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Borgio Verezzi dal sindaco un po’ di luce sul Depuratore consortile dove volano i massoni

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Dove il potere non scricchiola e i negazionisti possono contare sul silenzio stampa. Quanti massoni si sono alternati nel Cda e ai piani alti della Servizi Ambientali Spa ? Società interamente a capitale pubblico. Essere fratelli muratori di un’obbedienza piuttosto che di un’altra, di una loggia con maestri venerabili ‘illuminati’ e ‘riservati’, non è reato, ma quel giuramento solenne davanti all’ara cosa produce nella vita di ogni giorno. Impone obbedienza. E chi ‘sbaglia’, si ‘macchia’ ? A chi rispondi e dai la precedenza ? 

Il sindaco di Borgio Renato Dacquino interveniene sul Depuratore consortile e servizio idrico

C’è il ‘tribunale massonico’ e ‘sentenze segretate’. Il sindaco di Borgio Verezzi, Renato Dacquino (per il quale non si esclude un terzo mandato anticipa Ivg.it) non si occupa  però di ‘fratellanze’ e ‘liberi muratori’. Illustra in modo approfondito, dalla sua scrivania, lo ‘stato dell’arte’ della Servizi Ambientali Spa ora partecipata dai comuni da Albenga a Borgio e primo entroterra loanese e pietrese. Dacquino non entra in questioni di bilanci, stipendi, consulenze, dimissioni dei mesi scorsi (alcune a sorpresa),  rincorrersi di nomine e (in)competenze dei nominati, produttività, passivo e attivo, forniture e fornitori, assunzioni. Non irrompe nella sfera di quanto guadagna il direttore generale Giovanni Paolo Paganelli, classe 1955, ingresso nel 2002 (su designazione dell’allora sindaco Angelo Vaccarezza) nel ruolo di presidente del Cda della Servizi Ambientali. Esperienza nel Cda di Sar Autolinee (’96- 2001), Comitato di gestione dell’Usl n.5 Finalese (’91-’93), insegnante tecnico pratico programmatore all’Istituto Tecnico commerciale e geometri ‘Ruffini’ di Imperia (’82-’84).

Non stupisce che  Paganelli meriti 160 mila €  l’anno proprio quando c’è chi grida allo scandalo perché il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, indicato da M5S  (l’ente pubblico ha un bilancio di 400 miliardi l’anno e 38 dirigenti apicali). Nell’agosto 2019 è stato ritoccato il suo stipendio da 61,5 a 150 mila € l’anno, peraltro non ancora percepiti e senza arretrati. Tridico non risulta affiliato ad obbedienze massoniche, contrariamente alla consolidata e fedele ‘militanza’ di  Paganelli.

Si aggiunga che negli ultimi anni c’è stata una sorta di pacifica e condivisa ‘occupazione massonica’ nelle nomine della Spa pubblica con sede a Borghetto. Da Paganelli al giovane e silenzioso avv. Alessandro Vignola (tra i giovani dell’allora Forza Italia loanese e componente il direttivo), agli ultimi professionisti sempre del foro savonese ( e designati ai vertici della Servizi Ambientali) Alberto Bonifacino di Carcare e Vittorio Savona, praticante, colleghi di studio a Savona. Ma in tema di società comunali non fa ‘rumors’ neppure che il direttore tecnico della Sca Srl comprensoriale, con sede ad Alassio, il geom. Adriano Baldini, loanese già vaccarezziano, sia remunerato gareggiando con Paganelli ?  La Sca che negli ultimi tempi si è distinta per un’eccellente funzionalità negli interventi di emergenza meritando pubbliche lodi da parte dei comuni soci, Alassio in primis.

Non spetta al sindaco di Borgio dissertare su scenari esoterici (nella sua cittadina che, negli anni ’80, era descritta tra le ‘culle’ dell’attività massonica provinciale, vedi il memoriale di Renzo Bailini agli agli della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla LOGGIA segreta P2 del venerabile Licio Gelli, processato ed espulso dal Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani e che abbiamo pubblicato sul numero della scorsa settimana vedi…….), sui trait d’union con la politica, sulla congruità dei compensi e chi li stabilisce e valuta la produttività. Il sindaco entra invece a pieno titolo sui risultati fin qui raggiunti in tema di depurazione e servizio idrico. Dacquino rivendica che ‘Siamo un  comune virtuoso che ha sempre versato alla Servizi ambientali quanto dovuto, eppure…..’. E per quanto riguarda l’acqua ‘bene pubblico’ il sindaco bacchetta: “L’assenza di una sola tariffa sul nostro territorio provinciale….  Ci sono comuni dove vengono versate tariffe irrisorie per il servizio ed altri che hanno già dei valori a regime. ….”.  Chi conosce le buone regole  del cronista dovrebbe invitare i media locali a farsi parte diligente e pubblicare le tariffe nei vari comuni. Il Secolo XIX l’ha fatto lo scorso anno, parzialmente, senza poi approfondire come è finita. E qualche comune e gestore d’acquedotti  non ha neppure risposto. E’ cambiato qualcosa nel frattempo in tema di equità invocata a ragione dal sindaco di Borgio ?

Dacquino nell’articolato intervento a tutto campo si occupa di illustrare ai concittadini ciò che ritiene utile far sapere trascorsi 10 anni del Comune socio della Servizi Ambientali Spa. Oltre ad un’utile informazione sullo stato attuale di problematiche nei rifornimenti idrici, quale futuro e con quali ricadute prevedibili per gli utenti. Le possibili soluzioni alle tante problematiche sul tappeto. C’è un aspetto di cui non si legge e non si è letto. Non siamo gli unici a cui è capitato, in ore serali, in piena estate,  di percorrere l’Aurelia e quasi subito dopo il semaforo di Borgio verso Finale Ligure, trovarsi un’aria nauseabonda, da evidenti esalazioni fognarie. E con un diserto di pedoni lungo quel tratto di passeggiata a mare. Non è un’anomalia nuova peraltro, ma annosa. Certamente ha raggiunto un apice, per quanto ci è capitato, davvero  insopportabile ai comuni mortali. Turisti inclusi.

DA SAVONANEWS –   28 SETTEMBRE 2020 – Renato Dacquino, sindaco di Borgio Verezzi, ha voluto esprimere il proprio pensiero relativamente al servizio idrico. Una riflessione che giunge al termine della stagione estiva:

Avere il mare pulito lungo tutta la costa (non solo davanti al proprio paese) e un servizio idrico integrato produttivo (che si autofinanzi e offra qualità) è obiettivo comune” spiega Dacquino. 

“….. Il nuovo sistema di gestione del servizio idrico integrato è basato sul full recovery cost, la normativa è in evoluzione e comune in tanti settori (es: rifiuti), gli utenti pagano per il servizio e con i relativi ricavi i gestori devono garantire il mantenimento della struttura e fare fronte agli investimenti. Indispensabile avere a tutti i livelli competenze adeguate e responsabilità sociale. La scelta della gestione pubblica fa in modo che il margine del gestore, il profitto, venga totalmente reinvestito sul nostro territorio. Non è più previsto alcun contributo da parte dello Stato e neppure da parte di altri enti e/o dall’Unione Europea. Questo cambiamento ha avuto e ha importanti effetti, ci sono state e ci sono difficoltà (concetti come responsabilizzazione, produttività ‘efficacia più efficienza’, autofinanziamento e qualità non sempre fanno parte di un patrimonio comune e condiviso); questa scelta per essere pienamente realizzata ha bisogno di una organizzazione eccellente. Il pieno e solidale sostegno di tutti gli azionisti (i Comuni soci in base alle diverse quote azionarie possedute) è indispensabile”.

BORGIO IN 9 ANNI SOLO UN DIVIETO DI BALNEAZIONE – “….. In nove anni, a Borgio Verezzi, un unico divieto di balneazione di pochi giorni e su un tratto limitato della spiaggia. Chi vuole può ampliare la visione su tutta la costa e nel tempo. Quest’estate abbiamo avuto un mare splendido che cittadini e turisti hanno potuto godere. Positività anche per l’approvvigionamento idrico; piccoli e limitati i disservizi (comprensibili durante il periodo di massimo picco di presenze visto lo stress a cui sono sottoposti reti ed impianti). …. Resta che stiamo attendendo il fondamentale collegamento al nuovo e moderno impianto comprensoriale di Borghetto Santo Spirito, non solo per prevenire danni derivanti da eventi atmosferici che sono sempre più diffusi e forti, ma soprattutto per consentire un migliore ed efficiente trattamento dei reflui con i moderni sistemi di ultrafiltrazione a membrane”.

Tra i Comuni soci di Servizi Ambientali oggi sono completamente collegati Ceriale, Borghetto, Loano, Toirano, Balestrino, Boissano; mentre la Val Maremola, pur allacciata, necessita ancora di un potenziamento della linea di collegamento per far fronte al carico di reflui nei periodi di maggior picco. ….Per collegare anche Borgio Verezzi, circa 700 metri di tubazione dal confine del nostro paese sino all’impianto di Pietra Ligure in via Crispi, dopo che negli anni scorsi sono già state realizzate alcune opere prodromiche tra cui la nuova stazione di sollevamento…… C’è l’albenganese, dove sono stati completati i lavori di collegamento all’impianto di Borghetto Santo Spirito del Comune di Albenga ( bene ricordare la motivazione a sostegno di questa accelerazione legata all’infrazione comunitaria) e sia ad Alassio dove è stato realizzato un impianto di pre trattamento. ….Ma molte opere devono essere ancora effettuate ed importanti investimenti servono per raggiungere la totale depurazione. Evidenzio anche che la totale depurazione del territorio non è, ne sarà, garanzia di assenza di problemi; guardando le statistiche di Arpal negli anni, si rileva che in molte aree da tempo depurate vi sono stati divieti di balneazione dovuti a cause esterne (fiumi, scarichi abusivi, barche?) a volte sconosciute. Questo ci deve far riflettere e vigilare perché i pericoli per il nostro mare sono molti e dobbiamo difenderlo”.

‘SIAMO UN COMUNE VIRTUOSO CHE HA SEMPRE VERSATO QUANTO DOVUTO’ – “I Comuni padri fondatori sono collegati; altri, tra cui noi, aspettano – continua il primo cittadino borgese – Non è giusto. Mesi fa è stato fatto, e presentato ai media, un quadro significativo del ruolo e del contributo giocato da tutte le parti in causa. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, non può penalizzare i colleghi e i cittadini delle varie comunità. I nostri diritti vanno rispettati, siamo soci di Servizi Ambientali SpA da più di dieci anni, abbiamo investito nel progetto del gestore unico pubblico, siamo un comune virtuoso che ha sempre versato tutto quanto dovuto, i nostri cittadini pagano regolarmente le bollette. Visti tutti gli accadimenti intercorsi nel tempo abbiamo pazientato, ci siamo organizzati ed abbiamo collaborato. Oggi chiediamo, ancora una volta, di poter vedere i risultati dei nostri sacrifici con il completamento del collegamento del nostro Comune al depuratore di Borghetto Santo Spirito. Negli anni ognuno ha fatto il suo percorso, parlare dopo un decennio di problemi insormontabili non ha senso; guardiamo i fatti: chi è collegato e chi no, chi e cosa ha avuto negli anni, chi ha situazioni economiche da sistemare, chi è a credito. Bene sistemare (sia come comuni che come cittadini) le proprie questioni con il gestore del servizio idrico e, recuperate le risorse, completare le opere…. 

Strutture attuali e da fare per dare servizi adeguati (vasche da ampliare, collegamenti…): lasciamo pure ai tecnici le spiegazioni tecniche, ma le scelte di fondo vanno fatte e i tecnici vanno messi in condizione di operare. Una preoccupazione che capita spesso di sentire è sulla capacità dell’impianto di Borghetto Santo Spirito di reggere il carico di lavoro proveniente da tutti i comuni collegati oggi e domani. Già quest’estate, con presenze in molti periodi ben superiori alle medie degli anni passati, si sono raggiunte punte di portate di reflui mai rilevate in precedenza. Nonostante questo l’impianto sembra che abbia retto e funzionato ottimamente. Questo è dovuto agli investimenti che si continuano a fare per il miglioramento dello stesso. Per gestire il carico in arrivo dal Comune di Albenga sono previsti ulteriori interventi che non andranno a modificare la struttura né l’area interessata dall’impianto di depurazione; nessun ulteriore impatto sul territorio. Sono stati fatti studi adeguati, l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni consentirà di raggiungere risultati in precedenza impensabili con i sistemi di depurazione tradizionale”.

LA SITUAZIONE IDRICA –  “Il tasto dolente è sempre rappresentato dalle risorse limitate – aggiunge Dacquino – Inutile qui ricordare quando, dove e come sono state impiegate ad oggi: l’argomento è stato oggetto di forte dibattito tra i Comuni. Oggi ognuno, come detto, deve sistemare la propria situazione con il gestore; solo così sarà possibile far fronte agli investimenti con il ricavato delle bollette. Il costo dell’acqua, bene prezioso, va spiegato, bisogna sapere che oggi stiamo pagando scelte passate di contenimento dei costi…., mancati interventi sulle reti (di cui vediamo gli effetti negativi oggi) e l’assenza di una sola tariffa sul nostro territorio provinciale….  Ci sono comuni dove vengono versate tariffe irrisorie per il servizio ed altri che hanno già dei valori a regime. ….

“…. Nel mezzo l’assenza di un piano chiaro che risponda sulle esigenze (con tempi certi e modalità operative realistiche) dei Comuni della Val Maremola e di Borgio Verezzi. La scelta fatta in passato di avere un gestore unico del servizio idrico integrato in una realtà molto frammentata come la nostra non giustifica ulteriori ritardi. Il nostro territorio (ha 43 comuni, alcuni gestiti da soggetti privati, IRETI e Acquedotto San Lazzaro, altri con le proprie società partecipate, altri ancora con gestioni in economia) deve riuscire ad unificare tutto sotto un’unica insegna, ottimizzando le risorse umane e tecniche raggiungendo migliori economie di scala. Questo processo di aggregazione che è in corso dal 2015, nonostante alcuni improvvisi stop dovuti a molti fattori esterni, politici ed industriali, sta andando avanti faticosamente…., Utile ricordare ai Cittadini che oggi i Comuni non sono più il riferimento operativo per la gestione del servizio idrico integrato – conclude il sindaco di Borgio Verezzi – Infatti come da convenzione con l’Ente di Governo dell’Ambito Centro Ovest 1 (la Provincia di Savona) cui apparteniamo, il gestore del servizio idrico integrato al quale i cittadini devono rivolgersi per ogni problema operativo o commerciale (dal guasto alla fatturazione) è la Società consortile Acque Pubbliche Savonesi, il cui braccio operativo, per il nostro territorio, è la Servizi Ambientali spa. Naturalmente ogni amministrazione locale indirizza, vigila e deve vigilare su tutto il ciclo dei servizi”.

Analoghi interventi del sindaco di Borgio Verezzi sono riportati da Ivg.it, Il Secolo XIX (‘Borgio alza la voce’), La Stampa.


Pietra Ligure e la storia: Egidio Pellegrini patriota, combattente per l’Unità d’ItaliaOlimpia Pegollo con 8 medaglie al Valoree due fuse col bronzo di cannoni nemici

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Egidio Pellegrini, un vero patriota italiano del Risorgimento: un combattente per l’unità d’Italia. Nasce a  Lurate Caccivio,  in provincia di Como nel 1839. È un convinto assertore delle idee risorgimentali di “Italia unita, Indipendenza, libertà dallo straniero”. L’altra storia  è quella della crocerossina della prima guerra mondiale, Olimpia Pegollo pluridecorata. 

di Mario Carrara*

La storia di  Egidio Pellegrini Egidio è veramente particolare: è uno dei pochissimi italiani che abbiano combattuto nella seconda guerra d’Indipendenza del 1859 e nell’armata garibaldina che stava risalendo l’Italia. Il fatto, però, che la sua partecipazione nella guerra d’Indipendenza fosse tra le fila dell’esercito francese di Napoleone III, fa del suo curriculum quasi un “unicum” nelle vicende del nostro Risorgimento.

Ha vent’anni giusti quando, alla fine di Aprile del 1859, l’Impero Austriaco, dopo aver inviato un ultimatum al Piemonte, lo invade con le sue armate. È l’inizio della II guerra d’indipendenza italiana. È grande la eco e l’emozione che si diffondono dappertutto, pervadendo di spirito ed ardore patriottici gli animi di molti giovani.

Egidio Pellegrini, studente universitario di ingegneria, parte subito per il  Piemonte con l’intento di offrirsi volontario nell’esercito del Regno di Sardegna, che sta organizzandosi per la difesa ed il contrattacco. Ma, giunto in territorio piemontese, fortuitamente, anziché coi piemontesi, si imbatte in un drappello di soldati francesi  che sono un’avanguardia, in esplorazione, dell’armata che sta scendendo le Alpi dal Passo del Moncenisio. È l’armata francese che, in seguito ai patti di Plombiers stipulati tra Cavour e Napoleone III, quest’ultimo si è impegnato ad inviare in soccorso del Piemonte, in caso di un’aggressione nei suoi confronti da parte di una potenza straniera.

Egidio Pellegrini, che conosce bene il francese, accetta l’invito ad unirsi a loro per far loro da interprete e, avendo un’ottima preparazione già da studente universitario, viene aggregato ai reparti tecnici dell’esercito napoleonico.

Con i francesi partecipa sicuramente alla battaglia di Magenta, che apre le porte di Milano e della Lombardia, ed alle successive, tra le quali la cruentissima battaglia di Solferino, vinta dagli stessi francesi e decisiva per le sorti del conflitto. Subito dopo Solferino, Napoleone III, chiederà, da vincitore, l’armistizio all’Austria.

Per questa sua partecipazione al conflitto riceverà dall’Impero francese la  speciale medaglia conferita ai soldati della Francia impegnati nella seconda guerra d’indipendenza e rarissimamente concessa anche agli italiani, se non per meriti speciali acquisiti verso l’esercito francese in quella stessa campagna militare.

