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Albenga: i primi due comunicati stampa di Calleri sindaco. E chi si arrende,chi combatte

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Da presidente di categoria per nulla esibizionista, Gerolamo Calleri ha subito capito, ben consigliato, che la comunicazione, soprattutto social e web, diffusa abbastanza capillarmente, ha un ruolo importante. L’80 per cento degli elettori non segue a fondo la cosa pubblica. Consigli comunali semideserti (tra il pubblico), cronaca ed informazione delle sedute molto risicata, a meno che non ci sia lo scoop. Al massimo infarinatura di determine dirigenziali, e delibere di giunta e di consiglio, bilancio nelle voci di spesa ed introiti, percentuali, produttività degli uffici, investimenti in conto capitale, pianificazione a medio e lungo termine, sorte del Puc e delle aree produttive, rapporto residenti dipendenti. Contano i programmi, le promesse, i libri dei sogni ? O pesa la statura, ovvero caratura dei candidati. Calleri volto nuovo almeno nell’agone politico. Tomatis esperienza di governo e di politica comprensoriale e provinciale. La ‘corsa’, il finale, sarà tutto loro.

Gerolamo Calleri a Fior d’Albenga 2015 con colleghi floricoltori della piana

Se le nostre informazioni sono attendibili, la cabina di regia regionale (Toti- Rixi) che si affida ai sondaggi, ha dato buone probabilità che Gerolamo Calleri la spunti. Pare di capire che temevano il bis di Giorgio Cangiano. La persona, non è un mistero, conta parecchio, soprattutto quando trovi un personaggio alla Cangiano che ha saputo essere presente e vicino alla sua città, alla gente, senza distinzione sociale, ovunque era possibile, più moderato che alfiere. Diciamo che quanto a presenze (avvenimenti grandi e piccoli, costume da bagno incluso, abiti da cameriere e servizio ai tavoli….) ha saputo battere un primatista di nome di Angelo Vaccarezza che ha fatto del ‘ci sono anch’io e non manco mai’ la sua prima priorità della militanza politica. E si era persino proposto da sindaco di Albenga, “essendo io nato ad Albenga’. Angelo un professionista della politica (quelli  tanto invisi a Silvio Berlusconi). Cangiano bravo e stimato professionista del foro, mai altezzoso ed arrogante, imprestato alla politica e forse l’unico che poteva vincere la scorsa tornata delle comunali.

La discesa in campo di Calleri, contitolare di azienda della floricoltura, studiata in loco e a tavolino, potrebbe riservare sorprese. Se fosse stato scelto un forzista, la partita era persa. Aver puntato su un candidato né troppo leghista, né troppo forzista, pare sia il giusto grimaldello per puntare alla vittoria. Anche se resta l’interrogativo del M5S. Non presentandosi è indiscutibilmente un valore aggiunto all’incoronazione di Tomatis. Anzi. E solo un centro destra unito lascerebbe aperta ancora la sfida. Ma l’avv. Vannucci ed amici non sembrano inclini a compromessi al ribasso. Ci sarà una ricucitura in corner ? Chi non vuole correre in partenza dai banchi della futura minoranza è avvertito. Illusionisti a parte.

Alle politiche di marzo 2018 i grillini erano il primo partito con 3851 voti (29,3%). La Lega il secondo: 3465 (26,4). Forza Italia Berlusconi 2.095 (15,9). Il centro destra raggiungeva il 46,9. Il centro sinistra il 18,2 %, con il Pd a 1998 voti (15,2%). Su queste basi si direbbe che la gara può considerarsi chiusa. Anche unendo il popolo di Grillo con la sinistra si arriva al 44 %. Si aggiunga che il fattore Calleri, come avrebbero confermato i sondaggi, ha ulteriormente rafforzato l’asticella. Quale peso potrà avere la squadra ? Anche in questo caso un buon quoziente viene assegnato al rinnovamento, alla presenza di giovani e di quote rosa. Tomatis ha già fatto i primi nomi e cognomi sulla scia del ‘vinciamo’.  La sortita del sostegno di Ennio Fazio, coldirettiano come Calleri, non sembra entusiasmare più di tanto. Addirittura con effetto opposto. Più caute finora le mosse della ‘regia Calleri’ e C. C’è tuttavia chi vede il rischio di qualche autogol nelle candidature. Almeno un paio di nomi che circolano rappresenterebbero una clamorosa stonatura. Anche per conflitti di interesse.

Agricoltura, Calleri: Psr, un treno che Albenga non può permettersi di perdere
Albenga, 5 feb – “Quello del Psr è un treno che Albenga non può permettersi di perdere. Troppe volte, in passato, la nostra città ha mancato finanziamenti importanti e decisivi per il territorio e per il rilancio del fondamentale comparto dell’economia legato all’agricoltura. Oggi, grazie al PSR, la sottomisura 5.1 del ‘Azioni preventive per ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed enti catastrofici’ rappresenta una grossa opportunità per ottenere fondi per il territorio, in particolare per la messa in sicurezza del rio Fasceo e opere che la città attende da tempo. A bando c’è una dotazione finanziaria di 700 mila euro. Mi rivolgo all’assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai per proporre che tale cifra venga aumentata: se il Comune sarà in grado di mettere in campo l’impegno necessario e la presentazione in lotti funzionali – così da garantire almeno una parte dell’opera – sarebbe così possibile riuscire a ottenere risorse importanti per Albenga e risolvere problematiche presenti da tempo. Servono gesti concreti, perché il territorio non può più aspettare”.
Lo dichiara Gerolamo Calleri, candidato sindaco ad Albenga.
Semplificazioni, Calleri: “Etichettatura obbligatoria, grande vittoria anche per il nostro territorio”
Albenga, 7 feb – “Finalmente diventa legge l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Una storica battaglia di Coldiretti e di tutte le associazioni di categoria finalmente è realtà, a tutela dei consumatori e per valorizzare tutto il comparto del Made in Italy. Un provvedimento di buonsenso, all’insegna della trasparenza. Grazie al Governo e a tutte le forze politiche che in Parlamento hanno permesso di ottenere questo importante passo in avanti, che va a beneficio dei cittadini e dei produttori, anche del nostro territorio, che non dovranno più confrontarsi con falsi, testi ingannevoli e concorrenza sleale”.
Lo dichiara Gerolamo Calleri, candidato sindaco ad Albenga (SV), commentando l’approvazione del decreto Semplificazioni in via definitiva da parte della Camera dei Deputati.
QUANDO I COLTIVATORI DIRETTI DELLA PIANA ERANO IL ‘PARTITO’ RAPPRESENTATIVO PIU’ FORTE DELLA COMUNITA’ ELETTORALE INGAUNA CHE NEL CORSO DEGLI ANNI  HA VISTO ALTERNARSI IL PRIMO SINDACO COMUNISTA, POI I DEMOCRISTIANI, SOCIALISTI, LIBERALI, CENTRO SINISTRA E CENTRO DESTRA, COMMISSARI PREFETTIZI
Gli agricoltori che per dieci anni, dal 1952 al 1962, avevano come punto di riferimento il primo parlamentare della storia di Albenga (seguirà l’avv.Franco Vazio, Pd), l’on. Bartolomeo Bolla, terza media, presidente Coldiretti. Persona semplice, mite, concreta. Nelle sue legislature presentò 71 progetti di legge e in aula fece tre interventi. Faceva parte della Commissione agricoltura. Dall’archivio fotografico di trucioli.it riproponiamo alcuni momenti significativi della storia ingauna tra gli anni ’60 e ’70, gran parte delle persone ci hanno lasciato, forse è saggio per tutti, quantomeno chi la ha conosciuti, ricordare cosa hanno rappresentato di positivo e quale fosse la loro statura morale e politica. Possiamo dire che rispetto ad oggi erano meno  propensi ed allenati alla polemica, allo scontro, ai personalismi esasperati, più che su allenze e giochi di potere le ‘battagflie’ erano sulle scelte, sull’operato. Tra tutti come ‘maestro tagliente delle parole’ era una figura mitica, il prof. Della Torre, preparatissimo (è stato anche perito del tribunale non grazie  a conoscenze….). Sapeva argomentare sempre con una dialettica chiara e senza il linguaggio politichese. Un altro ottimo e preparato uomo della politica era il ‘compagno’ maestro Rumazza e non era da meno quando, quasi sempre dai banchi di minoranza, prendeva la parola l’avv. Donato Cangiano, papà del sindaco in carica Giorgio. Mai una parola in più, sempre dotte, chiarissime e pungenti argomentazioni quando lo riteneva necessario al dibattito consiliare e ai temi affrontati.  C’era l’avv. Santino Durante che è stato Podestà ad Alassio, oratore e colto, i suoi interventi erano un inno ai valori e ciò che restava al modo di fare politica amministrativa avendo come faro il servizio alla Patria. Sedeva sui banchi del consiglio, da taciturno e rari interventi, anche Aldo Vazio, allora segretario della sezione del Psi, papà di Franco che è stato vice sindaco di Albenga e al secondo mandato da parlamentare del Pd.

Nella prima foto in alto il cav. Ciribì (il figlio geometra è stato consigliere comunale a Pietra Ligure) presidente della Seava aeroporto di Albenga, al suo fianco l’avv. Carlo matica presidente Pro Loco e papà di Nicoletta Mantica, avv, a sua volta ex assessore e consigliere comunale, infine l’allora assessore Maglione, orefice. Nella seconda foto una festa e l’intervento dell’on Bolla, al suo fianco il compianto avv. Gianni Fiori, Pli, l’avv. Filippo Basso, Dc, il capitano Rocchi comandante la compagnia dei carabinieri. Sotto il sindaco, avv. Gianni Isoleri, il vescovo Piazza e l’on. Lucifredi, docente universitario, laurea in Giurisprudenza e Lettere, gli avi originari di Borghetto D’Arroscia dove è sepolto. E’ stato vice presidente della Camera, eletto dal 1948 al 1976. Per 726 volte è intervenuto nei dibattiti in aula, 120 i progetti di legge, mai sfiorato da un’indagine giudiziaria, nè travolto e coinvolto da polemiche. Al suo fianco ancora l’avv. Basso

Il presidente della Camera Sandro Pertini con a fianco il vice presidente Lucifredi

Il presidente della Camera Pertini con l’on Lucifredi, c’è anche Carlo Russo di Savona che è stato ministro e sottosegretario di Stato, giudice a Strasburgo, in primo piano anche l’on. Giulio Andreotti

Il èprimo piano in alto il prof. Casillo che è stato vice sindaco e per alcuni mesi sindaco, l’avvocato Filippi, liberale, massone d’altri tempi, ovvero gran signore. Sullo sfondo Luigi Anfossi, liberale, titolare dell’omonima azienda di Bastia, sindaco dal 1961 al ’65. Nella terza foto l’intervento da oratore dell’avv. Santino Durante, in piedi, da sinistra l’on. Bolla, il sindaco Isoleri(tre volte sindaco, la prima del 1967 al ’70), l’on. Russo, il prefetto ed il questore. Sullo sfondo, in piedi nella seconda foto, l’imprenditore Danmonte, che è stato presidente dell’Albenga Calcio, scapolo e fratello di Giovanni dove ad Alassio è stata intitolato una piazzetta nel centro storico di levante. Tre figli e una figlia sono in vita. Il primogenito Nino vive a Cenesi dove ha acquistato e ristrutturato un antico frantoio. Il primo figlio di papà alassino a poter sfoggiare, già negli anni ’50, una Porche spyder fiammante.

IL CANDIDATO SINDACO DELLA LISTA CIVICA DEL CENTRO SINISTRA CON IL SOSTEGNO DICHIARATO DEL ‘SINDACO ONORARIO’ DI CERIALE ENNIO FAZIO CHE HA CONTRIBUITO, CON LE SUE CARICHE NELLA COLDIRETTI, IN CAMERA DI COMMERCIO, AL RILANCIO E VALORIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE AGRICOLA DELLA PIANA E AL BENESSERE DELLA CATEGORIA, NON DISEGNA ALTRE COMPAGNIE, PUR SEMPRE DILIGENTEMENTE PRESENTE  AD OGNI MOMENTO DI AGGREGAZIONE PUBBLICA, INTESA COME SVILUPPO SOCIO ECONOMICO. NON SI TRATTA DUNQUE DI UN PRESENZIALISTA, NE’ UNO DEI TANTI SIGNORI DELLE PASSERELLE MEDIATICHE. E’ UN RIGOROSO IMPEGNO DI ASCOLTO DALLA BASE ALLE ASSOCIAZIONI, COMPRESE QUELLE ELITARIE.

Il candidato sindaco Tomatis, all’amico arch. Capello una gesto di reciproca riconoscenza non guasta anche sui campi da golf

 

 

 

Quando c’è da inaugurare e festeggiare per un’opera pubblica meglio non mancare. Anzi capita che ci si ritrovi con più fasce tricolore. Per il nuovissimo manto del campo sportivo Riva di Albenga si sono ritrovati al taglio del nastyro il sindaco Cangiano, il suo vice candidato sindaco Tomatis, il vice presidente del consiglio regionale del Pd, De Vincenzi, candidato sindaco, per la terza volta, a Pietra Ligure ed il deputato e collega di studio avv. Franco Vazio. Poche sere fa il combattente Marco Travaglio ripeteva, con piglio polemico, che in Italia vediamo politici sempre con le stesse facce. Ad Albenga, Cangiano dopo un solo mandato, giudicato positivo dai più, si è fatto di lato. Potrebbe correre alle prossime regionali e per il ponente non sarebbe un male. Chi invece ha deciso di sacrificarsi per la terza volta da primo cittadino di Pietra Ligure è il geo. De Vincenzi che con l’impegno in politica ha lasciato il ruolo di capo ufficio tecnico del Comune di Borghetto Santo Spirito. Ma questa volta vincere a Pietra, se il centro destra corre unito, sarà un’impresa titanica.

 


Albenga, l’Espresso spara a zero su Camillo Costa e famiglia: ‘Ha la fedina penale pulità’, ma in Svizzera arrestato per crack milionario E’ ispettore onorario dei Beni Architettonici

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A metà dicembre Ivg.it aveva dato notizia della ‘pace fatta’ accordo raggiunto, con ritiro della denuncia querela presentata dai Costa (il figlio Camillo e l’avv. Cosimo Costa), nei confronti di dichiarazioni rilasciate ai media dal battagliero e sempre in prima linea dr. Eraldo Ciangherotti consigliere comunale e provinciale (rieletto) di Forza Italia, per mesi raccontato come probabile candidato sindaco. Anche dopo la notizia che l’introdotto Luca Rebagliati, riportava sul Secolo XIX: dava per scontata l’intesa del centro destra sul nome di Calleri. Era il 14 settembre 2018. Invece il toto sindaco è proseguito. Così come non si era data corretta informazione sul ‘caso Ciangherotti – Costa’. In ballo tre querele e non una. E nessuna ‘pace fatta’ anche dopo l’ultimo interrogatorio – confronto. La procedura prevede infatti un iniziale tentativo di conciliazione. transazione, comunque di una delle tre azioni giudiziarie contro l’affermato dentista.

L’avv. Cosimo Costa, novantenne, con il figlio Camillo, sbattuti sull’Espresso con un articolo sufficientemente graffiante. Anche se l’unica novità pare quella che l’inchiesta che ha coinvolto Costa junior, in Svizzera, non si è ancora conclusa, dopo 10 anni, per via di rogatorie internazionali. Di una cosa  la famiglia può essere fiera: di non essersi arricchita illecitamente. Papà Costa è stato per un ventennio presidente del Consorzio della Comunità Montana del Centa. Una figura specchiata anche nella sua lunga attività forense.

L’articolo è in rete L’Espresso – La Repubblica da mercoledì 6 febbraio. E’ subito stato divulgato a qualche centinaio di destinatari da chi ha ritenuto opportuno informare i cittadini in anticipo rispetto alla diffusione in edicola dello storico ed autorevole settimanale, rimasto ormai l’unico, nel panorama editoriale di casa nostra, a distinguersi per inchieste ed approfondimenti giornalistici. Per far fronte alla crisi di lettori, da oltre un anno il settimanale viene venduto ad 1 euro, la domenica, in abbinamento a la Repubblica. Ne vengono stampate mediamente 325 mila copie contro 600- 700 mila degli anni migliori. Con l’abbinamento diffusione è in ripresa.

Non siamo informati se la giornalista Gloria Rava abbia contattato i Costa e cosa abbiano risposto o meno. Ignoriamo perché non è stato approfondito, se nel ruolo di Ispettore onorario, il dr. Camillo Costa (rimasto figlio unico dopo l’improvvisa morte del fratello tra i fondatori del Rotary di Albenga), riceva o una retribuzione e con quale inquadramento da ‘onorario’.  La sua nomina, senza dubbio, è sfuggita quantomeno ai diligenti cronisti locali, anche se dopo l’articolo che abbiamo di recente pubblicato (vedi……) sulla querelle Costa – Ciangherotti avevamo verificato che il sito ufficiale della Soprintendenza riporta in modo inequivocabile il nome di Camillo Costa e l’incarico ricoperto.

Forse, a completezza, il primo che diede notizia dell’arresto di Camillo nell’ambito di una indagine per un mega ammanco, fu Stefano Pezzini, giornalista albenganese ed oggi blogger  in pensione. Notizia  ripresa dal Secolo XIX per quanto all’epoca era possibile sapere e che poi finì nell’archivio -dimenticatoio. Ovvero non si è più dato conto di come sia finita l’inchiesta. Che ora si scopre  non sia ancora conclusa.

Le indagini per quel poco che si sa e che si è letto su organi di stampa ticinesi, in particolare Il Caffè, hanno quantomeno accertato che Camillo Costa non si era messo in tasca nulla, non era fuggito con il malloppo. Si era, a sua volta, trovato in mezzo ad un dissesto con cause e comprimari, responsabilità singole o meno, da accertare. Per lui l’onta del carcere e non solo. Non era del resto la prima volta che ‘investitori italiani’ nei paradisi fiscali, anzichè investimenti e profitti ben remunerati, si sono trovati  un pugno di mosche in mano, correndo rischi anche con il fisco se scoperti. Si aggiunga che si sarebbe trattato soprattutto di esportazioni di capitali per i soldi in nero, non denunciati. Tra le ‘vittime’ si parlava di una decina di albenganesi e savonesi, forse più, forse meno.

Che dire, la giustizia elvetica dirà l’ultima parola. Albenga, da parte sua, conosce i Costa persino invadenti e con un attaccamento quasi morboso alla creatura di tutto ciò che è storico e soprattutto museale. L’avv. Cosimo è stato consigliere comunale del Pli, per anni punto di riferimento del Consorzio Bonifica montana del Centa, succeduto  al dr. Franco Ugo nei primi anni ’80; segretario era il geom. Rinaldo Perlasco. Incarichi  storico-culturali – archeologici anche per Josepha Restagno Costa. Magari è pure utile aggiungere, nella diffusa realtà da Bel Paese, che non si è mai trattato di ‘poltrone’ retribuite.

La storia di Camillo è stata un fulmine a ciel sereno, un dramma umano che ha segnato i coniugi Costa.  E per il figlio non è stato facile superare lo choc, il trauma, il dispiacere anche per quei clienti – amici che con fiducia gli avevano affidato forse persino i loro risparmi. Un caso, non proprio simile e dai più dimenticato, ebbe per protagonista il figlio, geometra e imprenditore, attivo in politica (Pli), di un ex comandante la Brigata della Guardia di Finanza quando aveva sede in via Trieste. Anche in quel caso qualche decina di investitori persero tutto. Il personaggio ha preferito non attendere l’esito finale dell’inchiesta giudiziaria, in Italia, e trasferirsi in Sud America, in attesa dell’ultima chiamata, ma dal padreterno.

