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Arriva Barabba e regala dollari agli Amici di Monesi in campagna elettorale 2015. I nomi

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Tam, tam, tam. Amici di Monesi: laudatus Barabba! Solo Belfagor, diavolo alassino, può darvi la notizia favolosa. E’ arrivato Barabba, valigia piena di dollari grazie all’intercessione di candidati imperiesi al consiglio Regionale, in particolare al gruppone capitanato da Marco Scajola, Massimo Donzella, Alessandro Piana, Luca Lanteri (‘benefattori’ di Imperia Tv) e poi  Giovanni Barbagallo, Gabriele Cascino, Giuseppe Argirò, Marina Avegno, Luca De Vincenzi,  Mario Manni, Monica Gatti, Marco Medlin, Gianni Berrino, Alessandro Casano, Lorenza Bellini, Crisina Gavi, Mirko Cicirelo, Francesco Verrando, Simone Baggioli, Filippo Maria Bistolfi, Lorenzo Trucco, Veronica Fiumanò, Carla Nattero, Jacopo Colomba, Claudia Faustini, Alessandra Eneide, Riccardo Raffo. Tutti in corsa per la ‘sedia elettrica’, si stanno battendo da eroi per Monesi, avamposto del bengodi dei ricchi.  

Belfagor ad Alassio ha incontrato Barabba con la valigia di dollari destinati agli Amici di Monesi. Così non lamenteranno più di essere dimenticati (foto riservata)

E’ un piacere, una visione miracolosa (ma ai miracoli il diavolo non crede) osservare il potente esercito che a digiuno degli insegnamenti dell’inferno di Belfagor, si muove alla conquista di ‘San Liguria ‘. E il vero Barabba, nella goduria della Baia del Sole, appreso della serietà e dei propositi degli (in)diavolati succitati candidati, sotto il vessillo dell’orgogliosa provincia di Imperia, ha subito convocato il vecchio amico diavolo affidandogli un compito- messaggio sublime. “Questi candidati meritano la mia generosità. Io sono il Barabba discendente di colui che era per i quattro vangeli canonici, un ebreo appartenente al partito degli zeloti, detenuto dai Romani a Gerusalemme assieme ad alcuni ribelli. Negli stessi giorni  della passione di Gesù di Nazaret, il mio antenato Barabba venne liberato dalla folla che era stata chiamata ad esprimersi su chi rilasciare  tra lui e Gesù.” Loro non appartengono ai giudei escarioti. E’ gente che si sacrifica per il bene supremo del popolo. Senza cinismo imperante.

La folla di elettori liguri, dopo aver letto e appreso le gesta munifiche di Barabba 2015 (Gli Amici di Monesi, impegnati in campagna elettorale riceveranno subito i dollari per dare l’avvio immediato ai lavori del secondo tratto della seggiovia) si sta mobilitando dalle Alpi al Mare. Da Triora a Mendatica, da Ventimiglia a Cervo,  da Cesio a Rezzo, passando per Bordighera, Sanremo, la pia Arma di Taggia, Porto Maurizio e Oneglia, Diano Marina, affinchè tutti corrano ai seggi, votino, votino, affinché sia dato agli Amici di Monesi, candidati, il giusto e doveroso riconoscimento ai meriti conquistati, ai giusti e sani principi.

Non vogliamo usare il bilancino di chi più e chi meno, hanno posto in tutte le loro dichiarazioni ai mass media e soprattutto alla principessa ‘Imperia Tv’ del cavalier ufficiale Franco Zunino, un comandamento: “ Ecco i due milioni per i fondi cancellati pro secondo stralcio del progetto seggiovia “. Di Monesi in Liguria ce n’è stata solo una. Quella che aveva permesso all’alta Valle Arroscia fino a Pieve di Teco e all’Alta Val Tanaro cuneese (Briga Alta, Ormea, Garessio) la gioia di ospitare carovane di turisti italiani e stranieri. Costruire, ricostruire case, casette, palazzoni, ville, snaturare i vecchi tecci dei pastori, inclusi gli incantevoli tetti di paglia, aprire negozi, alberghi, ristoranti, bar.  Dare lavoro diretto ed indiretto, ricordava uno dei boss delle Alpi e del Mare (Manfredo Manfredi, compianto) a “non meno di 2500 addetti”.  E l’indimenticato onorevole, presidente Coldiretti Aldo Amadeo, ricordava: “Monesi, una miniera per tutto il ponente ligure, capace di sviluppo e benessere crescente, se la campagna è dura da zappare e coltivare, il turismo è svago, relax, divertimento, dunque una macchina perpetua”.

E con il prezioso aiuto dei giornalisti di Imperia Tv non è stato neppure necessario porre il caso Monesi in primo piano, e tantomeno ricorrere a sedute spiritiche delle streghe di Triora. Il signor sindaco del ridente borgo, il suo consigliere delegato a Monesi, hanno saputo conquistare il consenso ed il magma (benigno) di tanti colleghi.  Nonostante ci sia un bastian contrario ‘podestà‘ democratico (indovinate chi è ?) che ripete all’infinito, ma isolato più che mai: Monesi kaputt, causa mancanza di volontà politica, ogni comune corre per conto suo, pensa all’orticello dei propri confini,  non gli interessa far squadra. Nessuno ha mai detto, escluso quel tale giornalista di Mendatica, non so se ancora vivo o morto, che da quando hanno lasciato i Galleani è iniziata la prorompente frana. La Regione Liguria pontifica, è arrivata qualche fetta di panettone, alla fine si è resa conto che pure da queste parti, nel degrado generale, ognuno pensa al suo metal detector.  Stampano nuovi dépliant, danno vita a comitati, a farsi belli con le sagre, con il mister che, ospite d’onore, ripete la cantilena che bisogna saper promuovere il territorio con  le tv e così si rilanciano alberghi, Pro Loco, ristoranti, agriturismo. E’ sufficiente menar quattrini e ti riprendono al microfono. I creduloni sono sempre esistiti. Uno in più, uno in meno, poco cambia.

Dimenticavo di prenotare una poltrona rossa  al malcapitato presidente Fabio Natta.  Sussurrano che abbia già una basura per capello e un ascendente sulle minogonne. Se ha bisogno di consigli e ‘medicine’ possiamo consigliare la farmacia del dr. Paolo Ceppi. Quella sotto i portici pievesi. E’ stato l’assessore della giunta Sappa più silenziato dai media, persino  quando ha reso noto, nero su bianco, i provvedimenti concreti, opere pubbliche realizzate e quelle in corso o progettate. Belfagor, da demonio, fochista, crepava dal ridere e di soddisfazione. Così va ripagato chi crede (Paolino) si possa fare politica seriamente, S maiuscola. Oltre 50 sindaci hanno titolato i miei protetti giornalisti ‘lavorano’ notte e giorno per la vittoria di Lella (Paita). L’unica vera Miss. Quando la incontro e sono vicino mi eccito, il gentil sesso invidioso e che sa godere, stravede. E allora nuntio vobis gaudium magnum:  è pronta, nel cassetto del tutor Claudio Burlando, la legge per tagliare tutti i costi della politica. In Liguria si comincia dai vitalizi degli ex consiglieri regionali ( 5 o 6 sono concittadini imperiesi ma vivono di stenti e sussidi) e il metodo rivoluzionario sarà quello sulla base contributiva. Si devono ricalcolare tutti i vitalizi e destinare il ricavato, parecchi milioni, per la ‘salute dei cittadini’: basta alla liste d’attesa di mesi, basta ingorgo negli studi privati a pagamento perchè gli stessi specialisti degli ospedali pubblici  si spostano volentieri. Baciati da una legge regionale ad hoc, votata pur dall’avvocato degli ‘impresari’ imperioti.

Il mio amico Giancarlo Galan, gran cerchiobottista pidiellino – leghista, cultura della dimora in villa e piscina, da detenuto è rimasto presidente, pagato, della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera. Il mio carissimo amico Claudio, al secolo Sciaboletta, invece ha difficoltà ad arrivare a fine mese, tra spese legali ed interessi bancari. Se non ci fosse l’altra metà che l’ha sempre perdonato ed onorato….

Agli elettori imperiesi piacciono toilette elettorali e podisti politici, in gara di visibilità ? Le corna di Belfagor raggiungano tutti gli astensionisti, ma già vedo una marea umana, Imperia prima nelle percentuali di voto. Dopo Monesi, la Caporetto della Liguria,  i nostri candidati (cattivi esclusi) meritano la folla ai seggi. Grazie, auguri e maledizioni  agli sfigati. Ci pensa Barabba !

Belfagor 


Valle Arroscia, sterco in(odore) su RT ? I sindaci: Pieve di Teco senza coincidenze

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Non ci stanchiamo di ricordare su trucioli.it il risanamento della disastrata Sar Autolinee (Savona – Andora e entroterra) sotto la presidenza di Marco Lengueglia, Dc vecchio stampo, origini a Pieve di Teco, una vita da imprenditore in un’azienda famigliare con servizi di autolinea prima e poi turismo, noleggio. Dal Secolo XIX del 24 maggio (vedi a fondo pagina) scopriamo che RT della Provincia di Imperia, già azienda bengodi indebitata, in parte risanata dal neo presidente (Benzo), riesce ad “ignorare i bisogni degli abitanti della Valle Arroscia”. Un sindaco (Alessandri): da una parte anche tre corse al giorno e corriere vuote, dall’altra paesi con due corse. E il collega di Mendatica (Pelassa) rincara: “Al mattino gli studenti diretti a Imperia non hanno la coincidenza a Pieve di Teco”.

Breve premessa, scusandoci di non poter dare voce  ai sindaci e al dr. Gianfranco Benzo. Siamo un blog di volontari e umile, con l’unico obiettivo di informare i disinformati. Nel febbraio scorso  l’Agenzia di Stampa della Giunta regionale ligure scriveva che “l’ingegner Carlo Maggio è il nuovo presidente dell’agenzia regionale dei trasporti pubblici locali nominato dal consiglio di amministrazione. Maggi già direttore generale del dipartimento Trasporti della Regione Liguria dal 2005 al 2010 ricoprirà l’incarico a titolo gratuito. Ha il compito di  gestire il servizio di trasporto ed indire la gara per il Tpl sul bacino unico regionale. Soci dell’agenzia sono le quattro province, i Comuni di Imperia, Savona, Genova, La Spezia e la Regione Liguria…Nelle prossime settimane  verrà reso noto il banco per l’individuazione del direttore dell’agenzia a cui spetterà il compito di occuparsi del bando di gara e l’individuazione del nuovo gestore del servizio di trasporto pubblico regionale…..”.

L’EREDITA’ IGNORATA DI MARCO LENGUEGLIA –  Intanto aveva le capacità di esperto nel trasporto di persone, non era un professionista della politica, né delle poltrone pilotate dal politico di turno al potere. Lengueglia ha risanato la SAR Autolinee, riuscendo a migliorare il servizio ed a pareggiare i bilanci in precedenza disastrosi spesso a causa di sventurati interventi o interessi politici che, forse ammainati o forse sconsigliati. Il compianto Lengueglia sentiva ed amministrava l’Azienda con l’impronta del galantuomo, quasi senza prebende, prefiggendosi di raggiungere il traguardo che non devono sempre pagare i più deboli e neppure il solito panatalone. Durono 9 anni  (2005 – 2010) di grande impegno, costante e quotidiano nella sede di Cisano sul Neva, ma anche di soddisfazioni, spesso condivise con i Sindacati che si erano resi conto che con Lengueglia le cose stavano cambiando. Lui si confrontava sempre e comunque con grande rispetto e consapevolezza, ma non ‘mercanteggiava’. Non amava contrapposizione e avversione, riuscendo ad arrivare ad accordi che comportavano, a favore dei dipendenti, migliori condizioni a fronte di rinnovato impegno e comunque nell’interesse superiore dei cittadini, dell’Azienda, gestita come pubblica ma percepita come privata.

LA FOTOGRAFIA DI RIVIERA TRASPORTI 2015 -  La situazione è la seguente: preliminarmente è utile ricordare che RT non ha nessuna possibilità di modificare, di aggiungere o tagliare corse, di modificare percorsi o altre condizioni rispetto a quanto stabilito nel bando di gara relativo al servizio TPL provinciale, che era stato affidato nel 2002. RT deve semplicemente ed obbligatoriamente rispettare il programma di percorrenze stabilito nell’ atto di affidamento. Le modifiche e gli adeguamenti fino a ieri erano di competenza della Provincia di Imperia che aveva bandito la gara. Da domani saranno di competenza della Regione  Liguria che bandirà la nuova gara. Scaturisce da questo la “protesta” di Alessandri e da chi altro. Siamo inoltre in “campagna elettorale”.

Il TPL (trasporto pubblico locale) è il settore che insieme con la sanità, ha subito i maggiori tagli di spesa, ma non basta: il ministro Del Rio ha appena annunciato un ulteriore taglio di 1 miliardo di € dal fondo nazionale trasporti. Per la Liguria significherebbero altri 500 milioni di riduzione di “compensazioni” (così la CE chiama le risorse statali destinati ai servizi pubblici) relativamente al trasporto passeggeri su gomma. Nel 2002 il contratto di servizio di RT prevedeva quasi 8 milioni di Km/vetture, ridotto al 2015 a 5.850.000 Km/vetture (ossia il totale dei km percorsi all’anno dai vari bus impiegati nel servizio). Non sembra difficile rendersi conto dei tagli di percorso e di risorse effettuati negli anni e dei minori oneri corrisposti all’azienda, che pertanto si è trovata con una eccedenza di personale, una produttività assai ridotta, costi fissi inalterati e ricavi diminuiti.

La Regione Liguria, come accennato, ha costituito l’ Agenzia Regionale del Trasporto Pubblico che dovrebbe preparare e gestire la tanto criticata nuova gara a “bacino unico” regionale. Ha chiesto ai Comuni liguri, compresi quelli della Valle Arroscia, di partecipare anche finanziariamente per coprire il servizio. Ciò al fine di poter stipulare il preliminare accordo di programma, atto necessario per individuare le risorse da mettere a gara. Il geometra Alessandro Alessandri e gli altri colleghi sindaci si lamentano ( i comuni hanno ormai risorse ridotte all’osso) , ma sono proprio loro a dover indicare alla Agenzia Regionale ( e ancora alla Provincia in questa fase transitoria) le corse necessarie, ossia quelle da individuare nella redazione dei programmi che andranno in gara, validi per la durata del periodo. RT dunque sarebbe accusata e chiamata in causa ingiustamente, proprio non c’entra. Anche perchè non è detto abbia i parametri necessari alla partecipazione alla gara che sarà indetta, che magari sarà vinta da qualche colosso, estero ?! A giorni si  dovrebbe conoscere il comunicato di prequalifica: da indiscrezioni pare che le aziende liguri, né singolarmente, né riunite in associazione temporanea di impresa, posseggano i requisiti richiesti per partecipare.

In Valle Arroscia c’è la complicazione ulteriore segnalata dal sindaco di Mendatica, Piero Pelassa: la linea interregionale Imperia – Cuneo è di competenza della Provincia di Cuneo. La Regione Piemonte negli ultimi tre anni ha tagliato di 4 milioni i contributi ai bus ed anche a Pieve di Teco ne hanno risentito. Occorre ormai un nuovo accordo tra Piemonte e Liguria in materia di linee, di percorsi, di orari, di coincidenze. Senza attendere i tempi lunghi all’italiana.

Per non dimenticare – è troppo facile fare disastri e poi mettere sul banco degli imputati gli ultimi arrivati, eloquente il dramma  della Grecia – . E’ vero che Gianfranco Benzo, per due volte già sindaco di Ormea, non rieletto per 7 voti, fama di tecnico e di pragmatico, è arrivato a disastro Rt perfezionato. Proprio i disservizi lamentati e la scarsa efficienza delle linee non dipendono dall’attuale gestione RT. Dipendono dalla programmazione del servizio che è una questione propria degli enti locali: la competenza è solo dei comuni per il trasporto organizzato all’interno del confine municipale e delle Regioni per l’ “area vasta”, ossia per i trasporti intercomunali (compresi quelli ferroviari). Esempi la linea XXmiglia-Andora o la Pieve di Teco – Albenga. La Provincia è ormai out! Per assurdo, se nel contratto di servizio la Regione programmasse una corsa alle due di notte tra Montegrosso Pian Latte e Cosio con un bus da 40 posti destinato a viaggiare vuoto, semplicemente RT adempirebbe all’obbligo di servizio ! Tali le regole! Non dipende dall’organizzazione aziendale, ma dalla più o meno corretta amministrazione della cosa pubblica. A RT si potrebbero imputare bus sporchi, corse saltate, personale inefficiente. Non quanto, se ne deduce, dalle tesi del sindaco Alessandri e C.

