Il presidente Toti, il prof. Bassetti, Il Secolo XIX. Atto secondo pubblicato da Enrico Pedemonte (vedi lo scorso numero di trucioli.it…..). Il presidente della Regione Giovanni Toti usa i fondi destinati alla promozione della Liguria in modo molto spregiudicato ? Negli ultimi mesi la Regione ha speso (per promuovere se stessa e quindi il suo presidente) somme enormi che sarebbero state meglio investite per attrarre turisti dal resto d’Italia e dall’estero invece che per magnificare l’attività della giunta regionale presso i liguri, a pochi mesi dalle elezioni.
Il direttore del Secolo XIX Luca Ubaldeschi e il presidente della Regione Toti (foto Bordighera TV di Gesuino Collu)
Nel tardo pomeriggio di ieri (venerdi ndr) mi ha telefonato Luca Ubaldeschi, direttore del Secolo XIX, amareggiato per il mio ultimo post. E stato molto gentile e l’ho ringraziato per la telefonata.
Ubaldeschi ha cominciato dicendo che nel mio post c’era un’imprecisione: non è vero che gli inserti cominciati la settimana scorsa con un numero sponsorizzato dalla Regione continueranno per dieci settimane. Ne ho preso atto, gli ho chiesto scusa per l’imprecisione e ho provveduto a correggere il post. Ha aggiunto che la decisione di pubblicare un intero numero sponsorizzato (quello di lunedì 4 maggio) dove comparivano solo pubblicità della Regione nasce da un accordo commerciale tra la concessionaria del Secolo XIX e la Regione stessa.
Al contrario, la decisione di far uscire l’inserto di otto pagine (e un altro lunedì prossimo) firmate dall’infettivologo Matteo Bassetti nasce da una telefonata che Bassetti gli fece qualche settimana fa. Sulle prime Ubaldeschi voleva trasformare la testimonianza di Bassetti in un ebook, poi lo hanno convinto a pubblicarla in alcuni inserti.
Ubaldeschi era molto amareggiato che io avessi scritto che queste scelte sono al limite dell’etica professionale. Purtroppo continuo a pensarlo e cerco di spiegare perché.
Il presidente della Regione Giovanni Toti usa i fondi destinati alla promozione della Liguria in modo molto spregiudicato. Come ha ben documentato LiguriTutti, un sito di informazione gestito dai giornalisti Marco Preve e Ferruccio Sansa, negli ultimi mesi la Regione ha speso (per promuovere se stessa e quindi il suo presidente) somme enormi che sarebbero state meglio investite per attrarre turisti dal resto d’Italia e dall’estero invece che per magnificare l’attività della giunta regionale presso i liguri, a pochi mesi dalle elezioni. Tra queste spese spicca un investimento di 150 mila euro su Primo Canale, una televisione locale che appare ormai come uno strumento di propaganda nelle mani del presidente della Regione e che per questo è stata soprannominata TeleToti. (ndr Trucioli ha già pubblicato i contributi del governo per l’anno 2018, primo acconto del 90% anno 2018, alla società PROGRAMMAZIONI TELEVISIVE S.P.A.PRIMOCANALE, editore Maurizio Rossi – senatore fino al 2o017 del Gruppo Misto- importo di € 424.229,24).
In questo contesto nasce la sponsorizzazione del numero del Secolo XIX in edicola il 4 maggio, dove in ogni pagina compariva una pubblicità della Regione Liguria costata (Ubaldeschi non me lo ha smentito) 60 mila euro di denaro pubblico. (Il presidente Toti dovrebbe spiegare quale vantaggio trarranno i cittadini liguri da un simile spreco).
Sempre in questo contesto arriva l’accordo con Matteo Bassetti che non è solo, come dice il direttore del Secolo XIX, un infettivologo impegnato in prima linea contro il Covid-19. Bassetti è stato, fin dall’inizio della pandemia, un importante membro della Task Force regionale sul Covid, il principale consulente di Toti e tra i responsabili in prima persona delle scelte tecniche e strategiche fatte da una Regione che con il passare dei giorni, nel corso di questa pandemia, è precipitata agli ultimi posti in quasi tutte le classifiche nazionali: contagi, mortalità, numero di tamponi effettuati.
Bassetti è l’esperto che il 27 febbraio diceva a igv.it: « Il coronavirus è più simile all’influenza che alla pesta bubbonica. Non c’è un’emergenza in Liguria, ci sono tanti casi semplicemente perché li siamo andati a cercare ». Sempre lui, il 7 marzo (quando in Liguria si contavano 51 morti di Covid al giorno), si sbilanciava con La7 : «Siamo passati a una fase di mitigazione dell’epidemia ». Il 7 aprile (sempre su igv.it): «Quando avremo zero nuovi contagi, cioè intorno al 20-30 aprile, dovremo far passare ancora 30 giorni». Per la cronaca, tra il 20 e il 30 aprile ci furono poi 239 morti in Liguria. Ancora, il 6 maggio sosteneva (sul Mattino) «A marzo questo virus era uno tsunami, ora è diventato un’ondina. Forse è perché ha già colpito i soggetti più fragili, facendo una “selezione naturale”, o forse si è depotenziato». Selezione naturale? Viene il dubbio che talvolta Bassetti non sappia cosa sta dicendo.
Naturalmente ogni giornale sceglie il proprio punto di osservazione da cui guardare la realtà, ma quello scelto dal Secolo XIX negli ultimi mesi è stato così rispettoso delle scelte compiute dalla Regione, così poco pronto a individuare gli errori e le responsabilità nella gestione della pandemia in Liguria, da spingere me e alcuni amici ad aprire una pagina Facebook (@TamTamLiguria) per raccontare un punto di vista diverso, ancorato a dati reali, che non troviamo espresso con la dovuta incisività sui giornali cittadini.
E stata l’opacità che circonda l’operato della Regione che mi ha spinto a pubblicare il post di ieri. Sarò un visionario, ma continuo a pensare che i giornali dovrebbero essere un contropotere autonomo da tutti gli altri poteri, in particolare da quello politico. È solo in questo modo che possono riuscire a costruire intorno a sé una comunità di lettori disposti a mettere le mani al portafogli per garantire uno spicchio di libertà di stampa nella propria regione.(Enrico Pedemonte)
COMMENTI (VIA SOCIAL) – Ermenegildo Valle: Primo canale è vergognosa. Vorrei sapere se gode di finanziamenti anche da parte dello Stato. Comunque anche Rai3 non è da meno. Paolo Della Sala: Non credo ci sia un giornale di una tiratura non minima scevro da controllo politico, o da servilismo interessato alla politica da parte della proprietà, o da giornalisti esenti da simpatie politiche che riversano poi sui lettori (inconsapevoli, a volte). Neanche uno. E’ un disastro tripartigiano, tra centrodx, centrosx, pentastelle (poi ci sono i legami sottodominanti con i sottopartiti e i macropoteri). Giuseppe Viglione: Ammesso che esista la figura dell’editore puro, non ci troviamo certo in questa fattispecie. E Primocanale la volata a Toti la tirerebbe a prescindere, considerata la visione politica del suo editore, ex senatore in Forza Italia. Valero Gennaro: Grazie. Molto condivisibile quando scrivi. Adesso capisco il furioso l’attacco che ho subito in diretta il primo aprile alla 20.30 da un giovane giornalista (?) di Primocanale. Caccia al tesoro chi ritrova quella trasmissione. C’è da ridere. Stavo solo tentando di presentare alcune analisi epidemiologiche appena prodotte… Ma il grafico sulla mortalità regionale che hanno trasmesso non era quello che avevo inviato .. www.isde.it
MARIO MOLINARI SU LA NUOVA SAVONA
Son sempre i migliori che se ne vanno. Con certi direttori / marketing
COMMENTI- Vivian Gosio (dipendente del ministero dell’Interno dal 1985): È un giornalista che sa porgere domande intelligenti e garbate ed è sempre attento alla qualità delle persone che intervista. Non vedo altri che sappiano fare altrettanto, indipendentemente dall’orientamento politico.
DA PROFESSIONE REPORTER- SUCCEDE AL CORRIERE DELLA SERA
12 € PAGATI ALL’EX INVIATO SPECIALE PER LA RIPUBBLICAZIONE DI UN VECCHIO ARTICO
E DUE PENSIONATI CHE CONTINUANO A SCRIVERE, A ESSERE PAGATI
(A.G.) Bruno Tucci, inviato prima al Messaggero, poi al Corriere della Sera su tutti i fatti più importanti in Italia e nel mondo, la mattina del 12 febbraio scorso legge su corriere.it una cronaca che scrisse quarant’anni prima. Era firmata assieme a Gian Antonio Stella e raccontava l’uccisione del professor Vittorio Bachelet da parte delle Brigate Rosse, all’università La Sapienza di Roma. Nessuno, dal suo vecchio giornale, gli aveva fatto una telefonata per chiedere un’autorizzazione o perlomeno per avvertire. Ma vabbè. Tucci è abituato alle durezze da redazione, conosce ritmi, tempi, difficoltà e nevrosi. In fondo, gli fa piacere che il suo lavoro venga valorizzato ancora, a tanta distanza.
Estratto conto –Due mesi dopo, si è già dimenticato tutto. Controlla, come fa ogni tanto, l’estratto conto bancario e nota nella colonna delle entrate l’ingresso di 12,75 euro. Vengono dal Corriere della Sera e sono il pagamento per la pubblicazione del pezzo su Bachelet.
“Non mi aspettavo nulla – racconta Tucci, che è stato per 18 anni presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e ora è consigliere- In fondo era un pezzo già pubblicato. Ma 12 euro e 75 centesimi… Il primo istinto è stato quello di rispedirglieli. Ma non saprei come e dove. Ho lasciato perdere”. Tucci ricorda soltanto -per dire come sono cambiati i tempi- che per anni ha tenuto una rubrica in Cronaca di Roma del Corriere sulle squadre di Roma e Lazio: “Mi davano 500 euro a pezzo, poi scese a 320, poi a 100. Sempre meglio di 12,75 euro…”.
Malumori in redazione –Questa storia si abbina, in qualche modo, alla campagna di primavera avviata in questi giorni al Corriere contro i collaboratori. Il responsabile delle risorse umane Vito Ribaudo sta chiamando una parte dei giornalisti a borderò per comunicare un taglio netto dei contratti in essere: il 20 per cento di media su quello che è stato pattuito e firmato alla fine dell’anno. A causa delle perdite per Covid 19. In qualche caso, in cambio, viene assicurato il rinnovo automatico per l’anno prossimo.
La richiesta di incidere sulle collaborazioni viene dal cdr ed è stata inserita nel recente accordo sui prepensionamenti. I malumori in redazione riguardano in particolare i pensionati che continuano a lavorare con gli stessi compiti di prima. Due nomi, prestigiosi, su tutti: Marzio Breda che copre il Quirinale dal 1990 e Massimo Gaggi che continua a fare il corrispondente da New York. Il problema non è che scrivano ancora, è che svolgano senza differenze sostanziali il lavoro ante-pensione. Togliendo spazio alla crescita dei giornalisti in servizio. Per ora i compensi di Breda e Gaggi non sono stati toccati.
Nelle ultime settimane, Covid -19 permettendo, sono andate a buon fine due iniziative editoriali in provincia di Savona. Altre (si ha già notizia di tre) sono in elaborazione. All’orizzonte le elezioni regionali con i ripetuti sondaggi, pubblicati e non, che danno la squadra del presidente Toti saldamente al comando per il bis. Ma anche le elezioni a Savona dove potrebbe essere la prima volta di un giornalista candidato sindaco. Un tris se si tiene conto della Regione. Per la storia finora era toccato solo a Pier Paolo Cervone, a Finale Ligure, due mandati nel centro sinistra, fallito il terzo tentativo alle comunali di maggio con una lista civica.
La prima iniziativa – di cui trucioli ha già anticipato, ‘UN GIORNALE PER QUILIANO’ (vedi Cultura, Editoria, Promozione sociale, Valorizzazione del territorio ….) . Il compendio di un lavoro editoriale che si avvale dell’esperienza del Savonese Mario Muda, giornalista professionista pensionato, sponsorizzata dall’Amministrazione comunale del tre volte sindaco Nicola Isetta, due con il centro sinistra e una con la lista civica. La seconda è di professionista del foro, pensionato, politico già nella prima repubblica; messosi per qualche anno in disparte, l’avv. Renato Scosceria di Finale Ligure, è tornato sulla breccia e l’obiettivo sono le prossime regionali e contribuire a rafforzare lo schieramento del presidente nazionale Giorgia Meloni dato in ascesa quasi ovunque e che potrebbero frenare le mire leghiste a Savona e in Liguria.
IL RITORNO DI ‘NUOVE PROSPETTIVE’- Scosceria in rete con il secondo numero di ‘nuove prospettive‘ e che ripropone ‘nuove prospettive savonesi‘ nato negli anni ’80 con Msi- Dn. Scosceria da il benvenuto alla dr.ssa Elisa Ravera commercialista affermata tra Savona, Genova e Milano. Invita i destinatari del periodico a collaborare con osservazioni, suggerimenti. Ha scritto il suo primo editoriale che riportiamo perchè contiene aspetti non trascurabili nel presunto scenario politico e di potere locale, più o meno sotterranei sembrerebbe, ma non troppo.
Eccolo: Savona si avvia lentamente verso le elezioni comunali del 2021 ma già i poteri forti hanno fatto sentire la loro voce. Poco tempo addietro, tramite l’onnipotente ed omnipresente Dr. Luciano Pasquale (ex Banca Carisa, ex Camera di Commercio, ex Unione Industriali, etc….) è stato esplicitato a futuro candidato sindaco il nome del dr. Franco Orsi, già sostenitore, alle scorse Regionali, dell’on. Raffaella Paita (ex PD, ora Italia Viva di Renzi ).
Che il nome di Orsi (già sindaco per due mandati ad Albisola Superiore dal 2029 al 2019 ndt) sia gradito ai poteri forti è cosa nota da tempo, ma che egli rappresenti il novum rispetto all’attuale giunta e, soprattutto, la soluzione ai problemi (e sono tanti che affliggono Savona) è tutt’altra cosa!
A prescindere dagli orientamenti politici, Savona necessita di una svolta vera, svolta che, purtroppo, non ha rappresentato l’attuale Sindaco IlariaCaprioglio legata anch’essa a schemi che hanno portato ad un indebolimento del tessuto economico e sociale che è sotto agli occhi di tutti.
Basti pensare nel piccolo al degrado della città ed all’ordine pubblico. Solo candidati forti, svincolati da ogni sudditanza verso chicchessia, potranno aspirare a governare una città che merita ben altro.
NELLA PAGINA RISERVATA A ‘IL PUNTO POLITICO’, SI LEGGE
Benvenuta Elisa! E’ con vivo piacere, anche personale, che do’ il benvenuto in questo periodico online alla Dr.ssa Elisa Ravera, nota e valente Commercialista i cui interessi professionali spaziano da Savona, ove residente, a Genova nonché a Milano.
La Dr.ssa Ravera, che amichevolmente chiamo Elisa, è attiva componente e dirigente dell’Associazione “Stella d’Italia” che rappresenta un importante movimento conservatore a livello nazionale.
“Meloniana” convinta e prossima componente attiva del circolo di Fratelli d’Italia di Savona, sono certo che potrà dare un forte contributo al Partito sia come attivismo sia come idee per Savona e Provincia. Benvenuta dunque Elisa e ad maiora!
QUANDO SI PUBBLICAVA ‘NUOVE PROSPETTIVE SAVONESI’
La pubblicazione era stata fondata nel 1980 ed iscritta come periodico settimanale al Tribunale di Savona n.272 del 7 marzo 1981. La direzione era in corso Italia 8/2 a Savona, direttore responsabile Vincenzo Gubitosi, nato a Napoli, classe 1933, pubblicista, iscritto all’albo di Genova nel 1984, risiedeva a Rapallo.
Il ‘notiziario’ era venduto in edicola a 400 lire, 25 mila lire l’abbonamento annuale ordinario, 50 mila se sostenitore. In occasione di elezioni, su iniziativa e sponsorizzazione dei candidati inviato gratis ai capifamiglia residenti in provincia di Savona. Riproduciamo alcune pagine del numero che precedeva nel 1985 le elezioni regionali e provinciali.
Tra i candidati Riccardo Ramella (è stato civilista e penalista ad Alassio negli d’oro del boom edilizio e dei contenziosi in materia in cui si era specializzato con l’avv. Angelo Preve) che si era trasferito in Piemonte e da allora abbiamo perso le tracce. Restano nel pianeta internet due significative sentenze che lo riguardavano: una della Corte Costituzionale (vedi…….) e in precedenza della Corte d’appello di Genova (vedi…..) che aveva dato origine alla significativa pronuncia della Consulta. Un caso ‘famiglia’ che ha fatto giurisprudenza negli anni.
Tra i candidati ancora in vita il pietrese verace Francesco Forni, sempre tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale, ungalantuomo stimato per la sua coerenza e rigore con se e con gli altri nella vita pubblica. Poi Liviana Camerini che è stata consigliere comunale a Loano e candidata a Balestrino dove abita da quando è rimasta vedova. Non abbiamo notizie di Elianora Romano (scritto così anzichè Eleonora, errore di stampa ?). Tra i più conosciuti e popolari, soprattutto per militanza da camerati, Rocco La Rocca (Savona) e Gabriele Di Nardo (chicchierato e imputato nel processo Guerinoni – Geri per l’omicidio del farmacista Cesare Brin a Cairo Montenotte). Di Nardo, già dirigente d’azienda, ha ricoperto ruoli di consigliere regionale, segretario Provinciale e componente il Comitato Centrale Msi- Dn, consigliere comunale ad Albenga. Nella stessa località abitava anche il candidato alle regionali del 1985 Carlo Montonati.
Allora i cavalli di battaglia del partito eranola ‘moralità e l’efficienza’ per “porre fine agli scandali di questo regime partitocratico, l’elezione diretta del sindaco (cosa che si avverata); gli appalti da sottrarre, nella fase esecutiva, alle Amministrazioni locali, provinciali e regionali; i controlli sugli atti degli enti locali esercitati da Magistrati della Corte dei Conti (anche in questo caso è quanto si è verificato nel tempo); infine le Usl “devono essere svincolate dalla gestione partitocratica – clientelare e, in attesa della riforma globale, commissariate”.
Ora abbiamo le Asl saldamente in modo al partito e al potere di turno che nomina i direttori generali. Ieri come oggi le sponsorizzate e spesso combattute nomine dei primari e dei vertici in camice bianco dove dilaga la prateria massonica (due obbedienze soprattutto) già molto ben rappresentata. Conosciamo le realtà savonesi ed imperiesi. Ma il tema non è famigliare neppure alla ‘buona stampa’, a giornalisti coraggiosi e liberi. Con ‘fratelli muratori’ che amano esporsi ad ogni occasione dietro il paravento del loro ruolo a beneficio della comunità, dei pazienti, altri preferiscono ‘lavorar tacendo’ e magari confidare lotte intestine di cui mai si parla e che in certi casi sono la vera origini di chi lascia l’Asl e preferisce ospedali privati in Piemonte e Lombardia op dedicarsi solo alla libera professione.
IL NUMERO ELETTORALE DEL 1985
LA SECONDA INIZIATIVA EDITORIALE
IL SINDACO ANNUNCIA: “UN GIORNALE PER QUILIANO”
L’annuncio del sindaco Nicola Isetta: “In questo momento abbiamo deciso di dare spazio a un gesto di speranza e di prospettiva. Vogliamo volgere lo sguardo oltre il presente, non solo in modo metaforico ma in modo sostanziale e anche nuovo. Con uno strumento a disposizione del territorio e della nostra Comunità tutta con UN GIORNALE PER QUILIANO”.
UN FIORE PER I MARTIRI
“In occasione della celebrazione del 75° anniversario della Liberazione un ramo di ulivo e una coccarda tricolore sono state deposti su tutte le targhe delle vie e degli edifici dedicati alla memoria di Caduti per la Libertà. Un gesto per ricordare l’importanza del loro sacrificio e la volontà di Quiliano di ricordarlo e celebrarlo”.
Il 25 aprile è la festa dei diritti, della libertà e della giustizia sociale.
IL POST DI MARIA GABRIELLA BRANCA, AVVOCATO
La festa di chi ha combattuto, anche per noi, per donarci un paese libero dai soprusi, dalla sofferenza, dalla crudeltà. Noi spesso dimentichiamo la bellezza della libertà, ed in questi giorni in cui i nostri movimenti sono stati ridotti per l’emergenza sanitaria, sentiamo ancora di più la responsabilità che i partigiani hanno posato sulle nostre spalle.
Dobbiamo difendere questa giornata da tutti gli attacchi, dai revisionismi e da chi tenta di affermare che i morti sono tutti uguali.
Una giornata che è memoria, ma soprattutto è futuro.
Maria Gabriella Branca candidata alle Europee 2019 con La Sinistra: “La Sinistra è l’unica lista di sinistra, ma non perchè lo dice il nome abbiamo 11 punti nel nostro programma che riguardano tutte le tematiche fondamentali, dal mondo del lavoro, alla tutela della parità, all’uguaglianza, i problemi relativi all’eliminazione dei paradisi fiscali, il welfare, tocchiamo anche tutte le problematiche relative alla trasformazione dell’Europa in un’Europa dei popoli rispetto a quella delle banche”.
Per trovare il coraggio di lottare sempre contro le ingiustizie, contro le violenze e le discriminazioni, di far ascoltare la nostra voce anche quando va contro un sentire comune.
Il coraggio di prendersi cura degli altri, dei più fragili o indifesi.
La più bella missione che si può avere nella vita è quella di difendere i diritti delle altre persone, combattere per l’affermazione di un principio di legalità e di giustizia. Non dobbiamo, non possiamo smettere di credere nei diritti”.
