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L’inchiesta di T&M / Dove hanno sepolto i rifiuti tossici dell’Acna di Cengio. Un dossier (nomi, date, perizie) rivela inediti retroscena

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Nello  stabilimento  dell’ENI dell’Acna  Chimica  Organica di  Cengio (in provincia di Savona), l’ente energetico  si  è  superato davvero alla grande. Quì i vel-ENI prima li hanno sepolti, quindi disseppelliti, poi spediti in Nigeria, infine li hanno riportati in Italia e  quindi ri-sepolti. Roba  da scriverci  la  sceneggiatura  d’un  film Horror. Scriveva Dott. Ing. Ilvo Barbiero, ingegnere chimico (mitomane, terrorista?): l’ACNA giace su almeno 10 milioni di tonnellate tra rifiuti tossici e terreno e ghiaie contaminate… anche l’acqua viene contaminata … da una lunga serie di sostanze il cui elenco costituisce un piccolo manuale di tossicologia chimica. Analisi effettuate dall’USSLL 58 di Cuneo (21 aprile 1989) hanno tra l’altro rilevato…..: Il ruolo della magistratura, dei periti, del ministero, il trasferimento in Nigeria, ma quel governo scopre il carico di veleni e rispedisce al mittente il ‘mercantile killer’.

Nella foto da sinistra il magistrato Guseppe Lombardo, Nino Di Matteo magistrato di palermo, Francesca Scoleri Presidente di Themis & Metis Association, Antonio Di Pietro ex magistrato e la senatrice del M5S Giulia Sarti.

L’associazione che ha curato e firmato il dosser, anche sull’Acna di Cengio con la sorte di tonnellate di rifiuti tossici

Siamo in Valbormida fine  anni ’80. Uno stabilimento serial-killer dell’ENI semina vel-ENI dispensando cancro nell’ambiente nella pressochè generale indifferenza di tutti. Sin quando il fenomeno della devastazione ambientale raggiunge livelli insopportabilmente ed intollerabilmente critici. Le istituzioni locali allora s’allertano di colpo scoprendo d’aver seco, a ridosso d’uno degli scorci più lussureggianti dell’entroterra ligure-piemontese, un colossale ecomostro  che risponde al nome di Acna Chimica Organica S.p.A. (già Acna Azienda Coloranti Nazionali ed Affini).

E’ una società del Gruppo ENIEnte Nazionale Idrocarburi S.p.A.. Società interamente posseduta dallo  Stato Italiano (ora  i  velENI per  metà  son  stati privatizzati). E’ la stessa società molto sensibile alle tematiche ambientali, che nel recente passato ha avuto il buon gusto di pubblicizzarsi con graziosi slogan del tipo: “usare meglio il condizionatore è un bel segno di civiltà”, claoppure “viaggiare in autostrada a 100 km ora anziché a 130 è un bel segno di civiltà” od anche “usare lampadine a basso consumo è un bel segno di civiltà”. Scusate lo  spirito  macabro ma anche non inquinare l’ambiente e non avvelenare la gente sarebbe un bel segno di civiltà. Ma non usciamo dal seminato.

Un primo segnale d’allerta vien lanciato dalla Regione Liguria in data 8 aprile 1988, per il tramite dell’Assessore Acerbi che invia una preoccupatissima comunicazione scritta (che trovate quì allegata) al Pretore di Cairo Montenotte e per conoscenza alla Provincia di Savona, nonché al Comune di Cengio, all’USL di Carcare (v. documento pdf n. 1).

La lettera ha ad oggetto: “sotterramento all’interno dello stabilimento ACNA – Cengio – di fusti contenenti sostanze tossiche”, … “ … funzionari e tecnici di questa regione hanno espletato in data 19 febbraio e 14 marzo due sopralluoghi tecnici … a seguito di tali sopralluoghi si sono definite le metodologie d’intervento per acquisire i dati esistenti e le relative proposte d’intervento per eliminare ogni rischio di inquinamento e per la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente…”.

Come potete ben riscontrare non ha alcun senso allarmarsi. La salute pubblica è nelle capaci mani delle solerti istituzioni che s’attivano al massimo grado alla bisogna (infatti passeranno anni ed  anni  prima che qualcuno s’arrischi a toccare sti vel-ENI dellAcna). Poi  l’ENI per  tener  sopito  lo  stato dei  luoghi  ha  un  asso  nella  manica.  Non  ha  necessità di  rivolgersi  a  terzi  per censire lo  scempio che  sta  causando. Può interpellare  direttamente  una  discreta  società che  effettuerà  tutti  i  rilievi, analisi e   campionamenti del  caso, l’Istituto  Guido Donegani, Società controllata dal Gruppo ENI.  Capisci ammè (v. documento pdf n. 2).

Che l’ENI abbia la  criminogena consuetudine di sotterrare i suoi vel-ENI nei pressi dei suoi stabilimenti (ed anche oltre all’occorrenza) è un dato di fatto. Che però abbia sganciato sul territorio della Valbormida una bomba ecologica pronta a deflagrare da un momento all’altro non era altrettanto di pubblico dominio. Anche se uno studio all’epoca commissionato dall’ENI alla società statunitense SAIC-Science Applications International Corporation (Virginia) esplicava con una certa disinvolta nonchalance che per arginare i più rischiosi fenomeni di inquinamento in Valbormida sarebbe stato perlomeno necessario “… completare le opere di contenimento dei rifiuti interrati all’interno dell’ACNA …”. Vabbè  che  fa, anche nei  Santuari demetriaci della  Magna  Grecia c’era  la  consuetudine  d’interrare  oggetti  votivi in  semplici  fosse comuni.

La Procura della Repubblica di Savona (territorialmente competente) disorientata dalle dimensioni imponenti dei fenomeni inquinanti, a tempo debito apre senza indugi un paio di procedimenti penali (39/88 – 148/88 ed altri – v. documento pdf n. 3). Per riuscire a delineare con esattezza le dimensioni della sciagura affida il compito di redigere alcune Relazioni Peritali al Dott. Geol. Elio Orsi di Acqui Terme. Il quale dopo accurati rilievi, in data 8 marzo 1989, presenta la sua prima “Relazione Peritale”. Che è  un  bollettino  di  guerra. Il collegio dei periti è composto anche dai dott.ri Francesco Librici, Dott. Piero Ambrosetti, Dott. Franco Ballesio.

In questa relazione peritale ad oggetto “Discarica di fanghi ACNA sita il località Pianrocchetta di Saliceto-Cengio” il Dott. Orsi dà una prima idea della quantità dei vel-ENI presenti in loco:

“… i sondaggi terebrati sugli accumuli hanno quasi sempre rinvenuto, sotto una esigua, discontinua, poco efficace copertura terrosa, metri e metri di rifiuto eterogeneo, nel quale si riconoscono tutte le tipologie previste dalla normativa ivi compresi i rifiuti tossico e nocivi…”.

Nella sua Relazione Peritale del 22 giugno 1990 invece il Dott. Elio Orsi (v. doc. all.) scende un po’ più nei dettagli:

“… da quanto contenuto nella presente indagine e secondo i quesiti posti dall’Autorità Giudiziaria si possono trarre le seguenti conclusioni: La fabbrica Acna di Cengio occupa un’area sub pianeggiante molto estesa che si sviluppa immediatamente ad Ovest dell’abitato lungo la riva destra del fiume Bormida … dei quasi 50 ettari occupati dall’insediamento e dalle pertinenze circa la metà prossimale è occupata da edifici ed impianti e circa la metà distale è impiegata al ricovero e lo stoccaggio, più o meno temporaneo, ma anche definitivo, di grandi quantità di rifiuti solidi, semisolidi e di liquidi che la fabbrica continuamente produce … la natura di tali rifiuti è assai eterogenea; sono presenti rifiuti inerti, rifiuti speciali e, come meglio detto nella relazione ad argomento chimico della presente indagine, anche rifiuti tossici e nocivi… da quanto è possibile ricostruire del passato risulta che la fabbrica, nel secolo di attività si è sempre trovata nella necessità di smaltire grandi quantità di rifiuti così come sopra descritti per i solidi veniva adottato lo stoccaggio e l’accumulo … risulta che detto accumulo veniva nel passato effettuato direttamente sul suolo naturale, senza alcun intervento di impermeabilizzazione od altro … nella continua attività di discarica e di movimentazione di tali rifiuti industriali nei quali la componente prevalente è rappresentata dai fanghi, ACNA ha finito per coinvolgere direttamente la riva destra del fiume non solo invadendola con gli accumuli, ma anche spostandola gradualmente verso ovest … non sembra tuttavia aver rappresentato una preoccupazione per ACNA che in allora sversava direttamente nel fiume così come anche risulta da alcune tubazioni di scarico … nel più recente passato Acna … ha ricoverato stabilmente ulteriori notevoli volumetrie di rifiuti solidi continuativamente prodotti nel vicino sito di Pian Rocchetta dove analogamente si verificano le stesse molteplici condizioni negative di assenza di precauzioni connesse con lo stoccaggio di compromissione diretta del terreno, della falda idrica della collina, del subalveo e dell’alveo fluviale a opera dei percolati … tutta l’attività descritta … ha causato grave, esteso e persistente danno ambientale… “.

Di che tipologia di schifezze chimiche trattasi vien esplicato abbastanza chiaramente in un dossier inviato alla Procura savonese (che trovate quì di seguito ritrascritto e riprodotto in pdf) che parla senza mezzi termini di “elevato rischio cancerogeno e  mutageno” (ovverosia il rischio che le sostanze chimiche provochino mutazioni genetiche e/o malformazioni nella popolazione umana e  animale – v. documento pdf n. 4): “… è noto inoltre che le molecole organiche ad alto contenuto di cloro, caratteristica comune a molti dei composti rilevati nel fiume sono mutagene ed alcune di esse sospette cancerogene (tricloroetilene, tetracloroetilene). Va inoltre osservato che alcuni dei composti aromatici segnalati nelle acque del fiume Bormida (fenolo, clorobenzene, beta-naftolo, naftalene) possono dare origine a derivati mutageni in presenza di nitriti e nitrati. La possibilità di formazione di composti mutageni, a seguito di reazioni che avvengono nelle acque del fiume Bormida, rappresenta una ulteriore fonte di rischio per l’ambiente…”.

E’ sintonizzata sulla  stessa  linea  d’onda anche la “Relazione peritale” n. 677/90/A del Dott. Roberto Santi  e dell’USL competente che conferma (v. documento pdf n. 5): “… il rischio cancerogeno di molte sostanze presenti nello scarico dell’ACNA è ribadito dall’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR nell’aprile 1989 … la discarica di enormi quantità di rifiuti tossico-nocivi costituisce … un notevole rischio di avvelenamento dell’ambiente e dell’uomo… sono stati riscontrati composti mutageni nello scarico ACNA. L’attività genotossica … e la risposta mutagena permane…”.

Come frequentemente capita, anche nelle peggiori disgrazie, ha sempre la meglio l’italico ingegno. Così accade che qualche illuminata mente dell’ENI escogita una gENIale e creativa tipologia di smaltimento. Pensa bene di spedire un primo consistente lotto di vel-ENI chimici dell’Ente Nazionale Idrocarburi in Nigeria per andare a sotterrare colà tutto sto ben di Dio (o  in  subordine, se s’arriva  di  notte abbandonarlo  anche direttamente sulle ridenti  spiagge  di  Lagos).

Stiamo  parlando di 170 container stracolmi di rifiuti industriali Tossico/Nocivi  dell’Eni e di altre note industrie italiane (ricordate  l’ICMESA di Seveso che nel  1976 trasformò la  Pianura  Padana in una Chernobyl? Ecco…) che prendono  la strada del porto nigeriano di Koko, a bordo nelle navi Karin B e Deep Sea Carrier. Si può mica sempre andare  a disturbare Giorgio Comerio per  affondare le navi dei velENI nel  Mediterraneo. Non è  etico. E poi sotterrare rifiuti tossico nocivi stà diventando il core business,  una vera vocazione per l’ENI. E’ un Know How mica  da  ridere, acquisito in  anni  ed anni d’esperienza  sul campo (e sotto il  campo soprattutto). Prende  così il  via  una delle prime sciagurate spedizioni-pilota, per tastare il terreno e verificare la durabilità/fattibilità del business.

L’incognita è solamente rappresentata dai ‘baluba’ nigeriani; occorre appurare se gli  ‘abbronzati’ s’accontenteranno di 4 soldi per tenersi tutti i vel-ENI killer. Se tutto filerà liscio come  previsto dopo questo invio seguiranno viaggi a iosa per vomitare in Nigeria tutta la merda  non  solo  dell’ENI (stoccata nei terrENI dei suoi  vari  stabilimenti, Acna Cengio, Porto Marghera, Brindisi, Cesano Maderno, Priolo  Gargallo,  etc  etc) ma  anche di  molte altre multinazionali della chimica.

La  reazione  non  si  fa  attendere. Come i  nigeriani  sentono puzza  di cancro e  vedono le  loro  spiagge stuprate  dai  velENI assassini, per nulla entusiasmati dall’idea di diventare la pattumiera d’Italia, s’incazzano a 1000  rispedendo al mittente tutta l’italica schifezza. Scrive l’allora Ministro dell’Ambiente in un “Atto di diffida e messa in mora” (v. documento pdf n. 6):

“… nel luglio 1988 si è verificata una situazione di particolare emergenza conseguente la diffida con la quale il Governo della Nigeria, elevando vive proteste e minacciando ritorsioni nei confronti dell’equipaggio di una motonave italiana, ha chiesto l’immediato imbarco di n. 170 container contenenti residui industriali, anche tossici e nocivi, siti nel Porto di Koko, nonché la bonifica della discarica sita in prossimità dello stesso porto… l’amministrazione italiana è stata costretta a provvedere alle operazioni di imbarco dei container e di sgombro della bonifica della discarica risultando che i rifiuti speciali ivi esistenti provenivano per la generalità da industrie italiane… il Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero della Protezione Civile sussistendo una situazione di particolare urgenza e rischio … ha dichiarato la situazione di emergenza … che dai primi accertamenti e salve ulteriori più approfondite indagini è risultato che tali rifiuti speciali sono stati prodotti, trasportati e/o comunque nella disponibilità delle seguenti ditte … Acna Chimica Organica – P.zza della Vittoria, 10 – Cengio (Savona) … Montedipe Spa – Via Rossellini, 17 – Milano …”.

Quando si dice “il bel Made in Italy” che esportiamo” … Tra l’indifferenza generale, và comunque segnalata – per correttezza/completezza d’informazione – una voce dissonante fuori dal coro, di forte denuncia (subito  messa a tacere). Quella del Dott. Ing. Ilvo Barbiero, ingegnere chimico (free-lance come si autodefinisce) che una volta apprese le risultanze istruttorie delle indagini sull’Acna di Cengio  s’espone in prima persona inviando una sua pesante lettera di denuncia a varie autorità governative, lettera-schiaffo che  mani sapienti  trovarono il  modo  di  far  “sparire” (e che altre  mani ‘birichine’ han trovato il  modo di salvare  dall’oblio).  Nella sua missiva che titola “Risanamento e rinascita della Valle Bormida un’alleanza tra scienza e lavoro al servizio dell’uomo” (trovate il testo integrale della lettera allegata –  v. documento pdf n. 7)  l’Ing. Barbiero scrive: “… l’ACNA giace su almeno 10 milioni di tonnellate tra rifiuti tossici e terreno e ghiaie contaminate… anche l’acqua viene contaminata … da una lunga serie di sostanze il cui elenco costituisce un piccolo manuale di tossicologia chimica. Analisi effettuate dall’USSLL 58 di Cuneo (21 aprile 1989) hanno tra l’altro rilevato: clorobenzene, tetracloroetano, anilina, clorofenoli, diclorobenzeni, metilanilina, cloroanilina, diclorofenoli, triclorobenzeni, naftalene, clorometilanilina, diclorometilfenoli, dicloroaniline, triclorofenoli, diclorocresolo, nitroanilina. La concentrazione di queste sostanze varia dai 22 microgrammi al litro per il tetraclorometano ai 6965 microgrammi al litro per i triclorofenoli. Un’alta percentuale di queste sostanze è cancerogena e/o teratogena (causa malformazione nei feti delle persone contaminate). La loro tossicità, insieme alla loro scarsa biodegradabilità alla loro persistenza nell’ambiente che porta ad un trasferimento all’uomo dai vari comparti ambientali e attraverso la catena alimentare, alla loro bioaccumulabilità all’interno di alcuni organi dell’uomo nei quali e dai quali possono poi scatenare gli effetti cancerogeni e teratogeni prima citati… non è ammissibile lasciare dei rifiuti immersi in una falda acquifera, questi rifiuti contengono una concentrazione di sostanze chimiche di sintesi che sono fra le più pericolose attualmente conosciute, non è ammissibile lasciare dei rifiuti nel paleo alveo di un fiume … la presenza di triclorofenoli nel percolato tenuta penosamente nascosta dalle analisi ACNA e invece rilevati … prova senza ombra di dubbio la contaminazione dal alti quantitativi di diossine. Triclorofenolo era anche prodotto nel reattore dell’ICMESA di Seveso e dalla produzione di clorofenoli derivavano i rifiuti bituminosi che (sparsi per ignoranza ed incoscienza) nelle strade polverose di Times Beach nello stato americano del Missouri che hanno causato a distanza di più di 10 anni l’evacuazione della città e la sua trasformazione in zona di sperimentazione delle tecniche di decontaminazione da diossina… il termine di confronto assunto per valutare l’urgenza di un intervento efficace per la messa in sicurezza del sito ACNA è il valore soglia fissato per le concentrazioni di contaminanti rispettivamente nel terreno e nelle acque del sottosuolo … Limitandoci per motivi di brevità ad alcune sostanze particolarmente significative si hanno i seguenti valori (tutti espressi in microgrammi per litro): Naftalene concentrazione nel terreno 260, limite 50, limite superato di 5,2 volte. Clorobenzeni totali: concentrazione nel terreno 466, limite 20, limite superato di 23,3 volte. Clorofenoli totali: concentrazione nel terreno 540, limite 10, limite superato di 54 volte. Naftalene: concentrazione nell’acqua del sottosuolo 1050, limite 30, limite superato di 35 volte. Clorobenzeni totali: concentrazione nell’acqua del sottosuolo 6456, limite 5, limite superato di 1291 volte. Clorofenoli totali: concentrazioni nell’acqua del sottosuolo 7339, limite 2, limite superato di 3670 volte. Naturalmente questi dati, che ciascuno è in grado di interpretare, per quello che riguarda la valutazione della gravità della situazione si accumulano tra loro e con altre sostanze che non citiamo per brevità. Per porre rimedio a questa situazione i metodi utilizzati dai migliori operatori al mondo sono scelti fra queste alternative: allontanamento del bersaglio della contaminazione. Consiste nell’evacuazione delle persone che vivono nelle zone a più alto pericolo e nell’abbandono di tutte le attività che presuppongono l’utilizzo dell’acqua del fiume in tutta la valle Bormida Piemontese. Alla luce degli obiettivi dati tecnico-scientifici prima elencati non è un’alternativa emotiva ma ragionevole…”.

Al tempo, Barbiero fu considerato alla stregua d’un mitomane e/o ecoterrorista-scienziato pazzo rasentando per questo anche una denuncia per procurato allarme sociale e disturbo della quiete pubblica.

E a  ragione. Oggi i cittadini della Valbormida sono ancora tutti lì al loro posto vivi e vegeti (tranne quelli che son schiattati nel frattempo per neoplasie e affezioni varie) e  continuano a sorseggiare l’acqua delle loro sorgenti (con gradevole retrogusto trielina – v. documento pdf n. 8). Ma se la gravità dei fatti stà in questi termini che fare allora? (a parte far delle scadenti battute di spirito come quella poc’anzi declinata). Barbiero, propositivo  come sempre,  offre l’input ed  un’ipotesi di  soluzione: “… negli Stati Uniti dal 1985 problemi simili, anche se di minori dimensioni, vengono affrontati in questo modo: se il responsabile non è ancora fallito egli deve provvedere alla messa in sicurezza e bonifica senza poter addurre alcuna motivazione di rispetto o meno delle normative legali e di buona tecnica in vigore al momento dell’accumulo dei rifiuti ‘né la propria diligenza né la negligenza, né la buona né la cattiva fede, né la conoscenza né l’ignoranza’ possono essere addotti a difesa da parte di chi ha creato una discarica di rifiuti gravemente contaminanti. Se un sito costituisce una minaccia per la salute pubblica o per l’ambiente, le parti responsabili devono addossarsi i costi per la messa in sicurezza al di là di qualunque altra argomentazione. Tutta la legislazione è fondata sul principio ‘PAGA ORA –DIFENDITI DOPO’…”.

Sì ma questo avviene negli States. Quì siamo in Italia. Da noi se il responsabile non è ancora fallito, e ha distrutto l’ambiente gli s’abbuona tutto. Come  ha  provato a fare qualche tempo fa il Governo Italiano e  l’allora Ministro  dell’Ambiente  Stefania Prestigiacomo (siracusana doc. che a Priolo  è  stata  interessata da  sequestri per  il  sospetto di   discariche abusive presso la sua società di  famiglia)  dando il via libera all’ennesima beffa alla faccia di tutti i cittadini che hanno subito e subiranno gli effetti nocivi dell’inquinamento dell’ENI. Non  so  se  avete  memoria della  porcata denominata  “Manovra blocca risarcimenti”. Il  Ministero dell’Ambiente avrebbe  dovuto approvare una “Transazione Globale” con l’ENI dando così un tombale colpo di spugna sui più gravi disastri ambientali della nostra storia.

Cancro, tumori e morte però non andranno in prescrizione. Questi continueranno a mietere vittime per molti decenni ancora. Il  quesito  ora è: che  dobbiamo  fare  a  sta  gente che  ci ha distrutto  l’habitat? Esser  brutali  non serve. Bisogna saper  perdonare. Se vi massacrano l’ecosistema voi  ricambiate  con  un  fiore. Ma  non  dimenticate  anche  il  vaso.

Themis & Metis- Chi siamo

L’associazione nasce dall’incontro\scontro con le aberrazioni del concetto di giustizia e dalle conseguenze che l’assenza di quest’ultima genera sugli equilibri sociali, economici e relazionali, minando e pregiudicando alla base il naturale sistema di cooperazione interno alle comunità…..

I fondatori sono partiti dalla considerazione dell’importanza delle moderne “smart communities”, per arrivare alla conclusione che, per essere”smart” un territorio deve concentrare i propri sforzi di sviluppo non solo nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e nella gestione oculata delle risorse naturali, ma soprattutto e principalmente nel capitale umano e sociale, nei servizi e nella promozione di una governance partecipativa come previsto nei piani di azione per lo sviluppo sostenibile (da “Agenda 21” in avanti), dai quali si evince che ogni comunità locale deve fare un percorso di lavoro che stimoli lo sviluppo controllandolo.

L’associazione Themis & Metis vuole portare il proprio contributo nelle aree operative nelle quali la Smart Community deve necessariamente e naturalmente cimentarsi, affrontando, nella loro complessità i delicati temi socio-ambientali, diffondendo la cultura della Legalità, della trasparenza e dell’etica, (che, vale appena la pena ricordarlo, ha un valore economico, oltre che sociale e istituzionale) negli apparati pubblici, nel comparto produttivo, nel settore culturale e nella cittadinanza tutta per il tramite di soggetti privati competenti di consolidata esperienza e attivi sul territorio che trasformino il rispetto delle norme “imprescindibili” in “strumento per l’edificazione di una Giustizia piena, partecipata e impermeabile ai meccanismi escludenti e/o discriminatori“.