COSA AVEVA TROVATO IL PRESIDENTE BENZO ?  Ricostruendo la storia degli ultimi tempi, attraverso la rassegna stampa e dichiarazione ufficiali, Benzo, a luglio 2014, ho trovato una società che a fine giugno aveva appena approvato il bilancio 2013 chiuso con la perdita di € 3.899.105. Il nuovo c.d.a. col lavoro degli ultimi sei mesi dell’anno, ha chiuso il bilancio 2014 (approvato dai soci il 28 aprile scorso) con la perdita ridotta a € 1.901.667, pur avendo accantonato oltre 1.050.000 €i a fondi rischi ! Prosegue la tendenza nell’esercizio in corso. Per amore di Patria non ritorniamo sulla storia – vergogna (una delle tante, delle troppe di cui trucioli.it ha scritto in passato) dei nuovi pullman Idrogeno. Sarebbe magari più utile rileggere la relazione sulla gestione del 2014.

L. Cor.

Per ora ti saluto. Ho già scritto troppo…

I padroni della ’28′. Velocità a tutto gas, motociclisti furbetti e segnaletica folle Spettacolo gratis da Pieve di Teco a Nava

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E’ vero, molto più facile criticare che esercitare il potere. Leggiamo un giorno sì e l’altro pure che Comuni, province hanno le casse vuote colpa i tagli dei trasferimenti statali. Ci sono servizi primari da coprire. C’è il denaro che si potrebbe incassare dall’illegalità sempre più diffusa (in Italia c’è il più alto numero di uomini in divisa d’Europa), persino con chi mette a rischio la propria e l’altrui incolumità, in modo sistematico, ignorando i limiti di velocità e il buon senso. Incoraggiato dall’impunità 98 volte su 100. E’ il vergognoso ‘spettacolo’  a cui si può assistere imponenti ogni domenica, in particolare dalle 9 alle 19, minuti più o meno, sulla statale 28. E, colmo del ridicolo, la selva di cartelli di velocità, alcuni contraddittori. 

Nava, non è un raduno, ma l’abituale sosta temporanea domenicale sul piazzale: ore 10,30

Qualche anno fa, quando regnava un mitico assessore ai Trasporti, pubblico amministratore prima al Comune di Imperia, poi in Provincia, assediato dagli incarichi, fino a quando ha ‘gettato la spugna’, affascinato dalla vocazione di sindaco di un piccola paese (ma i cittadini ingrati 8?) non l’hanno votato;  fino a qualche anno fa, dicevamo, trucioli.it poteva mettere fotografie dove si vedeva la polizia provinciale di Imperia montare l’autovelox nell’unico rettilinea dell’abitato di Nava. Accadeva ancora, ogni tanto, a ridosso di un curva, con visibilità dall’alto, che si piazzava anche  nell’abitato di Case Rosse (Pornassio) una pattuglia di carabinieri. Poteva osservare chi, salendo, tagliava la curva. Si fermava il trasgressore.  Poteva accadere che nei pressi dell’abitato di Pieve di Teco, a monte, sempre una pattuglia di carabinieri fermasse per controllo gli automobilisti che non mettevano la freccia di svolta, oppure non esponevano il contrassegno dell’assicurazione. Impossibile a memoria d’uomo, invece, ricordare una pattuglia della polizia stradale ferma tra Pieve di Teco e Nava.

La rassegna stampa racconta che soprattutto nei giorni festivi e prefestivi qualche vittima la strada l’ha fatta, i feriti sono stati numerosi, i danni agli automezzi  ancora in numero maggiore..  Chi frequenta spesso la statale 28 (Anas) e chi abita le case della valle Arroscia, conosce una triste realtà. Un percorso trasformato in pista. E’ vero, non sarà l’unico a leggere i giornali, vedi la statale per il Sassello, Cadibona, Valle Bormida savonese.  Ma sulla statale 28 ci sono indiscussi primati da guinness. Intanto il numero di motociclette che la percorrono in ogni mese dell’anno, con punte massime nella stagione primaverile, estiva e inizio autunno.  Non solo, è sbagliato credere che siano in stragrande maggioranza i giovani alla guida. Basta osservarli nel punto di sosta prediletto, l’area davanti al bar Sorriso di Nava. E’ qui che si possono incontrare senza i loro caschi, osservare, capire la passione per le due ruote, per i ‘modelli’, per l’esibizione di autentiche fuori serie, Spesso amici in gita, in escursione, tante coppie, giovani, media età, molti già entrati nella terza età. Sprigionano le ‘frustrazioni’ della ‘vita moderna’ come fanno molti tifosi allo stadio. In questo caso la foga, la mania della velocità, del brivido, della sfida alle curve a gomito, alle doppie curve, ai sorpassi di auto in discesa ed in salita, in punti pericolosi, nelle strettoie. I giudiziosi, che rimangono in coda, non ‘osano’ sono in minoranza, mosche bianche.  Non è la ribalta della scena, è la stupidità di sfidare il pericolo, mettere a repentaglio vite umane, con costi che alla fin fine si ripercuotono sull’intera comunità.

Cosa fa lo Stato, le istituzioni democratiche, gli enti locali ? Perchè non fare ‘almeno cassa’ e ‘educazione stradale’, come accade in tanti tratti stradali molto frequentati, rischiosi ? Provate a percorrere la superstrada che dalla Svizzera porta in Germania, nel tratto di Basilea, l’arteria più trafficata da automobilisti di mezza europa. Impietosi ‘autoradar’ non danno tregua giorno e notte, in vari tratti del percorso.. E chi supera i limiti ha la garanzia di ritrovarsi il verbale a casa.  Non paghi  la sanzione? Al primo controllo di frontiera attraverso le telecamere  viene segnalata la targa, le pattuglie in zona ‘avvisate’. Prima o poi ti fermano, contestano anche se si tratta di una vecchia multa non pagata dall’estero. Non hai abbastanza soldi, non hai gioielli ? Nessun problema, bloccano l’auto e la restituiranno al saldo della somma dovuta. E nella confinante Austria che succede ? Le cronache sono piuttosto riservate, eppure sono decine gli automobilisti e camionisti che vengono pizzicati per un’infrazione. Non hai soldi, nè la possibilità che qualcuno della famiglia ti aiuti ? Preferisci scontare la multa con la galera ? C’è un magistrato di turno, vistata la sanzione in modo che si evitino abusi, contestazioni o errori. Sulle autostrade tedesche è più facile essere intercettati da auto civetta della polizia che da pattuglie ufficiali. Sulle auto montano gli ‘autovelox’ .  I trasgressori bloccati (paletta dal finestrino).

Pare che ogni anno la prefettura di Imperia in burocratese perfetto indica una riunione per le problematiche ‘estive’ della statale 28, incontri accelerati se le locandine dei giornali annunciano ‘morti e feriti’, il grido d’allarme. In pratica al fin fine non cambia nulla, Anzi, peggiora. Perchè con un coordinamento, sbandierato a parole e raramente realizzato nei fatti, con la costanza dovuta,  non si dividono i compiti tra le forze dell’ordine in servizio sulle strade ? Perchè può accadere che nel raggio di pochi chilometri, in certe zone lungo la Riviera, si incontrino pattuglie che stazionano di vigili urbani, carabinieri, volante della questura o del commissariato,  polstrada, polizia provinciale, più raramente Guardia di Finanza  ? Sulla statale 28 ‘tabula rasa’.  Nell’alta Valle Arroscia pare non si possa istituire  un corpo di polizia municipale  in quanto il regolamento prevede almeno 5 unità. E non ci sono.  Chi ha bisogna dell’intervento urgente di una pattuglia deve rivolgersi a Imperia.

 

 

 

Sulla statale 28 nell’abitato dopo il limite dei 50 ecco il cartello dei 70 km orari

Statale 28 colle di Nava si ritorna ai 50 nel raggio di poche decine di metri

Statale 28 non manca il divieto di sorpasso all’incrocio in prossimità di Pieve di Teco

All’ingresso nord di Pieve ancora cartello dei 50 e divieto di sosta in curva

 

Loano, aria pesante a Palazzo Doria. Impiegata sospesa reitera la sfida al capo

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Pare siano lontani i tempi di cronisti scomodi e ‘irriverenti’ a Palazzo Doria, con ‘giornalisti’ presi a schiaffi. ‘Informati’ di segrete cose ?  Forse è un bene sia così,  col cittadino (dis)informato “occhio non vede, cuor non duole“. Ma radio pirata – trasmette su onde corte del Municipio – straparla, ad esempio, dell’asserita esistenza di un clima paradossale creatosi tra un dirigente ed un’impiegata. Con testi citati dallo stesso ‘capo’ che si scontrano con quelli indicati dalla dipendente. Ruggine e contrasti che coinvolgono iscritti alla Cgl e un’eletta, a marzo, in Rsu. Lei ha scontato una sospensione di 3 giorni, a casa e senza stipendio. E ora rischia il bis.

Non ci sarebbe nulla di male a riferire nomi e cognomi. Il Comune è la ‘casa d vetro’, ente pubblico, però l’ultimo ‘regolamento comunale’ vieta ai dipendenti di rilasciare dichiarazioni. Il presunto nemico della legalità sarebbe il giornalista col quale possono ‘conferire’ gli autorizzati e i rappresentanti sindacali per problematiche di interesse comune. A Loano, forse è noto, la cultura della legalità si è andata via via radicando tra gli amministratori che devono dare il buon esempio e gli amministrati.  Ecco probabilmente spiegato il lungo digiuno verso i lettori di ‘notizie’ trapelate oltre le spesse mura della storica residenza municipale. Fino a qualche anno fa  irrompevano sulle pagine locali titoli tipo: Denunce incrociate tra due impiegati del Comune. Il collega denuncia l’impiegata assenteista per ‘pausa caffè’. Sgridati i dipendenti in lite. L’ufficio disciplina del Comune interviene.  E altre cosette. Si direbbe “lite tra polli’ o tra ‘galli e galline’, non in senso lato e spregiativo. Ci mancherebbe altro. Finchè ‘non si ruba’ e non si batte la fiacca, ogni comunità di lavoro è fonte di malessere tra immancabili ‘mosche bianche’ o se volete nere.

Questa volta però la vicenda o le vicende che vedono in ballo Stefania R., già apprezzata dipendente del Santa Corona, trasferita tra gli impiegati del Comune di Loano grazie alle norme della ‘mobilità’ starebbe creando imbarazzo, con inevitabili strascichi sulla convivenza e speriamo non sulla qualità o produttività del lavoro. Anche se il ‘campo minato’ si trova all’ufficio tecnico.  Senza essere troppo invadenti, è noto nell’ambito della prima azienda della città per posti di lavoro (oltre un centinaio) che a Stefania, alla fine di una lunga e laboriosa procedura, sia stata erogata la punizione più severa (seconda solo al licenziamento in tronco). Il dirigente responsabile del personale, il dr. Gian Luigi Soro – comandante dei vigili, con incarico esteso ad Albenga – ha inflitto 3 giorni di punizione sonora. Non è finita.  Il Comune di Loano nell’ambito dei  corsi Unione dei Comuni  ha programmato la partecipazione degli impiegati interessati da nuove incombenze di collaborazione.  E’ stato chiesto che “considerata  utile la presenza ai corsi,  essa sia concordata con il vostro dirigente di settore”.  Stefania avrebbe redatto la sua domanda di partecipazione, il dirigente (dr. Aldo Caballini) ha risposto “no”.  Vale a dire: perchè non ha rispettato la disposizione  dell’atto redatto in concorso con il ‘suo responsabile’. Tralasciamo  altri ammennicoli sul ‘casus belli‘, sta di fatto che sarebbe in itinere un’altra sanzione di 2 giorni di sospensione. E con le nuove norme sulla disciplina del lavoro  del governo Renzi la reiterazione è sanzionata rigorosamente. Chi è stato assai attivo nella lunga ‘disputa’ è il segretario provinciale della FP (Funzione Pubblica) Giancarlo Bellini, pilastro del sindacato  e delle strategie. Ha condotto la Cigl ad essere al primo posto nella rappresentanza dei dipendenti della Sanità ed in parecchi enti locali; nel comunicato stampa del marzo scorso è citato pure Loano dove la stessa Stefania R. nella lista Rsu ha coagulato 13 preferenze. Pare stiano invece perdendo mordente e terreno il sindacato delle autonomie locale, Uil e Cisl.

Nota finale della stessa radio pirata: è curioso che proprio a Loano uno dei combattenti più irriducibili, definito ‘cacciatore di evasori’ di imposte locali e che ha dato molti dispiaceri ai portafogli di alcuni potenti, a Palazzo Doria sia diventato inavvicinabile. Tra l’altro, alle sue spalle ha l’esperienza politico amministrativa nel consiglio comunale di Borghetto S. Spirito, poi in Provincia; un dr. Maurizio Strada (compianto) in quanto a coraggio e tenacia, temutissimo dagli avvocati nei processi davanti alle commissione tributarie provinciale e regionale. Scommettiamo, si tratta di Marco Federici sostituito, come avevamo già scritto, dall’assunzione di un legale proveniente da Genova, peraltro non abbiamo più notizie della produttiva dell’ufficio contenzioso. Un consigliere di minoranza sul timoroso andante quando si tratta di toccare certi temi, ha raccontato che del contenzioso con la proprietà dell’ex colonia La Quiete – immobile fronte mare abbandonato da 45 anni, venduto dalla Banca San Paolo -, il Comune si è visto tagliare una bella fetta di credito, decine di migliaia di credito, ed ora si è pure in attesa dell’appello, con altra batosta in vista per l’ente locale. (De)merito del consulente legale ?

Insomma la paura fa novanta ovunque lo sguardo giri. Tra le file di Meetup a Loano dove Federici figura ‘organizzatore’ di incontri (vedi facebook). A Borgio Verezzi aveva organizzato  un meeting clou di partecipanti, almeno 230, con brindisi e torta in onore del mitico Beppe Grillo che però ha disertato all’ultimo momento. Egregio geometra Federici , per lei parlano tanti ritagli stampa: ” Se esisti batti ancora un colpo”.  Non c’è bisogno di spettacolo, ma di trasparenza nell’informazione. Il mondo della rete non può decidere tutto tra i ‘retisti’ del click. I grillini nel loanese non ‘tirano’ ?

Non è un mistero che in Riviera e nelle zone collinari abitino o si ritrovino ‘amici dello sniffo’; che la ‘coca’ ha proseliti pure nel mondo delle professioni, dei mestieri, tra coppie preferibilmente non legate da vincoli matrimoniali, senza figli, ma ci sono genitori che sniffano. Non c’entrano nulla  tutte le persone citate in questo articolo,  stupisce tuttavia il silenzio – dei  mass media –  alla notizia pubblicata da La Stampa Savona, a sigla C.V. (Claudio Vimercati rigoroso cronista di lungo corso). Si dava conto su una colonna dell’arresto a Finale Ligure di ‘due operatrici di casa di riposo per droga in casa’.  In manette, è scritto nel pezzo, è finito pure  uno studente di 18 anni, incensurato  che in cambio di un po’ di fumo per se andava a spacciare le singole dosi.  Teneva nascosta nel pantoloni una ventina di palline di hashish per 35 grammi e nel bauletto della moto un bilancino.  E ancora, La Stampa riportava che i carabinieri di Finale “tenevano d’occhio due donne, Sandra Pinna, 46 anni, abitante a Pietra Ligure e  Monica Bertoli, 32 anni, residenza a Finale…tutti e tre avrebbero negato che la droga fosse destinata allo spaccio; convalidato l’arresto, sono stati disposti i domiciliari per le operatrici sanitarie e la scarcerazione dello studente. Il processo fissato per direttissima il prossimo 25 giugno.”

Fin qui i fatti stampa. Non è notizia che una delle due donne abbia fatto la rappresentante di lista per i ‘grillini’ alle scorse elezioni europee in un seggio alle ‘Milanesi ‘ ? E non fa più notizia che un cittadino ripetutamente arrestato, finito su decine di pagine di cronaca nera e giudiziaria di questa provincia, un passato da ‘pentito’, faccia parte e sia attivista di un Meetup costituito in due cittadine rivierasche ? E verissimo: innocenti fino a condanna passata in giudicato !

 

Quando le serre di Albenga producevano pomodori e asparagi per Genova, Torino, Milano. Quel profumo di pesce a Loano

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Il mio primo incontro con la poesia “Liguria” di Vincenzo Cardarelli, mi ha riportato alla luce un lontano ricordo che tuttavia non mi ha impedito di cogliere e condividere le attrazioni contemplative dell’autore. Nata e vissuta fino al completamento dell’obbligo scolastico ad Albenga, avevo imparato ad amare la mia terra con l’ardore che i nostri genitori erano riusciti a trasmetterci e che, dalle proprie famiglie, era loro pervenuto.

Chiara Bruzzone Burastero, mitica insegante nelle scuole di Ragioneria, da pensionata ha scritto alcuni ricordi di gioventù

Pur aspirando per noi un’attività diversa dalla loro ed incoraggiandoci in ogni occasione al proseguimento degli studi, ci fornivano diuturnamente invitti esempi del loro strenue lavoro dedicato alla coltivazione dei campi. Producevano principalmente verdure di vario genere, nelle serre portavano a maturazione pomodori ed asparagi. Il loro lavoro comportava preoccupazioni continue e molta fatica ma consentiva anche la soddisfazione del realizzo di una produzione altamente qualificata sempre facilmente collocabile sui mercati ortofrutticoli delle piazze di Genova, di Torino e di Milano.