DA LA STAMPA DEL 14 GENNAIO 2020 IL PROCESSO PER TIRRENO POWER
Continua in Tribunale il processo per disastro ambientale e sanitario colposo relativo alla centrale di Vado nel quale sono a giudizio 26 persone tra manager ed ex manager di Tirreno Power. Nell’udienza di questa mattina saranno ascoltati gli esponenti dell’ Ordine dei Medici, di Uniti per la Salute e WWF Italia. Queste ultime associazioni insieme al Ministero della Salute, Accademia Kronos, Codacons, Cittadinanza Attiva Onlus Liguria, Articolo 32, Adoc, Greenpeace, Medicina Democratica, Legambiente, Anpana e Ministero dell’ Ambiente, si erano costituite come parti civili al processo. Così come una cinquantina di abitanti di Vado Ligure, tutti residenti nella cosiddetta «zona di ricaduta» delle emissioni (secondo l’ accusa inquinanti) della centrale che chiedono il risarcimento dei danni morali perchè lamentano di aver vissuto per anni con la preoccupazione di ammalarsi. Saranno interrogati dai pm Elisa Milocco e Chiara Venturi: Gianfranco Gervino di Uniti per la Salute, il dottor Ugo Trucco ex presidente dell’ Ordine dei Medici di Savona e per il WWF Italia Patrizia Santilli responsabile dell’ ufficio legale e Massimiliano Varriale, consulente degli aspetti energetici.Lo scorso anno sono stati ascoltati a ripetizione i sindaci dell’ epoca di Vado e Quiliano Carlo Giacobbe e Attilio Caviglia, Nicola Isetta e Alberto Ferrando, il commissario di polizia Monica Bellini, il maresciallo Attilio Sciortino, il tecnico di Arpal Massimiliano Pescetto, l’ ex direttrice regionale Gabriella Minervini e l’ ex referente del gruppo per la pratica di rinnovo dell’ Aia Marco Mazzoni. I gruppi a carbone di Tirreno Power furono sequestrati nel marzo 2014 dalla Procura di Savona, dall’ allora Procuratore della Repubblica Francantonio Granero, che ora è in pensione. I fumi emessi dai gruppi a carbone, secondo l’ accusa dei pubblici ministeri, avrebbero causato un aumento dell’ inquinamento nonché della mortalità dei residenti.
NOTA DI TRUCIOLI.IT – Durante la lunga fase delle indagini e di intercettazioni telefoniche (e pare alcune ambientali, peraltro stralciate, di cui non si è mai scritto) erano emersi i rapporti dell’Ufficio pubbliche relazioni di Tirreno Power con alcuni giornali e giornalisti savonesi e non, le lagnanze per certi articoli, i contatti su cui contare. Comunque basterebbe riproporre l’intera rassegna stampa dell’epoca, le dichiarazioni dei politici e le interviste (alcune molto significative pro carbone) per farsi un’idea di quante attenzione fosse riservata ai ‘nemici’ della Tirreno Power e agli amici dei politici che la ‘difendevano’.
IL SINDACO E IL SUO SITO INTERNET WWW.NICOLAISETTA.IT
Forse è l’unico tra i sindaci in carica in provincia di Savona che ha scelto da tempo il ‘colloquio’ e l’informazione costante con i cittadini all’insegna della comunicazione e della trasparenza sugli atti del Comune, ma anche lo spaccato della sua storia personale. Parliamo di Nicola Isetta tra i sindaci di lungo corso più popolari del savonese, se si esclude il ‘compagno rosso’ Renato Zunino a Celle Ligure.
Isetta e l’ingresso nell’ Albo assaggiatori di vino, Sezione di Savona ONAV con il diploma di ‘assaggiatore’ dopo aver seguito corsi teorici e pratici, superato ‘l’esame’. Oppure l’iniziativa “con la comunità di Comuni “ Mâconnais –Val de Saône” , nel periodo in cui ero Sindaco del Comune di Quiliano abbiamo sottoscritto un gemellaggio d’amicizia. Bello che l’amicizia riesca ad andare anche oltre i rapporti istituzionali e diventi anche amicizia di comunità”.
O ancora l’onorificenza a ‘Cavaliere della Repubblica‘, con un comunicato stampa per una:
Il diploma di Cavaliere “ Al Merito della Repubblica” che mi è stato consegnato da S.E. Prefetto di Savona, per le motivazioni sostanziali indicate è ritenuto per il sottoscritto un riconoscimento anche alle persone che in questi anni hanno lavorato per la crescita della comunità quilianese. Lo è per il supporto che ho trovato già giovanissimo nei quilianesi più anziani ed esperti, che mi hanno sempre sostenuto e aiutato nel mio impegno sociale di Presidente della S.M.S. Fratellanza Quilianese.
Lo è per il coraggio, l’impegno e la lungimiranza che le Società Mutuo Soccorso, Cattoliche e Sportive hanno avuto nel fondare la Società Polisportiva Quiliano, società che raggruppa cinque discipline sportive, calcio, pallavolo, karate, danza, ginnastica e ora svolge sul territorio un ruolo di prevenzione sociale – sportiva di fondamentale importanza per la nostra Comunità. Lo è per il Sindaco e l’Amministrazione Comunale De Lucis che mi ha dato l’opportunità dal 1995 al 1999 di svolgere con la delega ai Servizi Sociali alcuni iniziative tra cui:
creare il Centro Sociale Polivalente Rocco Malacrida, sede operativa di moltissime Associazioni del territorio quilianese.
realizzare la Consulta dell’Associazionismo e del Volontariato, a cui attualmente aderiscono 25 Associazioni che operano nel campo del sociale, della culturale, e del volontariato
creareil Centro Socio-Educativo per ragazzi portatori di handicaps
avviare il progetto Auser “Filo d’Argento “ Quiliano rivolto alle persone anziane di tutto il territorio del Comune di Quiliano
istituire tra i primi Comuni della Provincia, il Consiglio Comunale dei Ragazzi che ha aderito ai progetti Unicef e che mi ha consentito di diventare Sindaco difensore ideale dei bambini e “Quiliano Città dei Bambini”.
Credo sia anche un riconoscimento per la fiducia che i cittadini Quilianesi mi hanno dato eleggendomi nel 1999 e nel 2004 Sindaco di questa comunità. Ringrazio per tutto questo, oltre al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio e agli organi dello Stato che mi hanno proposto anche tutti i cittadini di Quiliano e in particolare tutti quelli che in modo poco appariscente hanno lavorato con impegno e serietà, in questi anni, per far crescere tutta la comunità. Grazie Quiliano. Nicola Isetta
Chi ha seguito la cronaca giudiziaria savonese per qualche decennio, dai primi anni ’70, si è imbattuto spesso con inchieste, processi, condanne, assoluzioni, per vicende legate al ‘caro estinto’. Da un po’ di tempo non c’erano tintinnii di manette nei pressi delle camere mortuarie. Ora c’è addirittura in ballo, seppur con due suoi soci, su 14, il colosso ponentino Pompe Funebri Liguri Srl, che spazia da Finale Ligure ad Andora e relativo entroterra fino a Pieve di Teco.
Trucioli.it nel non lontano passato aveva dato conto di qualche titolare di ‘onoranze funebri’ che si era convertito alla ‘vocazione massonica’, tra un’esplosione di conversioni al ‘bene comune’ soprattutto negli ospedali e sanità ligure. Suvvia, si è letto persino della presunta esistenza della ‘mafia del caro estinto‘. Cerchiamo di essere obiettivi e non navigare con la fantasia, non mischiare vicende e collegamenti (di cui si era letto) tra Sud e Nord con questa vicenda dei tre arresti per asserite ‘mazzette’ alla camera mortuaria del S. Corona (anzi di ‘pranzi e regalini ‘) e ci sia perdonato un riferimento da ‘ladruncoli di polli’.
E che da nonnini di ‘vicende giudiziarie’ locali, i ladri di polli veri li abbiamo subiti. Ben tre furti nell’ormai solitario orto con pollaio in centro Loano e che dopo le denunce alla locale stazione dei carabinieri avevamo tratto la conclusione si trattava di un caso davvero unico. Al punto da far ridere: “ladri di polli….c’è ben altro’.
Un loanese mostra il lucchetto tranciato da ladri per entrare nel suo orto sotto lOspizio Marino e derubarlo di ortaggi, dopo aver subito ripetuti furti anche di galline. Ma queste notizia, a Loano, non fa mai notizia. Ci pensano le telecamere a proteggerci e presidiare dai malintenzionati. Provare per credere.
E invece con il passare dei giorni capita di incontrare, proprio a Loano, altri derubati: “Ho un orto sotto il famigerato, per presenza di vagabondi extracomunitari, ex Ospizio Marino; ho subito ripetuti furti di galline ed ortaggi. Mi sono rivolto ai carabinieri, tutto inutile spadroneggiano. Quando ho deciso di mettere un robusto luchetto al cancello del terreno sono ricorsi al tronchesino. Ecco i risultati”. E mostra la foto. Non è andata meglio al pollaio di un geometra loanese sempre nella zona circostante la vecchia struttura ospedaliera. E’ di proprietà di Arte Liguria (società pubblica della Regione) e andata ripetutamente e invano all’asta. E dire che ai tempi di Angelo Vaccarezza sindaco, La Stampa aveva annunciato due volte l’interesse all’acquisto di una cordata di magnati russi per un 5 stelle lusso e poi del patron di allora del porto di Loano Salvatore Ligresti. Gli annunci intanto non costano nulla e la gente dimentica in fretta.
Abbiamo divagato ? Certo perchè a leggere che la vera corruzione che divora il Paese Italia passa dall’offrire qualche cena e da robuste ‘mance’, fa venire la pelle d’oca. Sia chiaro, chi conoscere la professionalità della Procura della Repubblica di Savona e del procuratore capo Ubaldo Pelosi, difficile possa sostenere che abbiano preso un abbaglio. O diano la caccia alle lucciole vere, peraltro quasi scomparse. Con il conforto del Gip che ha firmato gli arresti, Fiorenza Giorgi. Certamente l’indagine non è nata da una lettera anonima. Basterebbe fare un due più due per capire chi sono i titolari di pompe funebri che non fanno parte della galassia Pompe Funebri Liguri e siano gli stessi (i concorrenti), dopo ripetuti casi, ad avere fatto il dovere di cittadini che non si voltano dall’altra parte. Per tutelare i loro legittimi interessi di fronte a chi si procurava lavoro e utili ricorrendo alla antica pratica di ‘ungere le ruote’ ? Nel caso, secondo l’accusa, e se sarà dimostrato, un addetto, Vincenzo Brancati, dipendente Coop genovese Ma.Ris che gestisce l’obitorio del Santa Corona, il più ‘produttivo’, si scusino il termine, ma ci riferiamo ai numeri di decessi tra gli ospedali del ponente ligure.
E nel lontano passato frutto di lotte micidiali, con esposti, ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, nei tribunali civili, tra chi aveva vinto l’appalto con l’Usl (all’epoca ristrutturando un intero padiglione) e chi era tagliato fuori. Ci fu perfino qualche ‘scontro fisico’ tra addetti. Con personaggi anche importanti nel contesto economico savonese e poi caduti in disgrazia. A testimonianza l’archivio stampa che le giovani generazioni non conoscono e che i più dimenticano o ignorano.
Così sta facendo un gran chiasso e molta risonanza mediatica, in tutta Italia, il blitz della Guardia di Finanza di Finale Ligure con una decina di perquisizioni tra abitazioni private e uffici “per mazzette (diciamo pure presunte) pagate per i servizi funebri”, con l’arresto di due soci di Pompe Funebri (di Pietra Ligure e Borghetto S. Spirito): Carlo Quaranta e Fabio De Giovanni, entrambi incensurati, entrambi figli rispettivamente del presidente (pure inquisito) e di un socio della ‘Liguri’. E forse alla loro prima disavventura giudiziaria da operatori di funerali. E un caso di affiliazione massonica, ma non è reato. Il terzo arrestato è Vincenzo Brancati (dipendente Ma.Ris).
Scrive l’accorto cronista di giudiziaria del Secolo XIX, Giovanni Ciolina: “Tra gli indagati figura don Carmelo Galeone cappellano al Santa Corona (e non solo ndr) per aver vantato un credito di 150 euro da Fabio De Giovanni, come emergerebbe da un’intercettazione telefonica. …Il tutto nello scambio di informazioni di nuovi defunti in obitorio“.
E il restante e più robusto castello accusatorio ? Ancora dal Secolo XIX: “Due cene pagate da De Giovanni e Quaranta a Brancati e alla collega della cooperativa Ma.Ris, Maria Luisa Cipolliti, pure inquisita…La difesa sostiene che proprio l’incontro conviviale dimostrerebbe che non c’è stata corruzione….ma un semplice gesto di cortesia tra chi lavora nell’obitorio e dintorni.”
Solo due cene dunque ? Leggiamo ancora: “ C’è un biglietto offerto a Brancati, in occasione della partita Inter – Lecce…, dal titolare di pompe funebri De Giovanni “. Si accenna al “pericolo di reiterazione del reato e dell’inquinamento di prove”, non già, aggiungiamo, alla terza ipotesi per la sussistenza dell’ordine di cattura, ovvero la fuga.
Quindi un accenno più che concreto agli esposti della concorrenza (pare un paio) e alla presenza del quasi ‘monopolio’ delle Pompe Funebri Liguri sul mercato del caro estinto nel ponente savonese ed entroterra, a cui negli ultimi anni si è aggiunta l’ormai abituale frequenza della cremazione che comporta altri costi e disagi le famiglie, attese di giorni comprese E’ da business in altre realtà private del Basso Piemonte, dopo che Albenga e Loano avevano rinunciato perchè il ‘forno’ avrebbe provocato fumi tossici e avrebbe danneggiato il buon nome turistico della cittadina e dell’agricoltura. L’impianto sarebbe stato realizzato e gestito da una società creata ad hoc ad Albenga che coinvolgeva soprattutto soci delle Pompe Funebri Liguri. Iniziativa che invece aveva trovato piena accoglienza dal Comune di Sanremo dove però, chissà perchè, si è scatenata una guerra con ricorsi al Tar tra opposti concorrenti. Nulla di nuovo quando c’è un appalto in ballo in questo nostro benedetto Paese.
Tornando a bomba. Non è fuori luogo ipotizzare che, dopo il blitz iniziale, gli inquirenti siano ora alla ricerca di nuove prove o addirittura sulle tracce di un presunto sistema di ‘favori’ che si sarebbe consolidato e forse sarà possibile dimostrare. Oppure rimarranno nelle maglie della giustizia le quisquilie, se non un pugno di mosche?
DAL SITO DELLE POMPE FUNEBRI LIGURI – Siamo presenti, in maniera capillare, con ben dodici agenzie sul territorio del Ponente ligure, nei comuni di Albenga, Alassio, Andora, Borgio Verezzi, Borghetto Santo Spirito, Ceriale, Finale Ligure, Laigueglia, Loano, Pietra Ligure, Toirano per quanto riguarda la provincia di Savona e nel comune di Pieve di Teco in provincia di Imperia.
Il gruppo “Pompe Funebri Liguri” nasce nel 1998 dall’unione di singoli imprenditori di agenzie di onoranze funebri locali che decisero di mettere insieme la propria esperienza pluridecennale al servizio di chi necessita discrezione, serietà e rispetto nel difficile momento della perdita di una persona cara. La sinergia prodotta dall’unione delle imprese di Onoranze Funebri e la lunga esperienza maturata dai singoli, permette di offrire un servizio completo e professionale.
Per ricordare il proprio caro defunto la modalità più diffusa è certamente quella di far realizzare nel luogo della sepoltura una lapide dove viene indicato il nome e cognome del defunto, la data di nascita e la data di morte, una foto ed eventualmente una frase che lo ricordi. La lapide di solito è realizzata con una lastra di marmo o di pietra, posizionata sul sepolcro o sulla tomba vera e propria rappresentante la memoria della persona defunta. Pompe Funebri Liguri, attraverso le undici agenzie funebri nel Ponente ligure, è in grado di essere vicina alle famiglie dei defunti anche nel momento della scelta della lapide per ricordare il proprio caro.
Le Pompe Funebri Liguri da sempre vicine alle famiglie provvedono anche all’ allestimento della tomba attraverso la realizzazione di lapidi cimiteriali ed opere marmoree su cui effettuare applicazioni o direttamente le incisioni del nome e di frasi commemorative per ricordare il caro estinto. In collaborazione con maestranze artigiane specializzate nella lavorazione del marmo, del granito e delle pietre naturali le Pompe Funebri Liguri realizzano e mettono a disposizione: Realizzazione lapidi cimiteriali- Accessori per Lapidi, Incisioni, Portalampade, Cornici, Portafiori, Realizzazione pergamene fotoceramica”.
ECCO IL ‘MONOPOLIO’ DELLE POMPE FUNEBRI LIGURI SRL
La sede legale si trova ad Albenga in Regione Torre Pernice 6/D. Atto di costituzione il 4 novembre 1997. Presidente del Consiglio di Amministrazione è Giovanni Quaranta. Il capitale sociale 117.021,00. Al 31 dicembre 2019 gli addetti 36, 14 i soci, 13 gli amministratori, 15 le unità locali (uffici).
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE – Giovanni Quaranta, nato a Sant’Albano Stura (CN), 76 anni, residente a Pietra Ligure. Vice presidente Carlo Munari, 84 anni, Loano. Consiglieri: Annito Cha, classe 1945, Cisano sul Neva; Nicola Nato, Reggio Calabria, classe 1952, Albenga; Francesco Nato, Reggio Calabria, classe 1956, Albenga; Antonio Tripodi, Oppido Mamertina ( Reggio Calabria), Ortovero; Roberto Carzolio, Finale Ligure, classe 1963; Francesco Canepa, Finale Ligure, classe 1948; Carlo Quaranta, Pietra Ligure, classe 1967; Luca Messa, Loano, classe 1969; Girolama Pietrantonio, nata a Valencia Venezuela, classe 1965, Andora; Fabio De Giovanni, nato ad Alessandria, classe 1968, Borghetto S. Spirito; Emanuele Balbo, Albenga, classe 1988.
Nel corso degli anni ci sono stati diversi trasferimenti di proprietà e di quote, fusione per incorporazione che va dal 1998 al 2015. In gran parte vedono le Pompe Funebri Liguri nel ruolo di cessionario. Come per La Pietra Srl, il cedente Aldo Gagliolo, stessa sorte per Del Buono ALASSIO di Balbo D. e C.. Sas, Pompe Funebri La Pievese di Annito Cha, Onoranze Funebri Albenganesi SNC di Nicola Nato. Lirof, Imprese Liguri Riunite con cessione anche in questo caso a Pompe Funebri Liguri che va da capofila o capogruppo.
Insomma siamo di fronte ad un cartello pienamente legittimo, fino a prova contraria, dove l’unione, si suol dire, fa la forza. E non c’è dubbio che si dia filo da torcere ad ogni potenziale e possibile concorrente. Quanti sono ? E chi sono ? Gli stessi, uno o più, che si sarebbero resi conto del presunto gioco sporco ? Chi ricorda ancora le inchieste e le vicende a Cairo Montenotte e Carcare, all’ospedale San Paolo di Savona, al Santa Corona (anni ’80), all’ospedale di Albenga.
Il colosso pompe funebri di 14 associati non può travolgere e mettere tutti all’indice. Gli inquisiti del Cda sono tre. Sarà l’accusa a dover dimostrare che siamo in presenza di grande calderone e non già, come emergerebbe finora, dell’operato di singoli, una minoranza. Se poi, come lamentano i presunti ‘danneggiati’, serve finalmente un po di pulizia, purtroppo affidata all’autorità giudiziaria, non si può che convenire. Purchè non si faccia di ogni erba un fascio.
NOMINA DEL DIRETTORE DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE DIOCESANA
E CAPPELLANO DEL SANTA CORONA
Il 16 gennaio 2020 il vescovo Guglielmo Borghetti comunica la nomina del nuovo Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della salute nella persona del Reverendo sacerdote don Carmelo Galeone, attualmente cappellano dell’Ospedale S. Corona di Pietra Ligure (vedi trucioli.it…..).
ERA IL 26 AGOSTO 2010-Pietra Ligure – Doveva custodire le camere mortuarie, invece derubava i necrofori mentre trasportavano le salme. Così una donna di 32 anni è stata giudicata colpevole dal Tribunale di Savona che la ha condannata a sei mesi con la condizionale. La donna è caduta in una trappola tesa dai carabinieri per individuare il colpevole di un furto avvenuto a fine giugno, quando un ladro aveva svaligiato il furgone delle onoranze funebri. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Ubaldo Pelosi, la guardiana avrebbe colpito la prima volta sabato 26 giugno. Ma fatale è stato il secondo colpo, avvenuto ieri quando la donna ha aperto la portiera del furgone e ha preso cinquanta euro dal solito marsupio. Questa volta, però, all’uscita dal camioncino si è trovata davanti i carabinieri che l’hanno arrestata.
Si legge sul sito del Principato di Seborga (11.321 ‘mi piace’): paese accogliente e ospitale… anche per i nostri amici animali! Un plauso a Davide Gozzini (eletto sindaco nel 1997) per essersi preso amorevolmente cura di una povera volpe ferita! Numerosi i commenti sulla pagina Facebook.: Bruno Serra Una creatura della foresta si avvicina agli umani bello.
Sempre a proposito del particolare legame tra Seborga e i nostri amici animali…
Non è solo terra di principi e principesse ma è anche luogo in cui ambientare storie fantastiche. Due sono i libri ambientati a Seborga, realizzati da autori stranieri innamorati dell’antico principato: uno è “Don Gateau il gatto a tre gambe di Seborga”, un racconto illustrato per bambini che narra la vera storia di un gatto selvatico che vive in paese. Il simpatico micio per via di un incidente perderà una zampa e sarà adottato da un’artista americana, che è Linda McCluskey, l’illustratrice di questa storia d’amore e coraggio che toccherà il cuore di grandi e piccini. Il secondo libro è “made in Britain” e si intitola “Cooking up a country” di James Vasey, una divertente storia d’amore e di buona cucina ligure.
E IL PRIMO MAGGIO:
Un articolo sul Principato di Seborga pubblicato sul numero di Aprile 2020 della rivista bisettimanale “L’Italo-Americano Newspaper“. Nell’articolo è inclusa anche un’intervista alla nostra Consigliera della Corona Maria Carmela Serra. “L’Italo-Americano” è il più antico giornale italoamericano degli Stati Uniti e ha la missione di promuovere e preservare la cultura e il patrimonio italiano attraverso articoli redatti sia in italiano sia in inglese.
Grazie a Mariella Radaelli per aver voluto far conoscere la nostra realtà negli Stati Uniti!
Ultima ora da Monesi di Triora e Monesi di Mendatica: “L’informazione è corretta! A giugno la strada sarà aperta solo per i week end: per la percorribilità definitiva occorrerà attendere i primi giorni di luglio… (la scelta è fatta per garantire il transito a chi ha la casa a Monesi di Triora e per la Monesi-Limone)”. E un’altra bella notizia. La canonica (disabitata) di Mendatica è stata affittata al titolare dell’unico bar pizzeria del paese (U Tecciu). Un motivo in più per scongiurare la chiusura.
E i resilienti rimasti a presidiare con le loro attività preziose: “La luce infondo al tunnel si fa sempre più vicina! Vi aspettiamo a braccia aperte!”!