Loano: lo sfratto coinvolge un cane, abbandonato dal padrone, il tribunale lo affida al Comune che paga vitto e alloggio

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Non accade di frequente, almeno quando c’è in ballo la ‘disgrazia’ dello sfratto ad un inquilino. A Loano è successo che sia stato sfratto il locatario che viveva col suo cane. Trovandosi in seria difficoltà, il padroncino, a quanto pare, ha dovuto rinunciare all’animale che, dopo giorni di solitudine rinchiuso nell’alloggio ormai vuoto, è stato soccorso. A quel punto si è messo in moto l’iter di affidamento finito davanti al tribunale civile di Savona che, con ordinanza, ha disposto sia il Comune ad accollarsi la ‘proprietà’  dell’animale, con obbligo di vitto ed alloggio. Nel caso il canile di Albenga ed in attesa che qualcuno si faccia avanti per adottarlo.

La storia ha come teatro un alloggio in via Prigliani, ai confini con Borghetto S. Spirito. Qui, si legge in una determina dirigenziale del Comune, era custodito una cane di proprietà di una persona sola e residente (Roberto Moreno Alberici).  Senonchè l’uomo  è stato sfrattato dall’immobile. Nel giorno dello sfratto ha abbandonato l’amico a quattro zampe. Non sapeva che farne o forse gli era impossibile trasferirlo. Sta di fatto che il povero cane è rimasto solitario nell’appartamento ormai vuoto.  Non si sa per quanti giorni sia durata la ‘prigionia’ e in quali condizioni. Un problema parrebbe sulle spalle del locatore.

Dagli atti burocratici emergono alcuni elementi.  Il tribunale ha emesso un’ordinanza urgente in data 30 ottobre (lo sfratto è del 20 settembre) in cui ha preso atto del “mancato ritiro del cane da parte del proprietario possessore al momento  dell’abbandono dell’immobile ove risiedeva e ha dichiarato che questo equivale alla dichiarazione di rinuncia alla proprietà dello stesso ai sensi…”.

L’avv. Beltrametti, a sua volta, incaricato della pratica di sfratto dal proprietario dell’alloggio di via Prigliani, con nota registrata in tribunale, il 14 novembre, ha richiesto che il cane in questione venga spostato dalla struttura  ricovero dove si trovava, in attesa  dell’ordinanza  del tribunale, con trasferimento in altra struttura questa volta individuata dal Comune.

L’ente locale ha rispettato la legge che stabilisce che i Comuni provvedano, sotto il controllo sanitario dei servizi veterinari delle Asl, al ricovero, alla custodia e al mantenimento temporaneo e all’affidamento permanente ad eventuali richiedenti (di animali) per i quali non è possibile la restituzione.  Da qui l’obbligo del Comune di assumerlo in carico fino a quando  non si trova una persona disponibile ad accoglierlo. E di conseguenza è stato affidato al canile di Albenga con una spesa giornaliera che si aggira sui 5 – 6 euro, a seconda della taglia dell’animale. Per ora, nel rispetto del bilancio comunale, la spesa è di 298,90€ per il periodo fino al 31 dicembre. Il Comune di Loano paga 6,10€ compresa Iva. Il Comune di Alassio alla struttura Pluto’s Residence di Sanremo,  €4,00 +IVA comprensiva di custodia, assistenza veterinaria, antiparassitaria e assicurazione contro terzi.

C’è da osservare che Loano – ha riportato trucioli lo scorso numero – è stata individuata come potenziale località per l’apertura, da parte di una coppia di giovani lombardi, di un ‘hotel di lusso’ per gatti e cani, sulla scia di quanto avviene da anni in Giappone, dove si sono in  attività anche café per gatti. Realtà che sono presenti già a Milano. E’ anche emerso, da una ricerca di mercato, che il comprensorio loanese è il più accredito quanto a mercato di prodotti per animali, con diffusa presenza di cani e gatti. Dando atto, inoltre, che qui si riscontra la maggiore sensibilità verso gli ‘amici dell’uomo’ a quattro zampe come  emergerebbe dalla rassegna stampa che dedica agli animali domestici frequenti citazioni. In primo piano Ivg.it, ma anche i quotidiani locali che una volta in settimana dedicano una pagina a storie di cani e gatti, volatili, bisognosi di cure o di trovare un padroncino che li ospiti e si prenda cura.

QUANTO COSTA LA DITTA STIRANO CHE HA L’APPALTO DELLA NETTEZZA URBANA

Il Comune di Loano ha provveduto ad adeguare il canone annuale riconosciuto per contratto alla ditta Stirano Srl che  dal 2017 ha vinto la gara di appalto per il servizio di Nettezza Urbana, con relativa raccolta differenziata. L’adeguamento per  comporta una maggiorazione dello 0,35 % del canone annuale.  Pari a 6,841 per il 2018 e 2.837 per l’anno 2019.

Il costo annuale riconosciuto alla Stirano srl  è di 2 milioni647.962 € per il 2017 ed il 2018, con adeguamento Istat come accennato sopra.

 

Alassio, il mini terremoto scuote il palazzodopo Invernizzi a chi tocca, all’imprenditoreMelgrati solidarietà anche a Pizzimbone

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E’ caduta la prima testa nell’inchiesta che in 24 ore ha travolto l’assessore Rocco Invernizzi, già presidente del consiglio comunale ‘esautorato’ e riabilitato,  47 anni, laurea in giurisprudenza, amministratore di condomini. Chi sarà il secondo ?  Il terzo ? In ambienti legali, solitamente informati, si sussurra di un imprenditore assai vicino alla maggioranza che ha portato all’elezione del sindaco Marco Melgrati con il 33% dei voti, un alassino su 3, ma alle urne si era recato solo il 60% degli aventi diritto. Ora suonano a beffa le parole di esordio pronunciate dal tre volte sindaco: “Occorre far funzionare al meglio la macchina comunale perchè ha bisogno di molto olio nelle ruote che si sono inceppate”. Ironia della sorte, l’indagine scaturirebbe proprio da un’asserita pratica ‘oleata da bustarelle’.  Un’estorsione in particolare. ULTIMA ORA: Il sindaco Melgrati scrive la piena solidarietà a Pier Paolo Pizzimbone, vice presidente di Politica per passione coinvolto di un’inchiesta per presunta estorsione.(vedi sotto).Poichè è fuori da ogni logica che uno possa fare tutto da solo in una pratica amministrativa, furto escluso, chi sono gli altri ? Invernizzi, innocente fino a prova contraria, sottoposto ad indagine e secondo la tesi accusatoria, da dimostrare in giudizio, avrebbe agito in concorso.

MELGRATI ED INVERNIZZI SI SONO FATTI RITRARRE INSIEME NEL MOMENTO DELLA CONSEGNA DELLE DIMISSIONI

La rosa dei presunti complici, sempre ammesso che si raggiungano le prove a sostegno delle accuse, pare abbastanza ristretta. Qualcuno sostiene di aver individuato un possibile secondo indiziato in una delle foto che trucioli.it aveva pubblicato ed in altre immagini in cui si vede il candidato sindaco Melgrati intento a fare la conta dei voti. A questo punto il cerchio si ristringe. Potrebbe trattarsi del presidente del consiglio comunale, avv. Massimo Parodi ? Nel 2016 era subentrato a Invernizzi. Non scherziamo, bando ai voci maligne. Il professionista alassino è conosciuto come persona irreprensibile,  grande passione per la politica, dedizione più al Comune che allo studio legale.

Non si può pensare che le  perquisizioni disposte nei confronti dell’indagato Invernizzi (negli uffici comunali e nell’abitazione), non siano avvenute  in casa e nello studio del presunto complice/i.  E si perchè se siamo in presenza di estorsione, per l’accusa, la vittima ha denunciato. Se invece è in ballo la corruzione c’è chi sapeva ed ha dato informazioni abbastanza circostanziate. Ecco che in trappola sono in due o più.

Un titolo significativo ma c’è chi ha aggiunto ironicamente ‘un pacco di bustarelle’, magari si riferiva agli omaggi delle feste natalizie

Bisogna dire che già nelle prime nelle ore, successive al blitz, si erano rincorse voci del coinvolgimento dell’imprenditore e frequentatore del palazzo comunale alassino Pier Paolo Pizzimbone che molti conoscono impegnato nell’agone di Politica per Passione, poi Fratelli d’Italia a livello provinciale, lo stesso schieramento in cui è iscritto Invernizzi. Assia meno nota, di Pizzimbone, la passata attività negli  ambienti del volontariato quale Socio attivo come Soccorritore e Vice Presidente della Croce d’Oro di Imperia-Cervo. E uno scranno da parlamentare, per un breve periodo, eletto in un collegio siciliano nella surroga di un dimissionario. L’imprenditore del settore Nettezza Urbana ed affini, insieme al fratello con interessi su scala nazionale (Biancamano Spa quotata in borsa), non sarebbe estraneo alle accuse contenute nel provvedimento del sostituto procuratore Chiara Venturi. Di conseguenza si possono immaginare analoghe perquisizioni ed acquisizioni di documenti, e magari qualcosa di più. Si aggiunga che il difensore di Invernizzi, l’avv. on. Franco Vazio, in attesa di conoscere le carte, gli elementi accusatori, fase che avverrà solo con il deposito degli atti, ha chiarito che ‘nessun corpo di reato‘ è stato trovato nella perquisizione dell’assistito, esito negativo dunque. L’obiettivo della Polizia (squadra mobile) era di trovare una ‘mazzetta‘ ed altri elementi utili alle indagini ? Si indica pure la somma: 16 mila euro.

E’ possibile che nell’indagine sia coinvolta la persona che appare di schiena sulla destra della foto e lo ritrae il giorno dello scrutinio. Si tratterebbe di Pizzimbone ?

Ancora una considerazione. L’avv. Vazio è il difensore che ha assistito Melgrati durante gli anni e con 30 fascicoli che lo vedevano imputato, sempre assolto e qualche prescrizione. E’ stato lui a consigliare le dimissioni di Invernizzi ? ma nel contempo il sindaco ha espresso nel confronti dell’assessore la “convinzione‘ che saprà fare chiarezza. Resta il nodo del possibile coinvolgimento del big Pizzimbone che metterebbe comunque in difficoltà l’amico di lunga data, Melgrati appunto.

C’è un altro dato di fatto e di cronaca. Il Comune di Alassio, in assoluto, almeno negli ultimi 10- 15 anni, vanta il primato  provinciale di inchieste giudiziarie. Alcune si sono concluse, almeno nei primi gradi di giudizio, con condanne, altre con assoluzioni, per altre ancora non è noto l’esito finale e quali ancora in attesa di sentenza definitiva. Un Comune sicuramente chiacchierato dove tuttavia sarebbe ingiusto accomunare  tutti o la maggioranza degli amministratori. Le mele marce, come si suole dire, sono state o potrebbero

Una serata di svago per Pizzimbone anche e le assessore di Alassio

essere (anche con la nuova inchiesta) una schiacciante minoranza. Resta il fatto di un pantano che, ad intervalli, fa parlare di se. Un sistema da cancrena inguaribile. Creando inevitabilmente un clima di sfiducia in un Paese, l’Italia, che ha il primato europeo quanto a corruzione ed evasione fiscale. Alassio pecora nera,  ma anche la cittadina più ricca e dove forse le tentazioni sono maggiori in una realtà politica assai deteriorata. Forse non era casuale la proposta di quel gruppo che chiedeva di formare una lista all’insegna del rinnovamento totale, nessun esponente che abbia ricoperto cariche pubbliche e comunali negli ultimi 10 anni. Proposta bocciata a larga maggioranza.

ULTIMA ORA:

Il Presidente del movimento Politica per Passione Marco Melgrati vicino al vicepresidente Pier Paolo Pizzimbone e all’associato Rocco Invernizzi nella triste e infamante vicenda che li vede coinvolti.

Marco Melgrati, Sindaco di Alassio e Presidente di Politica per Passione, esprime la propria solidarietà e vicinanza al vicepresidente del movimento Politica per Passione e all’associato Rocco Invernizzi per l’indagine che li vede coinvolti. Personalmente mi auguro che la Magistratura inquirente, di cui ho estrema fiducia, faccia nel breve piena luce su questa vicenda che ha del fantascientifico nei modi e nei fatti… Per come conosco io sia Pier Paolo Pizzimbone che Rocco Invernizzi trovo assurdo che possano anche solo per sbaglio essere coinvolti in una vicenda così assurda, infamante e vergognosa. Peraltro spero che, dopo che la Magistratura inquirente abbia fatto i propri accertamenti e scoperto il colpevole (di qualunque natura di reato si tratti), la punizione sarà esemplare.

IL COMUNICATO STAMPA DEL SINDACO MELGRATI

Nella giornata di oggi l’Assessore Rocco Invernizzi ha presentato nelle mani del Sindaco Melgrati le dimissioni dalla carica di Assessore con tutte le sue deleghe Ambiente, Lavori Pubblici, Informatica e Servizi Cimiteriali.
“L’Assessore Invernizzi – spiega il Sindaco Melgrati – ha compiuto un gesto consapevole, non dovuto, nel segno dell’opportunità e del rispetto delle istituzioni, per poter meglio chiarire la sua posizione e difendersi con serenità senza creare intralcio alcuno all’amministrazione. Lo ringrazio per questo gesto e, nella convinzione che saprà fare chiarezza sulla sua posizione, accolgo le sue dimissioni senza provvedere a una vera e propria ridistribuzione delle deleghe. Terrò personalmente ad interim quella all’Ambiente, nella convinzione che debba essere rispettato al 100% il capitolato di appalto, cosa disattesa fino ad ora come emerge dai numerosissimi rilievi sollevati dai tecnici incaricati. Sempre ad interim, affiderò al Vice Sindaco Angelo Galtieri quelle ai Lavori Pubblici, Informatica e Servizi Cimiteriali”.
Nel corso del Consiglio Comunale convocato per questa sera sarà ufficializzato, al Consiglio tutto, il nuovo temporaneo assetto della Giunta.
I COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE: PARLA INVERNIZZI

Perquisizioni all’Assessorato Ambiente.

Invernizzi: “Completamente estraneo ai fatti. Sempre spinto per controlli e verifiche”. “Nella giornata di ieri, martedì 27 novembre,  gli uffici in Comune ad Alassio e la mia residenza e le relative pertinenze sono state oggetto di perquisizione da parte della Squadra Mobile della Polizia di Stato Savona e Genova in merito a un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Savona che mi vede coinvolto. Perquisizioni che peraltro non hanno dato alcun esito”​. Rocco Invernizzi, Assessore all’Ambiente del Comune di Alassio commenta così gli eventi delle ultime ore: “Nel segno della massima trasparenza, che mi ha sempre contraddistinto, vorrei  precisare e ribadire la mia assoluta estraneità a qualunque fatto ascrittomi e/o che mi possa essere contestato”.

“Dall’insediamento di questa amministrazione – prosegue – e da che ho ricevuto la delega all’Ambiente ho sempre avuto come priorità solo quella di una città più pulita, stimolando gli uffici ad effettuare controlli puntuali, del rispetto del contratto e quindi del capitolato che lega il Comune di Alassio alla ditta incaricata dei servizi ambientali. In relazione a ciò gli uffici hanno evidenziato mancanze importanti da parte dell’azienda e quindi hanno applicato le relative sanzioni nel totale rispetto della legge, del contratto e soprattutto degli interessi dei cittadini. Ho pertanto piena fiducia nella Magistratura inquirente, E sono certo, che la stessa potrà accertare la mia completa estraneità ai fatti.” “Esprimo la mia totale vicinanza e fiducia nei confronti non solo dell’Assessore Rocco Invernizzi – dichiara Marco Melgrati, Sindaco di Alassio – ma anche dell’attività di controllo attuata da parte degli uffici che ha portato a svariate contestazioni nei confronti del gestore del servizio, cosa che non si può dire sia stata fatta negli ultimi cinque anni”.

ALASSIO CON LUCA ABETE (STRISCIA LA NOTIZIA)

Comunicato stampa – Sulla Giusta Strada: gran finale

Il sindaco Melgrati con Luca Abete di Striscia la Notizia

Le forze dell’ordine del territorio hanno incontrato gli studenti delle scuole locali in una settimana che è stata un percorso formativo per imparare a camminare… Sulla Giusta Strada. Oggi e domani Luca Abete per il progetto “Non ci ferma nessuno” simpaticamente accolto dal sindaco Melgrati. ‘E’ difficile spiegare nel dettaglio cosa sia “Sulla Strada Giusta” – spiega Francesco Parrella, Comandante della Polizia Municipale di Alassio – o meglio cosa sia diventata, dopo che l’idea di unire tutte le forze di polizia del territorio di fronti agli studenti della zona, di ogni età, si è concretizzata quattro anni fa in un appuntamento consolidato dell’autunno alassino. La collaborazione tra la nostra Polizia Municipale e la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, il Corpo della Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, offrirà ai ragazzi che prenderanno parte a questa settimana di incontri la possibilità di ricevere messaggi formativi di straordinaria importanza, utili e di strettissima attualità”.

Dal 26 novembre e ancora per domani, venerdì 30 novembre gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado della città di Alassio e comprensorio (ci saranno anche istituti di Albenga, Garlenda, Ortovero e Cisano sul Neva) sono stati e saranno coinvolti  in una serie di incontri presso il Palazzetto dello Sport di Alassio su un programma che nella sua ricchezza ha il pregio di toccare temi coinvolgenti di sicuro appeal su un pubblico tanto dinamico, quanto complesso da attrarre. Si parlerà di droga e contraffazione (Guardia di Finanza), soccorso in mare ed immigrazione (Capitaneria di Porto), bullismo e stalking (carabinieri), educazione stradale (Polizia Municipale e Polizia Stradale), rischi del web e dei social network (Polizia Postale), mentre la Polizia Scientifica ricostruirà completamente una scena del crimine. Incontri, sessioni informative, spettacoli e special guest per fornire una vasta e dettagliata serie di informazioni e per rapportarsi con le forze dell’ordine, conoscere la loro attività ma soprattutto per vivere rispettando il prossimo, le regole del vivere civile, del rispetto dell’ambiente, del proprio contesto sociale. Sarà presente una delegazione dell’Acquario di Genova ad illustrare il Santuario dei Cetacei “Pelagos”, i volontari dell’Avis per sensibilizzare i più grandi alla donazione del sangue, Amnesty International che ricorderà il 70° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la famiglia Guarnieri che nel ricordo del figlio Lorenzo, tragicamente scomparso sulle strade di Firenze, ammonirà i ragazzi sulla necessaria attenzione da prestare alla guida dei veicoli.

Per il gran finale oggi e domani graditissima la presenza di Luca Abete, noto inviato di Striscia la Notizia per presentare il suo progetto “Non ci ferma nessuno” per chiudere con il sorriso ma anche con tanta consapevolezza del proprio ruolo di cittadini, per camminare… Sulla Strada Giusta. Ad accoglierlo anche il primo cittadino di Alassio, Marco Melgrati che si è intrattenuto durante la mattinata con qualche siparietto di simpatica condivisione con i professori e lo stesso Abete.

IL GIORNALISTA ALASSINO LA CORTE PRESENTA IL SUO LIBRO A IMPERIA

ALASSIO VILLE PARADISO RINNOVATA

RESIDENZA PER ANZIANI DAL CONFORT FAMIGLIARE

Ancora una volta Alassio si distingue per l’eccellenza delle sue strutture. Questa volta si parla di anziani. Nel verde di Viale Sant’Erasmo inserita fra le più belle ville Liberty della città i due blocchi della Residenza godono di un giardino bellissimo con una stupenda vista sul mare. Per la direzione l’importante è “garantire un ricovero e un’assistenza che stimoli il recupero delle abilità, incentivandone la riabilitazione, favorendo il mantenimento di contatti con il loro ambiente affettivo e relazionale di provenienza.”

ELISIR DI LUNGA VITA NELLA RESIDENZA PROTETTA VILLE PARADISO- Il mare, il sole, i profumi del Ponente Ligure fanno i miracoli: ad Alassio Lunedì 12 novembre si è festeggiato privatamente il compleanno della Sig.ra Benedetta Gravagno, alassina che ha compiuto ben 101 anni. Il 4 dicembre alle ore 11 in occasione della presentazione ufficiale della Residenza Protetta alla stampa si ricorderà il compleanno centenario.

Sì perché ad Alassio la vita si allunga grazie anche all’umanità che si respira a Ville Paradiso.  Un’oasi per anziani con 33 posti letto di cui 13 privati che impiega solo personale privato che garantisce una cura dedicata per ogni ospite. Esattamente la filosofia di Ville Paradiso: qui ogni ospite è protagonista del suo tempo e della sua tranquillità oltre che del proprio benessere fisico e mentale.

Ad Alassio grazie a Ville Paradiso si invecchia con serenità e con tutte le cure dovute alla fase più importante della vita: la Residenza per Anziani Ville Paradiso è garanzia di efficacia ed efficienza perché attenta ai bisogni dei suoi ospiti; è competenza e professionalità perché il personale ha un continuo aggiornamento e un’esperienza cinquantennale nella gestione di case di riposo, cura e riabilitazione ma soprattutto si gioca la carta vincente dell’empatia attraverso rispetto della dignità della persona,  la disponibilità all’ascolto e la personalizzazione del servizio. La caratteristica unica e preziosa della struttura è la valorizzazione del tempo che i suoi ospiti trascorrono grazie al servizio di animazione impegnato ad organizzare attività volte a mantenere, a far emergere e sviluppare le capacità intellettive e pratiche di ciascun Ospite con la prioritaria attenzione ad ascoltare. Vengono predisposti piani settimanali in virtù degli spazi e delle attrezzature offerte dalla struttura. Sono previste attività motorie, ricreative e culturali sia negli spazi della struttura che nei giardini di Ville Paradiso.
ALCUNI NUMERI DELLA RESIDENZA PROTETTA

  • La residenza dispone di 33 posti letto di cui 20 convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale e Asl 2 Savonese e 13 privati.
  • La Residenza Protetta Ville Paradiso offre ai propri ospiti un’assistenza medica, farmaceutica e socio-sanitaria H24
  • Il medico è presente in struttura 3 volte la settimana ed è in funzione un servizio di guardia medica notturno.
  • Il terapista è presente in struttura 5 volte alla settimana al fine di permettere una continuità di lavoro del mantenimento delle funzioni motorie degli Ospiti.
  • Il Paziente può ricevere le visite dei parenti/conoscenti tutti i giorni dal lunedì’ alla domenica dalle 8:00 alle 20.00

GLI HIGHLIGHTS DI VILLE PARADISO

  • Una cucina interna che mette a disposizione dei propri ospiti un menù giornaliero vario, su base stagionale, in modo da offrire sempre prodotti freschi.
  • Camere doppie o singole personalizzate, che dispongono di letto ortopedico dotato di campanello di chiamata e luce notturna, di un armadio per gli indumenti e di un comodino per i piccoli oggetti personali.
  • Le stanze singole dispongono di balcone o ampio terrazzo dedicato.

La Cia Liguria: entroterra in abbandono, dissesto idrogeologico, danni da cinghiali.E 200 mila € per selezionare bestiame ligure

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Aldo Alberto, presidente Cia Liguria: «A Roma per tenere alta l’attenzione sui problemi della nostra regione: abbandono dell’entroterra, dissesto idrogeologico e danni da ungulati».