TESTO DELL’ARTICOLO PUBBLICA DA L’ESPRESSO

Il bancarottiere ora fa l’ispettore dei beni culturali: la strana storia di Camillo Costa. È stato direttore della svizzera Aston Bank che ha fatto sparire i risparmi di molti evasori fiscali italiani prima di dichiarare fallimento.
Oggi si scopre che lo stesso finanziare, da oltre tre anni, lavora per il ministero dei Beni Culturali italiano ad Albenga

DI GLORIA RIVA

A Lugano è mister Hyde e ad Albenga un distinto dottor Jekyill. L’ex finanziere Camillo Costa, nato a Savona 55 anni fa, è riuscito ad interpretare entrambi ruoli per anni senza destare alcun sospetto. Poi, qualche mese fa, il consigliere comunale di Forza Italia, Eraldo Ciangherotti, per pura casualità, lo scopre. È venuto fuori che l’ex direttore della svizzera Aston Bank, Camillo Costa appunto, che ha avuto un ruolo centrale nel fallimento dell’istituto di credito elvetico, sfumato insieme a una valanga di quattrini di imprenditori del Nord Italia, da oltre tre anni ricopre un incarico pubblico, in qualità di Ispettore Onorario per i Beni Architettonici per la città di Albenga, cuore museale della Liguria.

È stato messo lì dalla Soprintendenza per i Beni Culturali. Dunque, mentre uno stuolo di italiani laureati in Belle Arti, in Archeologia, in Scienze dei Beni Culturali emigra all’estero perché in Italia non c’è lavoro, un ex banchiere, che s’è fatto anche un po’ di galera svizzera per il fallimento di una banca, e che ha in tasca una laurea in Economia, gestisce i beni storici della città ligure, fra cui il meraviglioso Museo Navale, che raccoglie i reperti trovati sui fondali dell’Isola Gallinara, in una nave degli inizi del primo secolo avanti Cristo.

Ma partiamo dall’inizio. Nel 2009 Camillo Costa è direttore generale sostituto della ticinese Aston Bank, quando la Finma, l’Autorità di vigilanza dei mercati finanziari svizzeri, apre una procedura di fallimento proprio nei confronti di quella banca per via di un ammanco di 20 milioni di franchi svizzeri (circa 18 milioni di euro).

In Italia i giornali non danno granché risalto a quella vicenda, esce qualche articolo sul Secolo XIX, qualcosa sul dorso ligure de La Stampa, perché in Riviera c’è chi segue con grande apprensione quella vicenda. I più preoccupati sono gli imprenditori liguri che avevano affidato ad Alessandro Fabiani, il direttore generale, e al suo sostituto, Camillo Costa, denaro da custodire nelle cassaforti di Lugano della banca. E la dichiarazione di fallimento suona come una campana a morto. Perché i soldi degli imprenditori erano volati illegalmente in Svizzera e, nell’impossibilità di farli rientrare con lo scudo fiscale, si erano volatilizzati nel nulla. Già, perché uno dei problemi dell’evasione fiscale è che, se il broker o la banca a cui si affidano i soldi non dichiarati al fisco dovessero farli sparire, il legittimo proprietario non può certo andare alla Guardia di Finanza a denunciarne il furto: «Maresciallo aiuto, mi hanno svuotato l’offshore!».

Ma torniamo alla Aston Bank e ai fiduciosi evasori liguri, che si erano fidati di Costa, di Fabiani e di un altro esponente della Torino che conta, Niccolò Caissotti di Chiusano, fratello di Vittorio, il celebre penalista che è stato presidente della Juventus fino al 2003. Niccolò Caissotti, oggi console onorario di Montecarlo alle Bahamas e vicepresidente della PdMV hedge Diversified Ltd alle Bermuda ( così come ha svelato nel 2017 l’inchiesta giornalistica Paradise Papers a cui l’Espresso ha partecipato con il consorzio Icij ), ai tempi era membro del board della banca. Uomo dabbene e quindi in Riviera si sono fidati ciecamente.

Poi la banca fallisce e a pagare per tutti è Camillo Costa, che viene arrestato con l’accusa «di aver impiegato fondi a fini privati e di aver dissimulato tali operazioni tramite falsificazioni contabili», dicevano i documenti della Finma. Costa viene scarcerato nel 2010 e torna in Italia. Mentre l’inchiesta e il procedimento siano tutt’oggi in corso: «Si tratta di un procedimento complesso tuttora pendente», risponde a L’Espresso il Ministero Pubblico della Svizzera. Che aggiunge: «Come spesso avviene in casi finanziari simili, che presentano ramificazioni internazionali, si procede anche con l’invio di rogatorie; nel caso concreto alcune di queste sono state evase, altre sono ancora in corso».

Camillo Costa ad Albenga è il rampollo di una delle famiglie più in vista della città. Il padre Cosimo è avvocato e presidente dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, la madre, Josepha Restagno Costa, è una famosa storica, stretta collaboratrice dell’allora archeologo Nino Lamboglia, fondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, lo stesso ente che oggi presiede l’ultra novantenne Cosimo Costa. I coniugi Costa hanno fatto moltissimo per preservare il patrimonio storico e culturale di Albenga, tant’è che l’Istituto Internazionale di Studi Liguri si è preso cura per conto dell’amministrazione locale dei preziosi musei di Albenga. Fin qui, tutto bene.

Poi succede che nell’estate del 2018 il forzista e consigliere comunale di minoranza di Albenga, Eraldo Ciangherotti, decide di avviare una battaglia contro la gestione dei musei, affidata alla famiglia Costa, con l’intento di rimetterne in discussione le delibere e gli accordi. Agli incontri comunali si presentano gli anziani Cosimo e Josepha Costa, accompagnati dal figlio Camillo. Ma che c’entra Camillo con i musei civici? C’entra eccome. Perché salta fuori che la Soprintendenza delle Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Liguria nel 2016 ha nominato Camillo Costa Ispettore Onorario per la tutela dei beni di Albenga. Quasi che la competenza storica e artistica l’avesse eredita, come il colore dei capelli, da mamma e papà.

Per carità, tutto in regola, tanto più che la Svizzera non sta neppure nella Comunità Europea e il fattaccio risale a un decennio fa e, a quanto è dato sapere, Camillo Costa in Italia ha una fedina pulitissima. Però, quando poche settimane fa gli evasori truffati hanno scoperto che Camillo Costa ha fatto carriera nella pubblica amministrazione italiana, son saltati sulla sedia.

Increduli hanno scoperto che lo stesso Costa che aveva fatto sparire i loro milioni che, a loro volta avevano nascosto al fisco, adesso lavora per il ministero dei Beni Culturali. E giù a mandare lettere riservate, a chiedere spiegazioni in privato, a fare segnalazioni anonime per far sapere che Camillo Costa, in passato, era a capo di quella banca svizzera che li aveva derubati dei milioni che loro stessi avevano evaso; e a far notare che in Svizzera l’intera vicenda Aston Bank è tutt’altro che archiviata. Ah, i volta faccia dell’evasione fiscale.

Gloria Riva

 

Badalucco: Cru extra vergine Dop a 44 euro per 250ml. Azienda Roi partecipata Eataly. Dop Riviera Ligure, 5 ricette per vincere e manuale d’uso in cucina. Studenti coinvolti

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Non credevamo ai nostri occhi. Uno scambio di targhetta dei prezzi da gioielleria ? Invece è il Cru Morgaa Millesimato DOP – ampolla 250ml. – che nei negozi boutique è in vendita a 44 euro.  Pari a 100 £ al litro, un record. Il marchio prestigioso, assurto a rilievo nazionale ed oltre i confini, da quando nell’Azienda Roi di Badalucco ha fatto ingresso, come socio, il popolare Oscar Farinetti, imprenditore e dirigente d’azienda, fondatore della catena Eataly ( ex proprietario della catena di grande distribuzione Unieuro) con  prodotti fiore all’occhiello del ‘made in Italy’. Oscar è pure scrittore e frequente ospite di talke show televisivi, dalla Rai alla 7, a Mediaset e Tv locali. Un formidabile promoter, ricco di intuizioni e successo commerciale, in decine di paesi del mondo. Leggi anche: 990 laboratori in Istituti Alberghieri di tre regioni per far conoscere ed apprezzare l’olio Dop Riviera Ligure.

La confezioni di Olio Roi da 250 ml in vendita a 44 euro in un negozio di enograstronomia di Merano nel centro storico

Il titolare della boutique di enogastronomia di Merano. A chi vende l’olio a peso d’oro ? Risposta: A clienti di Gran Hotel soprattutto, pochi giorni fa una signora degli Emirati Arabi  ha comprato cinque confezioni. Loro non hanno problemi e pagano volentieri il pregio. Ma ho anche clienti italiani e svizzeri che non fanno caso al prezzo”

COMUNICATO STAMPA – Novanta laboratori negli Istituti Alberghieri di Liguria, Piemonte e Lombardia. Per far conoscere l’olio DOP Riviera Ligure. E trovare le 5 ricette vincenti che insieme alle classi diventeranno protagoniste della nuova campagna Social su Facebook e Instagram.
Il Consorzio di Tutela dell’olio DOP Riviera Ligure lancia da oggi un programma di attività didattiche nelle tre regioni sull’onda del successo ottenuto lo scorso anno scolastico. Sarà realizzato nel quadro del programma del PSR 2014-2020 grazie il sostegno della Regione Liguria e del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale “L’Europa investe nelle zone rurali”.
” Si entra nelle scuole che formano i futuri chef, così come il personale di sala e di servizio nell’ambito dell’ospitalità, che avranno la possibilità di immergersi nel mondo dell’olio DOP Riviera Ligure – spiega il presidente del Consorzio di Tutela, Carlo Siffredi -. Gli alunni, con i loro insegnanti, avranno modo di compiere un percorso di tre ore, che comprenderà la consegna di un “kit didattico” creato per raccontare le peculiarità della DOP. Molta attenzione verrà dedicata anche alla tecnica di degustazione dell’olio extravergine di oliva. In particolare si assaggerà l’olio DOP Riviera Ligure nelle sue tre espressioni territoriali (Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante), comprendendo così i comuni denominatori e le peculiari caratteristiche di ciascuno. Oltre a questo passaggio, ci sarà il confronto con altri due oli, in modo tale da sviluppare negli allievi una prima capacità di comprensione di quanto gli oli di oliva possano essere diversi e dunque variamente impiegabili in cucina”.
I laboratori saranno solo la prima parte del progetto. Subito dopo scatterà il contest “Giovani Chef e olio DOP Riviera Ligure”
La classe vincitrice, oltre a ricevere un premio in denaro per l’Istituto Scolastico, avrà la possibilità di diventare protagonista della nuova campagna Social e tre studenti saranno invitati in Liguria per l’evento finale a giugno.
” Un confronto fra preparazioni gastronomiche, tradizionali o innovative – conferma il presidente del Consorzio di Tutela, Carlo Siffredi – che abbiano in comune la nota distintiva dell’olio DOP Riviera Ligure. Saranno premiate le 5 ricette gastronomiche proposte dagli studenti maggiormente votate sul nostro sito Internet e sui social”.
Ai giovani studenti sarà consegnato il “Manuale dell’olio DOP Riviera Ligure”, una guida innovativa, scritta da Luigi Caricato con il coordinamento scientifico ed editoriale della Fondazione Qualivita, studiata per evidenziare le caratteristiche distintive dell’olio DOP Riviera Ligure.
Alla fine le ricette vincenti. Per dare vita ad un altro “manuale” su Facebook e Instagram con tutte le idee innovative degli istituti alberghieri sull’utilizzo in cucina dell’olio DOP Riviera Ligure.

IL SENATORE LEGHISTA RIPAMONTI: approvato emendamento per obbligo etichettatura prodotti alimentari

COMUNICATO STAMPA –  Ripamonti (Lega): “Approvato emendamento per obbligo etichettatura su prodotti alimentari. Finalmente trasparenza sulle tavole dei cittadini, dignità per il Made in Italy”.Roma, 31 gen – “L’approvazione del nostro emendamento al Decreto Semplificazioni che consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria con l’indicazione del luogo di provenienza geografica degli alimenti è una vittoria per tutto il Paese, che incide anche sulla Liguria. Un provvedimento atteso da anni, che va incontro alle esigenze delle categorie e che tutela gli interessi dei produttori e dei consumatori italiani. La norma era attesa dal 96% degli italiani, come riportato dalle statistiche delle associazioni di categoria. Si tratta di una battaglia storica della Lega, il coronamento di circa dieci anni di lavoro e di tentativi che, purtroppo, non avevano trovato risposte nei governi del PD. Questo emendamento che va a favore del comparto dell’agricoltura e di tutti i cittadini: finalmente arriva più trasparenza sulle etichette dei prodotti alimentari e sulle tavole degli italiani. Non compreremo più il pomodoro cinese camuffato con la scritta ‘prodotto in Italia’: d’ora in poi, i consumatori potranno decidere in piena libertà, grazie a un provvedimento di buon senso che li tutela e che garantisce dignità economica al made in Italy”. Lo dichiara Paolo Ripamonti, senatore della Lega, componente della Commissione Agricoltura del Senato.

La pagina promozionale a pagamento apparsa sul Secolo XIX e La Stampa ma anche in numerose altre pubblicazioni nell’ambito di una campagna promozionale dell’azienda di Badalucco

 

Noli, albergo Pontevecchio, 3 compravendite asta flop con Inail, lo svincolo del sindaco e del vice. I protagonisti di un silenzio da affari

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Una fretta che impone qualche legittimo dubbio, più di un interrogativo e forse l’opportunità che l’autorità giudiziaria, con il supporto della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, approfondisca tutti i risvolti. Tenendo conto dei passaggi di proprietà di gran parte dell’immobile, di tre compravendite (nel 2008 aveva fruttato 1 milione 200 mila euro, per essere rivenduto all’acquirente finale a 3 milioni 600 mila euro) e del fatto, non secondario, che l’edificio ubicato nel cuore del centro storico, su tre livelli, 33 camere, denominato ‘Albergo Pontevecchio, ha vincoli alberghiero, monumentali, paesaggistici, architettonici. E una porzione di 300-400 mq. è stata realizzata come ‘precario alberghiero’ che viene a cessare, da demolire, nel momento in cui si va alla trasformazione. Di questo ulteriore aspetto non si fa cenno, almeno palese, nella deliberazione di giunta del 20 dicembre 2018 (presenti il sindaco ed il suo vice), inviata ai capigruppo consiliari. 

Una parte della facciata a mare, antica e storica, dell’ex albergo Ponte Vecchio di Noli

Lasciamo nel cassetto gli interrogativi che potrebbero interessare, nel crisma della legalità, organi dello Stato. La materia non è un mistero è tra gli aspetti più dibattuti in tema edilizio- alberghiero- turistico della provincia di Savona, possiamo pacificamente aggiungere quella di Imperia. Quel ponente ligure che un tempo era la culla del turismo straniero e poi anche nazionale, che ha elargito ai beneficiari importanti guadagni, un motore che per tre decenni ha girato al massimo. Ha prodotto ricchezza ed investimenti per moltissime famiglie, ha creato una catena virtuosa di posti di lavoro. E’ accaduto e Noli non si è sottratta, che il dissennato sviluppo edilizio che non ha tenuto conto delle peculiarità storiche ed ambientali,  ha irrimediabilmente compromesso il tessuto ambientale, il contesto socio economico, ha disincentivato il ‘turista di qualità’ a cominciare dal centro e nord Europa che erano il principale serbatoio del boom vacanziero che iniziava con Pasqua e terminava a fine settembre. Noli per la sua particolare conformazione poteva contare su qualche credenziale in più e di conseguenza più vulnerabile.

Gli alberghi erano una componente primaria. Ormai è storia di ieri. Oggi continua, non solo a Noli, la tendenza a chiudere le strutture (sono tre in queste condizioni, oltre a Pontevecchio, c’è il Diana in centro storico e El Sito sulla strada per Voze) e trasformarle in abitative residenziali. Si può dare torto ai proprietari dei muri, obbligarli a restare chiusi, con la conseguenza di avere immobili fatiscenti, brutture ? Crediamo di no, per tutta una serie di ragioni. Dunque ha fatto bene il tandem di giunta dr. Giuseppe Niccoli  medico di famiglia in pensione (a proposito dobbiamo prendere atto che è destituita di fondamento la notizia che sia interessato a trasferirsi in Calabria regione d’origine) e il suo vice, il giovane e diligente Alessandro Fiorito. E’ titolare di un chiosco balneare e scontata la candidatura a sindaco in una coalizione di centro destra con l’aspirazione a proseguire e far tesoro dell’eredità della maggioranza capeggiata da Niccoli che nonostante un paio di clamorosi scivoloni personali, ha resistito, ha tenuto saldo il gruppo, ha potuto illustrare, dichiarandosi fiero, i più che soddisfacenti risultati del suo terzo mandato da sindaco (in primi due tra il ’95 e 2004).

L’edificio sorge sulla riva di ponente del Rio Noli

Noli che, in linea di analisi sopra citata, ha avuto il suo apice demografico tra il 1961 e 1981 (3107 residenti, sono 2692 al 31 dicembre 2017 di cui 154 stranieri tra Egiziani, Romeni, Albanesi ), in base alle nuove norme ha una giunta comunale di tre componenti. Purtroppo, e trucioli.it ha ripetutamente scritto, l’unica componente femminile, Jessica Bellisio, dopo le presenze iniziali ha continuato a disertare, con un breve intervallo. Così è stato per la delibera n. 117: Istanza  di rimozione  del vincolo di destinazione d’uso….presentata da Fabrizio Sobrero legale rappresentante  ed amministratore unico della società ‘Area Immobiliare Srl’. Ebbene la giunta Niccolì – Fiorito ha dato il suo assenso ad un cambio di destinazione d’uso (l’attività alberghiera risulta cessata nel dicembre 2007) sulla base della documentazione prodotta  dall’arch. Giorgio Taverna di Genova. Il professionista nel 2016, difeso dall’avv. Paolo Gianatti, è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di falso relativa alla firma dell’attestazione di conformità del progetto dell’impianto sportivo polivalente della frazione Cenesi di Cisano Sul Neva che era finito sotto sequestro, nel 2013, per presunti abusi edilizi. Coimputato e assolto il tecnico comunale Tommaso Schivo. Per il Comune di Castelbianco  ha realizzato il progetto e direzione lavori di ristrutturazione appartamenti E.R.P  (Enterprise Resource Planning “pianificazione delle risorse d’impresa”), pavimentazione  in via Vittorio Veneto di frazione Veravo. L’architetto è referente per gli impianti sportivi del CIP Liguria (La palestra inclusiva).

Utile tenere presente che Noli – diciamo che siamo alle solite della mala amministrazione almeno in questo caso comprovato –  ha un piano regolatore risalente al 2003, è sempre in attesa di varare il Puc. Ebbene per strumento urbanistico vigente il ‘Pontevecchio’  rientra nella zona omogenea “A1 – centro storico capoluogo’ e la norma tecnica generale ammette, tra le altre destinazioni, quella di tipo residenziale e di uso pubblico. Ripetiamo fuori dubbio che un edificio chiuso da anni, in stato di abbandono per la parte che riguarda le camere che, parzialmente, sono state realizzate ‘con beneficio precario’ (dunque limitato all’attività ricettiva),  possa e debba essere trasformato. E’ interesse legittimo del proprietario, della comunità, del decoro urbano.

Cosa propone l’istanza Sobrero, Taverna ? Venuta meno la rimuneratività economica, anche per gli adeguamenti imposti dalla vigente normativa (in particolare l’antincendio che peraltro riguarda altre strutture del centro storico dove di fatto è impossibile l’adeguamento in toto, siamo alle solite all’italiana), si chiede la “trasformazione d’uso in una destinazione mista: residenziale e di uso pubblico”. E’ precisato, in delibera, l’insediamento di funzioni pubbliche al piano terra dell’edificio, per la restante parte, “costituito da tre livelli, la trasformazione con minima sopraelevazione (? che significa minima ndr) a destinazione residenziale privata”. Conseguenza pratica: il Comune entra in possesso di alcuni locali da adibire ad attività di interesse sociale.

Un passo indietro. Dagli atti risulta che con deliberazione consiliare  del primo gennaio 2016 era stata accolta l’istanza di svincolo presentata dai signori Giuseppe ed Elisa Marchese, Mara Martin, quali proprietari della porzione di immobile  “intesa ad ottenere la rimozione parziale del vincolo di destinazione alberghiero. La premessa iniziale e consequenziale  scaturisce  in un disegno di “riqualificazione  del patrimonio edilizio esistente consentendo il consumo nuovo di territorio e, dall’altro, di pervenire ad una più ampia riqualificazione del contesto urbano circostante”.

