Quantcast
Channel: Trucioli
Viewing all 5386 articles
Browse latest View live

Pietra Ligure fuoco amico? La tomba per la sinistra. Centrodestra con o senza Carrara

$
0
0

Per la sinistra di Pietra Ligure i giochi sono fatti, anzi conclusi. Ha scelto, con le sue diverse anime, compresa quella della ‘ristorazione sociale’ e ‘casa dei diritti’, ma non solo, di stendere un tappeto rosso ad un’alleanza coesa del centro destra: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e lo schieramento indipendente che si riconosce nel leader Mario Carrara. Salvo sorprese (con vendette e lacerazioni dell’ultima ora) la coalizione dovrebbe ripetere il cliché vincente di Borghetto S. Spirito. Anche se in quel caso il candidato  è stato una sorpresa dell’ultima ora  e neppure militante di lunga data. L’alternativa ipotizzata non pare escludere a priori l’on. Sara Foscolo che con la sua imprevista potenza, alle politiche, si è vista candidare, con successo, in più collegi. Difficile credere che dall’alto dello scranno parlamentare possa ripiegare e sacrificarsi. La partita, inoltre, appare segnata. Va in scena, ancora una volta, la sinistra divisa e altri ringraziano.

Luigi De Vincenzi, campione di preferenze, candidato sindaco per la terza volta

Chi, nonostante tutto,  ha già scelto di scommettere sulla vittoria è il geom. Luigi De Vincenzi, recordman di preferenze alle ultime regionali (5983), con più che soddisfacente risultato alle politiche  del marzo 2018, due volte sindaco, ex capo dell’ufficio tecnico del Comune di Borghetto S. Spirito. Una famiglia di imprenditori turisti e una ragnatela di parentele con la Pietra Ligure che ha sempre avuto un ruolo nella vita pubblica e nella politica di centro sinistra. Uno raggruppamento moderato si direbbe e che raccoglie consenso in vari strati sociali.

Ma forse questa volta l’accorto e smaliziato De Vincenzi  sottovaluta lo scenario che si viene a creare con un centro destra unito e che non può permettersi di perdere la partita  su una piazza che non detiene dai tempi del sindaco leghista Giacomo Accame.

Tra l’altro, l’annuncio di De Vincenzi in corsa per il terzo mandato, arriva subito dopo aver letto da Ivg.it e Savona News, anticipata a novembre e dicembre, la discesa in campo della Sinistra per Pietra Ligure. Un ‘laboratorio politico’ formato soprattutto da ex esponenti del Pci e  di Rifondazione Comunista. Un documento è stato predisposto da un gruppo di lavoro coordinato da 5 candidati alle elezioni amministrative. Ovvero, Romano Rembado (1936), già primario di Medicina Nucleare all’Ospedale Santa Corona; Luciano Laschi (1944), già medico ortopedico all’Ospedale Santa Corona; Gianni Giordano (1950), già specialista in medicina interna all’Ospedale Santa Corona; Ettore Cavallero (1949), ex dipendente dell’Ospedale Santa Corona; Giulia Zanelli (1984), infermiera presso l’Ospedale Santa Corona e ancora Pier Giorgio Pavarino.

Accade nei giorni in cui si legge sui media locali che “la maggioranza degli iscritti al Pd della provincia di Savona non vuole più liti e fratture, ma vuole ricucire, superare i contrasti e ricostruire”.

Cosa risponde De Vincenzi al nuovo scenario della sinistra divisa ? A Ivg si limita a dire: “Sarebbe stato logico proseguire il mio percorso in Consiglio regionale ma le richieste della gente, dei cittadini, ogni giorno, mi hanno spinto a dare una risposta, una risposta positiva per l’amore che ho per Pietra Ligure: d’altronde, l’esperienza in Regione ha ampliato la mia formazione politico-amministrativa senza indebolire le mie radici locali. Ho lavorato per il bene del territorio savonese nel rispetto delle persone che mi hanno votato e degli schieramenti di appartenenza, sempre però nell’interesse dell’intera comunità. Ma io sono soprattutto un uomo d’azione e mi è mancato l’impegno diretto sul campo, mi è mancata la quotidianità amministrativa fatta di progetti, decisioni, scontri e incontri nonché il piacere e l’orgoglio di poter dare risposte concrete e immediate ai problemi di tutti i giorni. E ora la mia stessa concretezza mi spinge a lanciare oggi una idea, una proposta amministrativa per rilanciare la cittadina pietrese: è mio desiderio riprendere il percorso intrapreso con i miei due mandati da sindaco, per il paese c’è tanto da fare e da lavorare: Pietra Ligure deve cambiare strategia, deve cambiare passo e trovare una guida più sicura ed energica”.

Come non bastasse, ma è difficile crederlo con un minimo di barlume del buon senso, c’è persino chi ipotizza una discesa in lizza del sindaco uscente Avio Valeriani che, proprio a sinistra, viene considerato la peggiore disgrazia politico amministrativa che la città abbia subito negli ultimi anni. A meno che De Vincenzi non abbia  la risposta in tasca, la candidatura di Valeriani sarebbe un ulteriore affronto e per pochi voti che prenda nel bacino del centro sinistra, non è lui un pericolo.

TUTTO LA LEGGERE IL ‘MANIFESTO’ DELLA SINISTRA

PER PIETRA LIGURE RIPORTATO DA IVG.IT

“…..La nostra proposta per gli ambiti socio – assistenziale, dell’istruzione, culturale e turistico scaturisce dalla convinzione che le istituzioni debbano tornare a porre il cittadino al centro della propria progettazione, agendo attivamente per rafforzare e ricostruire una rete sociale sana”. Altro punto la creazione di un progetto di ristorazione sociale, “sulla scorta dei bar e trattorie sociali già esistenti sul territorio ligure, che permetta di creare una realtà per il lavoro protetto e l’integrazione, che consenta inserimenti lavorativi per persone in condizioni di emergenza economica o provenienti da percorsi di reinserimento sociale, nonché l’effettuazione di tirocini formativi per giovani e adulti disoccupati che vogliano un’occasione per costruirsi una nuova professionalità”.

Il gruppo di lavoro che ha curato la proposta socio – culturale della Sinistra per Pietra Ligure è coordinato dalle nostre due candidate alle elezioni amministrative del 2019: Laura Ferrando, ex dipendente comunale nell’ambito di servizi sociali, pubblica istruzione e cultura; Paola Schiaffino, antropologa con esperienze nel settore socio – educativo” conclude il gruppo pietrese, che si prepara alla sfida elettorale.

Casa dei diritti: “Traendo ispirazione dal progetto del Comune di Milano, proponiamo la creazione di un centro in cui si sperimentino nuove pratiche sociali e civili sui diritti, con l’intento di coniugare servizi tradizionali, sportelli informativi e nuove opportunità. Il progetto prevederà inizialmente la creazione dei seguenti sportelli: o Orientamento legale gratuito per problemi legati a diversi ambiti: lavoro, casa, immigrazione, separazione o affido dei minori, reati penali; o Sportello di primo ascolto, informazione, consulenza legale e orientamento giuridico contro la violenza sulle donne e di supporto contro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere; o Supporto e orientamento contro le discriminazioni etniche, religiose o nazionali per cittadini italiani e/o di origine straniera, finalizzato al contrasto e alla rimozione di fenomeni di discriminazione diretta o indiretta e alla consulenza e sostegno per la richiesta della cittadinanza italiana. o Sportello informativo per il cittadino riguardante i servizi offerti dal Comune nei diversi ambiti (servizi alla famiglia, scuola, terza età, cultura, ecc.), dalla Regione (borse di studio, bandi, formazione, ecc.) e dall’Unione Europea (bandi, finanziamenti, progetti, tutela dei diritti, ecc.); o Informagiovani”.

SU SAVONA NEWS DI DICEMBRE SI POTEVA LEGGERE:

Pier Giorgio Pavarino ultimo operai rimasto ai cantieri navali Rodriguez e candidato per La Sinistra per Pietra Ligure

La sinistra per Pietra Ligure propone nel programma elettorale un progetto per le aree dell’ex cantiere Rodriquez. Il gruppo di lavoro che ha elaborato il documento è stato coordinato dal candidato per Pietra 2019, Pier Giorgio Pavarino, ultimo operaio del cantiere:

“Dalla vicenda opaca e tormentata che ha riguardato la dismissione dell’ex cantiere navale Rodriquez era uscito un progetto di recupero di quelle aree che prometteva di restituire alla cittadinanza uno spazio destinato a nuova attività produttiva, per quanto ridimensionata rispetto al passato, e altri a disposizione della comunità (giardini, passeggiata, attività commerciali e ricreative). Occorre constatare che quel progetto è rimasto sospeso nel limbo della campagna elettorale e che ciò che ne rimane oggi sono solo 44.000 m2 di devastante scenario post industriale.

Quando il cantiere è stato chiuso, nel 2007, dava lavoro a circa 400 dipendenti e, grazie anche all’indotto che favoriva albergatori, commercianti, erogatori di servizi, si ritagliava uno spazio di assoluta centralità nell’economia cittadina e non solo. Il nuovo cantiere avrebbe dovuto essere realizzato entro il 01.01.2010 e avrebbe dovuto reintegrare i dipendenti messi in cassa integrazione. Dopo 8 anni di inutili attese, invece, i dipendenti sono stati abbandonati al loro destino e il cantiere non ha mai ripreso la sua attività, con un costo per la collettività di circa 10 milioni di euro, ossia 2 volte e mezzo quello preventivato per la realizzazione del nuovo cantiere.

Il progetto in questione comportava un tale impatto ambientale da configurare scenari apocalittici: la costruzione della diga foranea, per esempio, avrebbe devastato gli arenili, la cui conservazione, invece, dovrebbe costituire una priorità per una località a prevalente vocazione turistica; l’immane colata di cemento avrebbe compromesso per sempre il fragile equilibrio delle correnti, dei corsi d’acqua, della biodiversità di un importante tratto della fascia costiera.

Alla luce di queste considerazioni proponiamo l’esproprio delle aree edificabili vendute; la loro riqualificazione come spiaggia libera comunale e parco pubblico; il recupero della zona interessata secondo i criteri della sostenibilità e eco – compatibilità. Questo provvedimento sembra essere del tutto improcrastinabile per il rilancio del turismo, rimasta ormai pressoché l’unica fonte di reddito e di lavoro per la cittadinanza pietrese. Per gli edifici tutelati da vincolo paesaggistico (archeologia industriale) proponiamo il loro recupero e la successiva destinazione in parte all’istruzione superiore e universitaria, in collaborazione con l’Ospedale Santa Corona, in parte a uso uffici comunali. La Sinistra per Pietra Ligure si impegna a garantire ogni sforzo necessario affinché nelle aree dismesse siano realizzate opere che contribuiscano al progresso e al bene collettivo; affinché sia assicurata la tutela ambientale e la difesa di un territorio fragile, martoriato e che, come accaduto di recente, può rivelarsi pericoloso per chi non lo rispetta. Il gruppo di lavoro della Sinistra per Pietra Ligure costituito per l’elaborazione della parte del programma elettorale dedicata al recupero delle aree dell’ex cantiere è coordinato dall’ultimo operaio del cantiere stesso, Pier Giorgio Pavarino, che sarà candidato alle elezioni amministrative previste per il 2019.


Il ‘palio di Noli’ perfetto harakiri per 5 liste

$
0
0

E’ una tradizione medioevale ancora molto diffusa su tutto il territorio nazionale, che si svolge con differenti modalità e grande richiamo.  A Siena corrono i cavalli i cui fantini rappresentano i sestieri della città, per dimostrare la supremazia di un gruppo di cittadini per un anno. Ad Asti invece corrono gli asini, per analoghe ragioni, ma con una simpatica carica ironica aggiuntiva. A Noli, eccellente Repubblica Marinara, il palio era sostituito da una avvincente regata tra 4 barche dei pescatori con i colori dei rioni storici del Burgu, Ciassa, Purtellu e Maina, (Borgo, Piazza, Potello e Marina), che purtroppo da anni è stata soppressa.

Attualmente queste manifestazioni hanno accresciuto ovunque l’aspetto folcloristico e la valenza turistica, pur mantenendo simbolicamente quella sociale di un tempo, quando le gare competitive, contribuivano a smorzare i forti contrasti tra le fazioni, prima che potessero sfociare in vere lotte sanguinose.

Comunque sebbene trasformate, molte manifestazioni sportive moderne, hanno queste radici. Compreso il calcio, che oggi presenta anche aspetti sociali tanto rilevanti quanto preoccupanti, veniva praticato a Firenze in modalità medioevale tra due squadre numerosissime, che si affrontavano in modo fisicamente assai pesante, in rappresentanza delle fazioni. Viceversa a Noli è in corso una gara di tutt’altro rilievo, ma che fatte le dovute rilevanti differenze, presenta alcuni aspetti formali simili a quanto sopra rilevato.

Si tratta della competizione dei Candidati Sindaci in vista delle prossime elezioni Comunali, che si dice, vedrà una partecipazione numerosa, più ampia dei rioni storici, con in “palio” l’Amministrazione della Città e delle due frazioni di Tosse e Voze, per i prossimi 5 anni.

Si tratta di un tornata elettorale con caratteristiche particolari, forse un po’ paradossali comunque di grande importanza.

Il percorso di oltre 50 anni di Amministrazione, svolto quasi esclusivamente nel segno dello stile tradizionale di basso profilo, ha portato la Città allo stato negativo attuale, rispetto alla sicurezza idrogeologica, alla viabilità, e alla conservazione dei beni storici e archeologici: resti del porto Romano e del Villaggio, (salvo il tesoro aureo ) ,Santa Margherita, Porta del Sino” perduti”; Castello “trasfigurato”; con Casazze, S.Michele e centro storico” in semi abbandono”. Infine turismo, attività commerciali ed economia sono al minimo e si nota l’ inizio di una tendenza allo spopolamento. Senza contare i debiti milionari del Comune in relazione ai due scavi di via 4 Novembre e via Belvedere.

Una simile situazione, probabilmente la più critica dal dopoguerra, impone sia ai Nolesi, sia ai prossimi Amministratori, fondamentali considerazioni e seri interrogativi in merito al come uscirne, sfruttando l’imminente occasione. Anche rispetto alla scelta dei Sindaci, l’atteggiamento è stato ancora una volta conservativo tanto che sono stati scelti quasi esclusivamente dei Nolesi, salvo uno integrato, per ben 11 mandati, dei quali, due per ben 15 anni ciascuno, e uno per 10, in alternanza.

Chissà se a maggio, questa tradizione sarà confermata o verranno prese in considerazione le proposte di eventuali “foresti”, senza pregiudizi, magari anche in conseguenza del clima nazionale alternativo e antipartito ? Saranno determinanti coloro che considerano attentamene, oltre agli obiettivi e alla credibilità del programma di tutti i candidati, anche le loro valenze personali ( competenze, esperienze amministrative e di settori specifici utili, qualità e orientamenti culturali ), senza dimenticare di valutare il loro vissuto precedente pubblico e privato e infine valutando la loro eventuale autonomia dai partiti e dalle amministrazioni precedenti ?

Inoltre i Nolesi, nella sfida elettorale, sceglieranno programmi più mirati agli interessi personali, oppure quelli di più ampia valenza collettiva, che comunque comportino ritorni indiretti positivi per ciascono e per tutti ?

D’altro canto i candidati sapranno, con proposte alternative credibili, catturare anche l’attenzione e la fiducia delle centinaia di cittadini che nelle ultime tornate elettorali non hanno votato, i quali da soli potrebbero cambiarne l’esito ?

La presenza di ben 5 liste, se confermata, da un lato potrebbe costituire un’offerta politica più ampia e diversificata, mentre dall’altro potrebbe indurre una dispersione di voti, favorendo probabilmente quella “di sinistra”, che storicamente è sempre stata più strutturata. Soprattutto se il relativamente ampio campo restante, sarà suddiviso in ben 4 compagini, oltre al partito degli astensionisti che fu di circa 500 persone 5 anni fà.

Inoltre anche l’abbinamento ipotizzato Marina Gambetta – Giovanni Maina, tutto da confermare, non cambierebbe strategicamente la situazione, poiché per creare le condizioni di un confronto alla pari, ci vorrebbe una confluenza assai più ampia, tale da ridurre a 3 le liste in competizione. Prospettiva assai ardua, considerando la già confermata lista di Marino Pastorino e quella ritenuta sicura del Vice Sindaco uscente Alessandro Fiorito, alter ego di Niccoli.

Dunque gli elettori probabilmente si dovranno districare in un contesto difficile e complesso, sperando che sappiano scegliere al meglio per il bene di Noli. Di certo a Noli, Voze e Tosse è palpabile l’aspettativa di una svolta che garantisca finalmente, un rapido e immediato futuro positivo, del tutto meritato.

Giovanni Maina


Noli, Comune contumace ? Quel milione cash di danni. Il silenzio di Niccoli e RepettoMa ecco i fiori per i 102 anni di Carmelita

$
0
0

La redazione di IVG.it (il Vostro giornale), del 7 gennaio, pubblica un annuncio, il cui titolo è: “Noli, nuovi box in via Belvedere: via libera per l’inizio lavori“. L’annuncio del Sindaco Niccoli per la nuova autorimessa: “l’intervento può partire”

Panorama turistico delle Torri di Noli: sullo sfondo la chiesa di Sant’Anna e una torre, con piano rialzato di garage la vista sarà preclusa. Negli scavi per contenere la frana di via Belvedere sistemati anche dei plinti fuori terra e ferro da costruzione.

Breve introduzione da parte della redazione IVG, per poi proseguire“…Stando a quanto riferito, l’amministrazione comunale ha rilasciato i permessi, le autorizzazioni  necessarie. La proprietà può partire. …. L’intervento comprende la sistemazione superficiale delle ex aree delle ferrovie, oltre ad opere di messa in sicurezza del versante che era stato oggetto di una frana con relativo sgombero dei condomini, poi risarciti in sede giudiziale” .   Dichiarazione finale, virgolettata del Sindaco: “Gli oneri sono stati pagati (600.000€ n.d.r.) e ora, dopo la firma della convenzione, l’intervento può partire ….”.
Sulla farsa di questa convenzione, avevo riferito sul No.15 del 13/12/18 (vedi).
Notizia ambigua, invece, è  quella che specifica:poi risarciti in sede giudiziale”.
Ambigua perchè, di fatto, è vero che le condanne in sede giudiziale civile sono state comminate a favore dei due condomini, il 14 ed il 18/16bis, ma allo stato attuale solo in parte risarcite.
Infatti, per quanto concerne la quota del 20% a carico del Comune per il condominio del civ.18 e 16bis, su un totale di circa 9.000.000€ (non definitivi, suscettibili di incremento in appello), attualmente il Comune ha potuto, in tre anni, risarcire poco più di 5.000.000€ , attingendo da uno speciale fondo ministeriale (danaro a fondo perso dei contribuenti italiani).
Questo fondo è stato promulgato pochi anni fa dal Ministero dell’Interno apposta per i contenziosi connessi a sentenze esecutive (come in  questo caso) relative a calamità o cedimenti, onde evitare, per i Comuni a rischio insolvenza come il nostro, il pignoramento.
Purtroppo, essendo il Comune condannato in via solidale, dovrà rispondere anche per quelle quote di altri soggetti aventi causa ma inadempienti.
La sentenza emessa pochi mesi fa a favore del civ. 14, condanna il nostro Comune a pagare, sempre in via solidale, il 15% su un totale (temporaneo) di  2.300.000€.
Stessa situazione della precedente, con una sostanziale differenza: questa volta il Comune non è coperto da assicurazione perchè è risultato contumace alla prima udienza, dove, invece, avrebbe dovuto attivare la propria assicurazione.
Questo comporta che, se la sospensiva del pagamento ora richiesta dal Comune non verrà accordata (come sentenziato per altre due assicurazioni  aventi causa che hanno già versato le rispettive quote), in quale maniera il nostro Comune è in grado di corrispondere, in ottemperanza al risarcimento in via solidale a conguaglio  degli altri  soggetti aventi causa in parte inadempienti?  Oltre uno che risulta totalmente inadempiente e la cui quota corrisponde al 40%?
Totale: ben oltre 1.000.000€ da pagare cash ?
Vogliamo farcene una ragione?  Da cittadini informati, possiamo vivere tranquilli ?

Gli auguri ed i fiori del sindaco dr. Pino Niccoli per la concittadina Carmelita Garzoglio che ha festeggiato le 102 primavere

AUGURISSIMI A MAMMA, NONNA, BISNONNA Carmelita Garzoglio, martedì 22 gennaio ha compiuto 102 anni !Con l’affetto, la gratitudine e l’abbraccio delle due figlie, un genero, due nipoti, due pronipoti e… naturalmente tutta la comunità nolese rappresentata dal Sindaco dr. Pino Niccoli.
Tanti, tanti auguri, sempre in salute e resilienza, anche da trucioli.it umile e piccolo informatore dei nolesi.

LUTTI CITTADINI

Santoro Maria in Marangi di 80 anni ha lasciato il marito con i loro cinque figli, i nipoti, i parenti. Immigrata da molti anni a Noli con tutta la famiglia, era persona riservata.
Tissone Felicina vedova Marini, all’età di 85 anni ha lasciato il figlio con la sua famiglia,  la sorella maggiore Marì con la quale ultimamente conviveva, oltre i numerosi parenti. Felicina, nolese doc, portava il nome giusto per una donna solare come lei.
Pozzi Giovanni a 89 anni ha lasciato la moglie Paola ed il figlio Ettore. Dirigente della Piaggio genovese, ormai trascorreva la maggior parte del suo tempo da pensionato assieme alla consorte nella casa di lei, una discendente della famiglia nolese dei “Margheitò”.

Carlo Gambetta

NOTA DI REDAZIONE –  Che bel giorno sarebbe per la comunità nolese ! Scrivere soprattutto notizie positive, all’insegna dell’ottimismo non di maniera, della ragione. Informare  i nolesi e i numerosi proprietari di seconde case che finalmente si è intrapresa la strada della resurrezione economica, sociale, della buona amministrazione della cosa pubblica. Basta cassandre sul futuro. Con il buon giorno che si vede già dal mattino. Ancora una volta, invece, abbiamo il dovere di raccontare verità scomode, a firma di un ex sindaco, padre e nonno, Carlo Gambetta che non appartiene al mondo talebano o komeinista.

La storia di una delle disgrazie pubbliche che ha colpito Noli presenta di volta in volta il conto. Non bastasse il danno ! Si aggiunge la beffa e l’oltraggio al buon senso. Il Comune (la casa dei cittadini) che non si costituisce in giudizio e come conseguenza incombe l’obbligo di sborsare un milione di euro sonanti. L’eredità che un tre volte sindaco lascia al successore e che vede alleato, per l’occasione e non solo, il suo predecessore. Niccoli e Repetto: un medico di famiglia in pensione e vedovo, una figlia adulta; un artigiano in attività, sposato, separato, padre di un figlio. Uniti nel cupo silenzio di un immane disastro per le casse comunali, alle prese con richieste danni, cause, giudici, sentenze, spese ed interessi che lievitano. Un mix coperto da una cappa di silenzio. E chi dovrebbe approfondire ed informare i cittadini – la libera stampa – sorvola, tace, non si accorge.

Non abbiamo mai creduto che si vince e si convince con l’informazione contro, cavalcando lo scandalismo al quale, alla lunga, il cittadino lettore finisce per abituarsi in una società fanalino di coda in Europa nelle lettura di quotidiani. Il cittadino preferisce non sapere ? Non è interessato alla partecipazione democratica ? Ritiene sia inutile, intanto non cambia nulla ? I risultati di ieri e di oggi non sono forse il frutto di chi è stato eletto proprio dal cittadino distratto, disinformato ? Perché  si reagisce solo quando si  è toccati negli interessi vivi ? E  alle prese di una diffusa miopia, rifiutiamo di non vedere le conseguenze che si abbattono sui figli, nipoti, le generazioni a venire.

Noli si accinge a rinnovare il suo parlamentino e non sappiamo chi riceverà fiducia per governare. Sarà migliore, peggiore, mediocre.  Sicuramente bisognerebbe non appartenere al popolo dei disinformati. A chi si accontenta del sentito dire. O peggio rinuncia al voto. Il passato dovrebbe farci riflettere, prendere coscienza. Sarebbe utile  promuovere un’assemblea pubblica, meglio se partecipata come ‘scuola di democrazia’, in cui  fare chiarezza sui nuovi box in via Belvedere: via libera per l’inizio lavori” , annunciati dal sindaco via Ivg. Il primo cittadino che forse ritiene di essere un ‘benefattore incompreso’ a cui dare l’ultima parola. Mentre i sussurri lo descrivono con destinazione Grimaldi  (CS), paese natio dove è nato il 29/04/1946.  Giorno in cui la chiesa onora Santa Caterina da Siena: teologa, filosofa e mistica, patrona d’Italia, compatrona d’Europa e protettrice delle infermiere. (l.c.)

Mareggiate e danni / Italia Nostra propone: più progettualità e rispetto del nostro mare ricco di muri, dighe, ripascimenti e brutture

$
0
0

Il Consiglio Regionale di Italia Nostra ha organizzato il  Convegno “La Liguria dopo la mareggiata: dobbiamo cambiare qualcosa?”, che si terrà il 26 gennaio dalle 15,30 alle 19 nell’Auditorium di Palazzo Rosso, a Genova in via Garibaldi 18. Trucioli che con un vecchio cronista ligure ha seguito nei decenni la sorte del litorale, pubblica (per non dimenticare) il lavoro compiuto dallo studio Sirito di Savona (ingegneria civile, idraulica e marittima) una documentazione assai eloquente e che riguarda in buona parte le spiagge del Ponente Ligure.  Ma anche delle coste tunisine, siciliane, sarde e del Friuli Venezia Giulia. Per conto di Regioni, Province, Comuni. Compresa la difesa delle coste del Tirreno su incarico del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici. Nessuno dei Sirito ha fatto parte di partiti o lobby di varia estrazione, se non quella professionale. Leggi a fondo pagina gli ultimi stanziamenti della Regione  Liguria (1 milione e 336 mila euro) per la difesa delle spiagge di 59 comuni costieri.

Dopo la mareggiata: riflessione su come orientare la ricostruzione

Tutta la costa ligure è stata duramente colpita dall’ultima mareggiata. Ora stiamo valutando i danni. Ma sarà bene approfondire qualche riflessione prima di impiegare i rimborsi. Vale la pena di ricostruire senza se e senza ma, com’era e dov’era? Non dovremmo, invece, senza rinunciare ad un settore di sana e ricca economia, avviare una riflessione su come fare per operare ed agire per un futuro più sicuro, in quanto più rispettoso delle dinamiche degli elementi naturali, tenendo conto di una preoccupante evoluzione climatica?

Non si potrebbe condizionare l’erogazione dei soldi di compenso dei danni alla realizzazione di strutture più pensate e condivise?  Invece di rifare uguali le strutture danneggiate, in attesa della prossima mareggiata, non potremmo sviluppare progetti più meditati ?

Crediamo che l’equilibrio con il territorio non sia connesso a forme di sfruttamento violento: muri, dighe, ripascimenti, e, se non bastano, più muri, più dighe e più ripascimenti, ma crediamo che sia connesso a più progettualità e più rispetto. E’ così brutto il nostro mare da avere bisogno di assomigliare alla città ?

Per i motivi sopra esposti il Consiglio Regionale di Italia Nostra ha organizzato il  Convegno “La Liguria dopo la mareggiata: dobbiamo cambiare qualcosa?”, che si terrà il 26 gennaio dalle 15,30 alle 19 nell’Auditorium di Palazzo Rosso.