Il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori liguri, Aldo Alberto

COMUNICATO STAMPA – «Il paese che vogliamo non è solo il titolo dell’assemblea nazionale Cia di quest’anno, ma vuole essere anche il primo segnale di un percorso nuovo e diverso, un cambiamento rispetto al passato». Sono queste le prime riflessioni di Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria e membro del coordinamento nazionale della Confederazione a pochi giorni dall’assemblea che si terrà il 29 novembre a Roma.

«Con questo titolo – prosegue Alberto – siamo pronti a proporre la nostra visione di sviluppo del paese. È tutto il gruppo dirigente della Confederazione che, supportato dai membri dell’assemblea e dai soci, vuole rendere più incisivo il messaggio nei confronti della politica, perché diventi un volano per una più efficace azione di governo su tematiche da sempre discusse e quasi mai efficacemente affrontate».

Tra gli argomenti in agenda il 29 novembre, la valorizzazione del territorio e delle sue enormi potenzialità agricole ed ambientali. «Il rumore di fondo dei proclami della politica sta inesorabilmente oscurando i veri nodi cruciali della crisi dell’imprenditoria agricola, – aggiunge il presidente di Cia Liguria – come la mala burocrazia, che sta penalizzando le nostre aziende impedendone sviluppo e crescita».

Non mancherà nemmeno una particolare attenzione per la Liguria: «Rifletteremo su come creare le condizioni per permettere agli agricoltori di riuscire a vivere il territorio. Il problema degli animali selvatici, per esempio, oggi non rende più fattibile coltivare in alcune zone. Mentre l’abbandono di estese aree dell’entroterra ligure è una delle prime cause di dissesto idreogeologico. Tutti argomenti già trattati in sede regionale e che porteremo anche all’assemblea nazionale. Non vogliamo esporre lamentele ma esperienze, progetti e proposte concrete. Siamo determinati a fare la nostra parte perché crediamo, fortemente, che l’Italia meriti di poter guardare al proprio futuro con fiducia e non con rassegnazione».

ALLEVAMENTO: OK ALL’IMPEGNO DI 200 MILA EURO PER ARA PIEMONTE PER L’ATTIVITÀ DI SELEZIONE E CONTROLLI FUNZIONALI DEL BESTIAME LIGURE. ASSESSORE MAI: “IMPORTANTE CONTRIBUTO PER LO SVILUPPO DELLA ZOOTECNIA LIGURE”

COMUNICATO STAMPA – GENOVA. Approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Allevamento Stefano Mai, la concessione di 200 mila euro all’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (ARA Piemonte) per l’attività di selezione del bestiame e per i controlli funzionali. “Ara Piemonte – spiega l’assessore Stefano Mai – ha provveduto all’acquisizione dall’Ara Liguria del ramo di azienda relativo all’ “Attività di controllo funzionale a servizio degli allevatori della Liguria”, con l’obiettivo di tenere e aggiornare i libri genealogici e quelli sui controlli funzionali del bestiame. Questa attività svolta in prevalenza negli allevamenti di bovini da latte e da carne, e in misura minore negli allevamenti di ovicaprini, consente di raccogliere numerose informazioni utili agli allevatori. ARA Piemonte – continua l’assessore – darà un importante contributo, sia agli allevatori, che alla zootecnia ligure, unica per la capacità di produrre carne di eccellenza e prodotti caseari di altissima qualità”.
I dati raccolti sono riferiti: negli allevamenti da latte, al quantitativo di latte prodotto, all’interparto, e alla qualità del latte (grasso e proteine), e aiutano l’allevatore a prendere decisioni consapevoli per la gestione della propria azienda e su quali animali allevare; negli allevamenti da carne, vengono registrati i dati relativi agli accrescimenti ponderati dei capi, alla facilità di parto e alla genealogia degli animali. Il programma è cofinanziato dal MIPAAF (Ministero Politiche Agricole e Forestali) con un importo di 200 mila euro circa.

Ranzo, qui lo sport del calcio è solo passione

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Si chiama ‘Moiranese Footbal Club’ la squadra di calcio nata 30 anni fa a Ranzo grazie all’alassino Pier Luigi Moirano. Una squadra che ha sempre coinvolto ed unito amici e dove la sfida si gioca solo in virtù di una grande passione. Svago ed amicizia, divertimento e sentimenti, pratica della coesione. Il buon esempio di uno sport sano.

Pieve di Teco, si perde il pelo ma non il vizio.Ormea, 1 milione nel nuovo polo logisticoper fortuna che c’è Acqua San Bernardo

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Le urne avevano premiato il sindaco al suo terzo mandato e bocciato, per la terza volta, il ritorno di un ex sindaco. Chi avrebbe immaginato, tra i cittadini elettori, che la scelta della maggioranza (da rispettare) si sarebbe trasformata in una nuova ‘corrida’ ? Dove la minoranza (ormai con ruoli e competenze risicate al minimo, pur sempre con un compito di controllo) c’è chi la vuole rilegare nel banco dell’asino. E’ vero, per tanti pievesi, si potrebbe invocare il detto: se va bene cosi…se contenti voi…Ma a leggere nero su bianco la lettera di tre consiglieri  emerge l’inerzia, l’incapacità, la supponenza (oppure la grande opera meritocratica) portata avanti dal sindaco Alessandri e che finirebbe per arrecare danni  nell’ambito dell’Unione dei Comuni. ULTIMA ORA – A Ormea inaugurato il nuovo polo logististico di Acqua San Bernardo Spa, con un investimento di 1 milione di € ed in prospettiva ulteriori stanziamenti ed ampliamenti. Leggi a fondo pagina.

Si cita, ad esempio, ‘inerzia fattuale e prolificità burocratica di cui l’unico effetto è stato di sovraccaricare le incombenze degli uffici del Comune  di Pieve‘. Si fa presente che già il prefetto era intervenuto con un severo richiamo ed avvertimento scritto. La convivenza democratica e perchè no civile, si è abbassata al punto che una parte dei rappresentanti eletti dal popolo (in maggioranza) abbandona la seduta facendo mancare il numero legale quando l’opposizione voleva intervenire sull’elezione dei rappresentanti del Comune di Pieve nel Consiglio dell’Unione. Ora la scelta dei tre consiglieri di scrivere una lettera ai media perchè informino, a loro volta, i lettori, starebbe a testimoniare che da una parte si vuole il rispetto di norme e comunque di buon senso, dall’altra (in attesa di una risposta, meglio se affidata ad un comunicato) si porta avanti la strategia di chi perde il pelo ma non il vizio. A meno che, è bene dirlo, il terzetto dopo la delusione elettorale non si diverta ad inviare ai mass media ‘letterine ‘ e documenti per ‘passare il tempo’, mettere il primo cittadino in cattiva luce. Anche se lui non trema, non molla.  Tiro dritto. Teme solo l’amica Imperia Tv. Mentre in Municipio altri sudano sette camicie per  una vallata che da anni cerca di rialzarsi. E dopo tanta fatica e ‘brillanti risultati‘, di cui la comunità tutta ne beneficia ed è testimone, sono ripagati con la ‘cattiva pubblicità‘ del loro operato.

Se le cose stanno davvero così al sindaco ed ai suoi non resta che chiedere l’intervento di uno psichiatra.  Per la serie: tutti matti da legare. Peccato che proprio il seggio dei pievesi che vivono in centro, quelli che dovrebbero essere più sensibili, testimoni del termometro sociale, commerciale, economico, si siano rassegnati  a ‘non cambiare’, va bene così, Alessandri non si tocca. Fino a quando ? Non era forse meglio un dissenso da diserzione alle urne ?  Un sindaco, una volta eletto, raccontavano i nostri vecchi, dimenticava da dove provenivano i voti, per essere il ‘padre di una grande famiglia‘, senza distinzioni di etichetta, di casta, di appartenenza. Senza debiti di riconoscenza verso i suoi elettori. L’esatto contrario della tradizione che ormai pare abbia preso possesso del ‘Municipio’ di Pieve di Teco. A meno che il futuro i ‘bambinello’, dalla grotta di Natale, non faccia miracoli.

ACQUA S.BERNARDO SPA INAUGURA IL NUOVO POLO LOGISTICO

La cerimonia del taglio del nastro nel nuovo polo logistico di Acqua San Bernardo a Ormea

COMUNICATO STAMPA – Con una breve cerimonia, il direttore generale e amministratore delegato di Acqua S.Bernardo, Antonio Biella e il direttore di stabilimento e amministratore Gianluigi Delforno,  hanno inaugurato il Nuovo Polo Logistico e Magazzino Prodotto Finito di Ormea. Un incremento della volumetria di magazzino finalizzata anche a programmare un’ulteriore crescita produttiva del sito di Ormea.

All’evento organizzato direttamente all’interno della struttura di via A.Piaggio a Ormea, hanno preso parte diverse autorità locali, civili e militari e i progettisti Paolo Boch, Fabio Galvagno e Aldo Acquarone, oltre ai vertici delle imprese che hanno realizzato il cantiere come LPM Prefabbricati e Saisef. E’ stato il parroco di Ormea, don Almo Cedro a benedire i locali prima del taglio del nastro.

Acqua S. Bernardo ha investito nel nuovo Polo Logistico e Magazzino Prodotto Finito circa un milione di euro euro. Si tratta dell’ennesimo segnale di come l’industria di proprietà del Gruppo Montecristo creda nel territorio da cui sgorga la sua acqua e nella sua gente.

S.Bernardo rappresenta la perfetta unione di qualità, tradizione ed eleganza. La sua fonte ha origine nelle Alpi Marittime, a un’altezza di 1.300 m, in un ambiente sano e incontaminato. Conosciuta sin dal 1926 per la sua leggerezza e per le eccellenti caratteristiche organolettiche, dagli anni novanta è anche espressione del design italiano, grazie alla sua inconfondibile bottiglia “Gocce”, disegnata da Giorgetto Giugiaro. Ancora oggi icona di stile. Distribuita nei canali retail, ho.re.ca e door to door, è disponibile in una gamma completa di formati in vetro e pet.

Da maggio 2015 è tornata di proprietà italiana entrando a far parte del Gruppo Montecristo. S.Bernardo  ha una lunga tradizione di qualità e uno stile tutto italiano con una crescita a due cifre: oggi Acqua S.Bernardo vanta la copertura italiana e l’apertura a nuovi mercati in Europa e nel mondo. Questo il grande risultato della storica azienda tra le acque minerali, tornata italiana da 3 anni e guidata dal direttore generale Antonio Biella, classe 1978, che con il suo team ha riportato lo storico brand piemontese sulle tavole italiane e cosmopolite. Acqua S.Bernardo che si distingue per leggerezza, ph neutro e una bassa presenza di nitrati e nitriti, presenta elementi fondamentali alleati del benessere.

Acqua S.Bernardo fa parte del gruppo Montecristo diventato uno dei principali produttori di bevande gasate e asettiche specializzato nelle private label, e  attivo nella distribuzione in tutti i canali moderni. Oggi produce 500 milioni di bottiglie, 90 milioni di fatturato, 4 stabilimenti e 190 dipendenti.

Mendatica, la trasparenza della Pro LocoLa promessa di Giampedrone e Scajola: Da primavera il comprensorio può rinascere

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Il Vescovo diocesano di Albenga – Imperia, Guglielmo Borghetti, ha nominato don Enrico Giovannini arciprete, parroco di Cosio d’Arroscia dove abita da 4 anni ed è amministratore parrocchiale di Mendatica, Montegrosso Pian Latte e Rezzo. Un gesto di riconoscimento, ha ricordato il vescovo Borghetti, a don Enrico e alla comunità parrocchiale, alla valorizzazione delle piccole comunità. Mendatica domenica ha celebrato la solenne festività di Santa Caterina e all’ormai abituale pranzo che ha dato l’occasione di divulgare, con un atto di trasparenza, abbastanza isolato, i ‘conti’ (entrate ed uscite) della Pro Loco in occasione dei due maggiori eventi. Festa della Cucina Bianca e la Transumanza.

Nella giornata della Cucina Bianca l’incasso è stato di 63 mila euro a fronte di 42 mila euro di spese. Nella giornata della Transumanza incassati 20 mila euro e spesi 11. In perdita, invece, altre manifestazioni minori e comunque in un contesto assai più limitato. Mendatica che, nonostante il susseguirsi di eventi franosi, nonostante l’isolamento di fatto per la ‘chiusura’ all’accesso delle due Monesi e di Piaggia (Comune di Briga Alta enclave cuneese nella provincia di Imperia), non si rassegna, non ha perso la fiducia in se stessa, in una realtà abitativa in costante calo, non si sentono abbandonati. Certamente non tutto luccica e lo stesso parroco don Enrico Tacito Piero Giovannini ha invitato i fedeli a restare uniti, a superare le divisioni, le possibili disparità  di vedute, perchè solo attraverso la coesione, la solidarietà di comportamenti, si può vincere la battaglia, superare le difficoltà.

Proprio nei giorni scorsi Il Secolo XIX, con Milena Arnaldi, ha dedicato una pagina, titolando: ” Il riscatto di Monesi, iniziati ieri i lavori per spezzare  il lungo isolamento. Dalla realizzazione  della rampa di accesso al cantiere, al via l’intervento per il by- pass. Tempi previsti sei mesi”. Monesi, forse si ignora e in tanti decenni non si è tenuto conto, della presenza di un’estesa paleofrana, sconosciuta ai più, ai mendaighini, a chi ha acquistato e ristrutturato i tecci,  a chi negli anni ha costruito edifici e ville e negli interventi sulla strada provinciale. Chi sapeva ed aveva il dovere di mettere in atto tutti gli accorgimenti di una zona potenzialmente franosa non l’ha fatto. La Provincia aveva i suoi tecnici, la Regione le cartografia del suolo. In Comune chi sapeva ? I progettisti ignoravano o convivevano ? Insomma c’è voluto una tragedia sfiorata ed ingenti danni, per far deflagrare lo bomba.  Anche a Monesi tutto il mondo è paese. Ovvero l’Italia che frana e si corre ai ripari quando è troppo tardi. Chi ne fa le spese ? A quale prezzo per la comunità incolpevole ?

INFRASTRUTTURE, SP 100 DI MONESI: GIAMPEDRONE: “IN PRIMAVERA INAUGURIAMO STRADA E PONTE”. SCAJOLA: “TUTTO IL COMPRENSORIO PUÒ RINASCERE”

Continuano i monitoraggi sul fronte franoso per procedere a interventi definitivi

Il sindaco di Mendatica Pelassa con gli assessori Giampedrone e Scajola durante il sopralluogo a Monesi

COMUNICATO STAMPA DA MENDATICA – Sette mesi per il consolidamento del ponte, quattro per la strada. Questi i tempi per concludere i lavori sulla strada provinciale 100, interrotta dal novembre 2016 in seguito a una frana che ha isolato la frazione di Mendatica, al confine con il Piemonte e la provincia di Cuneo. La fase di diagnostica è stata lunga e accurata e, per quanto riguarda il ponte, ancora non è finita, ma ciò consentirà di eseguire in modo appropriato gli interventi per i quali la Regione Liguria ha impegnato 1,4 milioni. La frana ha un’estensione di circa 500 metri quadrati e un fronte di circa un chilometro. Per rendere l’intervento tendenzialmente stabile e definitivo occorrono dati precisi per capire cosa succede a monte della frana.

Questa mattina gli assessori alle infrastrutture Giacomo Giampedrone e all’urbanistica Marco Scajola hanno fatto un sopralluogo ai cantieri con i sindaci del territorio e i tecnici; al termine hanno fatto il punto della situazione nella sede

A Monesi è caduta la prima neve e sono iniziati i lavori per la variante all’abitato: la delegazioni di amministratori regionali e comunali

del Comune di Mendatica. “Vogliamo accompagnare questi cantieri così importanti per Monesi e per tutta la valle – ha detto Giampedrone – l’obiettivo della primavera per la chiusura di entrambi i cantieri è a portata di mano. Torneremo per quella data ma siamo pronti a intervenire in caso sorgano nuove necessità. I sindaci e i tecnici stanno lavorando con dedizione e grande senso di responsabilità: diamo atto che stanno affrontando un’emergenza molto rilevante con strutture da piccoli comuni. Il monitoraggio costante è necessario perché le tendenze franose si registrano in tutta la vallata: anche la Regione Piemonte sta procedendo a valutazioni geodiagnostiche. Sono la base per fare in modo che gli interventi non siano vani, non siano da rifare daccapo una volta terminati, diano un livello di sicurezza sufficiente e servano a far ripartire davvero questa zona, a garantire vita, attività sociali, economiche e imprenditoriali in una zona che ha anche grandi potenzialità turistiche”.

“Tutto il comprensorio di Monesi è per gli imperiesi e per tutti i liguri di Ponente un luogo di affetto e radici – ha detto l’assessore Scajola – molti vengono da qui, molti hanno trascorso l’infanzia e le vacanze su queste montagne. Il maltempo ha messo in ginocchio una valle che si stava risollevando dopo anni di fatica e di crisi. Come Regione Liguria non potevamo stare a guardare. La zona deve ripartire con le infrastrutture e i collegamenti: speriamo di poter ricreare le condizioni per rendere nuovamente la zona vivibile per tante famiglie e tante attività economiche”.

La paleofrana di Monesi da record. La giunta Burlando l’aveva ignorata. Ma in compagnia.Dossier: la nuova centrale idroelettrica (895 mila €) spazzata via dopo l’inaugurazione

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Ha compiuto due anni, ma non li dimostra. Mi riferisco alla devastante frana che nella notte del 25 novembre 2016 ha distrutto alcune case e un tratto della strada provinciale 100 sotto la frazione di Monesi di Mendatica, le cui conseguenze sono rimaste congelate, malgrado il riscaldamento globale. Nonostante il susseguirsi di annunci, cito solo uno dei tanti, l’intervista al presidente della provincia di Imperia Fabio Natta del 25.09.2017.

Il sopralluogo di amministratori comunali e regionali per l’inizio dei lavori alla variante di Monesi in conseguenza della frana che ha interrotto la strada provinciale 100. In primo piano il sindaco Pelassa, l’assessore Giampedrone, Paolo Ramella

Positivo – ha commentato – che gli enti locali si parlino tra loro. Quando si lavora insieme, come oggi, si costruisce un percorso per risolvere i problemi urgenti, primo fra tutti il collegamento tra Piemonte e Liguria. Ci sono ostacoli più di natura tecnica che finanziaria, i tecnici si sono dati appuntamento a brevissimo tempo per cercare di trovare una soluzione, anche più di una, al problema del collegamento”. Sul discorso viabilità a Monesi, Natta ha riferito inoltre “Esiste un altro progetto già realizzato e in fase di appalto, dove entra in gioco il Comune di Mendatica come ente attuatore”.

Fabio Natta presidente Amministrazione Provinciale di Imperia

Se questi annunci li avesse fatti un cittadino qualunque, sarebbe scattata l’accusa di cialtroneria. Pochi giorni fa è stata la volta dell’ennesimo sopralluogo effettuato dagli assessori regionali Giampedrone e Scaiola, dai sindaci dei comuni di Mendatica, Triora e Piaggia –nell’ordine Piero Pelassa, Massimo Di Fazio e Ivo Alberti e dalla vice sindaco di Mendatica Emidia Lantrua, i quali hanno annunciato, con immotivata enfasi – come se si fosse trattato di un primato positivo – l’inizio dei lavori della variante per ricollegare la strada provinciale 100, scavalcando il tratto franato a valle della frazione di Monesi di Mendatica.

Nelle foto diffuse, non vi è traccia dei “lavori”; se non un breve tratto di pista già realizzata un anno fa per effettuare alcuni sondaggi. Per il resto si tratta di allestimento del cantiere e qualche picchetto. Sono occorsi due anni per progettare circa 800 metri di “pista di cantiere” è indubbiamente un primato, negativo, difficile da eguagliare. Tanto più a confronto con la passerella di Portofino che consentirà a breve il passaggio pedonale nel tratto di strada, anche in questo caso franato, sono bastati circa 40 giorni dal crollo.

Dopo il sopralluogo a Monesi riunione operativa in Comune a Mendatica

D’accordo, il confronto non è omogeneo; però nel caso di Monesi la burocrazia ha chiesto il sacrificio di due – tre anni mentre a Portofino una magia: 40 giorni ! Che la burocrazia sia applicata un tot a chilometro ? La distanza che separa Genova da Monesi è circa quattro volte quella tra il capoluogo e Portofino; che sia questo il motivo? Allora perché la differenza in giorni trascorsi dall’evento all’intervento è di circa 18 a 1? Non siamo tutti uguali di fronte alla burocrazia? Sarebbe stato logico che i comuni, di Mendatica per la sua frazione duramente colpita dalla frana, e Triora per la frazione feudale di Monesi Impianti avessero, nel frattempo, (730 gg.) fatto tutto il possibile per mitigare i danni e non solo mantenere, ma rigenerare i legami dei frequentatori e dei turisti stranieri con il comprensorio. Sarebbe stato buon senso. Invece nulla oltre l’autoritaria ordinanza di inagibilità di tutte le abitazioni di Monesi di Mendatica, anche quelle intatte o non pericolanti, condannando il borgo al totale abbandono.

E’ indubbio che se la frazione di Monesi di Mendatica fosse stata presidiata da qualcuno dei titolari delle circa 50 case agibili, forse gli ulteriori danni, causati dai ladri, si sarebbero evitati. Il Comune di Mendatica non ha mai organizzato un Vin Brule per mantenere caldo il legame con i frequentatori; non solo, ha anche impedito ad altri di organizzare alcunché sia a causa della nota ordinanza di inagibilità, urbi et orbi, sia per la interruzione dei servizi essenziali quali l’acquedotto e gli scarichi fognari. Monesi è stata ferita gravemente dalle conseguenze dell incuria e abbandonata da chi avrebbe dovuto praticare la rianimazione. Bene ha fatto chi ha chiesto la variazione della destinazione catastale da A4 a F2 o fabbricato collabente; la sola opportunità legittima per evitare il versamento dei tributi previsti fino al completamento della ristrutturazione dell’immobile in questione.

La zona rossa indica la frana che ha un’entità di 12- 14 milioni di mc, cosa rara in Liguria, fa notare il geologo Macciò. Mentre la vecchia paleofrana conosciuta da anni, ma ignorata dagli abitanti è lunga oltre un km e larga 500. Siamo arrivati ad un anno di monitoraggio e non è concluso. mentre la burocrazia “ci ha fatto aspettare oltre 8 mesi prima di darci l’ok “

In molti si chiedono come sia stato possibile che la provincia di Imperia abbia ignorato la frana, nel 2011, di un tratto di muro di sostegno, verso valle, della sede stradale della s. p. 100 esattamente al centro della grande frana del novembre 2016. Non solo, nel 2014 è stato eseguito uno scavo di circa 2 m. di profondità per ca. 3 di larghezza per la posa del tubo di alimentazione della centrale idroelettrica “Tanarello” proprio nel tratto successivamente franato. Ovviamente lo scavo ha comportato il taglio e lo sradicamento degli alberi di alto fusto per una larghezza di circa quattro metri. Mi chiedo se, posta la nota situazione di “paleo frana attiva” del territorio di Monesi di Mendatica, e la piccola frana premonitrice del 2011, gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, tra questi la giunta Burlando in primis, oltre al VIA degli uffici competenti della Regione Liguria e del Comitato Tecnico Regionale (vedi sotto gli atti relativi) abbiano rispettato le norme di sicurezza.