La Liguria che conoscevo mi appariva di conseguenza come una grande pianura, una terra fertile che esigeva però assidua dedizione. La domenica era finalmente giorno di festa per tutti e noi l’attendevamo trepidanti anche per associarci nell’interruzione del lavoro. Dopo aver assolto l’obbligo della S. Messa celebrata nel vicino Santuario della Madonna di Pontelungo, ci recavamo in montagna , quasi sempre a Case di Nava ove coglievamo l’occasione per procurarci oltre a genuine cibarie artigianali, acqua di sorgente, giunchi da utilizzare per i legacci delle piante, prodotti alimentari per gli animali da cortile. Non dimenticavamo mai le carrube per il nostro adorato cavallo. Le gite dei giorni festivi ci consentivano di ammirare luoghi molto diversi da quelli che con i miei fratelli eravamo abituati a frequentare ma che in compenso ci avevano reso abili arrampicatori dei monti su cui andavamo alla ricerca di funghi, di timo, di lavanda, di origano, di santoreggia. La passione per la montagna, sempre terra di Liguria fino a Ponti di Nava ove il percorso argenteo del Tanaro ci richiamava la distesa del nostro amato mare, ci colse così profondamente da indurci a diventare scouts . Nelle mie vesti di guida della sezione ingauna partecipai ad una lunga serie di campeggi che ancor oggi ricordo con nostalgia per le doti particolari delle persone che mi consentirono di incontrare e per gli insegnamenti che anche in quelle occasioni mi vennero impartiti. Piampaludo, nel comune di Sassello, ove partecipammo ad un raduno con le guide di alcune sezioni genovesi, si rivelò un luogo con un paesaggio boschivo decisamente diverso da quelli che conoscevamo. Lo vedemmo forse più brullo e selvatico di quanto non fosse in realtà per la rigida disciplina cui fummo sottoposte. I tempi per issare le tende vennero cronometrati e poiché rivelammo subito le nostre carenti esperienze, ci fu attribuita la qualifica di visi pallidi. E pallide non eravamo proprio: il nostro gruppo era formato da ragazze abbronzantissime perché andavamo tutte al mare e qualcuna prendeva il sole anche in campagna mentre collaborava innaffiando le colture dei genitori. L’onta sparì in fretta perché, decise, andammo in frotta al contrattacco. Superammo le ardue prove che ci sottoposero e non fu cosa lieve: munite di gavetta e di boraccia fummo abbandonate al nostro destino su quei ruvidi pendii. In dotazione avevamo ricevuto un pugnetto di riso, la boraccia era vuota e dopo esserci approvvigionate di acqua e di legna, dovevamo provvedere alla cottura del cibo nella gavetta. A pranzo ultimato, l’obbligo di disperdere ogni traccia della nostra presenza in quel luogo. Ci consolò il superbo risultato raggiunto dal nostro gruppo che ebbe da quella esperienza l’occasione per richiamare in memoria gli agi goduti al campeggio di Bardineto quando sostavamo accanto al fresco zampillo della fontana di San Nicolò. Comunque , dovevamo ammetterlo, il soggiorno a Piampaludo, proprio per il rigore che lo aveva contraddistinto, aveva contribuito ad accelerare la nostra formazione scoutistica e….non solo!

Dall’album di Chiara Bruzzone un’immagine in bainco e nero di papà Luigi Bruzzone, con Anna Oliva

IL FASCINO DI LOANO E IL PROFUMO DI PESCE – Ma veniamo alla romantica circostanza che mi procurò la speciale scoperta del fascino ammaliante della Liguria, di Loano in particolare. Percorrevo in treno il tratto da Albenga a Savona per recarmi a Mondovì dove frequentavo all’Istituto Baruffi la terza Ragioneria. Sistemati i bagagli, mi affacciai dal finestrino per ammirare il quadro sconfinato del mare. Quando il treno si fermò a Loano, la vista che mi si presentò mi avvinse al punto da farmi pensare:” quando abiterò in questa città verrò ogni mattina a comprarmi il pesce per godere la bellezza di una così lunga passeggiata sul mare”.Quale ragione avrebbe potuto giustificare allora il mio trasferimento da Albenga a Loano? Giunta a Savona tornai su quel pensiero che si era così imperiosamente imposto poco prima e lo riconfermai. Nessuna delle altre pur belle spiagge del percorso, talune con scorci panoramici veramente suggestivi, mi aveva conquistato quanto quella di Loano.

IL MITICO PROF. BURDESE E IL MIO FUTURO MARITO – A questo punto devo precisare che allora non conoscevo alcuna delle persone che, con la stessa destinazione, erano probabilmente salite sul treno in quella stazione. Le conobbi in seguito ma prima devo ancora aggiungere un altro particolare che mi capitò poco tempo dopo. Il docente di diritto, il mitico professor Burdese, mi mandò una mattina in segreteria per una incombenza che lo riguardava. Entrai e trovai su un tavolo un mastodontico registro aperto: la pagina riportava un nome ed era proprio quello dello studente che divenne in futuro mio marito. Lo conoscevo appena ma sapevo che frequentava l’Istituto per geometri mentre sua sorella era nota perché apprezzata da tutto il corpo docente della Ragioneria. Non avevo mai parlato con loro ma da quella enorme pagina del registro mi pervenne uno strano richiamo su cui ho avuto tempo di meditare per tutto il resto della mia vita Mi intrigarono subito i suoi dati anagrafici, lessi i nomi dei suoi genitori e, sul suo, senza ragione alcuna, mi soffermai. Comunque il nome “Remigio” mi piacque ma immediatamente pensai quale altro modo avrei potuto adottare per rivolgermi a lui: ancora non sapevo che avevano già provveduto i suoi famigliari facendo ricorso ad un diminutivo arrangiato: Mido.

La poesia ispiratrice delle presenti note sentimentali chiude con una invocazione alle chiese e ai liguri cimiteri. Fuori orario, per un funerale in corso, sono entrata questa sera al camposanto ove, accanto a nostro figlio, riposa tutta la mia nuova famiglia preannunciata da due eventi che hanno solcato profondamente la mia esistenza. Dolorose circostanze mi hanno consentito di entrare in sintonia con il poeta facendomi vivere con la mia presenza a tarda ora in cimitero, la rosea tristezza del luogo che, la luce sfuggente del giorno, a sera, colora.

Chiara Bruzzone Burastero

 

Candidato alle multe? Pietra Ligure camion elettorale di Melgrati bloccato dai vigili

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C’è un detto: se il buon giorno si vede dal mattino…Parliamo di un personaggio popolare, non solo nel ponente. Melgrati è il capogruppo uscente, tenace e battagliero,  del Pdl – Forza Italia in Regione. Candidato insidiato e (secondo certe proiezioni)  che sarà battuto dal rivale- concorrente Vaccarezza. La stella cometa del malaugurio ? Le multe, i verbali almeno si dice, elevati dai vigili di Alassio e da ultimo a Pietra Ligure, terra del terzo candidato (dato per vincente) De Vincenzi del Pd – Paita. Le colpe melgratiane ? Utilizzo di tre camion pubblicitari senza rispettare (?) codice della strada e una norma del 1957 in tema di pubblicità elettorale. Trucioli.it ha sorpreso i vigili pietresi al lavoro.

Le sirene malefiche avevano iniziato divulgando il divorzio di  Marco Melgrati dall’amico – collaboratore Fabio Lucchini, già transfuga dal centro destra ortodosso ed integralista berlusconiano, all’amministrazione dello sfigato plurisindaco Roberto Avogadro, a sua volta abbandonato. Lucchini è pure blogger della prima ora, instancabile e fanatico nella sua missione ‘pro Forza Italia, pro Berlusconi. Anche gli avversari, criticandolo, ammettono che sia un politico onesto, senza interessi da difendere, astuto quanto basta per riuscire pure nel ruolo di ‘infiltrato’ (?). Non ha macchie da casta se non il carattere barricadiero, la franchezza  del dirti in faccia ciò che pensa. Difetti ? I cambi di casacca stonano, Berlusconi li definisce masochisti. E’ probabile che salendo sul carro di Angiolone Vaccarezza, esperto di alleanze e pedine massoniche,  questa volta Lucchini politico ottenga i riconoscimenti che con Melgrati non ha raggiunto.  Per capire il carattere di Lucchini, pare che sia stato lui a telefonare al comandante dei vigili urbani segnalando che il ‘camion Melgrati elettorale era stato lasciato in sosta su un’area di ‘carico e scarico’ con limite dei 30 minuti.  Non sappiamo invece se sia intercorsa una pepata corrispondenza tra i due alleati, amici. Le malelingue assicurano che l’aiutante abbiamo messo a ko il  conte alassino, laurea in architettura, per anni il professionista principe di progetti  nella città del Muretto.

Eppure Marco, al di là della sua estrosità, dei sigari cubani, del bengodi  by night con amici ed amiche, viene raccontato persona di cuore, sempre disponibile a dare  una mano. Chi lo incontra in questi giorni di pressione elettorale parla di un ‘candidato ottimista’, sulla stessa lunghezza d’onde di Berlusconi che in tv Rai ha annunciato sorprese in Liguria: “Lo sento, lo avverto in modo istintivo”. Ma il blog di Lucchini mette in evidenza l’immagine dell’aspirante presidente- giornalista- parlamentare europeo Giovanni  Toti  che a Cairo Montenotte consegna  un cadeau elettorale di matite, targate vota Vaccarezza.

I pronostici di trucioli.it, come per altre elezioni, sono sigillati in busta consegnata ad un amico notaio, la apriremo a risultati resi pubblici, seggi inclusi ovviamente. Intanto lasciamo la parola alle immagine del camion di Melgrati fermato domenica mattina alle 10,30 sulla statale Aurelia, nella zona di levante, nei pressi del passaggio a livello. Alla guida pare ci fosse un dipendente dei ‘fratelli Melgrati’ – noto mobilificio – e un volontario.  I vigili si sono ‘intrattenuti’ per una mezzora, hanno scritto il verbale,  sull’altro fronte cellulari bollenti.

Da umili volontari di un blog senza pubblicità – avete visto lo show dei candidati sui web locali ! e giù palanche direbbero i genovesi –  non abbiamo grosse disponibilità per telefonare a destra e a manca, spostarci alla ricerca di riscontri. Facciamo affidamento sull’esperienza e buona fede che ci anima.  Non è la prima volta che in città italiane, in periodo elettorale, vengono elevate contestazioni. Si parla  di una normativa vigente dal 1957 che non consente pubblicità elettorale fissa nei 30 giorni  antecedenti la data dell’apertura delle urne. Sono ammessi  gli spazi elettorali riservati ad hoc, comizi fino a 24 ore prima la scadenza.  Lo stesso Vaccarezza ha reso noto tramite gli amici giornalisti di aver rinunciato agli spazi elettorali che, primo assoluto in provincia, aveva pagato su autobus di linea. Era stato il primo a schierarsi con manifesti giganti. L’esperienza non gli manca, è l’unico candidato ad aver iniziato la professione politica quando portava i pantaloncini corti, ragazzino. Lui stesso ci tiene a rimarcare i suoi 27 anni di dedizione a favore della comunità. Un primato che nessun rivale tra i 51 savonesi candidati in Regione pare possa vantare. Un carta di credito per gli elettori ?

Giovanni Tori candidato presidente sponsorizza Vaccarezza (foto blog Alassio Futura)

Perdonate, a Noli non voto ‘gatta ci cova’

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Oggi è domenica 24 Maggio 2015. Sono appena tornato a casa dalla manifestazione organizzata dagli Alpini in occasione della ricorrenza del 24 Maggio 1915, dove, tra l’altro, è stato ricordato il centenario della nascita del nolese Ten. Alpino Mario Cesari M.O.V.M. (fronte russo). LEGGI A FONDO PAGINA ASSEMBLEA SUL TUNNEL DI CAPO NOLI, MERCOLEDI’ SERA 27 MAGGIO.

L’ALZA BANDIERA in piazza Chiappella, con il suo significato di rispetto dovuto nei confronti degli ideali di Patria, di Unità, di collaborazione civile e di chi li ha difesi anche sino all’estremo sacrificio, ancora una volta non mi ha lasciato indifferente.

Impossibile per me non pensare alle tante nuove contraddizioni di volta riscontrate in tanti politici di turno. Il vaccino anti corruzione di “tangentopoli” ben assorbito da costoro con leggi ad hoc e con l’ausilio dei loro “consulenti” molto spesso politicizzati, conferma ciò che ho potuto dimostrare nel recente passato con i miei scritti: tante firme, nessun colpevole. Rimane difficile, se non impossibile poter giudicare senza arrivare a sentenza/condanna nei confronti dei responsabili di delitti ambientali identificabili in deformazioni e ferite permanenti sul territorio che è patrimonio di tutti. Affari speculativi studiati a tavolino da chi veramente comanda, legalizzati dai politici conniventi nelle giunte o nei consigli.

Con questo spirito, vado a leggere su “Repubblica” le ultime notizie sulla battaglia propagandistica che interessa la nostra Liguria, il partito a cui da sempre ho dato la mia fiducia, anche turandomi il naso (ricordate Montanelli ?) nei confronti di candidati che non hanno poi dimostrato coerenza nelle promesse fatte. La premessa consiste, per voce di Renzi, nell’accusa rivolta dal PD ligure contro “i ribelli che sfogano i rancori sulla pelle dei liguri”. Da parte mia non è certo rancore ribellarmi a chi vuole continuare a nascondere una brutta realtà, quella ormai arcinota per chi ha conoscenza dei fatti descritti. Io sono uno di quelli che dopo aver ascoltato e letto cronache locali o nazionali tipo “Otto e mezzo” di Lilly Gruber (da google: “otto e mezzo paita vs scanzi”) del 12 gennaio u.s. ho fatto la mia scelta: quella di votare per la seconda volta “CONTRO”.

In quella trasmissione, a mio avviso, non ci sono state da parte della Paita appropriate risposte ad accuse/circostanze ben precise sulla malavita regionale formulate dal giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi. Capita poi ancora di ascoltare sempre l’Ass. Paita su you tube nella seduta della Giunta regionale del 28 gennaio sulla V.I.A. della variante alla statale Aurelia di Capo Noli; questa volta con dialettica patetica, tenta di addossare su altri la sua incapacità gestionale (…”forse è colpa mia, nostra, fatto sta che abbiamo fallito…”). “Coerenza e dignità”…politica per un elettore di sinistra, dovrebbero confermare che non è peccato votare “CONTRO” chi ammette di aver sbagliato (umanamente perdonabile) ma testardamente insiste; allora vien da pensare…male: quale “gatta ci cova…”?

Troppe ormai sono le procedure “irregolari“regionali che interessano il tunnel di Capo Noli da parte del responsabile dell’assessorato alle infrastrutture Raffaella Paita. Simili comportamenti omissivi/illegittimi pre elettorali si sono vericati con la Giunta di centro destra Biasotti/Orsi nel 2004 sulle procedure del dopo V.I.A. al porto turistico di Chiariventi.

La lettera inviata il 22 u.s.dal Sindaco Niccoli al Presidente Burlando ed all’Ass. Paita, dopo aver richiamato tutta la serie di incontri e corrispondenza ufficiali a partire dal 17 febbraio, termina: ” Non si comprende quindi perchè l’Amministrazione Regionale non si sia ancora puntualmente espressa, nè abbia formalmente riscontrato le richieste della scrivente Amministrazione in merito allo stato di avanzamento della procedura, pur essendo ampiamente decorsi i termini di legge per concludere il procedimento ai sensi di quanto disposto dalla Legge n. 241/90 e s.m.i. Stante la rilevante importanza e l’impatto ambientale e sociale sul territorio di questo Comune del suddetto progetto, l’irresponsabile silenzio dell’Amministrazione regionale ci contraria e ci preoccupa. In attesa di chiarimenti in merito, si porgono distinti saluti.”

Se la denuncia trovasse riscontro, mi domando se non è ravvisabile il reato di abuso di potere in omissione di atti d’ufficio. Tutti questi ritardi, sommati alle dichiarazioni dello stesso Assessore ascoltati su you tube nella seduta di Giunta regionale del 28 gennaio, con oggetto la bocciatura da parte della V.I.A. alla Variante Statale Aurelia di Capo Noli, non devono passare inosservati. Prima di formulare giudizi, è comunque doveroso analizzare l’illustrazione degli errori commessi, le colpe dell’insuccesso attribuite ad altri, compreso come giustificare gli oltre 600.000€ di progettazione (sprecati) da pagare ad una società partecipata “Infrastrutture Liguria” (roba da Corte dei Conti?). Inoltre, la volontà di iniziare l’opera comunque, anche se non si raggiunge lo scopo della sicurezza prevista con il finanziamento di 50 milioni di euro da “non perdere” bypassando la V.I.A. negativa, parlare di una variante in corso d’opera… (quale?), certificano sempre più la fondatezza delle paure collettive al grido di “GIU’ LE MANI DA CAPO NOLI”. Nel frattempo ben venga una assemblea pubblica da tempo richiesta per cominciare a fare chiarezza.