Alle relazioni iniziali degli universitari Roberto Bobbio e Giovanni Besio, seguiranno quelle di Ernesto Schivo (bagni marini) e di Corinna Artom e Isabella De Benedetti, rappresentanti degli enti locali Regione e Comune. Seguirà il dibattito con gli interventi di associazioni e di altri enti.

Roberto Cuneo, Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra

LO STUDIO SIRITO DI SAVONA ( studio Volta dal 1958 mal 1992) HA UN COPIOSO CURRICULUM CHE DOCUMENTANO I MAGGIORI INTERVENTI DI INGEGNERIA MARITTIMA  IN LIGURIA E NON SOLO. TRA PROGETTI, RELAZIONI, PUBBLICAZIONI, DIFESA E RICOSTRUZIONE DELLE SPIAGGE.

Riccardo Borgo in una foto d’archivio

Al convegno di Genova forse sarebbe stato utile, tra i relatori, coinvolgere il geom. Riccardo Borgo, emerito presidente dei Bagni Marini della provincia di Savona, della Liguria e nazionale, ma anche sindaco di Bergeggi, località che ha saputo valorizzare con sapienti e saggi criteri la sua fascia costiera. Basterebbe la documentazione fotografica di ieri ed oggi, con gli interventi che si sono susseguiti. Con denaro pubblico che non è stato speso invano come possono testimoniare per primi i titolari di concessioni demaniali della cittadina. Un esempio che dovrebbe fare scuola.

Fai un click per ingrandire la lettura

La costa di Bergeggi in una foto d’archivio

 

CONTRIBUTI DELLA REGIONE PER IL RIPASCIMENTO

Il 21 dicembre comunicato stampa – La Regione Liguria assegna oltre 1 milione e 300 mila euro a 59 Comuni costieri di contributi per ripascimento, riqualificazione e difesa della costa, derivanti dalle entrate ricavate dall’imposta regionale sulle concessioni statali di beni del demanio marittimo.

PROVINCIA COMUNE CONTRIBUTO SPETTANTE
SV ALASSIO 41.174,08
SV ALBENGA 24.795,08
SV ALBISSOLA MARINA 7.870,43
SV ALBISOLA SUPERIORE 9.858,84
SP AMEGLIA 9.017,23
SV ANDORA 20.429,81
GE ARENZANO 25.414,73
SV BERGEGGI 14.094,63
GE BOGLIASCO 6.501,66
SP BONASSOLA 6.714,37
IM BORDIGHERA 34.265,49
SV BORGHETTO S.S. 12.522,39
SV BORGIO VEREZZI 13.160,54
GE CAMOGLI 5.095,89
IM CAMPOROSSO 2.349,10
SV CELLE LIGURE 22.852,91
SV CERIALE 33.858,56
IM CERVO 7.445,00
GE CHIAVARI 26.543,04
IM CIPRESSA 2.524,83
GE COGOLETO 25.932,64
IM DIANO MARINA 34.515,20
SV FINALE LIGURE 48.989,01
SP FRAMURA 7.306,27
GE GENOVA 112.479,57
IM IMPERIA 45.039,92
SV LAIGUEGLIA 29.012,37
GE LAVAGNA 33.747,57
SP LERICI 21.345,41
SP LEVANTO 8.166,38
SV LOANO 50.191,31
GE MONEGLIA 18.274,93
SP MONTEROSSO 7.981,41
SV NOLI 15.750,10
IM OSPEDALETTI 22.603,20
SV PIETRA LIGURE 24.758,09
GE PORTOFINO 1.082,07
SP PORTOVENERE 59.088,31
GE RAPALLO 22.298,00
GE RECCO 10.247,28
SP RIOMAGGIORE 10.959,41
IM RIVA LIGURE 11.727,03
IM S.BARTOLOMEO AL M. 11.995,23
IM S.LORENZO AL M. 15.824,09
IM SANREMO 101.732,88
GE SANTA MARGHERITA L. 31.167,26
IM S.STEFANO AL M. 18.709,60
SP SARZANA 34.163,75
SV SAVONA 16.036,80
GE SESTRI LEVANTE 32.942,96
GE SORI 6.954,83
SV

 

SPOTORNO 19.264,51
IM TAGGIA 9.803,35
SV VADO LIGURE 9.747,86
IM VALLECROSIA 8.628,80
SV VARAZZE 29.521,04
IM VENTIMIGLIA 37.992,61
SP VERNAZZA 1.470,50
GE

 

 

Totale

 

ZOAGLI

 

 

 

 

2.941,01

 

1.336.881,15

 

 

Lavoro in Liguria / Unioncamere conferma: trend negativo. Perché Savona è maglia nera

$
0
0

Unioncamere in accordo con ANPAL ha comunicato i dati previsionali riguardanti le assunzioni in Liguria per il primo trimestre 2019. La fase, in generale, si presenta come quella di avvio del “decreto dignità” infilato nel solco del job act e in attesa del “reddito di cittadinanza” e del previsto potenziamento dei Centro dell’Impiego in funzione della stipula dei cosiddetti “patti per il lavoro”.

a cura di Franco Astengo

Dal nostro punto di vista si conferma così un”trend” ormai in atto da tempo che può ben essere giudicato come negativo confermando per quel che riguarda la Liguria, e in particolare la provincia di Savona, il dato della contrazione nella possibilità di assunzioni e la crescente dequalificazione della figure richieste.

Analizzando i singoli punti si comprendono al meglio le ragioni di questo nostro giudizio:

1)    Sul piano nazionale si registra una flessione delle entrate di lavoro previste, sia su base mensile (-49.510 rispetto a gennaio 2018), sia trimestrale (-58.620 rispetto al periodo gennaio – marzo 2018). Appare carente, soprattutto, la capacità di programmazione dello sviluppo da parte delle imprese.

2)    A livello regionale i contratti programmati dalle imprese nel mese di gennaio risultano in calo di 690 unità rispetto al gennaio 2018.

3)    Unioncamere fa notare come dall’analisi degli ultimi 12 mesi risulta evidente un picco di assunzioni nel mese di giugno, in preparazione delle stagione estiva, quasi totalmente assorbite dal settore turistico. Si tratta di un dato al riguardo del quale abbiamo avuto più volte l’occasione di rimarcare come segnali un dato di debolezza della nostra economia. Si tratta di lavori stagionali (che nascondono anche una buona quota di lavoro nero) : così si dimostra tutta l’insufficienza di una economia fondata sul turismo in luogo di una complessità di presenze produttive imperniate prima di tutto sull’industria;

4)    Nella sostanza, tornando ai dati del primo trimestre, il 76% delle entrate previste sarà assorbito dal settore dei servizi, all’industria rimarrà il restante 24%.

5)    Rispetto alla struttura dimensionale delle imprese il 66% delle entrate riguarderà aziende con meno di 50 dipendenti: frammentazione che nasconde un alto indice di fragilità;

6)    Emerge anche una crescita di difficoltà di reperimento per figure ad alta specializzazione con un aumento di 7 punti dal 25% del gennaio 2018 al 32% attuale;

7)    In provincia di Genova sono circa il 22% le imprese con dipendenti che prevedono nuove assunzioni, che nel primo trimestre del 2019 ammonteranno a 16.250 (il 6,1% in più rispetto al 2018), di cui 10.210 tra febbraio e marzo: tra le figure professionali più richieste dalle imprese troviamo sempre al primo posto cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (2.020), seguono tecnici delle vendite (1.300) e conduttori di mezzi di trasporto (1.230), che insieme rappresentano il 28% delle entrate complessive previste.

8)    Nell’estremo ponente, su 4.920 imprese con dipendenti, il 21,8% ha comunicato l’intenzione di assumere nuovo personale. Delle 3.020 assunzioni programmate (il 2,3% in meno rispetto al 2018), di cui 1.910 tra febbraio e marzo, il 23% riguarderà cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (700), seguiti da personale non qualificato nei servizi di pulizia (380) e commessi (250).

9)    A Savona il 23,3% delle imprese con dipendenti prevede 4.150 assunzioni (l’11,5% in meno rispetto al 2018), di cui 2.920 tra febbraio e marzo, che privilegiano anche in questa provincia figure legate ai servizi turistici e commerciali: cuochi e camerieri (830), personale non qualificato nei servizi di pulizia (420) e commessi (300). Savona rimane al provincia nella quale le difficoltà risultano sempre più rilevanti. Difficoltà nelle previsioni cui va aggiunto, nell’analisi complessiva, la situazione drammatica di Piaggio e Bombardier e la deludente (per chi ci aveva creduto) vicenda della dichiarazione di area di crisi industriale complessa;

10) Infine alla Spezia si registra la quota più alta di imprese con dipendenti che intendono assumere nel primo trimestre, il 26,0%. Le assunzioni programmate sono 4.180 (in calo dello 0,9% rispetto ad un anno fa), di cui 2.950 tra febbraio e marzo: al primo posto vengono richiesti cuochi e camerieri (930) e a seguire operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (510) e personale non qualificato nei servizi di pulizia (370). Si noti come nella provincia di La Spezia siano presenti richieste per i settori metalmeccanici ed elettromeccanici completamente assenti nelle altre provincie.

L’esperto: dove va la Sanità ligure, modello Toti-Viale e alle prese con il ‘buco’ ereditato.S.Corona senza angiografo, ma 3 al San Paolo

$
0
0

L’unico angiografo dell’emodinamica e cardiologia interventistica si è rotto, cosa gravissima, nel corso di un intervento alle coronarie. Parliamo di uno strumento vitale per i pazienti del reparto. “Accade al S.Corona, Dea di II livello – spiega a IVG.it il consigliere regionale del Pd, Luigi De Vincenzi – e non può restare senza angiografo. Lungi da me voler fomentare la competizione già troppo marcata con il San Paolo, perchè Pietra Ligure (con il bacino del ponente ndr) deve averne uno solo, vecchio e per di più mal funzionante ?”. Intanto l’assessore Viale a tamburo battente ha fatto sapere che si “provvederà d’urgenza all’acquisto del nuovo angiografo”. Facciamo un nodo al fazzoletto ed un segno sul calendario. Perchè, aggiungiamo, la politica è usa palleggiarsi responsabilità e colpe con l’alternarsi al governo ? Intanto quale futuro per la Sanità ligure, del savonese ? Quali prospettive, secondo il giudizio di un ex manager che non parla in politichese. Cosa ha lasciato in eredità la coppia Burlando – Montaldo ? E quel Miceli che non si risparmiava in dichiarazioni stampa. Oltre all’arroganza dell’ex assessore alla Sanità, ma anche i nominati al vertice dell’Asl 2, quale Flavio Neirotti per anni  ‘dominus’ al Santa Corona prima e poi all’Asl  2 fino al ‘licenziamento’ in tronco.

Claudio Moltaldo, già assessore alla Sanità e Neirotti, ex direttore generale Asl 2 Savonese

Il dr. Neirotti (nessun tifo per le pendenze giudiziarie, anzi), non avrebbe avuto forse il dovere di far sentire la sua ‘voce’, la sua esperienza e testimonianza, almeno di fronte alle maggiori problematiche e scelte compiute da Regione e ASL 2 che ha diretto, per nomina politica e per la quale veniva profumatamente ricompensato ? L’ultima volta, almeno che si sappia, si è visto ad una riunione pubblica alla vigilia delle comunali di Borghetto S. Spirito: un’assemblea promossa da Forza Italia. E’ stata sufficiente la sua presenza per mandare su tutte le furie esponenti leghisti che temevano la candidatura a sindaco di Neirotti, poi smentita dal centro destra. Neirotti, laureato in sociologia indirizzo politico ed economico, direttore generale dal primo luglio 2008   fino al febbraio 2016 quando fu licenziato dalla Regione in concomitanza con l’indagine sull’ortopedia privata ad Albenga. Dopo aver ricoperto, dall’età di 46 anni, al Santa Corona, ruoli direttivi a partire dal 1997: dal Provveditorato all’Economato, a responsabile del personale, agli affari legali, dipartimento giuridico, a dirigente amministrativo, a direttore generale dell’azienda ospedaliera Santa Corona.

FOTOGRAFIA ALIENA DI OPINIONI PERSONALI DI UN EX MANAGER  – DOCENTE

“Quando si parla del mondo sanitario bisogna ricordarsi che si è di fronte a uno spaccato di sofferenza, umanità, lavoro onesto di tanti operatori, straordinaria generosità e cupidigia. In mezzo c’è il tempo che passa, i modelli internazionali a cui ci si ispira, le enormi ricadute delle scoperte scientifiche, le risorse che sono sempre meno e certamente insufficienti per far reggere organizzazioni preesistenti. Quando quindi si parla di questi temi è indispensabile fuggire dal particolare, fare tre passi indietro e osservare la scena senza patos, ma come fanno gli storici, usare strumenti distaccati per cercare di raggiungere l’obbiettività. Cosa non facile certamente”.
Utile chiarire e sapere.
1- I soldi raccolti dalle tasse vengono gestiti in tutti i sistemi statali da chi ha il potere, sia autoritario che elettivo, secondo scelte politiche
2- Chi ha il potere nomina dei mercenari obbedienti che seguano pedissequamente, con opportuna discrezione, le rigide direttive facendo credere che anche le scelte più dolorose siano proprie.
3- I comitati di gestione di vecchia memoria con i loro presidenti si comportavano nello stesso modo lasciando un respiro alla clientela professionale per fini elettorali.
4- Caduto il muro di Berlino, dopo pochi anni, il governo Amato (1992 ) ha fatto approvare al Parlamento una riforma dello Stato sotto dettatura del Fondo monetario internazionale .
5- La tolleranza sulle follie dell’economia italiana da parte delle potenze economiche era finita. La geopolitica era cambiata con la vittoria del fronte occidentale e delle sue regole.
6-La riforma prevedeva la radicale riorganizzazione delle pensioni, della finanza pubblica, del pubblico impiego e della sanità con leggi di settore.
7-Per la sanità nascono le Aziende che devono chiudere in pareggio i bilanci, i direttori generali con potere monocratico, il budget, il ridimensionamento del potere dei primari chiamati da un direttore generale Capireparto di linee di produzione…..quindi direttori. Anche le assicurazioni private erano auspicate.
8- E’ passato quasi un quarto di secolo e il processo come è evidente non è terminato.
9- Nel mentre l’Università ha attivato il numero chiuso degli accessi a medicina e alle successive specialità.
10- Oggi il sistema non ha più medici giovani da assumere sia per sostituire i medici di famiglia, sia i medici specializzati da sostituire a quelli andati e che andranno presto in pensione dagli ospedali.
11- Nel mentre gli stipendi sono bloccati da quasi vent’anni.
12- La Giunta Toti -Viale per sopperire alla carenza di denaro, al buco ereditato dalla giunta precedente nel bilancio Sanità, ha deciso di riformare il sistema ligure privatizzandolo del 15/20 per cento e aprendo ai privati la gestione in convenzione degli ospedali piccoli condannati alla chiusura (Bordighera,Albenga,Cairo Montenotte) pari a 300 posti letto circa più ambulatori, e a Genova appaltare un ospedale da 400 posti letto agli Erzelli con la conseguente chiusura di Sampierdarena, Voltri...ecc. trasformandoli in piastre ambulatoriali. Anche Quarto è passato ai privati come rsa-rp.
13- Nel contempo su tutto il territorio regionale è stata applicata la legge Balduzzi N°70/2015 che in estrema sintesi assegna le specialità negli ospedali in funzione dei bacini di utenza secondo dettati di qualità internazionali..imponendo la soppressione dei doppioni …
Senza aver chiaro i particolari di ogni punto è difficile esprimere qualsiasi valutazione sulla situazione in atto.
Il tutto fa emergere una complessità del sistema dove il punto di caduta non è facile prevedere. Ci avviamo verso una sanità liquida secondo la profezia più generale di Zygmunt Bauman. Lo spappolamento dell’organizzazione esistente senza intravvedere il traguardo finale. Che comunque non deve essere allegro per noi cittadini. Quanto sopra è una fotografia aliena dalle mie opinioni personali.

Per i direttori generali dell’intera regione c’è da sottolineare che tutti scadranno nel prossimo luglio e quindi già oggi sono alla legittima ricerca di contratti sicuri di tre anni rinnovabili di due. La Regione Liguria dovrà attivare una nuova legge nazionale di selezione. Piemonte e Lombardia sono partiti subito e hanno nominato i nuovi direttori generali a novembre e a dicembre. La dipartita di Porfido per chi del mestiere non è stata quindi inattesa ma la nomina, questa si improvvisa, nell’Asl di Valle Olona (Busto Arsizio) ha accelerato gli eventi.

DE VINCENZI: 2 ANGIOGRAFI AL S. CORONA FUORI USO, 3 AL SAN PAOLO, UNO NUOVISSIMO 

LA DICHIARAZIONE DI LUIGI DE VINCENZI, VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE PER IL PD, PUBBLICATA DA IVG.IT – Il reparto di emodinamica del Santa Corona ha bisogno urgentemente di un nuovo angiografo: l’unico a disposizione, oltre a essere vecchio, si rompe con una certa frequenza e ora anche durante gli interventi. La Regione e l’Asl ne acquistino uno al più presto, ne va della salute e della sicurezza dei pazienti”……chiunque conosca il Santa Corona, a partire dai pazienti e dal personale sanitario, sa che da qualche anno a questa parte il servizio è peggiorato gradualmente. …. medici e infermiere che, anzi, grazie alla loro professionalità, riescono costantemente a rimediare alla carenze tecniche di cui è vittima il presidio sanitario. Il problema è il depauperamento continuo dei servizi”….. diffondendo la fotografia dei due ecocardiografi, costantemente rotti abbandonati nelle corsie di cardiologia. In quell’occasione l’allora direttore generale dell’Asl 2 Porfido aveva polemizzato con me (che avevo avuto l’unica colpa di diffondere le preoccupazioni di medici e infermieri) senza mai ammettere la verità. Adesso però sono direttamente i medici della cardiologia interventistica, più che mai preoccupati ed esasperati, a lanciare l’allarme, visto che pochi giorni fa l’unico angiografo presente presso l’emodinamica e cardiologia interventistica si è rotto, cosa gravissima, nel corso di un intervento alle coronarie. Parliamo di uno strumento vitale per i pazienti di questo reparto”….“Il Santa Corona è un Dea di II livello – spiega il consigliere regionale del Pd – e non può restare senza angiografo. Lungi da me voler fomentare la competizione già troppo marcata fra i due ospedali, ma vorrei rilevare che al San Paolo di Savona, Dea di primo livello, per esempio, pare che gli angiografi siano tre, di cui uno nuovo. Perché l’emodinamica di Pietra Ligure deve averne uno solo, vecchio e per di più mal funzionante? Verrebbe da credere che questo continuo depotenziamento faccia parte di una strategia precisa per declassare il Santa Corona, cosa che, peraltro, denuncio da tempo. Ma visto che l’assessore Viale continua a negare questa tendenza, dia un segnale concreto e proceda all’acquisto di angiografo per l’emodinamica. Non era possibile, vista la situazione di estrema emergenza e trattandosi di un macchinario vitale per la salute dei pazienti, procedere, secondo le norme di legge, con l’acquisto diretto senza gara? Non è già stato fatto in altri casi? L’assessore valuti anche questa possibilità, ne va della vita dei pazienti.”.

COMUNICATO DELLA REGIONE PER L’ADDIO A SORPRESA DI PORFIDO –

Eugenio Porfido ex direttore generale Asl 2 del savonese

18 DICEMBRE 2018 – Rivolgiamo al dottor Porfido l’augurio di buon lavoro per il nuovo prestigioso incarico in Lombardia, ringraziandolo per l’impegno profuso in questi tre anni in Liguria, inizialmente anche con un ruolo commissariale in un momento complesso per l’Asl2 Savonese”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale circa la nomina del direttore generale della Asl2 Eugenio Porfido a capo dell’azienda socio sanitaria territoriale Valle Olona, con sede a Busto Arsizio in Lombardia. “Siamo certi – aggiungono Toti e Viale – che nell’affrontare le nuove sfide legate al ruolo di vertice che andrà a ricoprire in Lombardia, con un riavvicinamento ai propri affetti, Porfido saprà portare la sua esperienza, arricchita anche dal percorso intrapreso in Liguria, nel quale ha saputo dare un importante contributo anche all’attuazione della riforma del sistema sanitario”.

COMUNICATO NOMINA DI PAOLO CAVAGNARO  COMMISSARIO STRAORDINARIO DELLA ASL2 SAVONESE

Paolo Cavagnaro dal nuovo anno direttore generale dell’Asl 2

GENOVA. 28 dicembre –  È Paolo Cavagnaro, direttore sanitario della Asl3 Genovese, il nuovo Commissario Straordinario della Asl2 Savonese. Oggi la Giunta regionale, su proposta della vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale, ha approvato la delibera di nomina. Cavagnaro sostituirà Eugenio Porfido che, nominato direttore generale nel luglio 2016, la settimana scorsa, d’intesa con il presidente Giovanni Toti e l’assessore Viale, ha annunciato il proprio trasferimento al vertice dell’azienda socio sanitaria territoriale di Valle Olona, in Lombardia. Cavagnaro assumerà l’incarico di Commissario Straordinario dal 1° gennaio 2019 e lo manterrà fino alla scadenza naturale del contratto del direttore generale, il 31 luglio prossimo. “Sono certa che il Commissario Cavagnaro – affermano il presidente Toti e l’assessore Viale – saprà portare avanti i progetti avviati nella Asl2, nell’interesse dei cittadini. Al contempo vogliamo ringraziare Porfido per l’impegno profuso, certi che l’esperienza maturata negli ultimi due anni e mezzo qui in Liguria sarà preziosa per svolgere al meglio il nuovo incarico”.

LETTERA  DENUNCIA DI UN CITTADINO A TRUCIOLI.IT

il giorno 28/12/2018 si reca in un punto di assistenza sanitaria sotto la Rete Sanitaria pubblica regionale ligure per prenotare una ecografia di verifica, di una situazione già sotto controllo medico, per il prossimo settembre 2019 e si sente rispondere che non c’è nessuna disponibilità nell’anno nuovo, quindi l’impiegata lo invita a riprovare tra qualche mese… Questo è lo stato dell’arte della Sanità ligure, ma se il cittadino si recherà in un Centro medico privato a pagamento ( ad esempio quello di Toirano ) questo esame sarà sempre rapidamente eseguibile al pagamento però di circa 50 euro se poi ne farà due diversi nello stesso giorno, tipo fegato e tiroide o altro, il costo totale previsto e scontato sarà di circa 70 euro …. Non aggiungo altro

LA SPESA NELLA SANITA’ – DAL BILANCIO REGIONALE si legge:…..

Le risorse effettive iscritte nel bilancio di previsione per l’anno finanziario 2019 ammontano a 5.223 milioni di euro. Le risorse iscritte con vincolo di destinazione nel bilancio 2018 ammontano a 4.409 milioni di euro. Le principali risorse discrezionali a carattere ricorrente  pari a 404 milioni sono rappresentate dai tributi propri (381 milioni di euro). I trasferimenti per la programmazione comunitaria U.E./Stato 2014-2020 ammontano a 128 milioni di euro. 64,8 milioni quale quota discrezionale allocati nell’ambito delle risorse per la Tutela della Salute di cui 60 milioni per il ripiano dei disavanzi pregressi (esercizio 2018) oltre a 12 milioni per il ripiano pluriennale dei disavanzi relativi all’esercizio 2004.

Si ricorda per quanto riguarda la Sanità che, nonostante le accresciute esigenze derivanti anche dal rinnovo contrattuale, il disegno di legge di bilancio dello Stato conferma il fabbisogno sanitario nazionale in 114,43 miliardi di euro, prevedendo un incremento riguardo all’anno 2020 (2 miliardi di euro e per l’anno 2021 di ulteriori 1,5 miliardi di euro). Le Regioni hanno espresso preoccupazione rispetto ad un livello di finanziamento giudicato non coerente con il livello dei servizi da garantire e con gli impegni derivanti dai rinnovi contrattuali della sanità. Tale situazione ha determinato una revisione del sentiero di rientro dal disavanzo previsto dalla legge regionale 34/2016 che è stato oggetto di un emendamento al disegno di legge finanziaria;

In Liguria 11.950 casi di tumore nel 2018Le 5 neoplasie più frequenti con 5.671 mortiStili di vita, fumo, carni rosse, alcol, farine

$
0
0

Ogni giorno in Liguria vengono diagnosticati circa 32 nuovi casi di tumore. Nel 2018 sono stati stimati 11.950 nuovi casi di tumore (6.150 uomini e 5.800 donne). In aumento le patologie nelle donne, il 34% dei liguri è in eccesso di peso, il 23% è tabagista (fumatori). I cinque tumori più frequenti riguardano il colon retto, la mammella, polmone, prostata e vescica. In calo, invece, i decessi. Sono i dati ufficiali dell’assessorato alla Sanità della Liguria. Fattori di rischio di cui si parla poco sono: Stili di vita errati, elevato consumo di carni rosse ed insaccati, farine e zuccheri raffinati, sovrappeso ed attività fisica ridotta, fumo ed eccesso di alcol.

Presentato a Genova il volume sui numeri del cancro con l’intervento dell’Assessore Viale

LIGURIA: NEL 2018 STIMATE 11.950 NUOVE DIAGNOSI DI TUMORE

AUMENTANO I CASI NELLE DONNE, IL 34% DEI CITTADINI IN ECCESSO DI PESO

Il fumo è il principale fattore di rischio: il 23% delle liguri è tabagista. I cinque tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900). In calo i decessi. L’Ospedale San Martino centro di riferimento nella riorganizzazione della sanità territoriale 

Genova, 17 gennaio 2019 – In Liguria nel 2018 sono stati stimati 11.950 nuovi casi di tumore (6.150 uomini e 5.800 donne). I numeri complessivi confermano quelli del 2017, si registrano però una diminuzione delle diagnosi fra gli uomini (erano 6.200 nel 2017) e un incremento fra le donne (5.750 nel 2017). Nella popolazione generale, i cinque tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 61% fra le donne e al 51% fra gli uomini, in accordo con l’età media della popolazione pari a 48,6 anni, la più alta in Italia (che presenta un valore medio di 45,2 anni). Diminuiscono le morti per cancro, grazie anche ai programmi di screening e a terapie sempre più efficaci: in Liguria nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 5.671 i decessi attribuibili a tumori maligni (3.086 uomini e 2.585 donne), erano 5.886 nel 2014. È la fotografia dei tumori in tempo reale raccolta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2018”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), e presentato oggi all’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova con l’intervento di Sonia Viale, Vicepresidente e assessore alla Sanità, Politiche sociali e Sicurezza della Regione Liguria.

“Ogni giorno in Liguria vengono diagnosticati circa 32 nuovi casi di tumore – spiega la prof.ssa Lucia Del Mastro, membro del Direttivo Nazionale AIOM e Responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Anche a livello nazionale si osserva un incremento delle diagnosi fra le donne, dovuto alla sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta nella popolazione femminile. Il 23% delle liguri è tabagista. I dati contenuti nel libro permettono di impostare programmi efficaci di prevenzione: si deve fare di più per ridurre l’impatto di questa malattia perché oltre il 40% delle diagnosi, cioè più di 4.780 casi nella Regione ogni anno, è evitabile seguendo uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta). È scientificamente provato che il cancro è la patologia cronica che risente più fortemente delle misure di prevenzione”.