In molti ci chiediamo come sia stato possibile costruire la centrale idroelettrica Tanarello sul greto del fiume dove è stata spazzata via dalla furia delle acque. I tanto solerti uffici regionali che, da Genova, approvavano o frequentemente respingevano progetti per la costruzione del portico di una casetta, sono stati molto distratti nell’approvare, e finanziare, le opere di cui sopra nel bel mezzo di una paleo frana. Proprio per chiarire certe apparenti contraddizioni, a settembre 2017 è stato presentato, presso la procura di Imperia, un esposto per disastro colposo. Attendiamo fiduciosi gli esiti.

Rinaldo Sartore

MA LA FRANA DI MONESI E’ ANCORA IN MOVIMENTO SERVONO SONDAGGI, L’INTERVISTA AL GEOLOGO DEL COMUNE DI MENDATICA, ROBERTO MACCIO’ DEL 23 NOVEMBRE SCORSO (vedi……)

QUANDO A IMPERIA TV CON IL CAPO REDATTORE ANDREA POMATI

ANNUNCIAVA: A OTTOBRE 2018 FINE LAVORI

IL TESTO – Sarà pronto a fine ottobre, con l’avvio della stagione invernale, il bypass della strada provinciale di Monesi di Mendatica, crollata nel 2016 a seguito della frana causata dalle abbonanti piogge fra il 23 e il 24 novembre. Entro l’autunno sarà invece completata l’attività geognostica e di monitoraggio del ponte sul rio Bavera, che consentirà la riapertura del collegamento con il Piemonte. È quanto emerso oggi nel corso della riunione svoltasi in Regione a Genova, alla presenza degli assessori all’Urbanistica Marco Scajola e all’Agricoltura Stefano Mai e dei tecnici degli assessorati allo Sviluppo Economico, alle Infrastrutture e al Turismo. L’incontro è stato propedeutico all’attivazione di un tavolo istituzionale chiesto dal Comune di Mendatica, che coinvolgerà le Amministrazioni locali dell’Imperiese e i Comuni del basso Cuneese, interessati al rilancio della valle. Fino ad oggi la Regione Liguria ha stanziato 1,4 milioni di euro, provenienti in parte dalle accise 2016 (900mila) e in parte dal fondo strategico regionale (500mila) che serviranno a finanziare gli interventi previsti. Tutto questo in attesa che lo Stato stanzi i fondi a favore dei privati danneggiati dall’alluvione di un anno e mezzo fa, che ha distrutto alcune abitazioni. Dopo la riunione di oggi, è prevista la convocazione, entro fine mese, del tavolo istituzionale che coinvolgerà tutte le amministrazioni interessate. L’obiettivo sarà quello di valutare le concrete possibilità, per il riavvio degli impianti sciistici di Monesi di Triora, e per gli altri interventi necessari per far ripartire un territorio duramente colpito.

Andrea Pomati

MENDATICA CENTRALI IDROELETTRICHE UNA RISORSA PER LE CASSE COMUNALI ESAUSTE

Da sn a destra: il geom: Francesco Meoli al quale sono state liquidate le spese tecniche per accatastamento edificio della centrale idrolettrica “Tanarello” in loc. Monesi; in primo piano il geologo Macciò di Albenga che ha sempre curato gli interessi del Comune per le frane di Mendatica e Monesi, il sindaco di Briga Marittima

Tra le linee guida del progetto Primes che Mendatica ha posto in atto “si trovano” – specifica il sindaco – l’efficientamento energetico e l’abbattimento delle emissioni di CO2 attraverso interventi sull’illuminazione pubblica con l’impiego di lampadine a basso consumo e l’adeguamento degli impianti dell’edificio comunale a cominciare dalla sostituzione della caldaia a gasolio con una caldaia a pellet”.

Il tutto rientra nell’obiettivo di rispettare il Piano d’Azione Europeo per l’Efficienza Energetica (PAEE), e quindi di ridurre i consumi energetici del 20% entro il 2010. “Un obiettivo – prosegue il primo cittadino – che abbiamo in parte raggiunto per merito delle nostre due centrali idroelettriche, le quali ci permettono di generare energia pulita sfruttando risorse naturali. Energia che rende Mendatica un comune autosufficientesia a livello pubblico che a livello privato, ma che noi mettiamo in rete vendendola alla società nazionale per l’energia elettrica e da cui ricaviamo un introito economico che incide sul bilancio amministrativo di circa il 15%. Il ricavato delle vendita infatti viene reimpiegato per la manutenzione degli impianti e il suo ammontare è tale da impedire l’ulteriore introduzione di tasse ai cittadini”.

Le due centrali idroelettriche rappresentano dunque un’importante risorsa per Mendatica. “Una resa a regime in termini monetari che si può concretizzare in 130 mila euro di introiti annui”, secondo quanto si legge scritto nell’opuscolo “Mendatica e i suoi impianti idroelettrici” di Antonio La Manna. “La prima centrale chiamata del Mulino” – racconta Pelassa – “risale al secondo dopoguerra ed è sorta sul torrente Arroscia. Questa, dopo un lungo iter tecnico e burocratico, è entrata in funzione nel 2007. La seconda invece è la centrale del Tanarello, si trova a Monesi di Mendatica ed è stata avviata per la prima volta nel novembre 2014. L’attività di entrambe rappresenta il raggiungimento di una grande traguardo posto dalle passate amministrazioni, un valore ecologico ed economico che assicura la più ampia valorizzazione del nostro patrimonio ambientale, l’acqua”, risorsa naturale diversamente non usufruibile.

DOCUMENTI UFFICIALI NEL SITO DEL COMUNE (alcuni non sono più leggibili)

IL DOSSIER SULLA CENTRALE IDROELETTRICA DI MONESI SPAZZATA VIA DAL TANARELLO

Richiamata la deliberazione della Giunta Comunale n. 11 del 3.02.2007 con la quale è stato
affidato al dr. ing. Aldo GALLETI di Bobbio l’incarico per la progettazione dei lavori di cui
trattasi;
Richiamata, poi, la deliberazione della Giunta Comunale n. 24 del 12.02.2009 con la quale è
stato conferito al dr. geol. Lionello BELMONTE con studio tecnico in Imperia Via Belgrano,
l’incarico per la predisposizione di un a relazione geologica – idrogeologica e geotecnica per la
verifica di compatibilità con il Piano di Bacino del fiume Po del progetto che prevede la
realizzazione del progetto di cui trattasi;
Richiamata ancora la deliberazione della Giunta Comunale n. 31 del 30.03.2013 con al quale
è stato approvato il progetto esecutivo per i lavori in oggetto;
Dato atto che tale progetto, la cui spesa complessiva risulta di €. 895.400,00 prevede, tra
l’altro, fra le somme a disposizione dell’Amministrazione, €. 40.000,00 per spese tecniche di
progettazione, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed
esecuzione e per pratiche sismiche, nonché €. 12.000,00 per consulenze naturalistiche per procedura
VIA, geologiche, specialistiche e RUP:
Richiamata la propria determinazione n. 27 del 14.04.2012 con la quale è stato liquidato
all’ing. Aldo GALLETI un 1° acconto per spese tecniche dell’importo di € 1.500,00 oltre a €. 60,00
per CNPAIA ed €. 327,60 per Iva 21%;
Vista ora la fattura pro forma dello stesso tecnico in data 15.11.2013 con la quale viene
richiesto un 2° acconto per le spese tecniche di cui trattasi dell’importo di €. 10.000,00 oltre ad €.
400,00 per CNPAIA 4% ed €. 2.288,00 per Iva 22% per un totale di €. 12.688,00;
Dato atto poi che il dr. geol. Lionello BELMONTE ha predisposto in data 02.04.2009
apposita Relazione geologica – idrogeologica e geotecnica con verifica di compatibilità con il Piano
di Bacino, con successiva Integrazione a tale relazione in data 24.11.2011, a seguito degli
approfondimenti richiesti dalla Regione Liguria – Settore VIA con nota PG/2011/66194 del
12.05.2011, assistendo inoltre il Comune in sede di riunione del Comitato Tecnico Regionale per il
Territorio tenuta il 13 marzo 2012 per l’esame della pratica in oggetto ed assistendo con opportune
direttive l’impresa aggiudicataria del lavori edili che prevedono fra l’altro gli scavi e gli
sbancamenti per la posa in opera della condotta di adduzione dell’acqua dall’opera di presa alla
centrale, la formazione della platea dove verrà eretta la stessa centrale;
Vista ora la proposta di parcella in data 14.11.2013 del dr. BELMONTE per ottenere la

PAGAMENTO DEL SECONDO ACCONTO

Richiamata la propria deliberazione n. 31 del 30.03.2013 con la quale è stato approvato il
progetto predisposto in data 25.06.2012 dal dr. ing. Aldo GALLETI di Bobbio per la realizzazione
di nuova centrale idroelettrica in località Monesi, con derivazione d’acqua dal torrente Tanarello
prevedente una spesa complessiva di €. 895.400,00 di cui €. 273.000,00 per lavori edili ed €.
622.400,00 quali somme a disposizione dell’amministrazione e fra questi € 250.000,00 per la
fornitura e posa in opera del generatore di energia (turbina) ed € 90.000,00 per la fornitura e posa in
opera delle sezioni B.T. e M.T. ed automatismi;
Dato atto che i lavori edili sono stati appaltati e definitivamente aggiudicati alla ditta ICOSE
s.p.a. di Cisano sul Neva (SV);

Oggetto: Liquidazione 2° acconto spese tecniche per la realizzazione della centrale idroelettrica
in località Monesi denominata “Tanarello”. Liquidazione 1° acconto per spese geologiche.

IL SEGRETARIO COMUNALE
In qualità di RUP;
Premesso che con Decreto sindacale n. 1 del 2 gennaio 2013 alcune funzioni sono state
attribuite al Segretario Comunale in quanto Ente privo di figure dirigenziali;
Dato atto che sono in corso di esecuzione i lavori per la realizzazione di una centrale
idroelettrica in località Monesi, con derivazione d’acqua dal Torrente Tanarello;
Richiamata la deliberazione della Giunta Comunale n. 11 del 3.02.2007 con la quale è stato
affidato al dr. ing. Aldo GALLETI di Bobbio l’incarico per la progettazione dei lavori di cui
trattasi;
Richiamata, poi, la deliberazione della Giunta Comunale n. 24 del 12.02.2009 con la quale è
stato conferito al dr. geol. Lionello BELMONTE con studio tecnico in Imperia Via Belgrano,
l’incarico per la predisposizione di un a relazione geologica – idrogeologica e geotecnica per la
verifica di compatibilità con il Piano di Bacino del fiume Po del progetto che prevede la
realizzazione del progetto di cui trattasi;
Richiamata ancora la deliberazione della Giunta Comunale n. 31 del 30.03.2013 con al quale
è stato approvato il progetto esecutivo per i lavori in oggetto;
Dato atto che tale progetto, la cui spesa complessiva risulta di €. 895.400,00 prevede, tra
l’altro, fra le somme a disposizione dell’Amministrazione, €. 40.000,00 per spese tecniche di
progettazione, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed
esecuzione e per pratiche sismiche, nonché €. 12.000,00 per consulenze naturalistiche per procedura
VIA, geologiche, specialistiche e RUP:
Richiamata la propria determinazione n. 27 del 14.04.2012 con la quale è stato liquidato
all’ing. Aldo GALLETI un 1° acconto per spese tecniche dell’importo di € 1.500,00 oltre a €. 60,00
per CNPAIA ed €. 327,60 per Iva 21%;
Vista ora la fattura pro forma dello stesso tecnico in data 15.11.2013 con la quale viene
richiesto un 2° acconto per le spese tecniche di cui trattasi dell’importo di €. 10.000,00 oltre ad €.
400,00 per CNPAIA 4% ed €. 2.288,00 per Iva 22% per un totale di €. 12.688,00;
Dato atto poi che il dr. geol. Lionello BELMONTE ha predisposto in data 02.04.2009
apposita Relazione geologica – idrogeologica e geotecnica con verifica di compatibilità con il Piano
di Bacino, con successiva Integrazione a tale relazione in data 24.11.2011, a seguito degli
approfondimenti richiesti dalla Regione Liguria – Settore VIA con nota PG/2011/66194 del
12.05.2011, assistendo inoltre il Comune in sede di riunione del Comitato Tecnico Regionale per il
Territorio tenuta il 13 marzo 2012 per l’esame della pratica in oggetto ed assistendo con opportune
direttive l’impresa aggiudicataria del lavori edili che prevedono fra l’altro gli scavi e gli
sbancamenti per la posa in opera della condotta di adduzione dell’acqua dall’opera di presa alla
centrale, la formazione della platea dove verrà eretta la stessa centrale;
Vista ora la proposta di parcella in data 14.11.2013 del dr. BELMONTE per ottenere la
liquidazione in acconto degli onorari e spese geologiche per il progetto in parola nell’importo di €.
2.000,00 oltre ad €. 40,00 per contributo previdenziale 2% ed €. 448,80 per IVA 22%;
Ritenuto, per quanto sopra di poter provvedere all’approvazione ed alla liquidazione delle
spese tecniche sia dall’ing. GALLETI che del dr. BELMONTE nelle misure quali sopra indicate;
DETERMINA
1) Di liquidare e pagare all’ing. Aldo GALLETI di Bobbio un secondo acconto di €. 10.000,00
oltre ad €. 400,00 per CNPAIA ed a €. 2.288,00 per Iva 22% per la progettazione dei lavori
per la realizzazione di una centrale idroelettrica in località Monesi con derivazione d’acqua
dal Torrente Tanarello, come da fattura pro-forma del 15.11.2013 dell’importo totale di €.
12.688,00.
2) Di liquidare e pagare al dr. geol. BELMONTE Lionello di Imperia, in acconto per onorari e
spese geologiche per redazione di perizia geologica ed assistenza geologica sul cantiere per
la realizzazione del progetto di cui trattasi, l’importo di €. 2.000,00 oltre ad €. 40,00 per
contributo previdenziale 2% ed €. 2.488,80 come da proposta di parcella dello stesso tecnico
in data 14.11.2013.
3) Di imputare la spesa complessiva di €. 15.176,80 al capitolo 3591 del bilancio in corso
all’oggetto: “Realizzazione centrale idroelettrica”dandosi atto che la spesa complessiva di €.
895.400,00 prevista dal progetto risulta finanziata:
Per €. 100.000,00 da contributo assegnato dalla Fondazione CARIGE,
Per €. 158.256,00 con mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti,
Per €. 636.744,00 con contributo assegnato dalla Regione Liguria,
Per €. 400,00 con fondi comunali.
4) In base alla Legge n° 127/97 e succ.ve mod ed int., l’adozione del presente atto risulta
giustificata dai motivi e causali meglio elencati ed individuati in narrativa che in tale sede
vengono totalmente ed espressamente richiamati.
RISSO ANNAMARIA
_______ F.to _______
lì 18/11/2013
Copia conforme all’originale per uso amministrativo.
Visto il Sindaco: PIERO PELASSA

LA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE
Premesso che con Provvedimento Dirigenziale n: H2/780 del 31.07.2013 della Direzione
Operativa Ambiente Territorio Urbanistica della Provincia di Imperia è stata rilasciata
l’Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12 del D. Leg.vo n. 387 del 29.12.2003 e ss. mm. ii. e
dell’art. 29 della L.R. n. 16/2008 e ss.mm.ii. per la costruzione e l’esercizio di un impianto di
produzione di energia elettrica, alimentata da fonte idroelettrica, con derivazione dell’acqua dal
torrente Tanarello in località Monesi nel territorio di questo Comune caratterizzato dalle seguenti
opere edilizie:
a) Sbarramento del torrente all’altezza dell’opera di presa,
b) Posa in opera di condotta d’acqua in tubo pvc rigido del diametro di cm. 35 per una
lunghezza di circa 900 mt. dall’opera di presa alla centrale,
c) Edificio con struttura perimetrale in muratura ad unico piano delle dimensioni di mt.
8,60 x 5,00 x 3,00 h max con tetto a spiovente unico, indicando fra l’altro la seguente
prescrizione:
che il Comune di Mendatica – ditta realizzatrice dell’impianto, debba garantire mediante la
costituzione di una fideiussione bancaria o assicurativa il versamento in favore della Provincia di
Imperia dell’importo di €. 33.880,00 da rivalutarsi ogni 5 anni sulla base del tasso di inflazione
programmata, rinnovabile per tutta la durata dell’attività e finalizzata esclusivamente alla
rimozione, smaltimento e rimessa in pristino dell’area da parte della Provincia di Imperia in via
sostitutiva della ditta (Comune) in caso di sua inadempienza; ciò ai sensi di quanto previsto dalla
lettera j) dell’art. 13.1 del D.M. 10.09.2012 recante “Linee guida per il procedimento di cui all’art.
12 del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 per l’autorizzazione alla costruzione ed
all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, nonché linee guida tecniche
per gli impianti stessi”: art. 12 che al comma 4 prevede appunto l’obbligo del soggetto esercente
alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a seguito della dismissione dell’impianto;
Considerato che l’Amministrazione Provinciale di Imperia con la comunicazione
dell’Autorizzazione Unica di cui trattasi ha evidenziato al Comune l’obbligo di costituire apposita
fideiussione bancaria o assicurativa per l’importo di €. 33.880,00 pari al valore delle opere
necessarie per il ripristino dei siti;
Dato atto che gli uffici comunali si sono preoccupati di richiedere alla Tesoreria Comunale
di Pieve di Teco un preventivo di spesa per costituire tale fideiussione e considerato che la spesa
proposta si attesta sui €. 600,00 circa per il primo anno e di €. 380,00 circa per gli anni successivi;
Ritenuto che tale spesa, che non è poca e peraltro rivalutabile negli anni a venire, possa
essere evitata, senza far venir meno la garanzia in favore della Provincia, che non ne beneficierebbe
economicamente, venendo l’importo interamente incassato dalla banca che ne garantirebbe
l’esborso di €. 33.880,00 salvo poi rivalersi per tale cifra nei confronti del Comune, qualora
inadempiente;
Atteso che per il Comune, come riferito prima, non ricade il caso e, posto che l’opera è
totalmente finanziata anche con un mutuo di circa €. 156.000,00 contratto con la Cassa Depositi e
Prestiti di Roma e già in corso di ammortamento, e posto che, sulla scorta dell’esperienza maturata
nell’ultimo decennio con la gestione di altro analogo impianto sul Torrente Arroscia, la gestione
dell’impianto sarà sicuramente positiva, non presumendosi neppure lontanamente l’idea di dover
fermare la gestione dell’attività produttiva;
Ritenuto quindi che la garanzia di cui detto possa essere assicurata con provvedimento
deliberativo che impegni il Comune di Mendatica – nel caso (assai remoto per non dire impossibile)
che il Comune rinunci all’attività di gestione diretta della centralina o affidandone in futuro la
gestione a privati, – a provvedere alla demolizione di tutte quelle opere edilizie che possono
costituire impatto per l’ambiente; in pratica demolizione dell’opera di presa e demolizione
dell’edificio centrale idroelettrica con dismissione di tutti i materiali di risulta e di tutta la
strumentazione e le apparecchiature ivi previste;
Dato atto peraltro che tale possibilità alternativa è già prevista in altri casi proprio per
manlevare l’Amministrazione Comunale da un onere finanziario inutile: si pensi alle pratiche per il
P.S.R. della Regione Liguria per le quali, per ottenere un acconto finanziario sul contributo
concesso non è più necessario, come prima, acquisire apposita fidejussione da parte del Comune per
assicurare la restituzione dell’importo trasferito, ma basta semplicemente un provvedimento
deliberativo ed un documento sindacale che assicuri tale impegno: ciò in quanto si tratta di Ente
Pubblico e non di soggetti privati, per i quali vige sempre la fideiussione in caso di liquidazione di
acconti sui contributi assegnati;
Considerato tuttavia che – nel caso, come sopra preventivato, che in futuro il Comune debba
cedere l’impianto ovvero affidare la gestione a persona fisica od a società privata o a partecipazione
pubblica – debba prevedersi nell’atto di cessione o di trasferimento della gestione l’obbligo in
carico al nuovo proprietario o al nuovo gestore del versamento, prima dell’avvio dell’attività, del
versamento mediante fideiussione bancaria od assicurativa a favore della Provincia di Imperia
dell’importo di €. 33.880,00 da rivalutarsi sulla base del tasso di inflazione programmata ogni 5
anni e rinnovabile per tutta la durata dell’attività e finalizzata alla rimozione, smaltimento e rimessa
in pristino dell’area secondo il piano di dismissione e di ripristino ambientale trasmesso da questo
Comune alla stessa Provincia con propria nota prot. n. 212 del 29.01.2013;
Dato atto che, con Provvedimento Dirigenziale H2/298 del 27.02.2014 del Dirigente della
Direzione Operativa Ambiente Territorio e Urbanistica della Provincia di Imperia è stata approvata
ed autorizzata la modifica dell’Autorizzazione Unica di cui trattasi, come richiesto da questo
Comune, alle condizioni quali prima riferite;

Ritenuto, pertanto, di poter deliberare in tal senso per la pratica in questione per quanto di
propria competenza, formulando apposito impegno che vincola il Comune a tempo indeterminato
secondo quanto sopra riferito;
Visto il parere favorevole espresso dal Segretario Comune ai sensi del 1° comma dell’art. 49
del D. Leg.vo n. 267 del 18.08.2000 e ss.mm.ii., il D.L. n° 174 del 10/10/2012, convertito in Legge
7/12/2012, n° 213;
Con voti unanimi espressi in forma legale
D E L I B E R A
1) Di impegnare formalmente il Comune di Mendatica a tempo indeterminato secondo quanto
riferito nelle premesse del presente provvedimento, alla rimessa in pristino dello stato dei
luoghi mediante la rimozione e lo smaltimento – a proprie cure e spese – di tutte le opere
edificate per il realizzando impianto elettrico con derivazione d’acqua del Torrente
Tanarello in località Monesi in Territorio del Comune di Mendatica, la cui costruzione è
stata autorizzata con provvedimento rilasciato dal Dirigente della Direzione Operativa
Ambiente Territorio Urbanistica della Provincia di Imperia n° H2/780 del 31/7/2013, nel
caso in cui non dovessero essere ultimati i lavori, ovvero si dovesse cessare l’attività
produttiva dell’impianto, secondo il piano di dismissione e di ripristino ambientale
trasmesso dallo stesso Comune di Mendatica alla Provincia di Imperia – Ente Istruttore –
con nota n° 212 di protocollo del 29/1/2013.
2) Di garantire, quindi, con l’impegno sopra indicato, il rispetto della prescrizione prevista
dall’autorizzazione Unica con la quale è stata approvata ed autorizzata la costruzione e
l’esercizio dell’impianto in questione.
3) Di impegnare, altresì, l’Amministrazione comunale, nei confronti dell’Amministrazione
Provinciale di Imperia per tutti quegli adempimenti previsti dal punto 16.
dell’Autorizzazione Unica rilasciata dalla stessa Provincia e che, ad ogni buon fine vengono
di seguito riportati:
– Comunicare alla Provincia ed agli Enti interessati, entro 30 giorni, la data dell’eventuale
definitiva cessazione delle attività;
– Inoltrare alla Provincia di Imperia, non oltre sei mesi dalla data di cessazione
dell’attività, il piano dettagliato delle operazioni necessarie per la definitiva dismissione
dell’impianto, con le indicazioni delle tipologie di smaltimento previste per i materiali e
per le attrezzature di cui è composto l’impianto, comprese le opere connesse e le
infrastrutture indispensabili all’esercizio;
– Ripristinare lo stato dei luoghi; la completa dismissione dell’impianto dovrà avvenire
comunque, entro l’anno solare successivo alla data della comunicazione ufficiale di
cessazione dell’attività dell’impianto medesimo e in ogni caso qualora l’impianto risulti
non operativo da più di dodici mesi, ad eccezione di specifiche situazioni determinate da
interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, il proprietario dovrà provvedere alla
sua dismissione nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 12, comma 4, del D.Leg.vo n°
387/2003 e succ.ve mod ed int.
4) Di impegnare infine questo Ente locale nel caso, come in premessa riferito, che in futuro il
Comune debba cedere l’impianto ovvero affidare la gestione a persona fisica od a società
privata o a partecipazione pubblica – a prevedere nell’atto di cessione o di trasferimento
della gestione, l’obbligo in carico al nuovo proprietario o al nuovo gestore del versamento,
prima dell’avvio dell’attività, mediante fideiussione bancaria od assicurativa a favore della
Provincia di Imperia dell’importo di €. 33.880,00 da rivalutarsi sulla base del tasso di
inflazione programmata ogni 5 anno e rinnovabile per tutta la durata dell’attività e
finalizzata alla rimozione, smaltimento e rimessa in pristino dell’area secondo il piano di
dismissione e di ripristino ambientale trasmesso da questo Comune alla stessa Provincia con
propria nota prot. n. 212 del 29.01.2013.
5) In base alla Legge n° 127/97 e succ.ve mod ed int., l’adozione del presente atto risulta
giustificata dai motivi e causali meglio elencati ed individuati in narrativa che in tale sede
vengono completamente e totalmente richiamati.
Letto, confermato e sottoscritto
Il Presidente Il Segretario Comunale
PELASSA PIERO
_______ F.to _______
RISSO ANNAMARIA

 


Sanremo, paziente e medico, un libro andata e ritorno dall’aldilà e guarito.Santa Barbara a Ventimiglia con i marinai

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A villa Ormond si è svolta la presentazione del libro autobiografico del giornalista Arturo Croci il cui titolo, “Coma – La vita in un altro tempo” (Patrician Press 2018). Altro non è che lo stato clinico nel quale l’autore ha compiuto il percorso aldilà, andata e ritorno. Un coinvolgente ed istruttiva testimonianza che l’autore ha vissuto, in coma, nel reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Altra notizia. Domenica 2 dicembre, a Ventimiglia, solenne cerimonia per festeggiare S. Barbara, Patrona della Martina Militare. Partecipano anche i gruppi delle Associazioni d’Arma degli Artiglieri, del Genio, dei Vigili del Fuoco, Artificieri, Geologi, Architetti, Minatori. Quest’anno è anche il 57esimo di fondazione, unitamente al Gruppo Aggregato di Vallecrosia e ai Marinai Francesi Ammac di Cannes.