Un anno dopo, quindi, non può, da subito, aggregarsi ai Mille di Garibaldi, partiti dallo scoglio di Quarto per la Sicilia, ma, congedatosi dai reparti francesi che nel frattempo hanno lasciato l’Italia, parte per il meridione e si arruola nell’armata garibaldina, quando questa sta già risalendo la penisola nella sua avanzata inarrestabile. Con l’esercito garibaldino partecipa alla decisiva, grande  battaglia del Volturno, del 1 Ottobre 1860, che decide le sorti della guerra  e, sostanzialmente,  la fine del Regno delle Due Sicilie.

A Unità d’Italia compiuta, conseguita la laurea in ingegneria, Egidio Pellegrini, per conto delle ferrovie del neonato regno d’Italia, nel decennio 1860/1870, è inviato in Liguria per seguire le fasi propedeutiche e di progettazione della nuova linea ferroviaria fino al confine francese.

È più volte a Pietra Ligure, dove, dovendo prendere contatti con i proprietari dei terreni interessati dal tracciato ferroviario, incontra la figlia di uno di questi, Raffaella Pegollo, con la quale si fidanza e si sposa. Successivamente,  per i suoi incarichi tecnici nelle ferrovie del Regno, di sposta e “gira” per tutta l’Italia, accompagnato dalla moglie, finché, giunto all’età del  pensionamento, si stabilisce definitivamente a Pietra Ligure, ove muore il 16/11/1919.

All’ing. Egidio Pellegrini ed al suo collega ed amico ing. Monti Bragadin, con lui inviato in Liguria per la nuova linea ferroviaria, va ad ascriversi il merito di non aver fatto passare la strada ferrata sulla  linea litoranea della spiaggia, come avvenne, invece, per altri paesi vicini, scegliendo un tracciato “a monte” e non “a mare” dell’abitato, che, sebbene più semplice, lineare e meno costoso, avrebbe però avuto effetti devastanti per Pietra Ligure, che ancor oggi la città dovrebbe scontare.

Egidio Pellegrini e uno dei pochi italiani che abbiano combattuto sia nella seconda guerra d’indipendenza che nella guerra seguita alla spedizione dei Mille di Garibaldi, che, anche se avvenute in immediata successione l’una all’altra, sono due cose ben distinte. È, senz’altro uno dei pochissimi, che abbia combattuto per l’unità d’Italia nell’esercito imperiale francese.

Riposa nel cimitero di Pietra Ligure, effigiato nella sua divisa di garibaldino.

P.S.: Le quattro medaglie conferite ad Egidio Pellegrini:

1) Medaglia dell’impero francese per la partecipazione alla ll guerra d’indipendenza italiana con le truppe francesi, 1859.

2) Medaglia conferita dal regno d’Italia, regnante Vittorio Emanuele ll a chi combattè nella ll guerra d’indipendenza italiana.

3) Medaglia conferita dal regno d’Italia regnante Umberto l, ai reduci che combatterono nelle guerre d’indipendenza italiane..

4) Croce di cavaliere dell’ordine della Corona d’Italia.

E OLIMPIA PEGOLLO, PLURI DECORATA

Nasce a Pietra Ligure il 27 Giugno 1865 e morta il 5 Luglio 1951. Allo scoppio della 1ma guerra mondiale, si presenta volontaria come crocerossina e presta la sua opera al fronte e negli ospedali militari, specialmente in Friuli.

Per la sua opera costante ed ininterrotta sui luoghi di battaglia, a lei vengono conferite ben 8 medaglie al valore: tre d’argento e 5 di bronzo, delle ultime quali, due erano state fuse col bronzo  dei cannoni nemici, onore riservato a chi aveva compiuto atti di vero eroismo o abnegazione.

Subito dopo la guerra, sempre da crocerossina, tornò in Liguria e lei stessa fondò e poi diresse l’ospedale sanatorio di Bergeggi, riservato ai soldati che avevano contratto la tbc in guerra.

All’età del pensionamento, si trasferì definitivamente a Pietra Ligure, ove vi morì nel 1951. Al suo funerale, il feretro ebbe la scorta d’onore di ben quattro Carabinieri.

Purtroppo, delle medaglie non resta nulla perché vennero trafugati, come pure degli attestati a lei conferiti.

Mario Carrara (capogruppo consiliare a Pietra Ligure)

Albenga misteri di Maurizio e di loggiaL’ex presidente Associazione carabinieri in carcere. Mega truffa da assicuratore. I clienti e la sorte di 2 milioni. Dal 2017 Cavaliere

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La notizia dell’arresto Francesco Maurizio tenuta ‘segreta’ per 4 giorni. L’archivio di trucioli.it con i  fotoservizi di Silvio Fasano non avrebbero bisogno di commenti o illustrazioni. Maurizio, da presidente della locale Associazione Nazionale Carabinieri (fino a luglio) sezione di Albenga, era  di fatto un personaggio pubblico, apprezzato e rispettato. Si è guadagnava la fiducia delle autorità, dei colleghi dell’Arma, delle società di Assicurazione, dei clienti che stipulavano con lui polizze. Sempre presente nelle cerimonie, ricorrenze e pranzi ufficiali. Dal 2017 la nomina a Cavaliere Ufficiale della Repubblica per “meriti acquisiti nell’ambito professionale, culturale e sociale”. (Vedi La Stampa del 17 giugno 2017…..). Nella stessa circostanza onorificenza a Lorenza Giudice, storica ed attivissima presidente di Confcommercio, reduce dalla candidatura alle regionali 2020 per Cambiamo con Toti presidente, ma non eletta.

Un interrogativo, nulla di giudiziario, segnalerebbe Francesco Maurizio in una loggia massonica ponentina.  Si spiegherebbero certi retroscena ? Maurizio che aveva accolto, nel 2014, la nomina di don Cesare Donati  (oggi parroco di Boissano),  a cappellano ufficiale dell’Associazione della Benemerita, con qualche trascorso all’onore della cronaca ligure (vedi Il Secolo XIX del 2012……). Ma nulla finora è dato a sapere sul materiale acquisito durante le perquisizioni contestuali all’arresto.

Non è una novità che aver indossato una divisa (Maurizio ha fatto il servizio di leva da carabiniere ausiliario) può essere valore aggiunto, un grimaldello che favorisce la fiducia. Ora l’arresto con l’accusa di truffa e appropriazione indebita aggravate ai danni di clienti e compagnie assicurative. Un ‘buco’ di 2 milioni di €. Ma dove è finito quel fiume di denaro. Ci sono complicità ? L’ombra di protezioni ? A noi non interessano le responsabilità penali che è compito della giustizia, semmai capire meglio in quale contesto l’ha fatta franca (con le presunte truffe) per tanto tempo.

I neo cavalieri della Repubblica il giorno della consegna  della pergamena nel Palazzo del Governo (prefettura) di Savona. L’onorificenza si ottiene dopo una rigorosa istruttoria una volta presentata la proposta al prefetto della provincia. Nel caso di Maurizio sarebbe utile conoscere l’ente proponente e chi ha istruito la pratica, compresa la relazione ora della Polizia o della stazione dei carabinieri competente. E non è certo il primo Cavaliere o Commendatore finito in carcere.

Maurizio difeso dall’avv. Tiziana Parenti (studio  legale a Roma e Savona) ex Pm nella Città della Torretta negli anni ’70, poi a Milano nel pool di ‘mani pulite’; da parlamentare di FI è stata presidente della Commissione antimafia nel corso della XII Legislatura; rieletta nel 1996 alla Camera nel collegio maggioritario di Grosseto. Quale sarà la strategia difensiva ? L‘indagato Maurizio sceglierà di collaborare con gli inquirenti ?  La sua ultima presenza pubblica è stata in occasione del pranzo annuale all’Hermitage di Villanova d’Albenga per gli auguri natalizi 2019, e la consegna dei diplomi di benemerenza ai colleghi in congedo.

Mentre le cronache di questi giorni appaiono impietose, ma fanno onore alle regole del cronista. Senza calcare la mano, ma anche senza sconti.  Ed ecco allora il primo articolo del Secolo XIX di mercoledì 23 settembre (che riproponiamo a fondo pagina): “Albenga nuova bufera sul mercato finanziario. Arrestato assicuratore infedele. Ha truffato clienti e compagnie“.  Poi il secondo, una settimana dopo, ancora a firma di Giovanni Ciolina vice capo della redazione della provincia di Savona: “Albenga, la polizia giudiziaria indaga sull’origine del maxi debito contratto da Francesco Maurizio, l’assicuratore infedele e la truffa supera i 2 milioni di €. E’ accusato anche di appropriazione indebita.”.

Francesco Maurizio, 54 anni,  figlio di una famiglia onesta e operosa, è stato fermato venerdì 18 settembre con l’ordinanza firmata dal Gip Fiorenza Giorgi. Arresto richiesto dal Pm Marco Cirigliano. Perquisiti gli uffici di Piazza XX Settembre ad Albenga  e l’abitazione.

LA PRIMA CERIMONIA DI MAURIZIO

PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CARABINIERI –

Era il 22 dicembre 2014, Ivg.it pubblicava con foto: “….Sono state consegnate delle riconoscenze ai soci che hanno compiuto 90 anni di età in occasione della ricorrenza del bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. I premiati sono il maresciallo Vincenzo Gambarelli, l’appuntato Andrea Forbino, l’appuntato Francesco Ciccione, l’appuntato Ferdinando Basso ed il Commendatore Umberto Merchionne. Dopo la cerimonia è stato offerto un rinfresco a tutti gli intervenuti ed il Presidente dell’Associazione Francesco Maurizio ha fatto ai presenti, anche a nome di tutto il direttivo, gli Auguri di un sereno Natale e di buone feste. L’incontro è poi terminato con la Santa Messa nella chiesa del Sacro Cuore di Albenga.”

L’ultima cerimonia ufficiale a metà luglio 2020 con la notizia che Massimo Rufini è il nuovo presidente dell’Associazione che subentra a Francesco Maurizio. Da Ivg.it si leggeva “Ringrazio i colleghi del direttivo per la fiducia accordatami e auguro buon lavoro al vice presidente Renzo Fantino, al segretario di sezione Nunzio Sassanelli, ai consiglieri subentranti Fabio Isnardi (con delega al monumento) e Bosio e Sotgiu, ai revisori dei conti Gianluca Arescaldino e Vittorio Gerini  e al cerimoniere cavalier Franco Scrigna (vice sindaco di Villanova d’Albenga ndr)”. E SavonaNews: …Cambiano i timonieri dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Albenga. A subentrare a Francesco Maurizio (che dopo vari decenni ha lasciato il testimone) è il maresciallo Massimo Rufini, da poco pensionato, ha svolto per vari anni servizio in zona: Comando Stazione Ceriale, poi a Villanova, Alassio, Pontinvrea ed infine in Lombardia a Mortara, terminando al Comando Regione di Genova.”

DOVE E A CHI SONO FINITI I 2 MILIONI CHE, PER L’ACCUSA, FRANCESCO MAURIZIO AVREBBE SOTTRATTO

Maurizio di famiglia albenganese, sposato con figli, si era guadagnato stima e fiducia con un discreto portafogli clienti e quasi tra i veterani in attività del settore. Eppure a leggere le cronache di questi giorni non erano mancati, già dal 2016, alcuni segnali che potevano lasciare il segno.  Aveva un rapporto di agente mandatario  con  l’Italiana Assicurazioni che gli revocò il mandato per un’asserito ammanco di 200 mila euro. Ma due anni dopo la stessa compagnia  gli ha riassegnato il mandato ed è diventato pure agente della dell’Helvetia Assicurazione. Fino al 2019 quando è venuto a galla un secondo ammanco.  Seconda revoca e denuncia per appropriazione indebita. Ma ecco un’altra nomina di fiducia nonostante Maurizio fosse stato segnalato anche all’Ivass, l’Istituto di vigilanza assicurativo. Questa volta ottiene un duplice mandato dalla Milanese Assicurazioni e Nobis Assicurazioni. E avrebbe continuato, si legge sul Decimonono che cita fonti degli inquirenti, ad operare in modo truffaldino, ma ormai nel mirino e sotto i riflettori della magistratura.  Fino all’ordinanza di custodia cautelare.

Primo interrogativo: dove sono finiti 2 milioni ? Maurizio conduceva una vita dispendiosa, al di sopra delle sue reali disponibilità ? Pare di no. Va bene l’auto che non passava inosservata, l’ammanco di una  tale entità non lascerebbe dubbi sulla voragine. C’erano altre uscite e spese ? Farà chiarezza l’indagato decidendo di collaborare nell’interrogatorio di garanzia o successivamente dopo che il difensore potrà aver preso visione degli atti di indagine depositati ? Maurizio è possidente ? Pare di sì. Non resta che attendere mentre è abbastanza generale lo sconcerto tra quanti l’hanno frequentato nell’Associazione carabinieri in congedo e quanti l’hanno conosciuto per motivi di lavoro.

UN PRECEDENTE CHE FECE SCALPORE – Anche le cronache savonesi ed imperiesi, del ponente ligure, nel corso degli ultimi decenni, hanno descritto ammanchi milionari ora ad opera di direttori di banche, di Poste, di agenzie assicurative, amministratori di condomini.  Forse non ha avuto molto seguito mediatico un altro caso assai clamoroso per l’importo ‘sottratto’ dall’agente assicurativo con agenzia a Imperia e sub agenzia a  Ceriale. M.D. aveva sposato la figlia di un albergatore di Laigueglia, era agente monomandatario nell’imperiese e nel comprensorio ingauno.  I primi anni ’90 (fino al ’95), quando le polizze  Vita e Risparmio andavano a gonfie vele, assicurando ottimi margini di guadagno per i sottoscrittori. L’agente infedele rappresentava allora la Nord Italia, poi diventata Basilese, quindi Vita Nuova e Carige Vita. Persino sui pullman di linea si poteva leggere il messaggio pubblicitario della Polizza Vita ‘Piramide’ dove campeggiava la foto del giovane figlio dello stesso agente assicurativo. Mise a segno una truffa – raggiro (sia verso le vittime che versavano i soldi e stipulavano polizze, sia verso l’istituto assicurativo) che  superava il miliardo e mezzo di lire. Con gli anni il silenzio tombale. Quelle pagine finite in archivio. (L.Cor.)

PRANZO  E CERIMONIA ALL’HERMITAGE DI VILLANOVA D’ALBENGA A FINE NOVEMBRE 2019

Pietra Ligure, lungomare senso unico della discordia. Assemblea in piazza e consigliere ‘reporter’ presenta una mozione

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Scrive Mario Carrara, capogruppo di opposizione a Pietra Ligure: La riunione pubblica che ho indetto ieri sera 7 ottobre, circa le conseguenze del senso unico del lungomare centrale, anziché nella sala delle riunioni del Municipio, a causa della partecipazione dei presenti e per assicurare i necessari distanziamenti, “sul momento” si è dovuta “dirottare” e tenere all’aperto, in piazza…

Un clima mite ci ha fortunatamente consentito di effettuarla. A detta di tutti gli intervenuti, il ripristino della situazione precedente, con la restituzione del doppio senso di marcia e la precedente disposizione dei parcheggi sul lungomare, rappresentano l’unica soluzione per scongiurare effetti gravi sull’economia di tutto il centro urbano, che andrebbero a sommarsi a quelli della crisi generale causata dal Covid 19 e che, sommati, avrebbero, alla fine, conseguenze devastanti…”

POLO DI CENTRODESTRA PER PIETRA – LISTA CIVICA DEI PIETRESI

Gruppo consiliare “CENTRODESTRA” Consigliere Mario Carrara

Mozione Consiliare

Il SENSO UNICO sul lungomare don Giovanni Bado: un provvedimento senza senso che sta desertificando e impoverendo il centro di Pietra Ligure e provocando code continue  tutti i giorni  sulla   via   Aurelia :  ne chiediamo la revoca ed il ripristino integrale della situazione precedente.

Dalla scorsa Primavera è stato istituito il “senso unico” del traffico, in direzione “Levante verso Ponente” sulla strada a mare centrale: via don Giovanni Bado.

Avremmo voluto già da subito intervenire in merito, ma poi, prima è intervenuta l’emergenza covid 19 con il confinamento in casa della gente  per il “lockdown”, poi, è arrivata l’estate e l’arrivo dei turisti, cosicché, sia in un caso che nell’altro, non avrebbero potuto aversi riscontri, se non “falsati”, delle effettive conseguenze provocate da un simile provvedimento.

Ora, invece, che a Pietra Ligure sono rimasti prevalentemente solo “residenti” e si sono anche riaperte le scuole, si possono veder bene le conseguenze che questo provvedimento “imposto” sta  provocando al tessuto viario, ma prima ancora “economico”della città.

Il centro di Pietra Ligure, durante la settimana,  si sta desertificando: solo rari passanti lo frequentano, per lo più residenti del centro storico stesso, che si muovono per fare i normali acquisti quotidiani di approvvigionamento. Chi si avventura a venire in centro da fuori lo fa, per lo più, perché deve venire in qualche ufficio pubblico, come, ad esempio, le banche o l’anagrafe o lo stato civile del Comune.  Per vedere un po’ di “movimento”, bisogna attendere il fine settimana con i turisti del weekend, ma essi non fanno testo in proposito, perché essi verrebbero comunque in centro per trascorrervi qualche ora, indipendentemente dai sensi di circolazione delle autovetture.

Ci siamo chiesti il motivo, il “perché ” sia stato istituito il senso unico: cosa c’era che “non andava” nei due sensi di marcia? Che problema creavano? C’era qualche blocco, ostacolo, rallentamento nella marcia? Si verificavano, forse incidenti frontali? Era pericoloso? Era pericoloso per le biciclette? Per i pedoni? Per i bambini?

No di certo! E allora cosa ha provocato l’adozione, anzi l’imposizione di questo insensato  provvedimento?