FUORI DAI DENTI: sembrerebbe che le “tiratine d’orecchio”del Cardinale Bagnasco rilasciate, “buttate lì…” in pasto all’opinione pubblica a seguito della notizia di avvio indagini nei confronti della candidata del PD alla presidenza della nostra Regione Raffaella Paita abbiano ottenuto un immediato riscontro. Il silenzio sui due fronti della giustizia ed dell’informazione sembra confermino una triste evidenza.

LUTTI CITTADINI: Giovanni Carai, sardo, immigrato a Noli con la sua famiglia alla fine degli anni 50, ha sempre lavorato come agricoltore in quel di Voze. A 92 anni ha lasciato i suoi cinque figli con i nipoti e la nostra comunità nella quale si era perfettamente inserito.

Ottavio Vincenti (Tavin), nolese doc, impiegato nell’ILVA di Vado Ligure, ha sempre abitato a Savona con moglie e figlio entrambi deceduti. Il suo tempo libero l’ha sempre dedicato con le sue assidue presenze a Noli per aiutare la sorella Caterina (Rina del Nazionale) nella sua attività di conduttrice del famoso Ristorante sulla Statale Aurelia, riconosciuto a livello anche internazionale per le sue eccellenze culinarie e di accoglienza. Personaggio simpatico, ha lasciato nipoti ed amici all’età di 88 anni. Ciao Tavin.

Carlo Gambetta

TUNNEL DI CAPO NOLI ASSEMBLEA DI 60 CITTADINI

Ieri sera, mercoledì 27, si è svolta la tanto auspicata assemblea pubblica proposta dal Comune sul tema del tunnel per sondare il parere della gente. Una sessantina di persone hanno ascoltato con attenzione la nuda relazione del Sindaco che ha letto tre lettere inviate in Regione dove erano formulate proposte e domande ben precise, ma a tutt’oggi rimaste, stranamente, senza risposta. Diversi poi gli interventi sul tema da parte del pubblico presente; opportuno è stato l’ascolto della registrazione su you tube della riunione della Giunta per chiarire e maggiormente comprendere la realtà dei fatti. Si è potuto constatare, per voce dell’Ass. Paita, che non si può perdere il finanziamento di 50 milioni di euro e che il progetto non deve essere abbandonato (rivedendo la V.I.A.), anche se la sua attuazione non risolve il vero problema della sicurezza stradale. Infatti le frane, come tutti sappiamo, sono in altro sito non coinvolto dal progetto.

Denaro pubblico sprecato? Parrebbe proprio di si. Per cui è apparso incomprensibile l’accanimento dimostrato dall’Ass.Paita per la realizzazione di questo tipo di tracciato, visto che comunque non si raggiungerebbe la finalità per cui era stato proposto. Per quanto riguarda la tanto conclamata “pista ciclabile – volano per l’economia nolese” si è constatato essere una bufala da campagna elettorale di “Semplicemente Noli”, ingenuamente/semplicemente creduloni nei confronti delle verità nascoste da parte dell’Ass Paita. L’ex Sindaco Ambrogio Repetto, infatti, non ha potuto confermare ciò che convintamente proclamò nel suo ultimo discorso sotto la loggia. A proposito dell’operazione ormai, a suo dire, definitivamente partita. Meno male che “sette voti di differenza” hanno fatto cambiare quella rotta diretta al porto delle nebbie… Alla fine della serata, in chiusura, la sintesi del Sindaco (che per tutta la sera ha solo ascoltato): no alla realizzazione di questo progetto, disponibili a collaborare ad altre risolutive proposte alternative nei confronti del problema della messa in sicurezza che comunque esiste, l’impegno di coinvolgere permanentemente l’opinione pubblica cittadina.

 


Barabba tifa Paita (miss), sogna Toti (calciatore), brinda ai pifferai. Quanto guadagnono gli eletti ? Conti in tasca

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Lontano dalla mia amatissima Alassio. Sono ospite ad Abu Dhabi. Gli amici diavoletti implorano: domenica c’è la gara di fondo alle regionali, io preferirei un concerto di violino e sviolinare. Per la seconda volta mi  rivolgo a ‘sciù’ Barabba abitué del budello, troller zeppo di dollari. Grazie di cuore ai candidati imperiesi; hanno sborsato 2 milioni per l’ultimo tratto della seggiovia. Monesy Young strepita. E grazie a Lella, Giovanni, Alice, Luca, Matteo, Enrico, Antonio, Mirella per l’atto notarile: tagliano di 2/3 di emolumenti e costi della politica. Sono radiosi Gianfranco Grosso latifondista a Imperia, il cav. Francesco Zunino esperto di merende, il benefattore Marino Arimondi, compagno di Sciaboletta. Tra i savonesi il pio Luciano Pasquale mi confida ‘voto per un santo….‘. A Villanova d’Albenga 20 carabinieri del nucleo elicotteri festeggiano l’anno di paga (aprile 2014-2015), ma condannati ad ‘oziare’. Elicottero fuori uso, niente soldi per ripararlo. Torta augurale del ministro Roberta Pinotti. Tra sprechi, spending review, tagli ? Chissenefrega ! 

Barabba il miliardario amico Belfagor nel centro di Alassio

Per fortuna che Barabba c’è. L’articolo scritto la settimana scorsa su trucioli.it poteva andare a ruba. Peccato, tutti affetti dalla ‘sindrome di Gerhard Fritz Kurt Schröder’. Cos’é? I candidati liguri, di punta e tacco, testimoniano in Tv (Rai 3 Regione, Telenord, Imperia Tv)  di essere armati di coraggio dell’impopolarità. E’ merce rara nel Bel Paese. Sono pronti a pagare le conseguenze del voto regionale sottoscrivendo la marcia “RadareschiBurlandoScajolaBerneschi”.  Sullo sfondo il canto dei miei odiatissimi angeli: onestà, competenza, passione, meritocrazia, no ai professionisti della politica ! Lo ripete pure in tv ‘San Berlusconi.’

Ricordate come ha fatto a perdere le elezioni quel cancelliere teutonico, non ancora buonanima, socialdemocratico ? Ha voluto  l’Agenda 2010, eravamo nel 2005.  Fece la pazzia di varare: liberarizzazione del mercato del lavoro, ristrutturazione degli uffici pubblici di collocamento, tagli ai sussidi di disoccupazione. Un rilancio riformista che ha lasciato il segno, oggi Germania prima della classe, solidissimo locomotore europeo e non solo. Nell’industria, nel turismo (andate e vi accorgerete che non c’è crisi alberghiera), nell’agricoltura i produttori di vini vivono in aziende avanzatissime tecnologicamente, vendono bottiglie con tappi a vite, parlano di miracolo economico con trattori  made in Usa di ultima generazione da 95 mila euro, si comprano auto da 110 mila €. E l’occupazione giovanile ? Sono arrivati pure migliaia di giovani italiani, tra cui 2.900 e passa liguri. I tedeschi non hanno neppure finito l’Università che già trovano lavoro part time. Sono convinto gentili navigatori che siete informati, forse più di Belfagor padrone dell’inferno italico.

Il santo protettore Giovanni Berneschi andrà a votare ?

Ecco la vera Lella Paita (non la miss), ecco il vero Gianni Toti (non il calciatore) hanno deciso finalmente scelte impopolari, anzichè elettorali.  Esempi pratici. Hanno messo in primo piano la priorità del ‘caso Monesi’, nonostante tre soli residenti. Più defilato il ‘caso Agnesi‘. Bocciati nel linguaggio dei candidati gli slogan, tipo “Trasporto pubblico locale di qualità e a costi competitivi”. Oppure ” Via la casta dalle società partecipate“. Priorità assoluta alle esigenze quotidiane dei cittadini, delle imprese; si sono  impossessati dei temi  cavallo di battaglia dei radicali di Podemos, vincitori nelle recenti elezioni amministrative spagnole.

Lella, ma i cattivi giornali non l’hanno divulgato, sulla scia della candidata vincente nella cattolica Barcellona, è la protettrice dei proprietari di case (con mutuo) messe all’asta dalle banche per morosità. Senza di lei sarebbero cacciati in strada dopo un vita di ‘bollette pagate’, sacrifici. Gli attuali interessi bancari in Liguria per prestiti ordinari ? Solo l’11 per cento e stanno arrivando in campagna elettorale centinaia di telefonate dalle banche per promuovere questa opportunità. “Sa, l’11 per cento è conveniente, il clima elettorale ha spinto gli istituto di credito a questo regalo….“. Pardon dottor….in Francia chiedono il 7 %, il Germania il 5 %. in Svizzera il 3 %, in Inghilterra il  4%, in Spagna il 9%.  Belfagor ha subito citofonato a “San Bernescki”. “Dottore, ha saputo quanto chiedono in Liguria per un prestito ?”  Gentilissimo: “Non ci sono più io e sono arrivati i predoni, lo segnalerò subito a Lella o ai Claudio-.

Purtroppo su questo fronte finanziario- bancario il Toti parlamentare europeo, da 18 mila euro il mese, è arrivato in ritardo. Si è rifatto con la lotta senza quartiere, 360 giorni all’anno, alla corruzione e per l’educazione alimentare di massa. Contro lo strapotere delle multinazionali, in difesa dei prodotti tipici dell’imperiese (cucina bianca e olio taggiasco), savonese (buridda e cappon magro), genovese (farinata e focaccia al basilico), spezzino (farinata e bianco di Luni).

Lella e Toti destinati a vincere, a governare insieme, straordinari personaggi da ‘salva Liguria‘,  capaci di addomesticare ‘indignati’ e ‘forconi.’  Non solo, i conduttori televisivi (poverini !) hanno dovuto ammettere che questa volta i candidati hanno davvero soggiogato gli anti casta. Belfagor vede lontano, lontano,  l’arrivo di quel fantastico ‘mitraglietta‘ (non Sciaboletta)  con tanto di  attestato honoris causa: “Esperto di Finanze locali“.  Nientepopodimeno che il certificato di garanzia di Andrea Pomati, prima firma di Imperia Tv, primo giornalista ammesso al trono del monopolio La Stampa – Il Secolo XIX. I superlativi  del dottor Andrea stuzzicano appetito e mai digiuno,  corsa agli investimenti negli splenditi borghi del fortunato entroterra. Andrea tuttologo conosce le migliori cantine ponentine, quotate dalle prestigiose guide italiche ed europee. Gli agriturismi del “vai una volta e non torni mai più“.

E adesso, dopo aver servito tutti, incensato tutti, Belfagor vi prende per la ‘gola’. Ogni sera raggiungo il ristorante ‘Italianissimo‘ in Jumeirah Beach Road – Dubai, Emirati Arabi dei petrodollari di Barabba. Sono con l’architetto omonimo di Andrea Nucera, cittadino onorario di Ceriale, dove è stato consigliere Psi e poco assessore. Erano i tempi del re degli agricoltori della piana (tutte le cariche possibili ha dovuto caricarsele in 45 anni di onorato servizio). Pensate per caso a Ennio Fazio ? E lui o non è lui. Ma certo. E proprio lui. Nell’Italianissimo ristorante – pizzeria c’è anche cucina cerialese, albenganese, alassina, savonese, cuneese.

Al tavolo mi faccio onore. Prima serata: linguine ai frutti di mare, troffie al pesto; purtroppo non servono alcolici e quindi le linguine con l’acqua gassata non è un gran accostamento, comunque cibo ottimo.  Altro giro. Pasta al dente e  piccantina (come chiesto). Terzo giorno: pizza ottima, meglio di tante pizzerie sul lungomare di Alassio, Loano, Finale, Spotorno, Varazze, Santa Margherita o Rapallo. Le troffie buonissime, il basilico lo fanno venire dal Libano, non è proprio come quello di Pra’, pero’ per essere ad Abu Dhabi basta e avanza per onorare la cucina. Pensate qui i ristoranti sono 1634 e Andrea ha già scalato la 273° posizione. E in locali attigui c’è la boutique della garbatissima Simona, tutti capi top. Una sera ho provato la frittura mista, compresa di verdura di una leggerezza e delicatezza….!!! Per Belfagor  menù dalla lasagna al pesto al filetto, ai dolci! Tutto accompagnato dalla musica italiana di sottofondo … Insomma un posto adatto a chi è nostalgico della nostra bella Italia. Qui posso testimoniare di aver gustato antipasti sfiziosi e un buonissimo piatto di tagliatelle al tartufo bianco. Dimenticavo gli squisiti spaghetti alla lampara e un delicato dessert alla ricotta di latte di cammella. Il conto, alla fine, non ha bisogno di digestivo. Con intervista esclusiva al personaggio che sto scrivendo per un prossimo numero, se mi pagano bene.

Buon appetito agli elettori liguri. Volete disertare le urne ? Non  volete sanduiche alla Paita e alla Toti ? Propongo focaccia alla genovese (ottima), il fritto primaverile (delizioso),  i ravioli di pesce luna (speciali della mamma), il gelato artigianale, nocciola, vaniglia, stracciatella.  Produzione Luciano dr. Pasquale. Altro che Cipriani!  I primi miei invitati saranno, promessa da capitano di mare, la vittoriosa Lella, il suo secondo Giovanni, il terzo eletto Alice, infine Luca il ‘ribelle’  che rischia di mandare in frantumi un matrimonio. L’avesse saputo prima sono certo che faceva un passo indietro. Cose molto serie, da inferno.

Belfagor 

Gli amici si riconoscono al momento del bisogno. Pasquale vota per Vaccarezza (fratellanza), Scrivano per De Vincenzi.

 


Nonno Pepo non c’è più ! I popoli di lingua d’Oc orfani del cultore e storico medico

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Nonno Pepo è andato tra i più.

Il dr. Pier Domenico Brizio, fu primario ad Albenga, studioso e scrittore di cultura occitana

E’ mancato a Bordighera Nonno Pepo ovvero Pier Domenico Brizio.

Grande ostetrico lavorò per moltissimi anni all’ospedale della Nostra Signora della Misericordia di Albenga, dove trasformò il reparto in una eccellenza da far invidia agli altri nosocomi. Fece partorire migliaia e migliaia di mamme: molti più di diecimila bambini.

Chiamato dottor Kojak per il suo aspetto esteriore, si presentava burbero e molto serio nella sua professione, mentre in realtà era un umorista nato.

Forte frenesia per le moto, aveva un grande interesse per la storia, specialmente francese e il frutto fu la pubblicazione di un volume corposo ovvero “I popoli della lingua d’Oc” per le edizione che io avevo fondato.

L’interesse per l’occitano fu punto fondamentale del suo sapere e meticoloso ne divenne cultore e storico.

Nonno Pepo per i suoi nipoti e nome della sua e-mail ebbe grande umanità e una filosofia tutta sua riversa verso l’ottimismo e il buon senso.

La sua grande passione furono i libri, i saggi e fu sempre assetato di approfondire gli argomenti fino a diventare quasi maniacale.

L’avvento del computer fu per lui una grande opportunità e compagnia negli ultimi anni che lo avevano relegato in casa avendo molta difficoltà a camminare.

Grazie Nonno Pepo per i bei momenti passati in libreria assieme, per le barzellette sempre originali, per tutto quello che mi ha insegnato e mi ha illuminato, grazie di cuore

Gerry

Albenga tre sindaci, un deputato, il direttore di Avvenire. Premiato il vescovo Borghetti

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Silvio Fasano, fotoreporter rottamato da Secolo XIX – Stampa, aveva annunciato in anteprima su trucioli.it l’inaugurazione della nuova Cantina del Re Carciofo (dove c’era la moschea) e la presentazione del libro ‘Educare’ a firma di monsignor Guglielmo Borghetti, premiato nell’occasione. In prima fila i sindaci di Albenga, Alassio, Loano, l’on Franco Vazio, autorità militari e civili. La riconferma della fiducia e della speranza nella missione, nella svolta del vescovo coadiutore. Le immagini sono eloquenti. Vedi anche il servizio da Arnasco che annuncia olivi in fiore, una stagione di resurrezione per l’extravergine dopo un 2014 da dimenticare.

 

Ultima ora – Forza Mario ! A 5 anni non si può morire di tumore, 500 all’apericena solidarietà all’hotel Regina di Alassio

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Aiutiamo Mario, 5 anni, colpito da un tumore al cervello a vincere il male, a sognare. Può essere salvato con un difficile intervento chirurgico in un centro clinico ospedaliero, all’avanguardia, in Inghilterra. La famiglia titolare della gestione dell’hotel Regina di Alassio ha organizzato, con la collaborazione dei fornitori, un apericena di solidarietà per aiutare i genitori del bimbo ad affrontare costose spese. Il gran cuore di tante donne e uomini, di tutta la provincia, sta facendo ‘miracoli’: oltre 500 benefattori, tra essi i ‘Frati Martini’ di Albenga, associazione benefica in memoria di Martin che per sopravvivere vestiva pure da Babbo Natale. Silvio Fasano, fotoreporter solidale, non ha voluto mancare ed offrire ai lettori di trucioli.it, blog di volontari, questa testimonianza di immagini che onora la comunità.