COMUNICATO STAMPA – Come consuetudine, la ricorrenza di S. Barbara, Patrona della Marina Militare italiana, ci ritroverà uniti con i  Gruppi delle Associazioni d’Arma degli Artiglieri, del Genio, del Corpo Vigili del Fuoco, degli Artificieri, dei Geologi, degli Architetti, dei Minatori e di tutti coloro che riconoscono in Lei la loro Patrona.  Quest’anno si festeggia il cinquantasettesimo anno di  fondazione, unitamente al Gruppo Aggregato di Vallecrosia e ai Marinai Francesi AMMAC di Cannes, coi quali abbiamo sottoscritto un “ patto d’amicizia ”.

Presenzierà la Funzione religiosa S.E. il Vescovo  con il Parroco don Angelo Di Lorenzo.   Saranno presenti i Gruppi e le Associazioni della Costa Azzurra unitamente agli iscritti all’Associazione Pescatori Sportivi di Ventimiglia con i quali condividiamo la loro sede estiva.

La manifestazione è fissata per domenica  2 dicembre 2018.  

Il programma della stessa, verrà svolto nel seguente ordine: 

–  ore  09.40     Ingresso Vessilli in Chiesa e sistemazione ospiti ed Autorità.;

            –  “     10.00      Funzione religiosa officiata da S.E. il Vescovo nella  Parrocchia di S. Agostino;

            –  “     10.55      Fine Messa: omaggio delle Autorità ai  Vessilli  presenti alla cerimonia religiosa;

            –  “     11.00      Funzione d’Arma con formazione del corteo per il Monumento Marinai: Alzabandiera; Deposizione Corone dei Gruppi Francesi e Italiani; Premiazioni; Allocuzioni; Inno della Marina;

Presterà servizio la Banda Musicale “Città di Ventimiglia” ; il Coro di S. Agostino diretto da  Graziella Balestra D’Alessandro con, all’organo: L. Galluccio, il Gruppo Patronesse dell’ANMI; il Gruppo Sbandieratori;  Presenzieranno Autorità civili ed Ufficiali delle varie Armi.  Rinfresco presso “la Caravella” (g.c.) –

Graditissima sarà la partecipazione alla cerimonia; per i marinai, sarà gradita la  divisa sociale, mentre per le Signore è gradito il  “foulard” marina. 

Seguirà, per chi lo desidera, alle ore 13.00, il  pranzo sociale con  ricchissimo  menù e trattenimento danzante presso il ristorante “rio del mulino” via provinciale per Rocchetta – Dolceacqua – tel.0184.206241

Per motivi organizzativi, la partecipazione al pranzo è subordinata a prenotazione obbligatoria da effettuarsi entro il 26 novembre presso la Sede Marinai (dalle ore 10 alle 12 – tel e fax: 0184.33358 – anmiventimiglia@libero.it)  e, comunque, fino ad esaurimento posti; la quota di partecipazione è  fissata in  € 37 a persona. Bambini metà quota.

In tale occasione, il Presidente ed il Consiglio direttivo saluteranno i convenuti e si accomiateranno da loro per il termine del mandato quadriennale che terminerà a febbraio 2019.

Ventimiglia,  6 novembre 2018, Il Presidente, ( Cap.  D. De Marco )

DA SANREMO SUL CAMMINO VERSO L’ALDILA’, ANDATA E RITORNO

Presentazione del libro “COMA, la vita in un altro tempo” per ‘ viva la vita‘ !

A villa Ormond, lo scorso martedì 20, si è svolta la presentazione del libro autobiografico del giornalista Arturo Croci il cui titolo, “Coma – La vita in un altro tempo” (Patrician Press 2018), altro non è che lo stato clinico nel quale l’autore ha compiuto il percorso aldilà, andata e ritorno. Il libro racconta la vita che l’autore ha vissuto in coma nel reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Bergamo, dal 15 dicembre 2005 al 9 gennaio 2006 in seguito ad un aneurisma all’arco aortico con disseccamento dell’aorta. Tredici anni fa era pressochè impossibile sopravvivere a tale patologia ma grazie alla professionalità e al coraggio del Dott. Maurizio Tespili, alla forte fibra del paziente e anzitutto all’amore per la vita, Arturo Croci non solo ha evitato di essere strappato alla vita, ma è tornato di qua con le sue funzioni cerebrali indenni, ed ha compiuto sforzi indescrivibili, nei quattro anni successivi, fino al recupero della mobilità.

L’autore del libro Arturo Croci firma la dedica ai partecipanti

Arturo Croci, nato a Vernasca nel piacentino, diede vita nel lontano 1975 a Flortecnica, una rivista mensile ancora oggi molto diffusa tra i florovivaisti italiani e ha sempre avuto un legame particolare con il ponente ligure dove è orgoglioso di avere una notevole concentrazione di amici pur avendo viaggiato molto in tutto il mondo. E gli amici veri non si sono fatti pregare; alla presentazione del suo libro, Arturo ha raccolto una eccezionale quantità di qualificate presenze. Lo ha sottolineato il Sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, nel suo discorso introduttivo: in poche altre occasioni mi è capitato di vedere tanti floricoltori e tutti i dirigenti degli enti pubblici e delle associazioni del settore florovivaistico.

Erano presenti Beruto Dr.ssa Margherita, direttore dell’Istituto Regionale per la floricoltura, Santamaria Dr.ssa Sandra, presidente della locale sezione di Confagricoltura, di Gimelli dott. Fiorenzo, direttore del Centro Ligure per il florovivaismo, di Franco Barbagelata, direttore del mercato fiori, Claudio Bagnoli già direttore della locale Unione Agricoltori, Ancef e assessore alla floricoltura, Ennio Fazio, già sindaco di Ceriale e Presidente della sezione piante e Fiori del Copa-Cogeca dove operava anche Arturo come portavoce delle tre organizzazioni professionali italiane.

Tanti altri gli amici che sono intervenuti vivacizzando il dibattito condotto e guidato da Rinaldo Sartore,  pioniere della floricoltura per le rose in vaso e amico di lunga data di Arturo. Fra gli intervenuti: Valter Pironi, già direttore della Scuola di Minoprio, Chicco Pastorino, fondatore della Scuola Pianeta, Tito Schiva e Enrico Farina, rispettivamente ex direttore e ricercatore dell’Istituto Sperimentale per la Floricoltura. Il Dott. Eugenio Nocita, Assessore alla cultura ma anche chirurgo, oltre all’intervento sui contenuti del libro, è stato chiamato a spiegare gli effetti del  coma farmacologico. Alberto Gulglielmi Manzoni è stato capace di riassumere in modo efficace la carriera di Arturo Croci, ponendo l’accento, fra l’altro, su alcuni aspetti della filosofia di vita dell’autore che possono sfuggire a una analisi superficiale.

Il libro si conclude infatti con una citazione di Carlos Castaneda che l’autore ha fatta sua e che sintetizza la volontà di continuare a lottare per vivere “ognuno di noi deve far fronte a delle sfide … le sfide non sono ne buone ne cattive … sono solo sfide”. Il Saluto finale di Arturo … “spero che la mia esperienza serva ad aiutare gli altri a vivere pienamente la vita … viva la vita”.

Il saluto del sindaco di Sanremo, Biancheri

I 4 alberi monumentali liguri. A Bormida un ippocastano. A Bordighera maestoso glicineAltri esemplari a Savona (38) a Imperia (24)

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Nelle vicinanze della piccola frazione Resi, di Bormida, nell’entroterra savonese, si trova un ippocastano monumentale ( nome scientifico Aesculus hippocastanum). L’albero ha una maestosa chioma, alto 20 metri e con un diametro del fusto di 350 centimetri. Poi un glicine che si trova a Bordighera, sul porticato esterno dell’edificio che ospita l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, C. Bicknell, che lo stesso studioso costruì nel 1888. L’album ligure comprende 104 esemplari distribuiti su tutto il territorio. In boschi, parchi urbani, giardini storici e ville, e sono così suddivisi: 22 nella provincia di Genova, 38 in quella di Savona, 24 in quella di Imperia, e 20 in quella di La Spezia. I comuni coinvolti da questi alberi sono 54, 96 le piante singole, 8 i gruppi di alberi, 50 le specie di cui 19 esotiche. Altra bella notizia. I muretti a secco della Liguria sono stati dichiarati patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Ci sono 42mila ettari di terrazzamenti. Una vera e propria arte che permette di rendere coltivabili i territori e regala a liguri e turisti paesaggi unici.

ENTROTERRA: 4 ALBERI MONUMENTALI LIGURI NEL VOLUME NAZIONALE DEL MINISTERO

ASSESSORE MAI: “IMPORTANTE RICONOSCIMENTO DELLA BIODIVERSITÀ DELLA NOSTRA REGIONE”

Stefano Mai assessore regionale e già sindaco di Zuccarello

COMUNICATO STAMPA – Sono 4 gli Alberi Monumentali della Liguria che, su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura e allo Sviluppo dell’entroterra Stefano Mai, sono stati inseriti nel volume pubblicato dal Ministero politiche agricole forestali e del turismo sugli Alberi Monumentali presenti in Italia. “Sono soddisfatto – ha dichiarato l’assessore  Stefano Maiche il Ministero abbia accolto la mia proposta di inserire nel volume nazionale degli Alberi Monumentali, 4 alberi liguri, uno per ogni provincia, a dimostrazione della ricchissima biodiversità del nostro territorio. Un Pino del Queensland per la provincia di Genova, un Ippocastano per quella di Savona, un Leccio per quella di La Spezia, e un Glicine per quella di Imperia”.

Il Pino del Queensland, nome scientifico Araucaria Bidwilli Hook, con i suoi 75 anni, 28 metri di altezza e diametro del fusto di 608 centimetri, svetta all’interno dei Parchi di Nervi, nei pressi della Villa Groppallo, un importante complesso storico – naturalistico formato dall’insieme di più giardini, appartenuti in passato a ville private, oggi di proprietà del Comune di Genova e trasformate in museo, che ha ospitato proprio quest’anno l’edizione di Euroflora. Le foglie sono verde lucente, ovato-lanceolate, acuminate e fortemente pungenti. Una sua particolarità è rappresentata dalle pigne, globose, che raggiungono 25-30 centimetri di diametro e alcuni chilogrammi di peso. Questa specie è nativa delle foreste subtropicali montane del Queensland australiano, dove viene chiamata bunya-bunya, presente da 800 a 1100 metri di quota, dove produce grossi semi eduli che sono stati un’importante fonte di nutrimento per gli aborigeni. Il nome scientifico (Araucaria Bidwilli Hook.) ricorda il naturalista inglese John C. Bidwill (1815-1853).

Il Glicine, nome scientifico Wisteria Sinensis (Sims) Sweet, si trova a Bordighera, sul porticato esterno dell’edificio che ospita l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, C. Bicknell, che lo stesso studioso costruì nel 1888, e che raccoglie preziosi reperti archeologici, oltre a ricche collezioni naturalistiche. Clarence Bicknell fu, dapprima, pastore protestante di Bordighera, poi, mecenate e studioso sensibile ed attento, fine acquerellista, promotore della lingua esperanto, apprezzato botanico, ma soprattutto infaticabile esploratore, nonché scopritore delle incisioni rupestri preistoriche di Monte Bego, nelle vicine Alpi Marittime. Pubblicò diversi contributi sulle incisioni rupestri del Bego, nonché due importanti volumi sulla flora locale tra cui l’opera “Flowering plants and ferns of the Riviera”, 1880-1916, oggi conservata presso l’Università di Genova, che comprende una collezione di preziosi acquerelli illustrativi della flora ligure. Questo rampicante di oltre 100 anni di età, alto 7,5 metri e con un diametro del fusto di 160 centimetri, con la sua fioritura spettacolare ricopre di colore tutta la facciata del museo. Si tratta di una specie ornamentale, originaria della Cina e introdotta in Europa nel 1816, ampiamente impiegata nei giardini. Il nome scientifico venne dato in onore di Caspar Wistar (1761-1818) professore di anatomia all’Università di Pennsylvania.

Il Leccio, nome scientifico Quercus ilex L., si trova in località La Gira, nel punto centrale di un tornante della statale Aurelia e caratterizza il paesaggio della collina panoramica che sovrasta il bellissimo golfo di La Spezia. Ha circa 300 anni, alto 16 metri e con un diametro del fusto di 400 centimetri e la sua ampia e maestosa chioma si estende per circa 25 metri con le sue fronde largamente espanse. Questa tipologia di albero si stima che possa raggiungere anche i 1000 anni di età. Oggi appare isolata, ed è testimone dei boschi che in passato improntavano la fisionomia del paesaggio vegetale delle regioni mediterranee. In Liguria le leccete occupano oggi poco meno di 12.000 ettari, circa il 3% della superficie forestale regionale. I boschi di leccio, un tempo diffusissimi su tutte le colline immediatamente a ridosso del mare, sono stati oggetto, nel passato, di intensa utilizzazione, sia per fornire legname ai cantieri navali della zona, sia durante le guerre. La lecceta è stata anche in parte sostituita da coltivi, da pinete e in molti casi da insediamenti antropici. La distribuzione attuale è quindi molto frammentaria, ma prevalentemente localizzata lungo la linea costiera, in particolare nella riviera di levante, tra Chiavari e le Cinque Terre, e in quella di ponente nell’Imperiese, dove la lecceta può risalire anche nell’entroterra, fin verso i 1000 metri, nelle aree aventi esposizione soleggiata. Il leccio, consacrato a Pan, la divinità pastorale greca della regione dell’Arcadia, era sacro anche per gli etruschi che lo consideravano albero divinatorio, con i suoi rami agitati verso l’alto che chiamavano la pioggia a fare germogliare le sementi.

L’ippocastano, nome scientifico Aesculus hippocastanum L., si trova lungo la strada nei pressi della piccola frazione Resi, di Bormida, nell’entroterra savonese. L’albero ha una maestosa chioma, alto 20 metri e con un diametro del fusto di 350 centimetri. Si tratta di una specie originaria dell’Europa sud-orientale, coltivato ora come pianta ornamentale dall’Europa centrale all’Asia occidentale. Il castagno d’India fu già introdotto in Italia dai romani e successivamente reintrodotto a Vienna nel XVI secolo. Aesculus è il nome latino che fu applicato da Linneo, medico, botanico e naturalista svedese, a questo genere; Hippocastanus era invece il nome latino di questa specie, o in riferimento alle cicatrici a forma di ferro di cavallo che le foglie lasciano sul fusto dopo la caduta, o allusivo all’uso di somministrare il frutto ai cavalli bolsi.

“Attualmente l’elenco regionale – continua l’assessore Stefano Mai – comprende 104 esemplari, che sono distribuiti su tutto il territorio ligure, in boschi, parchi urbani, giardini storici e ville, e sono così suddivisi: 22 nella provincia di Genova, 38 in quella di Savona, 24 in quella di Imperia, e 20 in quella di La Spezia. I comuni coinvolti da questi alberi sono 54, 96 le piante singole, 8 i gruppi di alberi, 50 le specie di cui 19 esotiche”.

Claudio Scajola shock tra annunci e propostein cattedra con Polis ‘conquista’ il presidente Luciano Pasquale. Lezione di buon governo ‘Imperia faro per tutti i Comuni d’Italia’

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La sala dell’Azienda agricola Il Cascin, di Gianni Massa (vedi a fondo pagina), affollata di commensali. Per Claudio Scajola una cena, squisita, tra amici e sostenitori di Polis: associazione culturale, politica, amministrativa, aperta a tutti e di confronto, un’Agorà. Il secondo incontro, a tavola, dopo il 17 febbraio. Questa volta, alla destra del sindaco di Imperia, è seduto un big ligure. Il comm. Luciano Pasquale, già direttore dell’Unione Industriali di Savona, ex presidente di Banca Carisa, ex nel Cda Carige, da aprile 2016 alla presidenza della Camera di Commercio Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona. E non molti anni or sono era considerato, dall’allora ministro Scajola, ‘l’uomo giusto e competente da candidare anche alla presidenza della Regione o in Parlamento’.

L’ala destra della tavola, in primo piano il presidente della Provincia, il socialista Fabio Natta e molti volti noti nell’imperiese

La cena dei simpatizzanti di Polis: Scajola con a fianco Sappa e Luciano Pasquale

“Polis – ha precisato un  Scajola in forma perfetta – non è un partito in un Paese dove i partiti non ci sono più, non c’è più confronto con i cittadini che muoiono di tasse, sprechi e burocrazia. Un paese in preda alla confusione e alla preoccupazione. Occorre risvegliare chi sta seduto a casa. In tempi brutti siamo chiamati tutti a collaborare e speriamo nascano tante Polis, c’è spazio per crescere meglio”.

Una serata inspiegabilmente ignorata dai media imperiesi, con l’eccezione di Imperia Tv che ha trasmesso una differita, comunque limitata all’intervento appassionato, ricco di spunti, di riflessioni, ma soprattutto di ‘ricette’ a favore delle amministrazioni comunali. Con esempi ed aspetti persino clamorosi. Un paio, tra i tanti. Il sindaco ha rivelato di aver scoperto che per gli 88 bambini che frequentano  nel corso dell’anno l’asilo nido, il Comune spende 1 milione 700 mila euro, pari a 16-17 mila € per ospite. Potrebbe essere una media di 55 mila € al giorno se si tengono conto le giornate di frequenza. “La cosa peggiore – per Scajola – è che non se ne siano accorti i funzionari, i dirigenti del settore e si siano meravigliati quando l’ho fatto presente. Invece dovrebbero conoscere il costo di ogni singolo servizio, di ogni spesa, le varie voci quanto incidono. Chessò: vitto, luce, riscaldamento….Insomma si amministra denaro pubblico  senza sapere l’analisi dei costi. Questo mi fa pensare che sia venuto meno, in generale, il senso di responsabilità, e non mi riferisco manco a dirlo solo alla nostra città. Non è casuale se il Paese va in rovina. Se l’Italia si trova fanalino di coda. ” Detto da un ex ministro dell’Economia, non c’è da stare davvero allegri, si suole dire.

Il sindaco ha portato un altro esempio di estrema attualità. I tempi di pagamento delle fatture dei fornitori del Comune. “Oggi – ha reso noto – il Comune di Imperia paga a 13 giorni e non si tratta di fare un favore, semmai è un preciso dovere”. A quanto si sa davvero una mosca bianca nello scenario regionale e nazionale. Anzi, meriterebbe di avere tutta la visibilità possibile. Invece la notizia passa inosservata nella stessa città e provincia.

A sinistra della tavolata altri personaggi, in primo piano l’ex on ed ex assessore regionale e provinciale Vittorio Adolfo, dalla Dc all’Udc, Udeur

Scajola ricorda che Imperia provincia di 220 mila abitanti può essere un rione di Milano. Ma ogni Comune anzichè affrontare le scelte condivise, ripartite, si fanno copioni a pochi chilometri di distanza. Non serve una piscina pubblica in ogni cittadina, non serve organizzare eventi non coordinati, in ogni campo, compreso quello sportivo e delle manifestazioni. Dobbiamo puntare ad attrazioni in grado di attirare non solo imperiesi, ma di altre regioni e che abbiano risonanza mediatica nazionale. Come dire, a che serve investire denaro se ci accontentiamo di attirare gente dalle zone confinanti, se la risonanza è limitata al ponente. “E’ necessario, importante  fare squadra, coinvolgendo tutto il territorio….Posso confidarvi che alle elezioni abbiamo avuto uno ottimo risultato, ma se ci presentassimo domani avremmo il doppio dei voti perchè i cittadini si sono resi conto che meritiamo la fiducia riposta. E la fiducia, cari amici, non si fa con i tappeti rossi (applauso e leggi iniziative promosse dalla giunta Toti ndr), nè con il selfie, ma facendo delle cose, da Ventimiglia a Santa Marinella di Sarzana”.

Se si riuscirà ad andare avanti con il ‘modello Imperia – Scajola sindaco’ sarà anche possibile esportare il ‘marchio’  del fare concretezza oltre i confini regionali. “Realizzeremo un opuscolo, una guida pratica, che spediremo a tutti i Comuni d’Italia. …Ogni singolo servizio deve essere sempre corredato dai costi e non già inserito nelle voci generali di entrata ed uscita, occorre razionalizzare davvero non solo con gli annunci”.

Parlando del ‘progetto Polis’ di cui è presidente Ginetto Sappa, ex sindaco, ex presidente di Provincia in quota F.I, Scajola ricorda che nessuno deve sentirsi vincolato nelle consultazioni nazionali, ognuno sceglierà secondo coscienza e le sue convinzioni. Un accenno, positivo, alla marcia silenziosa dei sì Tav a Torino. Un auspicio affinchè i cittadini comincino a muoversi “perchè non si può essere rappresentati  solo dagli urlanti”. Un invito pressante ” Non si parla più dell’esigenza assoluta di fare squadra su tutto il territorio”.