“In Liguria grazie anche ai programmi di screening e all’efficacia delle terapie – afferma la vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Sonia Viale – diminuiscono le morti provocate dai tumori, da 5.886 nel 2014 a 5.671 nel 2015. In questo senso ritengo che gli operatori sanitari debbano sempre più assumere consapevolezza dell’importanza del loro ruolo nell’informare i cittadini sull’importanza della prevenzione e dei corretti stili di vita, con un coinvolgimento attivo anche della medicina territoriale. Insieme ad Alisa, il lavoro che stiamo compiendo, attraverso una profonda riforma della governance del sistema, è finalizzato a garantire una presa in carico complessiva e globale delle persone, che devono essere messe al centro dei percorsi assistenziali. Questo accade già in Liguria grazie all’istituzione dei Dipartimenti Interaziendali regionali: il Diar Oncoematologico è incardinato presso l’Ospedale Policlinico San Martino così da valorizzare la vocazione dell’Irccs legata alla ricerca scientifica e rafforzare, al contempo, l’integrazione con gli altri ospedali regionali e il territorio, a garanzia di una gestione omogenea del paziente e di una migliore qualità dell’assistenza”.

“I Registri Tumori di popolazione rappresentano un importante strumento per il monitoraggio della patologia oncologica – sottolinea il dott. Paolo Contiero, consigliere nazionale AIRTUM -. Nel Nord Italia ci si ammala di più rispetto al Sud. Il tasso d’incidenza tra gli uomini è più basso del 4% al Centro e del 13% al Sud/Isole rispetto al Nord e per le donne del 6% e del 16%. Fondamentale importanza rivestono le strategie di prevenzione primaria contro l’inquinamento di atmosfera, acqua e suolo, le esposizioni professionali, il sovrappeso, l’eccessivo consumo di alcool e di carni rosse, l’abitudine al fumo e l’inattività fisica. In Liguria rilevanti i tassi di incidenza per le neoplasie del polmone e della cervice uterina per la popolazione femminile, della vescica e del colon-retto per entrambi i sessi. Si mantengono consistenti le differenze tra regioni per quanto riguarda le percentuali di sopravvivenza, che a cinque anni di distanza dalla diagnosi e per il totale dei tumori variano per la popolazione femminile dal 59% al 65% e per la popolazione maschile dal 49% al 61%”.

Nella popolazione ligure di 18-69 anni, sono molto diffuse, anche se in alcuni casi in misura inferiore rispetto alla media italiana, condizioni che rappresentano importanti fattori di rischio oncologico (Rapporto sugli stili di vita in Liguria, PASSI 2014-2017). Il 28,6% dei cittadini liguri è sedentario (33,6% Italia). Più di un adulto su tre (34%) è in eccesso ponderale: il 26% in sovrappeso (31,7% Italia) e l’8% obeso (10,7% Italia). Quasi due persone su 10 (17,8%) consumano alcol in quantità a maggior rischio per la salute (17% Italia). Inoltre, in Liguria, circa una persona su quattro (26%) in età fra 18 e 69 anni fuma, percentuale in linea con quella nazionale. Tra i tabagisti, circa uno su quattro consuma più di un pacchetto al giorno. L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora rilevante. Il 21% dei liguri dichiara che nella propria abitazione è ammesso fumare; questa percentuale scende a un non trascurabile 12% fra coloro che vivono in case in cui sono presenti minori di 14 anni. Purtroppo è ancora scarsa l’attenzione dei clinici nei confronti di queste pericolose abitudini: solo il 24% dei liguri ha ricevuto, da parte di un operatore sanitario, il consiglio di effettuare regolarmente attività fisica, al 46% dei cittadini in sovrappeso o obesi è stato suggerito di perdere peso e solo al 47% dei tabagisti di smettere di fumare.

“Un altro aspetto rilevante, anche se troppo spesso sottovalutato, riguarda l’impatto degli stili di vita scorretti nelle persone che hanno già ricevuto una diagnosi di cancro – afferma il dott. Manlio Mencoboni, coordinatore AIOM Liguria -. In Italia, fra i cittadini con tumore, è elevata la quota di fumatori abituali (20%), l’11% fa un consumo di alcol rischioso per la salute e il 38% è sedentario. In realtà, i vantaggi del movimento sono chiari. Ad esempio, uno studio che ha coinvolto più di 1.200 pazienti con tumore del colon-retto in fase metastatica ha dimostrato che la mortalità si è ridotta del 19% e la progressione della malattia del 16% nelle persone che hanno svolto 30 minuti di attività fisica moderata al giorno”.

In Liguria, la neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (1.072), seguita da colon-retto (680), mammella (387), prostata (239) e stomaco (235). Oltre agli stili di vita corretti, anche l’adesione agli esami agli screening è fondamentale nella lotta al cancro e nel miglioramento delle percentuali di sopravvivenza (Libro Bianco della Sanità 2016, Sistema sanitario Regione Liguria). Nella Regione, il 36,7% dei cittadini ha eseguito il test per individuare in fase precoce il tumore del colon-retto (esame del sangue occulto nelle feci) e il 64,2% delle donne ha eseguito la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno. E il 24,7% delle liguri si è sottoposto allo screening cervicale (Pap test, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina).

L’assistenza oncologica nella Regione è organizzata attraverso la Rete Oncologica Ligure (ora assorbita nel Dipartimento Interaziendale Regionale, DIAR, di Oncoematologia), che comprende tutte le Strutture di Oncologia Medica, Ematologia e Radioterapia del territorio. “La Rete si fonda sui principi di qualità, integrazione, dignità, sicurezza, dialogo, solidarietà e formazione – sottolinea il prof. Paolo Pronzato, Coordinatore della Rete Oncologica Ligure e Direttore Oncologia Medica 2 dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Con questa organizzazione vogliamo fornire a tutti i pazienti neoplastici un’assistenza improntata all’orientamento al malato, all’approccio a tutto campo, all’appropriatezza medico-scientifica, organizzativa ed economico-finanziaria, all’efficienza e al rispetto della persona. La presenza di diversi punti di accesso alla Rete consente al paziente di ricevere la migliore assistenza in ospedali vicini al domicilio. La Rete implica infatti l’aggregazione di centri che funzionano in base al principio della multidisciplinarietà”.

“A 40 anni dall’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale, pubblico e universalistico, rilevare che l’età media della popolazione ligure è tra le più elevate in una nazione con un’aspettativa di vita alla nascita tra le più prolungate del pianeta è segno inequivocabile e riconosciuto di un sistema che funziona e motivo di soddisfazione per chi come me dirige uno dei più grandi ed importanti ospedali italiani – sottolinea il dott. Giovanni Ucci, Direttore Generale dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino -. Ma i tumori sono una malattia dell’età avanzata e quindi, nel nostro ruolo di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ed Hub regionale per l’oncologia, questa notazione senz’altro positiva ci impone ancora maggior impegno nella ricerca scientifica ed epidemiologica ed attenzione alla qualità ed efficienza dei percorsi assistenziali multidisciplinari garantendo il massimo supporto al DIAR Onco-ematologico per i percorsi di rete. Collaborazione, multidisciplinarietà, ricerca e innovazione: solo in questo modo possiamo contribuire a migliorare i risultati fin qui ottenuti”.

“La qualità e l’efficacia della cura del cancro passa anche attraverso l’impegno ed il supporto alla ricerca scientifica in questo campo – afferma il prof. Antonio Uccelli, Direttore Scientifico dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino -. Il Policlinico è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, una delle 50 strutture di eccellenza del Ministero della Salute ed è attivamente impegnato nel supportare le attività di ricerca preclinica e clinica in ambito oncologico utilizzando strumentazioni e protocolli d’avanguardia e favorisce l’accesso dei cittadini liguri a farmaci innovativi attraverso sperimentazioni cliniche in collaborazione con le più importanti istituzioni nazionali ed internazionali”.

“Sono quasi 3 milioni e quattrocentomila gli italiani che vivono dopo una diagnosi di cancro – conclude la dott.ssa Stefania Gori, Presidente Nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar -. è un numero importante che evidenzia il peso della patologia oncologica e lo sforzo continuo per migliorare la sopravvivenza dei pazienti non solo in termini quantitativi ma anche di qualità di vita. Oggi le due neoplasie più frequenti, quella della prostata negli uomini e della mammella nelle donne, presentano sopravvivenze a 5 anni pari a circa il 90%, con percentuali ancora più elevate quando la malattia è diagnosticata in stadio precoce. Risultati sicuramente incoraggianti, che ci spingono a impegnarci ancora di più sia sul fronte della ricerca che della prevenzione”.

I NUMERI DEL CANCRO IN LIGURIA

In Liguria nel 2018 sono stati stimati 11.950 nuovi casi (6.150 uomini e 5.800 donne). I tumori più frequenti fra gli uomini sono quelli del colon-retto (950) e della prostata (950), fra le donne quello della mammella (1.650). Nella popolazione generale i 5 tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900).Si stima che nel 2018 in Italia siano stati diagnosticati 300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne). Complessivamente in Italia ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore. Le 5 neoplasie più frequenti nel 2018 nella popolazione sono quelle della mammella (52.800 nuovi casi), colon-retto (51.300), polmone (41.500), prostata (35.300) e vescica (27.100).  In generale in Italia, nel periodo 2003-2018, si conferma una diminuzione di incidenza per tutti i tumori nel sesso maschile (-1,1% per anno), legata principalmente alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata, e un andamento sostanzialmente stabile per i tumori femminili.
Mortalità: In Liguria nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 5.671 i decessi attribuibili a tumori maligni (3.086 uomini e 2.585 donne).
Nella Regione la neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (1.072), seguita da colon-retto (680), mammella (387), prostata (239) e stomaco (235).
Nel 2015 in Italia sono stati 178.232 i decessi attribuibili a tumore (99.050 uomini e 79.182 donne), tra i circa 600.000 decessi verificatisi in quell’anno. Si può affermare che, mediamente, ogni giorno oltre 485 persone muoiono in Italia a causa di una neoplasia. Il tumore che ha fatto registrare nel 2015 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.836), seguito da colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675). Per la totalità dei tumori, si osservano valori inferiori di circa il 5-10% sia al Centro sia al Sud/Isole, più marcati tra le donne, rispetto al Nord.
Sopravvivenza:In Liguria la sopravvivenza a 5 anni raggiunge il 61% fra le donne e il 51% fra gli uomini. I cinque tumori che fanno registrare nella Regione le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli del testicolo (97%), tiroide (93%), prostata (90%), melanoma (88%) e mammella (87%).
Complessivamente in Italia la sopravvivenza a 5 anni nelle donne raggiunge il 63%, migliore rispetto a quella degli uomini (54%), in gran parte determinata dal tumore della mammella, la neoplasia più frequente fra le italiane, caratterizzata da una buona prognosi. I cinque tumori che fanno registrare in Italia le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli della tiroide (93%), prostata (91%), testicolo (91%), mammella (87%) e melanoma (87%).
Al Nord si registrano valori più elevati di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi rispetto alle Regioni del Sud. In particolare nelle prime tre posizioni si collocano Emilia-Romagna, Toscana (56% uomini e 65% donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55% e 64%). In coda invece il Sud, con Sicilia (52% uomini e 60% donne), Sardegna (49% e 60%) e Campania (50% e 59%). Al Nord si registrano tassi migliori sia per il totale dei tumori nei due sessi che per le neoplasie oggetto di programmi di screening organizzato (mammella femminile, colon-retto e cervice uterina).
Prevalenza: Per il 2018 si prevede che le persone in Italia con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni, che rappresentano il 60% del totale dei pazienti prevalenti e il 2,7% della popolazione italiana, saranno circa due milioni.
Vengono definite già guarite le persone con una pregressa diagnosi di tumore che hanno un’attesa di vita, misurata attraverso modelli statistici, paragonabile a quella delle persone non affette da tumore; in Italia nel 2010 erano 704.648, pari al 27% di tutti i prevalenti e all’1,2% degli italiani, e, nel 2018, 909.514, l’1,5% degli italiani.
In Liguria nel 2018 sono stati stimati 900 nuovi casi di tumore della vescica (700 uomini e 200 donne).
Fumo di sigaretta: è senza dubbio il più rilevante fattore di rischio. È attribuibile al fumo l’85-90% di tutti i tumori polmonari. Il rischio relativo dei fumatori rispetto ai non fumatori aumenta di circa 14 volte e aumenta ulteriormente fino a 20 volte nei forti fumatori (oltre le 20 sigarette al giorno). Importanti studi hanno anche dimostrato che la sospensione del fumo di sigaretta produce nel tempo una forte riduzione del rischio.
Fattori ambientali: l’esposizione al particolato atmosferico e all’inquinamento atmosferico è stata classificata dallo IARC (International Agency for the Research on Cancer) come cancerogena per l’uomo. Esposizioni professionali a sostanze tossiche, radon, asbesto, metalli pesanti (cromo, cadmio, arsenico, ecc.). Processi infiammatori cronici, come tubercolosi, ecc.In Liguria le donne vive dopo questa diagnosi sono 25.913 (anno 2015). In Italia vivono 800.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario, pari al 43% di tutte le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e al 24% di tutti i casi prevalenti (uomini e donne).1In Liguria la sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella è dell’87%. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all’87%.1In Liguria nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) i decessi sono stati 387.

Si stima che, nel 2018, in Italia siano stati circa 52.800 i nuovi casi di carcinomi della mammella (52.300 donne e 500 uomini). è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (29%) è un tumore mammario. Considerando le frequenze nelle varie fasce d’età, i tumori della mammella rappresentano i più frequentemente diagnosticati tra le donne nella fascia d’età 0-49 anni (41%), fra le 50-69enni (35%) e nelle over 70 (22%).Fattori riproduttivi: una lunga durata del periodo fertile, con un menarca precoce e una menopausa tardiva e quindi una più lunga esposizione dell’epitelio ghiandolare agli stimoli proliferativi degli estrogeni ovarici; la nulliparità, una prima gravidanza a termine dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno.
Fattori ormonali: incremento del rischio nelle donne che assumono terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa, specie se basata su estroprogestinici sintetici ad attività androgenica; aumentato rischio nelle donne che assumono contraccettivi orali.
Fattori dietetici e metabolici: l’elevato consumo di alcool e di grassi animali e il basso consumo di fibre vegetali sembrerebbero associati ad aumentato rischio di carcinoma mammario. Stanno inoltre assumendo importanza la dieta e quei comportamenti che conducono all’insorgenza di obesità in postmenopausa e alla sindrome metabolica. L’obesità è un fattore di rischio riconosciuto, probabilmente legato all’eccesso di tessuto adiposo che in postmenopausa rappresenta la principale fonte di sintesi di estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. Pregressa radioterapia (a livello toracico e specialmente se prima dei 30 anni d’età).
Precedenti displasie o neoplasie mammarie. Sono oltre 471.000 i pazienti con pregressa diagnosi di carcinoma del colon-retto in Italia (52% maschi), al secondo posto tra tutti i tumori e pari al 14% di tutti i pazienti oncologici.1La sopravvivenza a 5 anni in Liguria è pari al 61%.  La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 65% (66% per il colon e 62% per il retto), senza alcuna differenza di genere.1In Liguria nel 2018 sono stati stimati 1.750 nuovi casi di tumore del colon-retto (950 uomini e 800 donne)
In Italia sono state stimate 51.300 nuove diagnosi di tumore del colon-retto nel 2018 (28.800 uomini e 22.500 donne). Sia tra gli uomini (15% di tutti i nuovi tumori) sia tra le donne (13%) si trova al secondo posto, preceduto rispettivamente dalla prostata e dalla mammella. Lesioni precancerose (ad esempio gli adenomi con componente displastica), circa l’80% dei carcinomi del colon-retto insorge a partire da lesioni precancerose.
Stili di vita errati, elevato consumo di carni rosse ed insaccati, farine e zuccheri raffinati, sovrappeso ed attività fisica ridotta, fumo ed eccesso di alcol.

Familiarità ed ereditarietà: circa un terzo dei tumori del colon-retto presenta caratteristiche di familiarità ascrivibile a suscettibilità ereditarie: solo una parte di questo rischio familiare (2-5%) è riconducibile a sindromi in cui sono state identificate mutazioni genetiche associate ad aumento del rischio.
Altre patologie, malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa, poliposi adenomatosa familiare (FAP), sindrome di Lynch.COLON-RETTO –

I NUMERI DEI PRINCIPALI TUMORI IN LIGURIA E IN ITALIA
Fattori di rischio – Incidenza Mortalità- Sopravvivenza- Il carcinoma del colon-retto presenta complessivamente una prognosi favorevole rispetto a molti altri tumori solidi.

Prevalenza- MAMMELLA-Familiarità ed ereditarietà: anche se la maggior parte dei carcinomi mammari è costituita da forme sporadiche, il 5%-7% risulta legato a fattori ereditari, 1/4 dei quali determinati dalla mutazione di due geni, BRCA 1 e/o BRCA 2. Nelle donne portatrici di mutazioni del gene BRCA 1 il rischio di ammalarsi nel corso della vita di carcinoma mammario è pari al 65% e nelle donne con mutazioni del gene BRCA 2 pari al 40%.In Liguria i pazienti con pregressa diagnosi di carcinoma del colon-retto sono 15.375 (anno 2015)

Fattori di rischio- Incidenza. Anche nel 2015 in Italia il carcinoma mammario ha rappresentato la prima causa di morte per tumore nelle donne, con 12.274 decessi, fra gli uomini le morti sono state 107 (ISTAT).el 2018 sono stati stimati in Italia circa 27.100 nuovi casi di tumore della vescica, 21.500 tra gli uomini e 5.600 tra le donne (11% e 3% di tutti i tumori incidenti, rispettivamente).

In Liguria nel 2018 sono stati stimati 1.650 nuovi casi di carcinoma della mammella.

Mortalità Sopravvivenza Prevalenza

POLMONE Fattori di rischio Incidenza – In Liguria nel 2018 sono stati stimati 1.350 nuovi casi di tumore del polmone (850 uomini e 500 donne). Nel 2018 sono state stimate in Italia 41.500 nuove diagnosi di tumore del polmone (27.900 uomini e 13.600 donne). Rappresentano l’11% di tutte le nuove diagnosi di cancro nella popolazione generale (più in particolare, il 14% di queste nei maschi e l’8% nelle femmine). Si registra una marcata diminuzione di incidenza negli uomini (in relazione ad una altrettanto marcata riduzione dell’abitudine al fumo), pari a -1,6%/anno negli anni più recenti. A questa tendenza fa purtroppo riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne (+1,7%/ anno dal 2006 al 2014).

Mortalità- In Liguria i decessi per tumore del polmone nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile). sono stati 1.072 (734 uomini e 338 donne). Nel 2015 sono state registrate in Italia 33.836 morti per tumore del polmone. Rappresenta la prima causa di morte per cancro nei maschi (il 26% del totale dei decessi oncologici) e la terza causa nelle donne, dopo mammella e colon-retto (11% del totale delle morti oncologiche). Anche per la mortalità come per l’incidenza, l’analisi degli andamenti temporali conferma un decremento nei maschi (-1,9%/anno nel periodo più recente) e un costante incremento nelle femmine (+0,7%/ anno nel periodo 2003-2018). Così come per l’incidenza, anche questo dato è da porre in relazione al diverso andamento dell’abitudine al fumo nei due sessi negli ultimi due decenni.

Sopravvivenza -In Liguria la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone è del 15%.
La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone in Italia è pari al 15,8%. Pur rimanendo nell’ambito di valori deludenti, presenta valori leggermente migliori tra i pazienti più giovani, passando dal 29,3% tra i 15 e i 44 anni all’8,1% tra i più anziani (75+).
Prevalenza- Il tumore del polmone rimane ancora oggi una neoplasia a prognosi particolarmente sfavorevole e pertanto poco contribuisce, in percentuale, alla composizione dei casi prevalenti. Complessivamente è stato stimato che nel 2018 vivano in Italia 104.000 persone con tumore del polmone, pari al 3% di tutti i pazienti con diagnosi di neoplasia.

PROSTATA- Fattori di rischio-L’obesità e l’elevato consumo di carne e latticini, una dieta ricca di calcio (con conseguente elevata concentrazione di IGF-1 ematico). Elevati livelli di androgeni nel sangue.
Fattori ereditari, in una minoranza di casi. 15%)
Incidenza – Nel 2018 in Liguria sono stati stimati 950 nuovi casi di tumore della prostata. Il tumore della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra gli uomini e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni. Nel 2018, in Italia, sono stati stimati 35.300 nuovi casi.
Mortalità – In Liguria i decessi per carcinoma della prostata nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 239.
Nel 2015 in Italia si sono osservati 7.196 decessi per cancro prostatico. Si tratta di una causa di morte in costante diminuzione (-1,9% per anno) da oltre un ventennio.
Sopravvivenza- In Liguria la sopravvivenza a 5 anni degli uomini con tumore della prostata è del 90%.
Prevalenza- In Liguria gli uomini vivi con questa diagnosi sono 16.042 (anno 2015).
In Italia si stima siano presenti quasi 458.000 persone con pregressa diagnosi di carcinoma prostatico, circa il 30% dei maschi con tumore e quasi il 14% di tutti i pazienti (tra maschi e femmine) presenti nel Paese.
VESCICA- Fattori di rischio- Al tabacco sono attribuiti i 2/3 del rischio complessivo nei maschi e 1/3 nelle femmine; il rischio dei fumatori di contrarre questo tumore è da 4 a 5 volte quello dei non fumatori e aumenta con la durata e l’intensità dell’esposizione al fumo. Per contro, il rischio si riduce con la cessazione del fumo, tornando dopo circa 15 anni approssimativamente quello dei non fumatori.
Circa il 25% di questi tumori è attribuibile ad esposizioni lavorative. È noto l’aumento di incidenza di carcinoma uroteliale tra gli occupati nelle industrie dei coloranti derivati dall’anilina. Evidente anche il ruolo delle amine aromatiche (benzidina, 2-naftilamina).
L’assunzione cronica di alcuni farmaci può favorire l’insorgenza di questo tumore: è noto il rischio derivante da assunzione di fenacetina, analgesico derivato dall’anilina, oggi sostituito dal paracetamolo, suo metabolita attivo e privo di tossicità renale.
Ulteriori fattori di rischio sono stati identificati nei composti arsenicali, inquinanti l’acqua potabile, classificati tra i carcinogeni di gruppo 1 dalla IARC nel 2004. Il tumore delle vie urinarie non è generalmente considerato tra le neoplasie a trasmissione familiare. È stato tuttavia documentato l’aumento del rischio di carcinomi uroteliali, specie a carico del tratto superiore (pelvi renale e uretere), in famiglie con carcinoma del colon-retto non poliposico ereditario (sindrome di Lynch).

Incidenza – In Liguria vivono 9.038 persone con diagnosi di tumore della vescica (anno 2015). In Liguria i decessi per carcinoma della vescica nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 166 (124 uomini e 42 donne).
Nel 2015 in Italia sono stati 5.641 i decessi per tumore della vescica (4.429 uomini e 1.212 donne), pari al 5% e 2% dei decessi per tumore, rispettivamente.n Italia i pazienti con diagnosi di tumore della vescica sono 269.000 (212.000 uomini e 57.000 donne). Più del 60% dei casi prevalenti ha affrontato la diagnosi da oltre 5 anni.

Mortalità -La sopravvivenza a 5 anni nei tumori della vescica in Italia è pari al 79%.

Prevalenza- Fonti “I numeri del cancro in Italia 2018” (AIOM-AIRTUM-Fondazione AIOM-PASSI)

In Liguria i decessi per carcinoma del colon-retto sono stati 680 (347 uomini e 333 donne) nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile).Nel 2015 in Italia sono stati osservati 18.935 decessi per carcinoma del colon-retto (il 53% negli uomini), neoplasia al secondo posto nella mortalità per tumore (11% nei maschi, 12% nelle femmine), e tra il secondo e terzo posto nelle varie età della vita. Età: il rischio di ammalare di carcinoma della mammella aumenta con l’aumentare dell’età, con una probabilità di sviluppo di cancro al seno del 2,4% fino a 49 anni (1 donna su 42), del 5,5% tra 50 e 69 anni (1 donna su 18) e del 4,7% tra 70 e 84 anni (1 donna su 21). La curva di incidenza cresce esponenzialmente sino alla menopausa (intorno a 50-55 anni) e poi rallenta con un plateau dopo la menopausa, per poi riprendere a salire dopo i 60 anni

Diocesi di Albenga – Imperia: concluso il risanamento, avanti tutta con la trasparenzaUn anno in rassegna con il vescovo Borghetti

$
0
0

La prima volta che ha messo piedi ad Albenga era il 22 gennaio 2015. Guglielmo Borghetti, vescovo di Pitigliano, nominato coadiutore del vescovo Mario Oliveri il 10 gennaio. L’agenzia Ansa dava notizia che Papa Francesco aveva deciso di mandare un tutor nella diocesi “più chiacchierata d’Italia”. “Sono appena arrivato – dirà ai cronisti – e conosco poco questa realtà, mi metterò subito al lavoro, cercheremo di fare le cose per bene con l’aiuto del Signore”. L’Ansa aggiungeva: “I sacerdoti che oggi hanno assistito alla sua prima celebrazione in Seminario hanno detto espressamente che per la Diocesi di Albenga “inizia una rivoluzione copernicana”. A quattro anni di distanza si può parlare di una ‘diocesi modello’ ?  Un esempio che potrebbe far scuola non solo nel mondo cristiano, nel rapporto tra la gerarchia clericale e l’informazione. E’ soprattutto un modo di concepire e mettere in pratica il potere episcopale all’insegna della trasparenza.

Dimentichiamo senza troppi rimpianti il passato con le sue lacerazioni. Pensiamo al presente e all’immediato futuro. La prima notizia è  il ritorno del sereno nei bilanci della diocesi che non riceve contributi pubblici, se non l’8 per mille dei fedeli e presto sarà dato conto di come vengono impiegate le elargizioni come ha già fatto il vescovo di Savona e Noli. “Da un’esposizione debitoria di 7-8 milioni di euro – riferisce mons. Borghetti – ci stiamo assestando ad un debito ristrutturato di  3 milioni. Si tenga conto che disponiamo pur sempre di un consistente patrimonio immobiliare. Non possiamo ‘piangere’, non siamo a rischio default”.

Dalle aride cifre che sono pur sempre elemento strategico, al termometro della ‘forza lavoro’ dei sacerdoti. Sono 145 in diocesi, 120 in piena attività. “Ad oggi posso dire di non avere  contrasti seri, situazioni gravi....”. E’ tornato il sereno par di capire con una terapia senza colpo ferire, ma determinata, intransigente quando necessario, collaborativa, senza girare attorno ai problemi. Con un altro importante punto fermo rispetto ad altri tempi. ” Abbiamo chiuso le frontiere alle vocazioni migranti – dice Borghetti senza mai tradire il pacato tono di voce – Ci sono diverse richieste, io le definisco ‘frustrate’, di ex seminaristi e parroci che vogliono venire qui.  Se avessi accolto tutti i preti stranieri che hanno fatto richieste ora avremmo almeno una ventina di sacerdoti e di seminaristi in piú. La maggior parte delle richieste da Africa e India, ma qualcuna anche dall’Italia. In seminario sono in due, studiano a Genova e siamo fieri….Aggiungerei che la nostra diocesi, soprattutto rispetto ad altre, è tutto fuorchè sotto organico”.

E’ trascorso un anno dall’ultimo incontro con i cronisti. Eccellenza qualche nuovo dispiacere…., di quelli che  magari lasciano il segno. Borghetti riflette, tergiversa, alza le mani: “….Un caso mi ha fatto soffrire, ho sofferto molto, non vorrei però parlare di un’anima che non è più tra noi e dove andremo tutti, nessuno escluso….”.