Senza venire meno, pare pacifico, alle legge regionale del 2008 per “la salvaguardia e la valorizzazione degli alberghi e programmazione dell’offerta turistica ricettiva  negli strumenti urbanistici comunali”. Il Comune di Noli, come tutti gli altri, ha censito gli alberghi esistenti, consultando le organizzazioni sindacali dei lavoratori, le associazioni di categoria, i Sistemi turistici locali. Noli, con delibera consiliare  del febbraio 2009, “ha aggiornato il piano turistico ricettivo con le conseguenti variazioni della normativa di PRG (del febbraio 2008).  Dopo una ricognizione ha confermato il vincolo di destinazione d’uso ad albergo per tutte le strutture alberghiere esistenti sul territorio comunale”. Negli anni ’60 e ’70, tra alberghi, pensioni, locande, in attività, erano 34, nel 2009 scesi 23, oggi 17 con il residence Villa delle Rose.

Il caso del Pontevecchio è complesso e caratterizzato da più di un retroscena e qualche interrogativo non secondario. La delibera di giunta indica una serie di mappali, sono compresi quelli che ricadono nel precario. Per legge non possono essere trasformati. Ci sono stati condoni, quando, proposti da chi dei vari proprietari ? Ammesso che sia stato regolarizzato, con il benestare della Soprintendenza peraltro già al centro di polemiche per valutazioni piuttosto personalistiche a seconda dei casi, quando l’edificio  doveva o era stato acquistato dall’Inail, nell’ambito di una procedura esecutiva fallimentare. Acquisto che non si è concluso e che era stato illustrato anche in una conferenza pubblica. La cessione fallì (tutti zitti?) per la presenza di ‘abusi’, ovvero difformità catastali. Fosse così significa che non ci sono stati condoni. Il tribunale fallimentare, come vuole la procedura, prima dell’asta, incarica un tecnico – perito di una perizia giurata sullo stato dell’immobile. E’ acquisita agli atti e alla documentazione del Comune ?  Non solo, importante ripetere il concetto che il cambio di destinazione d’uso impone contestualmente la demolizione realizzata a titolo precario e che risale ai tempi in cui l’esercizio era stato in buona parte acquistato dall’impresario Tullio Rusticoni. Era la casa del ‘vecchio podestà‘, in parte costruita negli anni 30, ma con un corpo centrale ancora più antico di qualche secolo come dimostrano le mura. Un alloggio di famiglia è tuttora di proprietà  dell’avv. Gianluigi D’Harcourt (è stato legale della Carisa). Ricapitoliamo in cosa consisteva l’intero immobile. Piano terra: magazzini. Primo piano due appartamenti, 2 piano due alloggi di Rusticoni Ettore e Tullio. A fianco l’edificio, ovvero le camere dell’ex albergo, costruite con il beneficio del ‘precario’ alberghiero. Data di nascita in struttura ricettiva il 1961. Aggiungiamo che nel ’60 era ancora privo di accatastamento.

Ettore Rusticoni tra le memorie storiche di Noli, nostalgico della ‘Noli dei tempi d’oro’, è stato proprietario dell’albergo Ponte Vecchio fino a quando l’ha venduto a Bluinvestimenti Srl di Novara

C’è chi ricorda, come Ettore, classe 1940, della seconda generazione Rusticoni,  che al Pontevecchio  c’era un arco antico, dove sono sistemate le pattumiere. C’era pure un passaggio per andare alla stazione. “Un giorno ho chiamato vigili e carabinieri – dice Ettore Rusticoni, memoria storica, giornalista aggregato alle Nazioni Unite, tra i fondatori di Riviera Notte con Fabbri, Angelini, Sabatelli –  perchè con una ruspa stavano  demolendo un manufatto storico”.

Per la storia il Pontevecchio acquistato dal patriarca Rusticoni era stato trasformato in friggitoria del pescato ed ospitava l’unico iniziale frantoio per la molitura delle olive. La trasformazione in albergo vide tra gli ideatori il mitico Piero Vado. Al Comune si chiese e si ottenne di sopraelevare di un piano, oltre alla già indicata zona edificata in regime precario. Ancora la lucida testimonianza di Ettore che per la sua attività ha soggiornato in Spagna, in Germania, in Francia ed oltreoceano. “Quando chiesi la trasformazioni in alloggi il Comune rispose che c’erano problemi per via  del rio Sant’Antonio, la fiumara. Che la parte in precario, un tempo solo cortile, non mi consentiva di demolire e ricostruire, insomma tanti lacci, così decisi di vendere a corpo e con il vincolo d’uso”. Chiediamo, è possibile che anche l’avvocato abbia venduto il suo alloggio ? Rusticoni: “Neanche per sogno, mi ha sempre ripetutodi  non chiedere più che te lo venda, lo tengo in memoria della mamma, lo considera una reliquia”.

Resta il giallo ed il silenzio del flop nell’acquisto da parte dell’Inail, la positiva accoglienza dell’Amministrazione comunale Niccoli che aveva anche illustrato quale ne sarebbe stato l’uso pubblico. Resta una presunta disparità di trattamento  nei confronti dei proprietari dell’albergo Diana, da 20 anni chiuso e fatiscente, acquistato, convinti (da chi?) dell’affare e invece nulla. Resta la sorte di El Sito che pare fosse stato promesso al titolare il cambio d’uso nel Puc.

Ettore Rusticoni

Non ci interessa l’aspetto fiscale e giudiziario, il valzer delle proprietà, l’operato di controllo dell’Agenzia delle Entrate, è innegabile che due persone, ancorché con ruoli istituzionali, si siano accreditati la discrezionalità di concedere agli uni il cambio di destinazione d’uso (oltre al risvolto tutto da decifrare della sorte del mc- mq di precario), ad altri no. E’ vero che nella deliberazione  dell’albergo Ponte vecchio c’è la convenzione – cessione che dovrà essere sottoscritta a favore del Comune per uso pubblico. Quando si scrive  in delibera di ‘positive valutazioni operate dall’Amministrazione comunale’ viene da pensare ad un’intesa tacita o meno tra maggioranza ed opposizione. Se fosse così sarebbe uno strano mercimonio, pur senza interessi personali, tra un privato (Sobrero) che potrebbe ancora chiarire molti aspetti dei suoi rapporti con l’ufficio tecnico competente. Non conosciamo i documenti tutti allegati alla pratica, non conosciamo il ruolo che ha avuto l’immobiliare BlueInvestimenti  Srl di Mauro Chiattone, sede a Novara. Ignoriamo perchè il Comune di Noli, a meno di cinque mesi dal rinnovo del parlamentino, ritenga urgente di  interesse socio- economico- urbanistico procedere ad un impegno in cui affari e politica appaiono intersecati. Con zone d’ombra e bordeline da meritare  una conferenza stampa. In nome di quella trasparenza che non sembra una priorità e che forse il sindaco Niccoli, conoscendo i suoi concittadini, ritenga vincente quel vecchio detto “Va tutto bene madama marchesa’. La canzonetta era di origine francese, ma in Italia la cantava Nunzio Filogamo, palermitano. Un titolo ammiccante e intrigante, leggero e facile da ricordare. E per il vecchio giornalista, cresciuto a pane e cronaca sulla strada, resta molto da imparare. Il nostro compito non è ergersi a giudici, né farsi condizionare per comodo, quieto vivere, per paura. Al servizio del lettore, pochi o tanti che siano, stella polare di un mestiere e della passione.

Luciano Corrado

L’ala dell’albergo Ponte Vecchio costituita da un precario, dunque si tratta di una struttura consentita solo per l’attività albeghiera e che ospitava le camere. Per la legge sull’edilizia deve essere demolita con il cambio di destinazione d’uso. Nella delibera di giunta tuttavia non si fa alcun cenno

L’area della vecchia Noli dove sorge l’ex albergo Ponte Vecchio che con delibera di giunta si è concesso il cambio di destinazione da alberghiero a residenziale. La zona è sottoposta a diversi vincoli

Savona e si credono pure benemeriti!da 33 anni l’incompiuta della città sporcaAta: il silenzio dei vecchi cronisti non giova

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Era febbraio 1986. Sfogliando l’archivio stampa, ingiallito dal tempo (ormai non più di moda per l’avvento delle tecnologie assai meno impegnative ed ingombranti), un titolo che potrebbe benissimo adattarsi ai nostri giorni. Anzi, il tema è più che mai dibattuto. In attesa che qualcuno paghi per le incapacità ed i danni arrecati all’ATA.

Il redattore (poi caposervizio) de La Stampa Liguria Gianpaolo Carlini che scelto di godersi la pensione nella sua Ferrania e disimpegnarsi dal vecchio mestiere, dava conto delle perduranti problematiche dell’Amnu (Azienda municipale di Nettezza Urbana). Ieri, come oggi, sempre a leggere le cronache, riemerge la piana delle siringhe abbandonate in centro, come in periferia. Anche se non si vedono più come in passato aggirarsi nelle strade e piazze giovani automi in preda a crisi di astinenza. E 11 anni fa abbiamo preso, a caso, una fotonotizia del Secolo XIX Savona, quando già operativa l’ATA Spa. Con un intervento del consigliere regionale del Pdl, Matteo Marcenaro.

Si denunciava la disastrosa situazione delle Finanze del Comune di Savona e dell’ATA. Ci vorrà il commercialista, ex sindaco di Laigueglia, Silvano Montaldo per ‘scoperchiare’ la pentola del rischio dissesto delle casse comunali e la cura da cavallo. Eppure sarebbe utile – e forse un giorno lo faremo – rileggersi gli attacchi di cui è stato oggetto, anche sui media, come se godesse a ‘stringere la cinghia’ da non contribuente della Città di Savona, pur sempre il più ricco nella denuncia dei redditi obbligatoria per gli eletti nel parlamentino. Ma si sa, solitamente nessuno va a riprendere ciò che si è scritto e si è dichiarato nel passato. Tempo e memoria cancellano.

Ebbene l’esponente politico savonese Marcenaro, tra gli appartenenti al primo comitato organizzativo ligure di “Noi con l’Italia”, il movimento moderato collocato nel centro destra nazionale, difendeva l’allora presidente della provincia, Marco Bertolotto, primario al Santa Corona, in rotta di collisione con il Pd che aveva contribuito alla sua elezione. Il pomo della discordia la gestione dei rifiuti urbani. Peraltro chi ha la sorte di seguire da oltre mezzo secolo la storia politico amministrativa della provincia, della sua classe politica, o meglio di chi l’ha rappresentata, con alcuni e rari longevi rimasti in sella, può testimoniare (al di là del materiale d’archivio), con quale ritardo, rispetto alla civilissima Europa, centro e nord, Comuni, Provincia, Regione hanno affrontato il tema smaltimento rifiuti urbani. La raccolta differenziata. Si è polemizzato all’infinito, nell’inconcludenza, tra convegni, dibatti, relazioni, studi di fattibilità.

Per i rifiuti speciali negli anni ’70 e ’80 c’era il business pure sfociato in arresti e sequestri, scoperta di discariche di veleni interrati. C’è chi, in modo legale, ha potuto lucrare sull’assenza, ritardi su ritardi, del caos differenziata. Pare incredibile, per un normale cittadino europeo, scoprire che la civilissima  provincia di Savona – non è l’unica – solo da pochi anni si avvicina a tappe forzate verso la ‘civiltà dei rifiuti urbani’.

Il caso Savona resta emblematico dell’incapacità di chi ha ricoperto ruoli e avrebbe dovuto risolvere il problema, come accade in città ben amministrate. I media hanno, a loro volta, una colpa. Non approfondire quasi mai coloro ai quali dire grazie. Nomi e cognomi, date, dichiarazioni stampa a confronto. Nessuno era obbligato a ricoprire ruoli dei quali non era all’altezza, mettendo peraltro in cattiva luce tutta la squadra al governo della città. Mettere in croce gli ultimi arrivati non è certo un atto di giustizia, a meno che non ci siano elementi inconfutabili di incapacità. Chissà se qualcuno ha fatto un elenco dei signori ai quali era stato affidato, nel corso degli anni l’Amnu e poi l’Ata, amministratori, dirigenti, assessori competenti, sindaci. Per una corretta equità ed informazione.

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E FINALMENTE SE QUALCUNO HA SBAGLIATO E DANNEGGIATO LA SOCIETA’ PUBBLICA ATA LA GIUSTIZIA DIRA’ SE DEVE RIFONDERE I DANNI. NON SARA’ UN PERCORSO BREVE, MA IL CONTENZIOSO CIVILE OGGI CORRE PIU’ SPEDITO DEL  PENALE – IL SECOLO SAVONA DEL 7 FEBBRAIO 2019

C’era il triangolo del potere: Genova-Savona-Alessandria. Eccoli al Gran galà dei Cavalierichi rimane in auge e chi è finito nelle stalleGli Orsero pace col fisco, pagano 10 milioni

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Sedici anni fa. Un venerdì sera, a Palazzo Ducale a Genova. Sotto la regia di Flavio Repetto, leader del gruppo Elah- Dufour- Novi e presidente del Cavalieri del Lavoro della Liguria. Oggi è Giovanni Novi, nominato Cavaliere del Lavoro nel 1995, ha fondato la società Burke & Novi diventando in pochi anni uno dei più importanti broker marittimi internazionali. Alla serata esponenti di spicco dell’economia con base operativa nel Basso Piemonte, ma anche del savonese. Marcellino Gavio e Fabrizio Palenzona. Tra i partecipanti il riservato Raffaello Orsero, oggi non più in vita. Finalmente la gloriosa attività industriale della famiglia ha ripreso il volo e sanato con 10 milioni una vertenza con il fisco nell’ambito dell’inchiesta su 127 milioni che sarebbero stati distratti dai bilanci (91 milioni costituivano il fido della Carige) stando ad una presunta contabilità nera scoperta dalla Finanza in una pen drive della fedele segretaria.

Fra gli ospiti c’erano Raffaello Orsero, ma anche un politico ‘dato in forte ascesa’, Alessandro Garassini ora alla presidenza di Ata, l’allora ministro Claudio Scajola, Alberto Gagliardi, Gigi Grillo, Claudio Burlando, il sindaco di Genova Beppe Pericu. Il mondo bancario ligure presente ‘ai massimi livelli: Giovanni Berneschi e Vincenzo Lorenzelli. L’industria con Vittorio Malacalza. Lo shopping con Aldo Grimaldi e Paolo Clerici.  C’era Paolo Oddone (Camera di Commercio). Serata di concerto, musica, tartine e calorose strette di mano.

Una dimenticanza grave, se presente, il dr. Luciano Pasquale, da sempre simbolo del potere, dietro l’angolo, a Savona e provincia, oggi si fanno più frequenti le sue ‘missioni’ ed apparizioni nell’imperiese. Da una cena con l’estimatore amico Claudio Scajola sindaco ad un’intervista a Imperia Tv. L’ultima meglio non rivederla, peccato che uno uomo della sua caratura, forse per stanchezza, forse per le magre domande dell’intervistatore, il dr. Pasquale finisce per non dire nulla di interessante, di nuovo,  se non ripetere il solito copione su alcune tematiche socio economiche, come la valorizzazione dell’enogastronomia, la bellezza del territorio, tante potenzialità da sviluppare; necessaria la coesione con progetti di largo respiro e soprattutto massima attenzione alla società dominante ed imperante dei web, della rete, dei social, della tecnologia vincente.

Peccato che né l’intervistato, nè l’intervistatore hanno potuto assistere, sarà solo un caso, alle reazioni di chi vedeva ed ascoltava da un bar di Pieve di Teco dove Imperia Tv resta e gode la popolarità di beniamina dell’informazione popolare come del resto nella vallate montane e contadine e tra le nonnine casalinghe della fascia costiera.

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PAOLO EMILIO TAVIANI TRA I FONDATORI DI GLADIO

MA FINITO NEL MIRINO DEI SERVI SEGRETI DEVIATI  – Vedi la stagione delle bombe a Savona, preceduta da un avvertimento- danneggiamento dell’auto di servizio parcheggiata nel garage, sorvegliato, del Viminale. Pochi giorni dopo la prima esplosione nel portone del galantuomo sen. Varaldo, Dc. Taviani tenne sempre per se per sospetto o forse convinzione. Tra l’altro era reduce di alcune dichiarazioni a proposito delle matrici terroristiche che non sono uomini Dc attribuivano ad extraparlamentari dell’estrema sinistra e che Taviani indicava invece nelle frange della destra, infiltrate da uomini del Sifar (servizi) cospiratori e destabilizzatori della democrazia. Paolo Emilio Taviani che non ha lasciato ricchezze, nè proprietà immobiliari e terriere. Viveva a Roma con la famiglia in un alloggio di 90 mq. Nessuno dei cinque figli ha seguito la politica, è dipendente statale o di enti controllati. Un figlio che, giovanissimo, aveva manifestato simpatie simpatie per le proteste di movimenti studenteschi ‘rivoluzionari’ preferì non essere di ostacolò a papà e si trasferì il Cile dove vive. Degli altri componenti della famiglia del ‘pontiere’, dell’uomo che forse fu tra i primi a parlare delle sue preoccupazioni per la discesa in campo in politica e al potere di Berlusconi (lo fece in una riunione tra militanti in una saletta di un hotel di Loano); forse era a conoscenza dei rapporti Berlusconi- Dell’Utri con esponenti mafiosi (?), il pizzo milionario che pagava per evitare attentati ai supermercati del cavaliere e rapimenti di famigliari. L’apertura in Liguria e persino nell’imperiese di sedi sponsorizzate da Dell’Utri. Ad Alassio, molti non ricordano, la prima sede di FI, come pubblicò Il Secolo XIX su una colonna, fu ad opera di un esponente da anni insediato in Riviera, considerato contiguo a famiglie di ‘ndrangheta e che solo 35 anni dopo sarà colpito da un provvedimento di confisca dei suoi beni in Riviera tra Loano, Borghetto e Boissano.

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GLI ORSERO PER CHIUDERE I GUAI GIUDIZIARI HANNO PAGATO AL FISCO 10 MILIONI. L’AZIENDA E’ STATA QUOTATA IN BORSA, STA CRESCENDO COME MERITA, UNA RISORSA NEL TRISTE E DESERTO PANORAMA DEGLI INDUSTRIALI SAVONESI. IL CONTENZIOSO FISCALE SORTO PER 91 MILIONI OTTENUTI CON IL FIDO CARIGE E LA ‘DISTRAZIONE’ DI 127 MILIONI DALLE CASSE DEL GRUPPO SULLA BASE DI UNA CONTABILITA’ IN NERO SCOPERTA IN UNA PEN DRIVE DELLA SEGRETARIA DELLA SOCIETA’, CLOTILDE VALLERGA

 

Azzoaglio, la banca-famiglia non inquinata compie 140 anni. La prima sede a Ceva, poi Garessio, Valle Arroscia e Val BormidaVirtù: meno budget, politica fuori, tradizioni

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Banca del Territorio che parla dialetto, a supporto delle famiglie e imprese, non infiltrata – lottizzata dalla politica e dai suoi ‘riti’ di potere. Nel bilancio depositato  del 2017 l’utile netto di esercizio ammontante a € 2.646.932 di euro. Scrive l’analista cuneese Rodolfo Bosio: boom dell’utile netto: 151,86%, pari a 1,051 milioni . Nel 2019 l’istituto di Ceva compie 140 anni e, dalla sua fondazione, appartiene all’omonima famiglia. Dall’aprile dell’anno scorso, Francesco Azzoaglio è presidente del Comitato esecutivo, organo che ha assunto le deleghe precedentemente attribuite all’amministratore delegato, figura eliminata. Del Comitato fanno parte Erica e Simone Azzoaglio, Mauro Catani e Gian Paolo Garello. Il Banco Azzoaglio ha 19 filiali, 14 dislocate nelle province di Cuneo e di Torino, 5 in quelle di Savona e Imperia. I dipendenti al 31 dicembre: 136 (92 uomini e 44 donne). Il 9 giugno  2018 aperta la nuova filiale a Mondovì.