All’esordio, sempre dall’audio di Imperia Tv, il sindaco ha rivelato una chicca sull’importanza che gli eletti in parlamento ed in Regione, negli stessi comuni, conoscano bene il territorio. “E’ successo che al tavolo in prefettura sui danni della recente alluvione, qualcuno abbia citato le problematiche del molo di Oneglia. Un parlamentare ignorando che parlava con un mio funzionario ha chiesto ‘dove si trova Oneglia’, questa è la realtà quando si viene paracadutati”.

C’è pure un’altra realtà drammatica, ha proseguito Scajola, l’isolamento dell’Italia  nello scenario mondiale. “Non c’è più senso di responsabilità e cultura, si enfatizzino problemi obiettivi come quello dei migranti, in modo ossessionante, per nascondere problemi assai più seri ed importanti per il Paese, si ricorre alla strategia di parlare alla ‘pancia’ per distogliere l’attenzione, per nascondere il resto e questo non è un bel segnale, né realismo”. E lui ne sa qualcosa a  partire dalla sua città. Ha ereditato un buco di 11 milioni, oltre alla voragine di crediti non riscossi da parte di Amat che raggiunge la stessa cifra. E dire che il predecessore era un imprenditore accorto, con un’azienda florida, capace di riscuotere un ampio consenso elettorale.

Luciano Corrado

CHI E’ GIANNI MASSA

Gianni massa in una foto d’archivio accoglie Claudio Scajola nella sua Azienda Agricola Il Cascin

Trucioli.it ha scritto in passato:…. Non solo perché è il primo cliente pubblicitario di quell’Imperia Tv che Gianni Massa, oste per l’occasione, ha sempre spronato a sostenere, dalla costa alla montagna, nell’interesse della comunità e di una voce libera. Massa che ha realizzato un’azienda modello, che si è aggiudicato ambiti riconoscimenti, anche se le guide nazionali del vino, più prestigiose e qualificate, sono piuttosto ‘avare’. Massa che ha studiato da perito chimico al Ferrini di Albenga, fondato dall’indimenticato don Giacomo Lasagna.

Massa con un passato di fiduciario nella segreteria dell’on. Manfredo Manfredi di Pieve di Teco, ex presidente della Provincia, ex sottosegretario al Tesoro. Massa referente in valle, quando Claudio Burlando era al vertice della Regione Liguria. Massa che ha comprato la tenuta agricola della famiglia Viani (autotrasporti) ed ha saputo fare buon uso dei finanziamenti pubblici. Può esibire una cantina modello, capace di ospitare il centinaio di fedelissimi di Claudio Scajola che ha pubblicamente ringraziato per l’ospitalità. Massa che a Diano Castello ed in altri tre centri della Riviera, fino a Pietra Ligure, ha l’assistenza delle caldaie Vaillant.

‘I piaceri di Liguria’. Mille copie in tre lingue La Regione tace ma serve una spintarella

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Non crediamo di violare la privacy o la fonte. Il progetto ‘I piaceri di Liguria’ è stato sottoposto al giudizio di chi per professione fa promozione e marketing, non solo sul territorio ligure e con un bagaglio d’esperienza. Un’iniziativa che, insieme ad un team di esperti della stessa Regione, poteva anche essere migliorata, focalizzando temi e particolarità, meglio se inedite o poco conosciute. Alla base della proposta una rigorosa ed affidabile informazione del territorio. Tra arte, poesia, natura, opera dell’uomo, cucina e piaceri del tempo ligure, le iniziative delle associazioni culturali, le opportunità delle associazioni di volontariato, gli ambienti naturalistici, libri ed eventi culturali. La risposta ai promotori ? Non la meritano neppure. E’ il galateo, aggiornato, riveduto, corretto del team al governo della Regione.

Un prodotto da destinare ad una clientela selettiva e in determinate circostanze, possibilmente con una maggiore tiratura, senza però essere capillare. Non è vero che il potenziale turista, in particolare di una certa fascia sociale, si informi e navighi  ormai solo sul web per programmare e scegliere una destinazione vacanziera. Basterebbe conoscere alcune realtà di mete qualificate, come investono (nel pubblico e nel privato) il denaro della pubblicità prima e di guida – accompagnamento dopo l’arrivo dell’ospite.

Il progetto inviato alla Regione Liguria, contiene 32 pagine a colori in quadricromia. Tiratura prevista: mille copie in italiano, con testo a fronte in inglese e francese. Diffusione in edicola, per abbonamento postale, negli aeroporti, nei porti a disposizione dei croceristi. Costo di una copia in edicola: 3 Euro.

ELENCO RUBRICHE FISSE

I PIACERI DELL’ARTE LIGURE

I contenuti generali saranno sviscerati con pregio scientifico a carattere divulgativo evidenziando con taglio monografico le figure più rilevanti dei pittori, scultoro e architetti di Liguria d’ogni tempo unitamente ai fenomeni di recupero del patrimonio storico-culturale di Liguria in collaborazione con il FAI

  • Ogni numero conterrà itinerari di visita alle ville storiche ed edifici pubblici di pregio, ai principali musei e siti archeologici.
  • Piccola monografia su un artista, nativo di Liguria con l’illustrazione delle relative opere.
  • Recensione di mostre, libri ed eventi culturali.

    I PIACERI DELLA POESIA LIGURE

    Con la medesima accuratezza scientifica e critica si divulgheranno le pagine poetiche liguri più prestigiose

  • Il poeta o lo scrittore del mese
  • Recensione di libri e di eventi culturali.

    I PIACERI DELLA NATURA LIGURE E DELL’OPERA DELL’UOMO

  • I paesi, i borghi e gli ambienti naturalistici più suadenti
  • produzioni e lavorazioni tipiche

    I PIACERI DELLA CUCINA LIGURE

  • I piatti tipici
  • recensione dei ristoranti più quotati

    I PIACERI DEL TEMPO LIGURE

    – Illustrazione dei circoli sportivi più quotati

  • La pesca-turismo
  • Le iniziative delle associazioni culturali
  • Le opportunità delle associazioni di volontariato

PRODOTTI TIPICI, REGIONE LIGURIA A VIENNA

PER LA PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE ENOGASTRONOMIA LOCALE PROMOSSA DALL’OSCE

COMUNICATO STAMPA – GENOVA. Regione Liguria, giovedì 22 novembre, sarà a Vienna all’evento organizzato dalla Conferenza Stato Regioni nella sede dell’Osce-Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico delle regioni italiane. “Abbiamo colto l’opportunità – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai – per presentare alcuni dei nostri prodotti enogastronomici di eccellenza. Faremo conoscere i piatti della tradizione ligure e l’altissima qualità delle nostre materie prime, e contestualmente promuoveremo il nostro territorio, unico per la sua immensa biodioversità, modellato dall’uomo per essere coltivato e capace di regalare grandi emozioni”. “L’enogastronomia e i prodotti tipici – ha detto l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino – sono un modo eccellente di promuovere il nostro territorio e le iniziative collegate alla buona tavola riscuotono sempre apprezzamento e successo. Lo dimostra anche il grande numero di adesioni registrato dal Pasta Pesto day, la nostra iniziativa per il rilancio di Genova dopo il crollo del Morandi. Da ieri a sabato, in oltre 350 ristoranti di tutto il mondo verranno proposti gnocchi al pesto, salsa simbolo della nostra terra”.

A Vienna, la Liguria offrirà agli ambasciatori di alcuni paesi europei ed extraeuropei, la possibilità di degustare il menù elaborato insieme ai Consorzi (Enoteca regionale della Liguria, Consorzio tutela olio DOP riviera ligure, Consorzio di tutela del basilico genovese DOP): le trofie al pesto, pane di Triora con paté di olive taggiasche, muscoli sott’olio e acciughe al limone, cima ripiena, formaggi della Val di Vara, di assaggiare piatti tipici come le torte di verdura, le acciughe, e infine i nostri dolci come gli amaretti di Sassello, il panettone genovese, la spungata, i canestrelli e molto altro. In abbinamento al cibo saranno presentate alcune eccellenze delle nostre produzioni vitivinicole DOP: Vermentino Colli di Luni, Cinque Terre, Bianco Colline di Levanto, Ciliegiolo Golfo del Tigullio – Portofino, Bianchetta Genovese e Coronata Val Polcevera, Pigato e Granaccia Riviera Ligure di Ponente, Rossese di Dolceacqua e Orneasco di Pornassio. Durante la manifestazione si terrà una dimostrazione di pesto al mortaio a cura dell’Associazione Palatifini, che ogni anno organizza il Campionato mondiale.

PASTA PESTO DAY: DA OGGI 350 RISTORANTI DI TUTTO IL MONDO PROPORRANNO UN PIATTO DI GNOCCHI AL PESTO SOLIDALE PER RILANCIARE GENOVA E LA LIGURIA. OLTRE 500 GLI INFLUENCER CHE HANNO ADERITO

COMUNICATO STAMPA – GENOVA. È partito all’ora di pranzo in tutti i cinque continenti il “Pasta Pesto Day”, evento in programma per una settimana, da oggi al 25 novembre, in concomitanza con la settimana della cucina italiana nel mondo. La formula prevede che per ogni piatto di pasta al pesto consumato verranno devoluti 2 euro al rilancio di Genova, 1 euro da parte del ristoratore e 1 euro da parte del cliente. Grazie a una forte campagna di promozione da parte di Agenzia “In Liguria” e grazie naturalmente alla fama internazionale del pesto, il prodotto simbolo del made in Liguria, in poche settimane c’è stato un vero record di adesioni con ristoranti di tutto il mondo: a pochi minuti dalla prima forchettata si contano oltre 350 di ristoranti, elencati sul sito www.pastapestoday.it.

L’Europa ha dimostrato la sua grande solidarietà con adesioni da Bulgaria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Regno Unito, Paesi Bassi, Russia; Portogallo, Svezia, Spagna, Ucraina e Svizzera. Moltissimi ristoranti italiani (ma non solo italiani) da tutti i continenti hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa: da Australia a Giappone, da Cina a Brasile, Cile, Repubblica Dominicana, Usa, Corea del Sud e Senegal. Ovviamente l’Italia ha risposto alla grande con tutte le regioni coinvolte; così come la Liguria con più di 100 ristoranti aderenti.

Un secondo successo già raggiunto riguarda il coinvolgimento di oltre 500 Influencer di tutto il mondo, che ha consentito al Pasta Pesto Day di raggiungere oltre 5 milioni di persone generando quasi mezzo milione di interazioni. Tra gli Instagrammer che hanno messo la loro firma sull’evento: Chiara Maci di Chiara in Pentola (440k follower), Marisa Passera che il 14 Novembre, in concomitanza con l’anniversario del crollo ha dedicato una puntata di Via Massena – Su Radio Deejay al Pesto, Alessandra Crinzi, Genovese con più di 73k follower; lo chef Marco Bianchi (186k follower), la Coppia di cuochi e traveller Riccardo e Stefano di Gnambox (126k Follower); Adem Bayalan, dalla Germania, che mangiando il suo piatto di gnocchi al pesto da Eataly a Monaco ha invitato la sua community di quasi 250.000 follower a fare lo stesso.

Lo Chef Massimo Malantrucco (Alimpiadi e Numeri da Cuoco, Alice TV) che da oggi porterà il Pasta Pesto Day in un tour itinerante. Sono di qualche giorno fa le immagini di Fabio Accorrà, blogger Genovese di ViaggiareSenzaConfini, che ha inaugurato il progetto del Pasta Pesto in Giappone, incontrando lo chef Takeo Mitani della Trattoria Anima Tokyo. Il Pasta Pesto Day è arrivato però anche oltre oceano, grazie all’adesione della designer food and travel blogger Hello Miss May dall’Australia (266k Follower), di Juliana Lopez May, chef e scrittrice di libri di cucina seguitissima in America Latina e Messico, (209k follower).

L’appuntamento coinvolge partner istituzionali e privati che hanno velocemente aderito all’evento solidale. A cominciare dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo che coordina la Settimana della Cucina Italiana nel mondo, che ha concesso il patrocinio all’evento, oltre all’Istituto di Commercio Estero, le Camere di Commercio, l’ENIT – Agenzia Italiana per il Turismo di tutto il mondo. I ristoranti aderenti sono disponibili su www.pastapestoday.it

LIGURIA DA NOBEL: FIORI E SAPORI LIGURI PROTAGONISTI A STOCCOLMA ALLA CERIMONIA DEI PREMI NOBEL. A GENOVA LA STUDENTS’ NOBEL NIGHT CON IL MEGLIO DELLA RICERCA SCIENTIFICA LIGURE

GENOVA. Una forte legame unisce la Liguria al Premio Nobel fin dalla sua istituzione: Alfred Nobel, lo scienziato svedese ideatore del riconoscimento, aveva scelto Sanremo come sua patria d’elezione nella magnifica villa che oggi porta il suo nome. Per onorare questo legame, i fiori che decorano la cerimonia di Stoccolma sono da sempre i fiori di Sanremo e della Liguria: il Presidente Giovanni Toti parteciperà alla premiazione del 10 dicembre per sigillare questa storica tradizione.

REGIONE LIGURIA A STOCCOLMA CON LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO

Oltre alle spettacolari decorazioni floreali della Concert Hall e della City Hall – a cura di Comune di Sanremo, Regione Liguria e Camera di commercio Riviere di Liguria – da quest’anno si infittisce l’agenda della Liguria nella capitale svedese.

Martedì 11 dicembre, Regione Liguria, Agenzia In Liguria e le Camere di Commercio liguri saranno protagoniste di un grande evento enogastronomico. Il primo appuntamento è rivolto al pubblico, dalle 11.30 presso Eataly Stoccolma con una dimostrazione di pesto al mortaio, mentre il pomeriggio presso il Münchenbryggeriet spazo al workshop con 34 buyer svedesi e 19 operatori liguri. Grande cena di gala, in serata, con i piatti degli chef liguri di “Liguria Gourmet”: il menu prevede focaccia genovese, gnocchi al pesto, croxetti in salsa di noci, cappon magro, sacripantina e il vino dei Colli di Luni. Saranno presenti all’evento il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’assessore regionale al turismo Gianni Berrino, il commissario straordinario di Agenzia In Liguria Pier Paolo Giampellegrini e l’ambasciatore italiano a Stoccolma Mario Cospito.

NOBEL NIGHT A GENOVA: ARRIVANO GLI IG-NOBEL LIGURI

COMUNICATO STAMPA – Dopo il grande successo dello scorso anno, lunedì 10 dicembre in contemporanea con la premiazione dei Nobel, torna la Students’ Nobel Night al Palazzo della Borsa: una serata dedicata alla divulgazione scientifica e alla promozione della ricerca, organizzata da Regione Liguria in collaborazione con Camera di Commercio e Talent Garden Genova, nata per celebrare la Liguria come terra di premi (ben quattro legati alla regione: Giulio Natta, Eugenio Montale, Renato Dulbecco e Riccardo Giacconi). Partner scientifici dell’iniziativa sono l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Università degli Studi di Genova, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

La serata vedrà alternarsi sei diversi relatori, moderati dai divulgatori di Scientificast, e un live dei Jazzlodge, band costituita da musicisti dell’Università di Genova e del Conservatorio Paganini. La novità di quest’anno sarà un contest ispirato al Premio Ig Nobel, con la presentazione di alcune ricerche scientifiche bizzarre tutte “made in Liguria”. Alla Nobel Night parteciperà l’assessore regionale alla formazione Ilaria Cavo, in rappresentanza della Regione Liguria.

AL VIA LA CAMPAGNA “PARCHI, IL MARE VERDE DELLA LIGURIA”

PER RACCONTARE LE RICCHEZZE DELLA NATURA LIGURE

COMUNICATO STAMPA – GENOVA. La Liguria è una terra unica, con un mare blu davanti e un mare verde che l’abbraccia: è la ricchezza della natura ligure, boschi, sentieri, montagne, piante e animali protetti da un sistema regionale che conta ben 10 parchi naturali. Per raccontare queste ricchezze Regione Liguria lancia l’iniziativa “Parchi, il mare verde della Liguria”, una campagna di comunicazione dedicata ai 10 parchi liguri per i quali sono stati realizzati spot social ed è stata fatta una campagna fotografica avvalendosi dei migliori fotografi naturalisti.

“Quanti di noi sanno che la Liguria è una delle regioni più verdi d’Italia? O che più di un decimo del suo territorio è protetto da un parco naturale?”, ha commentato il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “La nostra è una terra meravigliosa che può vantare un mare bellissimo, ma che ha anche una natura incontaminata protetta da ben 10 parchi naturali. Camminare in bosco, magari alla ricerca delle tracce del lupo, percorrere le rapide di fiume in gommone, assaggiare prelibatezze come i tartufi o il vino delle Cinque Terre, sono tutte cose che solo la Liguria può offrire”. “È una campagna nata dall’ascolto del territorio”, ha sottolineato l’assessore regionale ai parchi, Stefano Mai, “Gli stessi protagonisti degli spot sono stati scelti dai Parchi, una precisa strategia per promuovere ciò su cui i singoli Enti puntano per la stagione autunnale, lasciando alla Regione il ruolo di coordinare e omogeneizzare la campagna. La Liguria crede nei suoi parchi e oggi lo dimostra una volta di più”. “La Liguria ha davvero due mari”, ha ricordato l’assessore regionale al turismo Gianni Berrino, “Quello azzurro è il cuore del nostro turismo estivo, ma quello verde che lo circonda può ambire a diventare il protagonista durante il resto dell’anno, contribuendo alla destagionalizzazione dei flussi. I nostri parchi sono mete ricercate dagli amanti degli sport a contatto con la natura, così come dagli appassionati di enogastronomia, che nel nostro entroterra vanta una forte tradizione. Con questa campagna contiamo di potenziare l’interesse verso mete meno note ma altrettanto fondamentali per lo sviluppo del turismo ligure”.

Il sistema dei Parchi Liguri

  • Parco Naturale Regionale di Bric Tana
  • Parco Naturale Regionale di Piana Crixia
  • Parco Naturale Regionale del Beigua
  • Parco Naturale Regionale dell’Antola
  • Parco Naturale Regionale di Portofino
  • Parco Naturale Regionale dell’Aveto
  • Parco Naturale Regionale di Portovenere
  • Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara
  • Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri
  • Parco Nazionale delle Cinque Terre

Celle Ligure vota all’ombra della diarchia

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La cultura e la pratica politica di Celle Ligure sono immolate a spirito di servizio !? E non solo. C’è chi, pur di difendere la propria onestà, 10 anno or sono, ricorreva alla giustizia. Oggi, se le previsioni della vigilia saranno confermate, tornerà sindaco Remo Zunino. Dieci anni or sono, nel 2008, aveva fatto condannare un cittadino di Varazze ( G.R. identificato come autore di vari post in un sito web) per diffamazione: 5 mila € di danni morali, oltre a spese processuali. False accuse di ‘mani nella marmellata’, per i lavori sull’ex rilevato ferroviario, aveva sentenziato l’allora giudice Lorena Canaparo, ora presidente del tribunale di Savona. Celle che torna alle urne nel segno della discontinuità e del cambiamento ?  Che all’edilizia del massimo profitto predilige opere pubbliche ?

Aprirà le porte alla meritocrazia e alle competenze ? Una bella notizia per la Celle onesta e operosa, per chi si sacrifica ogni giorno senza visibilità mediatica, per chi fa il suo dovere nell’agiatezza o nell’umiltà. Celle con le sue pagine di storia e che nel nostro piccolo minoritario mondo informativo, cercheremo di raccontare. Senza chiederci a chi giova o meno. Se trionferà, caso unico in Liguria, ancora la diarchia. Forse vestita di nuovo e ammaliante.

Era  invece l’11 agosto 2007, 11 anni fa, quando Il Secolo XIX annunciava che un altro l’attacco alla giunta di Remo Zunino finirà in tribunale.  Di quel caso però non conosciamo l’esito finale. Riportava la cronaca locale del quotidiano, a firma di Gianni Vaccaro: “…L’altra mattina i volontari dell’associazione Casa della Legalità e della Cultura di Genova hanno messo sotto accusa l’appalto del pennello del Buffou, assegnato alla Co.For, azienda in odore di mafia finita nel mirino dei giudici per i lavori sulla Salerno – Reggio Calabria e l’intervento della LigurCelle sull’ex rilevato ferroviario…”. Il sindaco replicava: “Abbiamo tutte le certificazioni antimafia….è un chiaro attacco politico, ci hanno dato dei mafiosi su supposizioni e dati errati. Lunedì incontrerò il legale del Comune ed il direttore dei lavori del pennello. Poi daremo incarico ai legali per tutelare il lavoro degli uffici ed il buon nome della città. Chiederò al procuratore Giancarlo Caselli di verificare l’operato dell’associazione…”. Intervenne anche l’avv. Sergio Acquilino: “ E’ falso che la Co.For sia senza certificazione antimafia ed è assurdo l’attacco sconsiderato contro Franco Zunino, all’epoca responsabile del procedimento per il Comune di Celle, siamo tutti convinti della sua onestà  e che mai e poi mai si possa parlare  di infiltrazione mafiose nel Comune di Celle Ligure….Anche dal segretario dei Ds cellesi, Andrea Bruzzone, piena solidarietà al sindaco e all’ingegnere…Persone la cui onorabilità ed integrità morale sono fuori discussione”.

Era venerdì 25 aprile 2008 – dunque sempre 10 anni fa – quando La Stampa a firma di Marco Raffa pubblicava: ‘Celle, sindaco e funzionari condannati per l’isola ecologica. Assoluzione solo per i rifiuti ‘non pericolosi’.  Imputati Remo Zunino, i funzionari comunali  Franco Zunino, Giuseppe Barberis, Luigi Pellizzari e l’ex presidente della Servizi Tecnologici, Leandro Gulli. I quattro sono stati assolti da giudice Marco Rossiperchè il fatto non costituisce reato‘ dall’accusa di aver consentito lo stoccaggio provvisorio di rifiuti non pericolosi, ma condannati a due mesi e 20 giorni di arresto per lo stoccaggio di rifiuti  pericolosi. I difensori Franco Aglietto e Marco Genta hanno annunciato ricorso in appello con la tesi secondo cui l’isola ecologica non necessitava  di autorizzazione provinciale come invece sostenuto dal Noe e dal sostituto procuratore Alessandra Coccoli che nel 2004 aveva disposto il sequestro del sito.  Il sito di Sanda era recintato e gestito da un custode che vigilava sui rifiuti che venivano portati dai cittadini, ma questo non era bastato a evitare il sequestro e la denuncia, i guai”.

Anche in questo caso l’archivio stampa non ci aiuta. E’ probabile l’assoluzione in appello o forse la prescrizione. Forse in attesa di ricevere utili chiarimenti, non ci resta che riportare il solco della cronaca di cosa accadeva 10 anni fa.