Insensato ” perché, con un passaggio a livello che blocca tutto quando le sbarre sono abbassate, nonché la contestuale mancanza di una strada alternativa, oltre alla via Aurelia, provocano come inevitabile conseguenza degli automatici immediati effetti: 1) Si impedisce di venire in centro proveniendo da Ponente. 2) Si scoraggia di venire in centro proveniendo da Levante perché non si vuol correre il rischio che, se non si trovasse il parcheggio sul lungomare, dovendo obbligatoriamente proseguire, si finirebbe in un “cul de sac “, imbottigliati, fermi in coda, bloccati al passaggio a livello quando le sbarre sono abbassate; a volte anche per delle mezz’ore (com’è successo, ad esempio, domenica 7 Ottobre: abbassamento sbarre alle 16,55, innalzamento alle 17,30, vedi video), perché nella stazione di Pietra, per il fatto del binario unico, continuano a farsi “gli incroci” tra i treni che transitano nelle due direzioni. 3) La via Aurelia, la strada Nazionale, per almeno tre volte al giorno, tutti i giorni, negli orari di entrata ed uscita dal lavoro ed i quelli scolastici, si è tramutata in una lunga coda di automobili continua, che parte dalla rotonda del fiume Maremola e si spinge sino a Loano: sempre e comunque in direzione Ponente-Levante, cioè Loano verso Finale, MAI, ripetesi: MAI, nel senso contrario Levante-Ponente, Finale verso Loano!

A chi si deve attribuire il merito di tanto sconquasso..? C’è un solo, unico, vero responsabile di tutto questo: è la volontà del Sindaco De Vincenzi. Giá durante il suo precedente mandato, aveva tentato di imporre il senso unico sul lungomare, con due argomentazioni: la prima: il fatto che, specie al sabato, giorno del mercato, nella tratta di fronte al bar Flora, le automobili che erano parcheggiate a spina di pesce creavano, talvolta, un restringimento della carreggiata che faceva rallentare e bloccare due veicoli che marciavano in direzione contrapposta; la seconda: che anche Pietra Ligure avrebbe dovuto seguire l’esempio dei due comuni vicini di Loano e Finale Ligure nei quali il “senso unico” dei veicoli esisteva da tempo e funzionava bene.

In quella Giunta, chi scrive, all’epoca Assessore e con l’assessore alla viabilità Rino Cassanello, si oppose fermamente a quel progetto; l’assessore Cassanello risolse, poi,  la situazione. Infatti, bastò eliminare la forma del parcheggio a “lisca di pesce”, rimodulandolo  “parallelo” alla strada con una quindicina di posti auto in meno,  che non si ebbero più rallentamenti né incroci di auto;  cosa che, per la sua validità, ha retto bene per anni ed è  durata senza inconvenienti fino alla Primavera del 2020. Assolutamente imparagonabile è, poi, il confronto tra le  situazioni della viabilità di  Pietra Ligure con quelle dei Comuni di Loano e Finale Ligure, perché nessuno di quei due comuni ha un passaggio a livello ferroviario che blocchi tutto, sull’unica strada carrozzabile del centro urbano.

Inoltre, Loano ha una via carrozzabile alternativa, quale viale Europa, per cui, chi ha percorso il lungomare, senza dover essere obbligato a ritornare sull’Aurelia, può rifare in senso “inverso” il percorso verso Pietra Ligure: invece, Pietra Ligure una strada alternativa non ce l’ha; Finale Ligure ha il senso di marcia sul lungomare in direzione “ponente verso levante “, opposto a quello adottato a Pietra, e, in ogni caso, non ha nessun ostacolo insormontabile che lo possa bloccare, come un passaggio a livello ferroviario: invece, Pietra Ligure, il passaggio a livello ferroviario ce l’ha.

A quanto pare, forse per uno spirito di “rivalsa” e autoconferma a se stesso del proprio “io”, il Sindaco oggi ha voluto, ma soprattutto ha potuto  “imporre” la sua volontà (a quanto pare, “covata ” e mantenuta per anni), compiendo una scelta palesemente irrazionale, illogica e controproducente; cosa che,  alcuni anni fa, non gli riuscì perché aveva degli Assessori che, quando sbagliava, avevano la forza di opporsi e dirgli di “NO “.

Oggi, i risultati del “senso unico” del traffico sul lungomare sono sotto gli occhi di tutti! Tutti fanno i conti  contro questa assurda imposizione che non ha portato nessun vero beneficio, ma solo gravi conseguenze sulla viabilità generale di tutta la città e sta provocando altrettanto gravi conseguenze sull’economia commerciale di tutto il centro urbano.

Avremmo già voluto intervenire prima, con un’iniziativa in proposito come questa, perché sensibilizzati, spinti e sollecitati da tanta gente. Ma, subito dopo l’imposizione del senso unico, sopravvenne il lockdown del Covid 19 e ci fermammo…: non essendoci autovetture circolanti, come si facevano a valutare gli effetti pratici del provvedimento? Qualcosa si intravvide già quest’estate: com’era possibile che in pieno Agosto si trovassero sempre, con facilità, posti auto sul lungomare? E l’inizio delle code che si formavano sull’Aurelia, erano solo a causa della presenza dei turisti…?

Oggi, Ottobre 2020, non ci sono più dubbi in proposito: è dallo scorso mese di Settembre, in cui prevalgono solo i “movimenti” dei Liguri residenti, che le conseguenze sono visibili e reali.

I parcheggi del lungomare, sono, per la stragrande parte, desolatamente VUOTI. Prima accadeva che quei parcheggi fossero quasi tutti occupati, con qualche posto vuoto disponibile; oggi, invece, accade il contrario: sono quasi tutti vuoti disponibili, con qualche posto occupato.

Perché questo? La ragione è semplice: la gente per non trovarsi “imbottigliata” e bloccata in coda dal passaggio a livello, a volte chiuso per tempi intollerabili, preferisce non venire più in centro, anche perché poi, pur superato il passaggio a livello, chi, per ritornare in centro è obbligato ad andare in direzione Finale Ligure, deve subire, il più delle volte, di finire di nuovo in coda sulla via Aurelia.  La gente per evitare questi disagi, inevitabilmente “dirotta ” i propri percorsi su altre strade e altre opportunità di acquisto, che non siano a rischio di inutili, lunghe perdite di tempo. Chi “circola” nel centro urbano è rappresentato, ormai solo dai residenti e da quelli che devono, “ob torto collo”, recarsi in  uffici di professionisti o “pubblici” come banche o quelli  del Comune. Basta.

Si assiste e si constata, quindi, che è in atto un processo progressivo di vera “DESERTIFICAZIONE” del centro con conseguente sofferenza di tutte le attività commerciali e degli esercizi pubblici. Oltre alla crisi generale provocata dal Covid 19, a Pietra Ligure, in centro, si sta assistendo ad una ben maggiore crisi ECONOMICA che stanno provocando gli effetti assurdi di un provvedimento che vuole tenere distante la gente dal frequentare il centro. Infatti, come detto,  per chi proviene da Ponente è vietato accedere al centro se non percorrendo l’unica strada che è la via Nazionale Aurelia; chi proviene da levante è, in ogni caso, scoraggiato dal rischio di essere bloccato dal passaggio a livello chiuso e dal successivo ritorno in coda sulla via Aurelia .

La via Aurelia, nella tratta del centro di Pietra Ligure, è rimasta, assurdamente, L’UNICA strada a doppio senso di marcia! Nel 2004/2005 furono create tutte le rotonde, eliminando i semafori che provocavano un “ingorgo continuo” ogni giorno: con le rotonde, il traffico tornò subito scorrevole e le “code” di veicoli non si crearono più.

Oggi, dopo la sciagurata imposizione del “senso unico” sul lungomare, le “code” dei veicoli si sono riformate automaticamente e ogni giorno, tutti i giorni, festivi e feriali; per almeno tre volte al giorno, mattino, mezzogiorno, sera, la via Aurelia è bloccata da una coda ininterrotta. Attenzione, si badi bene: non in entrambe le direzioni di marcia, ma solo nella direzione Ponente-Levante, Loano/Finale, MAI contemporaneamente o solo nel senso inverso!

La coda è, a volte, talmente lunga, da raggiungere e inoltrarsi in Loano, come abbiamo documentato con un video.

Questo provvedimento ha fatto ritornare Pietra Ligure alla situazione di QUINDICI ANNI FA! Siamo ritornati indietro..!

Eppure, che il senso unico stia creando problemi, danni e disagi lo vedono tutti. E tutti si chiedono perché sia stato imposto, visto che non c’erano problemi perché la situazione col doppio senso di marcia era pienamente soddisfacente.

Certo, ci potrà essere chi condivida questa soluzione: magari qualche vecchio possidente ricco, che voglia godere di un silenzio semiassoluto (semimortuario) di fronte alla propria casa… ma Pietra Ligure non può essere considerata alla stregua di un museo, perché, fino a prova contraria, è ancora una città viva, che deve vivere… O meglio, ora: “sopravvivere… ” e non si può permettere, specie in tempi cupi come i presenti, di avere e subire, oltre alla crisi generale, anche dei provvedimenti somiglianti a capricci dispotici   che la facciano lentamente morire. Ci chiediamo: perché del senso unico sul lungomare, che sta sconvolgendo la vita della città, il Sindaco non ne abbia parlato, non abbia detto nulla, non abbia speso una parola in campagna elettorale? Perché non c’è scritta neppure una riga in merito sul suo programma delle elezioni, svoltesi solo pochi mesi prima? Aveva paura di perdere dei voti? Ha voluto imporre il senso unico solo a cose fatte?

Ci hanno raccontato che una commerciante avrebbe chiesto al Sindaco, visto il crollo dei passaggi, delle visite al suo negozio e dei conseguenti incassi, di revocare il senso unico e di ripristinare il doppio senso di circolazione precedente; il Sindaco, stando al racconto, Le avrebbe risposto che per lui, invece, “va bene così..” e, nel prosieguo del suo mandato, non avrebbe cambiato nulla, per cui era meglio che lei se ne facesse una ragione... Se quanto ci hanno raccontato è vero, siamo solidali con quella commerciante pietrese perché a lei servirà poco farsene una ragione se, alla fine, dovrà chiudere il suo negozio, in quanto il Sindaco non perderà (per ora) la sua occupazione, ma lei sì; il sindaco non sarà certo rovinato, lei, invece, sì.

Per tutto quanto sopra argomentato, si chiede al Consiglio Comunale di approvare la presente Mozione nel dispositivo che segue:

Il Consiglio Comunale di Pietra Ligure impegna il Sindaco a revocare il  ” senso unico ” di circolazione dei veicoli sul lungomare centrale via don Giovanni Bado, ripristinando il “doppio senso ” di marcia e le disposizioni dei parcheggi, così come preesistenti fino al corrente anno 2020.

Pietra Ligure, 8/10/2020  Mario Carrara, consigliere comunale

 

 

 

 

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Pietra una storia di guerra e d’amore: il maggiore della Wehrmacht, la cassetta dei segreti militari smarrita. L’ingegnoso falegname. Il figlio 76 anni dopo rivela…

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Ferdinando Traverso era un ingegnoso falegname di Pietra Ligure, il figlio Pierino è  conosciuto come ‘u mago’. E’ lui a svelare, a 76 anni dai fatti una storia dimenticata. Arricchita nel tempo da un vero romanzo d’amore raccontato  con un serial televisivo della Rai. C’è un antefatto, ha avuto protagonista un maggiore della Wermacht (sposerà la pietrese Angela Ghilino) che aveva smarrito una ‘intrigante’ casetta in legno di Carinzia. Conteneva i messaggi decriptati in dotazione agli alti ufficiali tedeschi. Ferdinando l’ha aiutato. Mettendo a frutto le sue doti di artigiano. Gli ha salvato così la vita scongiurando il trasferimento, per punizione, sul sanguinoso fronte russo.

 

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Albenga, 8 ottobre 2008. Inaugurazione del nuovo ospedale. Quella lettera ‘spillo’ di Gerry Delfino. Per non dimenticare

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Sono trascorsi 12 anni. Era l’8 ottobre 2008, inaugurazione del nuovo ospedale di Albenga. Il 15 ottobre Gerry Delfino scriveva: “Carissimo Corrado, grazie di cuore per quello che fai, che scrivi, ciò che fai ricordare alla tanta gente di Liguria e specialmente quella  delle nostre terre di Ponente…Il passato si dimentica, troppo in fretta….”

di Gerry Delfino

Albenga 8 ottobre 2008 inaugurazione del nuovo ospedale con il sindaco Tabbò, il presidente della Regione Burlando e della provincia Bertolotto

Mi sembra che quasi tutti oramai abbiano un amante speciale di origine tedesca: ALZHEIMER. Nessuno ricorda, nessuno pensa, nessuno critica, nessuno riflette, nessuno usa quel buon senso tanto caro ai nostri padri.

E mi fa proprio venire voglia di raccontare ai lettori un’altra di dimenticanza! E che dimenticanza!

Il giorno otto ottobre scorso sono andato all’inaugurazione del Santa Maria di Misericordia!!!in via Martiri della Foce e non………come qualcuno aveva osato chiamare questa parte di Lungocenta!!!!

Felice, finalmente, di assistere all’impegno di Mauro Zunino, orgoglioso di aver fatto parte della sua giunta, contento di sentire solo una persona:  Angelo Barbero, un vero gentiluomo.

A parte il direttore  Flavio Neirotti, che non ho mai conosciuto, ma mi ha fatto una buona impressione, chi mi ha deluso sono stati gli altri oratori.

Il sindaco Antonello Tabbò che ricorda  Angioletto Viveri (e pensare che proprio lui  non voleva l’ospedale lì, ma a Campochiesa, il business è business) quasi tralascia il predecessore Zunino e si perde nel vuoto,”volemose bene”.

Il presidente della Regione, Claudio Burlando, passa otto minuti a parlare, di dieci che ne aveva; a parlare di crostatine e di mangiare, fiero che l’ospedale abbia le sue cucine e quindi niente trasloco di cibo in contenitori (“panem et circenses” mi sbotta in un orecchio un mio amico mentre la stessa cosa stavo per dire a lui!!!). Peccato che lo smentisca subito dopo Neirotti precisando che le cucine saranno a Pietra Ligure e quindi saranno cibi trasportati con automezzi ad Albenga.

Un giovane dr. Angelo Barbero l’8 ottobre 2008

Poi il bellissimo e commovente intervento di  Angelo Barbero, l’unico  che ricorda il passato glorioso dell’ospedale nato dalla carità cristiana e  menziona due persone che si sono battute per un nuovo ospedale tanti anni fa, il dottor Abbo dapprima  e  Gabrile Ciarlo, per tutti I VERI ALBENGANESI. ‘Gabrì’che tante battaglie fece, amando la sua città, non solo per l’ospedale, ma anche per l’acqua, per gli arenili, per la collocazione del porto opposta alla scellerata (il business è business) idea vadiniana dei viveriani,

E’ la volta di Marco Bertolotto che si dilunga a parlare del nuovo polo scolastico che sarà a fianco del nuovo Ospedale, nelle fu caserme Turinetto. Esprimo a Lui un mio grazie per la sua irrevocabile decisione e presa di posizione in questa scelta e non come volevano i viveriani (il business è business) dietro il Santuario di Pontelungo.

Alla fine arriva il Vescovo e neppure a Lui viene in mente di ricordare chi ha permesso di costruire il nuovo Ospedale.

I BENEFATTORI CHE NEI SECOLI SCORSI  HANNO LASCIATO PER TESTAMENTO TANTISSIMI BENI

CHE , ALIENATI, ORA SONO SERVITI A COPRIRE IL PIU’ DELLE SPESE DI COSTRUZIONE

Benefattori, che amavano Albenga; avevano tanto senso civico, quanto il loro credo religioso, che hanno permesso al nostro nosocomio di passare indenne in cinquecento e più anni di vita e che sono stati, ora nel 2000, le colonne portanti, i pilastri materiali della nostra crescita. Ed oggi sono a malapena ricordati intitolando loro alcuni vicoli, maleodorosi del centro storico, quasi tutti nel quartiere di San Giovanni, con saggia decisione dei nostri avi nell’ottocento. Esiste l’elenco ed, in cuor mio, attendevo che qualcuno ne leggesse i nomi per trapassare la loro memoria, il loro gesto esemplare, alle nuove generazioni (era presente una insignificante rappresentanza di bimbi).

Invece no, il passato si dimentica, troppo in fretta. Si ha voglia di andare, andare senza vedere che passi fare e spesso, troppo spesso, non vedere le pietre d’inciampo!

Un deluso Gerry Delfino

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Albenga, la scatola di caramelle. La Gallinara ? Aspetta e spera nel ministro. Il sindaco: Utile collaborare con i privati

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Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis commenta la possibile rinuncia da parte del magnate ucraino all’acquisto delle quote dell’isola Gallinara. Altra notizia: A partire da oggi giovedì 8 ottobre, con una scatolina di caramelle, sarà possibile sostenere la delegazione ANT di Albenga.

LA GALLINARA RESTA ALLA RIBALTA –

COMUNICATO STAMPA -Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis commenta la possibile rinuncia da parte del magnate ucraino all’acquisto delle quote dell’isola Gallinara.

Afferma il primo cittadino: “L’eventuale recessione del magnate ucraino era una delle ipotesi previste nelle valutazioni del Ministero e della Soprintendenza che stanno gestendo, anche dal punto di vista legale, la vicenda. Come abbiamo sottolineato in diverse occasioni la nostra speranza e il nostro obiettivo principale è che, attraverso la prelazione da parte dello Stato, l’isola Gallinara possa diventare fruibile, sebbene in maniera controllata, dai cittadini. Un bene così importante da un punto di vista archeologico, naturalistico, culturale per Albenga merita di poter essere visitato. Penso ai progetti che si potrebbero portare avanti, eventualmente anche in collaborazione con i privati con i quali spero possa comunque instaurarsi un dialogo positivo, per valorizzare la nostra isola che potrebbe essere visitata da cittadini, turisti e dalle scolaresche che avrebbero occasione di venire a contatto con una realtà unica.”