L’eredità di Mario Panozzo, gentleman di Loano

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E’ volata con l’alieno una persona che stimavo, gentiluomo in una società di marpioni; gran signore d’animo, bontà, buone maniere e virtù. L’ho conosciuto lungo il cammino professionale. L’ho incontrato quando ero giovane cronista alle prime armi, ci siamo sentiti al telefono l’ultima volta pochi mesi fa per un invito a cena che non ho rispettato. Mario Panozzo, 77 anni, loanese nato a Borghetto S. Spirito, è rimasto attivo quasi fino all’ultimo. I nonni e bisnonni delle ‘Vignasse’, dal 1960 albergatore eccellente. In un giorno di gioa disse: “Sono anche nonno felice di Margherita e Benedetta, potranno essere orgogliose: eletto Priore delle Rolandette”. (Leggi anche la medaglia a Caramanti a fondo pagina).

E’ stato partecipato, commosso, sincero, il grazie di Loano ad un cittadino che non è retorica definire ‘d’altri tempi’. La chiesa parrocchiale strapiena, gente di ogni ceto sociale. C’erano i massimi rappresentanti del Comune, ad iniziare dal sindaco Luigi Pignocca, il papà Osvaldo nutriva aperta stima ed ammirazione per Mario. C’erano appartenenti alle categorie commerciali e del turismo. Mario negli anni ’70 era presidente degli albergatori loanesi, all’epoca 115 associati. Mario era contitolare di ‘Bagni Marini’ da Ceriale e Loano. C’erano gli amici che l’hanno apprezzato e stimato, qualcuno l’aveva votato nelle elezioni comunali del 26-27 novembre 1972, nella lista della Democrazia Cristiana. Una piccola delusione per non essere stato eletto, ma doveva competere con figure quali due futuri sindaci (Giuseppe Guzzetti e Elio Garassini); tra i candidati alcuni sono in vita come Flavio Casto e Arturo Germano, medici; l’ormai decano degli ex componenti il consiglio comunale, l’ing. Nicolò Elena; l’artigiano edile rag. Manfredi De Francesco, Pasquale Ebe, ex parrucchiere, contitolare di Bagni, esperto di ‘caccia alle preferenze‘,  il dr. Filippo Maffeo, magistrato, allora laureando in giurisprudenza; Giacomo Ravera della nota famiglia di autotrasportatori,  la rag. Luisella Rosso, impiegata. Dopo quell’esperienza Mario si tenne lontano dalla politica, pur coltivando relazioni, con la moderazione e rispetto che lo distingueva. Con coerenza era l’emblema del vero signore: nella vita quotidiana, ad iniziare dai dipendenti (è tra i pochissimi imprenditori onorato da persone che hanno lavorato nei due alberghi della famiglia superando la soglia dei 35 anni di fedeltà). Stimato e ammirato dai fornitori, dagli stessi clienti degli hotel e dei Bagni marini. Mario non portava rancore nonostante qualche pugnalata alle spalle, oppure ripagato con l’ingratitudine.

Loano, 1968, giorno dell’inaugurazione del G. H. garden Lido: da sn, Cencin De Francesco, Mario Panozzo, il sindaco Mario Rembado, il comm. Mario Magnetto, il vescovo Alessandra Piazza

Mario Panozzo con il quale ho condiviso, seppure ognuno per la sua strada, bellissime serate nei locali del dancing Saitta allora gestito dall’indimenticato Piero Manfrino, altro loanese esemplare d’animo e di cuore. Con Piero, con le rispettive famiglie, Mario trascorreva le ferie nel trentino, clienti apprezzati, ben voluti, squisiti.  Tra le mete preferite dai coniugi Panozzo i soggiorni nella Svizzera di lingua italiana. Ricordo le serate trascorse in giuria per le elezioni di Miss, allora avvenimento da cronaca rosa, oppure le gran sfilate di moda; ricordo la serata con il premio Nobel Salvatore Quasimodo, turista a Loano, che soggiornava con un avvenente e giovane compagna al Grand Hotel Moderno; ricordo le feste degli albergatori, dei commercianti, dei bagni marini.  Mario, un generoso, mai invadente, né col nasino all’insù; rispettoso, sapeva stare e fare compagnia, apprezzare l’amicizia, la sana allegria. Il vero amico che tutti vorremmo trovarci a fianco.

Nelle liste dei candidati alle comunali del 1972 anche Mario Panozzo (Fai un clik per ingrandire l’immagine)

Mario che ha costruito la sua fortuna grazie a Fanny, consorte eccezionale e schiva, con un cognome ‘pesante’ nella storia cittadina, basti pensare al lungomare Garassini Garbarino.

Mario e Fanny praticavano l’impegno, la serietà, la correttezza, non predicati, ma vissuti. Una coppia agiata incapace di arroganza, malanimo, invidia e si suol dire ‘olio di gomito’ nei loro rispetti compiti, nelle presenza costante sul lavoro. Mario fino a quando le forze non gli sono venute meno si alzava alle 5 e mezza per recarsi nello Stabilimento balneare, dopo aver comprato la focaccia. Ha lottato con grande dignità, coraggio, dolcezza, speranza contro un male che non si augura a nessuno, con cure che lasciano il segno. Lui che da figlio unico venne salvato in giovanissima età. Se n’è andato, ha chiuso gli occhi, ha pronunciato le ultime parole, due giorni dopo essere stato colto da malore e ricoverato al Santa Corona. Fino all’ultimo era rimasto vigile, non toglieva lo sguardo dal figlio Federico, dalla figlia Beatrice, dalla persona che più gli dato nella vita e l’ha reso felice, Fanny; sapeva ascoltarlo, comprenderlo, perdonare se il caso. Mario riposa, col sonno dei giusti, nella tomba di famiglia lasciando ai suoi cari la testimonianza della sua grande passione: l’agricoltura, gli ortaggi, gli alberi da frutto, le viti ed il vino casalingo, gli ulivi e l’olio nostrano, i pomodori e la salsa genuina, le marmellate. Un’eccellenza nostrana destinata unicamente ai Panozzo, ai clienti affezionati dei due hotel e del ristorante dello stabilimento balneare di ponente. Tra gli ammiratori impossibile dimenticare gli elogi per cucina e prodotti della terra (l’orto appunto di Mario, a Loano, a Borghetto, a Bardino Vecchio) che decantava il compianto prof. Luigi Bergaglio, anziano e brillante viveur dei casinò, dei night, delle sale da ballo del Basso Piemonte, della Liguria, di Forte dei Marmi. Insegnante di educazione fisica al liceo di Savona, da giovanissimo era stato corrispondente del Secolo XIX da Gavi, dalle vallate del Lemme e dell’Orba, una figura popolare per le amicizie Vip e la cronaca mondana.

Un amico di lunga data, un uomo qualunque direi, mi fa osservare: Di Mario Panozzo ce n’era solo uno, chissà cosa resterà del buon esempio, dell’operosità, della moderazione, della saggezza, della forza d’animo.  Ha coltivato il sogno e alla fine rinunciato al progetto ambizioso di fare la sua parte di imprenditore nel progetto della zona alberghiera del ‘sue Vignasse‘. Aveva acquistato l’ex colonia La Quiete, fronte mare, tra Aurelia e ferrovia da 50 anni in attesa del trasferimento a monte. Lui che ha lottato in silenzio, incapace di alzare la voce, lontano dai riflettori della cronaca locale, da dichiarazioni e prese di posizione, si era reso conto che quel sogno si stava sgretolando di fronte alla fuga e all’oppressione del turismo alberghiero. A chi vendeva solo illusioni e parole al vento.

Con un click sulla foto si ingrandisce l’immagine e la lettura

La speranza, l’auspicio è che la ‘luce di Mario’  non  si spenga, resti accesa la fiammella. Ha lasciato un album  esemplare, un testamento morale di cui essere fieri e riconoscenti.  Un loanese doc paladino della professionalità e meritocrazia.  Non sarà semplice raccogliere la sua eredità. Un ultimo grazie, a Mario, non è sprecato e senza pietismo, semmai profonda commozione: tra un abbraccio, un sorriso da tempi felici, un  triste e flebile arrivederci nell’Adilà, insieme ai nostri cari.

Luciano

MEDAGLIA ALLA MEMORIA PER LODOVICO CARAMANTI

Lodovico Caramanti il 2 giugno scorso era tra gli invitati della prefettura di Savona per ritirare la medaglia al valore militare quale prigioniero di guerra nei campi di concentramento nazisti tedeschi. E’ arrivato l’invito, ma lui riposa nel camposanto di Loano da gennaio (vedi trucioli.it).  Era originario del modenese ed amava la sua terra, a Loano è stato economo in Comune, con la moglie gestiva prima la pensione poi hotel Caramanti. Il suo hobby erano l’orto, l’oliveto. Un benemerito da non dimenticare.

IMMAGINI E RICORDI DELLE SERATE CON MARIO PANOZZO, NEGLI ANNI ’60, ’70 E ’90, A LOANO: AL CABANA, AL SAITTA, AL GRAND HOTEL GARDEN LIDO

Nella prima foto da sn, Angelo Vaccarezza, la signora Fanny Garassini Garbarino, l’albergatrice Casarino, Mario Panozzo e Nicoletta Marconi. Sotto anni ’70, gran defilè di moda, al tavolo  il sindaco Guzzetti e Panozzo al suo fianco

Al Saitta Miss Loano, Mario Panozzo presidente della giuria. Sotto metà anni ’60, festa della canzone al dancing Cabana, con inviati speciali e ospiti illustri. A sn della foto il presentatore giornalista Enrico Fabbri, Panozzo, l’allora titolare del locale Odazzi e….

 

 

 

Battaglione Argentara, diario inedito del capitano Bollati dello sterminio di alpini

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Serata alla scoperta della storia inedita del Battaglione Argentera, durante la Prima Guerra. Mauro Fantino e Massimo Robotti presentano Il diario inedito del capitano  Vittorio Emanuele Bollati  scoperto in un archivio famigliare. Una straordinaria storia dimenticata degli alpini delle valli cuneesi sterminati durante la Prima Guerra mondiale sull’altopiano di Asiago e a Caporetto. Come d’abitudine la serata (4 giugno, ore 21) si concluderà con i prodotti locali che ogni partecipante può portare con sé, per uno scambio conviviale di gusti e idee.

La fuga degli elettori, le emergenze del paese. Quando per il voto si pagava 19,20 lire

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La tornata elettorale regionale del 31 maggio scorso ha registrato un calo degli elettori del 15% rispetto a quella europea di un anno fa, ma soprattutto per la prima volta i votanti sono scesi al 50% degli aventi diritto. Significativo può essere il confronto con i dati storici precedenti.

 

I politici e la politica deludono ? Diamoci al gioco ! All’astensione record in Liguria, si assiste alle sale che fanno vincere mezzo milione di euro, eccone una a Loano

Prima del suffragio universale del 2 giugno 1946, senza il primo voto delle donne, questa era la massima percentuale possibile, peraltro mai raggiunta.

Al primo voto nazionale del 1861 partecipò il 2% della popolazione oltre i 25 anni, con il sistema maggioritario a doppio turno e gli elettori selezionati per censo e capacità ( professori universitari e di scuole secondarie, oltre agli addetti alle professioni liberali ). Nel 1882 votò il 7% della popolazione oltre i 21 anni, che avesse pagato un tributo ridotto a 19 lire dalle 40 precedenti. Inoltre poterono votare tutti coloro che avessero frequentato i primi due anni di scuola elementare, indipendentemente dal reddito.

Dal 1912 fino all’abolizione fascista del voto del 1923, ebbero diritto di voto i maschi sopra i 30 anni, oppure i maggiori di 21 con un tributo versato di 19,20 lire, oppure che avessero svolto il servizio militare.

Dunque quello di questi giorni è un evento storico negativo eccezionale, se si pensa che fino agli anni ’70 i votanti furono intorno al 90%. Un indice della sfiduciata partecipazione al sistema democratico rappresentativo e una sconfitta di tutti i partiti i quali non sono più riconosciuti in grado di rappresentare le aspirazioni di metà della popolazione oltre i 18 anni.

Un vero regresso ai tempi pre- suffragio universale, la cui conquista fu assai sofferta.

Probabilmente un altro segnale della disgregazione sociale in atto e una rinuncia a un diritto fondamentale da parte di persone di tutti i ceti sociali e di ogni età e cultura, che mentre si presta a valutazioni contrapposte, impone la ricerca delle cause scatenanti. Si nota immediatamente la mancanza da parte dei partiti, della doverosa autocritica connessa ai problemi reali del paese, mentre emerge chiaramente una specie di scontro di potere tra e dentro di essi, che giunge fino agli esposti alla magistratura.

Ma da parte degli elettori si tratta certamente di un atto di protesta assoluto, forse l’ultimo dei segnali non violenti motivato dallo stato di emergenza generale del paese, in alcuni degli ambiti strutturali ai quali sono molto sensibili i cittadini, ma che non rientrano nel campo delle proposte del sistema politico dei partiti.

Ma è sicuramente anche una denuncia di impotenza rispetto alla effettiva possibilità degli elettori di incidere sulle reali situazioni politiche del paese.

- Lo stato di emergenza sociale ed economica, connesso alla più grave crisi mondiale di sempre, impone sacrifici rilevanti che di fatto vengono ripartiti in modo non equo, tanto che una generazione di giovani è privata della possibilità di accedere al lavoro e di definire un progetto di vita.

Per contro il 10% della popolazione possiede metà della ricchezza del paese.

Ma il governo e il parlamento hanno elevato l’età del pensionamento di 7 anni e non hanno in agenda, ultimi tra i paesi più progrediti, il sussidio di cittadinanza per i disoccupati.

A tal proposito il governo invece di imporre l’ Imu sui terreni agricoli, potrebbe per esempio proporre una adeguata forma volontaria e incentivata di incontro tra i proprietari e i disoccupati, al fine di coltivare i terreni abbandonati.

- Lo stato di emergenza morale connesso alla corruzione diffusa nella società, nelle istituzioni e nelle amministrazioni pubbliche è l’espressione opposta della solidarietà sociale indispensabile nei momenti più critici.

Il quadro è definito anche da un livello di evasione fiscale delle grandi rendite finanziarie soprattutto,che da sola sarebbe in grado di sanare completamente le situazioni negative nazionali.

Inoltre sono eticamente inaccettabili, sia le sproporzionate risorse del bilancio dedicate agli armamenti super tecnologici e di attacco, mentre la Costituzione prevede solo un esercito da difesa, sia i super emolumenti e vitalizi riservati alle caste dei politici e dei super burocrati.

Infine assai discutibili appaiono gli sproporzionati investimenti in numerose grandi opere che producono scarsi vantaggi funzionali e irrilevanti ricadute economiche diffuse, ma al contrario portano vantaggi quasi esclusivamente ai pochi grandi gruppi economici.

Senza dimenticare che tra le pieghe della loro gestione si annidano spesso interessi lobbistici e corruzione anche di stampo mafioso.

- La terza emergenza che assume i caratteri del paradigma fondamentale mondiale, è quella dell’ecologia.

E’ ormai diffusa la consapevolezza della indispensabile necessità di svolta dall’economia basata sull’energia fossile e sul saccheggio delle risorse naturali, verso quella verde e della sostenibilità dei consumi sociali compatibili con i cicli naturali bio-geologici del sistema solare, i soli capaci di garantire all’umanità un futuro equilibrato nel benessere generale.

Tuttavia i poteri economici-finanziari-industriali, e quelli governativi -parlamentari, non traducono in programmi concreti l’alternativa ormai obbligata, che non dovrà più essere antropocentrica, ma basata sulla salvaguardia e la gestione conservativa della natura.

Persino gli Emirati arabi, i più ricchi petrolieri del mondo, stanno investendo in questo modello alternativo. Noi invece continuiamo imperterriti lungo la china del dissesto geologico sicuro.

Ma soprattutto non esiste un piano tecnologico ed energetico per la transizione verso una società sole- dipendente, a inquinamento zero nei settori dell’energia elettrica, della mobilità e del condizionamento, senza il quale in futuro ancora una volta dipenderemo dai lungimiranti paesi ex petroliferi.

-L’ultima emergenza, ma l’unica che possieda le potenzialità sopraordinate a tutte le altre, è quella della cultura, intesa sia nel settore dell’educazione scolastica e della ricerca scientifica, sia in quello della tutela e valorizzazione dei beni storici, artistici e ambientali, secondo lo spirito dell’articolo 9 della costituzione, un patrimonio il nostro che vale la metà di quello mondiale.

In realtà si constata che la riforma della scuola viene imposta in contrasto con la totalità delle sue componenti e in presenza della mobilitazione sindacale più ampia mai realizzata.

Risulta evidente che le modalità di un investimento, peraltro notevole di risorse dedicate al futuro del paese, debbano essere definite in accordo e con la partecipazione più qualificata, organizzata e partecipata possibile.

Il tutto al fine di formare i futuri cittadini, preparati, solidali e ricchi di senso civico, morale e culturale, indispensabili per la costruzione di una società migliore.

Rispetto ai beni culturali, la potenziale maggiore industria del paese, soltanto la consapevolezza e la determinazione di organizzare in un unico sistema, tutte le componenti istituzionali, private e del volontariato, al fine di tutelarli e gestirli rendendoli fruibili, contribuirà alla soluzione delle emergenze critiche nazionali.