Il dr. Francesco Azzoaglio presidente dell’omonimo istituto di credi con sede a Ceva e nel 2019 compie 140 anni. La banca fondata  nel 1879 da Paolo Azzoaglio, proprietario terriero e immobiliare nonchè commerciante. Per decenni è stata una banca monosportello. Fino a quando ha sconfinato per la prima volta aprendo a Garessio, poi sarà la volta delle province di Imperia e Savona ma solo dove il mare non erode quella mentalità e quei comportamenti sabaudi che piacciono tanto  alla famiglia dei banchieri cebani. Nel savonese opera a Cengio, Millesimo,Carcare e Calizzano. Nell’imperiese a Pieve di Teco. E a Torino.

LA FORZA LAVORO DIPENDENTE – Nell’attività commerciale risultavano impegnate n. 91 unità, pari al 66,91% delle risorse disponibili. Riguardo alla distribuzione per fascia di età si rileva che il 27% del personale appartiene alla fascia fino a 40 anni; il 39% appartiene alla fascia da 40 a 50 anni; gli ultracinquantenni rappresentano il 34% del totale. L’età media si colloca intorno ai 45 anni. Nel corso dell’anno si è verificata la cessazione del rapporto di lavoro di otto dipendenti e l’assunzione di nove nuove risorse. Le nuove assunzioni effettuate nel corso del 2017 sono state in parte destinate a rafforzare l’organico di filiale ed in parte per supportare i servizi di sede, in particolare il Monitoraggio Crediti e la Direzione Patrimoni.

ARTIGIANATO E PICCOLE AZIENDE – L’artigianato, con il proliferare di piccole aziende, continua ad essere il fulcro dell’economia locale a cui si uniscono le imprese edili, la lavorazione della carne e un’agricoltura ancora frammentaria. L’esportazione sta sostenendo la ripresa, ma favorisce prevalentemente le imprese che hanno la capacità di aggredire nuovi mercati. Il settore terziario dei servizi è in contrazione e lo spostamento dell’attività dai settori e dalle imprese in declino a quelli in espansione richiede profondi cambiamenti nei rapporti di lavoro e nella
formazione.

IL BILANCIO 2017 – L’utile netto del bilancio 2017 è  superiore del 151,86% rispetto al precedente, che è stato di 1,051 milioni e tale da consentire di mandare 2,1 milioni alla riserva straordinaria e di destinare 415.250 euro come dividendo, in ragione di 1,25 euro per azione. Così il patrimonio netto è salito del 4,2% a 63,407 milioni. La raccolta totale da clientela è ammontata a 1,591 miliardi, con un incremento del 2,12% sostanzialmente identico a quello degli impieghi alla clientela, risultati pari a 516,2 milioni. Il tasso delle sofferenze nette è leggermente diminuito al 2,57% dei crediti netti alla clientela.
Il  cda è presieduto da Mauro Rebutto e Giancarlo Fasano direttore generale. Il Banco Azzoaglio ha tra le sue partecipazioni una quota del 3,82% della Banca Passadore di Genova, la quale, a sua volta, ha una partecipazione nel Banco Azzoaglio. Inoltre, l’istituto di Ceva ha azioni della Yarpa (finanziaria della famiglia Acutis di Torino), della Banca Patrimoni Sella, controllata dall’omonimo gruppo biellese e della Egea.

STATO PATRIMONIALE
Totale dell’attivo 839.873.551
Totale del passivo 776.466.138
Patrimonio Netto 60.760.481
Utile di esercizio 2.646.932 .

Nell’esercizio 2017 le principali fonti di perdita da rischio operativo sono state le seguenti:  pagamento della somma di 50 migliaia di euro a seguito di reclami presentati dalla clientela e definizioni di cause civili con la clientela. 9 giugno Banco Azzoaglio apre una nuova filiale a Mondovì, in piazza Ellero all’angolo con corso Statuto.

Enrica Azzoaglio del Cda della banca di famiglia

IL CDA OGGI – Presidente Mauro Rebutto. Consiglieri: Francesco Azzoaglio, Erica Azzoaglio, Simone Azzoaglio, Elena Cabutti, Carlo Castellengo, Mauro Catani, Gian Paolo Garello, Lucio Siboldi.

Comitato Esecutivo: Presidente Francesco Azzoaglio. Membri: Erica Azzoaglio, Simone Azzoaglio, Mauro Catani, Gian Paolo Garello.

Collegio Sindacale Presidente Giorgio Spagnesi, Sindaci effettivi  Lorenzo Frignati, Alberto Murialdo. Sindaci supplenti Gianpiero Carlo Collidà. Aldo Marco Maggi.  Direttore generale Giancarlo Fasano.

Giancarlo Fasano direttore dell’Azzoaglio

Capitale Sociale euro 25.500.000 interamente versato.

ALCUNE NOTE A CORREDO DEL BILANCIO 2017

PROIETTATE SU BASSO PIEMONTE E LIGURIA

…In questo contesto nel corso del 2017 le imprese Piemontesi e Liguri hanno registrato una fase di leggera ripresa economica. Nei primi nove mesi del 2017 l’economia ligure ha proseguito a crescere

Simone Azzoaglio si occupa della Direzione Crediti del Banco

moderatamente: rispetto all’anno precedente, al positivo andamento del terziario privato non finanziario si sono aggiunti la ripresa dell’industria in senso stretto e segnali di stabilizzazione nel settore edilizio.
La situazione economica e finanziaria delle aziende liguri si è leggermente rafforzata, grazie all’aumento dei volumi operativi e a un miglioramento nei tempi di pagamento tra le imprese. In presenza di una spesa per investimenti ancora prudente, i prestiti bancari alle imprese hanno continuato a contrarsi. Le famiglie hanno invece incrementato sia il credito al consumo, sia i mutui per l’acquisto di abitazioni. Il positivo tono congiunturale si è riflesso, sia per le imprese sia per le famiglie, in un miglioramento della qualità del credito,
definita dagli ingressi in sofferenza.
Nel corso del 2017 la produzione industriale Piemontese, in recupero dall’inizio del 2013, è ulteriormente cresciuta. Tale andamento ha riguardato gran parte dei settori di specializzazione della regione e si è esteso anche alle imprese di minori dimensioni. Il rafforzamento della ripresa, l’aumento

Il dr. mauro Robutto presidente della banca Cebana, E’ nato a Genova nel 1941. Llaureato in Economia e Commercio.
Ha lavorato presso il Monte dei Paschi di Siena. Nel 1989 è entrato in Banca Passadore, prima come Direttore Generale e poi come
Amministratore Delegato sino al 2006 e fino a maggio 2009 Consigliere di Amministrazione.

del grado di utilizzo degli impianti, salito a livelli prossimi a quelli precedenti la crisi, e le misure di incentivo agli investimenti in tecnologie avanzate hanno sospinto l’accumulazione del capitale, intensificatasi nel corso dell’anno. Anche nei servizi
privati non finanziari il fatturato e i livelli di attività delle imprese hanno continuato a migliorare. Per contro, nell’edilizia non sono ancora emersi segnali significativi di ripresa, nonostante il recupero del mercato immobiliare.
Il III trimestre 2017, per il Piemonte ha confermato il buono stato di salute del comparto manifatturiero: la produzione industriale ha registrato, infatti, una crescita del 2,7% rispetto allo stesso trimestre del 2016, frutto di andamenti positivi realizzati in quasi tutti i principali settori e nella totalità delle realtà territoriali.
L’incremento della produzione industriale si associa ai risultati positivi registrati dagli altri indicatori analizzati: si evidenziano, infatti, incrementi tendenziali degli ordinativi interni (+2,3%) e di quelli esteri (+5,8%); in media, il fatturato totale delle imprese manifatturiere intervistate cresce del 3,7% rispetto al periodo luglio-settembre 2016, con la componente estera che registra un incremento del 4,9%; il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 64,4%.
L’incremento più sostenuto è stato registrato dalla manifattura astigiana (+4,2% rispetto al III trimestre 2016). Segue, per intensità di crescita, il biellese, le cui industrie realizzano un incremento dell’output prodotto del 3,5%. Sempre con sviluppi produttivi superiori alla media regionale troviamo le imprese manifatturiere di Cuneo (+3,2%) e quelle di Vercelli (+3,0%). In linea con il risultato piemontese si collocano Alessandria, Novara e Torino con variazioni tendenziali rispettivamente pari a +2,6%, +2,5% e +2,3%. Il Verbano Cusio
Ossola, realizza, infine, l’incremento produttivo meno sostenuto (+1,6%).
Si registrano i primi segnali di ripresa anche nel territorio Cebano, seppur caratterizzati da una maggiore lentezza e vivacità.
Gli aggregati patrimoniali – La raccolta rappresenta una componente patrimoniale importante e fondamentale. Il Banco è sempre stato attento alla buona gestione del risparmio del cliente, consapevole che questa è una delle più importanti leve competitive. Resta come sempre centrale il rapporto di fiducia con la clientela. Al 31 dicembre 2017, le masse complessivamente amministrate per conto della clientela – costituite dalla raccolta diretta, amministrata e dal risparmio gestito – ammontano a 1.591.494 migliaia di euro, evidenziando un aumento del 2,12% rispetto al 31.12.2016. Nei primi mesi dell’esercizio è continuata la discesa dei tassi di interesse, segnando nuovi minimi, che hanno fra l’altro risentito della forza di attrazione verso il basso dei
rendimenti dei titoli pubblici, spesso in territorio negativo sulle brevi scadenze.
La raccolta diretta – Nel 2017 la dinamica della raccolta diretta è parsa in assestamento; gli strumenti finanziari a medio e lungo
termine hanno evidenziato un andamento negativo mentre una dinamica positiva si è riscontrata per quelli a breve termine e a vista. In coerenza con le tendenze generali di sistema il Banco ha operato una revisione in diminuzione delle condizioni applicate, specie sulle partite più onerose. L’azione è stata agevolata da una minore necessità di funding, in ragione della favorevole situazione di tesoreria e dell’andamento degli impieghi.
La raccolta diretta del Banco si è attestata a 639.486 migliaia di euro che si confrontano con i 660.228 migliaia di euro di fine 2016. I dati evidenziano una lieve diminuzione (-3,14%) rispetto all’esercizio precedente. L’ulteriore erosione dei tassi di mercato non ha agevolato la raccolta diretta in particolare nella sua componente a medio termine dove si è registrata una diminuzione degli stock; la clientela del Banco ha privilegiato altre forme di investimento rientranti nella raccolta indiretta. In particolare, con riferimento alle obbligazioni, la clientela ha preferito orientare le proprie scelte di allocazione del risparmio verso altri strumenti.
La dinamica della raccolta, divisa per forme tecniche, è stata la seguente:
– i conti correnti ed i depositi a risparmio ammontano a 600.483 migliaia di euro rispetto a 587.612 migliaia di euro dell’esercizio precedente, registrando un incremento del 2,19% rispetto al 2016;
– i certificati di deposito passano da 109 migliaia di euro a 28 migliaia di euro;
– le obbligazioni di emissione del Banco passano da 70.349 migliaia di euro a 37.134 migliaia di euro,registrando una diminuzione del 47,21%. L’importo comprende anche il prestito obbligazionario subordinato di tipo Tier 2 con scadenza 2022 per un valore nominale di 4.000 migliaia di euro che il Banco nel corso del 2015 ha emesso.
– Composizione percentuale della raccolta diretta
– La raccolta indiretta da clientela
Nel comparto della raccolta indiretta il Banco ritrova costantemente la fiducia della clientela nel pieno rispetto delle singole aspettative e propensione al rischio con orientamenti che prevalentemente soddisfano le esigenze di crescita costante del portafoglio in una prospettiva di lungo periodo.
LA STRUTTURA OPERATIVA – I rapporti intrattenuti dal Banco col territorio hanno sempre fatto leva sulle qualità distintive della nostra operatività e sulla conoscenza della peculiarità del territorio medesimo, supportate da un’azione della struttura centrale tesa al miglioramento organizzativo e commerciale. Questo ultimo punto è sempre più caratterizzato dall’adozione di idonei strumenti informatici tesi a personalizzare il servizio, intercettare e soddisfare i numerosi bisogni e le aspettative della clientela, dedicando comunque sempre una particolare attenzione all’approfondimento della conoscenza del cliente.
Nel corso del 2017 l’assetto organizzativo del Banco ha subito significative variazioni: in concomitanza del rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale alla tradizionale figura dell’Amministratore Delegato è subentrato un Organo collegiale, il Comitato Esecutivo, nominato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 27 aprile 2017. Il quadro è stato completato con la nomina, in pari data, del Direttore Generale. Altra importante novità della struttura è l’istituzione di una nuova Direzione ‘Patrimoni’ rivolta alla consulenza specialistica della clientela ‘’private’’ e l’inserimento di un nuovo ufficio ‘Monitoraggio e gestione crediti problematici’. Nel corso dell’esercizio è anche stata assunta una persona che ha ricoperto la posizione di Responsabile dell’Ufficio Risk Management.
Sono proseguite nelle Filiali site in zone a bassa densità abitativa e contenuta bancarizzazione alcune iniziative di razionalizzazione della rete territoriale; sono stati perseguiti recuperi di efficienza mediante progetti a carattere prevalentemente organizzativo con l’apertura degli sportelli ad orari ridotti ed è stata trasformata la Filiale di Cortemilia in ufficio amministrativo, trasferendo i rapporti in essere sulla Filiale di Alba, che già operava da tempo il ruolo di Filiale ‘Capofila’.
Sono state inoltre valutate con grande attenzione le opportunità e la convenienza di ottimizzare la distribuzione territoriale del Banco per potenziare quelle Filiali collocate in aree ritenute più interessanti e sondare le possibilità di nuovi insediamenti. In questo quadro si colloca l’apertura, nel mese di dicembre, della nuova Filiale di Torino.
La formazione viene svolta tramite la partecipazione a corsi d’aula e multimediali. Nel 2017 l’attività formativa ha interessato tutto il personale, per un totale di 9.285 ore uomo.

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Per 20 anni ‘ladroni’ in Carige. Di Maio spara. Nessuno, media inclusi, si accorse? Gli avvoltoi e politica in azione dal 1997: chi difendeva il duce Berneschi e attaccava

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Il Secolo XIX, pagina nazionale dell’11 dicembre 2014. Titolo virgolettato: “Carige depredata per quasi 20 anni. Berneschi & C accusati di associazione a delinquere dal 1997. Truffe immobiliari e soldi in Svizzera, 10 verso il processo”. Indagini, ispezioni della Banca d’Italia sottovalutate o misteriosamente (non troppo) orfane di provvedimenti conseguenti ? Che ruolo ebbero i media, quantomeno quelli che avevano una ‘finestra’ in Liguria ? Il Decimonono (la società editrice figurava tra i clienti con fido miliardario in lire) la Repubblica – Il Lavoro, La Stampa, Il Giornale, Il Corriere Mercantile – La Gazzetta del Lunedì (la cooperativa beneficiava di prestiti Carige). Sul prossimo numero: Spie e giudici amici nel clan Berneschi.  Claudio Burlando, l’ex governatore della Liguria, diceva: “Inascoltata la mia denuncia del 2006”.

Nelle pagine di cronaca, con 20 anni di ritardi, titoloni e articoli a seguito delle inchieste giudiziarie e prese di posizione del mondo politico, imprenditoriale, dei piccoli azionisti. Trucioli.it. giovane blog di provincia, senza pretese, né pubblicità,  solo farina del sacco di volontari, ripercorre le pagine più significative, con modeste possibilità giornalistiche, che raccontano la Carige story di recente additata in Parlamento, dal vice presidente del consiglio Luigi Di Maio (M5S), di una presunta ‘gestione scellerata non solo per incompetenza dei manager ma anche  per le commistioni della politica” . Una buona dose di ragioni e franchezza ? Parrebbe proprio di sì almeno dagli atti giudiziari e dalle disastrose situazioni dei bilanci, con le sue conseguenze soprattutto per chi ha sempre dato fiducia, ha investito in titoli, obbligazioni ed azioni. Compresi coloro che avevano affidato i soldi della liquidazione (dipendenti e funzionari inclusi) sperando di farli fruttare e senza pretendere guadagni speculativi.

11 DICEMBRE 2014- IL SECOLO XIX. CARIGE DEPREDATA PER QUASI 20 ANNI

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LEGGI DI TESTO DELL’ARTICOLO PRIMA PARTE

TESTO ARTICOLO SECONDA PARTE

IL SECOLO XIX DEL 2 NOVEMBRE 2006, OTTO ANNI PRIMA, CON UN EDITORIALE DI LUIGI LEONE, ALL’EPOCA CAPO REDATTORE, RICORDAVA LA PIENA SODDISFAZIONE DEGLI AZIONISTI.  DIFENDEVA BERNESCHI SU TRE PUNTI ED ATTACCAVA LA FONDAZIONE: “…..Giovanni Berneschi, dominus dell’Istituto, ha motivato in tre punti il suo atteggiamento…..Le strategie messe in campo  hanno sviluppato la banca e assicurato dividendi significativi,  con piena soddisfazione degli azionisti. La politica delle alleanze industriali, a livello europeo, con i francesi… e i tedeschi….garantisce stabilità all’azionariato (sic ! ndr), e all’appartenenza territoriale della banca. I progetti del management corrispondono agli interessi dei soci….Berneschi ha avuto esattamente i meriti di cui sopra. E preservando la liguritudine di Carige ha pure garantito decisive linee di credito al tessuto socio economico regionale che sarebbero state  almeno inferiori se la banca fosse finita in pasto ad un competitore di maggiori dimensioni…..”.

IL 3 NOVEMBRE 2014 IL GIORNALISTA LIGURE ELIO DOMENICO

DA LAMIALIGURIA.IT ANNUNCIAVA USANDO IL CONDIZIONALE:

Srive Cesare Lanza sul suo blog nel 2017: Elio Domeniconi (Sampierdarena, 10 marzo 1932). Il più divertente tra gli intervistatori botta e risposta. Brillante e divulgativo. Ha scelto di sua iniziativa di ritirarsi in una casa di riposo, a Genova. Non è mai riuscito a trattenere malizie e cattiverie, neanche verso amici e parenti. Lazzi e frizzi a strafottere: uno stile più forte di lui. Impertinente.

Genova3000.it è in grado di darvi una notizia in anteprima: il candidato presidente del centro destra potrebbe essere il direttore di Primocanale Luigi Leone.  Verrebbe scelto come rappresentante della società, non sarebbe l’espressione di un partito.(In realtà  Berlusconi ed il suo avvocato Niccolò Ghedini, con la cabina di regia, scelsero il direttore del Tg4, Giovanni Toti, oggi  primoattore del movimento Arancione in tandem con Rixi e la Lega di Salvini). A tanti esponenti politici piacciono sempre di più i suoi coraggiosi editoriali del mattino. Il suo bersaglio è il presidente uscente della Regione Liguria e quindi l’amministrazione del centro sinistra.

Il candidato Leone, come giornalista (al momento della pensione era vicedirettore del “Secolo XIX”), sarebbe un candidato super partes. Per metterlo in condizione di vincere verrebbe affiancato da una super lista civica by partisan, che radunerebbe personaggi importanti decisi a far cessare il dominio del centro sinistra. La battaglia di Primocanale contro Claudio Burlando e Raffaella Paita sta convincendo molti esponenti di Forza Italia che il giornalista Luigi Leone potrebbe essere la persona giusta.

Elio Domeniconi

Luigi Leone è stato per un periodo ‘portavoce’ della comunicazione del gruppo Parodi – Cozzi di Imperia. Lei  giovane vedova dell’on. Cozzi, il padre tra i maggiori imprenditori edili del ponente. Nelle relazioni su esposizioni e sofferenze Carige si da atto che il gruppo Cozzi – Parodi alla fine del 2016 ha raggiunto un accordo per la ristrutturazione di un debito da 20 milioni di euro attraverso la società Prelios….; 35 milioni era invece l’esposizione della banca con Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone.