Una scatola di caramelle per aiutare l’ANT nella prevenzione oncologica

A partire da oggi giovedì 8 ottobre, con una scatolina di caramelle, sarà possibile sostenere la delegazione ANT di Albenga.

Hai ricevuto una notifica… ricordati di fare prevenzione” la frase riportata sulle scatoline, che sottolinea l’importanza di sottoporsi alle visite di controllo, un modo dolce per aiutare la raccolta fondi. La neo delegata di zona Cristina Pavanelli, responsabile del Charity Point ingauno ha chiesto la collaborazione ai titolari di alcune attività albenganesi che hanno prontamente aderito all’iniziativa.

La Fondazione ANT da sempre si impegna per rendere alla portata di tutti la cultura della prevenzione oncologica informando, sensibilizzando e soprattutto offrendo ogni anno, gratuitamente, 25.000 visite per la diagnosi precoce di diverse patologie: dalle neoplasie dermatologiche alle tiroidee, dai tumori femminili a quelli della sfera maschile fino al cavo orale e a un programma di consulenze nutrizionali personalizzate.

Le offerte raccolte saranno destinate a sostenere nuovi progetti di prevenzione oncologica che si svolgeranno sul territorio inganno. Per ogni informazione rivolgersi presso il Charity Point Via Roma 46 ad Albenga

inviare una mail a delegantalbenga@gmail.com o telefonare allo 0182/556060 – 3714210207

Le scatoline di caramelle si possono trovare presso: Champagne Parrucchiera by Enrico e Maria – Via Palestro 1; Coiffeuse Lina Jessica e Lina – Via Dalmazia 15 ; Coiffeuse Rita – Viale 8 marzo 49;Effetto Donna e Uomo Sabrina – Via Piave 67;Il bello delle donne Salone estetico – Via Roma 47; Maida HairStyle – Viale Pontelungo 94; Parrucchiera Franca Folcheri – Piazza Trincheri 4; Parrucchiera Hair Rita Mendola – Via Brescia 15.

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Ceriale trema ? La morte di Marina. Era un pilastro del piccolo impero dei Murialdo. Papà Franco da Vado Ligure a Calizzano, da Savona fino a Ospedaletti

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Papà Franco Murialdo, il geometra imprenditore edile della prima generazione del boom edilizio in Riviera (iniziò a Borghetto in società con il geom. Silvio Sarà), non aveva bisogno di ‘curriculum’ e ‘attestati’. Era la trave portante del piccolo impero che aveva creato dagli anni ’60. La figlia Marina che un destino crudele e ingrato ha strappato ai suoi cari e a quanti la stimavano, dopo la perdita del padre, tre anni or sono, era il pilastro centrale che reggeva aziende ed interessi di famiglia. Marina donna semplice, idealista, che preferiva non esibirsi, lontana dai riflettori.

Marina Murialdo il giorno del funerali di papà Franco

Dal Parco Acquatico Caravelle, importante industria del divertimento e del turismo,  al Villaggio Turistico Il Paese di Ciribì – Bungalows, con ristorante e bar, all’operazione edilizia sul mare dopo l’abbattimento dell’ex Hotel Torelli. Poi  c’è la sorte dell’ approdo turistico (Poseidon), a Borghetto S. Spirito, finito nella procedura fallimentare: curatore il dott. Ambrogio Botta di Albenga che su designazione del Comune di Loano fa parte del collegio sindacale della Servizi Ambientali Spa (società interamente pubblica).

Trucioli.it dell’11 gennaio titolava: Ceriale sul sito di Marina Murialdo. “Non tollero manipolatori e opportunisti. E col ‘sì’ alle Caravelle: papà grazie a chi so io”.
mmmhttps://trucioli.it/2019/01/11/ceriale-sul-sito-di-marina-murialdonon-tollero-manipolatori-e-opportunistie-col-si-alle-caravelle-

Quali saranno le ripercussioni con la scomparsa di una manager che aveva imparato alla scuola di un saggio capofamiglia, conosceva a dito la realtà imprenditoriale locale, aveva ben chiari strategie e rischi. Erede di una famiglia facoltosa e dignitosa che in nome della coerenza si era trovata le redini tra le mani. La sua pagina Facebook forse rispecchia più di ogni altra cosa il suo animo e modo di essere,  di porsi e affrontare la quotidianità: “”Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. G.Orwell’ Era tra i suoi ultimi post, il 4 maggio 2019. E il 13 aprile: “Buon compleanno papà !”. E il 2 gennaio 2019: ” .”La stanchezza è quel momento di riflusso che precede la nuova onda e le lacrime sono il lubrificante dell’anima per andare più lontano di prima…. è proprio quando si hanno queste sensazioni che si raccolgono le forze per andare avanti”. La vigilia di Natale del 2018: “…più stimi le persone, tanto più le persone stimano il loro Prossimo e quindi stimano te e allora tu stimi te stesso perché sei stimato dal tuo Prossimo! Buon Natale a tutti!”.

Marina Murialdo non aveva raggiunto il successo con la ‘mediocrità’. E da imprenditrice cresciuta nel mestiere adorava la concretezza e le persone concrete. Non sappiamo se tra quanti oggi la piangono e la descrivono anche sui media, siano stati presenti e al suo fianco nei momenti difficili. Certamente ha potuto contare sulla coesione dei suoi cari, di una mamma privata prima dell’adorato marito e ora della creatura su cui tanto contava. Toccherà alla sorella Silvia prendere le redini in un momento non facile nel mondo dell’imprenditoria immobiliare e nel settore volano turistico. Le aziende Murialdo che creano e danno lavoro, ultimo baluardo di una realtà socio economica dove quasi sempre laureati e diplomati devono lasciare il proprio paese.

Quel capitolo infelice di storia cerialese. Trucioli Savonesi titolava:

E’ dal 1972 che si era iniziato a parlare di porto. I progetti
Il nuovo complesso portuale di Ceriale
Dellepiane group compra da Murialdo
Una buona notizia in un momento drammatico per la cittadina

I PRIMI PASSI UFFICIALI DEL PROGETTO PORTO CHE POI NAUFRAGO’

E LA RINUNCIA ALL’OPERAZIONE DEL GRUPPO DELLEPIANE DI SAVONA

Era il 19 dicembre 2004 e presso l’Ufficio Regionale di Valutazione di Impatto Ambientale, a Genova, venivano depositati gli atti per l’avvio della procedura.  (vedi…). Oggetto: progetto di approdo per il diporto nautico in Comune di Ceriale.  Proponente: Nettuno SRL, corso Europa 38, Loano. Ubicazione: litorale comunale di Ceriale tra molo San Sebastiano e Capo Santo Spirito. Descrizione intervento: realizzazione di approdo nautico per 100 P.E. e relative aree a terra. Edificazione RTA ed accessori. Riqualificazione paesaggistica del sito”.

Pochi mesi dopo, il 30 aprile  2005, a tutta pagina, La Stampa, a firma di Romano Strizioli:Ecco il porticciolo di Ceriale. Avrà 247 posti barca, parcheggi, aree verdi, un albergo a 4 stelle e moderni servizi “ (vedi …con progetto).

LA SCHEDA DELLA NETTUNO SRL E DEI MURIALDO

Il giorno dell’ultimo compleanno di Franco Murialdo

Era 26 giugno 2011. Da Trucioli- La società interessata al nuovo porto di Ceriale e all’operazione immobiliare annessa, è la Nettuno srl.  Costituita il 10 maggio 2011 dal notaio Virginia Ceri di Loano.  Capitale sociale 11 mila euro. Inizio dell’attività il i maggio 2002.L’oggetto sociale ha al primo punto la costruzione di aree portuali, di strutture ed infrastrutture annesse, su aree private ed in concessione demaniale. Poi costruzioni residenziali,  gestione di aree del demanio e di complessi portuali, nonché ricreative.

Amministratore unico della società Franco Murialdo, nato a Vado Ligure, 76 anni, residente a Ceriale.  Nel 2006, dal notaio Luciano Basso, viene registrato un trasferimento di quote. L’elenco dei soci depositato a fine 2009 e ripartizione delle quote nominali del capitale sociale è il seguente.

 1) Asterias Srl, Loano, corso Europa 38:  quote 5.610.

2) Franco Murialdo, quote 275.

3) Ornella Borgna Molle,  quote275. Ha 74 anni, moglie, stesso indirizzo civico di Franco Murialdo, a Ceriale,

4) Marina Murialdo,  quote 2.420. Ha 48 anni, Ceriale, dirige il parco acquatico Le Caravelle.

5) Silvia Murialdo,  quote 2.420. Ha 42 anni, Ceriale, dirige il villaggio turistico Il Paese di Ciribì (62 bungalow, 332 posti letto), un figlio.

La società Asterias srl  è stata costituita il 20 dicembre 1978 dal notaio Navone a Pietra Ligure con un capitale sociale iniziale di 44.440. E’ stata al centro di un progetto di fusione per incorporazione che  riporta all’ex Fabbrica dei refrattari di Noli.

Nacque successivamente e con altri soggetti la mega operazione edilizia di Liguria 17, con alcuni risvolti mai chiariti in merito alla convenzione del 2007 in sede di Provincia di Savona. Il coinvolgimento di progettisti e consulenti (Murialdo non c’entra più) che ritroviamo in altre operazioni di grande impatto ambientale e spesso sul filo del rasoio. Da album dei “misteri” di questa provincia.

Diacimo che Murialdo, con l’Asterias, il 6 agosto del 2002, assorbì  a Noli, la Società a responsabilità limitata Fabbrica refrattari con sede a Viacarpagnon in provincia di Vicenza. Nella cittadina ligure aveva aperto, in via Colombo 1, un ufficio vendite, poi chiuso.

Nel 2009 all’Asterias, con Franco Murialdo, amministratore unico,  risultavano 5 dipendenti, sede operativa a Ceriale in via Chioso e Loro, sede legale a Corso in corso Europa, a Loano.

Capitale sociale e quote nominali pari a  46.440. Cosi suddivise:

1) Franco Murialdo 6.966  quote di proprietà e 8.127 (doppie)  di usufrutto.

2) Marina Murialdo, nuda proprietà, di 8.126 quote.

3) Silvia Murialdo, idem come la sorella.

4) Ornella Borgna Molle, 8.127 e 6.966 di usufrutto (doppie), con le figlie Marina e Silvia  detentrici della nuda proprietà.

La famiglia Murialdo è pure proprietaria dell’approdo di Borghetto S. Spirito, ai confini di Loano, quasi completato, lavori bloccati da due anni, in stato di degrado ed abbandono, pare per contestazioni sorte con le confinanti Ferrovie dello Stato.  L’opera è stata realizzata per conto della Poseidon Srl  (galassia Murialdo), con sede a Ceriale in via Chioso e Loro, inizio attività il 13 novembre 2006. Capitale sociale di 200 mila euro.

Il capitolo porticciolo di Borghetto S. Spirito. I suoi risvolti ai nostri giorni e quale futuro. Dai Murialdo all’Amministrazione controllata richiesta dalla stessa società proprietaria alla buona probabilità che il piccolo scalo ai confini con Loano trovi un acquirente solido, meglio se del settore, per il bene della comunità stessa.

UNA PAGINA DEL LIBRO: Cento anni di lavoro. Il ruolo delle imprese edili nella trasformazione del paesaggio urbano del ‘900 savonese. A cura di Mario Lorenzo Paggio. Edito per conto dell’Unione Industriali della provincia di Savona. Sezione imprenditori edili. Finito di stampare nel dicembre 2000 da Marco Sabatelli Editore.

CERIALE, LA MORTE DEL VECCHIO PINO DELLA PINETA

L’ANNUNCIO DEL VICE SINDACO GIORDANO

Ceriale, unica cittadina della costa savonese che può vantare un’angolo alberato sul mare meritevole di tutta l’attenzione e la considerazione che fino ad oggi gli è stata riservata dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute, in particolare con il sindaco Ennio Fazio. Un investimento ambientale vero fiore all’occhiello. Apprezzato soprattutto dai turisti e da chi si rende conto quanto valga quel polmone verde per la salute, non soltanto la ricerca dell’ombra, al riparo dal sole e dal caldo.

Luigi Giordano sulla sua pagina Facebook: “Stamattina dobbiamo dare una notizia che non fa piacere a nessuno. I nostri operai stanno procedendo all’abbattimento del pino più vecchio della pineta, per la precisione il primo sulla sinistra venendo da Borghetto. Il pino è stato oggetto di osservazione costante da anni e da settembre 2019 veniva installato sul fusto ad altezza di 3 metri un’apparecchiatura in grado di registrare eventuali aggravamenti dell’inclinazione della pianta stessa. A seguito della forte burrasca dei giorni scorsi, durante il sopralluogo di prassi è emerso l’aggravamento dell’inclinazione come segnato dalla strumentazione installata. Nell’occasione è stato anche riscontrato un innalzamento della zolla radicale, indice di movimento anomalo della pianta. Per quanto sopra, il sindaco ha dovuto emettere ordinanza contingibile e urgente per l’abbattimento immediato della pianta a tutela della pubblica incolumità

 

 

 

 

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Da Quiliano al tribunale. 10 e lode al giudice che non tace. L’uomo e il gatto Quando si mobilitano ben 5 associazioni

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Per San Francesco è centrale l’uomo e solo dopo ci sono gli animali e l’ambiente, il creato. E Papa Francesco nel maggio 2016: “La pietà non va confusa neppure con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi; accade, infatti, che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli. Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno… Così non va”. Non è stata necessariamente questa ispirazione del Gup (giudice dell’udienza preliminare) Fiorenza Giorgi a fare notizia.

Per un gatto ucciso (per il quale va punito se c’è un responsabile) si sono mobilitate persino cinque associazioni. Manco fossimo alla vigilia della campagna 5 per mille quando la promozione può aiutare e sensibilizzare.

 

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Pieve di Teco, Monumento ai Caduti del 1915-18. Degrado da anni e rischio crollo

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Trucioli.it è un piccolo blog di informazione (e quando riusciamo di approfondimento o dare conto di come è finita) che non ospita pubblicità, siamo solo volontari e non fa sconti nell’affrontare tematiche di interesse pubblico, dunque giornalistico. Il sindaco, giunta, consiglieri di maggioranza eletti dai cittadini ci ignorano. L’opposizione ci invia i comunicati, come fa con altri media e social imperiesi. Questa volta ci occupiamo dell’ormai annoso degrado in cui versa persino il Monumento ai Caduti nella guerra del 1915-18. Ora forse a rischio crollo. Non ci sono parole !

Sappiamo che, negli anni, sono state fatte ripetute segnalazioni al Comune sulla necessità di mantenere il decoro e di restauro di un simbolo della comunità pievese. Il ricordo ed il rispetto perenne che tutti dovremmo perseguire verso i Caduti. Ma non è stato fatto nulla o meglio, circa un mese fa, il Comune ha installato una transennatura per risolvere anche lo stato di pericolo. Una soluzione imposta a tutela dell’incolumità. Per scongiurare il peggio, le responsabilità eventuali.

Resta il vergognoso stato di incuria ed abbandono, ignorando persino – come emerge da una foto scattata anni or sono –  quanto riportano le parole, con i caratteri di bronzo, mancanti sulla facciata monumentale. Si dirà, sono innumerevoli le situazioni di degrado che si protraggono in Paese. Ma se arriviamo al punto di ignorare riconoscenza e  memoria verso i martiri pievesi morti in guerra forse abbiamo toccato davvero il fondo. A meno che non si sposi la ‘cultura’ di ‘prima pensiamo ai vivi ai morti c’è sempre tempo’. E no, questa è cultura miscredente degli inetti e dissacratori della Patria.

Non ci interessa essere ‘amici’ di chi comanda o  riveriti, è nostro dovere informare e testimoniare, osservatori educati senza obblighi di riconoscenza. C’è la scuola, insegnanti, studenti, genitori, nonni. A scuola anche per non dimenticare la nostra storia, i giovani martiri  innocenti delle nostre guerre a perenne memoria, delle famiglie di Pieve di Teco.

IL MONUMENTO AI CADUTI DI PIEVE DI TECO NELLA GUERRA DEL 1915 – 18

FOTOGRAFATO ED ARCHIVIATO DA TRUCIOLI.IT ALCUNI ANNI OR SONO

DOVE SONO MANCANTI DIVERSE LETTERE PROPRIO SULLA FACCIATA

IL MONUMENTO OGGI: OTTOBRE 2020

COME SI PRESENTA OGGI L’AREA DEL MONUMENTO AI CADUTI 

Il monumento in Piazza Ricci che è la piazzetta con giardini e aiuole di fronte all’Auditorium Rambaldi (ex Caserma Manfredi).

 

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Borghetto d’Arroscia, appello per Alessia e Simone. La casa appena ristrutturara della giovane coppia distrutta dal fuoco

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Si sono mobilitati il sindaco, il parroco, l’Associazione Pro Loco. Alessia e Simone, una giovane coppia, è rimasta senza casa e appena ristrutturata. Distrutta da un incendio proprio nel giorno dell’alluvione. Un dramma umano che ha scosso la comunità. Aperta una colletta per dare un aiuto concreto.

Leggiamo da un social: “Mentre l’alluvione flagellava specialmente il nostro entroterra, a Gavenola, frazione del Comune di Borghetto d’Arroscia, si consumava anche un altro grave danno: l’abitazione di una giovane coppia, Alessia e Simone, con bimbo in tenerissima età, da non molto con gusto ristrutturata, è andata completamente distrutta da un incendio.

Il maltempo ha reso molto difficile l’arrivo e l’intervento dei Vigili del Fuoco in quel centro storico. Dalle fiamme quella famiglia è riuscita letteralmente a salvare solo i telefonini e qualche documento personale. L’Associazione del paesino, la Parrocchia e il Comune, si sono subito dati da fare, offrendo tutta la collaborazione possibile e dando vita ad una raccolta fondi.
Tutta la comunità si è stretta attorno alle vittime di questo grave incidente: nel dramma una cosa bellissima, nella tradizione di mutuo soccorso tipico di quei luoghi.
Anche CIVICO 41 si rende disponibile per fornire tutti gli aiuti possibili e invitando alla solidarietà tutti i simpatizzanti della nostra associazione”.