QUANDO L’EX SINDACO ED AVVOCATO ACQUILINO SCRIVEVA:

PERCHE’  NON VOTERO’ RENATO ZUNINO E GLI AGGIUSTATORI

L’avv.  Sergio Acquilino in un comunicato: “Perchè non voterò Renato Zunino ( omonimo  di cognome, stessa militanza di Remo Zunino ndr).  E spiegava le ragioni: “…Non pesa, se non in minima parte la condanna di 16 anni fa per abuso d’ufficio….quella vicenda è chiusa, Zunino ha pagato una condanna, sia pure patteggiata, il suo debito con la giustizia, anche se non rappresenta un bel biglietto da visita…Non importa cosa ha fatto un candidato nel passato, semmai ciò che ha fatto  negli ultimi tempi e cosa si propone di fare per il futuro, se eletto. In questo periodo l’amministrazione comunale è stata oggetto di pressioni politiche non indifferenti da parte di alcuni imprenditori che, essendo interessati a speculazioni edilizie, chiedevano di modificare a loro favore il Piano Urbanistico Comunale approvato quando io ero sindaco. Mi riferisco non solo e non tanto al rilevato ferroviario, quanto piuttosto alla zona delle ex Colonie milanesi e bergamasche ed alla fabbrica Olmo. ….Zunino ha inserito nel suo programma la possibilità di modificare il Piano urbanistico….mi accusava di aver redatto un Puc troppo restrittivo, che impediva  nuove edificazioni… Credo che Celle non abbia bisogno di ulteriore espansione  urbanistica e che un’amministrazione sana ed onesta non debba piegarsi al volere della grossa speculazione (zona Olmo, Roglio, ecc)….Non lo voterò per le sconsiderate scelte programmatiche che portano alla rottura dell’unità con la sinistra cellese e il parallelo coinvolgimento nel Comitato della lista Insieme per Celle di persone marcatamente di destra e oltre…, Zunino  che ha fatto di tutto per scoraggiare la candidatura di Giovanni Durante alle primarie, riducendo le primarie ad una farsa e costringendo di fatto altre persone serie, come Michele Beltrami, ad uscire dal comitato che sosteneva la lista….Ho riflettuto prima di scrivere perchè con Renato Zunino ho avuto un rapporto politico…durato 30 anni e mi dispiace che lui, da quasi anarchico e comunista convinto quando l’ho conosciuto, sia finito a sostenere gli interessi di imprenditori del cemento…Mi dispiace perché è stato lui a propormi la candidatura a sindaco nel 1995 e durante il mio mandato si è comportato con estrema correttezza, mai pressioni, seppure in allora già svolgesse l’attività di consulente…Ci sono nel paese forze nuove, alternative a Renato Zunino, ma non l’attuale minoranza consiliare,  che meriterebbero di essere coinvolte in un progetto che sappia salvaguardare tutto ciò che di buono (ed è veramente moltissimo) è stato fatto a Celle dalla sinistra dal 1975 in avanti”.

RICORDI DA VECCHIO CRONISTA: SOLO PER TESTIMONIARE

Dal lontano 1967 umili cronisti di gavetta e di strada di questa provincia, senza ricette miracolose da suggerire. Ma testimoni dello scempio politico, morale, urbanistico, turistico, economico in cui è stato ridotta questa provincia, la fascia costiera soprattutto. Siamo stati testimoni degli anni in cui il Pci e la sinistra, non quella estrema, hanno governato. Abbiamo conosciuto chi ha trasformato il suo ruolo  al servizio della comunità in ‘politico di professione‘ (e almeno in questo Silvio Berlusconi ha mille motivi per detestare, da sempre, questa ‘classe’ minoritaria, di fatto  dominante in larghi settori nazionali). Abbiamo seguito decine di inchieste e di processi, assoluzioni e condanne, patteggiamenti e prescrizioni, intercettazioni telefoniche ed ambientali, letto atti giudiziari che chiamavano in causa amministratori pubblici, ma anche partiti, verbali di perquisizioni, conti bancari, libretti al portatore con nomi spesso curiosi.

Abbiamo maturato, da cronisti  incamminati lungo il viale del tramonto, alcune convinzioni . Il cittadino, o se volete l’elettore non ha memoria, o meglio i ‘senza memoria’ sono una costante e radica, indistruttibile, maggioranza, così come non è mai stato eletto (con poche eccezioni, ormai lontane) un sindaco ‘anticemento‘, non diciamo ‘Verdi talebani‘, komenisti ambientali. Ci riferiamo a candidati che abbiano anteposto l’interesse superiore della comunità, con strumenti  e scelte urbanistiche, di pianificazione territoriale per ‘città a misura d’uomo‘, a misura di un turismo sostenibile. Per salvaguardare e rilanciare lo sviluppo dell’industria alberghiera. Importante e strategica risorsa dopo la morte delle industrie savonesi sia in termini di posti di lavoro, sia ricadute nel commercio, artigianato, tessuto sociale da paese civile.

Progetti urbanistici capaci di creare sviluppo materiale, ma anche etico politico, non da clientele e ristrette confraternite degli affari, semmai un’eredità virtuosa da tramandare con orgoglio alle future generazioni. Cinque sindaci della Riviera: Carlo Gambetta a Noli, Enrico Rembado a Borgio Verezzi, Felice Elice a Loano, Dino Grollero ad Alassio, Bruno Marenco prima a Savona, poi a Spotorno. Tutti disarcionati o emarginati nel corso del loro mandato. Se non apertamente osteggiati. Rembado, Marenco, Gambetta sono in vita, quest’ultimo è tra i tenaci che continuano a testimoniare, approfondire e scrive sul nostro blog. I primi tre democristiani e galantuomini, da schiena dritta, ideale della buon amministrazione e coerenza messa in pratica ogni giorno. Spesso anche in contrasto con i dirigenti del partito. Grollero, medico di famiglia, comunista, mai chiacchierato, né indagato, è quello che ha avuto il mandato più breve, in una delle città culla della speculazione e che oggi scommette, pia illusione, di “‘far tornare  grande Alassio, ai fasti degli anni d’oro e del turismo straniero, poiché sta morendo”. Marenco, ritiratosi dalla politica attiva dopo l’esperienza di Spotorno, non era l’idolo del Pci e della Federazione da primo cittadino di Savona (lo ritenevano persino l’ispiratore delle inchieste sul partito e dintorni dell’allora procuratore della Repubblica Renato Acquarone) e a Spotorno vinse per una manciata di voti.

Celle Ligure, con la parentesi del sindaco avv. Acquilino almeno stando alla sua testimonianza, ha benedetto i “garanti dell’edilizia‘ che da lavoro e rende felici. Valorizza e premia le aree edificabili, le varianti ai progetti, meglio se più di una. Edilizia che accarezza gli elettori riconoscenti. Sa convincere un contadino, tra i valorosi rimasti, che conviene far fruttare l’area con indici  di edificabilità premianti. E dove non provvede il Comune, ci pensa la Regione e l’assessore amico. Il ‘piano casa‘ che aiuta  anche i poveri, mette carburante pulito nell’economia in panne.

Ecco, come avevamo annunciato, trucioli.it ripercorrere a ritroso, pagine di storia, forse significative ed ‘istruttive’ o da leggere come storia di Celle Ligure e dei suoi ‘regnanti’.

RIFLESSIONI DI UN ‘TESTIMONE’ CELLESE –

Chi ricorda Carlito Buccelli, compianto, mitico e superbattagliero presidente locale e provinciale degli albergatori (non è un caso se morì povero e dimenticato).

Ebbene, un testimone dei tempi, pochi giorni fa, raccontava e rifletteva a voce alta. Non sono esperto di politica e di amministrazione. Ho letto su trucioli.it (VEDI……) il riferimento a Luigi Bertoldi e credo abbia ragione. Chi conosce di persona Renato Zunino e Luigi Bertoldi, credo si sia formato un’idea di massima. Dati di fatto inconfutabili. Zunino non si è più staccato dalla poltrona di sindaco, capace di fare il bello e cattivo tempo, penso senza rubare e credo neppure arricchirsi. Non ho mai apprezzato un certa arroganza tipica del partito dove è cresciuto. Dicono, del resto, che anche gli innocenti patteggiano la pena. Negli anni nel quali non fu primo cittadino, Renato Zunino, si faceva sentire ed ubbidire, magari con qualche eccezione. Leggevo sul Secolo XIX che nelle sue scelte urbanistiche, Zunino, coinvolgeva enti, associazioni, categorie, cittadini. Insomma un sindaco che sapeva ascoltare. Ma ricordo anche Maria Carbone, sindaco per due anni e mezzo, manlevata dal commissario prefettizio. Era impiegata del Comune di Savona e cercava di amministrare con indipendenza dagli omoni o omini e fu silurata o forse non ebbe fortuna.

E che pensa del ritorno di Remo Zunino ? Probabile vincitore se gli avversari saranno capaci di dividersi. Magari, questa volta, ‘divisi si vince’,a Celle la ruota che gira al contrario. Risposta da spettatore ed osservatore. L’amministrazione uscente aveva prevalso per poche decine di voti, e forse non rappresenta la maggioranza dei cittadini (contribuenti). La presenza di tre liste, nelle consultazioni precedenti, se non istituita ad arte, è stato un omaggio alla squadra del valoroso navigatore Renato. Lui, in molti anni di amministrazione e dedizione, ha intessuto una vasta ragnatela di meriti (da non confondere con favori illeciti) che trovano riscontro nel consenso maggioritario. Qui non siamo in Calabria, né in Sicilia. Il Comune non è stato sciolto per mafia o per ‘traffico di voti’. Si è vinto con figli e figliastri ? E’ possibile. Non serve neppure rivangare nel passato, ai cittadini non interessa più di tanto. Non fa presa, non serve a misurare la ‘statura‘ dell’uomo pubblico. Passato in cavalleria quel caso vergognoso della costruzione dell’ing. Zunino (impiegato del Comune, nulla da spartire con la coppia dei Zunino sindaci), il quale ha fatto pro domo sua….gli interessi della comunità. 

I problemi di Celle Ligure ? Si potrebbe riflettere in merito all’altissima ed immotivata tassa dei rifiuti urbani, il borgo tenuto malamente, il  deserto, salve poche settimane all’anno di turismo e manifestazioni. La costante chiusura di alberghi, le difficoltà e dissesti di ristoranti, la chiusura dell’asilo infantile “N. Aicardi” (‘privato’ e che non costava al contribuente). La Casa di riposo vide una solidale assemblea a favore dell’antica istituzione, ma sempre minata. L’opposizione riuscirà a far prevalere il buon senso ? Celle è stato un granaio che ha seminato anche odio, lacerazioni tra chi non ha mai accettato di farsi da parte, considerandosi il ‘salvatore della patria’ e chi forse pur meritando il consenso è rimasto impotente.

Quale conclusione, almeno da cronisti con i capelli bianchi ? L’edilizia resta la madre dei consensi, a Celle Ligure come in altre località. Crea aspettative ed illusioni che poi la memoria cancella. Non è un caso se le uniche categorie in costante espansione sono le agenzie immobiliari, cresce il numero di geometri, ingegneri ed architetti (contrariamente ai medici, per citare un dato).  Sono pressoché scomparsi gli imprenditori edili che possedevano, oltre alle disponibilità finanziarie, alle linee di credito delle banche, il bagaglio dei muratori e manovali italiani dipendentyi. Oggi c’è una miriade di imprese artigiane straniere. Ci sono i subappalti dei subappalti. L’Ispettorato del lavoro è ridotto quasi all’impotenza (il governo nazionale gialloverde  annuncia 300 nuove assunzioni), così come gli ispettori Asl che intervengono solo se ci scappa il morto o a fronte di un’indagine penale. Stanno scomparendo gli albergatori, ma non gli Stabilimenti balneari, si moltiplicano bar e panetterie, ma chiudono le botteghe a fronte di un incremento dei bazar rilevati da cittadini del continente asiatico. E sia chiaro Celle non è un’eccezione.

Chissà se non sarebbe più utile al futuro di Celle e delle generazioni a venire una salutare svolta di uomini e metodi, di cultura politica. Se il caso diamo pure una medaglia ‘honoris causa‘ a chi si è sacrificato e compie l’ultimo sacrificio di farsi da parte o, si suole dire, almeno un piccolo passo di lato.  Pur sempre con orgoglio e spirito di servizio. Anche se ‘L’acqua del sindaco‘  si è fermata alla “nota informativa sulla qualità dell’acqua immessa nella rete di competenza del Comune di Celle Ligure al 30 giugno 2017″. E il giornalino comunale è fermo alla sensibilizzazione dei cittadini nella lotta all’amianto.

Luciano Corrado

NOTA DI REDAZIONE: Sul prossimo numero di trucioli.it “Soldi per il finanziere-  banchiere Gianpero Fiorani, indagine a Celle. Accertamenti  della Tributaria sulla vendita di box in nero nel complesso LigurCelle di Pietro Pesce. Quel Fiorani, ormai ex, che acquistò e poi vendette ad Andrea Nucera – architetto a Ceriale e Albenga, ex giovane consigliere comunale socialista e già mega imprenditore di successo in provincia di Savona, oggi ‘latitante’ a Dubay – un’area di 60 mila mq. fronte mare a Ceriale, denominata T 1, sfociato in processi ed assoluzioni, che rappresenta il peggiore ‘disastro edilizio ed urbanistico’ della storia di Ceriale, della provincia e che il curatore fallimentare (nove palazzi, centinaia di alloggi e box) non trova acquirenti. Una paralisi decennale. L’imprenditore Pesce che si difendeva: “Con quella gentaglia rapporti chiusi da più di un anno”. Andrea Nucera il cui padre Giovanni, non più in vita, un passato da consigliere comunale, segretario del Psi ingauno, tesoriere del Psi provinciale, acquirente di alloggi, a Sassello, che appartenevano ai coniugi Teardo. Il figlio Andrea non entrò mai nello ‘scandalo’ che scosse la Liguria e l’Italia. Dove la P 2 aveva un ruolo anche nel savonese. Per le giovani generazioni restano vicende sconosciute e nel corso degli anni emerse la ‘verità giudiziaria’, non necessariamente gemella della ‘ verità reale‘ che veramente in pochi potrebbero conoscere, ricordare.

26 giugno 1985 25 maggio 1990 Renato Zunino Partito Comunista Italiano Sindaco
28 giugno 1990 18 luglio 1992 Renato Zunino Partito Comunista Italiano Sindaco
29 agosto 1992 10 gennaio 1995 Maria Carbone Partito Democratico della Sinistra Sindaco [14]
10 gennaio 1995 24 aprile 1995 Andrea Santonastaso Comm. straord. [15]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Sergio Acquilino Alleanza dei Progressisti Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Remo Zunino Lista civica di centro-sinistra Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Remo Zunino Lista civica di centro-sinistra Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Renato Zunino Lista civica di centro-sinistra Sindaco
26 maggio 2014 in carica Renato Zunino Lista civica di centro-sinistra Sindaco

E PER LA SERIE TITOLONI SE CONDANNATI, MA NEL DIMENTICATOIO DI COME E’ FINITA

E QUANDO LA DEMOCRAZIA CRISTIANA SCRIVEVA

ILLUDENDOSI DI INFLUENZARE GLI ELETTORI

MA NON POTEVA SAPERE CHE SOLO ‘MANI PULITE’ CAMBIO IL VOTO DEGLI ITALIANI

PREMIANDO LA LEGA NORD DI UMBERTO BOSSI (ora tra i condannati della Repubblica) E SILVIO BERLUSCONI

LEADER ASSOLUTO DEI POLITICI E PRESIDENTI DEL CONSIGLIO, A SUO DIRE, PERSEGUITATI DALLA GIUSTIZIA

 

 

 

Finalmente arriva Nonno Nataleda 75 a 100 anni, iniziativa CoopE a Vado Ligure nuovo punto vendita: 20 assunti e bancarella Ortofrutticola Albenga

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Si può andare all’arrembaggio anche se si ha un’eta tra i 75 e i 100 anni. E almeno per un giorno trasformarsi in un Nonno Natale. Accade l’8 dicembre. I ” Nonni Natale” andranno all’arrembaggio tra palle e pacchetti al Centro Commerciale “Il Gabbiano” del circuito Coop Liguria. E a Vado Ligure Nuovo supermercato Coop. Con un assortimento di 4.500 articoli, offre un’ampia proposta di prodotti freschi e freschissimi e tutto quanto serve per la spesa quotidiana. Il nuovo ‘InCoop’ occupa una ventina di persone. Nel mercatino dell’ortofrutta è presente una bancarella dedicata ai prodotti liguri della Cooperativa Ortofrutticola di Albenga.


Dopo mesi di lavoro all’interno delle Strutture protette Sereni Orizzonti a Savona, Spotorno e Calice Ligure, sabato 8 dicembre ci sarà infatti l’inaugurazione delle installazioni di “Palle e Pacchetti” natalizi realizzati dagli ospiti di età compresa dai 75 ai 100 anni.
Dalle ore 15 al primo piano, saranno presenti alcuni ospiti che hanno partecipato attivamente alla realizzazione degli addobbi che, insieme al personale delle Strutture, saranno lieti di fare un brindisi natalizio e lo scambio degli auguri con tutti i partecipanti. Si potranno ammirare con il naso all’insù pacchetti e palle di diverse dimensioni e colori.
Ci sarà la possibilità di scrivere una parola o un pensiero su un pannello da lasciare ai nonni che potranno conservare e portare via come ricordo della giornata.
L’installazione potrà essere visibile fino al 6 gennaio.
” Il progetto nasce da una riflessione con il personale delle strutture protette, per ascoltare e sostenere le esigenze degli ospiti – spiega il direttore del Centro Commerciale , Davide Teneggi -. Il Gabbiano darà l’8 dicembre la possibilità ai Nonni di uscire fisicamente dalla struttura per ammirare le loro opere installate e poter interagire e chiacchierare con adulti e bambini”.

 

 

 

NUOVO SUPERMERCATO COOP A VADO LIGURE CON 20 ASSUNZIONI

Assortimento di 4.500 articoli, offre un’ampia proposta di prodotti freschi e freschissimi e tutto quanto serve per la spesa quotidiana.

COMUNICATO STAMPA – È stato inaugurato oggi, martedì 4 dicembre, il nuovo supermercato ‘InCoop’ di Vado Ligure, realizzato nella sede sulla via Aurelia già un tempo occupata da un punto vendita Coop Liguria, poi trasferito nel centro commerciale Molo 8.44. ‘La scelta di trasferire al Molo l’allora supermercato di Vado Ligure – spiega il Presidente di Coop Liguria Francesco Berardini – aveva scontentato i Soci e i consumatori residenti nel centro storico, abituati a frequentare il supermercato raggiungendolo a piedi. Questa nuova apertura, quindi, è dedicata soprattutto a loro e punta a garantire un servizio di vicinato di buon livello, attraverso un punto vendita di nuova concezione, dotato di tutti i servizi indispensabili per la spesa quotidiana, che propone un assortimento di 4.500 articoli, particolarmente sviluppato nel comparto dei freschi. A chi ricerca un’offerta più ampia, indichiamo in vari modi che può contare sulla proposta del superstore Coop del Molo 8.44, con i suoi oltre 20.000 prodotti, integrata dall’ampia scelta di merceologie non alimentari presenti nei negozi della galleria’.

La superficie di vendita del nuovo ‘InCoop’, dotato di un ampio parcheggio riservato, è di 450 metri quadrati. Adiacente al supermercato è stata realizzata una struttura gestita da un operatore partner, che propone casalinghi, abbigliamento, piccola ferramenta e cancelleria. Il nuovo ‘InCoop’ offre un’ampia proposta di alimenti freschi e freschissimi, sia nei banchi assistiti di gastronomia, macelleria e pescheria, sia a libero servizio, con salumi e formaggi preincartati, piatti pronti di gastronomia, pasta fresca, condimenti, semilavorati di carne e pesce come polpette, spiedini, hamburger, ecc. Nel mercatino dell’ortofrutta è presente una bancarella dedicata ai prodotti liguri della Cooperativa Ortofrutticola di Albenga. Completa l’offerta della piazza dei freschi il distributore di pane fresco sfuso. Nel comparto generi vari, sono presenti tutti i prodotti indispensabili per la spesa quotidiana, compresa una proposta di alimenti senza glutine. È presente il servizio di consegna a domicilio degli acquisti effettuati in negozio, in un raggio di 4 chilometri dal punto vendita, a tariffe agevolate per i Soci.

In occasione della nuova apertura, è previsto un volantino di promozioni dedicate, con sconti molto consistenti su prodotti di grande richiamo. Un’ulteriore promozione è prevista per coloro che intendono diventare Soci di Coop Liguria: riceveranno 5 buoni acquisto del valore di 5 euro da spendere, ciascuno, su una spesa minima di 25 euro. Il supermercato è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 13 e dalle 15,30 alle 20; il sabato dalle 8 alle 20, e la domenica dalle 8,30 alle 13,30. Il Punto Soci, invece, l’ufficio dove si possono scoprire tutti i servizi esclusivi riservati ai Soci della Cooperativa e gestire il proprio libretto di Prestito Sociale, è attivo dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 12,50; il venerdì, dalle 15,30 alle 19,20; il sabato, dalle 9 alle 12,50.

Sotto il profilo ambientale, il supermercato è dotato di tutti gli accorgimenti volti a renderlo efficiente e sostenibile: impianto di illuminazione a led; centrali frigo a ciclo transcritico; banchi dei surgelati e dei salumi e latticini chiusi da ante o porte per limitare la dispersione del freddo.  Sul tetto, inoltre, è stato installato un impianto fotovoltaico che produce 62.000 kilowattora di energia l’anno, coprendo il 22% del fabbisogno energetico del punto vendita. Il nuovo ‘InCoop’ occupa una ventina di persone, coordinate dallo stesso Capo Negozio che ha in carico il superstore del Molo 8.44, per consentire una gestione trasversale degli organici tra i due punti vendita.

Savona, cosi nacque Storia Patria: il marchese Gavotti offrì un lunch nella villa

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Nel consueto incontro per il Natale e le festività di fine anno, Riccardo Musso tratterà alcune vicende relative ai primi anni della nostra Società, fondata nel 1885 da un gruppo di maggiorenti savonesi non sempre concordi tra loro. In particolare, riportiamo alcuni brani tratti da un articolo dello stesso Musso, pubblicato su un volume degli Atti della Società Ligure di Storia Patria dedicato a Vittorio Poggi.

 

…) Con la collaborazione di Cortese e di Varaldo, l’on. Boselli redasse fin dal giugno del 1885 il programma della Società che, comunicato all’ancora sparuto gruppo di appassionati, portò alla costituzione di un comitato incaricato di preparare lo statuto societario e di presentare l’iniziativa al pubblico. Di esso, oltre a Boselli ed ai suoi giovani collaboratori, facevano parte il sindaco Dionigi A Marca, il canonico Astengo, il Barrili, don Pietro Deogratias Perrando e naturalmente Vittorio Poggi che era sempre stato tenuto al corrente, ora da Cortese ora da Varaldo, di quanto si andava preparando.

Il giorno di Natale di quell’anno, approfittando di una venuta a Savona del Boselli, fu tenuta in municipio la prima riunione del comitato nella quale fu approvato lo statuto, destinato di lì a poco a creare i primi problemi organizzativi e le prime frizioni all’interno della Società.

Nonostante l’ancora esiguo numero di soci (non si dimentichi che la Società neppure era stata inaugurata) il comitato previde infatti una struttura societaria complessa, sull’esempio di altre società storiche, con un’assemblea generale, un presidente, un vice-presidente, un tesoriere, un consiglio direttivo con un proprio segretario generale e tre Sezioni (storica, archeologica ed artistica, paletnologica), ognuna avente un preside e un segretario, tenuti a relazionare gli altri soci sulla loro attività nel corso dell’assemblea annuale.

