dovrà considerarsi un comune mortale. Godani potrebbe aver lanciato il sasso nello stagno ? Chi è la ‘certa stampa‘ citata dal prudente Godani, con un passato di collaboratore del Secolo XIX, assai più a lungo de La Stampa ? Oggi due editori, in realtà uno. Con un’informazione locale fotocopia. Il pensiero unico se non fossimo in tempi di democrazia ? Godani, se la memoria non ci tradisce, ha avuto un’esperienza di pubblico amministratore a Palazzo Sisto IV e di candidato.

Per caso, quando accenna a ‘certa stampa’ unisce la stessa corrente di pensiero che in pompa magna aveva sostenuto  la tesi che una ‘diacona’, medico, in stato di prostrazione psichica, era stata ‘suicidata‘, dopo una o più ‘visite in Vaticano’, dopo essersi sentita tradita ed utilizzata dalle gerarchie ecclesiastiche locali e romane? Motivo ? Ascoltiamo le tesi accusatorie  dei cronisti investigativi:… Luisa Bonello era a conoscenza di inconfessabili segreti della curia savonese, di affari sporchi, di macchie del vescovo Lupi (che l’aveva esautorata dal somministrare il sacramento dell’Eucarestia), al punto da mettere in campo, si disse pubblicamente, agenti dei servizi segreti, forse deviati. Il vescovo Lupi che in asseriti torbidi scenari  chiese aiuto all’ex comandante della polizia postale perchè si sentiva, “perseguitato dalla Bonello”.  Messa in onda, in piazza, telefonate personali registrate. Nei capitoli del ‘giallo’ non mancherebbero, sempre per la ‘squadra della legalità’ trame massoniche, associazione a cui apparteneva, oltre alla poveretta,  il marito, medico, e separato. Nessuno fortunatamente ha messo alla berlina la figlia del tutto estranea. L’inchiesta, coordinata dal magistrato, Giovanbattista Ferro, ha fino ad oggi escluso l’ipotesi del delitto, l’ha riportato il Secolo XIX che con Giovanni Ciolina ha seguito gran parte dell’intricata vicenda all’insegna della scrupolosità del cronista, senza farsi affascinare da sensazionalismo  e dal protagonismo.

C’è un secondo aspetto nel ‘caso Fornaci’. Il presidente di A Campanassa, Carlo Cerva, già consigliere di opposizione Dc a Palazzo Sisto, un periodo da vice segretario regionale del partito, è stato uomo di fiducia dell’allora ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani  che incontrava a Genova e a Roma con molte cautele. Anni in cui Taviani era nel mirino di colleghi di partito, avversari e trame (vedi pure bombe di Savona). Cerva ha preso posizione, si è schierato dalla parte di don Alessandro, a nome si presume dell’Associazione che presiede.  Ha siglato un box in cui dice: “Grazie, caro don Alessandro, amico e socio ( di A Campanassa ndr). Abbiamo ben compreso, ti siamo vicini per tutto quanto hai fatto per noi, hai tutta la nostra stima”. Firmato C.C.

A pagina 5 A Campanassa riporta la clamorosa presa di posizione e presa di distanza dal consigliere comunale  ing. Carlo Frumento - da 18 mesi presidente delegato, dal sindaco Federico Berruti (Pd) – della commissione Priamar. E’ vero che in precedenza c’era una presidenza virtuale, ora sostenere, come ha fatto Frumento, che la posizione della commissione stessa sulla ‘passerella’ sia  di natura politica e non tecnica , non in linea con le qualità della Consulta, viene  considerato un affronto, una verità che  Carlo Cerva,  Roberto Cuneo ( Presidente Italia Nostra sez. di Savona),  Carmelo Prestipino (Presidente società savonese di Storia Patria) e  Carlo Varaldo ( presidente Istituto Internazionale di studi liguri, sezione di Savona) rispediscono al mittente.  ”L’ing. Frumento – rimarcano – esprime concetti preoccupatamente riduttivi”.  Non è una bella pagina, visto i ruoli e la statura sociale delle parti in causa.  Intanto reciti il mea culpa chi non ha ritenuto utile una fase di riservatezza prima di un chiarimento che, a quanto pare, c’è stato solo via megafono.

Altri articoli a pagina 28 il debutto savonese della Compagnia teatrale A Campanassa Città di Savona.

E ancora, un qualificato servizio a firma  di Angelo Schirru  dal titolo “Come cambiare l’organizzazione della Chirurgia nei nostri ospedali”. L’Asl 2 ha chiuso negli anni 3 chirurgie, due sono in attività (San Paolo e Santa Corona). Con emergenze  alla chirurgia oncologica e d’urgenza,  una popolazione  di età media  tra le più alte d’Italia. Anziani, con patologie importanti, quali  diabete, cardiopatie, broncopneumopatie, con una forte percentuale di  farmaci adeguati ed efficaci. Il chirurgo punta il dito  sui mass media che, a suo avviso,  predilogono notizie sensazionalistiche negative della ‘famigerata sanità’, mentre poco o nulla si scrive della chirurgia  che fa passi da gigante nella sale operatorie e nei reparti dell’Asl 2.

Infine segnaliamo  un ritratto ricordo  del compianto dr. G.B. Ghigliazza a firma di Giancarlo Torello.  E l’approfondimento sulla potenziale risorsa storica monumentale rappresentata dal Palazzo Della Rovere, unico esempio in Liguria di Rinascimento Toscano, un gioiello  volano mancato, da valorizzare dentro e fuori anzichè preoccuparsi di trasformarlo in contenitore. Si chiama miopia della lungimiranza.

L. C.

 

 

 

 

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Addio Marisa, giornalista di provincia, quante lacrime ai tuoi funerali

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Parlano le immagini, il lavoro volontario dell’ultimo fotoreporter vecchio stampo. Marisa non è più tra noi, non potrà più raccontarci, donarci la sua infinità umanità. La salutiamo con grande nostalgia. Grazie per tutto ciò che ci ha donato.

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