E i media imperiesi danno notizia, si accodano. “Vede la luce il tratto di strada da Monesino a Monesi pesantemente danneggiato dall’alluvione di 4 anni fa. A giugno riapre il collegamento, ma solo nei weekend. Per la percorribilità definitiva bisognerà attendere un altro mese. L’opera, costata oltre 2 milioni di euro, fa parte di un piano di rilancio complessivo di tutta la zona che punta all’outdoor compresa l’attivazione degli impianti di risalita e della strada militare che avrà nuovamente un punto di partenza in Liguria. La Regione ha ribadito e confermato la volontà di dar vita a un piano di rilancio del territorio creando le condizioni affinché un’area da anni isolata possa ripartire con una nuova gestione. Il tutto nell’interesse degli operatori e degli stessi proprietari di seconde case” (Giorgio Bracco).
Altro articolo sul Secolo XIX di Milena Arnaldi: “…Anche la cooperativa Brigì di Mendatica ha studiato un programma adeguato alle nuove esigenze: «Sarà un turismo diverso, si tornerà alla villeggiatura nei paesi dell’entroterra – spiegano Ludovico e Maria Ramella – noi puntiamo alle uscite a piccoli gruppi e oltre alle escursioni programmate siamo disponibili su prenotazione per accompagnare (anche con i nostri asinelli) gruppi di amici e famiglie. Non apriremo il Parco Avventura, il rifugio sarà gestito come una casa, le escursioni saranno quasi sempre ad anello in modo da evitare i transfer. Stiamo lavorando con le aziende locali per rendere sempre disponibile (su prenotazione) la bercolla du pastu, un lunch box a base di prodotti tipici. Per i laboratori e le esperienze formeremo gruppi più piccoli ». Primo appuntamento il 14 giugno per la fioritura dei rododendri nell’area di Monesi-Frontè.
MA A SAN BERNARDO C’E’ IL MITICO WALTER. ALTRO CHE BENEMERITO ! UN AUTENTICO CAVALIERE DELLA RISTORAZIONE DI UNA MONTAGNA CHE HA ATTRAVERSATO IL PERIODO PIU’ BUOIO, TEMPI DI GUERRA ESCLUSI (CHE COMUNQUE C’ERA VITA CON LA PASTORIZIA, IL TAGLIO DEI BOSCHI, I CARBUNIN. E NONNA ‘SETTIMIA’ AVEVA CREATO IL RISTORANTE PIU’ FREQUENTATO ED APPREZZATO NELL’ENTROTERRA IMPERIESE
E’ ANCHE TEMPO DI FUNGHI PORCINI PER L’EX CUOCA PIERA ROGGIO CHE SI GODE UNA MERITATA PENSIONE DOPO UNA VITA DIETRO I FORNELLI NEL RISTORANTE ALBERGO DI MENDATICA CHIUSO DA 4 ANNI
DUE SPECIALITA’ DELLA NATURA IN QUEL DI MENDATICA FUNGHI E ‘ENGHERI’
LA PANORAMICA CANONICA DI MENDATICA, di fronte alla chiesa parrocchiale, è stata concessa a Giorgio Scoli che dal giugno 2019, con alterne chiusure ed aperture ha rilevato i locali che ospitavano il bar – pizzeria U Tecciu. Il parroco, don Enrico Giovannini, ha fatto la scelta giusta. L’esercente aveva difficoltà, nonostante almeno il 70% del patrimonio immobiliare del paese è inesorabilmente deserto, a trovare una sistemazione per evitare il viaggio giornaliero di 70 km verso la residenza di Dolcedo.
Dopo la morte dell’indimenticabile e ricco di benemerenze don Giovanni Brunengo, lo stabile su tre piani era rimasto praticamente inutilizzato. L’opportunità di accogliere migranti aveva trovato ‘nemici’ dichiarati. Ora un affitto calmierato e di buon senso. Scoli ha provveduto a lavori di adeguamento e sanificazione. Un motivo in più affinchè il locale resti un punti di riferimento, con il vicino negozio di alimentari e i due agriturismo (Il Castagno e Bacì du Mattù).
Mendatica che resta ‘mortificata’ dalla frana sulla provinciale, nel Comune di Montegrosso, nei pressi del museo il Mulino. I tecnici hanno optato per l’iter in grado di beneficiare dei finanziamenti regionali e statali dell’alluvione. I cittadini devono abituarsi alle lungaggini e ai chilometri disagiati. Un paese semi-isolato di fatto, tanta pazienza e rassegnazione per i suoi miti abitanti. Resistere nonostante tutto. L’alternativa non è a portata di tutti, soprattutto per i più deboli, ovvero chi non ha prospettivi migliori, né uno stipendio sicuro a fine mese. E deve affrontare spese e disagi in aggiunta a quelli con cui già convive.
Iniziativa promozionale promossa da Coop Liguria, in collaborazione con 12 produttori di vino liguri e del Basso Piemonte, che rischiano di dover rinunciare alla vendemmia 2020 a causa delle mancate vendite legate al lockdown. Fino al 19 agosto i loro vini saranno proposti a rotazione con sconti fino al 40%.
Questo il quadro che emerge dal Comunicato stampa della Coop Liguria. Ignoriamo quante siano le aziende vitivinicola del Bel Paese che si trovano in difficoltà e c’è chi provvidenzialmente corre in loro aiuto. Possiamo solo documentare, per conoscenza diretta, che non accade altrettanto in Alto Adige dove anche le cooperative di produttive mantengono i listi prezzi inalterati. Anzi qualche piccolo adeguamento, nelle spedizioni via corriere, causa aumento dei costi. C’è da chiedersi se in tutti questi decenni si sia costantemente perseguito ‘strade sbagliate’. Non si parli per cortesia dei sussidi. basterebbe saper copiare da chi ha ben amministrato. Oggi ci dicono che avremmo dovuto imitare la ‘Sanità tedesca’, ma se ne parla quando ormai si sono provocati danni e guai. Anche i viticoltori dovrebbero beneficiare di un’informazione corretta, approfondita, per conoscere cosa accade altrove. Stesso discorso per i viticoltori della Germania che non possono vantare i pregi delle nostre terre, ebbene il coronavirus ha finito per incrementare ovunque le vendite nelle varie regioni produttrici, mantenendo i prezzi e in molti casi anche le ‘fiere’ vitivinicole. Manco a dirlo, dalle nostre parti meglio che non sappiano. Per fortuna che Coop c’è ?
Coop Liguria sostiene le aziende vinicole locali a conduzione familiare con una promozione dedicata
COMUNICATO STAMPA – Vendemmia a rischio per molte imprese vitivinicole liguri e del Basso Piemonte, che per riprendersi dal lockdown offrono i propri vini a prezzi scontati fino al 40%
Il lockdown legato al corona virus ha messo in grave difficoltà le piccole aziende vinicole locali a conduzione familiare, che con il fermo della ristorazione hanno dovuto rinunciare per più di due mesi a una parte importante delle proprie vendite. Questo rischia di bloccare il ciclo naturale di raccolta delle uve, perché molte imprese potrebbero decidere di non effettuare la vendemmia 2020, se non riusciranno a svuotare almeno parzialmente le proprie cantine, ancora piene dell’annata precedente.
Coop Liguria, che da sempre è al fianco dei produttori del territorio, ha deciso di mettere in campo con loro un’azione promozionale straordinaria, per sensibilizzare Soci e clienti a preferire i vini del territorio ligure e del basso Piemonte, privilegiando le imprese a conduzione familiare. A partire dal 28 maggio e fino al 19 agosto quindi, ogni due settimane saranno proposti i vini di uno o più produttori locali, con sconti fino al 40%. Le imprese coinvolte sono dodici:
DONNE DELLA TORRE
dal 21 al 3 giugno negli ipermercati dal 28 maggio al 10 giugno nei supermercati
L’azienda agrituristica, a conduzione femminile, produce Pigato, Vermentino e Rossese Doc nella Piana di Albenga e si caratterizza per le etichette disegnate dallo stilista Chino Bert.
I TURRI
dal 4 al 18 giugno negli ipermercati dall’11 al 24 giugno nei supermercati
L’azienda, fondata dal Console Onorario di Ungheria Albert Frank e oggi gestita dai suoi eredi, ha sede a Cremolino, vicino a Ovada. Tra le altre produzioni, si contraddistingue per aver recuperato il vitigno autoctono del Timorasso.
CANTINA CINQUE TERRE
dal 4 al 18 giugno negli ipermercati dall’11 al 24 giugno nei supermercati
La cooperativa ha sede a Groppo di Riomaggiore e riunisce 200 soci viticoltori, che producono le Doc Cinque Terre e Sciacchetrà. La sua presenza è un presidio importantissimo per la cura del territorio e per il sostegno all’associazionismo e alla solidarietà.
CANTINE BREGANTE
dal 18 giugno al 2 luglio negli ipermercati dal 25 giugno all’8 luglio nei supermercati
Attiva fin dal 1876, l’azienda produce Vermentino, Bianchetta Genovese e Ciliegiolo e ha contribuito in maniera determinate alla nascita della Doc Golfo del Tigullio-Portofino. Raccoglie e vinifica anche le uve di molti piccolissimi produttori locali.
VITICOLTORI INGAUNI
dal 18 giugno al 2 luglio negli ipermercati dal 25 giugno all’8 luglio nei supermercati
Raccogliendo le uve di 198 soci del Ponente Ligure, la Cooperativa, in attività dal 1976, produce Rossese, Vermentino, Ormeasco, Lumassina e vini da tavola.
BELLATI
dal 2 al 16 luglio negli ipermercati dal 9 al 22 luglio nei supermercati
Tra le primissime imprese certificate biologiche, produce Dolcetto, Barbera, Moscato e Brachetto Doc a Monterosso di Acqui Terme. L’azienda è attiva dal 1919 e si caratterizza per il pentagramma in etichetta, che rappresenta la sinfonia di sapori contenuta nel vino.
I CASTELLI
dal 2 al 16 luglio negli ipermercati dal 9 al 22 luglio nei supermercati
La cooperativa nasce a Bolano, in provincia della Spezia, nel 1998, su iniziativa di alcuni piccoli produttori locali decisi a recuperare appezzamenti agricoli abbandonati. Oltre a produrre vino, si impegna nella promozione della storia e delle tradizioni locali.
TEO COSTA
dal 16 al 30 luglio negli ipermercati dal 23 luglio al 5 agosto nei supermercati
L’azienda, che ha sede a Castellinaldo, produce i vini tipici del Roero e ha brevettato un metodo per vinificare senza l’aggiunta di solfiti. Le bottiglie si caratterizzano per le etichette tratte dai quadri del pittore Antonio Ligabue.
SAN DALMAZIO
dal 16 al 30 luglio negli ipermercati dal 23 luglio al 5 agosto nei supermercati
L’azienda, nell’entroterra di Albenga, prende il nome dall’omonima chiesa romanica del decimo secolo e vinifica esclusivamente uve di propria produzione.
COOPERATIVA RIVIERA DEI FIORI
dal 30 luglio al 13 agosto negli ipermercati dal 6 al 19 agosto nei supermercati
Nata nel 1978 per riunire i produttori di Rossese di Dolceacqua sparsi sul territorio, oggi la Cooperativa ha ottenuto importanti riconoscimenti, pur restando ancorata alle proprie tradizioni.
ARRIGONI
dal 30 luglio al 13 agosto negli ipermercati dal 6 al 19 agosto nei supermercati
Viticoltori da quattro generazioni, curano molti piccoli appezzamenti nella provincia della Spezia producendo Vermentino Colli di Luni e Cinque Terre.
AZIENDA AGRICOLA PUNTA CRENA
dal 30 luglio al 13 agosto negli ipermercati dal 6 al 19 agosto nei supermercati
Situata a Varigotti, l’azienda vanta 12 ettari di terreni terrazzati di fronte al mare e appartiene alla famiglia Ruffino, che da sempre presta particolare attenzione a preservare i vitigni autoctoni.
Questo impegno a favore delle produzioni locali è parte integrante della missione di Coop Liguria, che anche in questo momento difficile non ha fatto mancare il proprio sostegno alle filiere più colpite, come quella del florovivaismo, per la quale sono stati previsti una promozione speciale, promossa ad aprile, e un contributo aggiuntivo del 25% versato da Coop ai fornitori sull’acquisto dei loro prodotti.
Alla 7 abbiamo ascoltato: “Ogni magistrato ha nell’anticamera il giornalista di riferimento” (il filoso ex sindaco di Venezia Cacciari). Il giornalista Marco Travaglio, sempre in Tv, a rispondere: “C’è una casta togata dove tutti parlamno male di tutti”. In 25 anni la giustizia italina è stata riformata invano decine di volte per combattere “il mercateggiamento delle cariche, il carrierismo, la separazione delle carriere, mai avvenuta, i pastrocchi all’italiana e il malòe atavico del nostro paese tra correntismo e scambio di favori.
Come vengono scelti i procuratori capo, i presidenti dei tribunali. Cosa ha portato fino ad oggi la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura ? Quella delle intercettazioni ? E l’era del berlusconismo, l’inarrestabile degrado di sistema in una macchina (il sistema) che non funziona. Anche la storia giudiziaria di Savona e Imperia, negli ultimi decenni, ha è stata caratterizzata da burrasche, ‘guerre’, scontri tra magistrati, giudici, interventi del Consiglio Superiore della Magistratura. Una storia che solo in parte è emersa, con molti limiti, sulle cronache locali e nazionali. Sarebbe interessante ripercorrerla, riscriverla, con documenti e articoli a confronti, risultati e nomine. Inchieste e processi a carico di togati. Spesso senza che l’epilogo abbia avuto risonanza sui media.
Abbiamo preso lo spunto per ‘raccogliere’ il pensiero di un ex magistrato e giudice, pubblicando quanto il dr. Filippo Maffeo ha scritto in questi ultimi giorni sulla sua pagina Facebook con le vicende che stanno scuotendo la politica nazionale ed il mando giudiziario.
FILIPPO MAFFEO EX PM A GENOVA, SAVONA E IMPERIA, IN TOSCANA, EX PRETORE AD ALBENGA, GIUDICE AL TRIBUNALE DI SAVONA (FORSE MAI ISCRITTO AL SINDACATO)
COSA HA SCRITTO SULLA SUA PAGINA FACEBOOK
1) Angelico Orlando (ex ministro della giustizia e attuale vice segretario Pd ndr)
L’ex ministro di giustizia, a domanda specifica, ha risposto che era a conoscenza del “mercato” delle nomine tra le correnti dell’ANM. Orlando è’ una delle (poche) menti sottili dell’attuale panorama politico. Non ha negato, quindi, di conoscere il segreto di Pulcinella.
Avrebbe potuto aggiungere che la “lottizzazione” (forse per questo alle trattative partecipava Lotti) va oltre il conferimento degli uffici direttivi e si estende a tutta la sfera di competenza del CSM (trasferimenti, promozioni, incarichi, azioni disciplinari etc.)
Storia vecchia, a tutti nota. Avrebbe anche potuto illustrare le iniziative da lui adottate per eliminare il turpe fenomeno.
Avrebbe anche potuto escludere che lui aveva tentato di opporsi e che mai, neppure per interposta persona, aveva brigato in quel settore (magistrati al ministero DAP, ispettori ed ispezioni, direzione affari civili, direzione affari penali, capo gabinetto etc.)
Poteva dire e non ha detto. E’ una mente sottile e, pur chiamandosi Orlando, non ha mandato il cervello sulla luna per la bellissima Angelica.
Infatti sulle frasi di Palamara relative a Salvini si e’ limitato ad osservare che i due magistrati che chattavano non erano quelli che indagavano. Null’altro.
Sulla riforma del CSM ha detto solo che l’elezione (qualcuno ipotizza il sorteggio) non puo’ essere eliminata. Ovvio, lo prevede la Costituzione. Nessuna proposta nuova. Per nulla turbato od indignato rimane freddo, angelico, anzi serafico.
E’ una mente sottile. Ti viene quindi il sospetto che a lui questo sistema piaccia (e non poco).”
Tra i commenti al post: Pero’ si può sorteggiare quelli che potranno poi essere eletti cosi’ che si ottiene, in parte,un filtro ai raccomandati , venduti , corrotti ecc .
MAFFEO 2/ QUELLO CHE BOLLIVA IN PENTOLAOltre l’immaginabile. “Siamo tutti con te” etc.
Il fatto svelato dal Fatto Quotidiano.
Ora Legnini scarica Palamara, non ricorda bene e descrive Palamara come un uomo distrutto. Dovrebbe anche scaricare Patronaggio o querelare Il Fatto, che oggi scrive: “
“Carissimo Luigi ti chiamerà anche Legnini siamo tutti con te”. Sono le 16.45 del 24 agosto 2018 quando Luca Palamara invia questo messaggio al procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che gli risponde un minuto dopo: “Mi ha già chiamato e mi fa molto piacere”. Giovanni Legnini è in quel momento il vicepresidente del Csm.” Palamara anticipa Legnini e Patronaggio risponde di aver già ricevuto la telefonata, che gli ha fatto molto piacere.
Legnini, in privato, contatta il magistrato inquirente e plaude alla sua iniziativa. Ovviamente un dettaglio insignificante, basta avere lo stomaco di ferro.
E c’e’ ancora qualcuno che parla di fatti penalmente irrilevanti. E nessuno richiede e sollecita l’acquisizione dei tabulati telefonici degli interlocutori di Palamara (ricerca ed analisi sms) che, all’evidenza, servirebbero a chiarire e delineare il quadro d’insieme con certezza.
E l’intellighentsia d’opinione e democratica tace. Cosi come tace sull’ingiustizia (termine utilizzato da Mieli) di un processo che coinvolge un solo ministro (e non altri che con lui hanno operato) e non anche ecsoprattutto chi aveva il potere-dovere di garantire l’unita’ dell’indirizzo politico e di impedire ai ministri (uno o piu’) di commettere reati ed esorbitare dalle linee politiche del Governo. Lo so, la colpa è mia, che guardo il mondo a testa in giù.
MAFFEO 3 / “Al vaglio altre sanzioni disciplinari”.
Questo dovrebbe aver detto il P.G. di Cassazione. Houston, c’e’ un problema. Vostro, non nostro.
Escluse sorprese e leggi dell’ultima ora, che noi comuni mortali non conosciamo, al P.G. compete, esclusivamente, il promovimento dell’azione disciplinare. Non l’applicazione di sanzioni disciplinari, quelle che starebbe vagliando.
Aspettiamo l’esito della vagliatura.
Attendiamo con la serena fiducia di chi sa che il nuovo P.G. gaffeur sui propri poteri (ma nessuno se n’e’ accorto, strano) e’ del tutto estraneo alle conventicole correntizie, che non ha mai frequentato. O forse no. Certamente non sa neppure chi sia la Betta, di cui parlano gli intercettati.
Neppure io lo so, ma a naso, suggererei un nome: Elisabetta. Quante donne con questo nome conosce il P.G?
Comunque, vagliando vagliando, conosceremo il diametro dei fori e scopriremo chi passa e chi no, chi scende agli inferi e chi rimane sopra (ogni sospetto ed ogni intercettazione).
Chissa’. Magari passa solo Palamara, che ostentava poteri e forza che non aveva. Un povero magliaro. Scopriremo, forse, che solo lui e’ la mala pianta e tutti gli altri sono fiorellini candidi. E vivremo, come nelle favole, felici e contenti.
Di piu’, fessi e contenti.
MAFFEO 4 / Sono solo intercettazioni.
Penalmente irrilevanti, spiega subito qualcuno. Perche’ irrilevanti penalmente? mi chiedo. Penalmente irrilevanti, ergo, sottinteso, da non pubblicare.
Si fa, ma non si dice. Si fa, poi si rifa’. Ecco, sono solo canzonette. E lor signori sono solo cantanti stonati, che brigano,nell’esercizio di funzioni pubbliche, favorendo alcuni e, di riflesso, danneggiando altri.
Ma i sapienti dicono che sono fatti penalmente irrilevanti. Fidatevi. Dei saggi e dei loro compagni, di merende, cene, banchetti e tavole apparecchiate.
L’AVVOCATO ALESSANDRO GARASSINI HA POSTATO UN ARTICOLO
DI PAOLO GUZZANTI SUL RIFORMISTA DEL NOVEMBRE 2019
QUANDO IL PRESIDENTE COSSIGA MANDO’ I CARABINIERI AL CSM
“Ma certo che mandai i carabinieri!”. Mi disse Cossiga quando diventammo amici: “Mandai un generale di brigata con un reparto antisommossa, pronti a irrompere nel palazzo dei Marescialli”. Oggi fa impressione riascoltare nelle registrazioni la voce del “matto” Cossiga quando attaccava lo strapotere di alcuni magistrati e lo faceva spavaldamente come un Cyrano de Bergerac, odiato da tutti nel 1985 – trentaquattro anni fa – quando invece aveva ragione. Il Consiglio superiore della magistratura si è recentemente infangato con l’inchiesta di Perugia che ci ha fatto assistere in diretta al mercato delle procure, alla vendita del diritto.Tutto già parte di un vizio d’origine contro cui oggi pochi hanno il fegato di combattere. Cossiga mi aveva invitato a fare colazione al Quirinale. C’era il meglio del giornalismo di sinistra a inzuppare il cornetto nel cappuccino di quelle stanze mentre Cossiga raccontava. A quei tempi era ministro dell’interno Oscar Luigi Scalfaro, che sarebbe diventato il suo successore e il suo principale nemico. Ricorderemo ancora Scalfaro quando, assestando il colpo dell’asino a Cossiga dimissionario, urlò stentoreamente in aula “Viva il Parlamento!” come se lui fosse stato il Parlamento. Allora era ministro degli interni e quando Cossiga decise di far intendere chi comandasse sugli abitanti del Palazzo dei Marescialli (di stile fascista, curiosamente decorato con teste di Mussolini con l’elmetto), il ministro del Viminale disse di sì. Dissero di sì anche i comunisti che poi si scatenarono contro Cossiga. Erano con lui il giudice costituzionale Malacugini e il senatore Perna, capo del gruppo comunista al Senato.
I membri del Csm allora pretendevano di comandare come terza camera dello Stato, in barba della Costituzione. Volevano colpire il presidente del Consiglio Bettino Craxi che aveva polemizzato sulle inchieste seguite all’assassinio del giornalista socialista del Corriere della SeraWalter Tobagi, ucciso dalla Brigate Rosse, che Craxi considerò sempre interne ai salotti milanesi di sinistra. Il Consiglio superiore della magistratura è l’organo di autogoverno dei magistrati, i quali godono di una autonomia prossima all’extraterritorialità, salvo poi trasformare tanta autonomia in un mercato di interferenze e abusi talmente terrestri da produrre fatti come quelli messi a nudo dall’inchiesta di Perugia che hanno inferto alle istituzioni delle ferite probabilmente non rimarginabili. L’organo di autogoverno fu concepito come massimo baluardo del servizio pubblico della giustizia- e non come privilegio degli operatori togati della giustizia – allo scopo di garantire ai cittadini un servizio di assoluta indipendenza da poteri esterni a cominciare da quelli politici. Il presidente del Csm è il Capo dello Stato, ma è una carica solo formale perché chi comanda è il vicepresidente del CSM. Cossiga ingaggiò nel 1985 un braccio di ferro istituzionale in cui, malgrado i suoi colpi, alla fine fu lui ad essere disarcionato. La sua battaglia contro il vicepresidente Giovanni Galloni (un radicale rappresentante storico della sinistra cattolica che detestava apertamente tutto ciò che Cossiga rappresentava) espose Cossiga ad un vero massacro mediatico.