Un vescovo, facile immaginarlo, riceve posta e con i tempi moderni, si direbbe, soprattutto e mail. Quali sono, nella scala sociale, le tre  emergenze che Borghetti si trova ogni giorno ad affrontare ? “Non utilizzo i social, anche se spesso mi viene richiesto. Nelle mail ci sono richieste di aiuto. Voglio subito premettere che ho dato un taglio pressoché totale alle elemosine,  ai 5- 10- 20 euro. Diciamo che è rimasto l’1 per cento. Il 99 per cento di chi chiede aiuto viene direttamente  in Curia…. Con i collaboratori approfondiamo i casi, ricorrendo se necessario alle informazioni dei parroci e scremate si affrontano le situazioni più serie, di famiglie, bambini. Si va dagli aiuti economici per gli affitti, alla donazione di mobilio, alla possibile ricerca di una casa, non è impossibile. Mentre nessun aiuto per chi cerca un lavoro. Non sappiamo francamente a chi rivolgerci, un problema serissimo…..”.

La diocesi, l’associazionismo, i giovani, gli scout, l’Azione cattolica. Borghetti:” L’associazionismo è in crisi, ma non solo per una non adesione alla fede cristiana, crisi di adesione ad ogni tipo di fede. C’è un edonismo spicciolo che a volte preoccupa un po’. A parte ciò,  l’Ufficio pastorale giovanile ha un nuovo direttore: dopo una fase di ‘stanca’, ora è passato nelle mani di don Stefano Crescenzo”.

Altra novità, la designazione del  nuovo direttore dell’Ufficio Comunicazione della Diocesi, don Pablo Aloy, con l’annuncio che anche il sito diocesano sarà rinnovato con servizi e notizie utili per la comunità e dopo un confronto di lavoro con l’esperienza di altre diocesi. Don Pablo che ha preso il posto del pur sempre prezioso aiuto di monsignor Galdolfoal quale va tutta la nostra riconoscenza” rimarca il vescovo. Lascia la collaborazione diretta anche il dr. Eraldo Ciangherotti: “E’ stato lui stesso a chiederlo anche per impegni nell’ambito di incarichi pubblici e della politica, potrà comunque proseguire e rendere un servizio da esterno”. Il dentista ingauno è in pole position per la candidatura a sindaco, anche se la Lega nell’ambito di un accordo regionale aveva ‘prenotato’ per un suo esponente che però è difficile trovare, soprattutto dopo gli anni del trionfo della compianta zarina leghista Rosy Guarnieri.

Due domande di stretta attualità, visto che ne hanno scritto i quotidiani proprio di recente. La controversia Imu con il Comune di Ceriale, relativa all’immobile del villaggio Santa Maria Belfiore di Peagna e l’intervista ad un legale albenganese che ha annunciato richieste danni e  minacce di pignoramenti  milionari dopo la condanna passata in giudicato di don Massafferro per lo ‘scandalo della bimba di Alassio’.

Il vescovo: “Per il presunto contrasto con il Comune di Ceriale,  la notizia è vera e falsa allo stesso tempo. Pervenuta la richiesta di pagare Imu ed arretrati, abbiamo interpellato la Commissione tributaria regionale che ha obbligato il Comune a ricalcolare la tassa escludendo le aree di culto. Ora il Comune ci deve dire quanto dobbiamo pagare e provvederemo.  Aggiungo che l’immobile era stato dato in comodato d’uso gratuito alla cooperativa Jobel, ora l’abbiamo  affittato a Cooperarci. … Per l’altra questione ho letto proclami e tesi assurde…I preti non sono  nostri dipendenti, lo stipendio non lo percepiscono dalla Diocesi ma dall’8 per mille….ogni  sacerdote ha una diretta responsabilità  quando agisce in proprio…..”.

Un argomento più leggero, meno impegnativo. Abbiamo letto sui due quotidiani più diffusi di una probabile promozione  alla soglia cardinalizia, è stata citata Genova che presto si renderà vacante. Oltre a Borghetti,  il vescovo di Sanremo e Ventimiglia, mons. Tonino Suetta.  “Ho sentito e ho letto, onestamente l’ho presa a ridere benevolmente…..nulla di nulla”.

Capitolo migranti ed immigrazione: “L’anno scorso con tutti i vescovi della Liguria abbiamo firmato un documento sul tema immigrazione e la nostra posizione resta sempre la stessa. I numeri di migranti accolti dalla nostra diocesi sono rimasti  invariati. Nel 2018 non ricordo di aver ricevuto una sola telefonata con richieste di accoglienza, mentre fino all’anno prima ne arrivava quasi una al giorno. Mi telefonava il prefetto…. Non siamo contro il Governo, tanto meno contro i migranti, ma vanno messi i puntini sulle ‘I’ ogni tanto. Alcuni recenti fatti mi creano un po’ di preoccupazione: in primis va salvaguardata e messa al primo posto la dignità umana e si devono fare leggi giuste in tal senso. Quando non succede la voce si alza, non possiamo tacere. I nostri interventi di sostegno, seppur senza variazioni numeriche, vanno avanti”.

Il vescovo che inizialmente aveva trovato casa in un alloggio del centro storico in via Enrico d’Aste, ha preso possesso dei locali che hanno ospitato i vescovi, ultimo ‘inquilino’ mons. Mario Oliveri, che si è trasferito in Seminario. “Dallo scorso 29 settembre abbiamo concluso i lavori di restyling e di ripulitura del palazzo vescovile, che abbiamo riconsegnato rinnovato alla città. Il vescovo è tornato in episcopio. Qui c’è la sala riunioni, si riunisce il collegio  dei Consultori, il consiglio Diocesano per gli affari economici, il Consiglio Presbiterale, il Consiglio Pastorale diocesano: la cupola  del governo diocesano”.

E il Santuario di Balestrino?: “Nessun problema particolare, va bene, i fedeli ed i pellegrini non mancano….per il resto ognuno han una propria visione ed io ho preso atto di ciò che ho trovato….”.

In passato capitava con una certa frequenza di apprendere di lasciati di benefattori, accadeva agli ospedali, agli asili, più raramente ai Comuni. Oggi sono davvero un’eccezione e forse non è difficile farsene una ragione. E verso la chiesa…? “Direi che non c’è stato un calo, quasi sempre si tratta di lasciti, eredità alle parrocchie”.

A Imperia, anzi a Diano Marina, è nato un contrasto, una polemica non ancora sopita, per il divieto di don Silvano De Matteis,  direttore della sezione Musica per la Liturgia della diocesi,  ad un coro di alpini al concerto di Natale. “Diciamo che in chiesa si suona e si canta musica sacra….”. Pare che il motivo fosse una canzone genovese: Ma se ghe pensu…di Mario Cappello, eseguito da Bruno Lauzi, Gino Paoli, Mina, I Trilli, Natalino Otto, Ricchi e Poveri, Antonella Ruggero…. Il vescovo: “L’abbiamo cantata  alla fine della Messa all’aperto quando papa Francesco è venuto a Genova (maggio 2017 ndr), non eravamo però dentro la chiesa.  Ci vuole molta moderazione come ho già avuto modo di osservare in passato. Mi affido a don Silvano….”.

Una curiosità, che ne pensa dell’esplosione ‘tantissimi amici degli animali‘, business di prodotti, negozi che si moltiplicano. Un padre camilliano durante una predica ha ricordato la sua testimonianza tra i poveri, i diseredati, bimbi denutriti: lui è di Mendatica, ma ha sempre prestato la sua attività di ‘missionario’, tra gli ultimi, italiani e stranieri, malati, a Torino. Monsignor Borghetti: “Io amo ed ho  amato gli animali, in Toscana ho sempre avuto un gatto in casa. Certamente assistiamo, direi, ad una degenerazioni senza limiti….qualche mese fa mi è capitato durante la distribuzione dell’Eucarestia ai fedeli di vedere avvicinarsi una signora che aveva qualche difficoltà a muovere una carrozzella, li per li ho pensato ad un bambino….invece custodiva un cagnolino….”.

Il trasferimento, da Nava a Rezzo, dell’unico eremita della Diocesi, è confermato ? “Certo, certo, sono in corso lavori, è stata una sua volontà ed è nostro dovere rispettarla, proprio quanto eremita”.

Il vescovo si congeda dopo aver ricordato che la ‘Casa F.A.C.I’  di Marina di Massa,  ai residenti della Diocesi pratica uno sconto del 10 per cento, che sale al 20 se iscritti Faci.  Una struttura affacciata sul mare, con parco, 68 camere, in un piacevole  contesto paesaggistico non lontano da Firenze e Pisa. Con la possibilità di organizzare congressi, convegni, incontri aziendali ed associativi, sale meeting e parcheggio privato. Ovviamente una vacanza relax e chi lo desidera di preghiera e meditazione, con pranzo e cena.

Luciano Corrado

LA DIOCESI IN CIFRE

Abitanti: 173.000
Parrocchie: 163
Numero dei sacerdoti secolari:  120
Numero dei sacerdoti diocesani residenti fuori Diocesi:  21
Numero dei sacerdoti extradiocesani e religiosi con incarico: 25
Numero dei diaconi permanenti: 20
Numero dei diaconi transeunte: 0
Comunità Religiose Maschili: 12
Comunità Religiose Femminili: 8
Religiosi: 57
Religiose:  283
Seminaristi al teologico:  2

Albenga vince Calleri del centro destra, quanti candidati pionieri del bene comune! Ciangherotti resiste ? Savorè favorito ma battuto. Confermato accordo Toti- Rixi

$
0
0

Gerolamo Calleri di Salea. Il più silenzioso ha battuto i concorrenti. Confermato il ‘patto’ Toti- Rixi per le città sopra i 20 mila abitanti e che trucioli aveva rivelato l’autunno scorso. Albenga era destinata alla Lega. Come abbiamo scritto nella prima edizione del blog, tutto lasciava pensare che fosse lui la carta vincente sul filo del rasoio. Da qui l’abbraccio reciproco del centro sinistra a Ennio Fazio per anni ‘re’ della Coldiretti in provincia, tra i floricoltori del ponente, con ruoli regionali, alla Camera di Commercio, alla Comunità Europea, due mandati da sindaco di Ceriale. Il rosario delle liste per la corsa al ‘parlamento’ comunale, edizione elettorale 2019, sarà il più generoso ‘caravanserraglio’ della vita politico amministrativa dell’ultimo mezzo secolo. In crescita il numero dei candidati pronti al ‘sacrificio estremo’ pur di elargire le proprie doti sull’altare del bene comune.

Albenga, Gerolamo Calleri e l’on Franco Vazio del Pd amici da vecchia data (foto Silvio Fasano)

Privare molte ore libere alla famiglia, sacrificare il posto di lavoro,  rinunciare agli hobby, agli amici. Tutti ripetono che fare i sindaci e gli assessori in una città di provincia significa immolarsi per ‘un pezzo di pane’. Devi occuparti di mille cose, alla stregua di un padre di famiglia. La cassa dei soldi da spendere, si ripete, è sempre meno generosa. Ci metti la faccia ogni giorno quando cammini per strada. Dunque chi te lo fa fare ?

A tu per tu l’ex procuratore antimafia di Torino e Palermo con Gerolamo Calleri durante la presentazione di un libro a Villanova d’Albenga (foto Silvio Fasano)

Albenga: Umberto Bossi, da segretario della Lega Nord, dopo la visita in Comune, seduto al Carpe Diem per un piccolo rinfresco con a fianco il dr. Savorè e la giovane avv. Sonia Viale (foto Silvio Fasano) che poi diventerà sottosegretario di Stato ed ora è assessore regionale alla Sanità e mai coinvolta in inchieste giudiziarie

Perbacco i missionari del ‘bene comune’ ora spuntano come funghi per le candidature elettorali. Certo sarà interessante capire la stoffa e la statura morale e meritocratica. Chi si è abituato al salto della quaglia. Che affidabilità può avere un ‘traditore’, uno che viene eletto con uno schieramento e passa dall’altra parte. Eppure gli italiani hanno fatto il callo, l’abitudine anche a questo primato. Se è vero che nella scorsa legislatura dei tre governi (Letta, Renzi, Gentiloni) ben 504 senatori e deputati hanno cambiato gruppo. Chissà quanti elettori albenganesi, a cominciare dalle giovani leve, ricorderanno  passato e presente  di chi si mette in lista, chiede e spera, crede di meritare il voto più di un altro concorrente.

Albenga. Mirco Mastroianni, titolare azienda vitivinicola, nel 2014 eletto presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Savona (Cia) con l’amico Gerolamo Calleri (foto Fasano)

Sarà anche colpa dei media, del fatto che la memoria viene di volta in volta distratta dall’evento dell’ultima ora. E documentarsi, scavare negli archivi ci vuole volontà, tempo, pazienza. Così spesso finisce per essere dimenticato il curriculum dei candidati. La loro coerenza nell’attività pubblica. Per qualcuno magari i carichi pendenti, i reati poco commendevoli finiti in prescrizione e spacciati per assoluzione. Senza dimenticare la qualità delle accuse provate o da dimostrare.  Con la verità giudiziaria che non è necessariamente la reale.

In un’Italia che si scandalizza per la microcriminalità, che pur va combattuta, nei centri storici, nelle stazioni ferroviarie, non si indigna più di tanto per le ‘rapine’ senza mano armata o coltelli ad opera di colletti bianchi, della folta tribù di evasori che con la scusa dello Stato vorace, fanno il possibile per evadere. Con la conseguenza che a pagare sono sempre gli stessi. I di tasse evase e lotta ai furbi ormai non parlano o strillano neppure i populisti. Ecco è vero che in consiglio comunale certi temi non sono all’ordine del giorno. Ma forse c’è chi ricorda i tempi in cui i media cartacei pubblicavano l’elenco comunale dell’Imposta di famiglia. Oppure gli anni della corsa a leggere i redditi dichiarati dei contribuenti dove spesso emergevano curiosi ‘poverelli’. I quotidiani in quei giorni andavano esauriti. Oggi la privacy imperversa, siamo un paese moderno anche se penultimi in Europa quanto a lettura di giornali, con la Grecia primi in evasione fiscale e primi in assoluto, sempre in Europa quanto a mafie regnanti, a processi con imputati e parte lese o civili che vanno in prescrizione.

Il ponente ligure ha vissuto il miracolo economico grazie al boom turistico anni ’60 e ’70 ma ce lo siamo giocati arricchendo la costa ed il primo entroterra con mezzo milione di seconde case vuote almeno dieci mesi all’anno. Poi quando c’è il pienone ci mancano strade, parcheggi, viabilità nel caos. Continuiamo a far la conta di arrivi e presenze turistiche dimenticando che più dei numeri conta la capacità di spesa giornaliera. Si sta riducendo sempre più la campagna coltivata. Manca la coesione tra le tre associazioni di categoria agricole.

Il dr. Savorè con la beniamina Rosy Guarnieri e soprattutto con Matteo Salvini quando non era ancora all’apice del potere

Nelle ultime 48 ore Albenga ha letto che l’uomo forte e ‘pesante’ del potere provinciale, il loanese di ferro e sampdoriano, Angelo Vaccarezza, ha detto no alla candidatura della leghista Cristina Porro, ma chi ci ha mai creduto davvero. Non sono poi così ingenui e sprovveduti ai piani alti della politica provinciale e regionale. Ecco resta da chiedersi fino a che punto invece Vaccarezza (Toti il suo superiore diretto) sarà irremovibile nella ‘promozione’, per alcuni meritata, del giovane esperto nei meandri della politica, Eraldo Ciangherotti.  Vaccarezza fa un gioco delle parti? Vedremo i risultati finali. C’è chi sostiene come il politologo misterioso del quale riportiamo sotto un suo scritto (l’indirizzo e mail non è truccato) che sia tutta una messinscena e che  per Ciangherotti non sia ancora arrivato il suo momento peraltro tanto desiderato. C’è chi sostiene che abbia soprattutto sbagliato strategie, mai messa in dubbio a quanto pare la sua onestà e la convinzione nelle sue battaglie quasi sempre affidate a IVG.it. Come dire alla fin fine tra tanti lettori ci saranno pure coloro che mi danno ragione e che quando si recano a votare si ricordano di me. E Calleri che non ha quasi mai parlato con  IVG allora è destinato alla sconfitta ?Suvvia. Abbiamo visto gli esiti della campagna elettorale alle politiche, i soldi spesi in pubblicità proprio su Ivg che fa la parte del leone. Magari fosse cosi!

A tu per tu il dr. Savorè con il segretario della Lega Matteo Salvini(foto Silvio Fasano)

Come avevamo anticipato ascoltando su Imperia Tv, nell’autunno scorso, un intervento dell’on. Di Muro (Lega), il candidato sindaco del centro destra andava al partito di Salvini che alle politiche di marzo 2018 aveva raggiunto quota 3.465 voti (26,4%), superata solo dai M5S con 3851 voti (29,3%). Forza Italia a 2095 (15,9%). L’accordo era di vertice, ovvero Toti- Rixi.  Se il patto regge, a meno di mutamenti dell’ultima ora, sarà dunque leghista lo sfidante. E molti elementi facevano pensare che la persona giusta al posto giustofosse il dr. Sergio Savorè, farmacista già titolare, ex consigliere comunale. Alla fine fine il candidato che avrebbe potuto mettere tutti d’accordo, nel centro destra. Restava in silenzio il nome della prima ora Gerolamo Calleri. Quasi mai una dichiarazione, una presa di posizione. Si potrebbe ipotizzare che sia lui il re di picche, la carta vincente. E così è stato. E in questo senso qualcuno arriva persino a leggere la discesa in capo, a sorpresa e contromossa, di Ennio Fazio, per anni  eminenza grigia del potere a Ceriale; aveva persino trovato una convivenza con un altro ‘cavallo’ di razza dell’amministrazione locale e provinciale, Piero Revetria. 

In realtà il divorzio di Fazio se sarà suffragato da elementi concreti, segna la ribellione dell’ex sindaco alle scelte compiute a Ceriale proprio dal Vaccarezza padrone del vapore provinciale. E dire che fu proprio Vaccarezza ad imporre il vincente Fazio al

Luca Nucera, fratello innocente di Andrea, tra il sindaco di Ceriale e quello di Albenga al brindisi per le le assoluzioni della T1

gruppo di FI di Ceriale, provocando diserzioni e parecchio malumore. Fazio ha governato per due mandati da incontrastato direttore d’orchestra, forse non immaginava che la linea dura di Vaccarezza (contrario ad allearsi con un altro schieramento di destra) arrivasse al punto da provocare una defezione tale da favorire il candidato diciamo di un centro sinistra parecchio annacquato.  Fazio messo persino in disparte. Uno della sua stazza e caratura abituato a fare e disfare, non ha mai perdonato la sua giunta e la sua maggioranza di essersi opposti ad una richiesta danni nei confronti dei magistrati inquirenti che sono entrati a gamba tesa e a tutto spiano nella lottizzazione della T1 Nucera, contestando reati gravissimi. In sentenza quasi tutti assolti. Si aggiunga che il sindaco, avv. Giorgio Cangiano non ha mai fatto mancare la solidarietà al collega Fazio ed era tra i presenti alla festa di ‘Finalmente assolti !” Imputati ingiustamente, da innocenti per la giustizia italiana. Al punto che la stessa Procura della Repubblica non aveva appellato la sentenza assolutoria verso Fazio, Revetria e per reati gravi che pure erano

Ennio e Piero a Cesare quel che è di Cesare (fai un click per ingrandire l’immagine)

stati contestati e portarono al sequestro del maggiore complesso immobiliare della provincia di Savona rimasto peraltro incompiuto. La tesi più diffusa è che senza quelle imputazioni ed iniziative giudiziarie clamorose ed devastanti, la proprietà Nucera non sarebbe finita all’asta, nessun crack e che oggi nessuno vuole comprare neppure a saldo. Ennio Fazio sarà pure un duro, ma come dimenticare la solidarietà convinta e non di maniere di Cangiano sindaco di sinistra nei confronti di un collega di Forza Italia, con un passato da democristiano. (l.cor.)

ERALDO CIANGHEROTTI  SEMPRE NEL MIRINO

DEL MISTERIOSO POLITOLOGO INGAUNO ALASSINO

Angelo Vaccarezza ha candidato Ciangherotti alla Provincia proprio per fargli ingoiare il rospo della mancata candidatura a Sindaco di Albenga (una sorta di premio di consolazione o se preferite un risarcimento….). Normale che Ciangherotti abbia ringraziato Vaccarezza per l’impegno profuso (senza il quale il nostro Eraldo– peraltro il meno votato tra quelli che ce l’hanno fatta- non sarebbe stato rieletto. Normali dinamiche di buona educazione….). Adesso non si penserà che la Lega di Salvini, col vento in poppa nei sondaggi, rinunci ad avere un proprio candidato Sindaco per sostenere un forzista che non gode di particolari simpatie nel suo stesso partito per le note manie di protagonismo e i comportamenti “un po’ troppo sopra le righe” -diciamo così……..! E’ pur vero che Ciangherotti conta da sempre sul sostegno della potente Diocesi locale e non solo……(chiedere a Paolo Fracchia per maggiori ragguagli……), ma è inverosimile che Forza Italia rompa con la Lega pur di candidare Ciangherotti! Tra l’altro molti si ricordano ancora le crociate anti aborto dell’odontoiatra che certo gli hanno alienato consensi nell’elettorato femminile e il bidone di spazzatura spedito a Napoli per far parlare un po’ di sè (magari per qualcuno nella vecchia Lega questo gesto sarebbe pure un titolo di merito, ma adesso che la Lega è diventata un partito Nazionale certi peccatucci di gioventù non vengono più tollerati. I voti bisogna prenderli anche dai meridionali e ad Albenga sono in netta maggioranza… Ciangherotti dopo l’iniziale, comprensibile amarezza, si metterà l’animo in pace. Del resto è ancora giovane…avrà (forse) altre chance in futuro. E magari la mancata candidatura a Sindaco gli servirà da lezione per il futuro. Non è con l’arroganza e gli atteggiamenti da bullo (tipo le sparate contro la famiglia Costa e gli epiteti offensivi rivolti a insegnanti, Amministratori pubblici, parlamentari, magistrati etc… ) che si costruisce una leadership. A volte paga di più il basso profilo e soprattutto la diplomazia….

Il politologo ingauno – alassino

QUANDO LE ORCHIDEE DELL’AZIENDA CALLERI ERANO SUL PALCO DEL FESTIVAL DI SANREMO

Le orchidee Calleri in omaggio alla Giannini al Festival di Sanremo 2015

DAL SITO FACEBOOK  DELL’AZIENDA FLORICOLA C&G DI CALLERI GEROLAMO E CLAUDIO: Avete notato che bei bouquet hanno ricevuto gli ospiti sul palco dell’Ariston in occasione della 65esima edizione del Festival di Sanremo? Guardate bene le Orchidee Phalaenopsis bianche nel mazzo donato a Gianna Nannini. Dovete sapere che sono le nostre “bimbe”: cresciute e coccolate nelle nostre serre in quel di Albenga ! Sono i negozianti di Sanremo che hanno comprato presso di noi per poi comporre i bouquet per Sanremo. Chiedete ai signori albenganesi di regalarvele: i fiori non passano mai di moda.

Gerolamo Calleri a Fior d’Albenga 2015 con colleghi floricoltori della piana

OlivaDop Riviera Ligure al Festival di MilanoE aree protette: Savona 8 progetti, Imperia 1Pesca contributi a Noli (81 mila), Spotorno (125), Laigueglia (41), Arma (86), Bordighera

$
0
0

L’Olio Extravergine di Oliva DOP Riviera Ligure protagonista venerdì 1 e sabato 2 febbraio a OlioOfficina Festival a Milano. Altra notizia su parchi aree protette: 8 progetti, per un totale di 400 mila euro, riguardano la provincia di Savona. Un progetto da 44 mila euro la provincia di Imperia. Botta e risposta tra l’assessore all’Agricoltura regionale, Stefano Mai ed il Pd a proposito delle scelte sui parchi liguri. Mai afferma: ” Ho ereditato dalla precedente Giunta di sinistra l’ipotesi di abolire tutti gli enti parco al fine di istituire un Ente Unico Regionale che avrebbe privato ancora una volta i territori di preziosi presidi e svuotato i parchi delle funzioni non solo di tutela ambientale, ma anche di servizio nei confronti delle comunità dell’entroterra”. Contributi alla pesca: 81 mila euro per la manutenzione straordinaria della infrastrutture esistenti funzionali a rendere più efficienti le attività di pesca svolte dalla Cooperativa locale nel Comune di Noli. 125 mila euro per interventi integrativi sul molo Sant’Antonio a favore della pesca e altre attività collegate al mare nel Comune di Spotorno. 41 mila euro per la realizzazione di una piattaforma alla radice del molo attinente alla pesca nel Comune di Laigueglia. 86 mila euro l’intervento per la promozione della pesca sostenibile nel Comune di Arma di Taggia. 156 mila euro le opere a sostegno dell’attività ittica nel porto del Comune di Bordighera.

Giorgio Lazzaretti direttore Consorzio di Tutela dell’Olio DOP Riviera Ligure

L’Olio Extravergine di Oliva DOP Riviera Ligure protagonista venerdì 1 e sabato 2 febbraio a OlioOfficina Festival a Milano. Per suggellare il risultato di un’ indagine promossa proprio da OlioOfficina, assieme alla società di ricerca Amagi-For Survey, svolta direttamente nelle cucine degli italiani che ha coinvolto un campione rappresentativo di 1200 famiglie italiane che ha ricevuto un set di confezioni da 250 ml di olio extravergine di oliva e lo ha consumato seguendo le proprie abitudini casalinghe.
In particolare 40 famiglie milanesi hanno ricevuto sei diversi campioni di olio extravergine di oliva. Risultato? Il confronto si è risolto con un gradimento particolare dell’olio DOP Riviera Ligure-Riviera di Levante rispetto agli altri cinque partecipanti.
L’olio DOP Riviera Ligure – Riviera di Levante, cultivar Razzola in purezza dell’azienda consorziata Lucchi & Guastalli, è risultato infatti il più apprezzato per il suo equilibrio, la dolcezza e la versatilità, essendo stato impiegato sia per il condimento a crudo, sia per la preparazione in cottura e ancora come insaporitore, come ad esempio in una marinatura. ( Riviera di Levante, ricordiamolo, è una delle tre sotto zone in cui è suddivisa la Dop Riviera Ligure che comprende anche Riviera dei Fiori e Riviera del Ponente Savonese).
Al Palazzo delle Stelline ( dal 31 gennaio al 2 febbraio) guidati dal tema “Condimenti per il palato & per la mente”, l’Olio Dop Riviera Ligure diventerà “ambasciatore” di tutto il territorio regionale.
Il Consorzio di Tutela dell’Olio DOP Riviera Ligure sabato 2 febbraio alle ore 14 presenterà infatti il progetto pilota di turismo esperienziale che sviluppa pacchetti turistici che lo stesso Consorzio di tutela dell’olio Dop Riviera Ligure ha realizzato insieme a Ligucibario® (marketing enogastronomico) e a Volver Tour Liguria (tour operator).
” L’obiettivo è trasmettere agli ospiti i valori sapienziali e organolettici degli extra vergini a denominazione di origine protetta- spiega Giorgio Lazzaretti, direttore Consorzio di Tutela dell’Olio DOP Riviera Ligure -. La Liguria, terra complessa, difficile, con le sue colline olivate ricostruite a terrazze sorrette da muri a secco per migliaia di chilometri può essere una reale scoperta anche in chiave olivicola”.