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La devastazione nelle ‘valli di lacrime’. Per il dramma a ponente 1 inviato di Rai 3 Liguria e 5 al Salone Nautico. Ferite e collasso. Il domani ? Negli operai forestali

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La Valle Arroscia (come altre valli imperiesi) è ormai in gran parte incolta, l’acqua ‘scivola’ sul terreno, precipita a valle causando disastri sempre maggiori. Pochi si domandano quali le conseguenze ricadranno anche sulle generazioni future. I nostri avi ci avevano lasciato ben altra eredità ambientale e produttiva. Resistono, in alcune aree, vigneti ed uliveti. Gli abitanti sono in costante calo e in maggioranza anziani senza la forza di mantenere ciò resta all’abbandono. I giovani resilienti sono un’eccezione e quasi eroi. Impossibile fare l’abitudine alla conta dei danni, prevedere se potrà andare peggio e  scampare il pericolo di altre rovine.

Sconvolgente la devastazione a Vessalico, il paese dell’aglio: non è un fotomontaggio, ma da libri di storia nei secoli a venire e monito perenne

Invocare progetti faraonici è demagogia visto che non si riesce neppure a curare l’abc della viabilità ordinaria. Ma perchè non varare subito un programma di assunzioni di operai forestali ? Per mantenere e pulire i boschi, curare torrenti, canali, cunette, fossati, strade e sentieri interpoderali, rive, muretti a secco. Una manutenzione ed una ‘sorveglianza’ capace di prevenire. Alla fin fine costerebbero meno che rimediare ai continui e potenziali danni. Milioni e milioni di euro, soldi pubblici, di tempi lunghi e burocrazia asfissiante. Con comuni più o meno diligenti, peraltro sempre in bolletta. Operai forestali pagati dalla Regione che rappresenterebbero un investimento produttivo, che crea, tra l’altro, occupazione, posti di lavoro non parassitari di cui non c’è bisogno.

Dare conto dell’ultimo disastro della natura che si è abbattuto nel ponente ligure non aggiunge quasi nulla di nuovo a ciò che si è visto in Tv, letto ed ascoltato. Difficile fare  graduatorie di chi sta peggio o meno peggio. Pare tuttavia illuminante una considerazione. Il diluvio, le distruzioni, soprattutto nella notte tra venerdì e sabato con Rai 3 Liguria che, nel ponente, era presente con una  sola giornalista ‘inviata’. Eppure nella stessa giornata, nelle stesse ore, ben 5 i cronisti erano impegnati al ‘Salone Nautico‘ (per milionari), compresa la collega che segue solitamente l’imperiese (dove abita) con riconosciuta professionalità.  Quale valutazione di un servizio pubblico, quale è la Rai, con il  ‘canone’ pagato anche dai cittadini imperiesi e savonesi, di fronte ai danni e al dolore delle nostre valli ? Ci vogliono sempre anche i morti ? Il bilancio ne indica uno. La totale emergenza, paesi isolati, famiglie in ansia, dalla costa ai monti, non meritavano più  presenza ed informazione già nell’immediatezza ?

LA PROMESSA DEL RILETTO PRESIDENTE TOTI NEL SUO PRIMO GIORNO DA ‘RICONFERMATO’

“Impegno, concretezza, passione e visione sono le mie prime promesse per i prossimi 5 anni al servizio di questa terra, che deve continuare a crescere e ad essere protagonista. Essere ancora alla guida della Liguria è una grande vittoria ma soprattutto un grande onore”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook Giovanni Toti dopo la sua proclamazione a Presidente della Regione Liguria.

“In questi 5 anni da governatore – prosegue Toti – mi sono trovato ad affrontare ostacoli e difficoltà, ma avere il privilegio di essere il Presidente scelto dai liguri mi ha sempre dato la forza per andare avanti, a testa alta, per non deludere la fiducia che i cittadini non hanno mai smesso di dimostrarmi. Da loro ho imparato la resilienza e la voglia di non arrendersi, da loro ho imparato l’amore incondizionato per una terra fragile, ma unica e insostituibile. E queste sono le prime cose che porterò con me nei prossimi 5 anni, per realizzare i nostri progetti e costruire insieme il futuro. Con lo stesso entusiasmo del primo giorno, con una squadra eccezionale con cui affrontare le sfide, con l’orgoglio di poter lavorare ancora per la nostra Regione”, conclude Toti.

I VIGNETI DI PORNASSIO –  RACCOLTO IN BUONA  PARTE COMPROMESSO

 

Danneggiato il tetto dellAzienda Giordano

In Alta Valle Arroscia non ha fatto finora notizia la devastazione di molti oliveti, di olive seminate sul terreno e fango, alberi sradicati. Senza dimenticare, anzi, i viticoltori che non avevano ancora vendemmiato e solitamente si attende il mese di ottobre per avere un raccolto di maggiore qualità. Ebbene nella zona di Pornassio, con il suo prezioso Ormeasco,  solo due aziende avevano terminato la vendemmia. E ancora, danni alle strutture di allevatori (a Pornassio l’azienda Giordano), compreso il camper che aveva nella zona delle Navette il pastore (oltre 1100 capi) Aldo Lo Manto che si accingeva alla transumanza verso la sua azienda Il Boschetto  a Bastia d’Albenga, con piccolo laboratorio caseificio e stalle per pecore brigasche, capre e mucche.

IL SINDACO DI REZZO RENATO ADORNO HA POSTATO 

“Da ieri notte il nostro paese ha conosciuto per l’ennesima volta la forza della natura. Vento e acqua hanno sferzato il nostro già fragile territorio, ovunque mi sono recato oggi ho trovato fango e distruzione, sono senza parole ma soprattutto stanco, distrutto. Domani mattina inizieremo per l’ennesima volta a togliere fango e detriti dalle case, dai caruggi, dalle piazze. A domani, oggi le parole sono finite……Renato Adorno.

IL DEPUTATO DEL PD, AVV. FRANCO VAZIO, SABATO 3 OTTOBRE

STATO DI EMERGENZA E CALAMITÀ  RECORD DI PRECIPITAZIONI
Il deputato albenganese Franco Vazio in una trasmissione di Porta a Porta di Bruno Vespa

Dal 1958 non era mai caduta tanta pioggia – quasi 600 mm in 24 ore

In Piemonte 1 morto e 22 dispersi, ponente Savonese flagellato, danni eccezionali in tutto il NORD-OVEST. Vediamo immagini terribili: strade distrutte e case trascinate via dall’impeto dei fiumi come a Limone Piemonte, argini che hanno tenuto, ma che ora sprofondano di oltre 1 metro come ad Albenga. Raccogliamo tutte le forze possibili; mettiamo subito a disposizione delle Comunità Locali le risorse dello Stato e delle Regioni, attraverso le procedure di emergenza che la Legge consente di assumere.
Ho preso immediato contatto con la Protezione Civile Nazionale e il Ministero delle Infrastrutture, coinvolgendo Ministri e Sottosegretari; perché non può essere perso neppure un solo minuto. Un grazie enorme a tutti i volontari che sono scesi in strada per aiutare, per salvare vite, per sgombrare dal fango e dai detriti strade e case. Un abbraccio forte a chi sta soffrendo. L’ITALIA si rialzerà anche questa volta (Franco Vazio).

3 OTTOBRE DA RIVIERA TIME: MENDATICA ISOLATA
Chiuso dalle frane il passaggio da Cosio d’Arroscia, interrotta circolazione al bivio di Monte Grosso. Il paese dell’Alta Valle Arroscia è stato pesantemente colpito dall’allerta meteo abbattutasi sul ponente soprattutto nella notte. Innumerevoli gli smottamenti su tutto il territorio comunale. L’accesso al paese è chiuso in zona Canaretto dal lato di Cosio d’Arroscia per la presenza di diverse frane che ostruiscono il passaggio. La porta di ingresso principale, inizialmente libera al traffico, è invece stata chiusa pochi minuti fa al bivio per Montegrosso Pian Latte. Il motivo sarebbe dovuto dovuto ad alcune criticità sul ponte dove è collocata la centrale idroelettrica di Mendatica. È inoltre chiuso il passaggio nella zona dell’agriturismo Il Castagno dove è crollata la strada. È infine crollato anche il pontino all’inizio del centro abitato. Mendatica si ritrova così nuovamente in ginocchio a causa del maltempo. Per liberare le strade sono al lavoro dalle prime ore dell’alba gli uomini della Protezione Civile e moltissimi volontari.

DA PORNASSIO, RIFLESSIONI DI NELLO SCARATO

VI RACCONTO LA MIA ESPERIENZA…AVREI VOLUTO PIANGERE

Nello Scarato scrittore per hobby

Sabato 3 ottobre – Ma poi, a noi, cosa importa? Niente. Sicuramente niente. A voi non deve importare. Ognuno ha la sua storia  e una giornata come questa, ha spine e dolori per tutti. Ma quelli come me con il vizio di scrivere, tendono a leccarsi le ferite scrivendo per esorcizzare in qualche modo il destino avverso.  Ieri sera la luce se ne è andata; quante volte era successo nel passato quando le bimbe erano piccole e si passava la serata a raccontare favole e a cantare al suono di una chitarra temeraria e accordi approssimati. Al lume di un paio di candele si sentiva il calore della vita di famiglia. Ieri sera no. La corrente se ne era andata portandosi  via il progresso. Cellulari scarichi e internet assente  e televisione spenta. Ma il male non era quello: doveva ancora venire.

 A letto alle sette e mezza. Gli scrosci di pioggia che nel pomeriggio avevano rallegrato perché mancavano da tempo, si stavano trasformando in un incubo. Il vento ruggiva. Sì, ruggiva da far accapponare la pelle. Mi sembrava la voce della natura  che spazientita ci dava una lezione da ricordare e io quasi ottantenne una voce così non l’avevo mai sentita. Rumori strani di lamiere trascinate, di tonfi sospetti. Il camino sul tetto reggerà?   Rari lampi e rari tuoni dal tono prolungato e lugubre  a sostenere quel ruggito rabbioso. Poi il sonno è arrivato per pietà ma il risveglio aveva le sorprese peggiori. La luce ancora mancava. Ridata con generatori nelle altre frazioni  da noi non arrivava. Un tocco di malvagità per far buon peso.
Facciamo una ricognizione dei danni. Andiamo a vedere la casa di mia figlia dove il vento ha fatto danni al tetto fortunatamente lievi. Ed ecco che qualcuno ci ha pensato   ad insaporire la visita. Piccolo scambio di vedute e sorprendenti  dichiarazioni su regole condominiali ad personam. Quindi, dominata una rabbia sorda  perché è inutile scendere a quei livelli, si va a veder l’orto. Un albero squarciato, la verdura appiattita. Nell’uliveto, sotto ogni albero, un tappeto di olive verdi. Si torna a casa e si va a veder nell’altro orto con un presentimento  amaro. Infatti, a parte le lamiere di coperture sparse ovunque, il primi alberi divelti: due fichi. Un albicocco piccolo forse è recuperabile. Più avanti  per quello che vedevo avrei voluto piangere:  due grossi alberi di noce si erano sradicati e avevano provocato la caduta di quattro alveari rotolati e semidistrutti nella fascia sottostante. Un’ape provata dalla tragedia mi lascia un ricordino sotto l’occhio destro.
Abbiamo passato il pomeriggio, mia moglie ed io, a limitare i danni e a recuperare  le famiglie di api sparse ovunque.  Fra qualche giorno controllerò sperando che le regine non  siano morte. Posso dire che nell’anno 2020, già disgraziato per il Covid,  questa è stata una autentica giornata di merda? Arrabbiato, ma sempre vostro,  scrittorucolo, Nello.
DA COSIO D’ARROSCIA Vedere il nostro paese così devastato…
                                   

PONTI DI PORNASSIO L’ARROSCIA IMPETUOSO E DISTRUTTIVO

L’EX SINDACO DI ANDORA FRANCO FLORIS

PRESIDENTE  NAZIONALE DI ACCADEMIA KRONOS 

Ha scritto su AkNews

Franco Floris  quando trasmetteva Imperia Tv

Le tragedie che si ripetono, quasi in un ciclo che sembra non avere mai fine… acqua e fango portano via tutto. Il mio pensiero va ai morti e ai loro familiari, che anche questa volta, o nell’atto del compiere il proprio dovere o per essersi trovati “nel posto sbagliato al momento sbagliato” hanno pagato con la propria vita. Ormai sembra quasi una “macabra consuetudine”, tutti gli anni i fatti si ripetono e tutti gli anni si sentono e leggono, purtroppo, inutili lamentele, insulti, richieste danni, la ricerca di un colpevole, nonché svariati appelli che cadono sistematicamente nel vuoto.Tutti (e dico tutti) sono per l’ambiente, che poi detto così vuol dire poco. Inutili Slogan per i “perdi tempo”. Bisogna investire miliardi per creare nuove figure professionali e per la messa in sicurezza del territorio, devastato dall’uomo indifferente ed arrogante (in certi casi anche in cattiva fede).Dobbiamo tenere dragati e puliti i fiumi e i fossati, intervenire sui sotto servizi, vedi gli acquedotti in pessime condizioni, le fognature sottodimensionate, le tubazioni delle acque bianche e la rete di raccolta delle stesse, i sistemi di depurazione, ecc. Intervenire sui “sotto servizi” spesso non porta voti, crea disagi, malumori, toglie spazio, anche se momentaneo, alla viabilità e in certi casi crea danni economici indotti. Per questi motivi la politica non prevede quasi mai interventi importanti in tal senso. Eppure nelle zone urbanizzate, spesso sarebbero assolutamente necessari.I cittadini dovrebbero pretendere questi interventi, che, a fronte di piccoli e momentanei disagi, possono prevenire, o almeno limitare, danni successivi più grandi e pesanti.Ad ogni modo quanto sopra non ci deve far dimenticare la non meno importante preservazione dei boschi, gli allevamenti intensivi che andrebbero fortemente limitati, se non proprio proibiti (viste le condizioni spesso assurde in cui vengono tenuti gli animali e i danni che arrecano all’ambiente), le monocolture mantenuta con fitofarmaci ed enormi quantitativi di acqua, la gestione dei rifiuti, l’economia circolare, una viabilità responsabile è più eco-compatibile, ecc…

A livello globale, spesso, siamo governati dai negazionisti. Non esistono i cambiamenti climatici. La CoViD-19 non esiste, si dice tutto e il contrario di tutto, si è pronti ad ogni cosa per difendere questa economia lineare, che arricchisce pochissimi e impoverisce tantissimi. I popoli si spostano? Nessun problema facciamo i “muri”. Le foreste bruciano? Meglio, più spazio per l’agricoltura! E questi sono solo alcuni esempi! (Franco Floris).

IL MINU ALBUM DEL DISASTRO 

LE OLIVE DELLA VALLE DOPO L’ALLUVIONE

 

 

 

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A Toti, subito una cambiale da onorare. I Verdi savonesi: recuperare l’entroterra aiuta anche la costa. Rilancio dei piccoli comuni, mettere mano agli edifici fatiscenti

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Rigenerare. Nella campagna elettorale, appena conclusa, con vincitori (centro destra unito del presidente Toti) e vinti (centro sinistra diviso, con un candidato presentabile ma divisivo) tutti hanno promesso di correre in aiuto dell’unico grande malato della Liguria: i paesi nell’entroterra, da non confondere con aree appena a ridosso della costa baciate da sviluppo immobiliare. Per ora consoliamoci, Toti neo eletto ha annunciato, ancora una volta, “al via 18 sportelli in Liguria per il maggiordomo’.

I ‘Verdi’ che solo in Italia, Alto Adige, escluso sono fuori partita da anni, grazie alla loro anima savonese propongono una improrogabile priorità. E’ cambiale da onorare !  Rilancio dell’entroterra significa recupero di edifici abbandonati, ormai l’80 %. Non meno importante è fermare il dissesto idrogeologico, trovare soluzioni (e non ‘annunci’ da marinaio) alla desertificazione e abbandono. Leggi anche a fondo pagina ‘il manifesto dei piccoli comuni’.

di Gabriello Castellazzi

Recuperare l’entroterra per salvare la costa. La rivalutazione dei “piccoli comuni”. I vantaggi delle nuove tecnologie. Analisi dei Verdi savonesi. Di fronte ai disastri provocati dai recenti eccezionali eventi meteorici ci si chiede quali strategie si possano adottare per una efficace azione di difesa. Può essere utile aprire un confronto e fare un’analisi della situazione partendo da un presupposto: è possibile risanare l’entroterra per salvare la costa.

Per far questo bisogna rivalutare la realtà dei “piccoli comuni” del nostro entroterra utilizzando tutte  le opportunità che oggi vengono offerte: dalle tecniche di ingegneria ambientale adatte a contrastare il dissesto idrogeologico, alle nuove possibilità di vita per i cittadini che scelgono di ritornare popolare le zone meno urbanizzate della nostra provincia, approfittando delle nuove tecnologie internet (“fibra ottica” per la “banda larga”), da utilizzare per  inserirsi nello smart-working, oggi in rapida ascesa.

Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dichiarava: “Siamo fortemente determinati a portare internet e la banda larga su tutto il territorio nazionale a partire dalle aree interne e dai “piccoli comuni”, utilizzando anche il meccanismo europeo del Recovery Fund.”

Nella realtà savonese (entroterra di Albenga) abbiamo il Comune di Castebianco che già nel 2007 era famoso per essere il primo e unico “borgo medievale” in cui tutte le sue case erano cablate con cavi a fibra ottica. La situazione odierna vede solo un numero limitato di piccoli comuni savonesi coinvolti nel processo di modernizzazione: tra i cantieri aperti per la posa dei cavi possiamo citare Ortovero, Castelvecchio di Rocca Barbena, Bardineto, Calizzano, Dego, Sassello, Bormida e Quiliano, ma la maggior parte dei comuni della provincia è in attesa di questi interventi necessari per la connessione veloce.