Le camionette dei carabinieri erano a piazza Indipendenza. I carabinieri in assetto antisommossa, con gli elmetti calati in testa, pronti a sfondare il portone se solo il presidente Cossiga, in quanto Capo dello Stato, lo avesse ordinato. La carica non avvenne, il portone restò integro, ma lo schieramento delle forze che rappresentavano lo Stato – i carabinieri in questo caso – contro un ridotto nelle mani di chi si riteneva di essere separato dallo Stato, in quanto organo separato dello Stato, rappresentò uno schieramento concreto, militare, non diverso – per qualità istituzionale – a quello che lo Stato rinunciò ad opporre nel 1922 alla marcia su Roma di Mussolini. Non che esista una comparazione tra la marcia su Roma e il conflitto affrontato da Cossiga, ma restano i comuni termini di una difesa anche militare contro l’eversione. Cossiga individuò nell’arroganza di un ristretto gruppo di magistrati la formazione di un potere insurrezionale “ultroneo” rispetto a quelli previsti dalla Costituzione e dunque un nucleo eversivo. Il punto allora era politico: il Csm usurpava il diritto – non contemplato tra le sue funzioni – di muovere critica o censura alle parole o alle azioni del presidente del Consiglio dei ministri. Cossiga sospese la delega a Galloni, cioè lo degradò sul campo strappandogli le spalline, sia pure temporaneamente. E dopo aver disarmato quello che riteneva il leader di una corrente eversiva, impose che si prendesse atto di un punto fermo: l’organo di autogoverno dei magistrati è soltanto l’organo di autogoverno dei magistrati e mai, in alcun modo, un potere dello Stato. Come invece pretendevano allora le correnti politiche dell’Anm che Cossiga accusava di usurpazione contro lo Stato.
FRANCO FLORIS EX SINDACO DI ANDORA
Magistratura e giustizia: La magistrature é fatta da uomini seri e capaci, poi ci sono alcuni che si comportano in modo inadeguato, oscurando il lavoro onesto, faticoso, silenzioso e a volte senza risultati dei più. Aspettando le riforme che la politica non fa, consiglierei alla magistratura di attivarsi autonomamente, eliminando alcune distorsioni e conflitti di interesse, in certi casi palesi.
Un magistrato che decide di fare politica attiva può ritornare serenamente a fare il magistrato? Se si a che condizioni? Si può fare il magistrato nella Provincia nativa ? Si può evitare di fare il magistrato dove operano attivamente moglie e figli? La divisione delle carriere può essere regolamentata anche senza una legge? Sono necessarie le correnti fonte di grandi distorsioni? Insomma, ci sono molti temi da risolvere, ma alcuni possono essere superati autonomamente.
In un momento di grande sfiducia verso le istituzioni, sarebbe un bel segnale di responsabilità gradito a tutti i cittadini.
Sono trascorsi 12 anni da quando il Comune di Millesimo premiava il prof. Fabrizio Pregliasco (oggi volto noto in tv con Covid- 19), concittadino (per le origini), già allora insigne studioso, attribuendogli il Premio Enrico II Del Carretto istituito nel 1984 e consegnato il 9 novembre di ogni anno in occasione dell’Anniversario della fondazione del Paese.
Il prof. Fabrizio Pregliasco
Fabrizio Ernesto Pregliasco oggi Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, oltre che Ricercatore in Igiene Generale ed applicata all’Università degli Studi di Milano. È Consigliere del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e Membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di Roma.
L’Istituto Galeazzi diventato un nome famigliare nel savonese per essersi aggiudicato, con regolare bando di gara (dicembre 2019), la gestione degli ospedali Santa Maria di Misericordia di Albenga e San Giuseppe di Cairo Montenotte. Angelino Alfano, da luglio 2019, è presidente della holding del gruppo ospedaliero San Donato – Galeazzi. L’ex ministro della Giustizia e dell’Interno che ha preso il posto di Paolo Rotelli rimasto vice presidente assieme al manager Kamel Ghribi.
Il Comune di Millesimo, nel 2008, premiava un millesimese che “si è particolarmente distinto all’interno della nostra comunità, portando in alto il nome del nostro Borgo”. Il dr. Pregliasco appunto, nato a Milano l’11 novembre del 1959. Una brillante carriera professionali e tante pubblicazioni scientifiche.
Nel 2019 il riconoscimento assegnato all’industriale Silvano Ferrecchi, concittadino, fondatore della 3F SpA, che “con saggezza e lungimiranza ha contribuito fattivamente allo sviluppo di Millesimo, distinguendosi in particolare nell’ambito professionale e nel sociale”.
La Stampa – Savona del 28 ottobre 2008, pubblicava un ampio reportage di Lucia Barlocco: <Rappresentano la Valbormida in tutto il mondo- Tutti i personaggi che stanno facendo onore>
Non sono molti i savonesi (forse Millesimo esclusa) che ricordano quelle pagine, il premio al prof. Pregliasco che ora sta battendo i primati di presenza alle tv generaliste (Rai inclusa), ma soprattutto nelle trasmissioni di approfondimento e non solo in prima serata. C’è chi stima siano più di un migliaio le occasioni in cui il prof. Pregliasco è stato intervistato e si è sempre distinto per moderazione dei toni, preparazione scientifica senza supponenza, mai sopra le righe anche quando attaccato in modo grossolano (vedi Vittorio Sgarbi che poi ha chiesto pubblicamente scusa), mai facendo ricorso ai toni del saccente, dell’arroganza, ma del saggio che non alza la voce, ascolta e si confronta.
Il 22 febbraio scorso, a Millesimo, era tornato il prof. Pregliasco. “I vaccini: una corretta informazione tra falsi timori ed evidenza scientifica”. E’ il titolo della conferenza organizzata dalla Società Operaia Agricola di Mutuo Soccorso.
Il suo ‘datore di lavoro’ (Gruppo San Donato) è interessato, dicevamo, al rilancio (business ?) della sanità ospedaliera nel Savonese, anche se la lunga emergenza sanitaria da coronavirus potrebbe indurre ai dei ripensamenti, ostacolare l’iter della ‘presa in carico’ dei due ospedali. Oltre al responso del Tar e forse del Consiglio di Stato.
Il 14 febbraio 2020 scorso si leggeva sui media locali di “ricorso dell’ultimo minuto, inaspettato e per certi versi clamoroso in ambienti sanitari, quello notificato, ieri pomeriggio, via posta dal Policlinico di Monza che potrebbe far slittare ulteriormente la partenza della gestione privata degli ospedali di Albenga e Cairo (prevista a marzo) che la Regione aveva assegnato tramite gara-bando all’istituto Galeazzi. Assegnazione contro cui il Policlinico (che attualmente gestisce il reparto di ortopedia di Albenga) ieri ha notificato un ricorso al Tar, nonostante Alisa l’agenzia sanitaria della Regione avesse indicato come lunedì scorso l’ultimo giorno utile per presentarlo. Ora è arrivata la nuova contestazione del Policlinico contenuta nel ricorso di 37 pagine legata ai giustificativi su costi e ricavi di servizi, interventi e occupazione di posti letto, con cui l’istituto ortopedico Galeazzi (gruppo San Donato) si è visto assegnare la gestione degli ospedali di Albenga e Cairo. «Dati che non possono essere previsti in quella misura» il senso del ricorso al Tar da parte dello staff legale del Policlinico guidato da Francesco Dal Piaz. Nel ricorso oltre al nodo di cardiologia («cardiologi non previsti in numero adeguato») viene ritenuta eccessiva e impraticabile la previsione del 95% di occupazione dei posti letto per degenza ordinaria. “La Regione Liguria potrebbe come primo atto, annullare il bando per l’assegnazione ai privati degli ospedali pubblici Albenga e Cairo”.
“Cosa sarebbe successo se l’ospedale di Albenga, oggi destinato all’emergenza coronavirus, fosse stato già occupato dai privati?” si chiedeva l’on. avv. Franco Vazio il 2 aprile 2020.
Se sul piccolo schermo e media nazionali Pregliasco batteva record su record, nel piccolo, a livello savonese, la scena mediatica ha avuto il suo leader comunicatore: il dr. Brunello Brunetto, 63 anni, cittadino loanese (suocero dell’assessore Remo Zaccaria tra i personaggi del mondo politico locale più popolare nel centro destra, è stato anche candidato sindaco). Brunetto è primario e direttore della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione P.O. Ponente (Dipartimento emergenza-urgenza ) ed è in quella veste che si è speso al massimo e oggi può pubblicare un severo richiamo.
LA PAGINA FACEBOOK DEL PRIMARIO:
“L’ONORE ED IL RISPETTO”
“È’ tempo, per me, di un primo bilancio post-emergenza CoViD. Ho visto moltissimi operatori sanitari dare il massimo, vincendo, soprattutto nelle prime fasi, quando eravamo alle prese con qualcosa di ignoto, la paura di contagiarsi e portarlo a casa. A tutti loro va la mia stima. E ne ho visto alcuni nascondersi, ed a loro chiedo: perché hai scelto proprio questo mestiere? Ho visto tantissime persone darsi da fare, partecipare agli sforzi di noi operatori sanitari, supportarci, sostenerci, rifocillarci. A loro il mio smisurato grazie. E ne ho visto altre continuare la propria vita come se niente fosse, disinteressandosi in toto della tragedia sanitaria, sociale ed economica che ci ha colpiti, “forti” del loro egoismo. Mi fanno pena. Ad inizio epidemia qualcuno diceva “ne usciremo tutti migliori”; per me non è così, i migliori ne sono usciti ancora migliori ma i peggiori ne sono usciti davvero peggiori.”
COMMENTI –Rosella Cavo in Rabaglia: “Grazie dott. Brunello Brunetto a lei e a tutti quelli “come” lei!”
Il dr. Brunetto non si è addentrato più di tanto, invece, rispondendo al vice caporettatore di Rai 3 Liguria, Stefano Picasso, nell’edizione delle 14 di mercoledì 27 maggio. Parole soft: “Mi dispiace solo che alcuni hanno fatto finta di niente come se ciò non li riguardasse…”. E’ la risposta a domanda, a sua volta, poco ‘intrigante’: “Ci sono state alcune prese di posizione sui social che hanno creato polemiche”. Forse metterla in polemica non fa buon servizio a quel sacrosanto e forse doveroso richiamo (se le cose sono andate così) in cui il primario Brunetto punta l’indice ed addita i camici bianchi che hanno preferito nascondersi. E possiamo essere sicuri sul fatto che coloro dai quali ‘attendo una risposta’ si guarderanno bene dall’uscire allo scoperto. Il riferimento non escluderebbe quella fratellanza massonica molto presente negli ospedali ponentini e che dovrebbe praticare il verbo della solidarietà e del buon esempio.
E’ un peccato, dunque, che ancora una volta il ‘giornalismo d’inchiesta’ non abbia svolto il suo ruolo. In Rai abbiamo eccellenti trasmissioni di approfondimento, sanità pubblica e privata incluse. Ed uno spaccato esemplare di utile informazione per i cittadini è andato in rete lunedì sera (25 maggio) nell’ambito del giornalismo investigativo con Sigfrido Ranucci e la squadra di Report. In prima fila con inchieste e approfondimenti su politica, economia e società. A quando una puntata nel Savonese e Imperiese ? Per rimanere in casa nostra. Oppure non c’è nulla da approfondire. E allora meglio così. Certamente le parole scritte da Brunetto disegnano qualcosa di poco simpatico accaduto in ospedale in tempo di emergenza Covid.
SUPERLAVORO DEL 118: QUASI 3 MILA INTERVENTI NEL DRAMMA DEL CORONAVIRUS
Federico Saettone: il ‘re delle farmacie di Savona’, sempre più combattente e coraggioso, ha postato sulla sua pagina facebook: “Questo è il più bel dehors più bello della città … non quelle MERDE di costruzioni che il Comune ha fatto fare fino ad oggi !” E ancora, visto che era finito nei guai giudiziari: “Le mascherine sequestrate della Pivetti sono perfette, non lo dico io bensì il centro specializzato dove le hanno analizzate e superato il test di laboratorio”. COMMENTI – Augusta Pelazzo posta, a sua volta: “Grazie Federico per tutto quello che hai fatto e continui tutto ora a fare per questa città”.
COMMENTI ALLA FOTO POSTATA DA SAETTONE –Claudia Berruti – Fede scusa ma quando piove? I tavolini saranno anche carini ma non lo chiamerei dehor”. Saettone: “Hai ragione i dehors vanno aboliti e se piove stai nel bar o mangi dentro il ristorante”. Angelo Rudatis: “Questa è una semplice e spenta occupazione di suolo pubblico, non scherziamo, i dehor ben fatti sono diversi!”
ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE POSTATO
NELLA PAGINA FACEBOOK DEL FARMACISTA SAETTONE
Il virus nelle mascherine resiste anche per giorni. Ecco come trattarle. Secondo l’esperto dell’Iss quelle lavabili vanno usate una volta sola e poi messe subito in lavatrice. Quelle monouso vanno gettate
di Marzio Bartoloni
Il virus riesce a resistere sulle superfici, compresa quella delle mascherine. Addirittura 4 giorni all’interno della mascherina e 7 giorni nello strato esterno. Così dice un documento pubblicato da poco dall’Istituto superiore di Sanità che ricorda anche quanto durano le particelle virali: 30 minuti nella carta stampata, 1 giorno nel tessuto e nel legno, 2 giorni nelle banconote, 2 nel vetro e 4 nella plastica e nell’acciaio. Da qui le raccomandazioni stringenti anche sull’uso delle mascherine.
Quanto è contagioso il virus
Da qui la raccomandazione a pulire con detergente le superfici prima di disinfettarle, prestando massima attenzione anche all’utilizzo delle mascherine chirurgiche, poiché la presenza di particelle virali infettanti può esser «rilevata fino a 4 giorni dalla contaminazione» nella parte interna. È quanto spiega il rapporto «Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza Covid-19», pubblicato sul portale dell’Istituto. «I dati riportati sono il frutto di evidenze di letteratura scientifica – spiega Paolo D’Ancona, medico epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – ma vanno declinate in base alle situazioni ambientali, ad esempio i coronavirus resistono meglio a temperature basse e in ambienti umidi. Il fatto che sopravvivono, inoltre, non significa di per sé che trasmettano la malattia: se ci sono poche particelle virali, infatti, la carica infettante è minore. Purtroppo però non si conosce quale sia la dose minima per infettare, anche perché dipende anche dalle difese immunitarie dei singoli individui. Pertanto, bisogna stare sempre molto attenti».
Come trattare le mascherine
Le raccomandazioni sull’uso mascherine nascono proprio da questa resistenza del virus. A esempio quelle lavabili – secondo l’esperto dell’Iss – «vanno usate una volta sola e poi messe subito in lavatrice, senza poggiarle sui mobili. Quelle monouso vanno gettate nella raccolta indifferenziata subito dopo l’utilizzo. In entrambi i casi vanno toccate solo sugli elastici, lavandosi prima e dopo le mani. Attenzione infine a non gettarle a terra, il rischio infettivo è minimo ma l’impatto sull’ambiente è alto». Il rapporto precisa, inoltre, la distinzione tra termini oggi molto utilizzati, come la sanificazione, un «complesso di procedimenti e operazioni» di pulizia che comprende il ricambio d’aria in tutti gli ambienti, e la disinfezione, ovvero il trattamento per abbattere la carica microbica che va effettuato utilizzando prodotti disinfettanti autorizzati dal ministero della Salute. C’è poi la detersione, che consiste nella rimozione dello sporco ed è un’azione necessaria prima della disinfezione, perché «lo sporco è ricco di microrganismi che vi si moltiplicano e sono in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti».
LA VICENDA DELLA MASCHERINE DELLA PIVETTI –Le dichiarazioni del farmacista savonese al quale erano state sequestrate le mascherine nell’ambito dei controlli che erano stati disposti nella fase emergenziale non possono che cambiare le carte in tavola dell’inchiesta condotta dalla Procura di Savona e che vede indagata l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, amministratore delegato della Only Italia Logistic, l’azienda che aveva importato le mascherine dalla Cina.
La stessa Pivetti (difesa dall’avv. Enrico Nan di Pietra Ligure) aveva tirato in ballo la farmacia Saettone, che invece ora può ribadire come “si sono fatte le verifiche del caso, naturalmente siamo stati costretti a cambiare fornitore. Ora, sperando in un dissequestro, rimetteremo in commercio le mascherine che però avranno un prezzo molto più ridotto rispetto all’iniziale fornitura, passando da 10 euro a 4,50 euro” precisa ancora Saettone.
DA NICOLA PER NON DIMENTICARE
LA STORIA DEL ‘RE DELLE PIZZERIE’ DI SAVONA
Livio Pippo Marino–19 maggio dalla sua pagina Facebook
Livio Pippo Marino del ristorante da Nicola a savona
C’È UN POSTO MAGICO IN UNA CITTÀ MAGICA ABITATA DA GENTE MAGICA…. UNA CITTÀ MALEDETTA ED IMPOSSIBILE SCHIACCIATA TRA LE MONTAGNE MA CON LE RADICI IN MARE… E CHE MARE….IL POSTO È UN RITROVO DOVE TUTTI SONO PASSATI, UN PUNTO DI RIFERIMENTO, CHIUNQUE A SAVONA SA DOVE SI TROVA, CHIUNQUE CONOSCE LA SUA STORIA ED IL SUO FONDATORE… COLUI CHE MOLTI VEDONO COME UN PADRE, (ED È STATO DIFFICILE CONDIVIDERLO CON COSÌ TANTA GENTE) IO NE SONO FIERO, E SONO FIERO DI MIA SORELLA CHE DOPO DI ME E MIO FRATELLO STA CERCANDO DI PORTARE AVANTI UNA TRADIZIONE NON SOLO DELLA FAMIGLIA MARINO, MA DI SAVONA, E DELLA CUCINA ITALIANA…. QUESTO POSTO È SOPRAVVISSUTO PER OLTRE SESSANTA ANNI… QUESTO POSTO DOMANI CERCA DI RIPARTIRE, SI MEDICA COME PUÒ LE FERITE E COME UN VECCHIO SAGGIO APRE GLI OCCHI ED ASPETTA…. ASPETTA…. CHIUNQUE SI TROVI A PASSARE DI LÌ GUARDI DENTRO, OPPURE ENTRI DENTRO, TROVERÀ GLI STESSI SORRISI DI SEMPRE, GLI STESSI GUSTI E GLI STESSI COLORI, UN QUADRO DIPINTO DA MOLTI ARTISTI ,DA MOLTI SAVONESI, E DA MOLTI ABITANTI DEL MONDO, UN QUADRO INDELEBILE CHE NEMMENO IL PIÙ TERRIBILE DEI MALI DI SEMPRE POTRÀ CANCELLARE….. DOMANI LA PIZZERIA DA NICOLA RIAPRE, CASA VOSTRA… COME SEMPRE; ED IL MIO CUORE SARÀ LÌ..
Solo Ivg.it ha riportato i fendenti: “Pago le tasse e sei pattuglie tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e Polizia locale se ne stanno impassibili per ore e non dicono manco “si metta la mascherina…”. Parole dell’ex assessore comunale di Savona Sergio Lugaro. Al punto, aggiungiamo, da caso di omissione d’atti d’ufficio ?. E l’assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale: “…Guardando cosa è accaduto di grave venerdì sera proprio a Savona, il rischio che il virus possa riprendere a circolare diventa possibile: inviterei tutti alla massima prudenza”.
In attesa del numero chiuso e degli assistenti civici si corre ai ripari. Si può, dopo aver letto quanto riportato da giornale on line Ivg.it, far finta che nulla sia successo ? Che si è trattato di un ‘piccola’ sbavatura nei servizi dell’ordine pubblico, che chi doveva intervenire è rimasto inerte e che non era stata organizzata la prevenzione indispensabile ed opportuna, persino di semplice buon senso. E se in conseguenza di quell’assembramento folle scaturisse, malauguratamente, un nuovo facolaio ? Si può sempre delegare gli interventi della politica (nel caso pure dei massimi rappresentanti istituzionali: prefetto e questore, Comitato provinciale per l’ordine pubblico) all’azione della magistratura ? Come quando si va alla ricerca della cause che hanno provocate le stragi alle Rsa perchè ha colto impreparati chi ha il dovere di prevenire, organizzare, scongiurare.
IL SINDACO DI BERGEGGI ARBOSCELLO DOPO QUANTO E’ ACCADUTO
VENERDI 22 MAGGIO A SAVONA IN DARSENA
(Dalla pagina Facebook del sindaco di Bergeggi, Arboscello) “Dapprima incredulità e poi una grande rabbia.E la conferma che la linea dura applicata a Bergeggi fino ad oggi è necessaria perché contro l’imbecillità va utilizzato il rigore. Servono controlli, sanzioni, regole precise e pene certe, non c’è alternativa. Ma io mi chiedo come sia possibile. Ma volete tornare tutti ad altri mesi di lockdown? Ma non è ancora chiaro cosa abbiamo passato dal punto di vista sanitario e soprattutto cosa stiamo attraversando dal punto di vista economico? Continuate così che tra poco sarà la crisi economica più grande di sempre a non farvi uscire più di casa.” A seguire decine i commenti ora severi, ora increduli, ora rassegnati: “così va l’Italia !”
Incontro tra Sindaco Riccardo Tomatis e i gestori dei locali della Movida
COMUNICATO STAMPA – Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis ha incontrato i gestori di alcuni locali, in particolare del Centro Storico, nei quali si sono verificate alcune situazioni di assembramento. Spiega il primo cittadino: “Dall’incontro è emersa una grande disponibilità da parte dei gestori delle attività più frequentate dalla movida ingauna. In particolare è stata concordata la chiusura anticipata delle loro attività allo scopo di evitare gli eccessi che nei giorni scorsi si sono verificati a notte inoltrata. Inoltre i gestori di queste attività ci hanno manifestato il loro impegno a chiudere immediatamente il loro locale qualora dovessero manifestarsi situazioni di assembramento difficili da gestire”.