AREE PROTETTE, ASSESSORE MAI RISPONDE A PD: “APERTI A OGNI OSSERVAZIONE NON STRUMENTALE CHE VADA INCONTRO ALLE REALI ESIGENZE DEL TERRITORIO”.
“Nessuna retromarcia sulla Val Gargassa nell’area del Beigua: abbiamo rivisto l’esclusione dopo aver ottenuto le giuste tutele per le aziende agricole”

GENOVA. “Regione Liguria crede nei suoi parchi come veicolo di promozione del territorio. La funzione primaria degli enti parco deve essere la tutela delle aree naturalistiche di maggior pregio. Non devono limitarsi a far osservare regole, vincoli e restrizioni, ma devono essere volano di sviluppo. Per questi motivi continuiamo a finanziare i parchi e le aree protette e a promuoverli, come abbiamo fatto nell’ultima campagna promozionale”. Risponde così l’assessore all’agricoltura, alle aree protette e all’entroterra Stefano Mai alle critiche del gruppo consiliare del Partito Democratico al decreto di Giunta sulle aree protette regionali.

“Proprio alcuni giorni fa – precisa Mai – abbiamo destinato attraverso la misura 7.1. del PSR circa un milione e mezzo di euro per la gestione dei siti natura 2000. Recentemente abbiamo anche approvato l’istituzione di un fondo di rotazione da un milione per agevolare i parchi nella progettazione e anticipare spese relative al PSR. Per quanto riguarda la Val Gargassa, non si tratta di una retromarcia da parte della Giunta regionale bensì di un accordo che si è concretizzato sabato a Rossiglione, dove ho incontrato Ente Parco, comunità del parco, sindaci, cacciatori ed agricoltori. Lo stralcio di quella zona (compresa nel Comune di Rossiglione) dall’area del Parco del Beigua era conseguente alla difficoltà di alcune aziende agricole a gestire i danni della fauna selvatica: nell’incontro ho preso atto della disponibilità da parte del Parco di prevedere un piano di controllo e quindi mettere in campo azioni volte alla tutela delle aziende agricole. Solo su questa base sono tornato sulla precedente decisione”.

“Considerata l’importanza di questa legge – prosegue Mai – aspetto con fiducia il dibattito in Consiglio Regionale: credo ci sia ancora lo spazio per valutare emendamenti che vadano incontro alle reali esigenze del territorio, che non siano solamente bandierine a favore di posizioni strumentali delle opposizioni. Ricordo inoltre al PD, che si accorge solamente adesso dell’importanza dei parchi, che ho ereditato dalla precedente Giunta di sinistra l’ipotesi di abolire tutti gli enti parco al fine di istituire un Ente Unico Regionale che avrebbe privato ancora una volta i territori di preziosi presidi e svuotato i parchi delle funzioni non solo di tutela ambientale, ma anche di servizio nei confronti delle comunità dell’entroterra”. “Crediamo molto nei parchi e nelle loro potenzialità ancora in larga parte inespresse – conclude Mai – ma le aziende agricole presenti sul territorio hanno bisogno di sostegno ed il mio primo compito è tutelarle con tutti gli strumenti che ho a disposizione”.

PSR 2014-2020: OK A BANDO DA 1,5 MILIONI DI EURO PER PROGETTI IN AREE PROTETTE

GENOVA. Approvata la graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento del bando Psr-Programma di sviluppo rurale 2014-2020 misura 7.1 rivolto ai gestori delle aree protette dalla rete Natura 2000. Sono 31 le domande presentate, su un budget complessivo di 1,5 milioni di euro. Otto progetti, per un totale di 400 mila euro, riguardano la provincia di Savona; quattro per un totale di 200mila euro la provincia della Spezia; altrettanti per 194 mila euro l’area metropolitana di Genova e un progetto da 44 mila euro la provincia di Imperia. Inoltre, al parco di Montemarcello Magra Vara sono stati assegnati 220 mila euro per cinque progetti, al Parco delle Cinque Terre 200 mila euro per quattro progetti, 100 mila al Parco naturale di Porto Venere per due progetti presentati, al parco di Portofino 50 mila euro per un progetto e 50 mila euro al Comune di Bergeggi per un progetto sull’area marina protetta.

“A maggio – spiega l’assessore regionale ai parchi Stefano Mai – apriremo un nuovo bando che consentirà il completamento del quadro della rete Natura 2000 regionale. Le importanti risorse, stanziate col primo bando, sono assegnate agli enti gestori delle aree protette per piani di tutela e gestione dei siti Natura 2000 e permetteranno di contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità, migliorando lo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario, salvaguardando anche il paesaggio rurale, mantenendo, ripristinando e valorizzando i servizi ecosistemici dell’alta qualità ambientale, rafforzando le opportunità per le comunità locali. I progetti finanziati dai bandi consentiranno anche di verificare lo stato della Rete Natura 2000, la distribuzione degli habitat, i contingenti e la presenza di quegli elementi e quelle caratteristiche per le quali sono state costituiti originariamente i Sic, siti di interesse comunitario. I piani dovranno infine definire schede di azione riguardo a interventi finalizzati a migliorare o a ripristinare gli habitat naturali, valorizzare le potenzialità turistiche o anche produttive, migliorarne gli effetti ecologici complessivi”.

La Liguria è tra le regioni più ricche di biodiversità. “Rappresenta caratteristiche uniche a livello nazionale – spiega l’assessore Mai – nei sui pochi chilometri di territorio trovano spazio ben tre regioni biogeografiche, l’alpina, continentale, mediterranea ed elementi tra monti e mare che valorizzano e rendono speciale il territorio anche dal punto di vista turistico e delle specificità culturali locali. Tuttavia, per mantenere questo primato è necessario un monitoraggio costante e creare le condizioni affinché resti tale. I cambiamenti climatici, l’abbandono, il disequilibrio nelle popolazioni degli ungulati e altri animali selvatici, il bracconaggio, l’inquinamento, possono far saltare gli equilibri ambientali, creando notevoli scompensi al territorio. È necessario verificare ed eventualmente apportare dei correttivi”.

PESCA: IN ARRIVO 800 MILA EURO DEL SECONDO BANDO FEAMP PER LE ATTIVITÀ DI PESCA E ACQUACOLTURA NEI PORTICCIOLI

Provincia di Savona – Nel primo bando, sono cinque i progetti finanziati con 368 mila euro: 121 mila euro per la riqualificazione della spiaggetta Porto Vado e il potenziamento della pesca nella Darsena di Savona per l’Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale; 41 mila euro per la realizzazione di una piattaforma alla radice del molo attinente alla pesca nel Comune di Laigueglia; 125 mila euro per interventi integrativi sul molo Sant’Antonio a favore della pesca e altre attività collegate al mare nel Comune di Spotorno;  81 mila euro per la manutenzione straordinaria della infrastrutture esistenti funzionali a rendere più efficienti le attività di pesca svolte dalla cooperativa locale nel Comune di Noli. A queste risorse si aggiungono le risorse del secondo bando per cinque progetti ed un totale di circa 608 mila euro: 26 mila euro per rifacimento a protezione mareggiate delle strutture e delle imbarcazioni da pesca  per il Consorzio Liguria Pesca, Ambiente, Territorio di Albenga; 304 mila euro per gli interventi di razionalizzazione e potenziamento pesca professionale nella Darsena di Savona per l’Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale; 1.400 euro per la fornitura e posa del verricello per la Società Cooperativa Il Pescatore di Noli; 140 mila euro per gli interventi volti al miglioramento del sito di pesca del Porto Marina di Capo S. Donato per Finale Ambiente spa; 136 mila euro per alcuni interventi di miglioramento delle strutture per la pesca nel Comune di Alassio.

Provincia di Imperia

Nel primo bando, è stato finanziato con 86 mila euro l’intervento per la promozione della pesca sostenibile nel Comune di Arma di Taggia mentre nel secondo bando sono finanziate con 156 mila euro le opere a sostegno dell’attività ittica nel porto del Comune di Bordighera.

Albissola: papà Mario, mamma Mirella, il figlio Paolo. Ceramiche Pastorino in mostra

$
0
0

‘Di padre in figlio – Le Ceramiche Pastorino’ è la mostra che apre il 2019 alla Fornace Alba Docilia, nel centro storico di Albissola Marina. Viene inaugurata venerdì 18 gennaio 2019 (alle ore 17,30) e resterà aperta fino a domenica 17 febbraio. E’ il percorso di una famiglia (Mario, Mirella e Paolo Pastorino) protagonista nel mondo della ceramica da oltre 75 anni. Nella struttura di via Grosso, intanto, sono ripresi gli appuntamenti settimanali con il dialetto, la dizione e l’inglese.  

Mario Pastorino

Padre, madre e figlio. La prima mostra del 2019 alla Fornace Alba Docilia di via Grosso ad Albissola Marina (inaugurazione venerdì 18 gennaio; resterà aperta fino al 17 febbraio, orario giovedì 17-19, sabato e domenica 10-12 e 17-19) è dedicata a una famiglia che dal lontano 1944 lavora nella ceramica, per oltre 30 anni – fino alla fine del 1998 – con una propria fabbrica. Papà Mario, conosciuto come Gianni (o Giannino),  nasce nel 1929 (e muore nel 2010). A 15 anni è già apprendista in una ditta che produce tazzine. Diventa un esperto torniante e conosce Eliseo Salino, direttore tecnico della fabbrica. Con lui e con un altro amico, Giovanni Poggi, nel 1958 fonda le Ceramiche San Giorgio: un anno dopo parteciperà alla realizzazione del grande pannello in ceramica destinato ad Arhus, in Danimarca, e sarà tra i protagonisti dell’epico viaggio per portarlo a destinazione. Si mette in proprio nel 1963, per fondare le ‘Ceramiche Pastorino’: la molla è una grande commessa da parte della Lavazza che promuove un prodotto che furoreggia nei Caroselli. Sposa la pittrice Mirella Fiore, che darà vita, assieme a lui, anche a un fortunato sodalizio artistico. Lei, avendo lavorato, giovanissima, in alcune delle più importanti fabbriche  di ceramica albisolesi, aveva avuto come maestri alcuni tra i più bei nomi dell’arte figurativa: porta nell’azienda familiare i frutti di quelle esperienze, contribuendo in maniera rilevante alle fortune dell’azienda, che aveva sede ad  Albisola Capo, in corso Mazzini prima e in corso Ferrari poi.

L’ultimo exploit di Mirella nella fabbrica di famiglia è del 1998: il vaso per il Confuoco. A fine ‘98 Mirella e Mario decidono a malincuore di chiudere la fabbrica, ma continuano a produrre ceramica.

Paolo Pastorino imprenditore informatico

A raccogliere il testimone da papà e mamma è il figlio Paolo, imprenditore informatico di professione. Con madre pittrice, papà ceramista e una zia insegnante di arte figurativa all’Accademia di Torino, non poteva non occuparsi anche lui di ceramica. Fin da piccolo ha l’opportunità di imparare, in fabbrica, dai familiari e dagli artisti che la frequentano. Non se la lascia scappare e va oltre: si mette alla prova, partecipa a corsi di perfezionamento e punta sulla sperimentazione, superando l’utilizzo di argilla e pennelli con la penna ad aerografo con cui sviluppa forme artistiche iper-realistiche. Partendo dalla ceramica, computer e fotografia digitale diventano ulteriori mezzi di espressione e comunicazione e portano Paolo Pastorino “alla continua ricerca di nuove tecniche stilistiche e contaminazioni innovative: dal design alla pittura, alla foto per arrivare alla scultura ceramica, fino alle avanguardie della tecnologia di stampa ad estrusione 3D di argilla, lasciando aperte le porte per nuovi panorami artistici”.

Questa mostra, a cura di Enrica Noceto, che sarà seguita, tra febbraio e marzo, da una celebrazione per i cent’anni della Fornace Alba Docilia, inaugura la quarta stagione di attività dell’Associazione ‘La Fornace’ che opera nella struttura su mandato dell’Amministrazione comunale di Albissola Marina. Mentre si va componendo il programma delle serate (giovedì 24 gennaio, alle 21, al MuDA, l’incontro dal titolo ‘I diritti dei bambini’, organizzato in collaborazione con l’associazione ‘Cultura e solidarietà’), sono ripresi gli appuntamenti tradizionali della Fornace: ‘Inuetta’ (al giovedì dalle 16,30 alle 17,30), ‘Ad alta voce’ (al giovedì dalle 18 alle 19) e ‘Ciatellando in Fornace – Chiacchiere in inglese’ (al martedì dalle 17 alle 18). 

‘I diritti dei bambini – Trent’anni di Convenzione Onu’. L’argomento dell’incontro svoltosi il 24 gennaio 2019 al Centro Esposizioni del MuDA, in via dell’Oratorio, ad Albissola Marina. La serata, a cura di Maria Campagnoli, vedeva ome ospiti Marina Marchisio, Yuri Pertichini e Paola Toni. L’appuntamento, che tratterà di diritto alla salute, allo studio e al gioco, organizzato dalle associazioni ‘La Fornace’ e ‘Cultura e solidarietà’.  

I bambini hanno i loro diritti. Sono sanciti, da trent’anni, da una Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sottoscritta dalla quasi totalità delle Nazioni e approvata dall’Assemblea generale dell’Onu il 20 novembre 1989. Riconosce che “bambino e bambina, ragazzo e ragazza, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della loro personalità, devono crescere in un ambiente familiare, in un clima di felicità, di amore e di comprensione” e che “occorre prepararli pienamente ad avere una loro vita individuale nella società, ed educarli nello spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà”. E’ difficile verificare la reale applicazione della Carta, ma il fatto che esista e che qualcuno provi a darle concretezza è già un buon segno. Come è utile parlarne.

Con queste premesse, all’inizio di un anno che segna un significativo traguardo, quello dei trent’anni, nasce l’incontro in programma giovedì 24 gennaio, con inizio alle ore 21, al Centro Esposizioni del MuDA di via dell’Oratorio ad Albissola Marina. La serata, dal titolo ‘I diritti dei bambini’, si avvale della collaborazione di due associazioni albissolesi, ‘La Fornace’ e  ‘Cultura e solidarietà’, e ha il patrocinio del Comune di Albissola Marina.

Promotrice dell’iniziativa è Maria Campagnoli, già responsabile di Asili nido e Scuole d’infanzia a Genova; ospiti della serata sono Marina Marchisio, che si occupa di Medicina preventiva di comunità e di Medicina scolastica, Yuri Pertichini, coordinatore della Rete diritti dell’Infanzia di Arciragazzi Liguria, e Paola Toni, esperta di comunicazione e formazione. Si parlerà di dispersione scolastica e di crisi della famiglia, di diritto alla salute, allo studio e al gioco. Sono invitati, in modo particolare, insegnanti, genitori e nonni.

 Mostra permanente di figurine presepiali. 

Al n. 27 di via Isola, nel centro storico di Albissola Marina,  mostra permanente di figurine presepiali, a cura di Alberto Mantero, figlio del ceramista albisolese Pietro Mantero, “Mante”, che così la presenta: “é dal lontano 1962 che modello le caratteristiche figurine in creta rossa da pignatte di Albisola, i ben noti “macachi”. In un momento difficile della mia carriera scolastica mia nonna Ciarlo Giuseppina, abile figurinaia dei primi anni del secolo scorso, mi aveva fatto dono dei suoi stampi e mi aveva insegnato a ricavare da essi, appunto, le figurine del presepe. Ancora oggi, dopo una prima cottura, le coloro a freddo con pigmenti naturali molto antichi, gli stessi di cui mia nonna faceva uso. Successivamente anche mia moglie Silvana Ercole, incontrata nel 1969, mi aiuterà a modellare un bel numero di statuine e di pecorelle con chiodi per un nostro presepe personale.

Il locale, già di mia nonna, ed oggi di mia proprietà, diventerà sede di una esposizione permanente di tutte le originali figurine fatte da mia moglie e da me, sotto la guida attenta della nonna, nell’anno 1970. Con questa iniziativa intendo ricordare e rendere omaggio alla memoria sia di mia nonna sia di mia moglie, nonchè dare ai passanti, che transiteranno in via Isola, la possibilità di vedere queste nostre antiche statuine sistemate in un luogo oggi completamente ristrutturato e riportato allo splendore d’un tempo: pare che in origine (XVI-XVII secolo) esso fosse una stazione di posta”.

Con questa iniziativa via Isola, detta nel XVII e XVIII secolo “l’Isola”, la parte centrale di Albisola, allora sede delle fabbriche ceramiche dei Piccone e dei Conrado, si qualifica ancor più come “il carrugio dell’arte”, perchè, assieme al luogo di Mantero, vi hanno sede, in ambienti altrettanto suggestivi e ricchi di storia , il “Circolo Amici della Ceramica Nicolò Poggi”, l’atelier di Anna Maria Matola, quello di Paolo Anselmo, la galleria d’arte “Balestrini” e, nella retrostante via Stefano Grosso, la galleria d’arte “il Bostrico”, le “Ceramiche Viglietti” e, poco distante, l’associazione culturale “la Fornace”, negli antichi ambienti della “Alba Docilia”, e la galleria d’arte “Eleutheros”.

Nelle foto di Angelo Nicolini, alcuni interni dell’antico ambiente di via Isola che ospita la mostra presepiale permanente a cura di Alberto Mantero.

Varazze, AgrichefFestival con gli agriturismo.Furti nell’agricoltura, ecco le proposte Cia

$
0
0

“Agrichef Festival”, il 6 febbraio a Varazze la prima edizione ligure organizzata da Turismo Verde. La rassegna organizzata da Turismo Verde di Cia-Agricoltori Italiani che si appresta ad approdare per la prima volta in Liguria, mercoledì 6 febbraio presso l’istituto alberghiero Miretti di Varazze. E ondata di Furti in campagna: la Cia chiede interventi su videosorveglianza e tracciabilità della filiera per arginarli.

Federica Crotti presidente di Turismo Verde Liguria

Una manifestazione per valorizzare tutte le risorse messe in campo dagli agriturismi del territorio, dalla produzione in loco alla ristorazione: è Agrichef Festival, la rassegna organizzata da Turismo Verde di Cia-Agricoltori Italiani che si appresta ad approdare per la prima volta in Liguria, mercoledì 6 febbraio presso l’istituto alberghiero Miretti di Varazze.

Secondo la definizione coniata ufficialmente proprio da Cia, che ne ha depositato il marchio, l’Agrichef è un cuoco di comprovata abilità ed esperienza che esercita il suo mestiere all’interno della cucina dell’agriturismo, impegnandosi a trasformare principalmente produzioni agricole aziendali, o di prossimità, nel rispetto della stagionalità e dei saperi contadini, e utilizzando nella realizzazione dei piatti ingredienti legati alla tutela della biodiversità.

«In anni in cui la televisione ci ha ormai abituato a cuochi di ogni tipo, negli agriturismi si osserva ancora una professionalità rara, che coniuga l’utilizzo di materie prime di qualità e a filiera cortissima, con la competenza e la tradizione delle ricette – spiega Federica Crotti, presidente di Turismo Verde Liguria -. Gli Agrichef che abbiamo selezionato si affronteranno in un evento culinario che vuole anche essere un momento di confronto e di crescita professionale e che, non a caso, prevede il coinvolgimento delle scuole alberghiere. I cuochi professionisti verranno così affiancati nella preparazione dei piatti dagli alunni della classe terza dell’istituto Miretti che, in questo modo, faranno esperienza di una modalità di “produrre cibo” spesso richiamata, ma poco praticata, quale è, appunto, quella in agriturismo».

Nei prossimi giorni verranno svelate nel dettaglio le aziende agricole selezionate per la prima edizione ligure di Agrichef e i componenti della giuria di addetti ai lavori e giornalisti specializzati che sarà chiamata ad eleggere il cuoco che rappresenterà la Liguria alla finale nazionale degli Agrichef Festival, in programma a Roma in primavera.

Furti in campagna: Cia chiede interventi su videosorveglianza e tracciabilità della filiera per arginarli

Aldo Alberto presidente Cia Liguria

«Non bastassero cinghiali, caprioli, corvidi e storni a fare man bassa delle nostre coltivazioni, sempre più spesso ad appropriarsi indebitamente della raccolta sono altri animali, bipedi e implumi: o in altre parole, ladri». Utilizza l’ironia Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria, per richiamare l’attenzione su un problema sempre più preoccupante: «I furti in campagna sono un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, i casi sono molteplici e non fanno distinzione di prodotto: dai fiori recisi, alle produzioni orticole e alle olive».

Negli ultimi sei mesi sono state più di 50 le segnalazioni agli uffici Cia Liguria, e 15 le denunce presentate agli organi di polizia. Non meno di 300 i quintali di olive spariti, qualche decina i quintali di ruscus e verde ornamentale, migliaia le teste di carciofo, 700 delle quali giusto pochi giorni fa in appena tre aziende dell’albenganese. Questo il quadro che si delinea per effetto dei furti in campagna.

Furti che, nella gran parte dei casi, non riguardano semplici “sbandati”, magari mossi dalla fame, ma vere e proprie organizzazioni criminali che hanno scorto in questa attività illegale un’ulteriore forma di arricchimento indebito. «Se come abbiamo ragione di credere, le cose stanno in questo modo – denuncia Alberto – non escludiamo che a completare il cerchio ci siano operatori economici che, senza troppi scrupoli, accettino di immettere sul mercato prodotti di dubbia provenienza».

Ripetute sono state, a questo proposito, le segnalazioni della Confederazione Agricoltori alle autorità di pubblica sicurezza e alle prefetture, che hanno indotto le forze dell’ordine a porre una maggiore attenzione sul fenomeno per quanto, finora, con scarsi risultati. «Anche in considerazione dell’oggettiva difficoltà nel controllo preventivo, dovuta alla tipologia e alla dispersione delle attività da proteggere, è ormai indispensabile affiancare alle misure tradizionali quelle consentite dalle nuove tecnologie. Ad esempio – propone il presidente di Cia Liguria – un’arma in più a disposizione degli agricoltori potrebbe essere l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’ingresso delle viabilità poderali, o comunque in punti strategici per l’ingresso ai fondi agricoli, per affrontare il problema a monte. A valle, invece, serve una più stretta verifica della tracciabilità del prodotto».

«Per essere efficaci e accessibili al maggior numero di imprese – conclude Alberto – questi interventi andrebbero contemplati tra le misure di sostegno volte ad accrescere complessivamente la sicurezza pubblica e privata, funzionale a molteplici situazioni di pericolo effettivo o potenziale. Per questo chiediamo che anche le aree rurali vengano comprese nei programmi di prevenzione, al momento della loro predisposizione».

Lettere /1) La mia Noli…2) Chi paga il reddito di poltronanza…3) Alassio sabbia e litorale priorità assoluta4) Varazze ping pong Bozzano – Cerruti

$
0
0

La mia Noli è una cittadina sfortunata….Da Alassio: “Li attendavamo al varco e purtroppo avevamo ragione”. Ai Commi 892 e seguenti, la Manovra 2019 prevede per i comuni il taglio del contributo Imu-Tasi di quasi il 60% rendendo inoltre impossibile l’utilizzo delle risorse residue per finanziare spese correnti. Da Alassio: “La sabbia è una priorità assoluta, ne mancano 135 mila mc. deve essere una priorità del bilancio comunale, al confronto la movida….”. La conversione dal centro sinistra al centro destra del sindaco di Varazze, avv. Alessandro Bozzano – già pubblicizzato come Pinocchio con tanto di manifesti per via della Tassa di Soggiorno – ha scatenato le ira dei militanti del partito di Berlusconi. Si sentono traditi dall’arancione presidente Toti che ha accolto, a braccia aperte, senza il capo cosparso di cenere, alle stregua di un figliol prodigo, il sindaco ricandidato dato vincente al secondo mandato.

L’avv. Bozzano, nessuna parentela con il Bozzano del sequestro ed uccisione di Milena Sutter, innamorato della formula governativa che amministra la Regione Liguria. Contestato dalla protesta del centrodestra con Gianantonio Cerruti e dal mitico giovane albergatore Andrea Valle (è stato segretario provinciale di FI e forse meno allineato del coordinatore provinciale Santiago Vacca), l’ex sindaco Pdl Giovanni Delfino, gli ex assessori Giacomo Rolletti (un battitore libero assai apprezzato) e Angelo Patanè. C’è chi ha fatto l’ipotesi che potrebbe anche essere designato l’arch. Enrico Caprioglio che nel 2016 veniva dato tra i papabili a Palazzo Sisto, nel campo del centrodestra, residente a Varazze, ma savonese da sempre. Il professionista ha lavorato sia in Italia che all’estero maturando una notevole esperienza. Fratello del più noto avvocato ed ex modella Ilaria che però l’ha spuntata in quel di Savona, con risultati non entusiasmanti. Si aggiunga che Ilaria viene data nell’orbita di Toti, possibile che il fratello le faccia uno sgarbo ?

La mia Noli…

Il dr. Pino Niccoli sindaco di Noli in carica per tre mandati

La mia Noli, paese dove sono nato nell’agosto del 1941, è una cittadina sfortunata. Come spesso accade per chi porta con sé particolare bellezza i corteggiamenti sono stati davvero troppi e la castità è andata facilmente perduta. Gli anni della seconda metà del’900 sono stati anni febbrili, di recupero economico dell’intera nazione e di conseguente riversamento di capitali dalle ricche provincie del nord sulle Riviere. Quella Ligure era lì, splendida, a due passi e finanziariamente accessibile. L’invasione fu dunque un evento naturale, una logica conseguenza di quello stato di cose. Ma a Noli questo non sarebbe dovuto accadere,ogni assalto, ogni pressione avrebbe dovuto essere contenuta se non perfino rigettata, e ne ometto le ragioni perché per un attento osservatore sono fin troppo evidenti, mi limito a dire: Storia, unicità dell’impianto urbanistico, ricchezza archeologica del sottosuolo, singolarità del contesto ambientale e territoriale. Se oggi siamo chiamati a soffrire, e non è di certo un preteso, illusorio “benessere conseguito” che può lenirci la pena, è in questa incapacità di valutazione e di critica della popolazione unite ad un deleterio indirizzo operativo che se ne deve cercare le ragioni. La storia di oggi ha dunque radici ormai lontane,è una naturale prosecuzione degli errori del passato.
Alfredo Garbarino

Finanziaria: il botto sugli enti locali
e i risvolti su reddito di cittadinanza

Melgrati: “Ecco svelato l’arcano di chi pagherà il reddito di poltronanza”. Coi tagli del 25% sulla spesa corrente bloccate assunzioni, eventi e servizi al cittadino. “Li attendavamo al varco e purtroppo avevamo ragione”. Ai Commi 892 e seguenti, la Manovra 2019 prevede per i comuni il taglio del contributo Imu-Tasi di quasi il 60% rendendo inoltre impossibile l’utilizzo delle risorse residue per finanziare spese correnti.

“In concreto per il Comune di Alassio – spiega Patrizia Mordente, Assessore al Bilancio del Comune di Alassio – si traduce in un taglio di quasi 600.000 Euro di entrate correnti. Questo porterà ad una riduzione fino al 25% della spesa corrente manovrabile che significa comprimere i servizi per i cittadini e paralizzare la macchina amministrativa. Si dovrà procedere con tagli lineari, bloccare il piano delle assunzioni, rivedendo tutto quello previsto per il 2019 in termini di manifestazioni ed eventi. L’inizio dell’anno si presenta già in salita”.