Recentemente si sono registrati risvolti inattesi, per l’impatto Covid, con  la riscoperta di luoghi dell’entroterra dove il distanziamento è facile e i collegamenti internet funzionano. Questo permette l’estendersi dello “smart working” (o lavoro agile) e una singolare inversione culturale.

I grandi insediamenti urbani attraggono meno e in definitiva le competenze digitali di tanti lavoratori consentono la riscoperta di questi “piccoli comuni”: una realtà che in Italia comprende 11 milioni di cittadini in 5585 comunità periferiche con popolazione inferiore a 5000 abitanti.

Nella Liguria si è constatata una perdita di abitanti nei grandi centri urbani e nel savonese si è registrato uno spostamento di molte famiglie dalla costa verso l’entroterra alla ricerca di ambienti con elevato standard di vivibilità. Genova e Savona, come quasi tutti i comuni costieri, perdono residenti, mentre una tendenza contraria si verifica nel ponente dove alcuni piccoli comuni negli ultimi anni sono rinati: Tovo San Giacomo e Rialto si ripopolano, come Giustenice, che aveva 500 abitanti nel 1971 e ora quasi 1000.

Realtà territoriali che sono progredite nonostante una dura lotta contro il dissesto idrogeologico causato dai cambiamenti climatici. A Rialto, per fenomeni franosi, la Borgata Berea ha dovuto affrontare un blocco stradale di oltre 10 mesi, con danni rilevanti per tutte le attività.

Per agevolare questa svolta positiva esiste anche la Legge 6/9/2017 n.258 (Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni – disposizioni per la riqualificazione e recupero dei loro centri storici) che, con uno stanziamento di 100 milioni di Euro (dal 2018 al 2023), può dare un contributo importante. La norma vuol favorire la residenza nei luoghi prescelti promuovendo lo sviluppo economico e sociale, e tutelando il patrimonio naturale, garantendo un sistema di servizi essenziali (sanità, scuola, uffici postali, ecc.) resi possibili da una rete internet efficiente.

Il recupero dell’entroterra rappresenta una risorsa per tutto il territorio, anche in difesa  delle comunità costiere quando promuove attività di contrasto al dissesto idrogeologico.

In questa prospettiva è fondamentale il rilancio delle attività agricole, la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, l’accrescimento dell’efficienza energetica nel patrimonio edilizio con la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il recupero di tanti edifici abbandonati può favorire l’imprenditoria giovanile e l’avvio di nuove attività turistico-commerciali, alberghi diffusi, B&B, agriturismi, in funzione della produzione e  della vendita di prodotti provenienti da filiera corta (Km.0).

Tutto questo sarà possibile con lo sviluppo dei collegamenti internet a “banda larga” con fibra ottica, riducendo il più possibile nel nostro entroterra il numero dei ripetitori di radio-frequenze che causano un pericoloso inquinamento elettromagnetico.

Il Portavoce dei Verdi” della provincia di Savona, Gabriello Castellazzi

IN CAMPAGNA ELETTORALE MANIFESTO APPELLO PER I ‘PICCOLI COMUNI’

Buon giorno Amiche e Amici, oggi il Sindaco di #Bormida #DanieleGalliano ha lanciato un #appello per sensibilizzare i futuri #Candidati alle prossime elezioni #regionali: Un “MANIFESTO per i Piccoli Comuni”.
Ho #immediatamente chiamato il Sindaco per #programmare un incontro o una telefonata per accogliere le Sue riflessioni, peraltro condivisibili. Quali? I #microterritori hanno bisogno di:
✅ potenziare la rete farmaceutica
✅ incrementare la presenza dei medici
✅ agevolare il servizio pubblico per gli studenti periferici
✅ curare le strade
Per qualunque comunicazione, scrivete o contattatemi.
#lorenzaCè
T 3355924777
#lorenzainregione
#lorenzagiudice
#liguria
#ANCI
#sindaci
#piccolicomuni
#giovannitoti
Per una volta stiamo #TOTIinsieme
ECCO CHI SI RIVEDE IL ‘MAGGIORDOMO’-
SIAMO AL QUINTO COMUNICATO ANNUNCIO DELLA REGIONE LIGURIA

WELFARE: AL VIA 18 SPORTELLI DEL MAGGIORDOMO DI QUARTIERE IN TUTTA LA LIGURIA, IL PRIMO INAUGURATO A GENOVA. PROGETTO INNOVATIVO A LIVELLO NAZIONALE

GENOVA. Aprono i battenti oggi a Genova e nell’area metropolitana 7 sportelli del maggiordomo di quartiere, nell’ambito del progetto di welfare territoriale, innovativo a livello nazionale, avviato in via sperimentale nell’estate 2019 in via Luccoli da Regione Liguria, su iniziativa degli assessorati alla Formazione e alle Politiche sociali, e mirato al sostegno e all’ascolto delle famiglie, dei lavoratori e dei soggetti deboli attraverso la creazione di punti di prossimità sul territorio. Entro il 15 ottobre saranno aperti complessivamente 18 sportelli su tutto il territorio regionale. Oggi a Genova, in Piazza Palermo, è stato inaugurato il primo dei nuovi sportelli genovesi, gestiti da una Ats (associazione temporanea di scopo) con capofila la Cooperativa sociale Agorà.

“Sono orgoglioso di questo progetto – afferma il presidente della Regione Giovanni Toti – a innovativo livello nazionale. Credo sia un bellissimo segnale per Genova e per la Liguria, con la consapevolezza che anche l’attività del maggiordomo di quartiere dovrà svolgersi nel pieno rispetto delle misure previste a tutela della salute e per contrastare la diffusione del coronavirus”.

Insieme allo sportello di piazza Palermo, aprono oggi i battenti anche altri 6 sportelli a Genova e nell’area metropolitana; entro il 15 ottobre saranno complessivamente 18 su tutto il territorio ligure, anche ‘diffusi’ ovvero dislocati su più sedi in diversi Comuni, sia nei capoluoghi che nell’entroterra. L’estensione dell’iniziativa a livello regionale fa seguito all’avviso pubblico finanziato con 2 milioni di euro del Fondo sociale europeo: hanno risposto partenariati composti obbligatoriamente da un soggetto del terzo settore iscritto al registro ligure quale capofila del progetto e da un ente di formazione accreditato. I ‘maggiordomi tirocinanti’ sono stati selezionati tra persone maggiorenni, in temporanea difficoltà economica con status di disoccupati, con Isee inferiore a 20mila euro, residenti in Liguria, che conoscessero la lingua italiana e avessero assolto all’obbligo formativo. Tutti hanno seguito un percorso formativo ad hoc al fine di acquisire specifiche competenze. Il progetto intende dare risposta alle esigenze dei cittadini, specie delle persone più deboli, grazie alla presenza sul territorio e all’ascolto per ritagliare su misura quasi sartoriale piccoli servizi, nell’ottica della sussidiarietà orizzontale. Tra le attività che saranno svolte dai maggiordomi ci sono, ad esempio, il ricevimento di pacchi e la consegna al domicilio, il pagamento di bollettini, il ricevimento della posta, il monitoraggio degli anziani, il ritiro di ricette, la consegna di farmaci, le piccole manutenzioni domestiche, il monitoraggio di case o uffici in caso di assenze prolungate, la cura di piante o piccoli animali domestici, l’aiuto per trovare badanti, colf o babysitter.

Gli sportelli saranno aperti per 18 mesi.

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Alassio, Fracchia: ‘E’ Vaccarezza l’uomo del territorio e leader del no Bolkestein’. Tutte le preferenze alassine dei candidati

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Angelo Vaccarezza, sulla scena politica, tra Comune di Loano, provincia, Regione da oltre 30 anni. E’ raggiante da vittorioso, ripagato dell’ineguagliabile impegno umano e del ‘portafogli’ per la sua più lunga ed impegnativa campagna elettorale. Era stato il primo a ‘scendere in piazza’ con mega manifesti murales. Il primo nella classifica savonese delle dichiarate spese elettorali. E ad Alassio (terra di vittorie da primo degli eletti per Marco Melgrati sindaco, consigliere regionale e provinciale) ha stravinto nelle preferenze, superando un’altra ponentina forte ed affermata in Confcommercio, Lorenza Giudice. Vedi tutte le preferenze alassine dei candidati.

Vaccarezza a La Stampa dichiara: “Ad Alassio la vittoria più esaltante”. Nessuno ha finora riconosciuto che ha contribuito al successo anche Gian Paolo Fracchia, l’uomo ombra e che non ha esitato a perorare il voto a Vaccarezza, “il nostro leader che più ci ha aiutati.” Non l’ha fatto neppure per la ‘confratella’ in loggia Lorenza Giudice  che comunque avrebbe be fatto votare anche per via dell’obbligo della parità.

QUI HA RACCOLTO PIU’ CONSENSI GRAZIE A FRACCHIA ? MOLTO PROBABILE

Gian Paolo Fracchia  il  19 settembre 2020, alle ore 02:53 
Cari amici. Domenica e lunedì andremo a votare seppur per un referendum dove questo governo fa le prove generali per qualcosa che assommiglia all’avvio di un colpo di stato , ma di cui, come spesso accade, non ci accorgiamo. Essendo persone perbene voteremo NO !..Al referendum per impedire a questa parte di classe politica di a continuare a disfare ciò che anni di democrazia sembravano aver consolidato.
Il qualunquismo continua ad ostacolare i principi di libertà e uguaglianza che ci sono così cari ! Ma nelle stesse date ci consentano anche quelle regionali.
Ebbene un Presidente come Toti la Liguria non l’ha mai avuto e questa è l’occasione per dargli la riconoscenza per quanto ha fatto.
Votiamo Toti e nella Lista Cambiamo Angelo Vaccarezza, l’uomo del territorio. l’uomo che ha una profonda conoscenza delle nostre necessità, non possiamo perderlo, e per confermarlo al nostro fianco dobbiamo votarlo per far sì che il nostro cammino politico, economico, democratico possa con serenità ma sopratutto con capcità continuare.
Votiamo quindi Lista

E  il 20 AGOSTO 2020 / Cari amici, domani sera alle ore 20, ai Bagni Walburga in via Roma ad Alassio,verrà a trovarci il Governatore del Piemonte, l’amico Alberto Cirio, che in questo momento di difficoltà economica e di emergenza sociale, vuole testimoniarci la sua vicinanza e la sua amicizia. Sarà accompagnato da Angelo Vaccarezza, Consigliere Regionale della Liguria, che tanto si è speso per l’emergenza sabbia e contro la Bolkestein. Siete tutti invitati per un aperitivo e per testimoniare che i nostri problemi non sono poi così diversi da quelli del Piemonte, ma che se li affrontiamo insieme forse saranno più lievi.

Con Francesco Morbiolo vi aspettiamo…e non siate timidi,venite !!!!! Come Presidente dell’Associazione Balneari Alassini.

E IL 15 LUGLIO 2020 – Mi vedo obbligato in veste di presidente pro-tempore dell’A.B.A.a fare alcune precisazioni in ordine alla dibattuta

Due presidente dei balneari Bettina Bolla di Varazze e Gian Paolo Fracchia di Alassio, nulla di malizioso, allegria !

questione della difesa della spiaggia erosa in modo grave dopo le recenti mareggiate.

Premetto che per formazione culturale e quindi per onestà intellettuale non mi sono mai”necessariamente”omologato a soluzioni che non condividevo, anche se fossero l’opinione della maggioranza,se per me fossero inadeguate. Ed è così che non condividendo la proposta” Tecnoreef”siamo, con alcuni amici,arrivati a creare l’Associazione Balneari Alassini e ad organizzare una proposta di intervento basato su presupposti diversi,non andando ad adottare una soluzione fondata su un manufatto tecnico esistente da impiegare ad Alassio come era stato impiegato altrove,per altro dalle notizie e dai filmati in nostro possesso,con risultati poco convincenti.
Abbiamo invece incaricato un gruppo di tecnici,di qualificato livello scientifico, di studiare le problematiche del nostro golfo e di proporre liberamente quale potesse essere miglior soluzione che avesse queste caratteristiche: il minor impatto ambientale,il minor rischio di effetti collaterali,la maggiore elasticità di intervento ed infine il miglior rapporto costi rischi benefici, in quanto amiamo questa città ed abbiamo il senso di responsabilità di lasciarla come ci è stata consegnata da chi è venuto prima di noi. Per cui ogni possibile intervento non deve né dovrà compromettere soluzioni future.
Così è venuta fuori la nostra proposta presentata alla cittadinanza il16 settembre 2019 e che oggi è diventata la scelta dell’Amministrazione Comunalee per la quale la stessa ha ricevuto un finanziamento di oltre 2.700.000 Euro dalla Regione Liguria, ed ha incaricato una Commissione di tecnici composta oltre che dai nostri anche da due tecnici segnalati dal Comune stesso. Ora questo progetto dovrà essere reso cantierabile entro settembre ed essere terminato per la stagione 2021. Fin qui le cose fatte concretamente,ora però qualcuno che prima proponeva il “Tecnoreef” oggi ha cambiato idea e va proponendo nuovamente un manufatto,’sta volta non di cemento ma di materiale sintetico,pare un derivato della plastica,per la difesa dell’abitato e della spiaggia,suggerendo di realizzare questa difesa “prima” del ripascimento strutturale,già finanziato,utilizzando proprio quel finanziamento,stravolgendo così l’iter già definito,fondando questo ragionamento sul fatto che parrebbe assurdo prima fare il ripascimento e poi la sua difesa.E ciò sarebbe logico se questa difesa fosse assolutamente necessaria e se quella fosse il tipo di difesa adatta al nostro golfo.
Ma ciò non è. E di conseguenza è un ragionamento falso nei presupposti, perchè non è assolutamente provato che dopo il Ripascimento Strutturale sia ancora necessario un intervento di difesa,ed in secondo luogo perchè l’eventuale intervento ,se necessario,non lo lasciamo prevedere ai nostri tecnici e non ai “Commessi Viaggiatori”di tubi di plasticadi cui potrebbero essercene in commercio decine di marche e non solo quella. Potrebbero prevedere altre soluzioni sulla base di studi specifici ed opportuni per il nostro golfo.
Tutto ciò premesso nel merito e per la correttezza delle procedure viste le “fregole”che qualcuno ha per proporre un’opera di difesa che prevede l’utilizzo appunto di “geo-tubi”, soluzione già vista in passato,anche se ovviamente diversa,anche da parte di A.B.A.verranno proposti altri due progetti,ad impatto ambientale zero atti a difendere il “Ripascimento Strutturale”sui qualii nostri tecnici,seppur restii,per motivi scientifici,stanno lavorando.
quindi l’Amministrazione avrà l’opportunità di presentare in Regione ben tre soluzioni per la difesa dell’abitato e della spiaggia.
Noi non crediamo di essere degli scienziati del mare ma siamo degli operatori innamorati di Alassio che vogliamo tutelare il più possibile seguendo procedure corrette e scientifiche.
Ci dispiace vedere che amici,responsabili di categoria,amministratori od operatori dei vari settori,che forse meno di noi sanno di mare e di sabbia,si siano posti giudici e propugnatori di soluzioni senza accorgersi delle forzature politiche sottostanti.
A chi va dicendo che se i “geo-tubi”non si fanno è per colpa nostra rispondiamo che magari avessimo questo potere discrezionale,ma non è così ! E’ vero invece che le nostre proposte sono conseguenti ad uno studio serio del mare e delle correnti e non dell’interesse di spendere non importa per cosa, prima “tecnoreef” oggi “geo.tubi”intanto i soldi ce li mette la Regione!!!!!
 Noi vogliamo delle soluzioni garantite nel tempo e non invasive,perchè”ALASSIO E’ALASSIO” e non può sporcare di plastica il suo golfo.
Scusate se sono stato prolisso,ma ci tenevo che almeno voi amici di Facebook conosceste la verità  su questo importante
argomento. Grazie.
Alassio candidati e preferenze di 10 liste, quelle che hanno ottenuto più voti

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Vaccarezza: io il più votato in provincia e sempre coerente a rispettare le regole. Marson: rivelo perché me ne sono andato

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Un grande cartello all’uscita del Casello di Legino. Un editore ed una redazione generosa (Ivg.it) dal primo (vedi……) all’ultimo giorno. Titolo: “Excursus a tappe sui luoghi simbolo della nostra terra. Una giornata molto intensa tra entroterra e costa, industria e turismo, del candidato Angelo Vaccarezza”. Aggiungiamo la denuncia per gli immancabili cretini che strappano i suoi manifesti. Il Vaccarezza pensiero coerente: “Legalità, sicurezza e rispetto delle regole. Tre termini che oggi hanno, purtroppo, perso di significato agli occhi di molte persone”. E l’avv. Paolo Marson tra i big del foro savonese: ‘Volete sapere perché me ne sono andato….?” Ha lasciato la politica.

IL MESE DI AGOSTO 2020 NEL CUORE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE REGIONALI

LA SQUADRA DI TOTI PRESIDENTE IN PIAZZA SISTO IV DOVE HA SEDE IL MUNICIPIO DI SAVONA

L’avv. Paolo Marson è stato assessore nella giunta della Provincia con Vaccarezza presidente

COMMENTI DI QUEL GIORNO-  Paolo Marson (avvocato e assessore provinciale nella giunta di Vaccarezza presidente): “Poi qualcuno mi chiede perché me ne sono andato …, Ho avuto molti problemi e continui dissidi per assenza di progettualità, mancanza di senso del bene comune e della capacità di immaginare il futuro. Ragionavano solo in termini di acquisizione di posizioni di potere, ricerca del consenso immediato e beneficio dei loro vari “capi bastone”. Paradossalmente, vista la mia impostazione ideologica, ebbi molti più problemi di quelli che ebbi lavorando da manager per il csx (centro sinistra ndr). Personalmente, nell’ambito della mia esperienza professionale di avvocato d’affari e politica, che è stata anche a livello di direzione nazionale di un piccolo partito, il peggio che abbia mai incontrato”.