Ricordiamo che l’Amministrazione ingauna ha dato la possibilità alle attività presenti su tutto il territorio comunale di ampliare gratuitamente l’occupazione di suolo pubblico proprio allo scopo di evitare il verificarsi di assembramenti. Aumentando il numero dei tavolini adeguatamente distanziati tra loro secondo le norme “AntiCovid” in vigore, infatti, i gestori delle attività hanno la possibilità di garantire il distanziamento sociale ai loro clienti e, al contempo, di riprendere a lavorare. Al vaglio dell’Amministrazione ingauna, inoltre, anche altre misure che saranno concordate a seguito di incontri con le autorità competenti, volti a garantire la sicurezza e il rispetto delle normative in vigore. Tra le proposte quella degli assistenti civici che, secondo le prime informazioni, potranno essere impiegati per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno in questa seconda fase dell’emergenza anche nella gestione delle riaperture.
A tal proposito il sindaco Tomatis afferma: “L’appello proveniente dai sindaci delle principali città e località turistiche è stato accolto, non dalla Regione, ma dal Governo a dimostrazione che il problema era molto sentito e coinvolgeva tutti i comuni. Secondo quanto apprendiamo dovrebbe presto partire un bando per reclutare gli assistenti civici che ci aiuteranno a gestire i flussi nei centri storici e far rispettare la distanza di sicurezza. Siamo in attesa di nuove indicazioni a tal proposito per attivarci in tal senso”.
SAVONA CON 11 PATTUGLIE CORRE AI RIPARI
E’ accaduto già sabato sera, dopo che la movida di venerdì, in Darsena, a Savona, paragonata a quella sui Navigli, è finita sulle pagine dei quotidiani nazionali e tv. Sabato un dispiegamento di forze da derby di serie A: 11 pattuglie di Polizia, Carabinieri e Polizia municipale, coordinate da Michele Lupi, dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e capo delle volanti, hanno imposto una sorta di check-point nella parte alta di via Baglietto, sia dal lato del ponte mobile sia da quello dei lavatoi. Per controllare la situazione erano presenti anche gli assessori alla Sicurezza, Roberto Levrero, e ai Lavori pubblici, Piero Santi.
Controlli anche ieri (domenica), ma sulle spiagge, senza però multe: gli agenti della polizia locale hanno pattugliato il Prolungamento, le Fornaci e Zinola per verificare il rispetto dell’ordinanza comunale che vieta l’accesso agli arenili. Il diverso dispiegamento di forze di venerdì e sabato per controllare il popolo della movida è stato oggetto di critiche, soprattutto da parte dell’opposizione, ma il sindaco Caprioglio si difende: «La decisione è stata presa insieme al Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Ci aspettavamo un maggior senso di responsabilità. Fino alle 23.30 è andato tutto bene, poi è arrivato un fiume di ragazzi e le forze dell’ordine si sono trovate di fronte a una situazione difficile da gestire. Mica si poteva tirare fuori la pistola». E continua: «In seguito a quello che è successo venerdì, sabato c’è stato un grande dispiegamento di forze, ma è impensabile che ciò avvenga sempre. Per gestire una situazione del genere servirebbe l’esercito. E non possiamo neppure concentrare tutte le forze in un unico punto”.
Caprioglio si sfoga: «Governo e Regione devono dare ai sindaci le risorse di personale ed economiche necessarie per affrontare la situazione. Da tutti i sindaci dell’Anci si alza un coro di proteste». Ma che cosa succederà in futuro in Darsena? E’ possibile che a una certa ora scatti il coprifuoco? «Vorrei evitare un provvedimento del genere perché l’economia è in ginocchio e ciò danneggerebbe ulteriormente i pubblici esercizi. C’è stata una proposta di alcuni esercenti di blindare tutta l’area fino al Prolungamento e al Priamar. A breve ci sarà un incontro per discuterne».
Oltre alla Darsena al sindaco preoccupano molto le spiagge dopo il 3 giugno: «Se non arriveranno i mezzi economici e i rinforzi, ogni fine settimana sarà il finimondo. Andare al mare è un diritto di tutti, ma noi abbiamo un fazzoletto di terra e rischiamo problemi di ordine pubblico continui».
TESTIMONIANZA – Domenico, “Mimmo”, Fonte ha faticato non poco venerdì sera a tutelare la sicurezza (le distanze) e la tranquillità dei residenti del complesso della Torre Orsero. Dove vigila come portiere e incaricato al guardianaggio per la società Sida che si occupa anche del Crescent. Venerdì era a pochi passi dal “muro”.«Sembrava di essere allo stadio. Un flusso di gente, soprattutto ragazzi, senza limiti che non finiva mai. Un fiume arrivato all’improvviso. Cerchiamo anche noi nel nostro ambito, come i titolari dei locali, di far rispettare le norme sugli assembramenti e i divieti anti contagio, ma l’afflusso di gente era davvero enorme l’altra sera. Se non fosse stato per l’arrivo delle forze dell’ordine non so come sarebbe finita. Era un flusso senza limiti. Una baraonda. Senza Sicurezza. Mascherine indossate ne ho viste poche. Distanza tra uno e l’altro? Zero. Un flusso che è diminuito quando sono arrivate le pattuglie». Il fiume di persone si è ingrossato secondo la testimonianza di Fonte verso le 23 e 30. La sede della sua agenzia è a pochi passi. In piazza Guido Rossa, sempre in Darsena. Da dieci anni si occupa dei complessi Orsero e Crescent: «Ma così tanta gente non l’avevo mai vista prima quando lavoravo tra discoteche e supermercati. Sarà stato per i mesi passati chiusi in casa. Venerdì sera la situazione era abbastanza tranquilla, poi prima di mezzanotte è esploso tutto e solo l’arrivo di poliziotti, carabinieri, vigili e finanzieri ha placato il flusso. Senza di loro non so come sarebbe andata a finire». Una muraglia umana “mobile” soprattutto all’altezza dell’accesso in darsena lato ponte di via Gramsci.”
MELES 5 STELLE (capogruppo in consiglio comunale)- «Quanto accaduto ieri era prevedibile da chiunque tranne che dal sindaco e dal suo assessore, sempre assente, alla Sicurezza, Roberto Levrero. A nulla serve prendersela coi giovani o minacciare ritorsioni: dovevano prevenire». Anche il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha lanciato una frecciata al Comune di Savona sulla gestione del primo venerdì post lockdown.«Tutti i sindaci – ha detto- devono fare la loro parte con piani seri di controllo: richiameremo al proprio dovere quelli che non l’hanno fatto, perché in questa fase delicata servono impegno concreto e interventi capillari in tutta la Liguria». «Le criticità della movida in Darsena sono state affrontate venerdì mattina, durante il Comitato di Ordine pubblico e sicurezza convocato dal Prefetto – la risposta del sindaco- Saranno intensificati i controlli da parte della municipale e delle forze dell’ordine. Come amministrazione comunale, inoltre, già lunedì incontreremo gli operatori della Darsena per attivare modalità condivise anti assembramento». Una frecciata da Caprioglio a Toti. «Il messaggio che è arrivato dalla Regione di totale apertura è stato interpretato, come era immaginabile, alla stregua di un liberi e sta mettendo in seria difficoltà le amministrazioni locali». Mentre il sindaco di Bergeggi, Arboscello ha aggiunto che «Toti, dalle parti di Savona, non si fa vedere né per bere uno spritz né per fare il suo mestiere».
L’INTERVENTO DI SERGIO LIGARO RIPORTATO DA IVG.IT
Sergio Lugaro ex assessore comunale
Non si ferma la “bufera” politica dopo gli assembramenti nella Vecchia Darsena a Savona di venerdi sera. Tra i commenti e le reazioni al veleno ecco quella dell’ex assessore comunale con delega ai quartieri, al decentramento, alla partecipazione e al bilancio partecipato Sergio Lugaro, il quale senza mezzi termini non solo si scaglia contro l’amministrazione comunale e l’assenza di controlli e gestione della movida, nonostante lo sbandierato piano “Save&Safe Village”, ma non le manda a dire rispetto allo stesso operato delle forze dell’ordine, finite sotto accusa per la mancanza di interventi diretti per fermare gli assembramenti.
Ed ecco la bordata: “Pago le tasse e sei pattuglie tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale non mi dicono nulla… Se ne stanno ferme per ore e non dicono manco “si metta la mascherina…” aggiunge, rimarcando l’assenza di una azione diretta nei punti di concentramento dei ragazzi dove l’opportuno distanziamento sociale non si è affatto verificato, anzi…“I ragazzi vanno assolti in quanto proprio ragazzi: il problema di educazione dei figli non può essere tirato in ballo per giustificare quanto successo…”. “La responsabilità è stata l’assenza del Comune, la mancanza di controlli adeguati e l’inerzia assoluta delle forze dell’ordine” conclude l’ex assessore savonese.
COMMENTO DEL 23 MAGGIO PAGINA FACEBOOK DI SERGIO LUGARO – “Ringrazio Ivg ma non è attacco politico il mio. Non sono più politico, sono uno che beve un amaro in darsena e nota cose bizzarre. Probabile le forze dell’ordine non abbiano ancora chiaro come, se e quando intervenire. L’amministrazione deve fare di più ma come sappiamo non gioca in casa e se non conosco i nomi di chi é in giunta credo non sia solo un problema mio. L’autorità portuale deve mettersi a disposizione (quante volte lo abbiamo fatto noi nei loro confronti) per accogliere le idee che provengono da chi quel posto lo vive tutti i giorni infine, la butto lì, può darci il report per capire se era fake o meno quanto è avvenuto ieri (la darsena è come il Grande Fratello ci sono telecamere ovunque)”.
E IL COMMENTO SARCASTICO FACEBOOK
DI FERDINANDO MOLTENI, EX ASSESSORE A SAVONA
“La movida a Savona sarà contingentata. Mi scappa da ridere, ma la notizia è di oggi ed è autentica. C’è addirittura su tutti e due i giornali cittadini. Pare che prefetto, sindaco e assessore alla sicurezza (non sapevo neanche che esistesse) abbiano concordato sul fatto di mettere degli steward (probabilmente quelli dismessi da Alitalia) a controllare i flussi di ragazze e ragazzi che andranno a farsi una birra in porto. L’idea è geniale. Straordinaria. Bellissima. Non so a chi sia venuta. Comunque meriterebbe una ola allo stadio Bacigalupo.
Praticamente è come controllare quanti spermatozoi si dirigeranno verso l’ovulo. O, per par condicio, quanti ovuli staranno lì ad aspettare il loro spermatozoo. Consapevoli che, come diceva Morandi: “uno su mille ce la fa”.
I DATI DELLA REGIONE IL 27 MAGGIO
Dati odierni 27 maggio 2020 – DATI FLUSSO MINISTERIALE
TOTALE test effettuati 98.835 (+2.157)
Positivi in Liguria 3.467 (-151)
CASI PER PROVINCIA
PROVINCIA
CASI
SAVONA
566
LA SPEZIA
104
IMPERIA
403
GENOVA
2.392
altro/in fase di verifica
2
TOTALE
3.467
ospedalizzati
di cui TI
Differenza da giorno precedente
Ospedalizzati
219
14
-23
ASL1
37
4
-5
ASL2
50
3
1
Ospedale Policlinico San Martino
22
2
-12
Ospedale Evangelico
0
0
0
Ospedale Galliera
37
0
-1
Ospedale Gaslini
3
0
0
ASL 3 Villa Scassi
33
5
0
ASL 3 Gallino
0
0
0
ASL3 Micone
0
0
-1
ASL3 Colletta
0
0
0
ASL4 Sestri Levante
10
0
-2
ASL4 Lavagna
1
0
0
ASL5
26
0
-3
Isolamento domiciliare
1.050
-146
Clinicamente guariti (asintomatici positivi e domicilio)
2.198
+18
TOTALE GUARITI (GUARITI CON 2 TEST CONSECUTIVI NEGATIVI)
Sono genovese e ho tentato di ostacolare, con le mie modeste forze, la costruzione della piattaforma realizzata secondo le ‘menzogne’ di chie viene considerato dai Savonesi un grande presidente dell’Autorità portuale. Col mio mestiere non ho avuto difficoltà ad accedere a molte utili informazioni e non essere condizionato da interessi di sorta. E smentito con dati di fatto inoppugnabili, anziché considerato un noioso rompiscatole di turno.
Mi sia consentita una nota personale: grazie a internet sono pure persino riuscito a farmi raccontare come è morto mio padre Lorenzo quando avevo 4 anni. E’ vero sono un nostalgico del mio passato, sono una persona che non corre per questo o quel carro. Non sono un giustiziere e non sono mosso da inimicizie o interessi. Non ho mai aspirato a posti al sole. Credo di aver sempre lavorato ed onorato il mondo del lavoro con orgoglio. Le miei critiche non possono riguardare l’onestà pubblica di tizio o caio. Non è il mio compito investigare. Mi sia concesso però di non tacere e non portare il bavaglio che invece qualcuno, come posso dimostrare, sta usando. Mancanza di coraggio o coerenza, onestà intellettuale ?
Qui a Savona sembra che ci siano poche persone informate di navi e porti, di tanto in tanto perdo qualche ora per fare ricerche che poi non vengono prese in considerazione. Pochi giorni fa avevo segnalato, a proposito di Maersk e CGIL, un titolo: C’eravamo tanto amati- Io avevo preparato un robusto resoconto su come si sono comportati i sindacati nel corso degli anni e dei problemi che avrà la piattaforma, trovandosi 40 km fuori del mercato. La favoletta delle navi con grandi pescaggi che dovrebbero arrivare a Vado Ligure era soltanto una presa in giro! A Genova e La Spezia ci arrivano tranquillamente navi da 14.000 teus,
E ci arrivano con dei pescaggi sui 12-13 metri in quanto il pescaggio diminuisce man mano che le navi scaricano, quando arrivano da noi sono già molto alleggerite. C’è chi ha avuto il figlio assunto dalla Maersk, nulla di male beninteso, ma in questi casi coloro che potrebbero essere liberi di parlare e scrivere, forse sono in difficoltà, per non aggiungere altro.
Ho segnalato che c’ era un incontro chiarificatore con Luca Becce:
Sta di fatto che come tutti i marittimi, devo essere sincero. I sindacati non li ho mai potuti digerire in quanto, secondo noi, ritenevamo che stavano più dalla parte dagli armatori che dei marittimi.
La faccenda che la piattaforma fosse stato necessario costruirla per via dei favolosi fondali, essendo del mestiere e conoscendo bene navi e regolamenti per poter operare, non mi aveva convinto. Per arrivare da noi le navi che provengono dall’Oriente devono passere dal Canale di Suez. E qui ci sono dei limiti di pescaggio in base alla larghezza delle navi, a volte ci sono porti come Genova e La Spezia che non potrebbero ricevere navi a pieno carico, ma a questi inconvenienti si è sempre provveduto a scaricare in un porto più a Sud ( ndr nel nostro caso Gioia Tauro ora completamente in mano di Aponte della MSC ) una parte del carico.
Da tenere presente che, per le navi, si parla di pescaggi! Per farle entrare in un porto bisogna fare riferimento al fondale che deve essere tenuto in considerazione. Per queste grandi navi, mediamente, è superiore di 90 centimetri ( 3 piedi )
Ecco quanto avevo segnalato alle autorità portuali di Genova e La Spezia.
“Fino ad ora le più grandi portacontainer avevano pescaggi di 16,00 metri e non avevano problemi a transitare nel Canale di Suez, la nave in oggetto, non potrà, in nessun modo, superare il pescaggio massimo di 15,55 metri (Savona miracoli savonesi)”
Riferimento a: C’ERAVAMO TANTO AMATI
Almeno un Sindacato ha reagito! Purtroppo la piattaforma non è posizionata, commercialmente, in una posizione favorevole e la favoletta delle porta containers di nuova generazione, con grandi pescaggi, è stata eliminata con questa formula che serve per determinare il peso di una nave:
Lunghezza tra pp x larghezza x immersione ( pescaggio ) x coefficiente di finezza x densità del mare
A parità di peso e lunghezza: se si aumenta la larghezza diminuisce il pescaggio!
19 Dicembre 2011 – 15:27 Piattaforma Maersk: siglato l’accordo sull’occupazione, ecco i numeri
……… L’accordo definisce i numeri sia all’avvio dell’attività del terminal che a regime: 431 nel primo periodo, 645 con il raggiungimento della piena operatività. L’intesa prevede un tavolo di monitoraggio tra tutti i soggetti firmatari riunito ogni quattro mesi con il compito di verificare l’attuazione del piano di assunzioni, il tipo di mansioni richieste, i percorsi formativi necessari e le modalità dell’inserimento lavorativo………
18 Dicembre 2017 – 18:36 —- Accordo per la piattaforma Maersk, Stella (Cgil): “Una delle chiavi di volta per l’economia del territorio
……. “Con questo altro tassello prosegue il progetto Maersk, che ha visto anche i sindacati protagonisti di un accordo con l’azienda Apm riguardante la collocazione dei lavoratori. All’inizio del 2019 le assunzioni saranno circa 300 mentre a regime saranno circa 400. Saranno dipendenti diretti della piattaforma. ……
Dove dobbiamo andare a tagliare per cercare di diminuire le perdite ?
E’ bene, anche, chiarire che: 04 febbraio 2012 Vado: 50 dipendenti della Reefer a rischio cassa integrazione, Hamburg Sud ha trasferito parte dei traffici su Genova ( ndr. Persi circa 95.000 teus ):
Dobbiamo chiarire che le infrastrutture savonesi non sono così brillanti come volevano farci credere!
Altra presa in giro: sulla piattaforma ci potranno ormeggiare navi con pescaggi da 18 a 22 metri ( a quali navi si faceva riferimento? Quando fu approvato il progetto della piattaforma nel 2008, da ben 2 anni era in esercizio la più grande portacontainers del mondo la “ Emma Maersk “ che aveva un pescaggio massimo di 15,50 metri ).
Quello che a Savona non sapevano era che, per arrivare dalla Cina nel Mediterraneo, le navi devono transitare dal Canale di Suez dove ci sono limiti sul pescaggio in base alla larghezza, ed anche, per le lunghezze superiori ai 400 metri ci saranno altri limiti, questa nave per la sola larghezza non potrà avere un pescaggio superiore a 15,55 metri.
E’ bene ricordare che, il pescaggio diminuisce man mano che la nave viene scaricata!
Pompe Funebri Liguri Srl ( 13 soci), azienda del ponente savonese finita in una bufera giudiziaria (presunte mini mazzette destinate a soffiare clienti ai pochi concorrenti e c’è pure chi scrive:…’purtroppo accade in tutti gli ospedali….’), ma dai bilanci, visionati da trucioli.it, in piena salute. Un’attività impegnativa consente buoni margini di profitto. Il primo dato significativo che emerge nel conto economico sono 171.784 € di utile d’esercizio (161.422 nel 2017). A fronte di un fatturato di 3 milioni 344 mila € (in lieve calo rispetto al 2017 per 3.452.674). E non eravamo ancora nell’impennata morti da Covid del 2019.
Ad Albenga, in regionale cavallo, non lontano da ospedale civico e camere murtuarie, una nuova sede, con magazzino, di un socio delle Pompe Funebri Liguri
Nella stessa area dove prima sorgeva un’azienda commerciale gli uffici di Pompe Funebri ad Albenga, Altri locali sono invece in centro città, zona Porta Mulino.
Non siamo a guadagni da speculazione, il 3-4% non è male. E ancora, senza essere esperti della materia, si può aggiungere che siamo di fronte ad un’impresa locale molto ben patrimonializzata, un patrimonio netto stimato in 775 mila €, con utili destinata a ‘riserva’ e che non sono ripartiti tra i soci. Ci sono crediti a breve per 665 mila euro, si tratta ovviamente di servizi funerari non ancora pagati. Soldi da riscuotere dunque e che non contabilizzati nelle sofferenze. E ancora, altro dato interessante, è quello dei servizi svolti per ‘esterni’ alla stessa Pompe Funebri Liguri che ammontano a 1 milione 660 mila euro. Incassi e utili comportano 93 mila euro di imposte correnti.
Insomma se molte imprese hanno (ma il peggio è arrivato con la sciagura coronavirus ), non da oggi, problemi di liquidità, disporne è fondamentale per i soci delle Pompe Funebri Liguri che non devono preoccuparsi più di tanto, ovvero ricorrere a laboriose linee di credito con le banche. E la scelta dell’unione fa la forza, di aver creato un solido sodalizio commerciale, si sta rivelando vincente e lungimirante. Diverso il discorso qualora si pratichi anche ‘sleale concorrenza’, da monopolio, ricorrendo a mezzucci più o meno perseguibili dal codice penale. Ma è tutto da dimostrare e eventualmente da sottoporre a sentenze passate in giudicato. Non è neppure corretto sparare nel mucchio, se si pensa che i casi al vaglio della magistratura sono limitati, parrebbe, al Santa Corona e riguardano i soci che si occupano della sede di Pietra Ligure e Borghetto S. Spirito.
La società Pompe Funebri Liguri ha disponibilità liquida pari a 470 mila euro. E un buon equilibrio, si aggiunga, tra crediti e debiti a breve: 675 mila euro a confronto con 474 mila. Dal conto economico, inoltre, non emerge l’esistenza di mutui. C’è una buona immobilizzazione (auto e annessi, bare incluse) pari a 440 mila. Infine non è secondario, nello stesso contesto sociale ed occupazionale in cui opera, il pagamento di stipendi al personale per un ammontare di 759 mila euro. Da ultimo nella nota integrativa abbreviata si può leggere che i compensi per gli amministratori della Srl Pompe Funebri Liguri ammontano a 590 mila euro.
Il bilancio 2018 è stato sottoscritto, ad Albenga nella sede sociale, il 23 marzo 2019, dal presidente del Cda, Giovanni Quaranta e dal segretario Nicola Nato. E il 7 maggio 2019 il verbale dell’assemblea ordinaria dei soci delibera di rinnovare per un anno il consiglio di amministrazione in carica, fino al prossimo bilancio e che sotto riproduciamo.