Dunque soltanto qualora i partiti fossero capaci di compiere una vera rivoluzione copernicana, al fine di mobilitarsi per la risoluzione di queste e altre emergenze, allora non solo sarebbe possibile uscire dalla grave crisi congiunturale in modo equo e solidale, ma si ritornerebbe anche quasi naturalmente, ad una auspicabile molto più ampia partecipazione elettorale.

 

Giovanni Maina

Alice Salvatore candidata presidente del M5 S: “Per la campagna elettorale abbiamo speso 16 mila € provento di autotassazione e sottoscriscrioni tra grillini”

NOTA DI REDAZIONE : Un plauso all’architetto Giovanni Maina, origini torinesi, una vita in Riviera, a Spotorno, animato da  un grande ‘amore’ per le bellezze di Noli, antica Repubblica Marinara, gioiello in parte distrutto dall’insipienza, ingordigia, incapacità dell’uomo, in parte serbatoio di ricchezze storiche e naturali da valorizzare senza estremismi e senza integralismi ambientali. Maina è stato presidente ligure della prestigiosa Italia Nostra onlus senza scopo di lucro, di cui fu attivo e tenace presidente il giornalista alassino Mario Fazio, inviato speciale de La Stampa; la figlia è presidente della sezione di Alassio di Italia Nostra, il figlio editore di successo e di coraggio (Chiarelettere), basti pensare ai libri “Il partito del cemento. Politici, imprenditori, banchieri. La nuova speculazione edilizia” dei giornalisti Marco Preve, Ferruccio Sansa, prefazione di Marco Travaglio. E ancora, per restare in terra ligure,  ’La Colata. Il partito del cemento sta cancellando l’Italia e il suo futuro.’ Autori: Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiuolo, Sanza”. Il figlio del ‘grande Mario’ è tra i soci del battagliero Il Fatto Quotidiano.

I contenuti descritti nei due volumi avrebbero dovuto rappresentare una pietra miliare per una svolta della politica, delle coscienze, del confronto, del riscontro  anche in questa campagna elettorale per la Liguria. A prescindere da colori, ideologie. Nulla di nulla è rimasto dei temi affrontati dai colleghi giornalisti. Anzi, se è vero che la distruzione ambientale è trasversale, se è altrettanto vero che la regione Veneto in assoluto risulta, con la Liguria, la più divoratrice di aree coltivate e verdi , ecco servito su un piatto il responso elettorale del Veneto. E in Liguria ? L’alternanza, insegna l’esperienza delle democrazie più evolute e messe in pratica, resta un traguardo  ottimale per le democrazie. Chi sbaglia paga e non viene premiato, E’ vero che aumentano i ricchi che detengono un potere immenso, ma a dispetto del comunismo e dei neo miliardari cinesi, le disuguaglianze sociali nei paesi occidentali sono assai minori.

Il Liguria il popolo di sinistra – o meglio chi crede o pretende di rappresentarlo – ha dato il massimo esempio dell’irresponsabilità e la diserzione al voto di  massa (nella ex democristianissima Imperia degli Scajola, in versione Forza Italia, ha votato il 45, 78 % degli elettori). Il big, già Cgil, poi sindaco di Bologna, parlamentare europeo da 18 mila € euro il mese, diventato protagonista in Liguria dove ha preso residenza, si è fatto paladino dell’etica e della moralizzazione a sinistra ? Forse non conosce bene alcuni esponenti della sinistra – sinistra che hanno governato in Regione, in Provincia, nei Comuni; forse non conosce cosa è accaduto negli anni nel popolo dei sindacati promossi sempre a professionisti della politica. Certo, ci sono anche tanti che praticano, con coerenza, la fede di sinistra, diciamo pure della giustizia sociale e non del tornaconto personale, famigliare.

In Tv  Cofferati ha ripetuto fino alla noia che ci sono state palesi e sfacciate infiltrazione della destra, persino in ambienti collegati al malaffare ‘ndranghetista (L’ho letto sui giornali), pur di sostenere le mire di Paita presidente, di Burlando.  Il presidente, ex sindaco carcerato ed innocente, ex ministro,  accusato di “Burlandismo di potere e di relazioni , ha coltivato i rapporti con la destra ed ha escluso la sinistra”. Cosa può spiegare ai cittadini  della defezione  ’dei cento’, compreso il vice presidente della giunta ed assessore alla Sanità Montaldo ? La prova del nove Cofferati l’ha invocata, sempre in Tv: “Non si è tenuto conto neppure di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Savona”.  E legittima per tutti l’attesa di quale sarà l’epilogo del lavoro dei magistrati inquirenti. Ma se, come è accaduto in tante, troppe inchieste, nella stessa terra ligure, che dopo tanto clamore, ripercussioni, finisse tutto in una bolla di sapone? Basti pensare allo ‘scandalo  Giovanni Novi‘ , presidente arrestato, plurinquisito, del porto di Genova, la maggiore azienda pubblica della Liguria, solo preceduta dalle Asl, dalla Regione. Idem per lo scandalo del porto di Imperia. Idem per una sentenza ad imputati del ponente di stampo mafioso e tanti altri personaggi di spicco della politica, delle istituzioni. 

Il signor Claudio Montaldo, 65 anni, già vice sindaco e assessore a Genova, ha amministrato (politicamente) per due legislature la principale voragine di soldi dell’ente regione. Come ? Con quali uomini nei ruoli chiave e nei primariati ?  Cosa si risponde a Ferruccio de Bortoli a proposito di malgoverno Asl nella voce ‘forniture’ dove sarebbe possibile tagliare del 30 per cento della  spesa, come si è fatto per risanare i bilanci del San Raffaele di Milano. Cosa rispondono Montaldo, Miceli e soci al fatto che in questi dieci anni gli studi e ambulatori medici privati, almeno in provincia di Savona sono esplosi, da vero e proprio business, con professionisti ospedalieri (o in pensione) affermatissimi, di alto livello. Di pari passo si sono allungate liste e tempi d’attesa; ad Imperia per una visita oculista appuntamento dell’Asl al 2016, un anno o 6 mesi la media nella stragrande maggioranza dei casi per la diagnostica esterna ospedaliera. Chi ha firmato il controllo multimilionario (in attesa dell’esito di un’indagine giudiziaria, con indiziati di reato) tra Usl 2 e il Gruppo Sanitario Ligure per l’affitto e la gestione dell’ortopedia all’ospedale di Albenga, dove a fronte di interventi, anche rischiosi, manca la rianimazione ?

La candidata alla presidenza della Regione Liguria per il Movimento 5 Stelle, Alice Salvatore, ha dichiarato alla Tv nazionale che la loro campagna elettorale è costata 16 mila euro al ‘partito’, coperta da sottoscrizioni di grillini.  E chi, in altri partiti, anche vincenti, ha organizzato decine di apericena, pranzi, banchetti in barba ai pifferai di ogni risma? Hanno vinto ancora una volta gli ‘amici del cemento’ ? Per gli estremismi è sempre valido il detto “Tanto peggio, tanto meglio” ? Se il presidente Toti e C. faranno disastri, la prossima volta a chi toccherà ? La sinistra che può contare su persone serie e preparate, sulla meritocrazia sindacale di cui Savona è un fulgido esempio ? (L.C.)

28 compleanni di sindaci, assessori, consiglieri. A Balestrino il fratello del vescovo, a Vado il presidente di Italia Nostra

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Buon compleanno agli Amministratori comunali della provincia di Savona, settimana dal 4 al 11 giugno 2015. Ai Sindaci di: Dego (Massimo Tappa), Onzo (Alessandro Bottello), Calice Ligure (Salvatore Paonessa), Bormida (Daniele Galliano); ai Vice Sindaco di: Ceriale (Eugenio Maineri), Celle Ligure (Caterina Mordeglia), Urbe (Mario Giuseppe Piccione); agli Assessori di: Mallare (Sergio Marenco), Stellanello (Simona Aicardi), Celle Ligure (Stefano Barlo), Albisola Superiore (Luca Ottonello), Arnasco (Monica Gallizia), Loano (Mauro Averame), Magliolo (Antonella Olivetta), Villanova d’Albenga (Franco Scrigna); ai Consiglieri di: Castelbianco (Mauro Caraffi), Celle Ligure (Jacopo Abate), Calice Ligure (Federico Basadonne), Ceriale (Ins. Paola Manera), Zuccarello (Roberto Delfino), Balestrino (Italo Panizza), Vado Ligure (Roberto Cuneo), Bardineto (Massimiliano Ferraro), Alassio (Paola Arrighetti), Calice Ligure (Giorgio Salvatore), Millesimo (Gabriele Siri), Savona (Roberto Tassara), Ceriale (Pierangelo Fossati).

Non ce ne vorranno se dei 28 festeggiati di questa settimana, ci limitiamo a citarne tre in particolare. Il compleanno è un giorno importante per tutti, sia in famiglia, sia tra gli amici, sia tra quanti ci stimano. Una tradizione che fortunatamente la frenesia dei tempi moderni e la globalizzazione non ci hanno sottratto. Certo ha volte ci sono cause di forza maggiore che fanno da impedimento, un ricovero, una malattia, un lutto, una disgrazia. Nei paesi nordici il compleanno per la stragrande maggioranza dei cittadini (diseredati esclusi) è ormai un appuntamento da ‘business commerciale’, inviti per la festa in casa, inviti al ristorante, regali. Nelle nostre zone sta diventando una moda anche tra i bimbi delle scuole, le classe, le squadre agonistiche. Un giorno di gioia, il ritornello degli auguri sinceri, affettuosi. Abbiamo tutti tanto bisogno di vivere più sereni e meno stressati, riscoprire o non tralasciare i valori dell’amicizia, della famiglia, dell’etica pubblica e privata.

Italo Panizza, compie 74 anni, è un personaggio popolare non solo in Val Varatella, nell’intera provincia e tra i turisti della Riviera in quanto è stato titolare del ristorante La Greppia, nel periodo del boom e quando il locale batteva il record dei piatti serviti a menù e un ottimo rapporto qualità prezzo, locale poi dato in gestione. Italo Panizza, cognome frequente nel paese, che a 65 anni, origini socialiste, è diventato sindaco  per due voti rispetto all’amico rivale Ubaldo Pastorino, altro conosciutissimo esponente di lungo corso della politica e della pubblica amministrazione. E ancora in quella circostanza elettorale salì alla ribalta della cronaca il terzo candidato sindaco, Luigi Tenderini, ottenne zero voti (venne descritto come un caso da guinness, senza precedenti in Italia).   Tenderini abitava e abita a Ceriale, estroverso nella storia cittadina per le sue ‘proteste’ eclatanti ed aver aderito alla ‘stagione dei forconi’. Panizza è fratellastro del vescovo Lino Panizza Richero, missionario cappuccino in Perù e che regge  la diocesi di Carabayllo, con due milioni e mezzo di abitanti. Con monsignor Antonio Suetta di Loano sono gli unici ‘porporati’ della diocesi di Albenga – Imperia.

Festeggia 70 primavere e più conosciuto a Savona e nel levante, ma anche in Liguria per la carica di presidente regionale di Italia Nostra, l’ingegner Roberto Cuneo, consigliere di opposizione eletto nella lista Vivere Vado (candidato sindaco). Nel curriculum competenze tecniche (laurea in Ingegneria Costruzioni Marittime e attività di progettazione strutturale e funzionale di opere marittime in Italimpianti) e competenze amministrative e di direzione generale sia nel privato (Presidente ed Amministratore delegato in aziende private) che nel Pubblico (Direttore Generale dell’ASL 2 di Savona). Un combattente che nelle sue battaglie ci mette sempre la faccia e spesso controcorrente al potere dominante.

Compie 56 anni ed ha alle spalle una lunga militanza politica, sempre tra estrema destra e destra moderata, Eugenio Maineri, da diverse legislature al governo della cittadina. Tra i rari cerialesi doc a palazzo civico, fa ora il pendolare fuori regione per motivi famigliari, dopo aver scelto di lasciare Ceriale dove torna per motivi d’ufficio ed incontrare i tanti amici, essendo tra le famiglie ‘storiche’, il papà commerciava in frutta e verdura con un avviato magazzino negli anni in cui la campagna permetteva a decine e decine di famiglie una vita dignitosa, prima dell’aggressione selvaggia dell’invincibile partito del mattone e cemento.

Non trascorre giorno senza compleanni. E’ l’occasione importante per fare gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti. Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo. Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia! Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di Blog@Trucioli.it continua la rubrica settimanale, con l’elenco degli amministratori pubblici dei Comuni delle provincie di Savona e Imperia che festeggiano il compleanno. Ricordarsi di chi ha il compito di governare i nostri Comuni con un pensiero gentile. Un servizio e una opportunità per i lettori di  Blog@Trucioli.it che consente, a chi lo desidera, di far giungere ai loro pubblici amministratori i personali auguri. Consigliabile inviare la e-mail alcuni giorni prima del giorno del compleanno. Sarà una gradita sorpresa e non potrà che essere accolta con gioia. E’ meno “invasiva” dei messaggini inviati con il cellulare; è anche un termometro di affetto e stima dei cittadini, degli elettori in ogni periodo dell’anno. Nei siti web dei Comuni savonesi e imperiesi è pubblicato l’indirizzo delle e-mail degli Amministratori e/o email del Comune e vengono riportati sotto il nome e cognome in questo elenco. Un servizio in più che facilita e consente ai lettori l’invio immediato di una e-mail. Volendo fare gli auguri in modo mirato, è sufficiente scrivere nell’oggetto: “Auguri di felice compleanno a … (scrivendo il nome e cognome)”. Sicuramente l’ufficio ricevente si farà premura di stampare copia della email ricevuta e consegnarla alla persona destinataria oppure, a sua volta, procedere all’invio della stessa. In questi casi si consiglia di inviare la email alcuni giorni prima della ricorrenza. Ovviamente, nei casi senza l’invio della email, sarà sempre possibile far giungere gli auguri con i metodi tradizionali (telefono, telegramma, biglietto augurale o via fax).

Fonte dati: tuttitalia.it, comuni-italiani.it

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Questa settimana festeggiano il compleanno

Giovedì 4 giugno

Marina Lombardi – Sindaco di Stella

inf@comunestella.legalmail.it

Mauro Caraffi – Consigliere comunale di Castelbianco

comune.castelbianco@pec.cstliguria.it

Sergio Marenco – Assessore comunale di Mallare

comune.mallare.sv@legalmail.it

Simona Aicardi – Assessore comunale di Stellanello

comunestellanello@gmail.com

– – –

Venerdì 5 giugno

Stefano Barlo – Assessore comunale di Celle Ligure

comunecelle@postecert.it

Jacopo Abate – Consigliere comunale di Celle Ligure

comunecelle@gmail.com

Eugenio Maineri – Vice Sindaco di Ceriale

comuneceriale@postecert.it

Massimo Tappa – Sindaco di Dego

comunedego@pec.it

– – –

Sabato 6 giugno

Alessandro Bottello – Sindaco di Onzo

protocollo.onzo@legalmail.it

Federico Basadonne – Consigliere comunale di Calice Ligure

info@comune.calice-ligure.sv.it

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Domenica 7 giugno

Luca Ottonello – Assessore Comunale di Albisola Superiore

ass.turismo@comune.albisola-superiore.sv.it

Caterina Mordeglia – Vice Sindaco di Celle Ligure

comunecelle@postecert.it

Ins. Paola Manera – Consigliere comunale di Ceriale

comuneceriale@postecert.it

Roberto Delfino – Consigliere comunale di Zuccarello

protocollo@pec.comunezuccarello.it

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Lunedì 8 giugno

Monica Gallizia – Assessore comunale di Arnasco

comunearnasco@pec.it

Italo Panizza – Consigliere comunale di Balestrino

protocollo.comune.balestrino.sv@legalmail.it

Salvatore Paonessa – Sindaco di Calice Ligure

info@comune.calice-ligure.sv.it

Roberto Cuneo – Consigliere comunale di Vado Ligure

info@cert.comune.vado-ligure.sv.it


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Martedì 9 giugno

Massimiliano Ferraro – Consigliere comunale di Bardineto

areaamministrativa@comunedibardineto.it

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Mercoledì 10 giugno

Daniele Galliano – Sindaco di Bormida

info@comune.bormida.sv.it

Paola Arrighetti – Consigliere comunale di Alassio

comune.alassio@legalmail.it

Giorgio Salvatore – Consigliere comunale di Calice Ligure

info@comune.calice-ligure.sv.it

Gabriele Siri – Consigliere comunale di Millesimo

protocollo@pec.comune.millesimo.sv.it

Roberto Tassara – Consigliere comunale di Savona

posta@pec.comune.savona.it

Mario Giuseppe Piccione – Vice Sindaco

protocollo.urbe@legalmail.it

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Giovedì 11 giugno

Pierangelo Fossati – Consigliere comunale di Ceriale

comuneceriale@postecert.it

Mauro Averame – Assessore comunale di Loano

averame@comuneloano.it

Antonella Olivetta – Assessore comunale di Magliolo

protocollo@pec.comunemagliolo.it

Franco Scrigna – Assessore comunale di Villanova d’Albenga

protocollo@pec.comunevillanovadalbenga.it

Rubrica a cura di

Gilberto Costanza



Albenga e il golden boy della politica, giù le mani ! Eccellenza meglio guardarsi alle spalle

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Aprile 2014. I mass media (e non solo) diffondono la foto del neo vescovo don  Antonio (Tonino) Suetta ‘stretto’ da un sorridente dr. Eraldo Ciangherotti, definito (La Stampa) ” Assessore con delega alle querele “.  Maggio 2015: diffusa l’immagine del vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti, ancora mani sulla spalla dell’iper presenzialista e integralista ingauno. Autopromozione di un politico “tu quoque” ? Eccellenza Borghetti, a volte è utile guardarsi alle spalle. Non si tratta di argomentum ad personam, bensì ‘argomentum ad hominen’.