Marcello Zinola (giornalista  professionista pensionato, già redattore del Secolo XIX a Savona e Genova, ex collaboratore de La Gazzetta del Popolo e Il Lavoro, è stato segretario regionale del sindacato unitario della categoria in Liguria) è lapidario: “Ma è il circo?”

 DOPO I RISULTATI ELETTORALI

Immagine postata sulla pagina Facebook di Vaccarezza l’8 ottobre 2020 dopo l’aggressione, a Roma, subita da Brumotti durante un servizio, nei quartieri della droga, per Striscia la Notizia. Ha la residenza a Boissano dove vota

CON SILVIA LONGAGNA

Silvia Longagna è con Con Angelo Vaccarezza: Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa.Altri 5 anni evviva!!!!!!
Solo questo!

DALLA PAGINA FACEBOOK DI LUANA ISELLA:  SOLO QUESTO!!!

E’ CONSIGLIERE COMUNALE ED ASSESSORE PROVINCIA

HA MOLTE CHANCE PER CANDIDARSI  A SINDACA DI LOANO

LUCA LETTIERI (VICE SINDACO DI PIGNOCCA) PERMETTENDO

VACCAREZZA: OGGI COME IERI DALLA PARTE DI POLIZIA E CARABINIERI

Legalità, sicurezza e rispetto delle regole.  Tre termini che oggi hanno, purtroppo, perso di significato agli occhi di molte persone che reputano il vivere in maniera civile assolutamente subordinato ad una sorta di “autogestione”.
È notizia di ieri quella di un’aggressione avvenuta sabato sera ai danni degli Agenti di Polizia da parte di un gruppo di persone, a seguito di un normale controllo da parte delle Forze dell’Ordine, proprio nella città di Savona. Alcune persone, alla richiesta di rispettare la normativa anti covid e indossare la mascherina, hanno reagito in maniera scomposta insultando e aggredendo.
La verità è che chiediamo regole, è quando poi le abbiamo, facciamo di tutto per non seguirle. La verità è che il rispetto per la vita altrui ha perso valore e, soprattutto in questi mesi, complici anche i social network che danno voce e luce alle più disparate (e disperate) teorie, interpretiamo ogni norma come una sfida, una costrizione, una limitazione personale, un qualcosa da combattere.
Tutta questa frustrazione accumulata, si trasforma purtroppo in aggressività. Verbale sulle piattaforme internet, e, come troppo spesso sta accadendo nella realtà, in episodi simili a quello di sabato. Dobbiamo imparare a vivere questo momento storico certamente con prudenza, sicuramente seguendo regole per vivere e convivere civilmente. Rispetto, sempre, l’instancabile opera delle Forze dell’Ordine che davvero rischiano la propria salute,ogni giorno, per ognuno di noi.
#oggicomeieridallapartedipoliziaecarabinieri

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Spotorno, quando la fretta porta male

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Sui quotidiani di mercoledì 14 ottobre 2020 è apparsa la notizia secondo cui il Sindaco di Spotorno”con la maggioranza tenuta in piedi con lo scotch e sorretto solo dal senso di responsabilità della minoranza” : Mattia Fiorini ha annunciato il finanziamento per 164.000 euro del progetto di recupero di Villa Carlina (antica abitazione e pinacoteca del pittore locale Gigetto Novaro) oltre ad un investimento di edilizia sociale nell’appartamento ivi sito.

di Danilo Bruno

Il sindaco di Spotorno Mattia Fiorini

Avendo curato per due anni in assoluta assenza di qualunque finanziamento  le attività culturali (museo del turismo, centro Sbarbaro, pinacoteca di villa Carlina) ed avendo cercato di approfondire la complessa figura di Gigetto Novaro (1901-1981),di cui in Africa vi sono testimonianze della sua attività culturale (grande parete affrescata sulla facciata del museo delle Poste e Telecomunicazioni Etiope ad Addis Abeba) vorrei esprimere qualche consiglio.

Gigetto Novaro
Gigetto Novaro fu un personaggio eclettico e fu uno dei promotori del Premio Bagutta di pittura,che si tenne a Spotorno prima dell’ultimo conflitto mondiale per poi riprendere per un breve periodo dopo l’ultimo conflitto.
Novaro,che fu un convinto sostenitore del movimento fascista almeno per un certo periodo, si trovò in Africa al momento dello scoppio della guerra dove fu fatto prigioniero dagli Inglesi per poi fuggire e riuscire a raggiungere la propria destinazione dopo una lunghissima camminata nelle terre africane. Secondo notizie di stampa con 164.000 euro si vorrebbero realizzare:
a) un marciapiede,necessario perche’ oggi inesistente;
b) il recupero del giardino esterno (sulla base di quale progetto non è dato sapere);
c) il recupero a fini sociali dell’appartamento soprastante;
ed infine consentire l’apertura della Pinacoteca grazie all’impegno della locale associazione culturale Pontorno.
Mi permetto di osservare alcuni dati:
a) basterà la somma prevista tra finanziamento e contributo comunale per realizzare tutto ciò?
b) il giardino verrà sistemato su quale base,essendo noto che tutta la griglia esterna fu personalmente disegnata proprio da Gigetto Novaro ?
c) io ricordo all’interno dei locali,oltre all’assenza di riscaldamento, segni di infiltrazioni di umidità,che devono essere rimosse se non lo sono già state (dall’articolo non si evince ma in questi anni nulla è stato detto o scritto a proposito) quindi su di esse che si farà?
d) i quadri avrebbero bisogno di un autonomo percorso espositivo,che includa pure quelli presenti all’interno di Palazzo Civico ma quali competenze ha al suo interno una associazione di volontariato culturale per curare la sistemazione,il percorso museale e perfino la ricostruzione dello studio dell’artista oltre ad alcuni libri della sua personale biblioteca ivi presenti?Forse il Sindaco pensa di affidare l’incarico a persone a ciò preposte?Mi auguro che sia così perche’ sulla stampa nulla traspare e vorrei in tal senso esprimere la mia profonda preoccupazione.di affidare compiti di rilevanza scientifica ad associazioni,che potrebbero non avere al proprio interno la necessaria professionalità.
Qui infatti si tratta non tanto di “appendere a un gancio un quadro” ma piuttosto di creare un percorso,che permetta di conoscere una persona interessante e culturalmente rilevante come Gigetto Novaro.
Danilo Bruno (socio ICOM,Vicepresidente della Sezione Sabazia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri)

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Lettera / Noli, non capisco alcune cose. Che fine ha fatto il Museo Civico Diffuso. E tante iniziative scomparse d’improvviso

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Leggo spesso le cronache e le polemiche nolesi su trucioli.it e dopo essere stato a Noli qualche settimana fa mi viene voglia di chiedere alcune cose.

di Danilo Bruno*

Il Comune di Noli con l’istituzione del Museo Civico Diffuso, comprendente l’intero centro storico e le frazioni, ha inteso valorizzare il proprio territorio, un insieme storico-ambientale di grande suggestione, individuando percorsi tematici quali i quadri di Suarez e gli itinerari religiosi. I perni del Museo sono correlati alle basi dei poteri medievali italiani: il potere religioso, individuato nella Cattedrale, quello feudale, rappresentato dal castello Del Carretto di cui si conservano la cinta muraria e il Maschio, il potere laico, con il Palazzo Comunale, la Loggia della Repubblica e la Sala Consiliare dove si trovano importanti cimeli come la lapide della Domina Lidoria, l’urna romana e la bandiera della Repubblica dipinta da Suarez. Straordinario è il Complesso Monumentale di S. Paragorio, di origine paleocristiana, al cui esterno è stata individuata un’area romana.

Qualche anno fa il Consiglio Comunale aveva deliberato la nascita di una istituzione, ai sensi del TU sulle autonomie locali, denominata Museo Civico Diffuso, che con un programma di lavori e aperture concordate con gli enti preposti e soprattutto con la Sovrintendenza Archeologica avrebbe dovuto portare in parecchi anni ad una apertura progressiva e concordata di chiese e monumenti ma soprattutto ad una adeguata tutela degli stessi, favorendo anche la ricerca scientifica ed archeologica. So che in quegli anni sono state realizzate alcune cose e qui le elenco senza pretendere di essere esaustivo:

a) la conclusione dei lavori di sistemazione di San Paragorio con i bacini ceramici rimasti in loco e non riportati in un magazzino genovese ;

b) una lunga discussione con la Sovrintendenza Archeologica per giungere ad un progetto condiviso con l’Istituto Internazionale di Studi Liguri per garantire la contestuale apertura di San Paragorio e dell’adiacente area archeologica romana, in cui vi sono appositi cartelli utili per una lettura del sito per qualunque persona senza visita guidata;
c) apertura  del Sentiero del Pellegrino, che poi fu completato fino a Punta Crena con finanziamenti della Fondazione De Mari;
d) apertura e valorizzazione dell’antica strada romana per Voze con finanziamento comunitario;
e) avvio dei lavori di recupero dell’antica chiesa di San Giovanni di Malta da destinare a museo archeologico;
f) stampa di alcune guide,che almeno in un caso avevano portato alla scoperta e attribuzione di alcune opere d’arte alla figura del pittore di probabile origine spagnola Vincente Suarez;
g) svolgimento del Festival Internazionale del Cinema Archeologico (due anni) per poi divenire Festival Internazionale della Nuova Storia (altri due anni).
Alla fine poi vi fu anche la disponibilità della Diocesi a concedere l’uso della chiesa di San Francesco, che conserva quadri e un lapidario di notevole valore affinché potesse essere con minima spesa tramutato in un luogo per convegni e concerti, valorizzandone gli aspetti culturali e monumentali.
Dopo poco tempo al cambio di amministrazione la Sovrintendenza concesse finalmente l’accesso e l’utilizzo dell’area archeologica romana al Comune per cui sicuramente i progetti sostenuti all’unanimità dal Comune (o almeno così si credeva) potevano trovare adeguata valorizzazione anche dopo il discusso recupero del castello.
Non sapendo bene oggi a chi rivolgermi in Comune e non essendo abituato a “suonare campanelli o a bussare alla porta” per avere informazioni, che dovrebbero essere di dominio pubblico mi permetto di fare alcune osservazioni;
a) San Paragorio è stata sottratta dalla Parrocchia all’Istituto di Studi Liguri per darla in gestione ad una locale associazione di volontariato costituita ad hoc (Amici di San Paragorio) ma, a quanto ho constatato durante una visita, l’area romana rimane chiusa o almeno così appare  mentre l’orario di apertura del monumento è veramente ridotta al lumicino oltre ad avere alcuni dubbi sulle scelte espositive;
b) il Castello è affidato alla gestione di altra associazione di volontariato (Civitas Nauli) ma mi è ignoto con quali competenze scientifiche ed architettoniche e con quali numeri di visitatori;
c) era stato costituito un gruppo di lavoro volontario sul museo archeologico , di cui ignoro se esista e cosa abbia prodotto oltre alle specifiche competenze esistenti;
d) San Francesco è perennemente chiusa al pubblico come S.Giovanni di Malta dopo che i lavori si sono interrotti a causa dell’esaurimento del finanziamento della Fondazione Cariplo e forse della inerzia locale.
e) I Festival sono stati immediatamente soppressi al cambio di amministrazione e oggi con il Covid sarebbe molto difficile riprenderli.
A questo punto chiedo qualche notizia sul futuro dell’archeologia e della storia a Noli oltre a chiedere per quale fortunato caso anni fa si erano realizzate tutte quelle iniziative poi all’improvviso scomparse.
Grazie per la pubblicazione.
*Danilo Bruno (socio ICOM Italia-vicepresidente della sezione Sabazia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri)
NOTA DI REDAZIONE – Trucioli.it è nella lista nera della giunta (e sua maggioranza) del Comune di Noli non da oggi: mai una risposta ai quesiti concreti e precisi. Danilo Bruno potrebbe scrivere al Sindaco e sperare in una  risposta ? Il volontariato nolese da mesi funziona a regime ridotto causa Covid 19. In particolare quello svolto per San Paragorio, riconosciuto di alto livello, parola di Parroco Don Giusto.
Scrivere domande su Trucioli.it, dunque, ‘garantisce’ zero risposte. Qui si aggira ancora la cellula del peggiore comunismo ? Con l’ideologo insegnante che si riserva il banco dell’asino. Sarà riservato altro trattamento all’ex vice segretario del Comune stesso ?  Che sia la volta buona? E almeno lui meriti, in ossequio alla trasparenza e alla correttezza che si deve ai cittadini che non insultano, non diffamano, pongono quesiti su dati di fatto. Del resto pare utile informare i lettori del blog che ai nostri articoli non è mai, mai, seguita alcuna smentita, né richiesta di rettifica ai sensi della legge sulla stampa.
Per il volontariato nolese ribadiamo il lodevole, ammirevole impegno ed il tempo messo a disposizione della comunità. Questo si chiama buon esempio.

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Savona, rinviata passeggiata antifascista. No a Casapound e suoi candidati con FdI e Lega. Come sarà la città post Covid?

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A causa dell’aumento dei contagi Covid e delle conseguenti restrizioni, l’Assemblea antifascista e antirazzista di Villapiana e l’Anpi sezione di Villapiana hanno deciso di rinviare a data da destinarsi la Passeggiata antifascista che era in programma per sabato 17 ottobre con partenza dai giardini di via Verdi.Leggi anche la riflessione del politologo savonese Franco Astengo. Come sarà Savona post Covid ?  Cambieranno sicuramente  alcuni paradigmi di fondo. E quali ? Leggi infine il comunicato dell’Associazione Laboratorio Per Savona 2021: ad oltre due anni dal riconoscimento ministeriale i risultati ottenuti con l’Area di crisi complessa sono un sostanziale flop. E un consuntivo industriale – occupazionale assolutamente inadeguato rispetto alle previsioni.

COMUNICATO STAMPA- Tutta la cittadinanza è invitata, ovviamente nel rispetto delle disposizioni anti-Covid: per questo motivo gli spostamenti saranno autogestiti dai partecipanti.

L’appuntamento è alle ore 10 ai giardini di via Verdi e sono previste cinque tappe, una per ciascuna delle lapidi presenti nel quartiere per ricordare il sacrificio di chi ha lottato per la libertà. La passeggiata durerà circa un’ora lungo un percorso ad anello tra via Verdi, via Firenze, via Corridoni, SMS XXIV Aprile.

Il senso di questa iniziativa – spiegano gli organizzatori – è innanzitutto recuperare un momento di condivisione malgrado le restrizioni dovute al Covid che ci hanno costretto a rinunciare alla consueta festa di inizio autunno. Non rinunciamo però al nostro impegno per il quartiere e alla nostra lotta contro la presenza di una sede fascista in via San Lorenzo.

Siamo più che mai convinti che Casapound sia un’organizzazione eticamente e legalmente al di fuori di ogni tollerabilità in un paese civile. Lo confermano la recente sentenza nei confronti di Alba Dorata in Grecia e il processo in corso a Bari contro Casapound, che con Alba Dorata è affiliata da molti anni. Senza dimenticare che esponenti di Alba Dorata Italia e di Casapound sono stati candidati in partiti italiani come Fratelli d’Italia e Lega. Chi sostiene che il neofascismo non sia una minaccia per la nostra società è in evidente malafede e deve essere contrastato.

Assemblea Antifascista e Antirazzista di Villapiana in collaborazione con Anpi sezione Villapiana.

LA CITTÀ’ E IL POST-EMERGENZA
di Franco Astengo

Ormai siamo alla vigilia di un importante turno di elezioni amministrative e ci troviamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria. Nella primavera si dovrebbe votare a Roma, Torino, Milano, Napoli, Bologna ma anche a Benevento, Varese, Trieste, Novara e in altre città capoluogo compresa Savona. Si sono già avviate le schermaglie tra le forze politiche, si anticipano candidature, si prefigurano modelli di alleanza.Però sembra in ritardo una riflessione complessiva su come potrà prefigurarsi l’orizzonte di una Città post – emergenza sanitaria, presunto che fra 6-7 mesi possa essere possibile dichiararsi in una condizione del tipo appena indicato. Sicuramente, in allora, saranno cambiati alcuni paradigmi di fondo:

1) La questione sanitaria risalterà al primo posto nelle preoccupazioni dei cittadini. Emergeranno allora problemi fin qui assolutamente trascurati: la territorialità dei presidi, la specializzazione delle strutture, la capacità del “pubblico” di far fronte a una richiesta sicuramente mutata nella qualità e nella qualità;

2) Temi come quelli della diffusione dello smart – working , dell’agibilità della rete, dei trasporti urbani porranno il tema di un nuovo rapporto tra la metropoli e la periferia. Intendendoci bene: per periferia non si intendono i grandi agglomerati ai margini delle concentrazioni urbane, bensì le medie e piccole città di provincia che dovrebbero attrezzarsi proprio per essere sede ideale delle quote di lavoro che si sposteranno stabilmente a distanza;

3) Sono dunque in atto fenomeni che richiederanno profonde trasformazioni proprio nella capacità d’indirizzo nel governo della cosa pubblica. Sviluppo alcuni esempi: lo spostamento “fisico” nella possibilità di utilizzo di servizi sociali; l’innalzamento di qualità nella sostenibilità ambientale dei centri urbani (riscaldamento, traffico); l’adeguamento dei centri storici alle esigenze di un turismo di qualità e dimensione diversa rispetto a quello rutilante del consumismo di massa; un tipo di ristrutturazione urbana per costruire un’offerta di case in modo tale da rendere appetibile la possibilità di trascorrervi molto più tempo di quanto non fosse in passato; un’attrezzatura culturale e sociale adeguata a una inedita offerta di tempo libero; la fluidità dei trasporti collettivi; l’equilibrio tra il centro e le periferie cittadine.