Melgrati affonda al vetriolo nei confronti della Manovra: “Tante parole poi la sostanza rimane la medesima: si pesca dalle tasche della gente, anche se in maniera indiretta, perché toccando i comuni, gli enti locali, l’istituzione più vicina alla popolazione, si toccano i servizi, il socio assistenziale,        quella promozione turistica che è la linfa vitale non già del sindaco e degli assessori, ma del sistema economico e sociale della città. Ecco svelato l’arcano di chi pagherà il reddito di cittadinanza, o forse sarebbe meglio dire reddito di poltronanza perché alla fine i tagli arrivano solo sui territori: ne hanno fatto le spese le province con i problemi che sono oggi sotto l’occhio di tutti – condizioni di strade, scuole… -. Il governo centrale entità sempre più lontana dalla gente, come tale, pare sempre più intoccabile…

Marco Melgrati

IL CENTRO PANNUNZIO: PRIORITA’ ASSOLUTA PER LA SABBIA DEL LITORALE ALASSINO, LA MOVIDA E’ UN ACCESSORIO

La mancanza di 135 mila metri cubi di sabbia,una cifra enorme ,può davvero gravemente compromettere la
prossima stagione turistica di Alassio. Il centro Pannunzio chiede al sindaco Melgrati , all’assessore al turismo con poteri speciali e all’intera Giunta di reperire i denari necessari,attuando, se necessario , attraverso un risparmio sulla spesa corrente. La sabbia è una priorità assoluta. Il successo di Alassio è  in larga misura la sua eccezionale spiaggia che va preservata come il bene più prezioso. La movida, al confronto, è‘ un accessorio del tutto secondario.
Prof. Pier Franco Quaglieni direttore generale.

LA LEZIONE POLITICHESE DEL SINDACO BOZZANO AGLI ALLIEVI CAPRICCIOSI

IO SONO UNA VALORE AGGIUNTO PER LE OPERE CHE HO REALIZZATO PER IL BENE COMUNE

Il sindaco di Varazze Alessandro Bozzano, già vicesindaco della giunta Ghigliazza,

“Quando si governa una città e si hanno a cuore solo gli interessi dei suoi abitanti è relativamente importante il colore politico della maglietta che si indossa. E’ una regola dimostrata storicamente. Chi può non riconoscere la validità amministrativa dei sindaci comunisti dell’Emilia-Romagna a partire da Bologna e chi può non riconoscere il talento di governo dei sindaci socialisti di Milano che hanno saputo porre le basi di una grande metropoli europea” commenta in una nota il sindaco di Varazze Alessandro Bozzano.

“Ora senza scomodare esempi di rilievo possiamo dire che gli amministratori o gli aspiranti tali si distinguono in due grandi categorie: quelli ai quali appartiene l’attuale Giunta di Varazze che credono di meritare stima e consenso per i progetti realizzati, per il miglioramento della qualità della vita dei concittadini, in una parola per quanto hanno fatto e per le promesse mantenute. Altri, invece, credono di dover essere scelti solo perché hanno addosso la casacca di un partito o si ritengono rappresentanti di una coalizione non tanto per i valori che essa esprime ma solo per adesione nominalistica come se il diritto a governare discendesse dalle tessere o dalle segreterie partitiche. Chi appartiene a questa seconda, purtroppo numerosa schiera, non crede nella bontà del duro lavoro amministrativo o nella politica del fare ma spera che il patrocinio del potente sia la sola investitura possibile e che il consenso dei cittadini un orpello inutile”. 

“In questi ultimi cinque anni abbiamo saputo realizzare un modello di governo del territorio capace di fare e di fare bene progetti che la città attendeva da anni. E non lo diciamo noi, che anzi in questo caso pecchiamo di modestia – prosegue – Non a caso il Governatore della Liguria Giovanni Toti si è espresso con parole di ammirazione davanti all’elenco di opere realizzate e di progetti futuri che ho avuto qualche giorno fa occasione di illustrargli nell’incontro tra la mia maggioranza e le forze economiche e sociali di Varazze. E non si è trattato solo di complimenti di rito; sono diventati sostanza con l’impegno preso dal Governatore di aiutarci finanziariamente nel completamento del lungomare Europa”. 

“La crisi della politica è cresciuta grazie al festival delle formule vuote che hanno nascosto dietro sigle partitiche il nulla progettuale e l’incapacità di governo. A Varazze l’opposizione alla maggioranza è un campione di questo e, infatti, reclama il possesso di una formula politica più che proporre un diverso modo di governare la città inchinandosi così di fatto davanti alla nostra amministrazione. Abbiamo lavorato tutti con autonomia ed indipendenza in riferimento ai programmi per la Città e con la sempre ricercata stimolazione al confronto positivo con tutte le forze democratiche al fine di ricercare la giusta collaborazione costruttiva con gli altri Enti territoriali a prescindere dai colori politici e questo è un elemento, ovvero, l’elemento distintivo dell’Amministrazione che presiedo e dell’idea amministrativa iniziata cinque anni fa e che verrà riproposta tale e quale nella mia futura lista civica”. 

“Cinque anni fa abbiamo ereditato un pesante fardello di malgoverno e di assenza progettuale e per opporci a quello sfascio abbiamo messo insieme uomini e donne, passioni, volontà e progetti di diverse fedi partitiche realizzando un’esperienza importante e di successo che oggi qualcuno vorrebbe distruggere sull’altare della più brutta partitocrazia. Non ci riusciranno. Uomini e donne che alle elezioni politiche votano destra, centro o sinistra nel Comune di Varazze hanno messo da parte le differenze per ritrovarsi sotto la bandiera del fare e del lavorare per consegnare a noi e ai nostri figli una Varazze migliore” 

Alessandro Bozzano. 

Gianantonio Cerruti ha guidato la protesta del centrodestra varazzino contro il matrimonio Toti – Bozzano

L’arch. Gianantonio Cerruti nel 2014  candidato sindaco di Varazze in quota dal Centrodestra.

“Il sindaco Bozzano si autocelebra autodeclamando immensi successi e soprattutto rivendicando da sempre coerenza nell’azione amministrativa. Al sindaco Bozzano dobbiamo riconoscere che non manca l’alta opinione di se stesso. Forse non è la stessa alta opinione che immancabilmente precedenti sindaci che hanno lavorato con Bozzano, hanno conservato di lui come vicesindaco o assessore. E forse un motivo ci sarà”

“Il sindaco, nei suoi quasi 30 anni durante i quali è stato seduto su una poltrona consiliare, ha cambiato almeno 6 o 7 partiti o aree politiche, balzando con estrema disinvoltura su tutto l’arco partitico, dalla Lega Nord al Partito Democratico e ritorno con qualche deviazione. Il tutto in nome del più becero opportunismo politico del momento, senza il benché minimo valore e ideale politico”.

“Pensiamo che la gente, i cittadini della nostra città lo sappiano bene. Sanno che la coerenza non sta nelle corde del sindaco. E tantomeno il rispetto delle opposizioni, mai ascoltate in 5 anni di amministrazione e sempre avversate con l’atteggiamento tipico di chi non sa distinguere la persona dal gruppo politico che rappresenta, a tutela e garanzia della democrazia in città”.

“Ci dovrebbe stare l’umiltà di un uomo più che di un politico ma pare che neanche quella sia cosa: apprendiamo infatti della niente meno che “entusiastica” accoglienza con cui un Toti a dire la verità piuttosto annoiato, avrebbe accolto l’esasperante elenco di opere pubbliche di cui un buon 60% sulla carta da archiviare nella categoria promesse elettorali e non realizzate”.

“La città merita qualcosa di meglio, merita la gestione di una città in maniera sostenibile per il futuro dei propri figli e non necessita di un sindaco che guarda a mantenere la propria poltrona e ai possibili clienti del momento anziché al bene della propria comunità”.

Giannantonio Cerruti

 

Strage di Stellanello e giorni della memoriaNicolickblog: Da boia partigiani uccisi e sepolti in una fossa 19 giovani del Battaglione Genova.Crudeltà e testimonianza del parroco

$
0
0

Caro trucioli, dalla Svizzera, continuò a leggere il vostro blog alla ricerca di notizie della mia terra e di quella dei miei avi. Mi sono imbattuto in un blog che rievoca uno dei primi fatti d’arme della resistenza ligure, che fa spicco per lo sfoggio di crudeltà dispiegato dai partigiani: la strage di Stellanello del 10 giugno 1944.  Io ero là e ricordo vari particolari, come il crepitio degli spari. Avevo solo nove anni, quindi la memoria vergine che cattura e fissa ricordi indelebili. In tempi successivi ebbi modo di raccogliere notizie dalla “vox populi”. E queste – come le  prime – sono ancora vive nella mia memoria. Suggerisco di leggere il resoconto, che giudico fedele e forse potrei aggiungere qualche particolare che é sfuggito al cronista. Per non dimenticare.

La strage di Stellanello 10 giugno 1944

Noli 2017: Roberto Nicolick durante la manifestazione indossa una maglietta nera con la scritta ‘Io sto con Giuseppina’, la ragazzina uccisa da partigiani perchè ritenuta una spia. Una targa è stata inaugurata, tra polemiche, per iniziativa del Comune di Noli, amministrato dal centro destra e su proposta di un consigliere (Pollero) simpatizzante di Casa Pound i cui militanti liguri presenziarono alla cerimonia. Presenti il sindaco Niccoli, il capogruppo in Regione di FI, Angelo Vaccarezza, ex sindaco di Loano, ex presidente della Provincia e a titolo personale l’assessore Leghista regionale, avv. Sonia Viale.

Stellanello è un piccolo comune della provincia di Savona, a metà strada tra il mare e l’alta via dei monti Liguri, il 10 giugno del 1944 fu teatro di un eccidio di un plotone di giovanissimi militari , tutti al di sotto dei 20 anni, che vestivano la divisa della G.N.R. Appartenente al IX Battaglione Genova, si tratta di 18 ragazzi con armi individuali e del loro comandante un sottotenente, Filippo Mugavero. Il plotone era in zona in attività di perlustrazione, viene circondato da numerosi gruppi di partigiani e dopo un breve scontro a fuoco, si arrende.

In condizioni normali i prigionieri sarebbero trasferiti ad un campo di prigionia ma la banda partigiana che li ha presi ha bel altro in mente. I prigionieri dopo essere stati depredati dei loro effetti personali sono condotti con una marcia forzata in località Pian di Bellotto, qui intorno a mezzogiorno del 10 giugno, dopo essere stati privati delle uniformi, delle scarpe e persino della biancheria, vengono passati per le armi, contro ogni più elementare norma militare e soprattutto umana.

Molti abitanti del luogo si ricordano ancora oggi, a distanza di anni, di quella colonna di prigionieri visibilmente impauriti che camminavano lungo il sentiero che li conduceva alla morte, in particolare molti di loro avendo capito quello che stava per accadere gridavano ai partigiani di risparmiare loro la vita, ma i boia furono irremovibili. L’ufficiale che guidava il plotone dei giovani soldati, Mugavero, ferito ad un braccio da cui perdeva sangue in modo copioso, non ebbe nessuna cura medica, cosa che avviene da parte di tutti gli eserciti, anch’esso venne trascinato davanti alla canna dei mitra dei carnefici, cercò in tutti i modi di rendere più pietoso questo terribile momento, chiese i conforti religiosi per sé e i suoi soldati, ma i partigiani gli risposero che non avevano tempo da perdere.

Dopo aver raggiunto il luogo della strage, tutti i 19 militari vennero assassinati e sepolti in una fossa comune. Non si capì mai le ragioni di quest’odio feroce e irragionevole che armò le mani dei partigiani. Il sottotenente Mugavero era un Cattolico praticante e aveva guidato il suo plotone sempre con grande umanità e nel rispetto delle popolazioni locali, non aveva mai ecceduto, forse si era imbattuto in un gruppo di feroci assassini che godevano a spargere sangue di repubblichini. A distanza di un anno il fratello e la sorella del tenente Filippo Mugavero, riuscirono grazie all’aiuto di un contadino che aveva posto una grossa pietra a segnare la fossa, a ritrovare il luogo. Lo scavo portò alla luce solo irriconoscibili ossa e nient’altro, ossa a cui fu molto difficile dare un nome e distinguerle l’una dalle altre. A conforto dei parenti fu la testimonianza che il capo dei boia aveva fatto al parroco di Stellanello, quando Filippo Mugavero ebbe la certezza della morte imminente, abbracciò uno per uno i suoi militari esortandoli ad avere fiducia in Dio e a cadere da uomini, espresse parole di perdono ai suoi carnefici poi si aprì la camicia offrendosi alle pallottole, gridando “Viva l’Italia”.

Roberto Nicolick

Ottobre 2018

 

Savona: in 110 alla conferenza Decreto sicurezza. Governo della paura e scelte disumane. La storia di Mosuk tra di noi

$
0
0

E’ stata una conferenza particolarmente intensa e partecipata (oltre 110 persone nella Sala Rossa del Comune di Savona) quella dal titolo “Il decreto sicurezza del governo della paura” organizzata dal Centro di documentazione “Logos”. Il provvedimento licenziato dal Parlamento all’inizio di dicembre ha infatti stravolto il sistema dell’accoglienza dando vita a una serie di rilievi giuridici e di impasse culturali a cui il composito mondo dell’immigrazione non poteva rimanere indifferente.

Le novità del decreto hanno, innanzitutto, suscitato numerose perplessità di ordine costituzionale: il decreto, infatti, stabilisce una differenza sostanziale tra i cittadini italiani per nascita (cui la cittadinanza non può essere revocata) e i naturalizzati, che potranno invece vedersi revocato lo status di cittadino in caso di condanna o fondato sospetto di terrorismo o atti assimilati. C’è chi vede in questo una violazione dell’art.3 della Costituzione.

Ma le norme del decreto dicono molto di più, a partire dall’abolizione della “protezione umanitaria”, che era prevista dal Testo Unico sull’Immigrazione. Salvo poche eccezioni tale protezione (presente nella gran parte dei paesi europei viene ora ad essere vanificata: in sostanza (e con poche eccezioni) ogni extracomunitario, indipendentemente dai motivi del suo ingresso in Italia, potrebbe essere ora considerato un clandestino (con il conseguente rifiuto di aprire i porti italiani alle navi degli stessi naufraghi nel Canale di Sicilia). Di più: la protezione umanitaria era finora riconosciuta anche ai cittadini stranieri che non è possibile espellere perché andrebbero incontro a persecuzione nel loro paese. Questo permesso di soggiorno non potrà ora più essere concesso, e sarà applicabile solo in “casi speciali” (così si esprime il decreto ) molto limitati. Anche in questo caso la norma sembra collidere con l’art.10 della Costituzione che assicura il diritto d’asilo allo straniero a cui nel suo paese sia impedito l’effettivo esercizio delle libertà democratiche previste dalla nostra Costituzione.

E ancora: la chiusura degli SPRAR a gestione comunale e il concentramento dei richiedenti asilo nei Centri di permanenza per il rimpatrio, dove un profugo potrà essere trattenuto fino a 210 giorni solo per verificare e determinare la sua identità, senza che abbia commesso alcun reato (e queste misure si applicano ora anche ai minori che fanno parte di un nucleo familiare.

In una parola, il decreto “sicurezza” fa a pezzi le norme contenute nel Testo Unico e su cui, faticosamente, si fondava il sistema di accoglienza italiano. Di questo hanno discusso gli ospiti della serata, non senza aver prima ascoltato la storia di Mosuk, un giovane profugo africano che è arrivato a Savona affrontando i fucili dei predoni del deserto e la riduzione in schiavitù in Libia per trovare un imbarco su un barcone della morte in quella fossa comune che è ormai il Mediterraneo.

I relatori (l’avvocato Sergio Acquilino, il presidente dell’ANCI Savona Franco Zunino, la vicepresidente ANPI Irma De Matteis, il Consigliere della Caritas don Adolfo Macchioli e l’esponente di “Medici Senza Frontiere” Nicola Pisani) hanno declinato con sensibilità e punti di partenza diversi lo stesso concetto: l’opposizione al decreto, che di fatto rappresenta una declinazione della cosiddetta “teoria della ciotola piena”, ovvero l’avversione di una popolazione anziana e gelosa del proprio piccolo benessere nei confronti di una nuova forza-lavoro internazionale che è già e ancor più sarà nel futuro un elemento decisivo per l’industria, il sistema pensionistico, la società italiana.

Sullo sfondo (e l’intervento finale “fuori dal pentagramma” di Sergio Cirio l’ha bene evidenziato) vi è un capitalismo rapace, che ha bisogno di una manodopera a basso costo, spaventata e disorganizzata, verso la quale indirizzare ad arte una politica xenofoba al solo scopo di comprimere i salari e non permettere “colpi di testa”. Proprio com’è accaduto a Aigues Mortes, nella mattanza del 17 agosto 1893 in cui dieci operai stagionali brutti, sporchi e sgraziati (ne ha parlato Irma De Matteis) vennero trucidati a bastonate dai compagni di lavoro francesi: solo che, quella volta, gli emigrati eravamo noi italiani.

Massimo Maccò

IL CALENDARIO DELLA SERATA . Giovedì 24 gennaio 2019 alle ore 17,00 presso la Sala Rossa del Comune di Savona (g.c.) in Piazza Sisto IV, il Centro di documentazione “Logos”, in collaborazione con A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani D’Italia Comitato Provinciale Savona, Caritas diocesana Savona Noli, “Medici Senza Frontiere”, “ComunitàServizi” e Comitato ARCI Savona organizza una conferenza pubblica dal titolo:

IL DECRETO SICUREZZA DEL GOVERNO DELLA PAURA

Presenta             Fabio Gallesio             Centro di documentazione “Logos”

Intervengono:     Sergio Acquilino         Avvocato del lavoro

Franco Zunino            Presidente ARCI Savona

Irma de Matteis            Vice presidente ANPI Savona

don Adolfo Macchioli  Consigliere Caritas

Nicola Pisani                “Medici Senza Frontiere”

A nome del Centro di documentazione “Logos” e mio personale ho il piacere di invitare all’iniziativa. 

                                                           Per il Centro di documentazione “Logos”

                                                                            Massimo Macciò


Da Savona l’ex presidente di Italia Nostra:effetti socio economici tra grandi e piccole opere. Si Tav e no Tav. Chiarezza a 360 gradi

$
0
0

Molto aspro è il dibattito pressochè quotidiano sulle grandi opere in generale. In questi giorni è vivo il caso del tunnel di 50 km sulla linea Torino-Lione. Si va dalla valutazione Si Tav:” Opera indispensabile per non fermare il Paese”. Opposta è quella No Tav: “Opera inutile se non per chi la esegue”. Occorre fare chiarezza sulla reale situazione sull’orizzonte a 360 gradi, andando oltre gli slogan per eliminare gli equivoci tecnici, ideologici di fazione e di partito, oltre quelli dei gruppi di interesse.

ALCUNI DATI E OPZIONI – Si tratta di sostituire, al costo di 20 MLD, una linea della metà dell’ottocento, con una nuova che prevede il tunnel in questione di 50 km, piuttosto che riqualificare la galleria esistente di 13 km, a costi notevolmente inferiori. Il tutto per risparmiare 20 minuti in tutto il percorso To-Li. Si noti che la galleria sulla linea esistente e funzionante, entro 4 anni dovrà comunque essere adeguata alle nuove norme di sicurezza dell’Unione Europea, altrimenti dovrà “morire”: uno spreco che appare inaccettabile salvo prova contraria.

Inoltre è bene precisare che, nel nuovo tunnel potrebbe passare un solo tipo di treni, Tav o Tac, poichè dove corre un Treno ad Alta Velocità, non possono passare quelli merci ad Alta Capacità, in quanto questi convogli merci, assai più pesanti produrrebbero un dissesto sebbene piccolo dei binari, ma comunque incompatibile con il transito in sicurezza dei mezzi super veloci. Se i circa 10 MLD risparmiati dalla scelta NO TAV fossero dirottati verso il trasporto ordinario, si otterrebbero benefici notevolmente più virtuosi e diffusi, poiché meglio distribuiti anche in coerenza con gli articoli 4 – 5 – 9 – 117 – 118 della Costituzione Italiana. Quindi un effetto garantito dalla principale legge italiana, che sarebbe difficilmente confutabile, se la tesi proposta dai No Tav fosse dimostrata.

Partiamo dalle affermazioni degli articoli, al fine di dirimere la questione dibattuta a tutti i livelli tra affermazioni inconciliabili.

L’art 4 sostiene il diritto a partecipare alle iniziative economiche e progettuali da parte di tutti. L’art 5 sostiene che tale diritto sia garantito in modo equo tra tutte le imprese anche locali. L’art 9 tutela il paesaggio e l’ambiente da tutte le iniziative dannose sul territorio.Gli art 117 e 118 garantiscono il diritto di partecipazione a tutti i cittadini, tramite gli enti regionali, proviciali e comunali alle decisioni sui lavori pubblici soggetti a grandi opere. Tradotto in parole semplici alle scelte e ai benefici devono partecipare sia tutti i cittadini, sia tutte le tipologie di ditte anche le più piccole (artigiani) e non solo le più grandi (mega aziende in possesso dei mezzi tecnologici più costosi, potenti e avanzati).

Tutte condizioni che la sistematica applicazione del modello vigente non garantisce, poiché si interviene per risolvere i problemi, in via prioritaria mediante le grandi opere, dirottando verso questo settore la grandissima maggioranza delle risorse finanziarie, anche quando le priorità sarebbero altre. Oppure senza valutare le soluzioni alternative meno impattanti e più virtuose da tutti i punti di vista, per la collettività.

In concreto se gli investimenti Tav fossero mirati, sia all’utenza ordinaria delle ferrovie molto più ampia (90%) e prioritaria, costituita dai pendolari, dai residenti sul territorio e in zone metropolitane mal servite, oltre che dai turisti, sia anche per recuperare almeno una parte delle merci dal trasporto su gomma verso la ferrovia, si ottimizzerebbe in modo equo gran parte del sistema della mobilità, minimizzando i costi e diminuendo notevolmente anche l’inquinamento.

Altro settore da analizzare è quello degli investimenti che per il tunnel sono concentrati prevalentemente sui grandi mezzi, talpa, mezzi meccanici e di trasporto, mentre i posti di lavoro creati sono piuttosto limitati, ma che infine producono un pesante impatto ambientale. Si tratta di scavare e trasportare qualcosa come 7,5 ML di metri cubi di terra e roccia amiantifera, con un inquinamento del suolo da amianto e dell’aria da gasolio, oltre all’alterazione del paesaggio della val Susa. Invece adeguando la linea e la galleria già funzionanti, i costi sarebbero sensibilmente minori e la differenza, produrrebbe posti di lavoro molto più numerosi e meglio distribuiti in molti altri settori. Sarebbero beneficiate non solo le mega imprese, ma giustamente anche quelle medie e piccole, anche artigianali, distribuite sul territorio nazionale e localmente a seconda della collocazione dell’opera, senza contare la vasta schiera delle ditte dell’indotto che producono i mezzi e le attrezzature necessarie, di diversi livelli tecnologici.

CONFRONTO COSTI-BENEFICI: TUNNEL TAC – INDUSTRIA MOBILITA’ ELETTRICA – La VolksWagen sta investendo negli USA in uno stabilimento per produrre auto elettriche 800 ML, che creano subito 1000 posti di lavoro duraturi per alcuni decenni produttivi. ( La Stampa del 15/01/19 ). Inoltre i veicoli elettrici prodotti, mentre diminuiranno il costo della mobilità su gomma agli automobilisti, contribuiranno a diminuire l’inquinamento dell’aria, i danni sulla salute e sull’ambiente. Viceversa, i primi 6 km di tunnel scavati in Francia con un investimento di 1,4 MLD, hanno impiegato 500 posti di lavoro per 3 anni, mentre i benefici per gli utenti inizieranno solo alla fine della costruzione della grande opera, tra oltre un decennio. ( TGR Liguria ore 14 del 12/01/19 ). Peraltro molto rilevanti risultano le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia su La Stampa del 20/01/19 a sostegno della ” Apertura dei cantieri delle grandi opere ( sopra 100 ML ) già finanziate con 26 MLD, in grado, secondo l’Associazione dei Costruttori ( Ance ) di avere effetti sull’economia di quasi 90 MLD, generando 400 mila posti “, in riferimento a strade e ferrovie.

Certamente occorre ricordare che almeno alcune di queste sono ritenute non sostenibili, e quindi occorre valutare caso per caso il rapporto costi / benefici. In sintesi il tunnel non è prioritario poiché, mentre la crisi economica e dei posti di lavoro è adesso, l’opera dà modesti benefici immediati e solo pochi posti per decenni, mentre i benefici per la collettività di un investimento di ben 20 MLD, inizieranno solo alla fine dei lavori.

LE OPERE ATTESE IN PROVINCIA DI SAVONA – Invece con i 10 MLD risparmiati, se fossero in parte dirottati alla rete ferroviaria generale della provincia di Savona, con soli 2 MLD, si potrebbe:

Realizzare una nuova linea di 20 km tra San Giuseppe e Ceva, della linea Savona -Torino, riducendo il tempo di percorrenza di circa 30′, oltre che posare il secondo binario sul tratto Savona – San Giuseppe a costi modesti (circa 400 ML in tutto).

Acquistare nuovi treni per il servizio metropolitano tra Varazze e Finale e verso la val Bormida, con notevoli benefici anche per il servizio turistico e la decongestione del traffico sull’Aurelia e sulle strade tra Savona e Torino.

Adeguare il parco Doria per il trasporto dei Tir, da e per il porto, su treni navetta, eliminando i mezzi pesanti dalle strade di Savona e Albisola migliorando la sicurezza e l’inquinamento. Realizzare un binario di servizio, che percorra tutta la piattaforma Maerks, evitando tra un anno il collasso di Vado Ligure, dovuto al traffico di migliaia di container previsto solo su gomma, consentendo almeno in parte, il passaggio al trasporto più razionale delle merci dalla gomma al ferro. Un complesso di interventi virtuosi in grado di creare in tempi brevi, un migliaio di posti di lavoro sul territorio Savonese in gravissima crisi economica.

Gli 8 MLD rimanenti potrebbero essere investiti nella rete nazionale, in aggionamento, manutenzione e acquisto di mezzi per il miglioramento immediato, della sicurezza e del servizio ferroviario passeggeri e merci, con effetti immediati e la creazione di 100 mila posti di lavoro duraturi (dati Ance).

CONCLUSIONE – In definitiva si tratta di scegliere anche in Italia, il Modello Socio-economico migliore che risponda meglio alle criticità prioritarie globali:

Economia senza sprechi, Società più solidale con equa distribuzione e un maggiore aumento dei posti di lavoro, esclusione delle iniziative non compatibili con la sostenibilità ambientale rispetto alle risorse disponibili e alla tutela della salute, con l’eliminazione delle tipologie di investimento nei settori di nicchia e che producano nuovi gravi inquinamenti.

Investimenti selezionati a sostegno delle esigenze generali, per una migliore qualità della vita di tutti, invece che gli interessi speculativi di pochi. E’ nota l’esigenza globalmente riconosciuta di passare al più presto all’economia verde superando quella del petrolio, con un analogo dirottamento degli investimenti i quali produrrebbero un incremento di posti di lavoro, 20 volte superiori, oltre che equamente distribuiti. Promozione della ricerca scientifica dei settori tecnologici più avanzati ma sostenibili, in linea con gli interessi della collettività, in alternativa alle iniziative non prioritarie, di nicchia e pericolose come le sperimentazioni 5G, portatrici di un incremento esponenziale dell’inquinamento da microonde su tutte le città.

Verosimilmente su queste basi, una scelta più motivata e corretta è possibile.