Breve inciso, Claudio Scajola, quando esplose il caso nuovo porto di Imperia (tanto clamore giudiziario per nulla, almeno dall’esito finale), diffidò a sostenere che fosse stato lui a propiziare lavori e crediti al finanziere imprenditore romano. Sostenendo che all’origine c’era il fidanzamento tra Caltagirone e Beatrice Parodi interessati a realizzare il porto di San Lorenzo al Mare. Non è finita perchè da una testimonianza processuale dell’ex banchiere Gianpiero Fiorani  emerge che sarebbe stato proprio Scajola a contattarlo e farlo incontrare con Caltagirone; la richiesta era di finanziare, con la Popolare di Lodi,  l’operazione nuovo porto. Ci fu un’ispezione aerea, in elicottero, sopra la città di Imperia. Solo la casualità vuole che Fiorani fosse pure il banchiere che ha venduto ad Andrea Nucera  40 mila mq di aree a Ceriale, zona a mare, dove ha realizzato la ‘famigerata T1‘, la maggiore operazione edilizia in provincia di Savona, prima al centro di un mega processo (conclusosi con condanne solo per reati minori), infine di una procedura fallimentare che invano cerca acquirenti da supersaldi. I finanziamenti Carige a società di Nucera, da anni rifugiato a Dubay, ammontano a 66, 2 milioni di Euro. L’operazione edilizia fu preceduta da una convenzione sottoscritta dall’allora sindaco Ennio Fazio, FI, due mandati che, comunque, pare fosse stata preparata dal suo assessore all’Urbanistica Piero Revetria, da Dc a FI, attuale sindaco di Vendone, ex assessore provinciale, ex presidente della Comunità Montana, già sindaco della città dove risiede, uomo di fiducia di Angelo Vaccarezza per anni considerato il più fedele luogotenente di Claudio Scajola ed ora seguace del governo Arancione del presidente Toti – Rixi.

Nella lista dei beneficiari di fidi (non in sofferenza a quanto pare) figurava nella relazione Bankitalia anche la Pietro Isnardi Alimentari Spa. Il capostipite consuocero di Alessandro Scajola, ex vice presidente Carige, il figlio Marco, già assessore a Imperia, assessore regionale all’Urbanistica in Regione, ha felicemente sposato una Isnardi. Fece un certo rumore quando emerse che la famiglia Isnardi possedeva la più estesa proprietà terriera sulle colline di Andora ed erano in corso varianti allo strumento urbanistico. Non si è più saputo nulla dei progetti e del confronto con l’Amministrazione comunale.

Tornando a Luigi Leone vedi l’intervista del 17 gennaio 2018 di Leone a Imperia Tv (………), nella rubrica L’Irriverente, programma settimanale del collega Daniele La Corte. Sempre di Leone, a Primocanale, il commento sulle elezioni amministrative del giugno 2018 (vedi……).

IL 5 AGOSTO 2013, QUANDO BERNESCHI SEDEVA ANCORA SUL TRONO, IL SECOLO XIX TITOLAVA: CARIGE, LA BATTAGLIA FINALE DI BERNESCHI. L’ISPEZIONE BANKITALIA HA ESASPERATO LO SCONTRO CON L’AVVERSARIO DI SEMPRE, FLAVIO REPETTO. NEMMENO LO STRAPPO DEI CONSIGLIERI ED IL SILENZIO DEGLI AMICI LO HANNO CONVINTO A DIMETTERSI

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L’articolo, un’intera pagina, a firma di Luigi Leone, ricorda che “…sulla linea di Berneschi  sono rimasti alcuni soci privati (Le Coop liguri, l’europarlamentare Vito Bonsignore, gli imprenditori Gavio ed Orsero, poco inclini ad accettare  l’indirizzo della vigilanza. …Silenti gli Scajola (Sandro, ex parlamentare Dc, vicepresidente dell’istituto e fratello dell’ex ministro Claudio) e Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria. Zitti Paolo Oddone, numero uno della Camera di Commercio e gli imprenditori più diversi finanziati da Berneschi. …la Fondazione secondo Bankitalia  non può continuare a detenere  il 47% della banca…..Così il Cavaliere re del cioccolato con la sua Elah Dufour si sta attrezzando per calare del 10-15%….dunque vendere….ma con un patto  di sindacato per tenere Carige al riparo da scalate ostili. …Qualcuno  non esclude la possibilità di una clamorosa rivincita – ribaltone realizzata da Berneschi.  Il quale è socio, con circa 4 milioni di azioni, …Non si può dire che  con lui presente nel Cda diventerebbe magari un Vietnam, ma certo il nuovo top – management non avrebbe vita facile. …”.  Insomma neppure il primo, più autorevole, informato quotidiano ligure, sapeva prevedere cosa sarebbe accaduto da li a poco.

Luigi Leone, giornalista imperiese di successo e carriera in una foto d’archivio del 2013

Ancora Leone: “…l’orizzonte di Repetto avrà però una stella fissa, l’autonomia  e l’indipendenza  della galassia Carige. Perchè la Fondazione con i suoi finanziamenti  alla Cultura e nel Sociale, e la banca, che come già visto è supporto e volano di crescita (e di tenuta della Liguria in questa fase di recessione) sono cruciali per la regione. Flavio Repetto e Berneschi sono divisi su tutto e da tutto. ma questa visione strategica la condividono davvero. Il solo filo che unisce li unisce – concludeva il ‘retroscena’ – nel momento dello show down”.

Ecco, pensare ad una visione strategica di Berneschi dal vice direttore del Secolo XIX pare un generoso atto di fiducia. E tenendo conto che asetticamente si dava conto dei 1500 milioni spesi dal 2000 al 2010 per acquistare 265 sportelli – gli ultimi 22 dal Montepaschi -; gli oltre 450 per comprare Monte di Lucca, Cassa di Carrara e Cesare Ponti, … con la quotazione del titolo crollato da 3,29 del 2005 a 0,4 dell’estate 2013. Capitalizzazione  di borsa  precipitata intorno ai 900 milioni dai 5, 5 miliardi del 2008.”.

Dunque subito da mandare a casa ? Chi lo dice ?  Ricorda Leone: ” Fra ambiziosi piani di espansione e scivoloni, tre elementi vanno però a difesa di Berneschi.  Il primo:  se Carige diventa quella che è, cioè la settimana banca italiana, con rilevanza europea, autonoma ed indipendente,  comunque solida (ha un alto indice di fidelizzazione) il merito storico è di Berneschi. Innegabilmente suo. Il secondo: grazie a ciò, la banca ha esercitato un ruolo chiave per lo sviluppo  della Liguria, finanziando tutto ciò che poteva finanziare. Per questa ragione se Carige perdesse autonomia e indipendenza, il contraccolpo  sul territorio sarebbe devastante. Terzo elemento: quando avveniva le cose che  Via Nazionale  contesta, dove stavano i consiglieri di amministrazione che si sono succeduti ?  (ne daremo conto sul prossimo numero di trucioli ndr). L’acquiescenza verso Berneschi è stata generalizzata. Pochi hanno osato mettersi di traverso (interessante rileggere negli anni articoli e firme ndr)  e solo nell’ultimo quinquennio le voci  critiche in Cda sono aumentate….Del resto i gettoni di presenza facevano comodo e pure l’appartenere al giro di potere incarnato dal banchiere”.

Sacrosanta verità. Basta l’elenco, seppure incompleto dei beneficiari,  giornalisti liguri compresi; scrivevano (500 mila lire, poi euro, ad articolo) quando Carige e Fondazione pubblicavano una rivista. E non potevano mancare neppure i generosi doni natalizi. Pagliuzze ! (l.cor)

Segue sul prossimo numero.

 


Imperia, la bella Beatrice vince: reati prescritti. Frode fiscale su 6 milioni e regina dei porticcioli che fanno gola

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Accade che finisca in prescrizione – quasi mai un imputato rinuncia, non sarebbe di moda – anche la presunta frode fiscale da 6 milione di euro contestata a Beatrice Cozzi Parodi, 49 anni, suo malgrado salita la prima volta alla ribalta della cronaca (era rimasta dietro le quinte da rampolla di una famiglia benestante ed imprenditrice ) con la tragica morte del marito, lo stimatissimo Gianni Cozzi, eletto in Parlamento. Meno simpatici e di altra levatura i servizi giornalistici e l’arresto di un big quale Francesco Bellavista Caltagirone nell’inchiesta sul nuovo porto di Imperia. Le accuse non hanno retto in appello, da qui assoluzioni. Emerse che in affari ed amica del cuore c’era anche Beatrice Parodi che ora ha visto andare in prescrizione reati fiscali conseguenti ad attività nei porticcioli di proprietà. Coimputati  con alcuni famigliari.

Erano giorni felici per Beatrice Parodi vedova Cozzi e Francesco Gaetano Caltagirone e posavano per i fotografi

Non meno clamorosa fu la notizia della chiusura, per difficoltà di bilancio – del nuovo hotel delle Terme di Pigna che attraeva turisti da tutta Europa, russi e francesi, tedeschi, svizzeri, dava lavoro ad alcune decine di persone dell’alta valle. Tanti politici presenti all’inaugurazione ed in altre particolari circostanze. Non si è ritenuto possibile salvare l’azienda che ha iniziato anche il suo stato di abbandono. Ora una bella notizia, si direbbe, con spazio in cronaca nazionale del Secolo XIX: I capitali stranieri all’assalto dei porticcioli del ponente ligure. Un servizio del collaboratore Andrea Fassione che riempie l’animo di speranze. E certamente una iniezione di fiducia per la famiglia Cozzi – Parodi che non naviga in un mare florido. Se son rose fioriranno e sapremo come è andata a finire.

Tanto per cambiare il porticciolo – approdo di Borghetto S. Spirito a pochi anni dall’inaugurazione è finito in amministrazione controllata. Il mega porto di Loano (108 milioni di euro delle banche costruito dalla famiglia Ligresti) è salvo grazie al fatto che tra i creditori è subentrato il colosso bancario assicurativo Unipol Spa, ma molti locali della cittadella sono sempre vuoti, almeno una decina hanno aperto e chiuso i battenti. Non è un mistero che Unipol non sia entusiasta della gestione, nonostante i manager e se trovasse un acquirente solvibile non avrebbe difficoltà a vendere. Ora la buona novella dal ponente imperiese. Non si perda d’occhio, come quasi sempre succede, l’epilogo dell’assalto di capitali.

 

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Alassio saluta Andrea, ‘ras della notte’. Da costruttore a noleggiatore al Festival, da Albisola a gestore di discoteca a Cairo.E un mese fa addio Lino buontempone chic

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L’ultima sua fatica: ideatore del concorso Miss Festival di Sanremo. Andrea Rosso si è spento a 78 anni alla Clinica San Michele, le esequie funebri a Cisano sul Neva. Il personaggio da ‘dietro le quinte’, gran passione per musica, spettacolo, eventi musicali, fornitore di strumenti al Festival della canzone italiana. La frenetica e singolare azienda – attività ha avuto sede ad Albisola, a Cairo Montenotte ha cogestito il dancing La Pergola. Come dracula viveva solo per la notte. Ad Alassio viveva nella zona di levante con Luciana, fedele compagna. Andrea ha voluto tornare nella sua Cisano sul Neva dove era nata e sono state celebrate le esequie. Mitico personaggio della dolce vita non ha ricevuto gli onori della folla e delle decine di ‘starlets’ che aveva incoronato. Silvio Fasano ha voluto onorare degnamente, con la sua compagna di vita, la fotografia, Lino Vena, uno dei volti più popolari, mitici, impegnato nella società civile e negli anno di Alassio ‘regina del divertimento’ e della notte in Riviera. Un mese fa i funerali e tanti alassini a testimoniare affetto e stima. Trucioli.it ha saltato un numero e pubblichiamo  il reportage,  nella ricorrenza, con le parole di Silvio: Addio Lino, elegante buontempone.

Ceriale: quando premiava il cemento e dimenticava l’elevato rischio idraulico

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Due interrogazioni alla giunta regionale a firma di Carto Vasconi (Verdi) e Marco Nesci (Prc) che, allarmati, chiedevano uno stop urgente al dilagare della cementificazione del suolo di Ceriale. Con il Puc che prevedeva insediamenti di oltre 1500 abitanti su una popolazione di 5 mila residenti. E soprattutto si ignorava la ‘fascia di inedificabilità’ assoluta in prossimità dei corsi d’acqua, grandi o piccoli che fossero. Non solo per scongiurare danni ed allagamenti. Veniva messo in luce il caso del Rio Torsero. Nel mirino la T 1, preparata negli anni di Piero Revetria assessore all’Urbanistica e firmata (convenzione con il Gruppo Nucera) dal sindaco Ennio Fazio e che per il consiglieri Nesci sarebbe da abbattere il 50 % della cubatura. L’allora assessore all’Urbanistica Ruggeri  (Pd) assicurava accertamenti rigorosi e annunciava che con il collega Zunino (Rifondazione comunista) avviava accertamenti sull’assenza del Via. Non è successo nulla. I giudici, dopo i sequestri, hanno concluso che il costruttore aveva rispettato quanto approvato dal Comune e dalla Provincia.

LA PAGINA DEL PERIODICO DELLA REGIONE LIGURIA CONSIGLIO REGIONALE DEL FEBBRAIO 2008. Presidente era Claudio Burlando con una maggioranza di centro sinistra.

E’ nato ‘Vince Albenga’ nomi e adesioni.Chi erano i campioni di preferenze: 1° Tomatis, 2° Ghiglione, 3° Passino4 liste, 64 candidati con promossi e bocciati

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Vince Albenga:  la nostra avventura comincia da questa piattaforma, dove con entusiasmo siamo pronti a lavorare tutti insieme con i cittadini di Albenga e condividere proposte, progetti e programmi.Un CANTIERE DI IDEE aperto, a misura di Albenga, perché tutto ciò che più ci sta a cuore è la nostra città. E ricordatevi che NOI ci saremo sempre, nel centro e nelle frazioni, per tutti i cittadini. Ma, aggiungiamo noi, il candidato sindaco Calleri, volto nuovo della politica ingauna, simpatizza più per la Lega di Salvini populista e battagliera o per la destra moderata che invoca papà e nonno Silvio Berlusconi?  Cosa abbiamo scoperto. Il coltivatore diretto, già presidente della categoria, ha sempre avuto un debole per la fede leghista. E alle comunali del 2014 chi ha indossato la maglia gialla (o rosa) per la vittoria delle preferenze. Una pagella destinata a pesare anche a maggio 2019 con la chiamata alle urne degli albenganesi?

 

Andare ad amministrare una città non sarà semplice perché in un’epoca di continui tagli ai Comuni, occorre saper investire con intelligenza e sapienza le risorse economiche a disposizione.
Ecco, la nostra avventura comincia da questa piattaforma, dove con entusiasmo siamo pronti a lavorare tutti insieme con i cittadini di Albenga e condividere proposte, progetti e programmi.Un CANTIERE DI IDEE aperto, a misura di Albenga, perché tutto ciò che più ci sta a cuore è la nostra città. E ricordatevi che NOI ci saremo sempre, nel centro e nelle frazioni, per tutti i cittadini.

Chantal Ballereau, Sebasa Tian Pisanu, Rossana Angelosa, Anto Iris, Marilyn Mo, Giovanni Dispenza, Sandro Gandolino, Rina Grana, Mara Alberti, Anita Cappello, Gerardo Salvati, Giuseppe Messina, Delia Giacobbi, Roberto Vorzitelli, Lina Lombardi, Pina Sanna, Giusy Plumeri, Elisa Vittore, Michela Citta, Valeria Ciangherotti, Elio Bottero, Maura Innocenti, Giuseppe Alongi, Barbara Pastorino, Marina Guarneri, Antonina Raro, Alessandro Tiziana Gagliolo, Laura Nan, Gigliola de Lonti, Lisa Bonollo, Annamaria D’Aurizio, Gerardo Petrone, Nicola Podio, Monia Musso, Modou Gassama, Agostino Morchio, Rsy Dipace, Izabela Agnieszka Jasińska, Paolo Isoardo, Tonino Graziani, Ettore Molino, Estefita Tefy, Claudia Golub, Marinella Pastorino, Philippe Pergola, Ferdinando Ferdy Franco, Francesco Vairo, Guido Lugani.
 GLI AMICI DEL CANDIDATO SINDACO CALLERI
I CAMPIONI DELLE PREFERENZE DA TENERE D’OCCHIO PER LA FORMAZIONE DELLE SQUADRE
PER CHI AVREBBERO VOTATO I DUE PARROCI ALL’ANTICA

IL MITICO DON BORZACCHIELLO A SALEA E DON MENINI, DA PEAGNA A BASTIA

Canonico Antonio Borzacchiello,

Nato in Albenga (Savona) il 6 Aprile 1919. Fu Professore di Musica Sacra e Canto in Seminario per diversi anni e parroco nelle parrocchie San Michele di Giustenice e San Giacomo a Salea. Nel 1958 venne nominato Canonico del Capitolo della Cattedrale di Albenga. Si dedicò con grande passione a ricerche di carattere storico e musicale che riordinò e diede alle stampe in diversi volumi. Deceduto il 8 Agosto 1999 ad Albenga. Archivista Diocesano circa 1958 -1969.

Canonico Pietro Menini,

Nato in Peagna di Ceriale (Savona) il 24 Gennaio 1904. Fu ordinato Sacerdote il 30 Maggio 1931 ad Albenga; per tanti anni prestò la sua collaborazione nella Cancelleria della Curia Vescovile e fu anche Direttore dell’Ufficio Amministrativo Diocesano. Esercitò il suo ministero pastorale come Parroco di Peagna e di Bastia e Assistente Spirituale delle ACLI e della Associazione Diocesana Coltivatori Diretti.  Fu Canonico del Capitolo della Cattedrale di Albenga dal 1966 fino alla morte. Sopportò con esemplare pazienza le sofferenze degli ultimi anni della sua vita e si spense ad Albenga il 9 Luglio 1978. Archivista Diocesano circa 1970-1977

LE COMUNALI AD ALBENGA COMMENTATE IN ALTRI TEMPI E CON ALTRE SQUADRE. ERA NATA ‘GIOVANE ALBENGA’, CUGINA LONTANA DI ‘GIOVANE ITALIA’

E li chiamavano anche ” I quattro dell’Ave Maria”.

Pietro Parodi

Sembra una di quelle barzellette di una volta ahahahah…. “ci sono, un democristiano, un missino, un socialista……..” Ahahahah
Antonino Maccarrone –  Pietro Parodi, e come te, eravamo nel disciolto PDL … che pur essendo la maggiore forza politica di Albenga, per una scelta imposta, ci siamo trovati un sindaco leghista che è riuscita a dividerci per regnare come una zarina! Anche tu caro Pietro grazie a lei sei diventato precocemente ex e la Città ne ha subito le gravissime conseguenze. E non è bastato! !!!!! SI persevera. ..! Guido Lugani

Ci Siamo…..Sabato 15 Marzo alle ore 11.00 presso il Museo Sommariva di Via Mameli, si terrà la presentazione della Lista “GIOVANE ALBENGA” !!! Un momento per raccontare alla Città ed agli organi di stampa quali sono le Nostre proposte, far risaltare come i Giovani di Albenga ci mettono la faccia e spiegare il già tanto fatto per i Giovani e non solo …. Vi aspettiamo!!! Michele Neri Manuel Venturelli Riccardo Minucci Frangii Eettaa Matteo Conforti Marco Reinaudo Anna Mabille Laura Digiu Daniele Martino Egle De Ferrari Rolleri Simone Rossi Elisa Rotunno Bruno Robello de Filippis Nicola Podio Enrico Bessone Eraldo Ciangherotti Alessandro Cibien Massimiliano Nucera Riccardo Villa Stefania Massa Paolo Torrengo Cristiano Bosco Giuliano Caleffi Roberto Schneck Angelo Vaccarezza Rosy Guarnieri Matteo Mata León Rolando Luca Luigi Stella Luca Valentini  Anna Maria Ottazzi Cinzia Gatti Michael Ferrante Aldo Marino Manuel Barbo Alessandro Barbieri Diego Distilo Annalisa Ascoli Mauro Vannucci Gabriele Marino

 

 

 

 

 

Noli: realizzato l’ombrello antipignoramentoSindaco e vice deliberano scudo di 2.824.830Elezioni:3 liste con Fiorito,Fossati,Gambetta

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Comune di Noli a rischio pignoramento dopo che la giunta di centro sinistra del sindaco Ambrogio Repetto non si era costituita in giudizio in una mega causa civile di risarcimento danni per 2 milioni e 300 mila euro (frana di via Belvedere, civico n.14, 8 alloggi). Con il Comune contumace (parrebbe per presunta omissione o negligenza dell’allora segretario comunale) non è scattata la polizza assicurativa che l’ente, ovvero la comunità, paga annualmente all’Unipol contro i rischi.  Resta il mistero sul ruolo del sindaco Repetto e su quali siano state le iniziative del successore. Un alone di mistero e più di una zona d’ombra.