Il vescovo Borghett,i nei locali della Cantina Re Carciofo, stretto dal dr. Eraldo Ciangherotti, posano per i fotografi

Eraldo Ciangherotti non è l’uomo qualunque, il cittadino qualunque. E’ tra i volti pubblici più noti della piana. Ha passione per la politica ‘urlata’, presumiamo nobile. Ha il merito di non far parte dei ‘campioni’ che campano solo di politica. Può vantare altolocate conoscenze di personaggi rispettabilissimi e si onora di appartenere ai fedayn di Silvio Berlusconi. Ha fama di essere galantuomo, sempre impegnato nel sociale e con i più deboli. Uno che paga di tasca propria. Pratica volentieri, con gli avversari, la  satira più feroce, l’ironia sui defunti, l’umorismo francescano, la tolleranza cristiana, sprezzante con Franca Rame defunta. Intellettuale ingauno che non conosce mezze misure con gli antagonisti, per i detrattori  sarebbe persino capace di vomitare bugie. Si tratta di definizioni riprese dal blog di Marco Preve, giornalista di punta di la Repubblica, origini ingaune.  Cinagherotti ? Una mente colta, una firma capace di sarcasmo in punta di penna ( Bellamigo ) ha  confezionato diversi ‘quadretti’, senza acrimonia e senza cultura dell’odio, tra i più divertenti un pezzo titolato The Ciangherotti’s Summer Song (leggi da trucioli.it) .

Ciangherotti? All’ex magistrato, poi parlamentare europeo, infine sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il dentista albenganese aveva inviato un pacco postale di ‘spazzatura’. Aveva espresso con toni forti il suo pensiero sulle ‘protesi al seno’. Aveva caldamente invitato il ‘maestro’ del buon esempio Silvio Berlusconi :“Abbiamo avuto un sogno, in cui l’aereo di Silvio, nella giornata di Ferragosto calda e soleggiata di domani, solcava i nostri cieli di Albenga. Caro Presidente, domani e venerdì, sulle spiagge italiane, transiteranno gli aerei con gli striscioni Forza Italia e Forza Silvio. E planeranno sopra le più frequentate località costiere italiane. Bene, ti chiediamo di arrivare anche ad Albenga. Passa dalle nostre parti, fai sentire la tua vicinanza al nostro territorio”.

La foto della settimana: il neo vescovo Antonio Suetta e il dr. Eraldo Ciangherotti (aprile 2014)

Eraldo Ciangherotti cattolicissimo, forse a torto considerato tra i sostenitori, frequentatori, consiglieri del gruppo di tradizionalisti e integralisti che ha regnato nella diocesi di Mario Oliveri vescovo, provocando tremende distruzioni, lacerazioni, la disaffezione di migliaia di fedeli.  Dai giovani agli anziani. Ciangherotti personaggio di spicco, a suo modo coerente. Quando il 20 maggio 2012 (annuncio su La Stampa)  convolò a nozze con l’architetto Francesca Buffa, cerimonia in cattedrale officiata dall’allora economo diocesano don Antonio Suetta, 130 invitati – amici,  non fece sconti: nessun politico al pranzo  nella locanda dell’Antica Torre di Alassio, fatta eccezione per il sindaco Rosy Guarnieri ed il cognato Enrico Bessone, consigliere comunale. Eraldo era assessore ai Servizi sociali. L’ultima baldanza, solo in ordine di tempo, l’ha riservata alla pia Paita, aspirante sconfitto a presidente della Liguria, reduce da un pellegrinaggio al Santuario. Titolo: ‘Lella Ciao, Lella Ciao’ . Occhiello: Albenga. «È questo l’inno con cui stiamo celebrando la liberazione della Liguria dalla sinistra di Burlando, di Paita e di Vazio. Per la prima volta, ho intonato anche io questo ritornello, con grande piacere.” Firmato Eraldo Ciangherotti.  Buon stile e cattivo gusto  per il pio ‘peccatore’?

 

Nel ‘capitolo diocesi’, non c’entra il malaffare organizzato, connubio e connivenze da Ior vaticano.  Anche se in qualche caso sarebbe stato utile al vescovo Oliveri e ad alcuni sacerdoti tenere le distanze da chi faceva esibizione per fini poco nobili. Parliamo semmai delle laceranti ferite di una campagna stampa non certo anticlericale, che ha prodotto migliaia di articoli e locandine. Impossibile dimenticare le scolaresche in visita al centro storico di Albenga, dove ha sede il palazzo vescovile, in piedi davanti alle edicole che esponevano le locandine “Preti e sesso ad Albenga la diocesi più chiacchierata d’Italia”.  Oppure locandine degli arresti di sacerdoti, con reati sessuali ai danni di minori. O ancora ‘parroci in fuga amorosa’. Impossibile dimenticare il disagio di sacerdoti, in particolare della vecchia guardia, catechisti, catechiste, impegnati a preparare i bambini alla Santa Cresima e negli stessi giorni leggere titoloni sugli ‘scandali in diocesi‘. Su preti gay arrivati da fuori. Il caso volle che pure nella confinante diocesi di Savona – Noli siano esplosi a ripetizione, spesso in fotocopia, bruttissime vicende che coinvolgevano  sacerdoti,  vescovi di ieri e di oggi. E in quel caso una campagna stampa, quella sì, in parte ‘veicolata’ da scontri ed interessi materiali, sullo sfondo operazioni immobiliari multimilionarie, persino cause civili e la lunga mano di un paio di alti prelati della curia romana.

 

 

Foto d’archivio il vescovo Oliveri e il dr. Ciangherotti

ad Albenga l’arrivo ritardato, sofferto, involontariamente spettacolarizzato del vescovo coadiutore, è stato interpretato una benedizione per mano di papa Francesco, il sommo pontefice senza scheletri negli armadi, l’uomo della provvidenziale ( e rischiosissima) opera di pulizia. Un sospiro di sollievo, un incoraggiamento nei confronti della ‘Chiesa’ romana, l’avvento di monsignor Borghetti.  Impegnato far fronte al ripulisti dell’andazzo e degli indegni,  all’eredità dei bilanci dell’economato diocesano ( rimasto solido, almeno pare, negli anni di don Fiorenzo Gerini), alle difficoltà che caratterizzano alcune parrocchie, alla gestione delle loro povere patrimonio. Resta attivo l’uccellino che informa e fa trapelare ? La talpa non agisce per denaro, non vende notizie. Ha dimostrato di perseguire obiettivi precisi e personali. Il consiglio di guardarsi alle spalle non è di ‘Frate Indovino‘ che nel 2012 ci aveva offerto l’Elogio degli Asinelli. Ovvero La Riscossa degli ultimi.

L. Cor.

La maglietta vincente: da sn, Vaccarezza, Toti, Ciangherotti e Ginetta Perrone organizzatrice di manifestazioni

Andora ricorda Montezemolo martire della Resistenza. Presente anche il figlio cardinale

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Sabato 6 giugno, ore 17, a Palazzo Tagliaferro di Andora, Mario Avagliano, autore del libro “Il partigiano Montezemolo”  (ed. Baldini & Castoldi) e Pier Franco Quagleni, Direttore del Centro “Pannunzio”-Presidente Sezione FIVL e del Premio letterario “Albingaunum”, ricorderanno nel 70 ° della LIBERAZIONE il Col. M.O. al V.M. Giuseppe Cordero di Montezemolo. Tra i presenti il figlio Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, cardinale di Santa Romana Chiesa. ULTIMA ORA: ViviAndora critica la giunta per i soldi non spesi e già disponibili per….Leggi a fondo pagina.

 

Giuseppe Cordero di Montezemolo è stato comandante del Fronte Clandestino Militare e Vittima delle Fosse Ardeatine. Verrà proiettato il documentario storico di Emiliano Criolesi. “Montezemolo, il Colonnello della Resistenza. Con il saluto di S.E. il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del marchese Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, martire alle Fosse Ardeatine[1] e di Amalia Dematteis che fu uditrice laica durante il Vaticano II; è cugino del padre di Luca Cordero di Montezemolo. Dal 5 aprile 1977 al 13 aprile 1991 è stato arcivescovo titolare di Anglona; successivamente è stato nominato arcivescovo titolare di Tuscania. È stato nunzio apostolico in Papua Nuova Guinea, Nicaragua, Honduras, Uruguay, Israele e per l’Italia e la Repubblica di San Marino dal 5 aprile 1977 al 17 aprile 2001. Come vescovo è anche stato rappresentante dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. È l’ideatore dello stemma papale di Benedetto XVI, stemma che ha descritto in un articolo apparso sull’Osservatore Romano il 28 aprile 2005. È stato arciprete della basilica papale di San Paolo fuori le mura dal 31 maggio 2005 al 3 luglio 2009, giorno in cui papa Benedetto XVI ha accettato le sue dimissioni. Il pontefice ha designato come nuovo arciprete Francesco Monterisi. Papa Benedetto XVI lo ha innalzato alla dignità cardinalizia nel concistoro del 24 marzo 2006. Il 27 marzo 2011 ha accompagnato, in qualità di figlio di una delle vittime, papa Benedetto XVI durante la sua visita alle Fosse Ardeatine.

Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo presente ad Andora

Le letture saranno fatte dall’attrice MILLI CONTE. Interverrà un gran decano, LELIO SPERANZA, Vice Presidente Nazionale della F.I.V.L. Presidente dell’Associazione Partigiani Autonomi della Liguria. Porterà un saluto il Sindaco della Città di Andora MAURO DEMICHELIS. Coordinerà l’incontro MARCO SERVETTO .

ORGANIZZANO  DA F.I.V.L.,PREMIO ALBINGAUNUM,CENTRO PANNUNZIO. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. Ampio parcheggio riservato.

 

 

 

 

 

 

ViviAndora: La giunta non ha speso oltre un milione già disponibili

“Nel Consiglio Comunale del 29.05.2015 è stato approvato il Bilancio Consuntivo, dove  il gruppo di ViviAndora ha rilevato con grande dispiacere che l’attuale Amministrazione non ha speso oltre un milione di euro spendibili per il miglioramento dei servizi rivolti ai cittadini.  Sono stati bloccati diversi interventi già previsti, come  la demolizione del fatiscente caseggiato di Largo Milano vicino al Palazzo Tagliaferro, nonché un progetto importantissimo, già finanziato e con l’acquisto già in parte avvenuto del materiale per l’installazione di telecamere ad alta definizione, da posizionare in punti strategici del territorio per la prevenzione degli incendi e il controllo sulle discariche abusive.

Inoltre, il piano degli arenili approvato da ViviAndora prevedeva nell’estremo ponente (ex spiaggia delle suore)  la realizzazione di una vera e propria spiaggia libera attrezzata aperta anche agli animali domestici dove poter trovare i servizi di un vero e proprio stabilimento balneare e con servizi specifici dedicati agli animali domestici.

Oggi, alle porte della stagione estiva, ad Andora manca questo servizio richiesto da molti residenti e da tantissimi turisti che vedrebbero agevolate le loro vacanze insieme ai propri animali. ViviAndora auspica la realizzazione della spiaggia libera attrezzata che ad oggi non c’è, in quanto nella ex spiaggia delle suore è vero che possono accedere gli animali domestici, ma non esiste alcun servizio.”

Il Gruppo di ViviAndora

Cinzia Pelassa

 

 

 

138 apparizioni. Balestrino, da 65 anni si prega. La prima Messa del vescovo Borghetti

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Le apparizioni, a Balestrino, sono iniziate nel 1949. E il 5 agosto 1950 fu un giorno importante per Caterina Richero, 9 anni, robusta, sguardo cristallino, velo in testa, tranquilla nonostante il clamore che già la circondava. I parenti faticavano ad aprirle un varco tra la folla. Iniziò a recitare il rosario, poi ammutolì e sorrise. Dai presenti un grido “Guardate il cielo, guardate le montagne.”. Un arcobaleno invadeva ogni spazio. Caterina parlava con la Madonna, come accadde a Lourdes, a Fatima. Venerdì 5 giugno 2015, alle 15,30, il vescovo coadiutore, Guglielmo Borghetti, celebrerà per la prima volta la S. Messa nel Santuario (in attesa del nuovo); in particolare per ammalati e famiglie sofferenti. Segue la processione e benedizione eucaristica. L’ultima ‘visione celeste’ di Caterina risale al 5 novembre 1986, con un messaggio (leggi sotto). Il 5 giugno 1950, alla domanda “Dimmi chi sei?, rispose ‘Io sono L’Immacolata Concezione’

UN CLICK PER INGRANDIRE IL MANIFESTO

Un riconoscimento importante e significativo  al Santuario di Balestrino da parte del massimo rappresentante di papa Francesco nella diocesi di Albenga – Imperia. Dopo anni  di attesa,  di gelo, di cautela e di ponderata indifferenza, dopo che l’avvicendarsi di vescovi (De Giuli, Piazza, Baroni, Oliveri)  ha fatto maturare il graduale riconoscimento delle Apparizioni. L’arrivo di monsignor Borghetti dovrebbe segnare la svolta definitiva e un colpo di acceleratore al nuovo Santuario della Vergine a Monte Croce.  Negli anni delle apparizioni, il 5 di ogni mese, Balestrino era meta di migliaia di pellegrini, provenienti da Liguria, Piemonte,  Lombardia, da altre regioni  del Nord Italia, ma anche del centro e del sud;  molto presenti e assidui i fedeli francesi, con alcune agenzie di viaggi e di autopullman molto attive. E ancora dal Belgio, dalla Svizzera ‘italiana’. Una manna per l’economia del paese, attività ricettive, pensioni famigliari, ristoranti, bar, rilancio immobiliare.  Insomma, come accade in località di apparizioni e devozione, c’era tutto un indotto a trarre benefici. Non mancava il fiorire di attività artigianali,  col proliferare di bancarelle con ‘reliquie’, oggetti ‘sacri’, dal rosari alle statuine, alle immagini di fede.

Seguirono anni di silenzio, di lento e costante oblio. Venerazioni in sordina, con un Comitato che tuttavia è sempre rimasto assai attivo ed aveva nel marito di Caterina Richero uno dei volontari  più impegnati e tuttofare. Sta di fatto che con l’interruzione delle apparizioni, delle celebrazioni solennidelle ricorrenze il 5 di ogni mese, si interruppe il flusso e si affievolì la presenza di pellegrini. Di pari passo era l’inizio del declino del paese, al quale ha supplito lo sviluppo edilizio, seconde case, non sempre all’insegna del buon senso, del rispetto ambientale, della valorizzazione della natura e della integrità originaria da borgo ligure.

Caterina Richero si è fatta una famiglia, moglie e madre, ha lavorato al Santa Corona, il marito operaio edile (Impresa De Francesco di Loano), oggi  i coniugi sono entrambi in pensione e nonni.  Caterina era venuta alla luce il 7 ottobre 1940, festività della Madonna del Rosario; il papà Luigi Richero, la mamma Maria Rosa Panizza, umili contadini, ricchi di fede e sani principi etici.  Dopo Caterina sono venuti al mondo Giorgina, Maria e Giovanni. Abitavano una vecchia e dignitosa casa agricola della frazione Bergalla, vicino alla chiesetta di Santa Apollonia; è qui che Caterina  riceve la Prima Comunione e la Cresima.

Balestrino, in frazione Bergalla l’allora giovane cronista Luciano Corrado intervista davanti alla casa di Caterina Richero, la mamma Maria Rosa Panizza, era il 1966

Una testimonianza di Caterina Richero, descritta dal libro Monte Croce dell’insegnante Maria Pia Zacchi (Edizioni Del Delfino Moro di Albenga): “Avevo 9 anni e giocavo, con  mia sorella Maria e Luigi e un compagno sordomuto di 10 anni. Ad un tratto vedemmo volare sopra le nostre case una figura vestita d’oro e sfolgorante luce. Era seguita  da tantissime rondinelle e si dirigeva verso Monte Croce. La visione durò pochi secondi.  Ci spaventammo e restammo sbigottiti. Luigi corse da  sua mamma….Il giorno dopo 5 ottobre  1949 andammo a pasacolare le pecore nel castagneto poco distante da casa mia. Ero con Giorgina e Maria, sorella di Luigi.  Le due amiche, più agili, salirono su un albero di fichi e mentre io ero intenta a metterli nel grembiule fui abbagliata da una fortissima luce che mi avvolse tutta, tanto da non riuscire più a vedere attorno a me.  E subito nella luce distinsi una bellissima Signora. Mi spaventai…. Era vestita con una lunga tonica rosa scuro e sopra la tunica portava un manto celeste che le scendeva sul capo. Dimostrava diciotto o vent’anni.  Aveva una corona d’oro sul capo e dal bracciio destro le pendeva la corona del rosario.  Capii che non stavo sognando quando la sentii parlare. Mi disse: ‘Prega molto. Ritornerò fra cinque mesi’.