IL ‘METODO NECROLOGI’ A PAGAMENTO – C’è un curioso aspetto nella conduzione aziendale delle Pompe Funebri Liguri. L’unico giornale on line che riporta i necrologi a pagamento dei defunti, le ricorrenze, le partecipazioni, è IVG.it, con l’azienda Edinet Srl, dell’editore pietrese Matteo Rainisio (in società con la sorella). Si tratta di un’altra azienda che fa utili e gestita in modo oculato, diremmo, dunque più che affidabile e proiettata a costante innovazione e crescita sul mercato pubblicitario, di pari passo con la diffusione e recenti iniziative commerciali (abbonamento a notizie). Ebbene qualche stranezza, nulla di penale. Più volte come umile blog che non accetta pubblicità (neppure quella imposta da Google) abbiamo chiesto ad un importante cofondatore delle Pompe Funebri Liguri di essere informati quando viene a mancare un ‘personaggio’ nella loro zona di ‘competenza’, da Andora a Finale con vasto entroterra. Abbiamo avuto la pazienza, in oltre mezzo secolo di attività giornalistica, di mettere insieme un archivio di ritagli stampa, con avvenimenti e personaggi che più hanno fatto notizia nel corso della loro esistenza. Fatti di cronaca nera, giudiziaria, bianca, rosa, si dice in gergo giornalistico. Di volta in volta, a distanza di mesi, capitava di rinnovare l’invito allo stesso interlocutote, senza ricevere un esplicito rifiuto. Trucioli.it del resto non è in concorrenza con nessuno, non vanta pretese preferenziali. E alla fine la singolare sorpresa: “Non posso far nulla, siamo impegnati con Ivg.it, ci sono i miei soci…. è molto seguito e ci troviamo bene….” Ma quanto costa ? ‘Non saprei dire…bisogna chiedere in ufficio…forse finisce nella spesa dei manifesti….’..
Una considerazione, tra tante. Se le Pompe Funebri possono essere indicate alla stregua di un quasi monopolio, Ivg.it ha, a sua volta, l’esclusiva, pur non scritta, delle necrologie nel savonese ? con una ripercussione evidente su altre testate giornalistiche che, per anni, hanno ospitato le necrologie. Pensiamo al Secolo XIX ormai circoscritto, per necrologi, alla zona di Genova e dintorni. Da Savona non riceve quasi nulla; si tratta di perdere incassi che pur sono utili.
Pensiamo inoltre a cosa è accaduto in altre zone, non lontane, come le province di Bergamo e Brescia o altre ancora, dove ci sono editori e giornali locali. Si è letto di decine di pagine di necrologi, con l’aggiunta che in quei casi viene anche pubblicata, per usanza, la fotografia dei defunti. Emerge in tutta evidenza la discrasia, l’abissale opportunità, le scelte dei titolari di pompe funebri. Nel Savonese la ricaduta positiva per l’editore di IVG.it rispetto a quello, ad esempio, di SavonaNews o di altri minori che ospitano pubblicità.
Tra i più penalizzati Il Secolo XIX e in piccola misura La Stampa. Entrambi appartenenti allo stesso editore (Gedi, famiglia Elkann – Agnelli). Non pensiamo ci siano aspetti inconfessabili, nella scelta operata dalle Pompe Funebri Liguri, interessi non legittimi. E’ un dato di fatto. Si aggiunga che altri concorrenti, in loco, davvero pochi, affidano le necrologie a Ivg.it contando sulla diffusione e scelta dei clienti (famiglie dei defunti).
Molto più serio invece l’aspetto giudiziario in corso, dopo gli arresti e in attesa di sviluppi. Si aggiunga che, per ora, come avevamo riportato la scorsa settimana, siamo di fronte a ‘presunte mazzette’ e coinvolgimenti per somme davvero non esorbitanti. Resta da capire se il bandolo della matassa degli inquirenti (Guardia di Finanza coordinata dal magistrato) è foriero di altra ‘carne al fuoco’, oppure ci si avvia, col tempo, ad ridimensionamento del puzzle accusatorio (inviti a cena e biglietti gratis per partite di calcio).
CARO ESTINTO DA IL SECOLO XIX DEL 28 MAGGIO – Restano in carcere Fabio De Giovanni e Vincenzo Brancati, rispettivamente titolare dell’agenzia pompe funebri Liguri di Borghetto e l’addetto della coop Ma.Ris. all’obitorio del Santa Corona arrestati la scorsa settimana con l’accusa di corruzione per un giro di presunte regalie in cambio dell’informazione sulla presenza di persone decedute in ospedale. Il gip Fiorenza Giorgi ha infatti respinto l’istanza di domiciliari presentata dai legali dei due e per il quale c’era il parere negativo del pm Claudio Martini. È detenuto a Marassi anche Carlo Quaranta, che ha scelto di non rispondere alle domande del gip in occasione dell’interrogatorio di garanzia in carcere.Secondo il castello accusatorio Quaranta e De Giovanni avrebbe ricambiato con inviti a cena e un biglietto della gara di calcio Inter-Lecce dello scorso agosto alle informazioni che sarebbero arrivate da Vincenzo Brancati per soffiare i funerali alla concorrenza.
LA PAGINA DEL SECOLO XIX IL GIORNO DEGLI ARRESTI –
COMMENTI SUI SOCIAL, IN PARTICOLARE A BORGHETTO S. SPIRITO
SIAMO AL ‘SENTITO DIRE’ E LUNGI DA TESTIMONIANZE PROVATE:
…..“A me fanno schifo quei simil giornalisti locali che hanno messo i nomi e cognomi….”.
Carla Briozzo – La vicenda ha fatto scalpore ma sono anni che succede. Ora hanno deciso di sanare le imprese di pompe funebri. Benissimo speriamo scoprino anche altro.
Sergio Gallizia – Ci sono condizioni che… ti adatti oppure muori e se devi viverci e hai una famiglia.. ti adatti. E’ cosi in qualsiasi attività; chiedete all’impresa di pulizia nei condomini, all’idraulico, al muratore. Vogliamo parlare dei vari corpi dello stato ? Dobbiamo fare nomi ? negozianti disperati quando vedevano certe gente arrivare ? A me fanno schifo quei simil giornalisti locali che hanno messo i nomi e cognomi.. sono gli stessi che per il carabiniere di Pietra Ligure (un sottufficiale che venne arrestato e scagionato in Cassazione ndr) avevano messo pure la fotografia più volte e dopo essere stato assolto zitti e muti (non è vero, ci sono ritagli stampa ripetuti ndr). Non meritano il mio rispetto che invece do all’indagato.
Elisa Patetta – In questo caso fa molto scalpore, almeno a me, il modo in cui sono stati trattati gli indagati. Perché al momento solo di indagati si parla, non di condannati. Messi direttamente in carcere con nomi e cognomi sui giornali. Quando invece per cose molto più gravi e pericolose rimangono tranquillamente a piede libero fino al processo e sui giornali ci sono solo le iniziali per tutelare la privacy…Poi sinceramente il “reato” in questione io non lo capisco molto. Una ditta può proporsi, ma nessuno è obbligato ad usufruirne se preferisce altri.
Loredana Darmanin – Purtroppo è così in quasi tutti gli ospedali.
Finalmente Bose è servito! L’ultimo chiodo sulla bara del Concilio Vaticano II con sigillatura a piombo rinforzato, fatta con sapienza, furbizia e, satanicamente, ascritta direttamente al Papa non amato, il quale così finisce per svolgere il ruolo di killer, manovrato da mani oscure, ma visibili.
di don Paolo Farinella
Enzo Bianchi monaco cristiano e saggista italiano, fondatore della Comunità monastica di Bose, a Magnano, della quale è stato priore sino al gennaio 2017; a seguito di una visita apostolica svoltasi tra dicembre 2019 e gennaio 2020, a maggio successivo ne viene allontanato su indicazione della Santa Sede (Leggi articolo de L’Avvenire del 27 maggio 2020…..).
Il mondo antibergogliano, la destra ecclesiastica, economica, politica e sociale, in questi giorni gongola in silenzio semiserio, si frega le mani con gel antivirus e resta sulla riva ad attendere non il cadaverino di un semplice fondatore, ma quello ben più ambito del Papa usurpatore, «venuto dalla fine del mondo», ma mai sentito come «prossimo». Scrive Bose, ma legge Francesco.
Circa due anni fa, nel 2018, durante un’omelia in San Torpete, espressi il mio pensiero sul fatto che ormai l’Ecumenismo era vissuto solo dalla parte di popolo consapevole, mentre a livello di gerarchia era una medaglia d’occasione, ma un processo stagnante. L’ossessione del «protestantesimo che ha invaso la Chiesa» è ancora viva e vegeta.
In quell’occasione portai Bose come esempio. Dissi che Bose è stato un frutto del concilio Vaticano II e l’iniziatore di una riforma che avrebbe potuto essere paragonata alle grandi riforme monastiche, ma finirà. Aggiunsi che in Vaticano non si aspettava altro che la morte o la fuoriuscita del fondatore, Enzo Bianchi, per affondare la scure sull’esperienza, tollerata fin troppo.
Nella mia lettura, i passaggi sarebbero stati: morte o dimissioni di Enzo Bianchi, tolleranza di qualche anno senza problemi. Poi si sarebbe imposto la chiusura della convivenza «mista» di monaci e monache cattolici/non cattolici e quindi ripristino di un monachesimo esclusivamente confessionale. Periodo di decantazione e poi scomposizione del monastero in due, rigorosamente separati: quello maschile e quello femminile, in nome di antica tradizione, ecc. ecc. Oggi, invece, senza bisogno nemmeno di decapitare o chiudere tutto, è bastato svuotarlo della sua essenza per ridurlo al nulla, all’irrilevanza, al decadimento e nel lungo periodo alla chiusura.
Bose, il bubbone cresciuto con la benedizione dei Papi, sarebbe finito per mano di un Papa meno adatto, il più fragile, quello che più di ogni altro avrebbe avuto bisogno di un monastero vero, ecumenico, universale, senza diversità di genere.
Quando ai fini di maggio, lessi il comunicato asettico della Comunità di Bose sul sito del Monastero, non mi scomposi per nulla, perché era tutto scritto e previsto e tutto si stava realizzando secondo le regole di quel clericalismo che Francesco denuncia come il primo dei peccati gravi, ma che, come un virus, viaggia nascosto e invisibile, pronto a ghermire quando si pensa che sia fuori gioco. Una volta digerito e ruminato il concilio Vaticano II, riportato nei ranghi della tradizione anteriore al 1962 (v. i due documenti della Congregazione della fede che
sancisce la normalità, ormai acquisita, dei riti tridentini) e, in tempo di Covid-19, il ritorno alle messe preconciliari
del prete solo, senza popolo, ritenuto superfluo, non si poteva più tollerare l’esistenza di Bose. C’è da dire che la sceneggiata è stata magistrale, degna di un’opera teatrale dal titolo: «Il Priore e il maggiordomo Francesco». Nei gialli rispettabili, «noir», il colpevole deve essere sempre il maggiordomo, mentre il Priore annaspa nel buio delle accuse che non ha nemmeno ricevuto. Si può difendere, ma in silenzio e meglio se in esilio a Chevetogne in Belgio, altro luogo simbolo di antichi delitti.
La curia e i suoi cultori esterni che cono una «legione», come il demonio, non si converte mai, ma manovra, trama, colpisce e uccide, salvo pregare per i morti. Non so cosa sia successo – se qualcosa è successo– in Monastero e tra i fratelli e le sorelle, ma so quello che accadeva fuori dove, alla vigilia di una Pentecoste di fuoco e terrore, invece che le fiammelle dello Spirito Santo, si aggirano spiritosi avvoltoi di carogne, sempre in servizio permanente e non si daranno pace finché non uscirà di scena Papa Francesco. Il quale Papa è stato troppo accondiscendente, da vero uomo di Dio, non attaccato al potere, verso cardinali e curiali ed ex papi che gli hanno creato le condizioni del suo immobilismo, costringendolo a difendersi e quindi a depotenziare ogni sua ipotetica riforma.
Durante il penultimo sinodo sulla famiglia (4-28 ottobre 2015), i suoi detrattori misero in giro la voce che Francesco avesse un tumore al cervello per passare il messaggio che le sue scelte erano frutto di una mente malata.
Nel 2016, appena pubblicata l’enciclica «Amoris Laetitia», i cardinali Walter Brandmüller, Raymond L. Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner pubblicarono «Dubia», una lettera aperta al papa che in modo ecclesiastico,
fingendo rispetto e ossequio, liquidarono l’enciclica, accusandola di fatto di eresia.
Nel 2017 un certo Marcantonio Colonna, addentro ai mefistofelici effluvi curiali, scrisse il libro «Il papa dittatore». Sarebbe stato meglio se il Papa, avesse convocato in San Giovanni al Laterano, sua cattedra episcopale, un
concistoro straordinario dell’intero collegio dei cardinali e avesse detto all’incirca: Ho sempre pensato che i cardinali fossero i consiglieri del Papa e che fossero liberi di manifestare il loro pensiero senza sotterfugi, senza lettere aperte, non pugnalando dietro le spalle come fanno i vigliacchi. Per ovviare a questi difetti, poiché voi tutti non siete utili, ma siete di ostacolo, venendo meno al vostro giuramento, con la potestà apostolica, io Francesco Papa della Chiesa cattolica, sciolgo il collegio dei Cardinali e dispongo nuove norme per l’elezione del Vescovo di Roma. Uscendo, deponete vesti, anelli, berretti e simboli: nudi siete entrate e nudi ritornate nel mondo da cui provenite. Amen. Signori, buona sera.
Il Papa, però, è Francesco, gesuita divenuto Papa non per manovra, ma per obbedienza e, conoscendolo, lascerà che siano le azioni degli interessati a manifestare la verità e l’ipocrisia. Poiché egli crede in Dio, non si difende perché scadrebbe allo stesso livello degli sciacalli. Resta il segno sanguinante di Bose che da gioiello della «Novella Pentecoste», è stato deturpato in veleno immondo, strumento di morte. Che Dio, se può, non li perdoni perché costoro sanno perfettamente quello che fanno.
Sei notizie che interessano e parlano di Albenga. Nasce ad Albenga l’ASD Ruotalbenga, associazione per far conoscere il territorio e il suo patrimonio storico, culturale, paesaggistico e naturalistico attraverso escursioni a piedi o in bicicletta. Tra un mese il 2° Giro dei Monti Savonesi Storico. Domenica 4 ottobre WWF ad Albengain occasione della campagna nazionale URBAN NATURE. “Ripartiamo dalla gentilezza” con l’associazione “Prendiamoci per mano” APS Progetto Parkinson di Albenga, ecco il progetto METTIAMOCILAFACCIAPARK”. I ragazzi dello YEPP di Albenga completano il murale del sottopasso del Ponte Viveri. Infine corsi di disegno, pittura e grafica.
Nasce ad Albenga l’ASD Ruotalbenga
Nasce ad Albenga l’ASD Ruotalbenga, un’associazione che ha come scopo quello di far conoscere il territorio e il suo patrimonio storico, culturale, paesaggistico e naturalistico attraverso escursioni a piedi o in bicicletta.
Afferma il Presidente dell’ASD Antonello Damonte: “Ruotalbenga nasce da un’idea mia e della mia compagna, Sabina Gualco, da sempre appassionati del territorio e con la volontà di farlo conoscere a tutti attraverso un punto di vista nuovo e totalmente inclusivo.
La nostra idea è quella di organizzare escursioni ed attività adatte a tutti, per questo i nostri iscritti possono essere sportivi e non senza alcun limite o preclusione per nessuno”.
Vicepresidente dell’ASD Giulio Marsala studente di Storia delle belle arti che tiene in maniera particolare all’aspetto culturale dell’Associazione e che ha tra i suoi intenti quello di portare avanti l’attività divulgativa della stessa attraverso la collaborazione anche con altre realtà del territorio.
Concludono Antonello Damonte e Sabina Gualco: “Ci siamo appena costituiti e dobbiamo ancora farci conoscere, ma abbiamo tanti progetti insieme e la voglia di fare e collaborare con tutti. Stiamo definendo anche una preziosa collaborazione con Decathlon che ringraziamo per la disponibilità sin qui dimostrata. Un grazie va anche ai nostri associati, in particolare ad Alessandro, Luca e Pietro che sono sempre presenti in maniera attiva e concreta”.
RALLY: TRA UN MESE IL 2° “GIRO DEI MONTI SAVONESI STORICO”
ALBENGA, 31 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE
Manuel Demicheli davanti a Gabriele Noberasco e Dario Bigazzi vincitori dello scorso anno
COMUNICATO STAMPA – Si avvicina la seconda edizione del “Giro dei Monti Savonesi Storico”, in programma ad Albenga (Sv) sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre 2020. A poco più di un mese dall’evento, cresce l’attesa e parallelamente l’entusiasmo dei tanti appassionati di rally e delle auto storiche. Una formula che, parallelamente all’interesse per la gara stessa, richiama infatti antiche sfide con vetture entrate nella leggenda di questo sport.
La manifestazione porterà l’attenzione anche nell’entroterra ingauno, valorizzandone il territorio con le sue tipicità culturali e ambientali. Centro nevralgico sarà la città di Albenga, sede di partenza e di arrivo. Le vetture potranno essere ammirate da vicino lungo il Viale Martiri della Libertà dove sarà allestito il parco chiuso. In questa maniera l’organizzazione, curata dalla Sport Infinity, vuole unire sempre di più l’evento al territorio portandone benefici turistici ed economici per tutte le realtà presenti.
“Ringraziamo gli organizzatori e il CLT per aver creduto in questo evento e averlo mantenuto nonostante tutte le limitazioni, i problemi e le difficoltà che le regole per il contenimento del Coronavirus comporteranno – ha dichiarato il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis – La finalità è quella di offrire ai cittadini albenganesi uno spettacolo d’altri tempi e, al tempo stesso, favorire un turismo destagionalizzato attraverso eventi che non devono essere necessariamente legati alla stagione estiva, ma che anzi durante l’autunno sono ancor più suggestivi”.
Mentre le iscrizioni non sono ancora state aperte, si sta registrando un grande interesse da parte dei piloti per i numerosi Trofei collegati alla manifestazione. Il “Giro dei Monti Savonesi Storico”, inserito nel calendario sportivo nazionale di AciSport, sarà infatti valido per il Trofeo Rally di Zona, la Michelin Historic Rally Cup, il Memory Fornaca, la Coppa 127, e farà parte del Campionato Rally Liguria – Primocanale Motori 2020. Recentemente è stata inoltre formalizzata l’adesione alla Coppa Regolarità Sport, serie che ha lo scopo di promuovere il settore Regolarità delle Auto Storiche, di cui il “Giro” sarà una delle quattro prove.
Come nel 2019 il “Giro dei Monti Savonesi Storico” vedrà un’importante presenza di Primocanale, emittente guidata dall’editore e pilota Maurizio Rossi, che seguirà la manifestazione consentendo di viverla anche da casa tramite le trasmissioni in streaming. Le telecamere dell’emittente genovese copriranno l’intero evento dalla sua presentazione alle verifiche tecniche, dalla gara alla cerimonia di premiazione.
Confermato inoltre l’evento collaterale del venerdì sera, con il Gran Premio di Kart, in programma alla Pista Indoor di Albenga, dove lo scorso anno vinse Manuel Demicheli davanti a Gabriele Noberasco e Dario Bigazzi.
Per informazioni e contatti è possibile scrivere una mail all’indirizzo info@sportinfinity.it
IL WWF SAVONA in occasione della campagna nazionale del WWF Italia URBAN NATURE
La Festa della Natura in Città. È lieto di invitarti alla gita didattica che si svolgerà anche in diretta facebook DOMENICA 4 OTTOBRE ad Albenga (SV).
PROGRAMMA
ORE 9.50 – ritrovo dei partecipanti nei pressi del Monumento ai Deportati Albenganesi nei campi di concentramento
ORE 10.00 – visita alla scoperta delle peculiarità naturalistiche del tratto terminale del fiume Centa in Albenga. Presentazione di DARIO OTTONELLO
ORE 11.00 – visita al parco-giardino urbano Botanico “i fiori nel cuore” di FRANCO STALLA
Interverranno : Anna Fedi Presidente WWF Savona, Alberto Passino vice sindaco del Comune di Albenga e l’ornitologo Piepaolo Pessano.
La visita sarà effettuata nel rispetto delle norme COVID 19 vigenti.
L’evento sarà trasmesso in diretta sulle pagine facebook di EMYS LIGURIA e FAUNA LIGURE
Per informazioni Pino 347 7770022 o scrivete all’indirizzo e-mail: savona@wwf.it
ALBENGA PROGETTO PARKINSON METTIAMOCILAFACCIAPARK
Comunicato stampa – Sabato 26 settembre u.s. all’interno della settimana “Ripartiamo dalla gentilezza” del Comune di Albenga, l’associazione “Prendiamoci per mano” APS Progetto Parkinson di Albenga ha presentato il progetto “METTIAMOCILAFACCIAPARK”.
Questo progetto è nato per dare visibilità e sensibilizzare i malati, i loro famigliari e tutta la cittadinanza riguardo alla malattia di Parkinson. La campagna viene svolta per fare “conoscere” questa malattia, erroneamente ritenuta la malattia degli anziani ma che in realtà colpisce anche persone di età giovanile
La sensibilizzazione riguarda anche il riconoscimento di sintomi che possono portare ad una diagnosi precoce del parkinson, e porre un argine alle prime avvisaglie.
La manifestazione ha previsto in scaletta la presentazione del libro DestinoAzione di Valeria Bastoncelli, giovane parkinsoniana pisana di 46 anni che tramite le sue scritture vuole dare un messaggio di speranza e di coraggio.
Durante la giornata la bravissima Carla Migliardi ha interpretato alcuni brani del libro e sui temi della diagnosi, dell’accettazione della malattia e dell’importanza di far rete sono intervenuti il giornalista Stefano Pezzini, Caterina Damonte e Riccardo Badino, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione Prendiamoci Per Mano.
È stato inoltre proiettato un breve video frutto di un progetto fotografico del fotografo Vittorio Andreetta ( in arte Vic Parky) dove i malati parkinsoniani con i loro caregiver, medici e terapisti hanno posato su un set fotografico per invogliare chi è affetto dalla malattia a metterla a nudo e affrontarla con orgoglio “mettendoci la faccia”.
Sono stati fatti i ringraziamenti al. Si ringrazia l’Amministrazione Comunale che ha testimoniato la propria presenza al fianco della Associazione Prendiamoci per mano, il professor Lorenzo Rossi, che ha curato la parte grafica dell’associazione e il gruppo Modellismo DLF Albenga con la famiglia Costa per il sostegno dato alla nostra associazione. “INSIEME SI PUÒ”
ALBENGA CORSI DI DISEGNO E PITTURA, GRAFICA PER RAGAZZI E ADULTI
I ragazzi dello YEPP di Albenga completano il murale del sottopasso del Ponte Viveri
Nell’ambito della Settimana della Gentilezza che ha visto il Comune, le Associazioni, e i cittadini di Albenga prendersi cura della propria città con spirito di reciproca cortesia, i giovani di YEPP Albenga hanno completato il murale a decorazione del sottopassaggio che collega il Lungocenta con Piazza Francesco Petrarca, dove si trova la sede della Croce Bianca di Albenga.