Niccoli è corso ai ripari con un intervento tampone, a Noli non ha precedenti, invano abbiamo chiesto ad altri Comuni della Riviera, pare ci sia qualche altro caso nel ponente. Sta di fatto che nel rispettoso silenzio dell’informazione -autocensura, dal 24 gennaio all’albo pretorio on line del Comune, si può leggere una delibera di giunta che mancava nell’albo professionale di un mestiere con oltre mezzo secolo di cronaca provinciale e ligure. Oggetto del verbale n 2 del 24 gennaio 2019: quantificazione delle somme impignorabili per il primo semestre dell’anno 2019. Giusto il tempo in cui resta in carica il governo del sindaco Niccoli.  Delibera in cui risulta presente il vice sindaco Alessandro Fiorito, con l’abituale assenza di Jessica Bellisio, il secondo assessore.

Non è finita. Non si è mai chiarito da parte della subentrante Amministrazione Niccoli la responsabilità o corresponsabilità dell’omissione. Cosa sia realmente accaduto. Un atto di citazione del tribunale è finito nel cassetto – dimenticatoio. Repetto, oggi capogruppo della minoranza consiliare, si tira fuori, esclude di esserne venuto a conoscenza. E’ stata fatta un’indagine interna ? E’ scaturita in provvedimenti disciplinari ? Il classico caso del danno e la beffa. E appare utile, saggio, a completezza di informazione, andarsi a rileggere quanto aveva scritto su trucioli.it Carlo Gambetta, tre legislatura da sindaco. Ai suoi interrogativi, rilievi, approfondimenti, nessuna risposta. Ignorato, non meritava una presa di posizione. Una rettifica, una smentita.

In quel di Noli la giustizia penale e civile non solo è indigesta, pare non preoccupi. Quando, nei rari casi, è intervenuta, è sempre andata liscia. E’ fuori dubbio che qualcuno dovrà pagare.  Gli 8 inquilini del civico 14 hanno vinto la causa, assente come controparte il Comune, le assicurazioni coinvolte hanno chiesto per la parte loro spettante, la sospensiva, ma contrariamente a quando è accaduto per i 17 alloggi proprietari del civico 18, il presidente della Corte d’appello non l’ha concessa. Di conseguenza le due assicurazioni (esclusa Unipol per il Comune) hanno  proceduto a versare la loro quota parte, il 40 % circa. In ballo resta il Comune che si troverebbe tra l’incudine ed il martello. E non è il caso di dilungarci sulla possibilità di attingere ad un contributo statale. Dal cilindro del capello, lo staff Niccoli, presumibilmente consigliato, a scanso del pericolo di vedersi pignorare beni e somme comunali, è sbucato uno stratagemma inusuale almeno in terra ligure.

Richiamandosi ad articoli  di legge  del 2000- 2001, decreto ministeriale del 1993 che elenca i servizi locali non assoggettabili ad esecuzione forzata, la giunta composta dal sindaco e dal suo vice, con la presenza del segretario comunale dr. Massimiliano Morabito, ha deliberato di quantificare in complessivi 2.824.830,00 e relativamente al primo semestre 2019,  gli importi che non sono soggetti ad esecuzione forzata. Insomma l’ufficiale giudiziario non può presentarsi a fare pignoramenti fino all’importo indicato. Tenendo conto della situazione si è anche dichiarato  l’immediata esecutività del provvedimento di giunta in considerazione, è scritto, dell’urgenza.

Difficile ipotizzare se la maggioranza dei nolesi, a fronte  dell’accaduto,  dia o meno il benservito a Repetto & Niccoli, se i fedeli seguaci ritengano che tutto sommato non ci si debba cospargere il capo di cenere. Cose che capitano ai vivi. Finora, pur su opposti fronti,  Rep- Nic,  hanno evitato la resa dei conti. Non c’è solo una partita in ballo, non ci sono solo sentenze di condanna (al civico 18 il tribunale di Savona ha riconosciuto 8 milioni e mezzo di euro, con l’accoglimento di sospensiva dell’esecuzione della sentenza in attesa del nuovo responso del collegio giudicante).

Ammesso che ai nolesi vada bene così, per la serie più li bastoni e più si fanno di lato, vorremmo porre all’attenzione dei lettori alcuni interrogativi ai quali niccoliani e repettiani potrebbero rispondere, ma lo dubitiamo.

  1. Il sindaco dr. Niccoli, al quale non mancano né esperienza, né preparazione amministrativa, avrebbe scelto l’immobilismo di fronte all’evidenza del suo Municipio che citato in tribunale non si presenta. Perché?
  2. Questa presunta neutralità l’ha condivisa con tutti i consiglieri di maggioranza ? Se si, come sarebbe naturale in un consesso e confronto civile, quale motivazione, giustificazione è alla base della decisione ?
  3. Il sindaco ha potuto accertare, con l’ausilio dei dirigenti e funzionari comunali, quando è stata notificata la citazione giudiziaria chi l’ha presa in carico, chi l’ha letta, chi doveva farsene carico. Va da se emerga il ruolo del segretario comunale. Ci sono comunicazioni interne a questo proposito.
  4. Non era forse un dovere morale, una regola di buona amministrazione, di correttezza e diligenza di chi ricopre un ruolo pubblico, fare in modo che la materia, anche a porte chiuse, visto che sono in ballo nomi e cognomi, fosse trasmessa al parlamentino e una volta condivisa la strategia, compiere, scegliere la trasparenza. I nolesi non meritano ? Non sono interessati a sapere, conoscere, abituati a leggere i documentati e puntuali articoli del concittadino  Gambetta ? Oppure sbaglia ad invocare rispetto della legge, la legalità, anche a costo di indossare l’abito di colui che si impiccia troppo della cosa pubblica. E ci guadagnerebbe a tacere, aggregarsi a chi brontola, magari critica, polemizza, per poi abbassare il capo, girarsi dall’altra parte.
  5. L’ex sindaco Repetto si è mai attivato, ricorrendo quantomeno allo strumento dell’interpellanza, per sapere cosa era accaduto nella catena burocratica comunale nel momento in cui è pervenuta la citazione in giudizio ? A suo avviso sussiste o meno una corresponsabilità in vigilando ? In tandem (Rep- Nic) si sono adoperati, possiamo supporre, per capire la colpa di un danno ingente lasciato in eredità al futuro sindaco e alla giunta con il concreto pericolo del dissesto finanziario.  Di dover mettere mano alle imposte comunali, chiedere altri sacrifici ai cittadini.
  6. Niccoli e Repetto hanno spiegato ai loro fans che  1 milione e 600 mila euro incassati  per l’area box di via Belvedere, 500 mila sono già stati spesi in parcelle. Non fa notizia ?

NOLI VOTA PER LE COMUNALI: COLPO DI SCENA NELLO SCHIERAMENTO DI CENTRO DESTRA, ALLEANZA FIORITO – MAINA – PASTORINO. IN DIFFICOLTA’ LA SQUADRA DEL CENTRO SINISTRA DI FOSSATI. LA CANDIDATA SINDACO MARINA GAMBETTA DICE NO AD AMMUCCHIATE PUR DI VINCERE

Le indiscrezioni si rincorrono da parecchi giorni, le ultime e più rilevanti novità riguardano il gruppo e l’area del centro destra, orfana del sindaco Niccoli. Se l’arch. Maina, già candidato sindaco nella scorsa legislatura, veniva dato in quota alla lista della candidata Marina Gambetta sindaco (figlia di Carlo), lo scenario è cambiato. Pare sia in corso un serio confronto con la squadra che si accinge a varare il candidato sindaco Alessandro Fiorito, attuale vice sindaco. C’è chi ipotizza una lista che segni la discontinuità, inserendo solo candidati che non abbiano fatto parte della precedente amministrazione.

Maina che come Gambetta, seppure meno assiduo, è tra i collaboratori volontari di questo blog, giustificherebbe la sua decisione con il fatto di essere fautore di una larga coalizione, ha lasciato e si è autoescluso. Marina Gambetta del resto è irremovibile contro quelle che forse considera ‘ammucchiate’, leggi il vecchio modo di governare.  Con quali forze in campo il centro destra – pur presentandosi come lista civica – intravvede possibilità di vincere la sfida ? E’ verosimile che un esperto politologo della sinistra progressista, uomo di cultura, come Lorenzo Paggi abbia condiviso l’opportunità che il gruppo di Gambetta stringa un’alleanza, in caso contrario sia dietro l’angolo una sconfitta. Stessa tesi, abbiamo visto, di Maina.  Ebbene un’alleanza certa di chi sosterrà la lista Fiorito sindaco è quella di Marino Pastorino, il padre era costruttore edile, il figlio geometra è titolare di agenzia immobiliare oltre che amministratore di condomini e considerato simpatizzante leghista. Esperienza nella tornata elettorale del ’95 quando si presentarono ben sei liste. Un figlio, tenore, è una giovane promessa della lirica. Interrogativo: una lista senza componenti dell’attuale maggioranza consiliare non rischia di perdere il sostegno proprio dei più fedeli seguaci di Niccoli che in consiglio comunale non gli hanno mai fatto mancare il sostegno, si sono sempre allineati volenti o nolenti. Il terzo competitor in gara ripropone la candidatura di Fossati sostenuto da ciò che resta del centro sinistra e degli amici di  Repetto. Ai nastri di partenza e quando ancora non sono noti tutti i nomi dei candidati, qualcuno si spinge ad ipotizzare un netto vantaggio, sulla scia nazionale, della componente che fa capo a Fiorito – Maina – Pastorino.

Gli sfascisti di sinistra pare condividano il pronostico e consigliano, se è proprio necessario, di tapparsi il naso e stringere  patti con altre forze. La Gambetta non parte con la vittoria in tasca, dovrebbe scendere a compromessi ? Su chi farà convergere i voti il mondo giovanile, quello che ha votato i M5S alle politiche di marzo ? E il mondo delle quote rosa resterà indifferente alla giovane candidata, madre di due figli e che se eletta sarà la seconda sindaco donna della storia di Noli ?

Tre liste dunque anziché le cinque di cui si parlava nei giorni scorsi e duello probabile Gambetta – Fiorito. Entrambi, se le indiscrezioni verranno confermate all’insegna del rinnovamento, o meglio ci sarà soltanto Fiorito a rappresentare un legame del governo uscente. Fuori partita, pur con tutta la benevolenza, i giocatori in campo di Fossati che peraltro non aveva mai brillato nel proporsi in assemblee pubbliche. Tanta dialettica, umorismo, sarcasmo, scarsa presa alla resa dei conti. A meno che si riveli  un fuori classe dell’ultima ora. (L.Cor.)

ARTICOLI A FIRMA DI CARLO GAMBETTA SUL CONTENZIOSO DI VIA BELVEDERE

Noli a chi (non) giova la verità ?

Alla cortese attenzione, politica e morale, dei due Consiglieri di minoranza, Lucio Fossati e Debora Manzino. Continua…

Noli non è una burla: assolti dal giudice penale, ma per il civile devono pagare 8 milioni 200 mila €. Caro Repetto ci dica…

E’ una doverosa precisazione, tardivamente accertata, quella che interessa l’articolo della settimana scorsa: l’area dei Lavori Pubblici non risulta in indirizzo nell’assegnazione della citazione da parte dell’ufficio protocollo del 7/6/2013, come erroneamente riportato a causa di una mia personale impropria lettura del documento. Leggi anche, in esclusiva per trucioli.it, la sentenza integrale (vedi le 108 pagine…) del giudice del tribunale civile di Savona, dr. Luigi Acquarone, sul disastro di via Belvedere, le spese e i danni della ricostruzione dell’immobile. Continua…

Ultima ora / Finalmente ! Noli, la sentenza per danni di via Belvedere a 7 anni dal crollo

Il Giudice monocratico Dott. Luigi Acquarone ha depositato alla cancelleria del Tribunale di Savona 108 pagine della sentenza in merito alla causa, di risarcimento danni, promossa dai singoli proprietari del civ.18 di Via Belvedere, a Noli.

Continua…

Noli, è ‘giallo’ nel Comune ‘contumace’.
E l’addio al benemerito dr. Mario Panerai

A volta di dice…La lettura sull’albo pretorio on line della D.G. No 156 del 06/11/2013 (con la Giunta Repetto al gran completo: Piero Penner – Davide Arancino – Diego Giusto – Giovanni Peluffo) pubblicata solo il 21/12/2015!!! riguarda la costituzione in giudizio presso il Tribunale civile di Savona contro il ricorso della Cooperativa Pescatori di Noli notificato in Comune il 07/06/2013. (N.B. Stessa data del ricevimento della citazione del civico 14 di Via Belvedere). Continua…

A Noli le consuetudini di Repetto sindaco

Sabato 19  dicembre ultimo Consiglio Comunale del 2015. All’apertura della seduta il Sindaco Niccoli ha annunciato la morte di Franco Salice: un doveroso ricordo. Continua…

Egregio Procuratore della Repubblica: A6 Torino Savona, ecco il cemento armato disarmato choc, il pericolo e sub appalti

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L’esposto dell’ing. Paolo Forzano sullo stato dell’Autostrada A6.  Torino- Savona. Le tappe e la storia che ora vede proprietario il Gruppo Gavio. Ecco le foto choc dei viadotti e il testo del documento inviato alla Procura della Repubblica. 

La puntuale disamina dell’ingegner Paolo Forzano sullo stato dell’A6. E la richiesta alle autorità per il controllo puntuale su tutte le infrastrutture nel tratto Savona-Vado Priero, con interventi urgenti, e che in alternativa ad opere di ripristino costose e poco efficaci venga presa in considerazione la ricostruzione, specie del tratto più vecchio (discesa Altare Savona-Vado e tratto Altare Priero).

Queste le foto choc dei viadotti.

Visualizza l’ESPOSTO DELL’ING. FORZANO: CLICCA QUI.

Carige – Carisa: ‘Qui c’è un mare di soldi e la Liguria non ne approfitta’, Berneschi dixitL’intervista di Manzitti merita la rilettura

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Banca Carige navigava in un ‘maree di soldi’. La banca ligure salvata dal crack con soldi pubblici, dei contribuenti. Un eco risuono con l’invocazione di Berneschi, presidente  ed amministratore delegato della tredicesima banca nella classifica italiana di allora cadde nel vuoto. Offriva soldi ma… Risultato miliardi di sofferenze, i crediti facili ad alcuni gota del potere economico (con sponsor in politica) della Liguria. Fino al si salvi chi può. Con quale rigore giornalistico, indipendenza, i media davano conto del dominio Berneschi? Qual era la forza mediatica della cabina di regia della banca ligure ? Rileggiamo l’intervista, del 9 settembre 2004, di Franco Manzitti, 71 anni, carriera iniziata a Il Giornale, al Secolo XIX con ruoli di primo piano,  a Repubblica, ora a blitz quotidiano.

Franco Manzitti è stato capo della cronaca al Secolo XIX, inviato speciale, alla direzione della pagina ligure de Il Lavoro – la Repubblica. Sul sua pagina Facebook aggiornata si può leggere: Ora che il giornalismo sta molto male un bel libro per ricordare i tempi e figure migliori, Alberto Bergamini titano dimenticato e il fascismo. Oppure: Pansa avrà anche esagerato a dire che ci vorrebbe un governo di tecnici affiancato dai militari ma quando dice che questi sono dei terroristi non esagera. Vogliono sfasciare tutto e ci stanno riuscendo. E ancora: Mia opinione dall’ Italia i terroristi che minano la democrazia sono sia i 5 Stelle che la Lega. Finiranno prima gli uni poi l’altra nello scatafascio italiano. Da ultimo. Questo non è proprio più il mio paese: non solo ci governano quei cialtroni, incompetenti, assetati solo di potere e capaci di propaganda e nulla si muove politicamente contro i loro disastri. Ora c’è anche Sanremo uno spettacolo noioso, di musica scarsa, di magnoloquismo un po’ stupido. E sia il governo che Sanremo fanno il pieno di consensi. Meglio andarsene, lasciar perdere….

Quattro anni dopo nella ricchissima rassegna stampa economico – finanziaria altro titolo da rileggere. La Stampa, a firma di Alessandra Pieracci, 64 anni compiuti la vigilia di San Valentino: “Carige – Carisa tranquille. Nessuna fuga irrazionale. Il grande gruppo della Liguria di fronte alla crisi. La nostra clientela investe solo su tradizionali prodotti bancari ed obbligazionari”. Purtroppo chi ha avuto la ‘bella idea’ di investire, ad esempio, in azioni Carige può oggi ritrovarsi con le toppe nel sedere, ha perso tutto, ridotto agli spiccioli. Un po’ come è accaduto a chi aveva comprato azioni del Sole 24 Ore che avrebbe dovuto essere il faro degli investitori e che  per un buon numero di anni faceva parte della carta stampata che tifava per la grande banca ligure e poi nazionale. E’ corsa a comprare filiali del Montepaschi di Siena che non era la pia banca cattolica, semmai di radicata fede massonica e harem dei compagni rossi. Davvero nella Carige story è corretto tenere i riflettori solo su un manipolo di capri espiatori ? Cosa resta da scoprire, oltre a quanto si è già scritto, anche su libri, reportage, inchieste giornalistiche ?

GRAZIE A UTILI RECORSDARTICOLO DEL LA STAMPA DEL 7 OTTIOBRE 2008

NON ERA IL 1° APRILE, MA IL 30 APRILE ED I MEDIA DAVANO FIATO ALL’OCCASIONE DI UN INVESTIMENTO IN BORSA GRAZIE ANCHE AGLI UTILI RECORD E BERNESCHI SORRIDENTE (TESTIMONIA LA FOTO) RIPETEVA: SIAMO SANI. CHISSA’ SE GIA’ ALL’EPOCA LA BANCA D’ITALIA AVEVA SEGNALATO ZONE D’OMBRA MA NULLA SAPEVANO GLI IGNARI INVESTITORI E CHI NON è INIZIATO A FUGGIRE NON SOLO E’ RIMASTO CON IL CERINO IN MANO HA PERSO TUTTO. E’ ACCADUTO AGLI STESSI DIPENDENTI, DIRETTORI INCLUSI, CHE HANNO INVESTITO LA LIQUIDAZIONE NELLA LORO BANCA. ANCHE LORO IGNARI DELLA CENERE CHE COVAVA. GIORNALI E TV CHE RUOLO HANNO AVUTO NEL RACCONTARE LO STATO DI SALUTE DELLA CARIGE ? CHI ERANO I CRONISTI ESPERTI CHE BERNESCHI RITENEVA PIU’ AFFIDABILI ? NE FA CENNO UNA DELLE  MIGLIAIA DI PAGINE DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE ED AMBIENTALI.  CHE NON HA MERITATO NEPPURE UN ACCENNO E DEL RESTO NESSUN REATO. ALLORA IL, VENTO TIRAVA IN QUELLA DIREZIONE. ACCADDE PER ANNI ANCHE DURANTE IL REGNO A SAVONA E IN LIGURIA DI ALBERTO TEARDO E C. QUANDO SI POTEVA LEGGERE SU QUOTIDIANI NAZIONALI CON PAGINE LOCALI VERI E PROPRI ATTESTATI A DIFESA DEL POLITICO COMBATTUTO DA POCHI GIORNALISTI AMICI DELLA SINISTRA, DEI COMUNISTI, UNITI NELLA REGIA DI DESTABILIZZARE UN PRESIDENTE DIO REGIONE CHE AVEVA IMPORTANTI PROGETTI PER IL RILANCIO DI SAVONA E DELLA LIGURIA.