Giovanni Maina


Savona, misteri Ata (o inciuci?) Garassini ulivista: ‘Volevano un incorruttibile, sono io’ La stima reciproca con Ripamonti senatore leghista. Consulenze per un milione e mezzo

$
0
0

Il suo ‘epitaffio’ più esibito: onestà, esperienza, concretezza. L’impegno di lunga data: fermare lo scempio edilizio ed urbanistico di Loano e della Riviera. La promessa elettorale ricorrente: tenere fede agli impegni, così come ha sempre fatto dal 1994 al 2004 da presidente della Provincia, il più giovane nella storia dell’ente. Alessandro Garassini, 55 anni, coniugato, due figlie, avvocato, ambizioso quanto basta, brillante, suscettibile, generoso, podista per hobby in coppia con ‘fido’, aspirazione a ‘volare alto’ in politica e non solo. Nel 2009 ha fatto parte della squadra Fondazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e, a Genova, tra gli oratori. Nel 2015 presidente di un’azienda che produce cioccolato in Piemonte (Dulcinova Srl) e Dolcetto Spa, nel Cda della Ligur Capital. Dal 2012 iscritto all’albo dei Direttori generali della Regione Liguria per tutte le tipologie di direzione. E dopo la gloria è arrivata la stagione delle pene che alla lunga demoralizzano i più audaci e fiaccano la resistenza psicofisica.

L’avv. Alessandro Garassini, ex presidente della Provincia e presidente Ata Spa di Savona, ereditata da Sara Vaggi e C. sull’orlo del dissesto. Per anni nessuno  o quasi si era accorto del ‘bubbone’ della società pubblica con nomine imposte dalla politica al potere. Nomi e cognomi, elenco dei fornitori e professionisti che pubblicheremo nel prossimo numero.

E’ stato presidente del Consorzio del Depuratore di Borghetto S. Spirito. Vice presidente dell’Autofiori. Vice presidente del Comitato bioetica del Santa Corona. Consigliere di Arco Latino (associazione delle province dei paesi europei affacciati sul Mediterraneo). Consigliere della Fondazione di Comunità del Ponente (designato dai fondatori GF Group Spa  OrseroNoberasco Spa). In tour elettorale era solito ‘esibirsi’ alla guida di una spyder decapottata. Un giorno ormai lontano disse: “Io sono d’accordo con Beppe Grillo, la rivoluzione si fa dalla base…dobbiamo partire dai Comuni…”.

LAUREA E TIRONICIO – Si era laureato nel 1987, in Giurisprudenza, all’Università Cattolica del Sacro Cuore con la tesi “Lo snellimento delle procedure di pianificazione urbanistica”. Gli albori professionali, con tirocinio, nello studio legale Nan di Pietra Ligure, quando Carlo Nan che poi ha lasciato al figlio Enrico, quattro legislature da parlamentare di Forza Italia e Pdl, era un  affermato civilista e penalista sopratutto in tema di contenzioso edilizio. Garassini che nel corso degli anni ha condiviso lo sbocciare di almeno quattro formazioni impegnate nella società civile. Lui ‘cavaliere e condottiero’ per la legalità, ma anche difensore in inchieste e processi. Basti pensare ad un nome ‘altisonante’ per la cronaca. Monica Nucera, sorella dell’arch. Andrea, accusata di reati minori, emigrata con il resto della famiglia. Ebbene ‘Chicco’, per una volta, ha vissuto la ‘tremenda’ esperienza di inquisito – perquisito: nello studio, in casa, nell’ufficio Ata. Da mattino a sera, gli uomini della Finanza al setaccio. E un perito del Pm sta ‘rileggendo’ i contenuti del cellulare e dei computer  sequestrati ai quattro indagati: oltre a Garassini, l’ad Matteo Debenedetti, i consulenti  Valerio Perdaroli e Giancarlo Zanini.

ADESIONE A ITALIA FUTURA – L’avvenimento (novembre 2009) occupò pagine di cronaca nazionale. Al tavolo Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale, Giovanni Calvini,  Paolo Oddone, presidente Camera di Commercio,  Giovanni Delle Piane,  il principe Cesare Castelbarco Albani (agente marittimo già a capo di Filse, nel 2017 incoronato presidente di Banca Carige), l’editore Tv Maurizio Rossi. Tra i presenti Augusto Cosulich, Alessandro Garrone, Raffaello Orsero (tra gli amici di Garassini propoziatore del tete- a- tete con l’allora giovanissimo ministro del governo D’Alema, Enrico Letta), Gabriele Noberasco, Beppe Anfossi, Giovanni Bormioli,  Piero Lazzeri, Francesca Accinelli e l’immancabile Luciano Pasquale  quando era “re” delle poltrone in Liguria.

Chicco Garassini, nel 2009, ancora battagliero, seppure ormai  apparentemente distaccato dal ‘teatrino politico’, con alti e bassi. In una lettera a la Repubblica, del 13 dicembre 2009, scrive: “…. Il mio distacco dalla politica incompetente ed immorale resta, e resta l’amarezza in chi si è illuso che dopo Tangentopoli fosse fiorita la stagione  nuova…in numerosi articoli dt stampa, dal 2005 in poi,  ho esposto il mio pensiero senza fare sconti….Si sappia che continuerò sempre a perseguire  l’obiettivo di una politica  rispettosa delle regole, onesta, propositiva, capace di generare  speranza  e fiducia nel futuro….Ho due bimbe piccole e devo loro l’impegno per un società un po’ migliore – e ci vuole poco – di quella attuale….le ragioni del mio amaro distacco…stanno tutte nel tradimento degli ideali riformisti”. Intervento polemico e di precisazioni dopo un articolo sullo stesso quotidiano di Enrico Costa che attribuiva a Garassini l’amarezza e la scelta di mettersi da parte in quanto il centro sinistra aveva tradito gli ideali  riformisti. E disgustato da quella coalizione politica, aggiunse che “la nuova maggioranza di centro destra nella Provincia di Savona era molto peggio del centro sinistra…“.

Alla domanda del giornalista: Garassini  si ritira o no dalla politica perchè sconfortato ? Costa dava conto: “…mi venne da esortarlo a non farlo, anche se faticavo  a ritrovare ideali riformisti in chi, come Enrico Musso, è eletto in Parlamento e si accinge a ricandidarsi in Comune a Genova con il sostegno di un partito che fabbrica leggi ad personam e di un altro che organizza White Christmas anticlandendistini”.

IMPEGNO POLITICO AMMINISTRATIVO ELETTORALE –  ” Mi scuso – ebbe a scrivere in un messaggio elettorale  da candidato mancato alle Regionale 2005 – se la gente mi vede poco a cerimonie, feste, brindisi, processioni, inaugurazioni, banchetti, preferisco stare nel mio ufficio di Savona dell’Amministrazione provinciale a lavorare  per il futuro, mettere a frutto  il mio impegno, far toccare con mano ciò che si risolve, portare avanti i progetti che intendo realizzare…”. Nell’agosto 2009 un titolo sul Secolo XIX: Valzer di poltrone, bufera sulle nomine. Fa discutere l’arrivo a EcoSavona (azienda monopolista dei rifiuti in provincia) dell’ex presidente Garassini.

Da li a poco Angelo Vaccarezza diventerà presidente della provincia.  EcoSavona: la proprietà si suddivideva  tra il 70% del gruppo Geotea (formato dall’unione di European Capital Partners e la famiglia dell’imprenditore Bagnasco, oggi impegnato nella ristrutturazione del vecchio ospedale san Paolo). Il 25% del Comune di Vado Ligure e il 5%  del Comune di Savona.  Garassini sostituiva  Enrico Pozzi, medico proveniente dal gruppo di Pietro Bovero, socialdemocratico della prima ora, decano senza rivali dei consiglieri comunali del savonese.

LA BATTAGLIA PERSA CONTRO LA CORRUZIONE –  Nella pagina commenti ed opinioni del Secolo XIX del gennaio 2008, dove compaiono articoli del vice direttore Luigi Leone, del politologo  don Gianni Baget Bozzo, di David Bidussa, giornalista, saggista e storico, c’è un intervento sfogo di  Garassini: “…..Avevo chiesto ai locali segretari di partito, durante un’assemblea nazionale della Margherita, di porre la questione morale al centro  del dibattito politico, stante la pervasiva  corruzione  del sistema riscontrabile ovunque e a qualsiasi livello…vedi la mia lettera a Maggiani pubblicata dal Secolo XIX nel 2006, a proposito del Partito democratico al quale, con orgoglio, non ho aderito…Avevo chiesto ai locali segretari di partito di fermare la dilagante corruzione, nepotismo, abusi reiterati commessi, con un’arroganza ed un senso di impunità scandalose da chi ricopriva e ricopre  ruoli istituzionali. Nessuna risposta: gli oligarchi dei partiti al centro come in periferia, sono sordi e non può essere altrimenti: il loro potere, la loro esistenza e sopravvivenza economica e sociale e garantita  non dalle competenze, non dalla capacità,  non dai progetti  realizzati….. ma da un meccanismo autoreferenziale, bipartisan e ‘inciuciato’ all’interno del quale  ciascuno garantisce il proprio vicino che, a sua volta, provvederà a restituire il favore, Carriere incarichi professionali, consulenze agli amici degli amici,  assunzioni, non in base alla capacità, ma dalla affiliazione al sistema….Fino ad oggi  non è servito il libro di Rizzo e Stella (La Casta), l’articolo di Peter Gomez  sull’Espresso intitolato ‘Fronte del porto’ nel quale si denunciava la cementificazione  della Liguria, gli articoli di valenti giornalisti sulle pagine locali dei quotidiani più diffusi, gli articoli di Micromega su cemento, abusi e nepotismi….I burocratici dell’apparato, seduti ed intoccabili sulle loro poltrone, guardano sogghignando con indifferenza la marea che monta….Si spera in una nuova tangentopoli per togliere le castagne dal fuoco ? Spero in un rigurgito di dignità, se esiste ancora. ….Per far si che dell’Italia non si impadronisca  quella che Corrado Alvaro definisce ‘La più grande disperazioni’: la consapevolezza che vivere rettamente è inutile”.

ALLA GUIDA DELLA ‘COSA BIANCA’ – E’ febbraio 2008 e Antonella Granero, giornalista, poi dirigente all’Ente porto, figlia dell’ex procuratore capo della Repubblica, scrive: Alessandro Garassini scende in campo: è lui, in provincia,  l’uomo di fatica – un ‘manovale’ si definisce – di ‘Officina 2007’, il movimento lanciato da Savino Pezzotta. Lunedì si è sentito al telefono con  Bruno Tabacci, negli ultimi tre giorni ha tenuto riunioni a Albenga, Alassio, Ceriale, Borghetto, Varazze. E’ il referente della ‘Cosa Bianca’ under costrutction. Anche in Liguria ci sarà  una nostra lista”.

All’ultimo congresso della Margherita si alleò con Piero Biamino, socialista, ex Cda Carisa e ‘gola profonda’, per contenere il controllo del partito al gruppo del presidente provinciale  Marco Bertolotto e del suo braccio destro Carlo Scrivano…

Garassini, già prodiano di ferro, in prima fila alle primarie del 2004, non ha mai aderito al Pd. ….Esalta la questione morale ed attacca Bertolotto e il coordinatore Pd Giovanni Lunardon.”Trovo indecoroso l’approccio loro e del Pd alla questione morale….Io voglio occuparmi di progetti e non di equilibri di potere…”. E ancora: “…..Io sono d’accordo con Beppe Grillo, la rivoluzione si fa dalla base…dobbiamo partire dai Comuni.” E infine annunciava che il ‘primo banco di prova sarà Ceriale….bisogna smetterla che prima si vince e poi si governa. Rivendico il dovere, non il diritto, di fare alleanze su progetti condivisi”.

ECCO SPUNTARE LA ‘ROSA D’ITALIA’ – Siamo a metà dicembre 2009.  Ultima in ordine di tempo spunta La Rosa per l’Italia. Il coordinatore regionale Alessandro Garassini fa sapere: “Mano libera su possibili accordi in vista delle regionali….ai candidati Burlando e Biasotti mandiamo a dire: se ritengono  di voler trovare il nostro consenso sul loro progetto Liguria dovranno verificare con noi la bontà del loro programma e degli uomini chiave chiamati ad attuarli”.

Un anno prima  brinderà alla fine del ‘Fidanzamento tra Claudio Scajola e Claudio Burlando.  Motivo: “Vado Ligure non può pagare un altro prezzo alla stupidità. Non è pensabile che anni di sforzi, profusi dagli enti locali, per diminuire i carichi inquinanti, metanizzazione in testa, siano vanificati dalla spocchiosa arroganza ministeriale e della destra italiana, federalista a parole ma centralista nei fatti….L’assenza  della Provincia di Savona e del suo presidente, impegnati nel loro suicidio politico, amministrativo ed istituzionale, anzichè nella tutela e cura dei diritti del cittadino. Con il Via nazionale siamo al gravissimo sgarbo personale, politico ed istituzionale, reso da Claudio Scajola a Burlando, forse il segnale  della rottura del loro fidanzamento, il via alla battaglia elettorale povera di contenuti e di qualità umane. La Rosa Bianca farà la sua parte per elevare il dibattito e garantire speranza di un futuro migliore alla nostra provincia”.

Un anno dopo i quotidiani danno notizia di un vertice Garassini – Paolo Caviglia, segretario uscente dei socialisti, vice sindaco di Savona, un breve periodo alla presidenza della Camera di Commercio quando ‘governava’ Alberto Teardo. Perché l’incontro ? Garassini: “Pd e Pdl stanno portando l’Italia in rovina….Devo ammettere che i socialisti sono stati i primi a togliere  l’appoggio  al presidente Bertolotto che ha governato davvero male….Non gli ho suggerito io di aumentarsi lo stipendio e diventare primario al Santa Corona”. Unico caso in Italia di primario senza collaboratori medici.  E poi altre riflessioni: “Da presidente della Provincia ho lasciato un Piano rifiuti  che prevede l’inceneritore che oggi non c’è più.  Ho lasciato il progetto Metrobus, Provincia e Comune si sono limitati a regalare soldi a Genova. Ho impostato il trasferimento della Piaggio di Finale Ligure per vedere realizzati  alberghi di cui c’è tantissimo bisogno, anche per l’occupazione giovanile e mi ritrovo con 5 mila appartamenti.  Il nuovo Puc di Savona ? Sul litorale di Ponente anzichè progettare hotel  si pensa alle solite case…per i soliti noti….”.

SORTITA A CANDIDATO SINDACO DI LOANO –  Per la storia politico amministrativa loanese: accadde nello studio legale di Elisabetta ed Alessandro Garassini di piazza Mazzini a Loano. Si tennero diverse riunioni che uno dei partecipanti provvide (di nascosto a quanto pare) a registrare con il cellulare. Sta di fatto che per uno strano ‘disegno’ saltò la candidatura a sindaco del magistrato Filippo Maffeo, ex giovanissimo consigliere indipendente nel gruppo Dc, all’epoca in servizio alla Procura di Imperia e che si disse disponibile ad alcune condizioni. Per primo a fare quel nome fu La Stampa con Augusto Rembado. Tra i presenti all’incontro, per un’alternativa al regno incontrastato del centro destra (Cenere – Vaccarezza e ‘banda bassotti’) anche il big ‘rosso’ Nino Miceli (è stato presidente regionale della Commissione Sanità) che ritiratosi in disparte fece una telefonata alla redazione del Secolo XIX di cui era a capo Roberto Onofrio. Toccò al giovane redattore Dario Freccero scrivere un articolo in cui di fatto sbucava un altro candidato di peso, Pier Luigi Revetria, esperienza in cooperative e da ultimo apprezzato risanatore del disastrato bilancio – buco dell’Ortofrutticola di Albenga. Revetria che non aveva concordato un bel nulla, si ritrovò, sui media, contrapposto al concittadino Maffeo. Locandine davanti alle edicole: “….Maffeo e Revetria...in corsa “. Risultato, senza perdere un minuto, entrambi si sono defilati. Il giorno dopo: “Il giudice Maffeo rinuncia….”. Un bel regalo al centro destra di ‘patron’ Angelo Vaccarezza e fedeli seguaci.

Ma riecco un altro capitolo della ‘Garassini story‘, questa volta da candidato sindaco. Ultime elezioni della primavera 2016. Veniamo all’epilogo. Titoli: ” Chicco Garassini si defila, non sarà lui il candidato della lista civica….Prima viene la mia famiglia….”. Scriveva IVG.it che aveva dato in anteprima una serie di curiose indiscrezioni, tra cui quella di Piero Pesce, mitico socialista, poi pidiessino, quindi indipendente, da sempre amministratore pubblico, quale possibile fautore di un accordo con Luigi Pignocca sindaco e lui vice. Che succede ? Ci sono registrazioni, mail, sms, tra alcuni promotori della lista in cui nelle primissime riunioni si fa il nome del cav. Stefano Ferrari, 10 anni da presidente della Fondazione Simone Stella, ex sottufficiale dell’Arma con ruoli significativi: comandante di stazione, al comando del nucleo operativo della compagnia di Alassio, buona conoscenza del territorio, uomo delle istituzioni democratiche. Non allineato a combriccole, lobby, affiliazioni, fratellanze. Senonché ad una delle riunioni si presentano Garassini e Pesce. Entrambi danno la disponibilità di mettere la loro esperienza al  servizio della lista civica. Pesce, ex vice sindaco di Loano, propone Garassini (nel 1988 consigliere comunale di maggioranza), candidato sindaco. Chicco si dice onorato e chiede di poter riflettere, c’è soprattutto l’impegno professionale accresciuto, due figlie da crescere, una moglie a cui stare vicino. Garassini sindaco pare entusiasmare il gruppo. Nessuno fa più cenno a Ferrari che non ha difficoltà a defilarsi. Che succede ? Ivg.it: “Garassini era uno dei nomi forti, il suo ritorno in campo  avrebbe sparigliato le carte in maniera determinante, mettendo a rischio il potere consolidato del centro destra….ma Garassini si è trovato a dire no grazie….”.  Un colpo di scena.

Qualcuno ricorderà telefonate e commenti apparsi sui web. Vaccarezza, Pignocca e C.  con la Lega che contava di piazzare il suo ex assessore al Bilancio geom. Averame ed un secondo candidato. Non andò così, i leghisti delusi ed imbufaliti. Durissima la reazione dell’allora segretario provinciale Ripamonti.  Si parlò di tradimento, resa dei conti, mano libera in futuro e mai più con chi ha tradito. La sorte ha voluto che proprio Ripamonti, da senatore e primo referente di Rixi in provincia per esemplare ammissione dello stesso Garassini –  abbia ‘imposto’ la designazione di Garassini a presidente nella disastratissima Ata, affidata in passato a mediocri sponsorizzati dai politici di turno e reduci, in cooperative, ridotte a pre-dissesti finanziari. Garassini che con l’entusiasmo di cui è capace, incontrando casualmente, sul far della sera, l’anziano cronista, blogger, poteva confidare: “….Mi stanno affidando un ruolo importante, in una situazione disperata di risanamento….Domani o dopo leggerai…”. Abbiamo rinunciato allo scoop. A volte il rispetto delle persone, messo in pratica, passa anche attraverso la lealtà.

Da potenziale candidato sindaco di Loano, a IVG, ebbe a dire: “Fare il sindaco della propria città è una delle cose più belle  che possano accadere ad una persona. E’ per questo che quando ho detto di no avevo le lacrime agli occhi; resto comunque a disposizione  della mia comunità.  Grazie alla mia esperienza politica passata sono riuscito ad intessere una fitta rete di amicizie. Per qualsiasi necessità, Loano può contare su di me. Sono commosso per la gentilezza e la simpatia che mi hanno dimostrato le persone che hanno chiesto la mia disponibilità a candidarmi.  Loro sono una squadra forte, i loanesi potranno trovare  risposte ed idee interessanti e vincenti”.

Peccato, è seguita la seconda sonora sconfitta. In tandem con un altro soggetto sofferente, accomunati da diffusa miopia. Ciò che era rimasto del Pd aveva mandato a monte, con la fattiva collaborazione degli sponsor di Garassini, una lista unitaria. Gli uni non volevano candidati con etichetta del partito, né consiglieri comunali uscenti, gli altri mentre trattavano, l’obiettivo era di tenere alla larga la candidatura di Ferrari. Pure uniti nella malcelata arroganza verso chi testimoniava, da giornalista, Loano ieri e oggi, senza pretese e soprattutto per non dimenticare la lezione del passato.

INDAGATI PER STALKING E ABUSO D’UFFICIO – La Procura di Savona indaga inoltre sulla “frattura” tra l’ex direttore di Ata ing.

Matteo Denedetti imprenditore e tifoso del Savona calcio

Luca Pesce e l’azienda contro la quale il manager, che si era licenziato lo scorso 9 maggio, ha presentato un esposto per stalking e abuso d’ufficio. Sul registro degli indagati i nomi dei vertici aziendali, il presidente Alessandro Garassini e l’amministratore delegato Matteo Debenedetti, ma anche quello del vicesindaco leghista Massimo Arecco. Pesce, piccola particolare, si avvalso dell’avv. Vincenzo Scolastico, già procuratore capo della Repubblica a Savona e alla Procura di Genova. Debenedetti, imprenditore vicino al centro destra, ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente di Ecosavona Srl, società che gestisce la discarica del Boscaccio (Savona) e creditore di Ata. Da qui nel dicembre 2016 l’interpellanza dei consiglieri comunali M5S, con le conseguenti dimissioni, nel gennaio 2017, di Debenedetti.

ULTIMA INTERVISTA E UNA DOMANDA PREMONITRICE – Alessandro Garassini ha rilasciato l’ultima intervista l’11 gennaio scorso. Non poteva sapere o prevedere che sull’Ata (85% delle azioni detenute dal Comune capoluogo), si stava abbattendo un mini ‘ciclone giudiziario’, pur senza spettacolarizzazione delle manette o del loro tintinnio. La Procura della repubblica era già al lavoro con la stretta collaborazione del nucleo investigativo delle Fiamme Gialle. Un giornalista veterano (e pensionato) come Bruno Lugaro, buon conoscitore della ‘sua Savona e dintorni’ (il fratello è stato assessore della giunta Berruti), una domanda, apparentemente ingenua, l’ha fatta…..”Avete pagato in un anno  un milione e mezzo in consulenze a professionisti esterni. E 25 mila euro, in due mesi, ad una società genovese  che vi organizza i servizi. Per un’azienda alla frutta”.  Già le consulenze, il piatto forte di gran parte delle inchieste. Sponsorizzate.

D – Garassini, è tentato da un ritorno in politica? E con chi?
R- «Io sono un ulivista. Ma il Pd, al quale non ho mai aderito, non mi piace. Dunque non ho casa».
D- Credevamo avesse trovato ospitalità nella Lega.
R – «Non è così. Ho solo un rapporto di stima reciproca con il senatore Ripamonti che mi ha chiesto una mano per salvare Ata. Spero di riuscire a rispondere alla fiducia sua, del Sindaco e di Montaldo, persona seria e corretta». (leggi l’intervista completa nella pagina del Secolo XIX che riproduciamo).

Luciano Corrado

ATA Spa, Ripamonti (Lega), ottima notizia, ora avanti con il cambio di passo per la città di Savona

Roma, 16 gen. – “Un’ottima notizia. Desidero esprimere la mia soddisfazione per questo risultato, unitamente ai complimenti al presidente Garassini e a tutto il cda, oltre ovviamente all’amministrazione comunale di Savona e alla Lega, forza politica che ha a cuore il territorio, difeso gli interessi dei cittadini e sempre creduto in Ata e nei suoi lavoratori, oggi sicuramente più fiduciosi. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato all’elaborazione del piano, fornitori compresi, e che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo, che non è un punto di arrivo, ma di partenza per rilanciare una società che per troppo tempo è stata trascurata e mal gestita. Ora si dia seguito al piano concordatario, oltre che al cambio di passo nella città di Savona, al fine di  consentire anche ad Ata di essere protagonista in questo settore nel panorama della nostra provincia”.

Lo dichiara Paolo Ripamonti, senatore della Lega.

INTERVISTE e dichiarazioni di Alessandro Garassini nel corso degli anni.DUE TRE QUATTROCINQUESEISETTEOTTO

 

 

 

 

 

 

Savona patria della ceramicaun museo tra i più importanti d’Italia con una storia che si ripete

$
0
0

Il museo della Ceramica d’arte nel centro storico di Savona è uno dei più importanti d’Italia perché conserva ed espone una collezione di grande pregio, comprendente il vasellame ospedaliero dell’ex ospedale San Paolo della città, la raccolta del Principe Boncompagni Ludovisi, il patrimonio della famiglia Folco, il lascito di un Savonese residente a Genova che ha desiderato restare nell’anonimato, la collezione Bixio e le opere provenienti dalla Biennale della Ceramica Contemporanea.

di Gianfranco Barcella

Il visitatore può seguire un excursus della produzione ceramica locale che va dal rinascimento ai tempi moderni e contemporanei; testimonia l’evoluzione dell’arte dei figulinai e dei suoi stili decorativi. Il percorso si snoda per quattro piani ed è particolarmente accattivante. Sono disponibili anche pannelli esplicativi per illustrare l’accattivante storia della ceramica, unitamente a strumenti multimediali che accompagnano nel percorso tematico. Il museo dovrebbe assumere un ruolo primario per lo sviluppo culturale del territorio, favorendo anche l’integrazione didattica delle scolaresche e appagando l’amore per la conoscenza di tutti coloro che hanno a cuore le testimonianze artistiche a partire dalla Grecia antica che celebrava come tecne la capacità di raffigurare la bellezza.

Il gioiello appena descritto è connesso alla pinacoteca Civica che ha una storia più antica in seguito alla proposta del Ministero della Pubblica Istruzione di consegnare al Comune il materiale artistico delle corporazioni religiose, soppresse con la legge Siccardi del 7 Luglio 1866. Pochi giorni dopo la <Gazzetta di Savona> del 15 Aprile, nel dare notizia del provvedimento, commentava: “L’istituzione di una Pinacoteca in questa città è cosa di grave importanza, e non frivola come può sembrare a taluno. Ogni cosa deve avere un principio, e quante mai utili istituzioni da un principio angusto si ebbero in appresso un grande sviluppo?” Tuttavia l’apertura della Pinacoteca non dovette suscitare molto interesse nei Savonesi se il Bonfigli nella sua <Gazzetta> del 6 dicembre 1871, osserva con amara ironia, “A Savona c’è una Pinacoteca. Chi lo sa? Uno su cento che lo sanno, uno solo sa dire dove sta di casa. E su cento che lo sanno dire ove sono i Penati della Pinacoteca, potremmo sbagliarci, ma non c’è nessuno che l’abbia visitata, se si eccettuano i custodi dell’ospedale che vi hanno dovuto passare a caso, o il portiere, incaricato di togliere la polvere o i ragnateli.”

Si dice:< non vale la spesa: un’anticaglia di terraglia savonese, un quadro antico che si battezza del tale o tal altro autore, e poi nulla, assolutamente nulla>.