I ragazzi, coordinati da Emanuela Borra e da Camilla Vio consigliere comunale alle politiche giovanili, avevano realizzato la prima parte dell’opera lo scorso anno, sempre durante la settimana della gentilezza e, dato il positivo riscontro ricevuto, hanno deciso di continuare il progetto anche quest’anno scegliendo come tema della seconda parte del murale quello del rispetto dell’ambiente e dell’altro, chiunque questo sia.
Il lavoro è stato possibile grazie al contributo di Associazione Tra le Torri, del Comune di Albenga e naturalmente grazie ai ragazzi dello Yepp che con il loro entusiasmo hanno voluto continuare ad impegnarsi per la città non solo abbellendo il sottopasso, ma anche lanciando un importante messaggio rappresentato dal tema scelto per il murales.
Affermano i ragazzi dello YEPP: “Rinnovando l’impegno preso l’anno scorso durante la prima settimana della gentilezza e proseguendo il lavoro di decorazione del sottopassaggio della Croce Bianca, YEPP Albenga confida di aver trasmesso alla città il messaggio che la cura, la solidarietà e la cittadinanza attiva richiedono una particolare costanza sempre ripagata con la bellezza. Tutto ciò è stato possibile grazie anche a Comune di Albenga, Associazione Tra le Torri e Croce Bianca ai quali YEPP Albenga esprime ancora una volta tutta la sua gratitudine e l’augurio che questo spirito di collaborazione non finisca mai. Il ringraziamento finale è anche il più grande e va ai numerosi volontari che hanno partecipato”.
Spiega Emanuela Borra, professionista che ha seguito il progetto: “Quando abbiamo chiesto ai ragazzi di quale tema avrebbero voluto farsi portavoci uno degli argomenti principali è stato la precarietà del presente: il desiderio di vivere “qui e ora” contrapposto alle incertezze che il domani ci riserva (quest’anno più palesi che mai). Finito il brainstorming si è arrivati al concetto di Rispetto e responsabilità come antidoti al senso di ansia e incertezza. Rispetto delle diversità e delle culture, delle opinioni, rispetto per la natura e per il futuro della terra (che poi, è il nostro futuro) e rispetto per ciò che si è come singoli individui e per i propri sogni. Rispetto e senso di responsabilità intesi come uno scambio positivo e privo di giudizio tra persone e tra generazioni per cercare di costruire insieme, sempre meglio”.
Afferma Camilla Vio consigliere delegato alle politiche giovanili: “Voglio ringraziare i ragazzi che anche in queste due giornate, come lo scorso anno, aderendo al progetto del Comune “ricominciamo dalla gentilezza” hanno deciso di partecipare mettendo a disposizione la loro energia e le loro idee per completare l’opera, e l’Associazione Tra le Torri che ci ha ridato fiducia per questa iniziativa lasciando spazio alle loro idee “.
Ha scritto Luigi Tezel, funzionario comunale di Alassio, esponente di Fratelli d’Italia, sulla sua pagina Facebook: Trent’anni fa Sua Santità San Giovanni Paolo II nominava Mons. Mario Oliveri successore di Mons. Alessandro Pizza Vescovo di Albenga Imperia.
Papa Giovanni Paolo II ed il neo porporato mons. Mario Oliveri
Auguri Eccellenza noi preghiamo per Lei! XXX ANNIVERSARIO
Il 29 Settembre 1990 nella Festa di San Michele Arcangelo il Santo Padre Giovanni Paolo II eleggeva il 46enne Mons. Mario Oliveri quale Vescovo della Diocesi di Albenga- Imperia e Lo chiamava a succedere al Vescovo S.E. Rev.ma Mons. +Alessandro Piazza.
Ad multos annos Eccellenza!
E SEMPRE DAL GEOM. LUIGI UNA NOTA DI BUON UMORE SENZA DIMENTICARE LA PROPRIA FEDE
ULTIMA ORA – Urbano Cairo: “D’Angieri? C’è gente che vuole farsi pubblicità. Non vendo il Torino”. Le dichiarazioni del presidente granata sull’offerta del ‘magnate’ ambasciatore del Belize, già cittadino onorario di Alassio, S.E. Nunzio Alfredo D’Angieri per l’acquisto del Torino. (Vedi il testo a fondo pagina).
ANTEFATTO DI MERCOLEDI 30 SETTEMBRE – Ora vuole comprare il Toro calcio dal presidente Urbano Cairo, editore de La 7 e del Corriere della Sera. L’annuncio sul quotidiano sportivo TUTTOSPORT Non è il primo aprile, ma per molti alassini che hanno letto le sorti del popolare Nunzio (Pupi) D’Angeri su trucioli.it del 14 giugno 2018 (‘Alassio all’asta del tribunale il tesoro immobiliare fronte mare sul porticciolo di S.E. D’Angeri, prezzo base 2 milioni 375mila €) leggendo lo ‘scoop’ (?) si sono scambiati e ‘messaggiati’ una risata. Non è la prima volta che l’ex alassino ( sognava Alassio come seconda Montecarlo) finisce in cronaca nazionale. Se sono rose fioriranno. E’ invece festa vera in casa degli Esposito, famiglia immigrata e assai nota nella Baia del Sole. Altra sorpresa, l’annuncio sul quotidiano ‘Roma’ di Napoli che titola con foto: “E’ nato ad Alassio Romeo Esposito. Auguri della redazione”.
Leggiamo: “D’Angieri è ambasciatore del Belize. E’ stato il 601° più ricco al mondo per Forben’. ‘Con me il derby tornerebbe una sfida vera’. ‘Compro ad un prezzo congruo se il sindaco mi lascerà intervenire nello stadio l’affare può andare in porto. Mio figlio Teava farebbe il presidente”. Ma c’è un altro articolo sul quotidiano online TargatoCN che rivela: Pupi” D’Angieri, ovvero la Dolce Vita “Vista da vicino” da Beppe Ghisolfi. Il Banchiere scrittore narra il profilo misterioso, intrigante e fiabesco dell’Ambasciatore del Belize, del quale è grande amico e in cui grande ricchezza e alta umanità convivono come nella linea di unione dal sogno alla realtà.
TORO/ESCLUSIVO: IN VENDITA. IL MAGNATE D’ANGERI SI PROPOSE A CAIRO
ULTIMA ORA SEGUE RISPOSTA DI URBANO CAIRO – Risultati discutibili ed una contestazione che sembra non avere fine non impediscono ad Urbano Cairo, presidente del Torino, di rimarcare la propria posizione su un’eventuale cessione del club. “L’ho già detto, non voglio cedere il club. Questa è solo gente che vuole farsi pubblicità“, queste le parole del patron granata a margine della presentazione del libro di Gianluca Di Marzio, Grand Hotel Calciomercato. Ad aver provocato una presa di posizione tale sono le affermazioni del magnate Nunzio Alfredo D’Angieri, che avrebbe esternato l’intenzione di rilevare la società e di acquistare lo stadio. Tutto ovviamente con i dovuti permessi. Torino, Cairo frena l’entusiasmo di D’Angieri di fede bianconera ma con il nonno granata, D’Angieri è pronto ad immergersi nel business calcistico ed il Toro sembrerebbe fare al caso suo: “Ci sono due condizioni imprescindibili, che Cairo voglia vendere e che Appendino mi conceda la possibilità di acquisire lo stadio. Conosco Cairo da molti anni e non voglio interferire nei suoi affari quindi sono pronto ad intavolare una trattativa ma soltanto a fronte di una sua apertura a cedere la società.“. Queste le parole del magnate, frenate però da Cairo.
LEGGI IL 25 SETTEMBRE ARTICOLO E FOSOSERVIZIO (VEDI……..)
DAL QUOTIDIANO ONLINE TARGATOCN: Pupi d’Angieri, ovvero….
TITOLO- “Pupi” D’Angieri, ovvero la Dolce Vita “Vista da vicino” da Beppe Ghisolfi
Il Banchiere scrittore narra il profilo misterioso, intrigante e fiabesco dell’Ambasciatore del Belize, del quale è grande amico e in cui grande ricchezza e alta umanità convivono come nella linea di unione dal sogno alla realtà.
Nunzio Alfredo D’Angieri. Ovvero “La Dolce Vita” vista da vicino nel best sellers numero 5 di Beppe Ghisolfi edito da Nino Aragno. Parliamo dell’Ambasciatore del Belize, persona dalle risorse straordinarie e fiabesche e divenuto nel tempo grande amico del Banchiere scrittore del quale ha elogiato pubblicamente l’impegno a favore dell’educazione finanziaria. “Pupi” per gli amici, Sua Eccellenza D’Angieri “è un personaggio misterioso e ricchissimo, protagonista del jet set mondiale” che annovera nel proprio infinito cursus honorum la collaborazione con Arafat e con gli entourages di Putin e della Regina Elisabetta. “Vive tra Roma e Milano con una bellissima moglie e due figli. Spesso i media, in primis Dagospia, gli attribuiscono avventure e flirt che lui tiepidamente smentisce”. Allo stesso tempo, “organizza pranzi per i poveri sulla scia di Papa Francesco di cui è grande estimatore” e con il quale ha condiviso studi gesuitici.
Nunzio D’Angieri “possiede 35 Rolls Royces e guida personalmente l’auto con accanto autista e guardia del corpo – prosegue Ghisolfi nella propria narrazione biografica – Il figlio Stephan John Charles, Ambasciatore in Vaticano, non passa mai inosservato e se lo contendono le più belle ragazze della Terra”.
DAL QUOTIDIANO ‘ROMA’ – NAPOLI E PROVINCIA
TITOLO – E’ NATO AD ALASSIO ROMEO ESPOSITO
Il neonato Romeo Esposito nella foto pubblica dal quotidiano Roma edito a Napoli
NAPOLI. È festa in casa di Melina Donnarumma e Gennaro Esposito, un tifoso doc del Napoli trasferitosi oltre 50 anni fa in terra ligure. Ad Alassio il figlio Maurizio e la compagna italofrancese Merlene Giardinelli hanno dato alla luce uno splendido batuffolo di 3 chili e 700 grammi a cui è stato dato il nome di Romeo. Ai genitori e ai nonni gli auguri della redazione del “Roma”.
IL SECOLO XIX – SAVONA 8 LUGLIO 2020
MAURIZIO ESPOSITO PRESIDENTE AIMA (ASSOCIAZIONE IMMOBILIARE ALASSIO)
Si chiama Aima, ovvero Associazione immobiliari Alassio. Obiettivi: la valorizzazione del territorio, cercando, in sinergia con le altre associazioni di categoria, di impostare un dialogo costruttivo con le istituzioni, con la Regione per incrementare il settore turistico che non sia prettamente incentrato sulla spiaggia e il mare, ma che comprenda tutto il territorio dando quindi risalto anche all’entroterra e ai borghi limitrofi. Previste anche campagne promozionali di attività sportive, turismo ecosostenibile e pubblicitarie in cui inserire anche il patrimonio immobiliare, rilanciando così l’interesse per la collina. Prevista anche la partecipazione attiva agli eventi di Alassio con la presenza anche del settore per poter promuovere gli immobili in vendita e in affitto in modo più istituzionale. C’è anche la possibilità di organizzare manifestazioni o fiere immobiliari per incentivare anche il turismo estero ed uno orientato al miglioramento dello standard qualitativo della nostra categoria. A presiedere l’Aima è Maurizio Esposito affiancato da Eduardo Ruggieri nel ruolo di vice. La tesoriera è Mirella Rotondo, la segretaria Barbara Scheidgen. Fanno parte del consiglio Piera Bogliolo, Francesco Falanga, Davide Parodi, Paola Bottiroli e Rodolfo Lampiano.
3 GENNAIO 2019 DA ‘UOMINI LIBERI’ (blog di Savona e provincia)
GLI ESPOSITO SI PRENDONO LA GESCO DI ALASSIO MA NON E’ FINITA COSI’
Gli Esposito, padre e figlio, con Claudio Scajola
Manca solo il crisma dell’ufficialità: Maurizio Esposito sarà il nuovo Amministratore della Gesco srl di Alassio. L’agente immobiliare alassino, figlio del noto e attivissimo Gennaro Esposito, storico Presidente del Napoli Club di Alassio, leader riconosciuto della comunità partenopea nella Città del Muretto, ha sbaragliato nelle ultime ore la nutrita concorrenza.
Oltre a lui, nella partecipata alassina entrerà, in veste di consigliere, l’Avv. Igor Colombi, che alle recenti comunali non è riuscito a ottenere un seggio in consiglio comunale. Delusione da parte del Presidente uscente Bozzolo che confidava nella riconferma. Esposito, uomo di fiducia di Marco Melgrati, avrà il compito di riorganizzare la Gesco che perderà progressivamente i connotati di Società focalizzata nel settore sport/ eventi per diventare una Società di servizi con molteplici ambiti di competenza (tra cui la gestione della Biblioteca civica). In prospettiva la Gesco è destinata a divenire il fulcro della nuova Alassio che pensa in grande. Previste nuove assunzioni e allo studio anche una e fusione con la Marina SPA che gestisce il porto per realizzare economie di scala.
Per Vetrine d’artista – sede Banca Carige, ex Carisa, corso Italia a Savona – espone: Cinzia Bassani, dal 2 ottobre 2020 al 3 novembre 2020. Curatore Silvia Bottaro, presidente Associazione “Aiolfi” no profit, Savona e critico d’arte. Cinzia Bassani laureata con dignità di stampa in Scienze Politiche, consegue il Master in “Teoria e Tecnica dell’Immagine” dell’Università degli Studi di Genova.
Festa al monastero di Labrang, Tibet
Si diploma in Inglese al Trinity College di Londra e diventa filmmaker alla Scuola d’Arte Cinematografica di Genova. Partecipa a corsi internazionali per documentaristi e a workshop di fotogiornalismo tenuti da fotografi di fama mondiale. Esordisce nel 2007 con l’editore De Ferrari con il libro fotografico “Anime in Cammino” vincitore del “Premio copertine”, da cui trae la mostra che è tuttora presentata con successo.
Nel 2012 il film-documentario “Finchè penso, vivo” (VideoAstolfoSullaLuna) è proiettato in cinema, scuole, convegni medici ricevendo ottimi riscontri. Nel 2015 esce con lo stesso editore il libro di narrativa di viaggio “Calcutta dentro” e nel 2020 il fotografico “Declinazione natura”. Nel corso degli anni ha collaborazioni importanti con le reti televisive nazionali ed estere ed i suoi documentari hanno vinto numerose edizioni del Premio Chatwin.
Cinzia Bassani dalla sua pagina Facebook nel 2012
Gli incontri con Madre Teresa di Calcutta e il Dalai Lama sono stati fondamentali per la sua vita privata e professionale. Il documentario di creazione e il reportage fotografico sono per lei gli strumenti più adatti a dar voce a chi non l’ha grazie alla forza espressiva delle immagini ed al coinvolgimento emotivo della storia.
Le sue fotografie sono state esposte in gallerie d’arte in Italia e all’estero. Da anni tiene conferenze in varie Unitre liguri ed attualmente sta lavorando a nuovi progetti fotografici e cinematografici.
Fotografia documento quella della Bassani relativa a civiltà lontane; fotografie di riflessione interiore alla ricerca della verità nei riti, nei gesti, nella quotidianità degli Ultimi; fotografie dove l’orizzonte è: “L’occhio vede ciò che la mente conosce” (J.W.Goethe).
(A cura di Silvia Bottaro)
STAGIONE ARTISTICA OTTOBRE – DICEMBRE 2020 / UN SACCO DI EMOZIONI DI NUOVO INSIEME
II ° EDIZIONE RASSEGNA TEATRALE DEDICATA A LUCIANA COSTANTINO
5 SPETTACOLI DI PROFESSIONISTI CHE HANNO RACCOLTO LA SUA GRANDE PASSIONE PER IL TEATRO
SABATO 3 OTTOBRE ALLE ORE 21 “ TUTTA CASA, LETTO E CHIESA “ di Franca Rame e Dario Fo SPETTACOLO TEATRALE con Marina De Juli
Lo spettacolo è interpretato da una magistrale Marina De Juli, ironica, divertente, che rende onore a Franca Rame, essendo se stessa. Attraverso la sua recitazione scolpisce figure di donne nella loro normalità. Normalità sviscerata, smembrata, con un’interpretazione appassionata. Un’attrice capace di passare da un piano tragico a quello comico il momento dopo e di far riflettere.
SABATO 10 OTTOBRE ALLE ORE 21 “ IL VINO E SUO FIGLIO “ Liberamente tratto da “ Il Navigatore del Diluvio” di Mario Brelich
SPETTACOLO TEATRALE con Enrico Bonavera
IL VINO E SUO FIGLIO” protagonista assoluto è – come da titolo – IL VINO, il suo valore ‘mitico e sacro’, la sua paradossale congiunzione tra ‘basso corporeo’ e filosofia del palato e della vita. Quando un giovane diventa uomo ? Nella nostra società sono ormai assenti i riti di trasformazione dall’adolescenza all’età adulta, quelli che venivano chiamati ‘riti di iniziazione’; ma il primo bicchiere di vino è ancora oggi testimonianza di una prova di passaggio: il fanciullo passa progressivamente dal latte materno, all’acqua , alla bevanda dei ‘grandi’.
SABATO 17 OTTOBRE ALLE ORE 21 “ EVA “ liberamente tratto da DIARIO DI EVA di Mark Twain SPETTACOLO di TEATRO – DANZA con Mariella Speranza e Valeria Puppo . Regia di Gianni Masella “ Eva” ha debuttato nella rassegna La Tosse d’estate raddoppia 2020 organizzata dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse di Genova
Eva, la prima donna, una sorta di dea?, che inizia il suo percorso di consapevolezza nel paradiso terrestre e, mangiando la mela dell’albero della conoscenza, si spinge ben oltre l’eden. Eva, tratta dalla costola di Adamo, Eva fatta a sua volta di polvere di cielo, abitando una specie di spazio meraviglioso o terra di nessuno, si scopre, si sperimenta, racconta ed omette.. Le parole di Mariella Speranza e il corpo di Valeria Puppo restituiscono la complessità e la ricchezza del mondo interiore di Eva, in un percorso in cui parola e gesto si fondono, per svelare l’animo ricco e appassionato della protagonista.
SABATO 24 OTTOBRE ALLE ORE 21 “MEMORIE DI UNA CICIONA
SPETTACOLO TEATRALE di e con Simonetta Guarino. Regia Marco Taddei
“Il body shaming sta alla ciciona come l’orso a miele”
In scena una Ciciona in Persona e le sue memorie ( una “C” sola perché le doppie sono faticose e Le Cicione oltre che ciccione sono anche pigre , va da sé) …Cosa si aspetterà il pubblico?
Beh , intanto iniziamo con una considerazione di genere : le donne sono definite dal loro aspetto molto più dei maschietti.
Una Ciciona insomma è molto più interessante di un generico ciccione per chi si dedica all’arte del body shaming. Cosa ci svelerà La Ciciona in persona sul palco?
Fantasie imbarazzanti ? Aneddoti buffi di rotolini ribelli ? Esilaranti brutte figure di un’imbranata over-size ?Cosa altro deve raccontare se non le sue mestizie?
SABATO 31 OTTOBRE ALLE ORE 21 COME UNA LINGUA DI FUOCO
L’invasione di Messico con le parole dei vinti
TEATRO DI NARRAZIONE con musica dal vivo dei Phonodrama con Andrea Nicolini attore, Gianluca Nicolini flauto, Fabrizio Giudice chitarra
Nel 1517, i Conquistadores arrivano in Messico, come un elemento estraneo, penetrando in un corpo umano sano, che può infettarlo fino a ucciderlo. Così gli “extraterrestri” spagnoli segnano la fine del popolo azteco.
Il narratore, indigeno, descrive gli eventi, dai presagi funesti al sanguinoso giorno dell’ultima strage. Gli aztechi non possiedono gli anticorpi che permettano una difesa valida (le trombe di fuoco annientano archi e frecce). Moctezuma è il principale eroe tragico della vicenda: non riesce a capire, non sa decidere se resistere o fuggire. Gioca a nascondino con il nemico fino a che questi non piomba nel suo Palazzo splendente d’oro per saccheggiarlo. Il Re verrà prima ossequiato, poi imprigionato, infine ucciso.
LA 2° RASSEGNA TEATRALE LUCIANA COSTANTINO E’ STATA REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE AGOSTINO DE MARI
SABATO 7 NOVEMBRE ALLE ORE 21.00 “Ucciderò il gatto di Schroedinger” di e con Gabriella Greison TEATRO DI NARRAZIONE Questo è un racconto incentrato sul personaggio di Erwin Schroedinger, il fisico austriaco che prima di tutti ha pensato quello che oggi ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, e il nostro futuro. Uno scienziato anni luce lontano dall’ideologia comune: bigamo, amante della bella vita, grande seduttore di bellezze femminili, anticonformista, filosofo, lontano dagli stereotipi e dalla politica. La sua amicizia con Albert Einstein, i computer quantistici, l’intelligenza artificiale, la mente quantica, i mondi paralleli, , gli esperimenti mentali, la sincronicità. Tutto questo è “Ucciderò il gatto di Schroedinger”. Una storia che non è mai stata raccontata, e che lascerà tutti senza fiato.
SABATO 14 NOVEMBRE ALLE ORE 21 ““ LA FINE DI TUTTE LE COSE “ . SPETTACOLO TEATRALE di Alessandra Schiavoni con Alessandra Frabetti. Regia di Alessandra Schiavoni
Franca è una mamma e una nonna, una donna di questi tempi, in grado di fotografare con estrema lucidità e semplicità la caducità della vita e il bisogno, per sopravvivere, “di andare oltre le cose, oltre la forma, oltre il colore, oltre l’odore”.
SABATO 21 NOVEMBRE ALLE ORE 17.30 E ALLE 21 “ ESERCIZI DI STILE “ di RAIMOND QUENEAUSPETTACOLO TEATRALE CON LA LIBERA COMPAGNIA TEATRO SACCO
Regia di Antonio Carlucci con ,Sandro Battaglino, Guglielmo Bonaccorti, Susj Borello, Alessio Dalmazzone, Manuela Salviati, Monica Schiavini Musiche di e con Dario B. Caruso chitarra, Marco Di Giuseppe sax, Alessandro Delfino pianoforte.
Scenografie di Vittoria Carrieri .
Il nostro spettacolo teatrale resta fedele al testo letterario e realizza questa divertentissima sperimentazione sull’uso del linguaggio attraverso i vari personaggi che via via racconteranno, canteranno, declameranno dal loro “punto di vista” lo stesso episodio di vita quotidiana, con un effetto comico travolgente.