 

 

 

 


Anci Liguria e Savona capofila: compie 10 anni la task force comunale antievasori Risultati zero e piani d’azione del colonnello

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Tutti benevolmente zitti, anzi nel cassetto. Il 15 ottobre 2010, pagina nazionale del Secolo XIX, a firma del redattore esperto Francesco Margiocco: “Un ispettore comunale antievasori. Vinai (Anci Liguria). Avrà tutte le competenze per partecipare agli accertamenti fiscali. Oggi al via il corso di formazione per i futuri funzionari degli uffici tributi”. E a corredo l’intervento dell’allora comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Roberto Visentin, brillante curriculum, già in servizio a Ventimiglia e nel porto di Genova (Vedi curriculum ….). Da li a poco rinuncerà alla carriera in divisa per il ruolo di segretario generale dell’Autorità Portuale di Savona – Vado in anni cruciali per lo sviluppo, con Asl secondo centro di potere, di appalti milionari e posti di lavoro della Provincia. Un robusto e qualificato staff dirigenziale composto da Marina Monti e Antonella Granero (entrambe giornaliste professioniste che hanno lasciato il  Secolo XIX di Genova e Savona), Federica Moretti, Rossana Varna,. Flavio Destefanis, Paolo Canavese.

Il comandante Visentin che in quei giorni di ottobre 2009 ricordava: “La Liguria è tra le regioni dove l’evasione fiscale, nel 2008, è aumentata di più, pari al + 6,8 per cento.  Peggio stanno soltanto Lazio, Lombardia, Veneto e la Campania resta capofila”. E Pierluigi Vinai, segretario generale Anci Liguria parlava di ” scarsa educazione alla legalità. Le basi dell’educazione civica, a scuola, non vengono insegnate’. Testimonianza di un padre di quattro figli”. E Visentin: “Molto spesso le scuole di Savona ci invitano…spieghiamo che cosa significa contribuire alle risorse dello Stato, dei Comuni. Cercando di far loro capire, ad esempio, che se le strade sono illuminate da lampioni, se i bambini posso imparare l’alfabeto e le tabelline è proprio grazie ai cittadini onesti che pagano le tasse.” E concludeva con un’amara constatazione: Purtroppo a giudicare dalla realtà in cui ci imbattiamo ogni giorno….l’evasione è molto diffusa”. Pagando tutti si pagherebbe di meno tutti. Diamo sempre priorità alla caccia agli evasori totali. Che si annidano un po ovunque: professionisti, commercianti, artigiani, ricchi e meno ricchi; i tanti proprietari di quattro, cinque e più appartamenti, rigorosamente affittati in nero”.

E la politica, i politici locali, i sindaci, assessori, consiglieri comunali che aiuto concreto danno all’articolo della Costituzione che sancisce l’obbligo dei cittadini di pagare in base al proprio reddito ? Chi non demorde dalla lotta, diciamo politica all’evasione, non ha futuro elettorale e non sarà campione di preferenze. I cronisti che si impegnano con più coerenza nella diffusa corsa a sottrarre al fisco statale e comunale si ritrovano emarginati e scomodi.

Nei giorni scorsi si è letto che per dare ossigeno ai bilanci comunali pochi comuni liguri partecipano alla corsa alle multe. Anche se nell’estremo ponente le statistiche riportate indicano un boom di incassi e tra i più colpiti risultano i francesi. Più o meno nella media la situazione savonese, con Savona che comunque si distingue per rigore dovuto in particolare alla ormai consolidata e brutta abitudine dell’auto in doppia fila.

Nessuno  può realisticamente ritenere che il segretario Vinai di nomina politica, dall’alto della sua esperienza e competenza, doveva essere il condottiere dell’equità fiscale praticata dalle amministrazioni comunali della Liguria. Non è raro leggere di Comuni in cui si scopre, da parte dei nuovi amministratori in carica (vedi il dr. Silvano Montaldo a Savona, commercialista di rango ed ex sindaco a Laigueglia) tributi non riscossi per anni, non parliamo della lotta agli infedeli del fisco. Si procede ad operazioni di recupero spesso forzose, laceranti. molte volte con un pugno di mosche. Non è mai una priorità elettorale se non si vuole perdere le elezioni, anzi bisogna ripetere che la pressione fiscale è destinata a scendere. Non ha fatto gran clamore che un Comune può persino finire in predissesto, amministrato ora dal centro destra, ora dal centro sinistra, anche con sindaci ed assessori commercialisti. A Borghetto si è raggiunto l’orlo del fallimento non solo per debiti  dovuti a mala gestione di due cause civili, per i crediti accumulati da cittadini contribuenti, Milioni di euro che i funzionari dicevano di non poter riscuotere o accertare per mancanza di personale nell’ufficio competente. Ci sono comuni (Loano era uno di questi) dove la forza ‘ufficio tributi’ è stata ridotta al minimo e un impiegato troppo ‘segugio’ e tenace si è ritrovato confinato ad altro incarico e di fatto innocuo. Al di là, come può succedere, dei caratteri e del modo di proporsi con i dirigenti ed assessori, sindaco. Basta leggere le determine dirigenziali – solitamente ignorate dai media e sconosciute alla maggioranza dei cittadini (forse non è sempre casuale se ci sono città dove la percentuale dei votanti continua scendere) in cui si deve procedere ad operazioni di recupero di tasse comunali per centinaia di migliaia di euro che messe insieme nel corso degli anni sommano a milioni persi. Poi c’è l’impegno o il mancato impegno agli accertamenti, a chi riesce a sfuggire. Chi ricorda i numeri emersi quando il Comune affidava a società private – con la percentuale in base al recupero evasione – si sarà fatto un quadro tra il dichiarato, l’accertato e l’evaso, parliamo sempre di tributi comunali.

Si veda oggi, per farsi un’idea, persino il grado di evasione del bollo auto o moto (controllo dalla Regione),  autoveicoli e motoveicoli  addirittura sprovvisti di copertura assicurativa. E il danno viene risarcito, in questi casi, solo in presenza di feriti dal sistema assicurativo associato.  Ecco di fronte a tante fotografie, ci sarebbe da incoraggiare, perseverare, e anche applaudire, l’idea dell’ispettore comunale antievasione.  Trucioli aveva già riportato, senza la minima reazione, la notizia che i comuni liguri, noi ci occupiamo del ponente, non si erano distinti quando venne approvata la norma che con la caccia agli evasori del fisco avrebbero avuto  una compartecipazione nelle somme riscosse.  Nessuno ha mai diramato un comunicato stampa o una dichiarazione per rendere conto di questo o quel comune.

E allora ? In Italia, è un detto comune, finchè non ci scappa il morto, nulla si muove. Ecco la controprova. Le cronache nazionali hanno dedicato pagine alla lady di ferro che stoppa le licenze “se non paghi la tassa, chiude il locale”. Renata Tosi sindaco di Riccione e la crociata anti-evasori. Trovata una leva per far rispettare la Trai a chi non lo fa”. Credete che qualche media, cartaceo o on line, abbia ritenuto di constatare le reazioni dei nostri sindaci ? Ancora una volta bisogna ammettere che l’esperienza del sindaco Marco Melgrati e del suo staff di giunta, ha fatto la differenza con l’iniziativa (vedi a fondo pagina) della mediazione tributaria.

ORGANIGRAMMA DELL’ANCI DELLA LIGURIA 2018

DIRETTORE GENERALE Pierluigi Vinai, VICE DIRETTORE, Luca Petralia. STAFF OPERATIVO INTERNO Anna Fracchiolla, Daniela Guerisoli, Elena Cocchi, Monika Pupo, Roberto Margutti, Tommaso Lorenzetti. COLLABORATORI ESTERNIAnnalisa Cevasco

Centro Studi Medì: Ilaria Mazzini, Lucio Brignoli. UFFICIO STAMPA Francesca Russillo, Studio Gardella.

ALASSIO – Mediazione tributaria: un ufficio per la prevenzione dei contenziosi

Approvato nei giorni scorsi dalla Giunta Comunale è già operativo presso il Servizio Tributi

Nei giorni scorsi la Giunta Comunale ha approvato l’istituzione di un Ufficio di Mediazione Tributaria che è ora operativo presso il Servizio Tributi del Comune di Alassio. “L’ufficio – spiega Patrizia Mordente, Assessore al Bilancio del Comune di Alassio – si prefigge lo scopo di instaurare un dialogo costruttivo con l’utente finalizzato all’individuazione di soluzioni condivise in materia di tributi locali. Giungere ad accordi condivisi, infatti, consente alle parti, sia al cittadino-utente, sia all’Ente, un risparmio significativo in termini di tempo ed economie”. “Quello della mediazione – aggiunge Mordente –  è un istituto già introdotto dall’Agenzia delle entrate per risolvere le controversie con l’Amministrazione Finanziaria fino al valore di 50 mila euro, al fine di fornire uno strumento di risoluzione stragiudiziale e ridurre il contenzioso tributario”. Attivo al secondo piano del palazzo comunale è affidato alla competenza del Dott. Enrico Tomat, funzionario comunale, che si avvarrà della collaborazione della D.ssa Elena Tobia e del geom Ambrogio Todde che svolgeranno le nuove mansioni oltre a quelle già assegnate, sotto il coordinamento della dirigente del III Settore, D.ssa Gabriella Gandino.

 

Pietra Ligure, ecologista missino 30 anni faMario Forni da studioso scrisse la lucida storia Savonese dell’imbroglio ecologico

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Alla soglia degli 84 anni, Mario Forni conserva la stessa robustezza di un tempo, compresa quella intellettuale. Dei trascorsi politici gli è rimasta la passione vivace per il dibattito e per il confronto, senza sconti, ma con sguardo ormai disincantato. Alle spalle si è lasciato la lunga militanza nell’MSI di Almirante, poi una parentesi ispirata dal federalismo di Gianfranco Miglio. Oggi Forni preferisce il suo “buen retiro” di Giustenice. E lì che si occupa delle sue passioni: i libri, il rapporto tra caccia e ambiente, le camminate sui rilievi della Val Maremola.

Mario Forni alle elezioni politiche del 1987 si presentava come ecologista missino

Sembrano lontanissimi i tempi della cortina di ferro, quando anche i consigli comunali o provinciali risentivano delle posizioni ideologiche, spesso urlate dagli scranni. Anche nei momenti di diatriba più aspra, Forni non ha mai svicolato dalle questioni di principio, senza condizionamenti: dalla difesa degli operai del cantiere navale di Pietra Ligure, per esempio, sino alle decisioni urbanistiche più impattanti, sempre osteggiate in nome della tutela del territorio. A recuperare i suoi interventi di un tempo emergono riflessioni che, oggi, risuonano di premonizione.

Mario Forni allieta la terza età coltivando l’hobby dell’orto, piante da frutto, i suoi limoni e la lettura di libri per amico

Un abisso rispetto agli urlatori di oggi, alla saga dei tuttologi. Forni che si presentava nel parlamentino ed i suoi interventi li preparava con meticolosità, documentava, approfondiva, non conosceva altro politichese se non discutere proporre all’insegna del pragmatismo, della concretezza e mai per interessi diretti a trasversali. Al punto che nonostante il bagaglio, l’esperienza (da giovanotto è stato migrante in Germania quando i gastarbeiter italiani trovavano qualche resistenza e ghettizzazione, con le dovute eccezioni come accadde a Mario) non appartiene ai politici in carriera, non riscuote il vitalizio, non ha partecipato al banchetto aree edificabili, piano regolatore, edilizia che ha  baciato più di un pubblico amministratore pietrese. E ora figli, figlie, nipoti traggono i benefici della semina. Basta dare un’occhiata, dalla collina alle aree in pianura, lo sviluppo, le proprietà in passato. Non è certo motivo di rivincita per chi ha scelto di non partecipare ai banchetti degli affari. Ma che ne sanno oggi le nuove generazioni ? Chi è stato il Mario Forni che tifava per la destra missina (additata di nostalgia mussoliniana edi  tenere in frigorifero i suoi voti che non era graditi) nella storia di questa terra ?

Intanto contribuiva con il suo portafogli a finanziare l’attività locale e provinciale della Fiamma Tricolore del segretario Giorgio Almirante. Contribuiva a scrivere e sostenere la pubblicazione  ‘nuove prospettive savonesi’ – agenzia di informazioni, diretta da Gianni Plinio e con sede in Corso Italia 8/ 2b, Savona. Stampato in proprio e inviato ai capifamiglia della provincia, diffusione capillare e migliaia di copie.

Mario Forni con il giornalista Luciano Corrado (conosciuto a fine anni 60 nelle riunioni del consiglio comunale di Pietra Ligure). Una rimpatriata al Caponno di Ranzi, con l’ing. Pino Josi, docente universitario, memoria d’acciaio, ex assessore comunale a Genova e regionale, con Forni sedeva sui banchi della minoranza pietrese da socialista lombardiano. A tavola con il dr. Renato Rembado, ranzino doc, operatore turistico, scrittore di storia locale, collezionista di monete della antica Roma

Chi ricorda gli interventi sempre con temi di attualità che Forni preparava con diligenza, cura, studio, ricerche, esperienze di vita. Il suo impegno nell’approfondire la cultura dell’ecologia, scienza nuova ricordava, imposta al mondo nel 1869 dal biologo tedesco Ernst Heinrich Haeckel , “ma tracce – scriveva Forni –  appaiono già nelle opere di Ippocrate, Aristotele e di altri  filosofi greci e latini.  “La nostra Italia – proseguiva -, purtroppo, non è più ‘das Land wo die Citrones Bluhen’ (la terra dove fioriscono i limoni) di Goethe. Industrializzazione ed urbanizzazione  hanno sovvertito l’ordine naturale delle cose, arrecando danno all’ambiente…. e le attuali disposizione di legge (all’epoca in cui scriveva) non consentono al magistrato di intervenire con idonei poteri in difesa dell’ambiente”.  Ricordava che i Piani territoriali di coordinamento risalenti al 1942 erano quasi sempre elusi, come la frammentazione legislativa regionale che non consentivas di intervenire con la dovuta  efficacia preventiva e repressiva a tutela della flora e fauna. Forni riteneva utile un’indagine  conoscitiva provinciale, sugli effetti del fenomeno inquinamento, di insudiciamento del suolo, dei torrenti e degli specchi di mare antistanti il nostro litorale.

Puntava l’indice (eravamo nel 1987) per l’inquinamento atmosferico in quel di Vado Ligure: “Una situazione drammatica, sottovalutata o silenziata da interessi diffusi che si aggravava quando l’aria calda  degli strati superiori dell’atmosfera  impedisce il sollevarsi dell’aria inquinata. ….La popolazione  di Vado Ligure non può e non deve  continuare a pagare  in termini di salute il prezzo dell’iniquità e dell’inefficienza  dei pubblici poteri….”. Mario Forni denunciava e proponeva. Altri politici e rematori, grazie anche a Vado Ligure, hanno occupato seggi ben retribuiti in Parlamento, in Regione, in provincia, nei Comuni.  Tutti corresponsabili ? Assurdo sostenerlo, è solo il caso di fare un raffronto, qualche considerazione senza il paraocchi. Chi non ha beneficiato di poltrone, ha potuto accontentarsi di consulenze, parcelle, appalti.

La vignetta satirica a corredo dell’articolo di Forni

Mario Forni chiedeva a tutti di riflettere  su un altro problema di fondamentale importanza: le discariche “dovranno essere superate in tempi brevi….salvaguardando gli alvei dei torrenti e della acque marine da inquinamento….mentre  il nostro mare è quasi sempre invaso da residui solidi e liquami di vario genere….persino i materiali da discarica per il ripascimento degli arenile lascia a desiderare in quanto non sempre idonei (i materiali)….Urgono adeguati impianti di depurazione, rigorosi controlli delle discariche a mare…dobbiamo intervenire senza indugi e senza logiche di partito non solo nel nostro interesse, soprattutto per le generazioni avvenire, le quali abbiamo il dovere di riportare l’ambiente naturale – se non proprio come ai tempi dei nostri avi – nelle condizioni accettabili in cui l’abbiamo a suo tempo trovato”.

Non abbiamo idea del termometro ecologico nella nostra provincia e in Liguria. Se i ‘Verdi’ ambientalisti sono pressochè scomparsi non è per una maledizioni divina o diabolica. Se la coscienza ambientale la riscopriamo solo di fronte a catastrofi naturali è ben poco cosa o pietra di paragone. Sono anche il frutto di cosa si legge e della libertà, da condizionamenti, di chi scrive, soprattutto di natura economica. Il pietrese Forni, missino ed ambientalista ai tempi del ‘fascista Almirante‘, non meritava considerazione, attenzione, dimenticato o forse ignorato. Mettiamoci pure i mass media a guardiani della ‘rivoluzione’. Ieri come oggi meglio dibattere sulle lacerazioni della canzonette, vincitori e vinti del Festiva, piuttosto che chiedersi: il signor Forni poteva insegnare qualcosa ai giovani del nostro tempo ?

 

 

Albenga l’ultimo viaggio di Maria RepettoLutto al ‘Giardino Letterario’ di Gerry

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Il manifesto funebre annuncia: Ha raggiunto la casa del Padre. Maria Repetto, vedova Delfino di 99 anni. Ne danno il triste annuncio: Mariarosa con Franco, Gerry con Angela, i nipoti Antonio con Renate, Carlo con Manuela, Eugenio con Laura e Diego con Federica, i pronipoti Julian, Tobia, Emilia, Elena e Demitri, unitamente ai parenti tutti. Il cuore di mamma e nonna Maria ha cessato di battere all’ospedale di Albenga dove era ricoverata ed ha ricevuto il sacramento dell’estrema unzione.

Ha scritto La Stampa Liguria: “Per tutti era la «custode del Giardino Letterario» della famiglia Delfino. All’età di 99 anni si è spenta Maria Repetto, vedova Delfino, mamma di Gerry Delfino, già storico titolare della Libreria San Michele di Albenga, della casa editrice «Le Edizioni del Delfino Moro» e appunto del «Giardino Letterario Delfino». Il funerale di Maria Repetto sarà celebrato sabato 16 febbraio alle 10 presso la chiesa parrocchiale di San Giorgio. La famiglia ha chiesto un’offerta alla Croce Bianca di Albenga per ricordare l’amata Maria.

A Gerry, tra i volontari collaboratori di trucioli, ai suoi cari, vada il conforto di quanti hanno sempre apprezzato i valori civili e cristiani, l’impegno nel sociale, della famiglia Delfino – Repetto. La mamma è stata un faro, come Gerry ha saputo mettere a frutto il suo ingegno, l’educazione ricevuta, l’impegno per una società più giusta, più sana moralmente, più attratta dai valori che non possono essere soltanto identificati con il successo economico. Gerry ha imparato ed ha trasmesso, a sua volta, l’eredità morale di mamma Maria: l’onestà, il rispetto della persona, l’umiltà praticata verso i ricchi ed i poveri. La valorizzazione del patrimonio cultura, l’educazione ambientale partendo dai ragazzi. Ti siamo vicini carissimo Gerry conoscendo tutta la tua forza e la fede convinta, profonda che anima le tue azioni, la tua giornata, la tua opera letteraria. E mamma Maria ti resterà vicino, continuerà a consigliarti, spronarti e raccomandarsi confortata dalle preghiere.

Alassio felix, gli anni dei carbonariLa bufala: hic sunt leones, la giunta lavora

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Dopo il 1817 Alassio fu centro operativo di un’associazione di intellettuali e borghesi di idee liberali, antipiemontesi e costituzionalisti. Con albenganesi, alassini, cerialesi e loanesi. Si riunivano nei locali che oggi ospitano i salesiani. I nomi di spico: Navone, Preve, Scofferi, basso. Sasso, Gherardi, Calvi, Tortarolo. Si altro spesso i ‘carbonari’ massone dei nostri giorni, suddivisi e divisi, a volte antagonisti. Pubblichiamo una ricerca storia del prof. Francesco Gallea. Leggi anche un commento sferzante del Secolo XIX per la ‘bufala Venditti’ e ufficio stampa del Comune. Nel mirino il trio Melgrati, Galtieri, Parodi. Vedi anche fotoservizio e cronistoria della ‘originale trovata’ di Stefano Mannelli rivelata dal fotoreporter Silvio Fasano.