Ritorno su di un argomento già affrontato in passato :prima di tutto dobbiamo tornare a considerare la città come “ la nicchia ecologica della specie umana”. Storicamente possiamo dire che la Città ha offerto grandi occasioni di evoluzione nella relazione tra ambiente e rapporti sociali, di fruizione degli strumenti di conoscenza, di avanzamento tecnico e scientifico.

In seguito sono state assunte scelte al riguardo delle quali non è possibile nasconderci dietro a un dito : non è possibile che la Città continui a pensare a sé stessa come ripiegata attorno ad espressioni di consumismo irragionevole che hanno causato, prima di tutto, un deperimento crescente dei nostri beni collettivi.

Non basta tornare a recitare vecchi slogan, del tipo : “La Città a misura di…”; sono cambiate troppe cose in una misura molto profonda.

Così ho cercato soltanto di enucleare alcuni punti di carattere generale che dovrebbero essere ricordati, al fine di stimolare una volontà di cambiamento in forze determinate e capaci di costruire una consapevolezza circa la necessità di avviare una nuova costruzione d’identità.

Franco Astengo

Da ‘Associazione Per Savona 2021’

COMUNICATO STAMPA AREA DI CRISI COMPLESSA E RUOLO DEL COMUNE DI SAVONA

Bruno Spagnoletti 2019

L’Associazione Laboratorio Per Savona 2021, ad oltre due anni dal riconoscimento ministeriale, ritiene che i risultati ottenuti con l’area di crisi complessa, rappresentino un sostanziale flop e un consuntivo industriale e occupazionale assolutamente inadeguato rispetto alle previsioni.

A parte i ritardi accumulati nella disponibilità dei finanziamenti ministeriali al Sistema delle imprese savonesi, lo strumento della Area di Crisi Complessa ha completamente bucato l’obiettivo della attrazione di investimenti e l’insediamento di nuove imprese.

In questo quadro le nuove assunzioni previste (circa 600) sono del tutto insufficienti e rappresentano una goccia del mare magnum di perdita di occupazione nell’area negli ultimi 5 anni.

L’Associazione Laboratorio Per Savona 2021 ritiene prioritario e strategico cambiare e innovare in corsa il ruolo del Comune di Savona nella politica industriale e nella gestione dei multiservizi

Milena Poletti

“comprensoriali”. Va, in buona sintesi, ripensato e rilanciato il ruolo del Comune di Savona nella cosiddetta “area larga” o di livello “comprensoriale”. La gestione o meglio la referenza della politica industriale e dei servizi di area, non possono più essere lasciati nella disponibilità esclusiva del Comune di Vado Ligure.

La nuova Governance del Comune di Savona si deve riqualificare da un lato nel possibile negoziato aggiuntivo (nuovo) degli accordi di programma realizzati con Ministero e Regione; e, dall’altro si dovrà qualificare soprattutto nella trattativa con il Governo e la Regione sulle nuove risorse indotte dal Recovery Fund.

Per la Presidenza della l’Associazione Per Savona 2021

Bruno Spagnoletti e Milena Poletti

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Savona, il presidente Grenno scrisse: Egregio Lunardon è l’ora di lasciare. Lombezzi giornalista: Sandro Pertini non stringerebbe la mano a…? Qualche nome

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Enzo Grenno – 9 agosto 2020 – “Egregio Sig. Lunardon… Sarebbe opportuno ed auspicabile che Lei, come tanti altri come Lei, arrivaste a capire che è il momento di farsi finalmente da parte……siete personaggi inutili, imbarazzanti, dannosi per l’intera collettività…”. Preveggente raccomandazione, Lunardon non è stato rieletto. Nonostante….

Enzo Grenno – 9 agosto 2020 – Egregio Sig. Lunardon… Sarebbe opportuno ed auspicabile che Lei, come tanti altri come Lei, arrivaste a capire che è il momento di farsi finalmente da parte……siete personaggi inutili, imbarazzanti, dannosi per l’intera collettività…

SI LEGGEVA SULLA PAGINA FACEBOOK DEL CANDIDFATO PRESIDENTE SANSA – Diamo voce alla Liguria della competenza, diamo voce alla serietà di chi cerca soluzioni reali per i problemi dei cittadini.

Con l’amico Giovanni Lunardon è garantita l’attenzione costante su tanti temi ma in particolare sui due punti dolenti che interessano la nostra splendida regione.
Il focus su infrastrutture e trasporti sarà incessante come quello sulla nostra tanto martoriata sanità.  A settembre votiamo Partito Democratico votiamo per far tornare il benessere del cittadino al centro!
#liguria #regionali2020 Ferruccio Sansa
Le mani di Pertini (di Mimmo Lombezzi)
29 Luglio 2020 – Se oggi scrivessi un articolo su Pertini lo farei sulle mani di Pertini, non solo quelle con cui cercò (invano)  di difendersi da 6 pestaggi fascisti, all’inizio della sua attività politica, ma anche le mani che strinse, come quelle di Gramsci, e soprattutto quelle che rifiutò di stringere.

Nel 1973, intervistato da Oriana Fallaci per l’Europeo (1) raccontava. “Ero Presidente della Camera. Vado a Milano e il mio segretario dice: «Il questore Guida ha chiesto di ossequiarla ». E io rispondo: «Riferisca al questore Guida che il presidente della Camera non intende riceverlo». Mica perché fosse stato un fascista e avesse diretto la colonia penale di Ventotene. Avrei pensato: ormai tu sei questore e voglio dimenticare, ma perché

La giornata a Stella nel tour del movimento Le Sardine

su di lui gravava, l’ombra della morte di Pinelli. Mi bastava che Pinelli fosse morto in quel modo, con quell’alone di mistero, quando Guida era questore di Milano, per rifiutare i suoi ossequi”.

In visita ufficiale a Savona, Pertini, si rifiutò di stringere la mano al sindaco socialista Teardo inquisito per corruzione e in seguito condannato. Altre mani che probabilmente avrebbe respinto furono quelle dei consiglieri comunali di Limbadi, un comune calabrese che nel 1983 fece sciogliere per mafia. Oggi mi chiedo : quante mani rifiuterebbe di stringere Pertini se fosse vivo ? Stringerebbe la mano al mio ex-collega Giovanni Toti, che su youtube difende Dell’Utri ipotizzando un complotto giudiziario e ora propone, per gli appalti pubblici, di abolire i certificati antimafia in una delle regioni più colonizzate dalla ‘ndrangheta ?
Stringerebbe la mano al sindaco di Imperia ed ex-ministro Scajola, (2) dopo la scandalosa gestione dell’ordine al G8 di Genova ? Dopo che negò la scorta a Marco Biagi, definendolo un “rompicoglioni”  Dopo che cercò di facilitare l”esilio” di Amedeo Matacena, il forzista latitante condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ?
Pertini stringerebbe la mano a Fontana dopo che i camici appaltati “a sua insaputa” in alla ditta della moglie diventavano una “donazione” dopo l’inchiesta di Report ? E tutto ciò mentre morivano 30.000 persone?
Pertini stringerebbe la mano a Salvini ? A uno che, dopo lo scandalo dei 49milioni, ha rifiutato di rispondere al Parlamento sui traffici del Russiagate ? A uno che ha tenuto in mare per una settimana 11 donne eritree che erano state tutte violentate nel lager libici ?
Stringerebbe la mano ai Benetton o ai vertici di Atlantia ora che la sua regione, la Liguria,è paralizzata da decenni di mancata manutenzione della autostrade ?
Pertini è un personaggio che non invecchia perché ha incarnato la dimensione fisica del coraggio :
1) durante la Grande Guerra quando si guadagnò  una medaglia d’argento guidando un assalto sulla Bainsizza, 2) durante il fascismo quando si fece picchiare a sangue passeggiando con una rossa davanti al bar delle camicie nere 3) in galera, quando malato di tubercolosi, rifiutò la grazia che la madre voleva chiedere a Mussolini, ma Pertini incarnò anche la prevalenza del sentimento
sul calcolo politico.
Il successo delle Sardine è dovuto al fatto che hanno dato espressione a un sentimento : il rifiuto dell’odio, della guerra civile contro i migranti, i gay, i musulmani, gli ebrei , gli stranieri , i diversi. Anche da questo punto di vista Pertini è stato un esempio .
Alle elezioni europee del 17 giugno 1984 – raccontò a Giorgio Bocca – il PCI divenne il primo partito italiano con il 33,3% dei consensi. La linea di Berlinguer aveva vinto ma Berlinguer era morto e davanti alla bara Pertini disse “Lo porto via con me a Roma. Lo porto via, come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta”,
Alle stesse elezioni il PSI, era sprofondato. Craxi e Martelli – che non amavano Pertini – lo attaccarono violentemente dicendo che aveva fatto aumentare i voti del PCI trasportando il corpo di Berlinguer a Roma, sull’aereo presidenziale. La replica di Pertini fu terribile  “ Voi – disse a Craxi  e Martelli –  fate una cosa. Tornate a Verona, suicidatevi sulla tomba di Giulietta e io vi porto in aereo a Roma. Vediamo se il Psi prende voti.”(3) . Otto anni dopo sarebbe scoppiata Tangentopoli e sarebbe tramontata per sempre quella leadership che – disse – Biagi aveva traghettato il Partito Socialista da Turati a Turatello.

UN CITTADINO DI SAVONA SCRIVE: Qualcuno ha idea su dove buttare le scarpe vecchie? Ricordo che andavo in negozi dove esiste apposito contenitore, in modo che parti riciclabili vengano recuperate…. e che in genere danno anche un piccolo buono alla consegna. …ma a Savona o dintorni dove consigliereste ?

L'articolo Savona, il presidente Grenno scrisse: Egregio Lunardon è l’ora di lasciare. Lombezzi giornalista: Sandro Pertini non stringerebbe la mano a…? Qualche nome proviene da Trucioli.

Savona, un avvocato e uno studioso traducono in italiano ‘Il Giardino dei melograni’. Opera magna del XVI secolo

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“Non esiste una edizione italiana di questo testo, a quanto mi consta. Verrà fatta quindi una traduzione con commenti e note dell’opera di Cordovero”. La Kabbalah è qualcosa di veramente interessante anche se complesso. Informano gli autori. L’avv. Mauro Cerulli (già docente) e il filosofo Mauro Cascio di Roma hanno già pubblicato il libro ‘Uno sguardo sulla Massoneria. Biografia di un’Istituzione’.

Mauro Cascio è autore del libro ‘Davanti alla fine del mondo’. Sulla pagina Facebook scrive: Siamo un popolo di deficienti, governato da idioti e informato da delinquenti. Questo significa l’essere al 78.mo posto al mondo per libertà di stampa e al 93.mo per fruizione di prodotti culturali. Al netto della cultura pop-trash, quella del salotto buono, ci sono qui e lì significativi ambiti di resistenza..?. #davantiallafinedelmondo

L’avv. Mauro Cerulli sulla pagina Facebook di settembre annuncia: “L’amico Mauro Cascio  (Ha studiato Filosofia presso Sapienza University of Rome ndr) ed io ci siamo buttati in un’avventura mica da ridere. La preparazione dell’edizione italiana del Pardes Rimonim (in ebraico: פרדס רימונים‎) ovvero “Il Giardino dei melograni”), l’opera magna di Rabbi Moses Cordovero, pubblicata nel XVI secolo. E adesso al lavoro….”

L’aggiornamento del profilo di Karl Gustav Bergson
Renato Salvadeo: Con il supporto/autorizzazione di quanti e quali rabbini?
Karl Gustav BergsonComplimenti, cosa intendi per “La preparazione dell’edizione italiana” ? Grazie e buon lavoro.

Cerulli: Nel senso che non esiste una edizione italiana di questo testo, a quanto mi consta. Verrà fatta quindi una traduzione con commenti e note dell’opera di Cordovero.

Emanuele Maffia: Mauro non ho capito se tradurrete dalla lingua ebraica o da altra lingua.
Cerulli: Disponiamo sia di testo originale che di versioni diverse in lingue straniere che vengono messe a confronto fra loro.Finita la traduzione della prima sezione. Adesso si passa ai commenti ed alla grafica. Mi compiaccio che siate interessati alla Kabbalah. E’ qualcosa di veramente interessante anche se complesso.
Paolo Enrico De Faveri: La studio da vent’anni.
Cerulli: I miei complimenti. Allora quel compendio fa per te.
L’autobiografia è il libro dell’io. Un io che non si contiene, un io che si racconta. Un io che non sopporta altri racconti. In un’autobiografia trovi le confessioni, i successi e i fallimenti. Fai, per dirla altrimenti, i conti con la tua vita. È un bilancio dove in gioco c’è tutto il narcisismo dell’autore. Fatti, impressioni, paure, incertezze, vittorie, infilate come perle in un filo robusto. Questa non è un’autobiografia, anche se c’è molto di Savoire in queste pagine. Ci sono le sue ambizioni, c’è la sua visione delle cose. In qualche modo c’è la sua vita. È, soprattutto, una biografia della Massoneria, come se la Massoneria finalmente si raccontasse, per quello che dovrebbe essere, ragionando a partire da quello che è. Uno sguardo sulla Massoneria diventa allora un’importante occasione per riscoprire l’attualità ‘teoretica’ di una Istituzione guardata dagli occhi privilegiati e attenti di un ‘Eletto Cohen’. Le visioni deviate – mondane, ricreative, ‘laiche’ – perdono la loro tranquillità e diventano movimentate e insicure. Perché la Massoneria ha una natura forte che chiede solo di essere finalmente raccontata. Mauro Cerulli:  “Che bello vedere pubblicato questo nostro lavoro”.

SAVONA LA MOSTRA DI GIOVANNA CRESCINI

L’artista Giovanna Crescini

La Galleria GULLIarte, in Corso Italia 201r a Savona, inaugura nei suoi spazi la personale dell’artista Giovanna Crescini. “Gente di Mare”. Sabato 17 ottobre alle ore 17,30. Presentazione a cura di F. Marzinot 
In questa mostra sono presentate una selezione di opere inedite, con forme e dimensioni originali, le quali evocano con armonica coerenza di stile il tema dell’esposizione, con una precisa adesione tra la forma ed il colore delle immagini, sia sulla tela che sulla bianca superficie della maiolica che ricopre la Terracotta.

Sabato  17 ottobre la Galleria GULLIarte, per ottemperare alle normative anticovid ed evitare assembramenti, aprirà i propri spazi espositivi  ai visitatori: dalle ore 16.00 alle ore 20.30. La presentazione della mostra alle ore 17.30, a cura del Prof. F. Marzinot, sarà sviluppata all’esterno della galleria.

E AL TEATRO SACCO DI SAVONA LO SPETTACOLO ‘EVA’

“Eva”, lo spettacolo tratto dal “Diario di Eva” di Mark Twain sabato 17 ottobre alle 21 all’Antico Teatro Sacco di Savona. 

COMUNICATO STAMPA – Seconda rassegna teatrale dedicata a Luciana Costantino, 5 spettacoli di professionisti che hanno raccolto la sua grande passione per il teatro.

“Eva”, lo spettacolo tratto dal “Diario di Eva” di Mark Twain sarà messo in scena sabato 17 ottobre alle 21 all’Antico Teatro Sacco di Savona nell’ambito della seconda rassegna teatrale dedicata a Luciana Costantino un programma di 5 eventi con professionisti che hanno raccolto la sua grande passione per il teatro. E’ uno spettacolo di teatro-danza con Mariella Speranza (attrice)  e Valeria Puppo (danzatrice). La regia è di Gianni Masella.   

Eva” ha debuttato nella rassegna “La Tosse d’estate raddoppia  2020” organizzata dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse di Genova.

Lo spettacolo, tratto da “Il diario di Eva” di Mark Twain, da voce a Eva e racconta il periodo immediatamente successivo alla sua nascita. La seguiamo nei giardini dell’Eden, quando scopre l’incanto dello spettacolo della natura che la affascina e la cattura in modo totale. A lei è affidata la conoscenza, il compito di dare i nomi alle meraviglie del mondo, l’invenzione del fuoco, la scoperta dell’amore. L’incontro-scontro con Adamo, il loro scrutarsi e conoscersi da lontano, inseguirsi, spiarsi, procedere separati o a tratti insieme, ripete il cammino che l’uomo e la donna, da secoli, percorrono insieme. Adamo è rude, taciturno, insensibile alle attenzioni della giovane, disinteressato allo spettacolo della natura, del cielo stellato e della Luna. Eva, al contrario, è attratta da tutto ciò che non conosce e tutto in lei desta una curiosità inesauribile. Sarà l’incontro col serpente, un essere che la spaventa e la affascina allo stesso tempo, che porterà Eva a compiere il primo passo verso una diversa consapevolezza. Sulla scena si muovono due interpreti, un’attrice e una danzatrice, che esprimono la complessità e la ricchezza del mondo interiore di Eva, attraverso un percorso scenico dove parola e gesto si fondono per svelare gradualmente la sua anima ricca e appassionata.

Eva, la prima donna, una sorta di dea, che inizia il suo percorso di consapevolezza nel paradiso terrestre e, mangiando la mela dell’albero della conoscenza, si spinge ben oltre l’eden. Eva, tratta dalla costola di Adamo, Eva fatta a sua volta di polvere di cielo, abitando una specie di spazio meraviglioso o terra di nessuno, si scopre, si sperimenta, racconta ed omette. Le parole di Mariella Speranza e il corpo di Valeria Puppo restituiscono la complessità e la ricchezza del mondo interiore di Eva, in un percorso in cui parola e gesto si fondono, per svelare l’animo ricco e appassionato della protagonista.

Per rispettare la normativa vigente sulla sicurezza e per il contenimento della diffusione del Covid 19, il Teatro ha una disponibilità di posti a sedere limitata, pertanto è obbligatoria  la prenotazione

INGRESSO RISERVATO AI SOCI  ……  DIVENTARE SOCI  E’ FACILE

INFO : info@teatrosacco.com   331  77 39 633 – 328 65 75 729    www.teatrosacco.com    

 

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