SABATO 28 NOVEMBRE ALLE ORE 21 “ IL MURO TRASPARENTE “ Delirio di un tennista sentimentale SPETTACOLO TEATRALE a cura di Monica Codena, Marco Ongaro e Paolo Valerio
Sul palcoscenico Max, il protagonista, interpretato da Paolo Valerio che affronta la crisi della sua vita come ha sempre fatto: giocando a tennis. Lo fa contro una parete di plexiglass. Dall’altra il pubblico nei panni, in pratica, dell’avversario. Max soppesa la racchetta, si confronta con la schiena dolorante, si misura con la passione del tennis e la passione amorosa. Gioca, pensa, racconta, si dibatte. Momenti di silenzio si alternano a urli di sfida, quasi disperati, di un uomo alle prese con gerarchie di sentimenti che si travasano l’uno nell’altro Le soluzioni si fanno problemi, l’agonismo dell’innamoramento trascolora nella rivalità tra solitudine e vita. Avrà il fiato necessario per portare a termine la partita?
DOMENICA 6 DICEMBRE ORE 17.30 “ SONO BRAVO CON LA LINGUA “
SPETTACOLO TEATRALE Una storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer
con Antonello Taurino scritto da Antonello Taurino e Carlo Turati
Regia di Antonello Taurino
Un viaggio nella linguistica attraverso le curiosità più divertenti degli idiomi del mondo, un monologo nello stile di altri spettacoli di Taurino: argomenti serissimi trattati in modo comicissimo. Qui è l’esilarante confessione di un docente di lingue antiche alle prese con la svolta lavorativa più destabilizzante della sua carriera: la possibilità di traferirsi in un’azienda hi-tech della Silicon Valley
SABATO 12 DICEMBRE ORE 21 Sì DOLCE E’ IL TORMENTO CHE IN SENO MI STA CONCERTO con la soprano Monica Russo e il maestro Mauro Castellano al pianoforte
Una serata dedicata al bel canto e la musica dei grandi compositori
Monica Russo, soprano savonese, si è diplomata brillantemente in canto lirico presso l’Istituto Musicale “L. Cherubini” di Lucca, ha vinto ed è stata finalista in numerosi concorsi nazionali ed internazionali e si è esibita in prestigiose sedi italiane ed estere. Ha frequentato masterclass tenute da soprani di fama internazionale.
Mauro Castellano , nato a Savona, ha studiato pianoforte nella sua città con Walter Ferrato, diplomandosi brillantemente, appena diciassettenne, presso il conservatorio “N. Paganini” di Genova, dove ora insegna da molti anni. Suo maestro di composizione è stato Sylvano Bussotti, del quale è divenuto assistente presso la Scuola di Musica di Fiesole. Alla medesima scuola ha seguito una masterclass con Maurizio Pollini. Il suo Concerto per pianoforte e orchestra (scena dei gesti estremi), è stato commissionato ed eseguito presso il teatro “Carlo Felice” di Genova. La sua opera lirica Campana di vetro è stata rappresentata con grande successo di pubblico presso il Teatro Nuovo a cura dell’”Associazione Rossini” di Savona.
DOMENICA 20 DICEMBRE ALLE 17.30 e ALLE ORE 21 “ LA LIGURIA DEI POETI “
SPETTACOLO TEATRALE con MUSICA E CANZONI DAL VIVO
con gli attori Antonio Carlucci, Sara Damonte, Antonella Margapoti, Manuela Salviati
e con Matteo Troilo(chitarra e voce), Federica Calcagno (Violino) ed Enrico Bovone (percussioni), che interpreteranno le canzoni dei cantautori liguri
Regia e adattamento di Lazzaro Calcagno –
Una produzione del Teatro il Sipario Strappato ed Antico Teatro Sacco
Un viaggio teatrale che si immerge nella poesia dei poeti liguri del ‘900, ( Montale, Caproni, Sbarbaro , Barile ) accompagnato dalle canzoni, eseguite dal vivo, dei più importanti cantautori della scuola genovese ( Bindi, Tenco, Lauzi, Paoli, Fossati, De André ) che rapiscono l’ascoltatore in un flusso armonico di poesia e canzoni
Uno spettacolo che evidenzia il carattere apparentemente aspro della sua gente ma dal cuore grande in questa terra di infinita bellezza, chiusa tra mari e monti, luogo di profonda ispirazione per molti artisti.
MERCOLEDI 30 DICEMBRE ALLE ORE 21 verrà fatta l’estrazione della lotteria “LA FORTUNA NEL SACCO”
INGRESSO RISERVATO AI SOCI …… DIVENTARE SOCI E’ FACILE
‘Il rosso e il nero’: prosegue l’impegno culturale e politico. Indicazioni programmatiche per le comunali 2021. Si è riunito il comitato promotore del gruppo “Quelli della Rebagliati – Il rosso non è il nero” per esaminare la situazione politica all’indomani del voto referendario e di quello regionale e tracciare così alcune linee di indirizzo utili per il prosieguo dell’attività.
di Franco Astengo
Dilvo Vannoni coofondatore de Il rosso e il nero
E’ parsa evidente la necessità di rafforzare l’impegno sul piano politico – culturale in una fase nella quale assumerà sempre più importanza offrire strumenti di conoscenza e di riflessione complessiva.
Nello stesso tempo deve essere anche portata avanti una iniziativa più direttamente propositiva sul piano politico, in particolare al riguardo della prossima scadenza elettorale per il Comune di Savona prevista per la primavera del 2021.
L’esito del referendum, con un risultato savonese espresso per il “NO” con un dato molto più elevato rispetto alla media nazionale, chiama inoltre il nostro gruppo assieme a tutti gli altri soggetti democratici a proseguire in una forte iniziativa di difesa e affermazione della Costituzione Repubblicana e questo punto rappresenterà sicuramente un aspetto prevalente nell’insieme della nostra attività.
In vista delle elezioni comunali savonesi il gruppo proverà ad impostare una riflessione posta su diversi livelli al fine di aprire, attraverso un’adeguata impostazione programmatica, un ampio spazio politico nel quale trovare la possibilità di presenza per una larga aggregazione a sinistra.
Aggregazione a sinistra che dovrà trovare posto all’interno di uno schieramento più articolato in grado di risultare competitivo rispetto al centro destra: come del resto è avvenuto nell’occasione delle elezioni regionali.
In Città, infatti, l’articolazione presente nella coalizione facente capo a Ferruccio Sansa di cui era componente la lista di Linea Condivisa- Sinistra per Sansa nella quale risultava candidato Dilvo Vannoni, fondatore del nostro gruppo, ha sostanzialmente equivalso i voti con la coalizione di centro destra .
Un dato sulla base del quale aprire la strada ad una riflessione particolarmente significativa anche sul terreno elettorale relativo alle elezioni comunali 2021.
Il livello sul quale si misurerà essenzialmente il nostro impegno dovrà comunque riguardare l’impianto programmatico.
Dovranno essere attentamente valutati alcuni punti fondamentali: In un quadro complessivo definito dalla comprensorialità e da un’idea di decentramento, ripartendo dai quartieri con l’obiettivo di recuperare un alto livello di vivibilità cittadina dovranno essere progettati quali punti principali di programma: infrastrutture , lavoro, servizi, con spiccata attenzione a sanità , rifiuti, decoro urbano e sicurezza, modernizzazione e riqualificazione del centro urbano (disponibilità della rete per favorire lo smart working, pedonalizzazione del centro, qualità del commercio, cultura) gestione pubblica del ciclo delle acque.
Gli incontri organizzati dal nostro gruppo il 30 luglio sulla rottura dell’isolamento di Savona, il 1° settembre nel merito delle elezioni regionali e il 12 settembre a sostegno del “No” nel referendum hanno dimostrato una capacità di aggregazione e di confronto sulla cui base è nostra intenzione sviluppare da subito una forte iniziativa per allargare l’adesione e strutturare così al meglio la nostra capacità organizzativa, in vista dei futuri difficili impegni che ci attendono in una fase resa particolarmente difficile dall’emergenza sanitaria.
Il Comitato Promotore: Dilvo Vannoni, Franca Ferrando, Sergio Acquilino, Sergio Tortarolo, Bruno Marengo, Maria Rita Zanella, Antonio Vallarino, Dario Zucchelli, Claudio Tagliavini, Maria Teresa Carbone, Franco Astengo
COMMENTI SOCIAL – Gianni Gatti : Vorrei proporre alcune considerazioni sul tema: dopo elezioni regionali che fare? Ho scritto la
Gianni Gatti di Savona: consigli e proposte a Quelli della Rebagliati
mia opinione in tempi antecedenti rispetto alla lista Sansa persona a cui va tutto il mio rispetto ampiamente, ma era una proposta improponibile per diversi motivi, ma sostanzialmente non aveva una cosa di fondo: il sostegno pieno e partecipato della popolazione ligure.
Fare campagna gli ultimi 40/50 gg non ha certo aiutato. Non torno su cose già dette, ma per inquadrare il problema c’era un difetto di “costruzione di questa alternativa a Toti” che veniva da vertici improponibili e squalificati a monte, non da un percorso di radicamento, ascolto e formazione.
La lista Sansa ha preso circa il 7% non aveva un identità chiara, conosciuta e partecipata, altri più radicali hanno preso risultati in proporzione.
Cosa vuol dire? Che ancor di più a cose avvenute si sente questo peso. La distanza fra Sansa, il suo piccolo gruppo di sostenitori e l’alleanza che doveva promuoverlo rimane abissale, non saldata, molte sue opinioni ostacolate dai partiti per convenienza politica.
Nessun impegno vero di azione a sostegno.
Mentre oggi gli eletti si chiedono come fare opposizione in Consiglio Regionale i temi agitati sono diventati davvero patrimonio di questa alleanza, dei partiti che la compongono e nelle quattro province liguri stanno raccogliendo le forze?
Non ci pensano neppure per la percezione che ho personalmente!
Così qualunque agitare ad es. di sanità diffusa e territoriale detta in quel contesto diventa una bestemmia, silenziata, un non senso palese, un gridare alla luna.
Vale per il PD e vale per il M5S che da tempo ha abbandonato proprio ogni attività di organizzazione della protesta, scivolando nel mondo delle parole vuote .
Quindi Il gruppo di “Quelli della Rebagliati” vogliono andare su una strada intrapresa sull’esempio regionale ? Bene!
Non perché lo decidono in pochi intellettuali, ma perché può essere un inizio che partendo dalla critica alle regionali arrivi a forme diverse, sperimentali di aggregazione motivata di una opposizione che non vuol più essere tale, ma proporre e decidere cose buone per la propria città. Non c’è da inventare granchè, di parole ne abbiamo a fiumi, si tratta di spingere convergenze che scartino “A PRIORI” i vecchi e nuovi marpioni d’apparato che già si agitano sotto traccia per dare spazio ad una nuova leva di gente cosciente e attiva. Fare rete fra forze popolari è un inizio utile., cambiare metodo è cambiare merito! Sono volutamente generico perché questa è solo la mia idea personale, ma c’è chi ci lavora da un po’. Troviamo convergenze…
Il ritorno dei cervelli. Nella vita di Savona, la nostra piccola amata Città, il XXI secolo è stato fin qui contrassegnato da mediocri gestioni politico – amministrative condotte da un potere miope legato allo scambio di basso livello.
di Franco Astengo
Nella vita di Savona, la nostra piccola amata Città, il XXI secolo è stato fin qui contrassegnato da mediocri gestioni politico – amministrative condotte da un potere miope legato allo scambio di basso livello.
Scambio di basso livello che l’ha ridotta da città industriale e portuale a sede di transito per croceristi senza determinare alcun tipo di sviluppo e depauperando il patrimonio economico e commerciale: città invecchiata, ingrigita, che ha perso la propria banca, ha visto fagocitata da Genova l’Autorità Portuale, inglobata la Camera di Commercio in un assurdo accorpamento territoriale , vista sparita persino la squadra di calcio che pure aveva conosciuto epoche di splendore, la via principale ridotta ad una specie di sede di esibizione da suq di mediocre livello.
Viviamo un’epoca molto difficile affrontando situazioni del tutto inedite in frangenti drammatici anche per la stessa tenuta emotiva di ciascuno di noi.
Si avanzano novità rilevanti per l’economia e lo stile di vita: l’emergenza virus, il lockdown, il lavoro da remoto stanno modificando gli equilibri tra il centro e la periferia.
E’ necessario pensare comunque al futuro.
Il grande lockdown vissuto tra marzo e maggio 2020 e la situazione successiva ha alterato la percezione dello spazio per milioni di persone.
Per settimane le interazioni sociali e professionali tipiche della nostra quotidianità sono state mediate da tecnologie digitali che hanno compresso la distanza fisica, offuscando i confini tra mondo virtuale e mondo reale.
Dobbiamo valutare quanto quel periodo di così vasta portata resterà impresso nell’organizzazione economica e sociale contribuendo a trasformare diversi aspetti della vita, inducendo molte persone non solo come vivere, ma anche dove, magari lavorando lontano dal proprio posto di lavoro in luoghi con una qualità della vita più alta.
La diffusione su vasta scala del lavoro da remoto comporterà un ripensamento di carattere generale proprio al riguardo delle modalità stesse nell’insieme dei rapporti di lavoro, anche se il virtuale non sarà ancora un perfetto sostituto del reale.
Una città delle dimensioni di Savona però deve cominciare a meditare sulle potenzialità che un graduale passaggio del genere, di nuova ricerca di vivibilità da parte di coloro che via,via, saranno chiamati a svolgere la loro opera attraverso quello che impropriamente è stato definito “smart working”.
Una città media, delle dimensioni di Savona, potrebbe risultare appetibile per un ritorno stabile di “cervelli” dei quali lamentiamo la fuga almeno da più di 50 anni.
Le condizioni però sono quelle del recupero del centro cittadino in modo da offrire il tipo di condizioni ideali.
Occorre un piano di riqualificazione edilizia, il recupero dei contenitori storici, un alto livello di vita culturale e sociale, una buona presenza commerciale, collegamenti adeguati con le metropoli in particolare verso il Nord in una situazione di prevedibile modificazione nelle modalità di trasferimento delle persone.
Tutto questo naturalmente all’interno di un quadro tecnologicamente all’altezza dei tempi.
Non entro in dettagli che mi auguro diventeranno oggetto di impegno programmatico da parte di quanti intenderanno,ad esempio, cimentarsi con la competizione elettorale amministrativa prevista per la prossima primavera 2021 .
Una competizione elettorale dalla quale ci si augura possa uscire un quadro di gestione amministrativa della Città affatto diversa da quella che ha gestito, al di là della colorazione politica, il primo ventennio del secolo.
In questa situazione di spostamento epocale nelle modalità di lavoro e di vita ci sarà da combattere per affermare una adeguata presenza della nostra Città nel contesto regionale e dell’intera area del Nord-Ovest del paese che rimane comunque la più avanzata soprattutto sul piano tecnologico.
E’ necessario non assistere passivamente a fenomeni di vero e proprio asservimento in una dimensione neo-coloniale che pure stanno avanzando.
Savona non deve restare tagliata fuori da un processo che sia insieme di riqualificazione tecnologica e urbana.
Il prezzo da pagare sarebbe quello del proseguire nella china di un apparentemente inevitabile declino cui l’hanno costretta la mediocrità di conduzione politica , economica, culturale che ha segnato questi ultimi anni.
E’ necessario uno scatto in avanti nel recupero del centro cittadino, della comprensorialità soprattutto al riguardo delle infrastrutture e dei servizi, del decentramento per la cura di tutto il territorio.
Due libri dello scrittore e studioso Gian Luigi Bruzzone cellese. Il primo racconta Savona vista con gli occhi di autori antichi e di viaggiatori del passato. La città godeva un tempo di una fama ben superiore a quella odierna, in particolare nell’età di mezzo e nell’età definita a ragione roveresca, quasi mitica. Il secondo libro rivela Paolo Boselli, il longevo politico savonese che volle testimoniare con un epitaffio celebrativo l’amico di una vita Angelo Caroggio: un’amicizia pressoché sconosciuta ed emersa in tutta evidenza grazie ad un fausto ritrovamento in soffitta del loro carteggio.
di Gian Luigi Bruzzone
Savona in antichi autori e libri di viaggio
con un saggio bibliografico sulla Liguria
PREFAZIONE – Savona, Società di Storia Patria 2020.
Il presente volumetto accoglie un discorso su Savona vista con gli occhi di autori antichi e di viaggiatori del passato. La città godeva un tempo di una fama ben superiore a quella odierna, in particolare nell’età di mezzo e nell’età definita a ragione roveresca, quasi mitica. Un discorso inteso a rammentare pressoché tutte le testimonianze pertinenti disponibili, ma discorso, non catalogo col riporto fedele ed integro dei testi. Le sintesi peraltro non vanno disprezzate: esse favoriscono la comprensione di un determinato fenomeno dall’alto, stornando il pericolo di un frammentarismo eccessivamente analitico a motivo del quale si può smarrire il filo conduttore e rimanere frastornati da una miriade di minutaglie.
Ascoltare quanto gli altri dicono di noi desta sempre una spontanea curiosità. E risulta istruttivo altresì, sopra tutto se si avanzano critiche, appunti e si biasimano difetti. Essi – s’intende – possono corrispondere alla realtà ovvero provenire dai preconcetti del viaggiatore, dell’autore o da un loro particolare stato d’animo del momento. Del resto quando si viaggia con fretta, gli abusi, inevitabili nelle cose di questo mondo, sono non di rado considerate le leggi del paese: già lo rilevava il Voltaire.
Di certo, un’attenta lettura di queste testimonianze consente di intuire in maniera più o meno articolata e profonda la Weltanschauung loro sottesa, una concezione di un popolo, di una cultura, di un’ideologia nelle quali l’autore nasceva, era formato e ne era immerso.
Conoscere questi testi è un conversare con uomini del passato, è quasi lo stesso che viaggiare, per servirsi di un’espressione di Cartesio. E grazie al viaggio acquisiremo l’esperienza: l’etimologia stessa suggerisce l’idea di cammino, di percorso, giacché πειρω significa attraversare. Uscire da un luogo culturale, esistenziale, cognitivo, pratico per giungere in un altro diverso che vi fa vedere, vivere, comprendere, agire in modo diverso e talora nuovo. L’ esperienza sfocerà nell’apprendimento e l’apprendimento sarà coronato dalla conoscenza. Sine experientia nihil sufficienter sciri potest, sentenziava – fra gli altri – Ruggero Bacone. *
La seconda parte del volumetto accoglie un saggio bibliografico sul nostro argomento non più circoscritto a Savona, bensì esteso all’intera Liguria. Impresa peregrina? Non direi; corrobora il desiderio della sintesi sopra menzionata: fornisce elementi effettivi dai quali si colgono filoni, interessi, mode, gusti variegati a seconda del periodo storico. Non solo, una mera lettura mostra l’accavallarsi di riprese dei medesimi testi e dei medesimi viaggiatori e può schiudere altre piste di ricerca. E poi mi sovviene un passo di Ludovico Antonio Muratori, in una lettera al conte Giovanni Artico di Parma del 10 novembre 1721, là dove sentenzia: «Il solo ridire il detto non farà mai onore a un letterato. Bisogna ingegnarsi di accrescere il pubblico tesoro del sapere in qualunque arte o scienza che si coltivi».
Paolo Boselli & Angelo Caroggio
PREFAZIONE – Premessa. Un’amicizia pressoché sconosciuta questa di Paolo Boselli con Angelo Caroggio, eppure costante, convinta, durata usque ad mortem et post mortem, dal momento che il longevo politico savonese volle testimoniare con un epitafio celebrativo l’amico di una vita. Sodalizio esteso ai familiari e sopra tutto fattivo, non consistendo in vacui salamelecchi, ma teso a promuovere tutto il bene possibile per Savona.
Professionisti che si sentirono sulla medesima lunghezza d’onda, accomunati da una formazione approfondita e soda, da una cultura poliedrica ed equilibrata, il tutto asceso ad amicizia potenziata dal comune amore per la propria città. L’amicizia verace è effusiva: per questo furono ambedue paladini per risolvere i precipui problemi del microcosmo sabazio loro contemporaneo, dalle vie di comunicazione, in particolare quelle ferroviarie, alle strutture portuali, all’assistenza dei più bisognosi, ad iniziare dagli orfani e dagli anziani più o meno autosufficienti. Le opere caritatevoli sbocciate attorno al Santuario di N.S. di Misericordia, furono oggetto delle cure del Caroggio. Ed anche il sacro edificio, sorto a seguito della provvidenziale apparizione del 18 marzo 1536.
Amicizia pressoché sconosciuta – s’è detto – ma grazie ad un fausto ritrovamento in soffitta del carteggio qui proposto alla lettura di animi sensibili e gentili, potremo formarcene un’idea. E potremo arguire lo spirito di servizio per i proprii simili, nella fattispecie per i cittadini savonesi, motore dell’agire dei Nostri.
Le lettere rappresentano (quasi sempre) i documenti più fededegni dell’indole, della psicologia e degli intenti sottesi al pensiero e all’opera di chi le concepisce. La sincerità ed anche la franchezza sono il fondamento del rapporto amicale più genuino.
Al centro del dialogo dei Nostri si accampa il problema – fra gli altri – della linea ferroviaria Savona-Torino: esigenza non certo nuova, ove si rammenti che era già auspicata all’indomani dell’assegnazione della Liguria al Regno sardo, stabilita dal Congresso di Vienna. Questo carteggio, semplice e familiare, evidenzia quanto sia tutt’ora insoluto un valido collegamento tra il capoluogo subalpino e le sponde del Mediterraneo più vicine. Evidenzia altresì il virtuoso sodalizio fra una realtà locale ed un uomo di governo, che nell’amata città natale sa di avere un professionista competente, fededegno e disinteressato, dal quale apprendere le effettive e concrete necessità.
All’attento lettore non sfuggirà quanto sia il conflitto italo-turco, sia la grande guerra siano assenti. Come, il capo del governo di unità nazionale, il deputato di una vita, il politico per vocazione non accenna agli eventi cardini di quegli anni? Anzi di un’intera epoca, né si può dubitare circa la consapevolezza storica da parte dello statista savonese, né di quanto coltivasse la memoria di vicende e di personaggi del passato appena trascorso. Fra il ventaglio di possibili risposte, rammento la mancanza di tempo per gl’impegni ond’erano oberati, lo scopo preciso e circoscritto dei reciproci messaggi, la possibilità di parlarsi ogni tanto di persona e – del resto – i temi politici e bellici postulano tempo e spazio spropositati in un carteggio privato. Inoltre, rispetto ai secoli precedenti, e pur con la censura, molte notizie potevano attingersi dalla stampa.
Ne pereant fragmenta, ammonisce la sentenza evangelica e però abbiamo deciso di donare ad un ente culturale della città questo carteggio, pegno di due benemerite esistenze.