Aggiungiamo come farina del nostro sacco che liste degli affiliati (per legge non dovrebbero annoverare funzionari pubblici) sono depositate in prefettura (e questura), ma non è sempre così. Capita che certi affiliati emergano a seguito di indagini giudiziarie per altre vicende. L’esplosione di un immobile. Furti  e incendi. Blitz in cassaforti ed armadi. Non è reato aderire alla libera, antica e secondo alcuni studiosi benemerita muratoria.  Il numero massimo di ‘iscritti’ (restano ignoti  spesso quelli all’orecchio del Gran Maestro), come ricostruirono indagini e rapporti di polizia, carabinieri, guardia di Finanza, si raggiunse  a fine anni ’70, primi anni ’80. Fatta la conta dei nomi, nel savonese, erano 428, alcuni risultavano in provincia di Imperia, pochi nel cuneese, alessandrino e a Genova. Poi gli anni di crisi di ‘vocazioni’ ed aspirazioni al ‘sonno’. Oggi, se le nostre fonti sono attendibili, è stata superata quota 600, alcuni hanno raggiunto le attivissime logge della Costa Azzurra. Possono sempre dire: anche il presidente Macron appartiene all’élite internazionale. Massoni presenti in tutti gli schieramenti, Lega inclusa, nonostante non sia stato abolito l’articolo che ne fa divieto che resta, rigoroso (?) per M5S.

LA FRUSTA DEL SECOLO XIX PER LA BUFALA VENDITTI

“...Come dubitare di un comunicato ufficiale a corto di idee felici e credibilità…..! Maurizio Pellissone, 60 anni il 25 giugno, capo della redazione del Secolo XIX Savona, la realtà provinciale la conosce da quando giovanissimo aveva iniziato a frequentare la redazione del quotidiano. Esperienza al vertice della redazione di Sanremo e Imperia, poi vice nella ‘cronaca’ di Genova. Non è facile, tra tagli di redattori, mole di lavoro, spesso in solitudine, avere un quadro più realistico possibile dei Comuni, dell’Amministrazione provinciale, degli enti e delle istituzioni pubbliche. E quando, anche il più addentro alla ‘cosa pubblica’ crede di avere il polso della situazione, capita di scoprire, rendersi conto che non è proprio così. E’ sempre accaduto, anche ai cronisti più attenti e diligenti, quelli che un tempo e forse ancora oggi praticano il ‘lavoro’ da marciapiede, di strada, fuori dei palazzi del potere che pure è indispensabile frequentare.

La frusta per una infelice trovata ad opera del diligente ufficio stampa del Comune pagato con i soldi dei cittadini e di chi l’ha ispirata forse non fa una grinza. Purchè non si esageri a non riconoscere l’attivismo (non di annunci, né solo parolaio) dell’Amministrazione del tre volte sindaco Melgrati. E’ proprio sfogliando la rassegna stampa che si possono fare dei confronti e trarre dei giudizi di merito, sostanza del lavoro al servizio della comunità. La forma, a volte, può lasciare a desiderare, lo documentano le ‘fotonotizie’ che abbiamo riservato a certe esibizioni, alcune di cattivo o discutibile gusto, filate lisce. Per la serie i media non vedono ? Crediamo di non sbagliare a scrivere che l’esempio del fare della squadra multicolore melgratiana non ha rivali nel panorama del dopo elezioni comunali della nostra provincia. Per il resto non guasta  ‘darsi una regolata’. Capita ai giornalisti, accade agli eletti dal popolo. Nel caso Alassio, superpremiati.

L’estate di Alassio inizia “Sotto il segno dei Pesci”

Il Riviera Music Festiva resta ad Alassio e parte il 20 agosto con Antonelli Venditti

“A. Ti Amo! D.” Non è altro che la dichiarazione d’amore di Dalla parte della Musica ad Alassio. Un dichiarazione che si concretizza con in concerto di Antonello Venditti, il 20 agosto prossimo nel Porto di Alassio.

Chiediamo scusa ai media e ai loro lettori, se il Comune di Alassio ha prestato il fianco ad una dichiarazione d’amore che sicuro non voleva essere una presa in giro, ma che anzi è il frutto di una collaborazione e di un amore incondizionato per la città di Alassio

Quella A. di “A.ti Amo” in realtà è Alassio. L’innamorato esiste, ed è il gruppo di imprenditori che ogni anno costruisce un calendario di concerti che anima l’estate alassina.

Stamattina alla conferenza stampa erano presenti tutti, tutte le categorie economiche della città, la protezione civile, le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato. Tutta la città ha preso parte a questa presentazione.

Stefano Mannelli, splendido padrone di casa, ha spiegato come grazie alle sinergie sul territorio sia riuscito insieme ai suoi collaboratori, a riproporre un calendario che animerà le nostre serate di agosto. E la prima data è proprio quella del 20 agosto quando La città del Muretto il cui simbolo sono i due pesci innamorati ospiterà all’interno del Riviera Music Festival il concerto di Antonello Venditti”.

COMUNICATO STAMPA 20 AGOSTO 2019 – PORTO LUCA FERRARI MARINA DI ALASSIO “SOTTO IL SEGNO DEI PESCI”, uno degli album più significativi che ha fatto la storia della musica italiana, rivive in un concerto intergenerazionale, dove Antonello Venditti sarà accompagnato dalla sua band storica. Un vero e proprio viaggio con perle entrate nellamemoria collettiva di un intero Paese, che raccontano un’epoca e che sono diventate senza tempo, che parlavano ai giovani di allora e che sono capaci di comunicare ai ragazzi di oggi con un linguaggio assolutamente contemporaneo. «È stata la mia svolta musicale, poetica.Il mio disco più importante, in cui c’erano tutti i miei temi: la politica e i suoi riflessi sulle persone (Sotto il Segno dei Pesci), la comunicazione (Il Telegiornale), il viaggio dentro e fuor di metafora di Bomba O Non Bomba, la droga (Chen il Cinese), la tenerezza per Sara (che non si è mai sposata, ma ha avuto tre figli…), l’amicizia con De Gregori (Scusa Francesco). In fondo, sono temi ancora attuali. Suonare a 40 anni didistanza l’album per intero, cosa che non ho mai fatto, ha un significato speciale per me. Per l’occasione ho chiamato anche i musicisti di allora. Lo inserirò al centro di 45 anni di canzoni e condividerò il palco con alcuni ospiti» afferma Antonello Venditti. Sono passati 40 anni da quando Antonello Venditti pubblicava “Sotto il Segno dei Pesci”. Era un momento storico durissimo, il culmine delle BR e poche luci in fondo al tunnel. Questa manciata di canzoni di Antonello, ben prodotte da Michelangelo Romano e con una copertina firmata da Mario Convertino, essenziale e iconica, escono l’8 marzo 1978 in un momento sociale di tensioni fortissime e in cui la speranza, la voglia di cambiamento sono enormi. È la stessa necessità che vive il trentenne che ha appena lasciato alle spalle la casa-madre artistica, la RCA, ed è alla ricerca di un suono e di temi che gli diano un nuovo slancio. Antonello prende ispirazione dall’Italia che vede intorno a lui. E’ un disco personale e generazionale insieme.

“ Ad Alassio sarà un estate “sotto il segno dei pesci”! La città del Muretto il cui simbolo sono i due pesci innamorati ospiterà all’interno del Riviera Music Festival il concerto di Antonello Venditti”. Il 20 Agosto, per la prima data di una tre giorni musicale che si svolgerà nella splendida cornice di Porto Luca Ferrari, un concerto unico dalle atmosfere magiche che solo Antonello Venditti sa regalare. E’ una data di un Tour di grande valore storico per l’artista e che la Società Dallapartedellamusica, di concerto con Marina di Alassio Spa, Gesco Srl, Strobe Srl, con la collaboraazione di tutte le associazioni di categorie cittadine e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Alassio (che ha accolto con grande entusiasmo la scelta artistica è avrà un ruolo primario anche nell’organizzazione dell’evento) ha deciso di portare ad Alassio. Il Riviera Music Festival, giunto alla sua quarta edizione, ha già ospitato ad Alassio in due anni, grandi nomi della musica come Fiorella Mannoia, Gino Paoli, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Caparezza, Le Vibrazioni, ed arricchisce la propria storia con uno dei pilastri indiscussi della musica italiana. Grande novità per il Riviera Music Festival, sarà l’ingresso in squadra del Consorzio “Macramè”, costituito dalle eccellenze della ristorazione alassina, che si occuperà dell’area Street Food & Beverage dedicata a coloro che acquisteranno i biglietti del Gold Package (i posti direttamente davanti al palco che avranno a pacchetto anche le prelibatezze proposte dai migliori Chef alassini). A breve sarà annunciata la data della messa in vendita dei biglietti, che saranno disponibili in esclusiva online su TICKETONE.IT, nei Ticketpoint Ticketone e successivamente nei Ticket Point ufficiali del Riviera Music Festival ad Alassio come Casa del Disco

 

Albisola è il geometra Baccino il primo candidato sindaco. Le strategie di OrsiL’architetto Briuglia non corre con M5S

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Al voto di fine maggio, in concomitanza con le europee, sono chiamati alle urne comunali anche due Albisole. Per ora l’unico candidato ufficiale è il Sindaco uscente di Albissola Marina, avvocato Gianfranco Nasuti ma non si sa chi saranno i suoi avversari. Ad Albisola Superiore ancora nessuna ufficializzazione di candidature, con un primo scoop: Marino Baccino, geometra, guiderà una lista civica. Invece contrariamente a quanto pubblicato inizialmente (vedi più avanti il testo) l’architetto prof.ssa Antonia Briuglia, dopo essere stata contattata da militanti del M5S, ha deciso  di non aderire a possibili liste grilline, di avere altri programmi di vita e professionali. Non solo, lamenta che notizie infondate danneggiano seriamente le sue future aspirazioni. I nostri informatori, nella sede di Albisola In Movimento, di corso Ferrari,  hanno scambiato persona. Non era Briuglia.

Scrive l’arch. Briuglia: “Come già segnalato telefonicamente al responsabile del blog Luciano Corrado, chiedo una chiara e dettagliata smentita di quanto scritto sulla mia persona come possibile candidata alle elezioni. Chiedo che sia chiarito che non ho mai accettato candidature e che soprattutto non rappresento gruppi di qualsiasi appartenenza politica da transitare in ipotetiche liste. Mi sono tenuta distante da manovre politiche dei partiti albisolesi e non desidero essere citata a sproposito da chi agisce spesso suggerendo false notizie senza considerare le possibili gravi conseguenze.”

Apprendiamo che esiste così il divieto di ‘citazione‘ e l’obbligo della ‘chiara e dettagliata smentita‘. L’avessimo saputo prima, da profani del mestiere…..Dare infatti conto che: “Antonia Briuglia è nei 5 stelle albisolesi e sta cercando di portare un suo gruppo (di area comunista, essendo lei in passato una fedele e pur critica compagna militante) all’interno della lista dei cinquestelle “,  altro non è che una ‘bufala’ nell’agone politico preelettorale. C’è di più: essere accomunati al popolo ‘giallo’ potrebbe causare danni e pregiudizi futuri per cui si rende indispensabile una ‘diffida’.   Diffamatori dunque ? Puniti davanti a Dio e alla giustizia terrena. Accostare Tizio e Caio (o Antonia) ai benemeriti ‘compagni di viaggio’ del super dotato Salvini,  tra i politici di successo più amati dai radical chic e dalla cultura di sinistra non s’ha da fare. Meglio stare alla larga da tutti ? Attenersi scrupolosamente a veline e comunicati.  Ma noi ‘prezzolati’ e ‘amici di merende’ continueremo nell’umile e modesta informazione. Trasgredendo l’ordine: signori cronisti, qui si riga dritto ! Se mi citate corre l’obbligo di avvertirmi e  dirò la verità, così si evitano brutte figure. Ci rimettete in credibilità, rischiando di perdere gli 11 lettori di Albisola.

Il geometra Baccino ha bruciato tutti con la sua candidatura a sindaco, ma non avrà la vittoria in tasca. Anzi, dietro l’angolo l’insidia e l’esperienza del sindaco Orsi e le mosse del M5S con l’arch. insegnante Briuglia

UN PAPABILE CANDIDATO SINDACO – Baccino, classe ‘79, famiglia albisolese, due figli, libero professionista, consigliere d’opposizione per due mandati, è riuscito ad unire la maggior parte degli oppositori della lista uscente dell’ex senatore Franco Orsi che non si potrà ricandidare per il limite dei due mandati consecutivi.
La lista dovrebbe chiamarsi “Le Ali ad Albisola” oppure “Passione in Comune”.
Il candidato sindaco è riuscito a imporsi su altri papabili  grazie all’impegno su temi locali albisolesi e sul fatto che non ha mai assunto in questi anni posizioni ideologiche su tematiche nazionali o di segreterie di partito, pur dialogando con esse e senza farsi tirare per la giacca.
A quanto si apprende la lista non farà accordi con partiti politici ma avrebbe ottenuto la rinuncia del PD, della lista Tessore (che nel 2009 arrivò al secondo posto su quattro liste durante il primo mandato di Orsi), dell’ex consigliere Diego Gambaretto (vicino ad Angelo Berlangieri), del comitato Albisola Vivibile. Nei primi due casi si è evitato che corressero da soli.
L’operazione di riunire persone con una provenienza politica diversa è potuta avvenire attraverso un accordo di programma su temi cittadini condivisi da tutti, tranne che dalla lista uscente.
Marino Baccino insieme all’ex dirigente della Saint Gobain, Roberto Buzzio, è partito dalla creazione di un piccolo gruppo, circa un anno fa, che non si era mai avvicinato ai politicanti. Il suo confronto principalmente con imprenditori del territorio, oppure provenienti da gruppi sportivi e dal volontariato.
Da questo gruppo, molti dei quali non interessati a candidarsi in prima persona ma preoccupati per ciò che è successo nella cittadina soprattutto negli ultimi anni, è partito una rincorsa all’accordo con i vari schieramenti, puntando su competenza e meritocrazia, assenza di conflitti di interesse.
Dall’altra parte la lista uscente sta utilizzando la strategia opposta: Franco Orsi ha stretto accordi con i big dei partiti. Angelo Vaccarezza ha promesso l’appoggio alla lista, la Lega Nord (simbolo che porta voti) ha promesso di portare un big in campagna elettorale ad Albisola e concederà l’uso del simbolo. Il presidente Toti valuterà se la lista è un cavallo vincente e potrebbe dare il suo appoggio, però più avanti quando si capirà di più le forze in campo.
L’assessore Roberto Gambetta, sempre più vicino alla Lega (insieme al consigliere Sara Brizzo), vede la sua possibilità di candidarsi a primo cittadino con difficoltà crescenti.
Da mesi il nome del candidato sindaco della lista uscente è quello di Maurizio Garbarini, dipendente della Provincia, già vicesindaco e apprezzato da Orsi perchè persona fedele e yes man. Ma potrebbero esserci colpi di scena: se le liste in campo saranno solo due, Marino Baccino  non avrebbe grandi rivali. Anche se, mai dire mai. Le volpi alla Orsi sono  dietro l’angolo.
Proprio per questo Franco Orsi sta pensando di tirare fuori un nuovo nome, a meno che il M5S non scenda in campo con una propria lista.
Da oltre sei mesi Stefania Scarone e il compagno Lorenzo Carlè hanno preso in affitto un locale e stanno chiedendo la certificazione della lista, ma non sono stati in grado di unire e, tranne la loro pagina Facebook poco frequentata e con post da 1 o 2 mi piace, non hanno ancora raggiunto dieci nomi (ne servono sedici). Alcuni attivisti che inizialmente frequentavano la sede (pagando i venti euro al mese) sembra si siano avvicinati a Marino Baccino.

Antonia Briuglia è nei 5 stelle albisolesi e sta cercando di portare un suo gruppo (di area comunista, essendo lei in passato una fedele e pur critica compagna militante) all’interno della lista dei cinquestelle, ma anche per lei non sono rose e fiori pur con indiscussa credibilità.
E se Franco Orsi, esperto di strategie, riuscisse a trovare nuove persone per la lista del M5S (a loro insaputa) e se questa copiasse i temi della lista Baccino ? Sembra una delle poche possibilità rimaste al gruppo dominante in uscita.

LE TAPPE E PROMESSE DI ALBISOLA IN MOVIMENTO IN VISTA DELLE COMUNALI 2019

Abbigliamento estivo, ma foto postata a febbraio, per l’attivissimo meetup group 2019 di Albisola

9 FEBBRAIO 2019 DA IVG.IT DIRETTORE  DR. ANDREA CHIOVELLI, EDITORE DR. MATTEO RAINISIO – ……Per questo il Meetup ha deciso di intervenire con una nota ufficiale: “Sono ormai centinaia le indicazioni ed i suggerimenti arrivati dai cittadini albisolesi, in parte con il sondaggio online ed in parte con la partecipazione alle riunioni pubbliche del mercoledì. Si sta anche lavorando assiduamente al completamento della lista certificata M5S. A questo riguardo vogliamo precisare che molti si stanno offrendo di entrare in questa lista, ma per essere certificati secondo i criteri del M5S non è facile rientrare nei parametri richiesti. Sarà cura del ‘Comitato per Albisola in Movimento’ individuare ed approvare i futuri candidati; al completamento della lista sul sistema operativo Rousseau verrà chiesta la certificazione allo staff del M5S”.

“Ribadiamo inoltre – prosegue la portavoce Stefania Scarone – che il MoVimento 5 Stelle corre con il proprio simbolo, senza accordi con liste riferibili ad altri partiti o civiche. Tutto ciò fa parte dei riti della vecchia politica, dalla quale noi ci dissociamo. Questo ovviamente non vieta che singoli individui, che dimostrano fattivamente di condividere il programma di ‘Albisola in MoVimento’ ed i principi e le regole del M5S, non si possano proporre per la Lista del Cambiamento di Albisola Superiore”.

“Per sgombrare il campo da possibili fraintendimenti – concludono – il nome del candidato sindaco e del candidati consiglieri verranno comunicati a certificazione avvenuta. Possiamo però certamente dire che il candidato sindaco per ‘Albisola in Movimento’ sarà un persona preparata e soprattutto un attivista di lunga data di Albisola Superiore membro del Meetup delle Albissole”.

14 GENNAIO 2019 DA UOMINI LIBERI IL BLOG CURATO DA DR. ANTONIO SIGNORILE

Per la prossima tornata elettorale ad Albisola Superiore, il  “Meeetup delle Albissole”, presente sul territorio albissolese dal 2013, sta definendo nella apposita sezione “Open Comuni”della Piattaforma Rosseau  del M5S la lista “Albisola in MoVimento”.

Alla completa composizione della lista verrà chiesta la certificazione allo Staff del MoVimento cinque stelle.

A tale scopo  Il“Comitato per Albisola in Movimento”invita tutti cittadini Albisolesi che vogliono un vero cambiamento su chi amministrerà il bene pubblico, a farsi avanti, a proporsi in prima persona per attuare non solo qualcosa di nuovo, ma un vero cambiamento, attraverso una politica che metta al primo posto la qualità della vita dei  cittadini Albisolesi.

A tale proposito è aperto da alcuni mesi L’ InfoPoint Albisola in MoVimento situato in Corso Ferrari, 166 ad Albisola Capo.

Tutti I Mercoledì alle ore 21vengono organizzate riunioni pubbliche per tutti i cittadini albisolesi che vogliano portare un apporto costruttivo nella definizione del programma del cambiamento.

Con coraggio e determinazione  “Albisola in MoVimento”,sostenitore dei valori e dei principi del M5S ,cosi come a livello nazionale sta facendo il Governo del Cambiamento, si propone di  cambiare la politica della gestione del bene pubblico comunale  ad Albisola , mettendo al primo posto gli interessi del cittadino.

Il portavoce di ” Albisola in MoVimento”   Stefania Scarone

QUESTIONARIO Online per conoscere il parere dei cittadini di  Albisola Superiore

LA NOSTRA STORIA…..

Lo scopo di questa pagina è quella di dare la possibilità ai cittadini di Albisola ,di poter partecipare alla vita politica e al cambiamento culturale della loro cittadina e al paese ,mettendosi in gioco personalmente non solo con le parole ma partecipando con fatti concreti e mettendo al primo posto il bene comune con onestà , trasparenza e coerenza.
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