Caro lettore v’ingannate. Nella Pinacoteca ci sono oggetti d’arte. Non lo credete? Siete a due passi; andateci a vedere. I Liguri che sono gli Inglesi d’Italia, tuttodì occupati a fare conti correnti, o a spedire balle di mercanzie, perdono quel senso squisito dell’arte che è la caratteristica degli Italiani.
Il 30 giugno 1901, dopo alcune peripezie si inaugurò la nuova sede della Pinacoteca e Vittorio Poggi, coadiuvato dal pittore Domenico Biscaglia, aveva provveduto alla catalogazione scientifica delle opere esposte. Nel suo discorso, in occasione della cerimonia di apertura, opportunamente dichiarava <…. Verrà un tempo in cui i monumenti e gli oggetti d’arte d’una data regione si andranno ad ammirare e a studiare sui luoghi stessi nei quali e pei quali vengono eseguiti… In quel tempo, mi auguro che anche Savona possa esibire al visitatore, qui raccolti e ordinati, i materiali per la ricostruzione storica della vita savonese del buon tempo antico. Mi auguro che a Savona possano allora trovar gli eruditi di che studiarvi su buoni esemplari:le sue maioliche ornamentali e figurate, dipinte a rilievi senza essere costretti come adesso, a farne affannosa ricerca nelle collezioni pubbliche e private d’Italia e fuori….” Il 15 aprile dello stesso anno Vittorio Poggi licenziava alle stampe il primo catalogo della Pinacoteca Civica di Savona, compilato in modo che il <visitatore potesse con risparmio apprezzabile di tempo, formarsi un concetto abbastanza esatto dell’oggetto che gli stava dinanzi>. Già faceva bella mostra di sé una maiolica albisolese del sec. XVI .

Un secolo prima, proprio ad Albisola ha inizio la produzione ceramica. L’arte figulina è stata favorita dalla presenza di argilla rossa e di cave di terra bianca, presenti in vari punti della pianura e sui fianchi delle colline. I boschi che verdeggiavano nelle vallate limitrofe erano generosi di legna per alimentare le fornaci. La posizione lungo il mare facilitava l’imbarco dei prodotti finiti, offrendo inoltri vasti spazi da utilizzare per l’essiccazione degli oggetti appena foggiati. Sin dall’inizio, la produzione albisolese della ceramica si differenzia in due tipologie: le terrecotte e le maioliche. Le prime, ingobbiate e graffite, richiedono una lavorazione che si articola in due tempi: l’oggetto dapprima viene modellato, ricoperto ad ingobbio, ottenuto sciogliendo terra bianca in acqua, poi graffito con una punta sottile e quindi cotto.

Le seconde, dette maioliche, vengono cotte subito una prima volta, quindi sono immerse in un bagno di smalto, o maiolica, reso opaco dalla presenza di stagno. Su questo rivestimento si eseguono le decorazioni a pennello ed infine l’oggetto è cotto una seconda volta. All’inizio del Cinquecento comincia anche la produzione di loggioni o piastrelle da rivestimento per pavimenti e pareti, ricoperte di smalto a vivaci colori, secondo disegni in parte derivati dall’arte islamica. Ancora nel Cinquecento è tipica la produzione di maioliche ricoperte di smalto dal colore azzurro intenso e decorate in blu scuro. Sono piatti e scodelle di forme diverse e boccali di varia foggia. Un altro tipo molto diffuso è quello a smalto bianco con rade decorazioni azzurre o policrome, ad imitazione di quelle prodotte a Faenza. Le fornaci ceramiche risultanti nel catasto più antico, databile al 1569 sono quattordici: tredici in Albisola Marina ed una soltanto a Superiore .

Nel successivo catasto del 1612 compare anche una fornace nella frazione di Capo ed è registrato il primo mulino, adibito a macinare vernici e colori, insieme a tutti i materiali destinati alle fabbriche di ceramiche lungo il torrente Sansobbia, nella zona di Ellera. Nel 1640-41 si contano ben ventitré fornaci ad Albissola Marina che nel 1615 si è staccata da Superiore, formando un comune indipendente. Nel comprensorio si apprezzano già quattro mulini per macinare colore perché fiorisce la produzione della ceramica, decorata in monocromia azzurra.

Ciascuna famiglia, impegnata nell’arte figulina avevano un marchio di fabbrica: i Grosso vantavano una riproduzione della Lanterna di Genova, autorizzata dal senato della Repubblica nel 1641. I Pescio si caratterizzavano per un pesciolino ed in qualche caso, tre pesci distinti. I Conrado avevano adottato una corona. La produzione di maioliche con vari decori in monocromia azzurra continua ad Albisola sino alla metà del Settecento. E’ in piena decadenza all’inizio del nuovo secolo, quando ormai non si fabbricano più che modesti boccali e <bombilli> tutti bianchi o recanti il semplice decoro cosiddetto <a fioracci> in azzurro o in manganese. Tutta questa produzione comincia ad estinguersi intorno al terzo decennio del Settecento per lasciare il posto ad un nuovo tipo di terracotta a carattere popolare di grande successo della quale si ignora l’origine. E’ quella che si definisce terracotta a taches noires cioè con strisce o macchie quasi nere, tracciate liberamente con un pennello intriso di manganese; sopra viene apposta una vernice piombifera arricchita di <ferraccia> che dona al tutto un gradevole effetto.

Grazie al successo di questo nuovo prodotto le fornaci si moltiplicano specialmente nella frazione di Capo. Raggiungono il numero di quattordici e sono in gran parte acquistate o costruite dalle famiglie della nobiltà ligure: i Della Rovere e soprattutto i Balbi. La produzione raggiunse i venticinque milioni di pezzi l’anno. Si trattava di un prodotto veramente popolare, poco costoso e ben accolto dalla classi sociali più modeste;viene persino esportato in America ed in Canada. Sempre nei primi anni dell’ottocento si verifica un graduale aumento della produzione della cosiddetta terraglia nera cioè della terracotta verniciata in bruno di manganese che soppianta in breve tempo la terracotta decorata a taches noires. Si tratta di manufatti di sobria eleganza, spesso improntati al gusto neoclassico dominante, tipico anche delle contemporanee terraglie inglesi. Anche questa produzione di qualità, malgrado regolamenti e accordi tra i ceramisti, deve patire il momento della crisi verso la metà del secolo.

E i fabbricanti albisolesi seppero trovare nuove opportunità di futuro dedicandosi alla produzione di pentole da fuoco. Tale lavorazione, dopo un periodo di grande successo a cavallo tra i due secoli, decadrà soltanto negli anni Cinquanta del secolo appena trascorso. Le fabbriche di pentole impiegarono molti salariati con pesanti orari di lavoro; si hanno così verso la fine del secolo i primi scioperi. E’ bello sottolineare un altro filone della produzione popolare: la manifattura delle figurine del presepe, prodotte in famiglia, la sera, con un po’ di terra, portata da chi lavorava in fabbrica, usando vecchi stampi.

La gran parte delle figurine era smerciata ogni 13 dicembre a Savona, in occasione della fiera di Santa Lucia. La produzione delle maioliche, interrotta all’inizio dell’Ottocento, riprende in Albisola nei primi tempi del Novecento, grazie ad alcune gabbriche. La ditta Poggi, aveva iniziato nel 1862 producendo piatti bianchi alla maniera di Mondovì in una nuova fornace a pianta rotonda. Con Nicolò Poggi che dal 1892 gestisce la sezione di terraglia e stoviglieria della fabbrica, comincia l’avventura delle ceramiche artistiche. Nel contempo si inserisce nel mercato Giuseppe Piccone e dopo un decennio, nel 1903 inizia la sua attività Giuseppe detto Bausin Mazzotti. La sua manifattura sarà destinata a diventare la bandiera della produzione ceramica albisolese.

Gli anni del Futurismo favorirono un grande sviluppo dell’arte figulina di Albisola, grazie a noti artisti che che vennero a lavorare sulle rive del Sansobbia. Come tributo alla patria della ceramica d’Arte approda anche Filippo Tommaso Marinetti che scrive il manifesto della ceramica futurista, celebrando il famoso <tattilismo>.In quel periodo un altro fatto importante è rappresentato dalla presenza, presso la fornace di Manlio Trucco, di Arturo Martini, lo scultore trevigiano tra i più celebrati del’ 900 che si stabilirà poi nella vicina Vado Ligure. Ancora nel secondo dopoguerra, Tullio d’Albisola assurge al ruolo di polo culturale attorno al quale gravitano negli Anni Cinquanta le più importanti personalità del panorama artistico nazionale ed internazionale. Albisola è riconosciuta, universalmente, capitale della ceramica d’arte. Si organizzano incontri internazionali di studio, unitamente a mostre e concorsi a premi di varia natura. Tra le opere più significative di questo tempo ci restano <La Maternità> e <La Nena> di Arturo Martini e due concetti spaziali di Lucio Fontana.

Il percorso culturale descritto per sommi capi si può ripercorrere con dovizia di particolari varcando la porta della Pinacoteca Civica di Savona e proseguendo poi per una scala metallica assai innovativa, raggiungendo i piani dedicati all’esposizione dei capolavori ceramici. La purezza delle linee si armonizza perfettamente con il decoro del palazzo antico, grazie ad una concezione museale assolutamente moderna che arricchisce le architetture medievali con un gioco di linee che ne amplificano la prospettiva. In un’alternanza tra acciaio e vetro, si stagliano le vetrine in tinta chiara I Savonesi non hanno molto tempo per immergersi in questa mirabile armonia di bellezza perché come una volta, sono impegnati a far di conto per far quadrare i bilanci mensili sempre più magri. Lasciamo questi incanti estetici, sospesi tra storia ed arte, almeno i croceristi….

Gianfranco Barcella

Loano, super sfida in vetta al Monte Carmo. Sport subacqueo: fuori il Circolo Nautico da oasi di ripopolamento ittico e relitto navale C’è la convenzione Comune e Marina Diving

$
0
0

Sarà posizionato sulla vetta costiera più alta della provincia di Savona l’arrivo della Decathlon VertiKarm Skyrace, la manifestazione podistica organizzata dal settore “Corsa in montagna” dell’Asd Krav Maga Parabellum di Loano con il patrocinio della Regione Liguria, dei Comuni di Loano, Pietra Ligure e Giustenice, del comitato provinciale di Csen e con Decathlon Albenga come sponsor tecnico. La gara si svolgerà il 12 maggio. Sono aperte le iscrizioni. Leggi anche dal giugno scorso il Circolo Nautico di Loano non aveva ancora formalizzato la richiesta di rinnovare la convenzione con il Comune per l’organizzazione delle visite guidate nell’area sottomarina di ripopolamento ittico nello specchio acqueo della cittadina e nei fondali dove si trova il relitto della nave di lusso San Guglielmo affondata dai tedeschi nel 1918. Il Circolo si avveleva di operatori del turismo subacqueo in possesso dei requisiti. E’ subentrata la Marina Diving Center molto attiva, collaborativa, professionale, nella cittadella portuale.

IL PERCORSO

CONTRIBUTI DEL COMUNE ALLE SOCIETA’ SPORTIVE ADERENTI AL PROGETTO ‘EDUCAZIONE ALLO SPORT’

A.D. Pallacanestro Loano (1466,00), ASD San Pio X Pallavolo (694 euro ), ASD Jayogando (694 euro),  ASD Musurakai (747),  ASD Stella Marina  Fitnes (1.934,00),  ASD Centro Arti Marziali ( 1.266,00),  ASD Atletica Arcobaleno (2.426,00),  ASD Ginnastica La Danza  della Fenice (773 euro).

CONVENZIONE IMMERSIONI  GUIDATE ALA RELITTO  SAN GUGLIELMO

E ALLA BARRIERA RIPOPOLAMENTO ITTICO

Il Comune di Loano, nel 1984, ha chiesto ed ottenuto dalla CEE un contributo in conto capitale per la realizzazione di una barriera artificiale sottomarina a scopo di ripopolamento ittico nello specchio acqueo antistante il territorio comunale. La struttura è stata  ultimata nel 1986 nello specchio acqueo  compreso tra i confini con Borghetto Santo Spirito e Pietra Ligure, tra una battimetrica di 6 e 50 m.  cosi come previsto dal regolamento comunitario. C’è stata la  concessione edilizia, registrata all’Agenzia delle Entrate e l’Ufficio Circondariale Marittimo ha emanato un’ordinanza che disciplina le attività nell’ambito del tratto di mare in questione (ma prevenzione e sorveglianza, a detta di alcuni pescatori professionisti interpellati, lascia a desiderare quanto ad impunità e controlli).

Dal 2004 sono consentite visite guidate sul nucleo della barriera di ripopolamento realizzata con strutture di tipo piramide, costituite da 5 blocchi in calcestruzzo  collocati  sul fondale. Uno sovrastante, secondo una schema ben noto, sul relitto della nave San Guglielmo affondata nella prima guerra mondiale dal siluro di un sommergibile tedesco.La lussuosa nave passeggeri era lunga 117 metri larga 20, si trova a 900 metri dalla costa, ad una profondità di 28 metri. Sono ancora visibili le strutture anche se, a causa del recupero dei metalli preziosi,  molte parti sono andate distrutte. E’ frequente incontrare Cernie, Murene, Polpi, Scorfani e Nudibranchi, orate, pesce nostrano sempre più raro e caro. Da qui l’interesse dei pescatori di frodo. La San Guglielmo, varata a Glasgow nel 1911, nel corso della I Guerra Mondiale fu trasformata in trasporto truppe. L’ 8 gennaio 1918 si dirigeva per Gibilterra, insieme alla gemella San Giovanni, sotto la scorta del cacciatorpediniere Bersagliere.

Il Comune aveva chiesto, nella sua qualità di concessionario, l’autorizzazione  per le immersioni guidate. Lo stesso Comune aveva affidato, nel rispetto delle norme  del Codice di Navigazione, al locale Circolo Nautico che ha per statuto anche l’organizzazione, lo svolgimento delle visite guidate, avvalendosi, a sua volta, di operatori del turismo subacqueo in possesso dei requisiti richiesti.

Il dr. Gianluigi Soro, dirigente di Area 4 del Comune, comandante della Polizia Locale (è stato anche in contemporanea ad Albenga) è presidente
dello storico Circolo Nautico di Loano. Vice presidente sportivo Rossi Alberto il decano e per anni anima del sodalizio. Vice presidente vicario
Muscarella Orazio, geometra, titolare dell’impresa edile  Edil Musc Srl, papà dell’arch. Daniela, sede ed uffici in via Delle Peschiere. Tesoriere Segretario, Aldo Genesio, presidente della Cooperativa Arcadia che lavora soprattutto con i Comuni ed enti pubblici. Direttore di sede
Franco Galati Franco. Direttore di spiaggia
Giovanni Rosselli. Il giorno 29 Marzo 2012 si era riunito il consiglio direttivo. Avvicendamento alla presidenza del Circolo, Nicola Fallica nuovo presidente del Circolo Nautico di Loano a seguito delle dimissioni di Aldo Caballini, laurea in giurisprudenza, dirigente dell’Ufficio tecnico – gestione del territorio. Non troviamo notizie nella scuola di libero giornalismo loanese delle dimissioni di Fallica e dell’arrivo del comandante Soro che nel suo ruolo pubblico è chiamato a svolgere compiti anche delicati  e riservati nell’ambito della polizia giudiziaria.

Nel giugno scorso il Circolo Nautico non aveva ancora formalizzato la richiesta di rinnovare la convenzione e già nel 2017, a seguito di richiesta della Marina Diving Center, era stata stipulata con la società una convenzione  per la stagione estiva  e l’interessante offerta turistica delle visite guidate.  La Marina Diving, dopo il ‘via libera’ dal Comune a svolgere il ruolo che prima era del Circolo Nautico Loanese, si impegna ad effettuare la pulizia dei fondali e realizzare foto e filmati da fornire al Comune per il periodo estivo fino al 30 giugno 2019.  Non possiamo precisare chi abbia controllato il rispetto pattuito e dove siano disponibili le immagini citate. L’Ufficio Circondariale Marittimo, che ora ha anche la sede di comando di zona nel porto di Loano (prima era ad Alassio), ha emanato nel tempo alcuni divieti alle attività marittime in corrispondenza e a tutela della zona di ripopolamento.

Nel 2017 è stato ulteriormente disciplinato l’uso di unità da diporto in appoggio all’immersione subacquea a scopo sportivo e ricreativo.  E’ dunque attiva e operante la convenzione con la struttura privata che nel corso degli anni ha saputo crescere, sviluppare l’attività e farne richiamo e meta per centinaia di appassionati subacquei. Ci sarà pure, anzi sono la maggioranza, i pendolari che raggiungono  Loano da  località del Nord Ovest e si affidano ai servizi di Marina Diving (ha cambiato sede originaria dalla zona centrale si trova  nella banchina attigua alla passeggiata). Si tratta di un più che significativo, apprezzabile volano e richiamo. Non porta benefici solo all’attività privata che, manco a dirlo non lavora gratis e deve avere il suo utile, anzi merita considerazione.

Resta il fatto che se si paga utilizzando le strutture sportive comunali, sfugge il motivo per cui  chi svolge immersioni subacquea, a scopo sportivo e ricreativo, debba essere esente e l’ente Comune non avere un introito che può essere destinato alla valorizzazione e promozione di una realtà che non si trova in ogni  località della Riviera. Esistono ad Andora  e Sanremo. Del resto basta passeggiare in porto per rendersi conto delle dimensioni che ha assunto l’attività della Marina Diving, quale sia l’equipaggiamento (anche in termini di costi)  di chi pratica l’hobby. Non conosciamo il ritorno economico nelle strutture  ricettive e dei pubblici esercizi (ristoranti, bar, negozi), non pensiamo che debba trattarsi di élite con adeguata capacità di spesa. E’ pur sempre motivo di richiamo non effimero, non occasionale. Un’attrazione meritevole, utile, che fa la differenza rispetto ad altre occasioni di richiamo e spot promozionali. Qui siamo di fronte ad una semina che nel tempo, se ben curata, moltiplica i frutti. Dunque il quoziente di ritorno economico, ciò che alla fine conta.

Loano ha scelto di applicare la Tassa di Soggiorno, a nostro avviso un pessimo segnale per il settore del turismo che più ha sofferto e soffre nell’industria delle vacanze. E’ vero che gli albergatori, in maggioranza, hanno accettato, ritenendo comunque positiva la ripartizione e l’impiego degli introiti. Altrettanto pacifico che non passa da un balzello imposto ai turisti, rilancio e riqualificazione del prodotto turistico. Non vogliamo pensare male, basterebbe dare una sbirciata agli interessi di alcuni presidenti della categoria della nostra provincia, passati e presenti, per rendersi conto che non sono nelle condizioni ideali di dire dei no, non per partito preso. Troppo subalterni alle alchimie politiche e di potere. Un problematica che non è di oggi, risale nel tempo. Chi non ricorda presidenti provinciali dell’Unione Albergatori la cui famiglia era si coinvolta in attività alberghiera, ma aveva ben altro nel ‘carniere’: operazioni immobiliari e non da quattro lire, aree edificabili. Non solo a Loano e in provincia, fuori regione.

Oppure quel giovane presidente che la famiglia ha in affitto un albergo e lui a dichiarare che tutto sommato le seconde case hanno rappresentato e rappresentano un compendio che ben si coniuga con  il turismo alberghiero. Una mano lava l’altra, importante far venire gente in Riviera. Non vogliamo credere alla malafede, a interessi poco onorevoli, semmai ad una diffusa ignoranza, inesperienza, incapacità, di rendersi conto, anche per esperienze professionali e di vita in giro per il mondo,  cosa ha significato per la nostra Riviera la rapallizzazione, da ponente a levante, con la sola esclusione del borgo di Verezzi. Non a caso si vedano i prezzi immobiliari dei paesi che si trovano nella prima collina; si veda cosa rappresentano in Liguria le Cinque Terre, il mercato del mattone a mq a Varigotti (ha raggiunto 23 mila euro)

Si analizzi come era il turismo prima della cementificazione e come è ridotto oggi, soprattutto nel tessuto alberghiero che doveva avere un ruolo primario e con benefici a cascata. La prima risorsa da difendere: assicurava occupazione non casuale e di cui poco si parla, nonostante ci sia bisogno come il pane. Non è casuale se il nuovo vescovo di Albenga, monsignor Borghetti, proveniente dalla Toscana, ad un domanda, ha risposto che l’unica vera e grande difficoltà che incontra e dover sempre, sempre, allargare le braccia (non posso far nulla di concreto) quando qualcuno si rivolge a lui, alla diocesi, per un posto di lavoro. “Possiamo aiutarli, spesso nel trovare casa, nell’affrontare altre difficoltà della vita, col lavoro niente assoluto….”.

Avevamo in provincia di Savona una rete di alberghi che dava lavoro a 5 – 7 mila persone, era pure lo sbocco per i giovani che frequentano i tre istituti alberghieri. Un’alternativa del resto alla generale deindustrializzazione. Gli alberghi, come documenteremo in un approfondito servizio località per località, sono diminuiti del 70 per cento. Chi ha resistito e chi ha investito sa quanto sia difficile resistere, con quali sacrifici e difficoltà e per quale ragione il settore non attrae investimenti da fuori provincia, o meglio regione. Stanno lontano gruppi di investimento che pure non mancano in operazioni immobiliari di cui si parla raramente e nulla si conosce sugli immobiliaristi ‘incassa e porta via’. E vero che succede anche con le grandi catene di supermercati, almeno danno lavoro costante, una sicurezza. Chi specula, invece, una volta ultimata l’opera, addio.

A quel presidente amico dello ‘sviluppo a gruviera’, a gattopardo, bastava far presente che tutte le località turistiche che hanno resistito all’assalto delle seconde case, dalle località costiere italiane e del Mediterraneo, a quelle montane, il tessuto alberghiero si è moltiplicato, il trend qualitativo (capacità di spesa pro capite del turista) è cresciuto, i benefici si sono ripercossi su un vasto segmento della comunità residente, posti di lavoro inclusi. Ma anche qualità dei tanti chiacchierati ristoranti. Vedasi le stelle internazionali della Michelin, le due o tre guide più prestigiose in Italia, che posizione occupa la nostra provincia. Ogni tanto utile dare pure un’ occhiata all’ultrapopolare Tripadvisor. Vero ci sono molti imbecilli, incompetenti che si credono perfetti gourmet, ma quando si leggono dati di fatto, con tanto di mittente, vale la pena riflettere e perchè succede.

Tra gli albergatori delle aree qualificate e risparmiate da san cemento, sia in Italia che oltre i confini, c’è una gara a rinnovare ed ampliare, realizzare nuove strutture adeguate ai tempi ed alle aspettative di mercato. Anzi i più bravi precorrono i tempi, non si fanno trovare impreparati alla sfida della concorrenza. Citiamo solo l’esempio del Meranese che non appartiene alle cinque meraviglie del mondo e che meglio conosciamo. Negli ultimi 20 anni sono stati realizzati una decina di super hotel a cinque stelle, molti di più a 4 stelle. Da noi invece, carta canta, ci accontentiamo di leggere gli annunci sui gioiosi media locali e dura da oltre tre decenni.

Un turismo che da lavoro almeno otto mesi l’anno. Ma in alcune zone c’è la tendenza ai 10- 11 mesi di apertura. Per far fronte alla forza lavoro ricorrono a cittadini (in gran parte giovani) dell’est europeo, in particolare Croazia, Slovenia, Polonia, Ungheria, Bosnia. Si è creato un circuito virtuoso dove, non sarà tutto da paradiso dei buoni e dei giusti, ma le forze imprenditoriali non sono succube della politica, gli albergatori hanno  voce in capitolo si suole dire. Rappresentativi per ciò che rappresentano nel tessuto sociale, il peso nella dinamica economica.

Nella nostra terra ligure basta passare in rassegna stampa il passato per rendersi conto di disastri irrecuperabili. Veri e propri delitti all’industria delle vacanze, al suo armonico e solido sviluppo. Non abbiamo spazi da competere con la massa della costa Adriatica. Sta di fatto che non possiamo aspirare né a lavorare solo sui numeri, proprio per la configurazione di una Riviera schiacciata tra la sabbia e il suo stupendo promontorio collinoso e roccioso. Nel contempo si è dato  un ‘calcio’ letale al turismo qualificato. Si vive di week end estivi e primaverili affollati, con gli esercizi che devono far fronte ai picchi di lavoro, ci sono i ‘ponti festivi’ più gettonati soprattutto se fa bel tempo, ci sono i 45 giorni del clou estivo.  I Bagni marini puntano sui numeri, più gente c’è e più si incassa, stesso discorso per panetterie, gelaterie, bar (in parte), persino gli introiti nelle casse comunali della voce parcheggi a pagamento. Alassio, Loano, Finale, viaggiano ad a una media di 30- 35 mila euro al mese.

Purtroppo l’esempio di quel presidente miope, non è un’eccezione. Restano i risultati sotto gli occhi di chi ogni giorno vive la realtà e si confronta volente o nolente. E può  accadere che questi personaggi abbiano la fortuna di indossare, eletti dai cittadini, le vesti da pubblici amministratori. Forse una società privata, per piccola che sia, non gli affiderebbe mai il ruolo di amministratore e dirigente. La nostra maturità, il nostro bagaglio informativo, li premia. Promossi ad amministrare un Comune, il suo bilancio spesso milionario, decine di dipendenti, spese correnti che assorbono anche la metà del bilancio, produttività sconosciuta ai comuni mortali. Si pensa all’ordinaria amministrazione, mentre serve la pianificazione del domani, idee e progetti vincenti, per recuperare il recuperabile. I nostri predecessori hanno lasciato città e paesi che hanno dato un avvenire, cosa lasciamo in eredità sociale ? (l.cor.)

 

 

Il Festival che canta in ligure, sul palco l’assessore regionale all’Agricoltura MaiA San Giorgio premi, personaggi e il parroco

$
0
0

In crescendo ogni anno, in qualità e personaggi, pubblico. Premi rigorosamente ai meritevoli, giudizi positivi sui media liguri tra i quali spicca il critico musicale Stefano Franchi che, dalle colonne del Secolo XIX, ha dato il rilievo che l’avvenimento meritava. Tante presenze importanti alle serate e alla finale della 18esima edizione, magistralmente organizzata da un’intraprendente del fare, madrina soprattutto: Silvia Bazzano, cittadina di Savona, con il cuore ed l’intelletto fisso al Salone don Pelle di San Giorgio di Albenga. Tanti volti noti e beniamini del pubblico che meriterebbero di essere raccontati uno a uno. Mancava soltanto Tg3 Liguria, impegnati nella ‘sagra’ delle canzone italiana dove tutto è esibizionismo e una partita a carta per i cachet dei cantanti post successo o insuccesso Festival. Il dio erogatore del (non) vile denaro.

A San Giorgio c’erano personaggi della nostra terra, della Liguria dialettale. Non hanno mercato, non hanno impresari, né press agent al seguito. Non si presentano sul palco con le dita incatenate da anelli, non impegnano boutique e sartorie famose, non sono alla ricerca della mossa che fa notizia e colpisce l’esercito di inviati speciali e critici. Tutti infaticabilmente educatori della società del domani. Al Festival di San Giorgio dove si celebra e si onora  il dialetto degli avi, quelli che ci hanno lasciato la Liguria dei valori, è stato un tripudio di applausi anche in assenza di telecamere e giornalisti. Non mancavano Franchi, e menchemeno l’abitué che non fa distinzioni di casta. Silvio Fasano corre qua e la; gli anni pesano, la salute ogni tanto ha bisogno del tagliando. Nella Sanremo del casinò e del Festival, come fotoreporter di quotidiani, rotocalchi, settimanali, agenzie di stampa, è andato per tanti anni, ma non si è arricchito con la fortuna ed oggi non stravede. Il calore umano lo stringe tra i comuni mortali, tra la gente semplice e umile che parla col cuore, non dimentica e premia lo slancio che ebbe Elmo Bazzano per non essere dimenticato, almeno lui. Tutti gratificati dalla presenza di Stefano Mai, ex sindaco del marchesato di Zuccarello, assessore regionale leghista all’Agricoltura, Allevamento, Caccia e Pesca, Acquacoltura, Parchi e Biodiversità, Sviluppo dell’entroterra, Escursionismo e Tempo libero. Un grazie lo merita pure lui.

Viewing all 5386 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>