E ancora, sempre dal racconto di Caterina: ” Giunse così il 5 marzo 1950. I miei genitori, a mia insaputa, avevano calcolato che era quel giorno dell’appuntamento e d’accordo con  mia cugina Maria che aveva 25 anni, mi mandarono a pascolare le pecore in fondo valle, ben distante da dove mi era apparsa la bellissima Signora. …La Signora mi apparve ugualmente, sospesa nell’aria.  Mi sorrise e mi disse che era contenta perché avevo iniziato la pratica dei primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore di Gesù….In tutto la Madonna mi apparve 138 volte, sempre il giorno cinque, il mese me lo fissava lei di volta in volta.  Ad un certo punto visto le folle che si radunavano alla notizia delle apparizioni, le autorità religiose mi proibirono di recarmi all’appuntamento con la Madonna. Sono sempre stata ubbiendente nei confronti  del mio vescovo e con molta sofferenza rimasi a casa. La Madonna cominciò ad apparirmi li, dimostrando la sua gioia perchè avevo obbedito. Il vescovo mi convocò ad Albenga per due volte proprio in occasione dell’appuntamento. La prima volta mi apparve in una stanza dove erano radunati molti sacerdoti.  La seconda su una terrazza dove monsignor Fenocchio (imperiese di  Molini Prelà), allora vicario, mi aveva condotto. ….Il 5 ottobre 1971 la  Madonna mi disse che era l’ultima volta che veniva per la folla di fedeli che si era radunata attorno a me, ma che sarebbe tornata ancora una volta per me sola, senza rivelarmi la data….Il 5 novembre 1986 mi ero raccolta in preghiera, come facevo sempre nel pomeriggio…anche questa volta la Madonna non venne. Verso le 21,30 mentre deponevo  il lavoro di cucito in un cassetto presso la finestra, rimasi abbagliata dalla luce inconfondibile dentro la quale mi appariva la Vergine. Si, era proprio la bellissima Signora che mi avvolgeva ancora col suo sorriso di Paradiso.  Maria mi diede un incarico molto importante, mi disse testualmente: ” Figliola, è giunto il momento nel quale voglio essere onorata dai miei figli. Non tutti hanno compreso le parole del mio ultimo messaggio,  Ora la luce c’è stata. Molti l’hanno vista, altri la vedranno perchè si sappia che questo è il luogo che io ho precselto. Vai, dillo al vescovo. Benedico tutti, in particolare quelli che si prodigano per il mio trionfo”.

Sempre dalla parole di Caterina Richero, nero su bianco nel libro  ”Monte Croce“: “Per capire che cosa volesse la Madonna dal vescovo, devo per forza riferre il messaggio del 5 ottobre 1971. Lo ripeto integralmente.Figlioli cari, questa è l’ultima volta che il mio Gesù mi permette di venire in mezzo a voi. Verrò ancora una volta per te, ma la data ti rimarrà sconosciuta. Figlioli, sul Monte Croce potrete trovare la luce e la forza e io in quel luogo (l’apparizione avveniva a Bergalla) concederò copiose grazie. Figlioli, vi lascio il comandamento dell’amore: amatevi gli uni e gli altri come il mio Gesù e la Mamma vostra amano voi, e avrete quello che il vostro cuore desidera. La mia benedizione si estende su ognuno di voi”.  Infine si ricorda, a pagina 33, che il 5 giugno 1950 alla domanda di Caterina: ” Dimmi chi sei ?, rispose: Io sono l’Immacolata Concezione”.

L’autrice ed intervistatrice è Maria Pia Zacchi di Pietra Ligure, insegnante ad Albenga  e cittadina di Casanova Lerrone. Leggi…. anche il decreto del vescovo di Albenga, Mario Oliveri, con la nomina  dei componenti il Consiglio del gli affari economici di Monte Croce.

Balestrino, Caterina Richero, giovanissima, durante una delle 138 apparizione dell’Immacolata Concezione

Ceterina Richero con Gerry Delfino

 

La scrittrice Maria Pia Zacchi con Caterina Richero

 

Albenga, se la gelosia semina morte Sabato funerali ad Alassio in Sant’Ambrogio

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Albenga sotto i riflettori per una tragedia annunciata. E’ troppo facile additare i  presunti responsabili che avrebbero omesso azioni preventive. La storia criminale insegna che di fronte alla gelosia folle prima o poi vengono meno tutte le barriere. Gli amici, le amiche della vittima hanno parlato del loro impegno per difendere la povera Angela Colucci. Il giudice sostiene che è suo dovere applicare le leggi del Parlamento, altrimenti si sconfina nell’arbitrio. Il difensore dell’uxoricida- suicida ammette di essere stato ingannato dalle assicurazioni del cliente. Le cronache parlano di indignazione popolare. Vittima innocente è certamente la figlia testimone impotente di fronte ad un padre accecato che si trasforma in belva. E’ 16° uxoricidio dal 1965 in provincia di Savona, con tre assassini impuniti. C’è anche l’egiziano che a Finale Ligure ha ucciso, poi è fuggito nel suo paese e protetto. Estradizione negata. I funerali sabato mattina alle 10,30 ad Alassio in Sant’Ambrogio, rosario venerdì alle 19,30 nella camera mortuaria dell’ospedale di Albenga.

Chi ha scarcerato lo stalker assassino e suicida ? Un giudice ? Chi ? E il patteggiamento ? Due anni. Pochi ? Esempi di pene più severe ? La procura della Repubblica era contraria o d’accordo sulla pena e sulla revoca del divieto di avvicinamento ad Angela Colucci ? Speriamo di poter dare un risposta, quella che finora non abbiamo letto.

Il neo ‘re delle capre’ di Roccaverano ? Simone, perito elettronico di Savona ‘ Sono pastore per passione da 20 anni ‘

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Il papà Francesco Grappiolo era il direttore delle Poste di Savona centro. Il figlio Simone – una sorella postina e due fratelli, uno geometra, l’altro ex sacerdote emigrato in Brasile –  si è diplomato perito elettronico al Ferraris. Ora gestisce due stalle all’avanguardia a Roccaverano, capitale della Robiola: 400 capre tra autoctone e camosciate, 20 quintali di latte al giorno, 200 mila all’anno.  E’ consulente dell’azienda Agrilanda (Vesime) dell’imprenditore Oscar Farinetti (Eataly). E’ presidente eletto della sezione Ovi caprina dell’APA (Asti), 40 associati. La moglie Liliana Garino è architetto di 5 comuni. Insieme, nei primi tempi, mungevano, accudivano il gregge, fatto nascere con le loro mani almeno 200 capretti.

Simone Grappiolo nei campi di Roccaverano

Simone Grappiolo, classe  1971 come la sua compagna di vita che gli ha regalato Marco, 9 anni e Gaia, 6 anni, non ama il protagonismo. Mai un’intervista, se non un intervento pubblico alla Terza edizione regionale della Mostra Caprina. Il ritorno all’antica fiera. Era un importante appuntamento per allevatori, contadini o semplici curiosi, provenienti anche dalle regioni limitrofe che si ritrovavano in un grande mercato. Era un momento di incontro, d’aggregazione, in cui si confrontavano i capi e si aveva la possibilità di scambiare esperienze, fare conoscenze.  Ieri fiera, oggi mostra. E penare che il caprino di Roccaverano e delle aree limitrofe rischiava l’estinzione, di pari passo con la desertificazione dei paesi, l’emigrazione. Gli allevamenti  pian piano abbandonati, mentre avanzava la Caev, malattia che colpisce soprattutto le articolazioni e decimava i capi rimasti. La Caev si localizza nelle ghiandole mammarie, provoca la progressiva e drastica diminuzione della produzione di latte che pur non subendo, a quanto pare, alterazioni della sua eccezionale qualità, durante l’allattamento si trasmette ai capretti.  Dal 1997, la ‘Langa Astigiana – val Bormida’ sotto la guida del compianto Giuseppe Bertonasco, medico veterinario e pubblico amministratore, ha fronteggiato e vinto la malattia, fermato la strage, con la pratica degli ‘allevamenti sani”. E oggi Simone è il simbolo della bandiera della vittoria, del ripopolamento sul territorio della razza Roccaverano.

Un savonese che si fa onore, diploma elettrotecnico nel cassetto, ora pastore che continua a sporcarsi le mani col lavoro. Un caso, un esempio davvero raro. 

Non prediligo la polemica, la lamentela, preferisco darmi da fare. Un cosa va detta, a mio modo di vedere le cose e alla luce dell’esperienza vissuta, maturata. Se il Centro di selezione caprina l’avessero in mano francesi, inglesi, belgi, olandesi, saremmo davvero alle stelle. Invece continua a mancare diciamo la volontà politica, la forza trainante di chi dovrebbe avere una visione d’avanguardia. Abbiamo un prodotto eccezionale, senza concorrenti. Il nuovo disciplinare impone la produzione  del formaggio solo con latte crudo, nè pastorizzato, né trattato, rigorosamente da stalle controllate e in alcuni comuni  della provincia di Asti e di Alessandria. Il Robiola di Roccaverano è tutelato dal decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 13 gennaio 2006 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  n. 27 del 2 febbraio 2006.  Norme talmente severe che creano un solare handicap nella commercializzazione all’estero.

Eppure se dovesse tornare indietro, siamo soliti dire, rifarebbe lo stesso cammino ?

L’esperienza aiuta ad evitare errori e farsi sangue marcio. Non sono pentito, sono felicemente integrato.

Savona, la sua città, le manca? Qui siamo a 800 metri, tanta natura, un mare di verde, silenzio di tomba, solitudine, difficile incontrare qualcuno per molti mesi all’anno. Savona è sul mare, una città viva e vivace, forse fin troppo sotto certi aspetti non sempre edificanti.

L’ho vissuta quando, negli anni ’80 e ’90, la città era più a misura d’uomo.  Erano gli anni che per una piazza e una birra, un dolce  bastavano dieci mila lire. C’era la compagnia, l’animazione della sera. Tra gli amici più cari ricordo  Vittorio Neri, ora ingegnere a Savigliano.  Oppure  Gianluca Guidarini  architetto.  Ce ne sono  tanti altri,  un po’ di nostalgia.  Ogni tanto scendo a Savona, l’ha ritrovo caotica, rifletto sulle tante occasioni perse. Il Priamar credo sia un gioiello unico, sul mare che avrebbe dovuto fare da traino e da attrazione. Savona che potrebbe esibire la passeggiata più lunga e suggestiva della Liguria turistica, da Albissola a Vado Ligure. Provo  disagio quando passo davanti  all’oratorio salesiano  chiuso e deserto.  Era la fucina ed il ritrovo di migliaia di ragazzi di Savona.  All’Itis giocavo a biliardo, sono stato rappresentante di classe dell’Istituto  negli anni caldi della  Guerra del Golfo.  Ho fatto l’animatore  e l’allenatore di calcio. Ho vissuto la positiva esperienza  degli incontri promossi dai Salesiani tra i movimenti giovanili, alla Spezia, in Toscana. Ho incontrato don Riboldi, il giudice Caponetto.  A Savona abitavo in via Cavour, grazie ai Salesiani ho iniziato ad apprezzare la montagna; avevano organizzato un campeggio al Tanarello (Monesi), un’ altra volta la ‘scalata’ del bellissimo Mongioie.  Gli oratori erano luogo di incontro abituale. Tra le persone che ho più apprezzato  nel periodo scolastico  la professoressa  Gabriella Rosso, mitica preside, preferiva che i suoi ragazzi fossero più preparati ad affrontare le difficoltà della vita piuttosto che secchioni. E poi, non so se sia ancora un vita, l’insuperabile Lelio Speranza.….

Fare il pastore nel terzo secolo, il nome affascina, riporta alla pastorizia dei nonni, la transumanza, la vita grama. Sarà per la crisi, c’è una rivalutazione del mestiere, la tecnologia aiuta, i supermercati…..

Posso raccontare la mia esperienza. Tutti i giorni dell’anno sono in stalla alle 5,30. Inizialmente mungevo a mano aiutato da  mia moglie. Ora c’è l’impianto di mungitura, al mattino si inizia alle 6, al pomeriggio alle 17.  Ogni capra può dare dai 2 ai 6 litri di latte al giorno. Nelle due stalle si trovano 400 capi, tra cui una quindicina di becchi di razza. In un’ora l’automazione consente 120 mungiture. Quando non si pascola e personalmente preferisco la stalla, l’alimentazione viene preparata da un carro miscelatore. Pasto Unicid: miscela di erba medica dei nostri prati, grano  turco, soia,  vitamine di origine vegetale. Il letame prodotto lo utilizziamo per concimare i campi di fieno.  Non si vive nell’oro, però non mi lamento. Il latte si vende al caseificio a 90 centesimi il litro. (Quello di mucca il mese scorso veniva pagato 36 centesimi ndr).

Si considera un fortunato, un fenomeno, una persona normale….

Normalissimo, a patto che si lavori con passione, dedizione, scrupolo; l’agricoltura, la pastorizia o la condividi oppure ti estranei, la sopporti. La mamma di papà  possedeva una casa nella zona di Acqui Terme. A  Castel Boglione, alto Monferrato. Zona vitivinicola. Una cascina da ristrutturare, ho iniziato a tenere qualche capra, era il 1994, ricordo che ritirava il latte il caseificio Merlo. Sono arrivato a tenerne una sessantina. Questa struttura di Roccaverano, dove ci troviamo, è stata realizzata nel 2000 dalla Comunità Montana grazie ai finanziamenti per la lotta alla Caev. Ospitava 200 capre, ma la gestione era difficoltosa sotto vari aspetti. Posso dire che hanno trovato soltanto il sottoscritto disposto a rischiare .Così mi sono trasferito con la famiglia. Mia moglie è stata davvero un tesoro, si è tirata su le maniche. Architetto nei Comuni e  la sera in stalla a darmi una mano. Ora, con due bambini, segue soprattutto la parte burocratica che non manca mai.  Tra queste montagne, nei campi l’unica attività che ti consente di vivere dignitosamente è allevamento, i campi del fieno e granoturco non sono più redditizi.

Una bella svolta nella Regione Piemonte: eccellenza di vini, di produttori, di esportatori, formaggi  pregiati, la globalizzazione non danneggia tutti.

Grappiolo con le pregiate capre camosciate, il loro latte è ricco di particolari proteine

Fino a 5- 6 anni fa il latte di capra arrivava ai caseifici soprattutto dalla Francia e dall’Olanda,  d’improvviso è salito a 1 euro causa il generale rialzo dei prezzi di soia e granoturco. In Francia hanno abbandonato gli allevamenti.  Direi che è arrivato il nostro momento.  Alcuni ceppi di capre camosciate e di Roccaverano danno una resa migliore e particolari proteine. Anche la razza bianca, a seconda dei ceppi, ha un latte eccellente.  Arrivano a 10-12 anni.  Siamo passati ad un’evoluzione del ciclo produttivo. Una parte  del gregge viene fatta partorire  in primavera, l’altra in autunno.  Diciamo il ciclo completo.  Con luci accese d’inverno; la bestia va in calore  quando aumenta l’intensità luminosa e di conseguenza la melatonina nel sangue,  ecco spiegato l’estate artificiale nella stagione più fredda.  Vaccinazioni un paio all’anno, tutti gli sforzi però stanno nella prevenzione, le cure costerebbero troppo. L’utilizzo di erbe officinali sono in questo senso ottimali, e poi diciamo che i veterinari specializzati per le capre sono rari, dunque massima attenzione proprio nell’alimentazione quotidiana. Nel benessere dell’animale.

Signor Simone, spesso chi emigra, anche in patria, si sente un po’ forestiero, guardato e invidiato a seconda della sorte.

All’inizio lo ammetto, è stata dura. Qualche difficoltà, non piccola, mi è stata confezionata. La serietà e la tenacia alla lunga pagano.  Credo che la Robbiola di Roccaverano crei un giro d’affari annuo  di qualche milione di euro, con decine di addetti nel circuito di produzione e indotto. Abbiamo a Roccaverano il caseificio sociale che negli anni ’70 è stato al centro di un dissesto, rilevato da giovani di Acqui Terme, credo dia lavoro annuale a 12 dipendenti. Il nostro latte lo vendiamo a loro destinato alla Robiola e ad Agrilanga di Vesime. Dove Farinetti è venuto alcune volte ed ha affidato la supervisione ad un manager di fiducia.

I suoi figli la seguiranno ? Ha un auspicio ?

In estate i bambini vanno volentieri al mare e sono contento. Non credo sia utile costringerli, semmai educarli e quando posso li porto in montagna, a vivere le tante bellezze di madre natura. Sono cattolico praticante, chiamiamole pure le meraviglie del Creato.

Luciano Corrado

  

 

 

  

  

Il ristorante locanda osteria di Roccaverano sulla piazza principale del paese

Il nucleo di case di Roccaverano dove vive e dimora con la famiglia Simone Grappiolo

 

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