Boselli fu all’unanimità proclamato presidente, Agostino Bruno segretario generale, mentre a capo delle tre sezioni furono incaricati Barrili per la storica (con Varaldo come segretario), Poggi per la archeologica ed artistica (con Cortese per segretario) e Perrando per la paletnologica.

L’approvazione dello statuto non fu seguita nell’immediato dall’inaugurazione della Società e neppure dall’inizio di una qualche attività scientifica, nonostante le pressioni di Bruno e Varaldo, desiderosi di veder pubblicati al più presto sugli «Atti» gli studi che giacevano nei loro cassetti (…)

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Questi ritardi cominciarono a creare i primi dissapori, sfociati nel settembre del 1886 in una violenta lite tra Varaldo e Bruno che, offeso per certi giudizi dati dal giovane studioso su certi suoi lavori, diede le dimissioni da segretario generale (poi ritirate), facendo slittare di fatto l’inaugurazione che Boselli era riuscito a fissare proprio per quel mese.

Il clima si fece talmente avvelenato che, per qualche tempo sembrò che il progetto dovesse abortire sul nascere e fu solo grazie a Boselli ed alla sua minaccia di dimettersi a sua volta da presidente (il che avrebbe lasciato i ‘savonesi’ a vedersela da soli e senza i necessari appoggi a Roma) che i due litiganti ed i loro sostenitori vennero a più miti consigli (…)

L’assemblea che si tenne finalmente il 13 ottobre di quell’anno poté così fissare per le imminenti feste natalizie la cerimonia inaugurale (…) allo stesso tempo fu deciso che si procedesse senza indugio alla preparazione del primo volume degli «Atti», per il quale erano giunti da tempo alcuni contributi ed altri se ne attendevano a breve.

La mattina dell’8 gennaio 1888 nella sala del casino di lettura del teatro Chiabrera (…) dopo il saluto del sindaco, prese la parola Barrili che, con un commosso ricordo di Tommaso Torteroli, così volle delineare la missione che si prefiggeva la nascente Società: ”c’è ancora tutto da vedere: archivi del Comune, diplomi e statuti; cartolari notarili, codici di biblioteche private, chiese e palazzi, marmi, tavole e tele. Quando verrà il giorno che abbia anche Savona la sua Storia politica civile ed artistica?” (…)

Quasi nel segno di una auspicata riconciliazione con la Superba, la seduta fu conclusa con un saluto del marchese Gerolamo Gavotti, presidente della Società Ligure di Storia Patria che il pomeriggio, nella sua villa di Albisola Superiore, offrì un rinfresco (un lunch) a tutti gli intervenuti (…)

Riccardo Musso


Albissola onora Ermanno Cavalli e i presepi

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Quanto sarebbe felice Ermanno Cavalli, maestro del presepe ligure, Savonese, morto nel 2011 a 78 anni, una vita di lavoro alla Fornicoke e una passionaccia per il presepe che risale a quando era poco più che un bambino e andava a scuola agli Scolopi.Un piccolo grande omaggio con ‘Allestire il presepe’, mostra di Natale alla Fornace Alba Docilia di Albissola Marina. Viene inaugurata venerdì 7 dicembre 2018 e resterà aperta fino a domenica 13 gennaio 2019.

L’esposizione propone presepi ambientati in vari contesti, dal paesaggio ligure ad antichi borghi ricostruiti; l’ha realizzata Luciana Scarone ed è in onore a Ermanno Cavalli, grande appassionato che ha avuto più ruoli nella promozione del presepe ligure.

 Natale è tempo di presepi. E per la Fornace Alba Docilia, attivissimo centro di cultura nel centro storico di Albissola Marina, che ha al suo interno una mostra permanente sui Macachi, le statuine tradizionali albisolesi, era una scelta obbligata e, come ogni anno, fortemente voluta. Nella mostra, che viene inaugurata venerdì 7 dicembre alle ore 17, si punta, allo stesso tempo, sul contenuto e sul contenitore. E se, nei vari scenari in cui sono inseriti, ci sarà spazio anche per le opere in concorso a Master Ceramist che si è svolto lo scorso settembre alla Scuola comunale di ceramica di Albisola Superiore, non mancheranno particolari statue alte una trentina di centimetri che, con il volto, le mani e piedi in terracotta, sono vestite con abiti realizzati in tela di cotone, sulla falsariga delle vesti preziose utilizzate in Liguria nella tradizione presepiale colta pre-napoleonica.

Fai un click sul testo per ingrandire la lettura

Sono opera, come accennato, di Ermanno Cavalli e di Emilio Burri l’idea del ‘Treno presepe’ che, negli anni Novanta, è stato per più edizioni, durante le feste natalizie, una grande attrazione itinerante nelle stazioni liguri, piemontesi e lombarde. Una sua allieva, Luciana Scarone, è la curatrice della mostra; con lei hanno collaborato Simonetta Mozzone, figurinaia, e Andrea Giacchino.

Una soluzione originale che l’Associazione La Fornace e la sua associata Macachi lab propongono quest’anno al pubblico, dopo il grande successo ottenuto un anno fa con l’allestimento di un tipico presepe ligure, da parte della stessa Scarone, protagonista anche di una esposizione al Priamar e dell’allestimento di grandi presepi presso il Museo dei Beni culturali del Cappuccini di Genova.

La mostra alla Fornace di Albissola sarà aperta fino a domenica 13 gennaio 2019 (orario: giovedì 17-19; sabato e domenica  10-12 e 17-19; possibili aperture extra al venerdì pomeriggio). Nel mese di dicembre, poi, l’Associazione Macachi lab organizza una serie di appuntamenti che vanno sotto il nome ‘I giorni del presepe’. Sabato 15 dicembre, con orario 10-18, partecipa, a Pozzo Garitta all’Antica Fiera di Natale; mentre la ‘Festa del presepe’ è in programma domenica 16 dicembre alle 16,30, all’Oratorio San Giuseppe di Albissola Marina (accanto alla Chiesa della Concordia) e prevede tra l’altro la recita di poesie in dialetto sul presepe da parte delle partecipanti al gruppo ‘Inuetta’ che opera all’interno della ‘Fornace’: molte leggeranno propri testi.

Camosci in amore, si parte da Upega

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Domenica 9 dicembre, un’occasione imperdibile per ammirare la fauna locale nel suo habitat naturale e soprattutto a caccia di immagini dal vero di camosci durante la stagione dell’amore. Le lotta ingaggiata dai maschi per assicurarsi il dominio sul branco delle femmine. Leggi il programma della giornata.

COMUNICATO STAMPA – Penultima tappa delle escursioni di “Autunno in Malga”: questa settimana le guide del Centro di Turismo Escursionistico “Alpi Liguri”, gestito dall’Associazione Pro Loco Mendatica e dalla Cooperativa di Comunità “Brigì”, condurranno i partecipanti nella meravigliosa cornice del Bosco Nero sulle tracce del Re delle nostre montagne: il camoscio, durante la stagione dell’amore. Un’occasione unica per ammirare la fauna locale nel suo habitat naturale.

Ritrovo: ore 9 a Upega per compattamento gruppo e successivo trasferimento alla Colletta delle Salse.
Itinerario: Colletta delle Salse – Bric Scravaglion – Bosco Nero – Bric Pian Gelato – Cima Cantalupo – Colla Bassa – Upega.
Difficoltà: E facile – Dislivello: + 200 metri – Distanza: 6 km circa – Durata: rientro intorno alle ore 15:30
Quota di partecipazione: € 10,00 (€ 8,00 se già tesserati CTE per la stagione 2018) + € 8,00 sacchetto pic-nic (facoltativo) a base di prodotti tipici della Cucina Bianca a km 0 (prenotazione obbligatoria).

Monesi addio B&B ‘Il rifugio del Ramingo’appena inaugurato, franato, non riaprirà più

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Monesi, storia di un sogno che scivola via assieme al fango e all’imponente frana. Santa Caterina, patrona dell’antica confraternita di Mendatica, nulla ho potuto contro l’inappellabile decisione. Cinzia Lanteri, il marito Giuseppe De Palo, i figli Giulia e Niccolò, non riapriranno la loro creatura prediletta che li aveva fatti sognare.  Né interessati a trasferire l’attività in ville sfitte. Il Rifugio del Ramingo, B&B, si è come dissolto nell’evento franoso. Resterà negli annali di storia monesina. Non avrà una seconda vita, non risorgerà. Prima del Ramingo se n’era andato per sempre Il Capanno, anche allora fu un cronista mendaighino a darne solitaria notizia. E ricordare che a fine ‘800, dove d’estate abitavano i coniugi Emilia ed Enrico, pastori di pecore e capre, di formaggi nostrani, sorse la prima ‘locanda osteria’ per viandanti, da anni rustico fatiscente e invenduto.

Riportava il sito della famiglia del Ramingo: “Nel nostro bed & breakfast troverete un’accoglienza familiare, a vostra disposizione camere dotate di tv satellitare, wifi, bagno privato con doccia, phon. Nel salone potrete gustare una ricca colazione con prodotti a km 0 . Potrete godere di un ampio giardino e di un boschetto dove stare in relax.”.

L’edificio in cui è stato ricavato il Ramingo venne costruito dalla famiglia dell’Avv. Gandolfo di Imperia; la figlia sposò Giovanni Costa di Genova. I coniugi hanno venduto a Giuseppe De Palo e Cinzia Lanteri che hanno investito una somma considerevole per ristrutturare  in elegante B&B. Non un centimetro senza autorizzazione, che non fosse previsto nel progetto. Resta il mistero, non solo per questo caso, che ha indotto i vari organi competenti ad ignorare l’esistenza di una secolare paleofrana ed adottare  precauzioni nel rilascio delle concessioni edilizie o del permesso a costruire, ad ampliare e ristrutturare. Sono state rispettate le norme che disciplinano le aree soggette a frane, a dissesto idrogeologico ? Copione che, a quanto pare, si è ripetuto sia durante i lavori della sottostante strada provinciale, sia della centrale idroelettrica sul Tanarello spazzati via come un fuscello. Quali accorgimenti hanno, inoltre, messo in atto progettisti e geologi, i responsabili dei cementi armati. Si è fatto prevenzione o si è badato soprattutto ad incassare parcelle e consulenze ?
Forse ha una spiegazione l’emarginazione che accompagna una delle poche voci critiche sul ruolo avuto dalle istituzioni, sia comunali, provinciali e regionali. Impotenza, disinteresse, menefreghismo, senso di colpa dei più o ‘stiamo zitti che ci conviene fino a quando otterremo i risarcimenti’, una volta tanto magari generosi. Senza andare troppo a scartabellare nei conti dei danni e del risanamento, del ripristino, delle perizie giurate.
Oggi il B&B è sul limite della frana, inclinato verso valle, ma intero. Le case crollate sono tre: due case, unite in una, dai proprietari del B&B,  e la terza di Antonio Silipigni, vigile urbano in pensione di Imperia. Erano allineate a valle della strada Via alla Chiesa.

SANREMO NEWS (APRILE 2016)

Quando si raggiungono i ’50, si sente l’esigenza di affiancare, alla vita frenetica della città, uno stile di vita più consono all’età e alle esperienze”. Con questa frase Cinzia Lanteri e Giuseppe De Paolo, titolari dello storico negozio Tina 3 di Imperia, intraprendono una nuova sfida, senza abbandonare quella precedente.

Cinzia Lanteri una grandissima passione ed altrettanto costernazione di fronte alla perdita di una creatura che tanto aveva desiderato ed amato

Venerdì 22 aprile 2016, infatti, verrà inaugurato il loro nuovo Bed and Breakfast “Il Rifugio del Ramingo”, sulle alture di Monesi di Mendatica. Una struttura degli anni 60, rimessa a nuovo da Giuseppe e dai suoi figli, Giulia e Niccolò, adoperando materiale eco-stostenibile e riutilizzando tutto il possibile: è questo il B&B nato dall’idea dei due coniugi e dei loro figli.

Ma non solo, “ Il Rifugio del Ramingo” è ispirato alla saga fantasy più famosa al mondo, Il signore degli Anelli: il nome deriva proprio da Aragorn, il principe ramingo della compagnia dell’anello. Il B&B vi aspetta, nel cuore di Monesi di Mendatica, 1.400 metri sul livello del mare, è una piccolissima frazione di Mendatica,comune dell’Alta Valle Arroscia.

“I nostri clienti continueranno a trovarci in negozio e, quando vorranno prendersi una pausa dalla città, sapranno dove andare! Ringraziamo in modo particolare il Sindaco di Mendatica, Piero Pelassa, che ci è stato molto vicino” conclude Cinzia.

LE RECENSIONI DI TRIPADVISOR

Il 27 agosto 2016

Tre giorni in relax

1) Piccolo B&B , ma con ottimo servizio , camere e struttura molto puliti e curati in ogni dettaglio . In stile tipicamente montano offre ottime colazioni , comode stanze con vista sulla bella vallata e una cortesia davvero squisita . Consigliato per vacanze in relax

2) Il 17 agosto 2016

Posto fantastico !

Posto fantastico ! Assolutamente consigliato, camere pulite, curate e accoglienti, dotate di asciugamani e ciabattine. Colazioni abbondanti e tutto fatto in casa: vi consiglio di provare le torte di Cinzia…. un tripudio della buona cucina ! Location tattica per chi ama il trekking: sia piedi….

3) Il 15 agosto 2016 

Una delizia

Posto bellissimo, cibo fantastico Cinzia top player!!!! Assolutamente consigliato, camere estremamente curate e accoglienti… Ambiente suggestivo e l’ideale per rilassarsi in mezzo al verde e alla calma! Colazioni super abbondanti e tutto rigorosamente fatto in casa.

4) Il 14 agosto 2016

Finalmente!

Posto meraviglioso…tanta pace e una bella vista, tutto pulitissimo e in ordine sia dentro che fuori, colazione ottima e abbondante, camere accoglienti curate nei particolari e naturalmente la proprietaria simpatica e disponibilissima!

5) Il 14 luglio 2016

Una delle esperienze più belle

È stata un’esperienza straordinaria, ben oltre le mie aspettative. La casa è super pulito e l’architettura è accogliente e molto originale. I proprietari ci hanno accolto in un modo che ci siamo sentiti famiglia che visitano, lasciandoci la nostra privacy ma il fatto di essere.

IL 30 AGOSTO 2016

Grazie a chi ci ha incoraggiato,stimolato,aiutato,  a chi ci ha criticato,ostacolato,additato come matti. Grazie a Voi OSPITI,no AMICI per essere passati di qui, per averci lasciato un pezzo di Voi, per le Vostre meravigliose recensioni, per i Vostri preziosi suggerimenti, ma soprattutto GRAZIE perchè ognuno di Voi in italiano,in tedesco,in portoghese,in inglese,in francese ha detto: E’ come essere a casa!
La strada è questa,continuiamo a percorrerla. Cinzia, Giuseppe, Niccolò e Giulia.

COMUNICATO STAMPA CHE VENNE DIVULGATO DA MONESI BORGO ANTICO

 “Il rifugio del ramingo”, nuovo Bed and Breakfast a Monesi di Mendatica.

Gli associati a Monesi Borgo Antico, ma credo di poter aggiungere anche tutti gli amici frequentatori di Monesi, desiderano manifestare la loro grande gioia per questo evento meraviglioso. L’apertura di un B&B a Monesi è un avvenimento che, lo speriamo, segnerà l’inizio del cambio di tendenza; cambio di tendenza tanto atteso per il turismo di questa località. Un evento ancora più straordinario se si pensa che l’apertura del nuovo portale di castagno, nuovo ma fatto ridando vita a vecchie travi, si contrappone alle definitive chiusure di tante saracinesche. Congratulazioni a Giuseppe e Cinzia per la bravura e il coraggio profusi in questo loro ambizioso progetto; uno chalet degli anni sessanta, quando Monesi era una  stazione sciistica piccola, ma dal cuore grande, dotata di una vasta tavola calda, ampia piscina riscaldata, pista di patinaggio sul ghiaccio anche d’estate, albergo con ristorante di ottimo livello, pronto soccorso e nigt club. Una struttura con le radici in un passato glorioso che sogna nel presente e nel futuro. Siamo certi che saranno in molti i raminghi che, volando di ramo in ramo, noteranno dall’alto il miglior rifugio per ristorarsi tra un volo e l’altro.

Monesi Borgo Antico, il presidente, Rinaldo Sartore

 

 

 

 

 

 

 

 

Associazione di Promozione Turistica, via Cascione n° 7 -18100 Imperia

c.f. 91032140088 monesiborgoantico@gmail.com

 

 

 

Imperia retrocede, Savona non sorridela Liguria resta il Sud del Nord ItaliaToti: più occupati rispetto al 2017

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Nella qualità delle vita la Liguria conferma la tendenza a rappresentare il Sud del Nord. Le graduatorie risultano sicuramente discutibili se non opinabili, ma si basano su dati sociologicamente validi e interpretano tendenze almeno attendibili. Per quel che riguarda la Liguria si pongono seri interrogativi.

a cura di Franco Astengo

La Liguria Sud del Nord – La prima è La Spezia, che si trova al 39° posto (con meno sette posizioni rispetto al 32° posto del 2016), dove il processo di dimissione industriale è risultato più contenuto con un totale di 589,04 punti.

Savona precipita dal 66° al 72° posto, indice evidente di una crisi che si trascina da tempo e arriva da lontano, dal complesso delle questioni economico – sociali perpetratesi almeno dagli anni’80 del XX secolo riguardanti per il capoluogo, l’area centrale e la Valbormida dalle scelte relative allo scambio speculazione edilizia / deindustrializzazione e per il Ponente dell’assalto cementizio alla fragilità di un territorio già stressato dalle scelte compiute fin dagli anni’50 in nome di una facile accumulazione di ricchezza in favore di determinate categorie. Il savonese, come detto, si trova al 72° posto, quindi all’incirca a metà della “famigerata” colonna di destra. Ma nel derby ligure, nel 2017 Savona risulta la seconda provincia per qualità della vita della nostra regione.

Genova è al 76° posto (ne guadagna quattro rispetto alla 80° piazza del 2016).

Imperia è alla posizione 104 (lo scorso anno era alla 103) con un punteggio di 59,25 punti totali.

Una Regione ferita dall’emblematico crollo del ponte, dalla dimostrazione concreta di un utilizzo devastante di un territorio fragile, che soffre – nella sua area centrale – di un processo di deindustrializzazione fortemente impoverente.

Da notare che, come nelle città medio – piccole, gli indici della qualità della vita migliorano, nelle province liguri si arretra perdendo posizioni.

E’ evidente che il modello turistico non regge, che permane un forte conflitto ambientale, che siamo in ritardo sul piano di presenze produttive a forte innovazione tecnologica.

Ecco di seguito alcuni dati di carattere generale che riguardano l’intero Paese, dai quali si evince soprattutto l’allargarsi della forbice tra Nord e Sud. Un divario che sta all’origine del risultato elettorale del 4 marzo scorso: nel 2017 il paese stava ancora subendo il vero e proprio arretramento provocato dal blocco dell’austerità “borghese” messo in atto dal PD.

Al Nord la Lega ha fatto , evidentemente, il pieno portando avanti la solita logica del “no alle tasse”, al Sud i 5 stelle l’hanno fatta da padrone con la promessa del reddito di cittadinanza. Un paese che il 4 marzo 2018 aveva deciso di rispondere alla crisi illudendosi di falsi miti, questo è il dato che esce anche dall’analisi di questi dati.

Indietro di 18 posizioni in un anno. A certificare i problemi di Roma non ci sono più soltanto i malumori dei cittadini, ma un’indagine sulla qualità della vita nelle 110 province italiane realizzata da Italia Oggi (in edicola domani) con l’Università La Sapienza di Roma, giunta alla 20esima edizione. Traffico, “manutenzione” della città, buche stradali, rifiuti: la capitale paga per il degrado evidente di cui è vittima.

Bolzano si conferma invece la provincia dove si vive meglio in Italia, seguita da Trento e Belluno. Il Nordest in generale ottiene un giudizio positivo. E se Roma è la località che registra il peggioramento più marcato, anche Firenze scivola all’indietro (dal 37° al 54° posto). Arretra pure Venezia. Risale invece, unica tra le grandi città, Milano, che passa dal 57° al 55° posto. Senza variazioni rispetto allo scorso anno Napoli (in terzultima posizione, nonostante i miracoli annunciati dal sindaco De Magistris, la presenza taumaturgica del vicepresidente Di Maio e l’incombente figura del Lord Protettore De Luca) e Palermo (al 106° posto). Fanalino di coda Vibo Valentia.

La valutazione sulla qualità della vita si basa su nove elementi: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, con 21 sotto dimensioni e 84 indicatori di base. Dalla quarta alla decima posizione si trovano tutte città che hanno recuperato rispetto all’anno scorso, salvo una, Treviso, che è passata dalla sesta alla nona posizione.

Al quarto posto Siena, che ha recuperato sette posizioni (era undicesima), seguita da Pordenone, che passa dalla nona alla quinta, e da Parma, che ha guadagnato una posizione rispetto al 2017 (era settima). In forte ascesa Aosta e Sondrio, rispettivamente al 7o e 8o posto, che partivano dal 18o e dal 16o della passata edizione. Decima Cuneo, che ha guadagnato tre posizioni.

Aumenta il divario Nord-Sud – Nel 2018 si conferma che sfuma sempre più il contrasto Nord-Sud in termini di buona qualità di vita legata al benessere economico, che si acuisce il divario fra piccoli centri (in cui si vive meglio) e grandi centri urbani, in cui la vita è invece sempre un po’ più difficoltosa. Fenomeno testimoniato, fra l’altro, dal brusco scivolone della capitale, scesa dal 67o all’85o posto della classifica.

Elevato il calo anche a Bari (dal 96o al 103o posto). La qualità della vita è peggiorata anche a Catanzaro (dal 92o al 95o posto), all’Aquila (dal 68o al 72o), a Potenza, che ha perso 20 posizioni (ora è 64esima), arretramento simile a Venezia (al 62o dal 41o posto). Di Roma si è già detto, Torino ha perso una posizione, ed è 78esima. Stabile invece la qualità della vita a Napoli (108°) e a Palermo (106°), che si mantengono sui medesimi livelli del 2017.

La tendenza al miglioramento – I risultati migliori li ottengono le piccole città: ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso e Cuneo. Treviso, in particolare, risulta la provincia più sicura d’Italia. Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro. Parma, Siena, Trento e Piacenza quelle con la migliore offerta finanziaria e scolastica; Isernia, Pisa, Ancona, Siena e Milano quelle con il più efficiente sistema sanitario. Maglia nera alla calabrese Vibo Valentia, in coda alla classifica in compagnia di Catania, Napoli, Siracusa e Palermo. In generale. la città ideale ha mediamente 100 mila abitanti. Nelle prime 40 posizioni, infatti, solo Verona e Padova hanno poco più di 200 mila abitanti, mentre Brescia, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bergamo, Trento, Forli, Vicenza, Bolzano e Piacenza ne hanno più di 100 mila, tutte le altre 28 città hanno un numero di abitanti inferiore. Tra 12 mesi verificheremo i dati per il 2018: allora conterà il dramma del ponte sul Polcevera e l’ulteriore crisi industriale avvitatasi nella provincia di Savona. Verificheremo con attenzione.

LA NARRAZIONE  OTTIMISTICA DELLA REGIONE LIGURIA

ENTRO DICEMBRE PREVISTE 21.000 NUOVE ASSUNZIONI

AUMENTATE DEL 3,7% LE OPPORTUNITA’ DI LAVORO RISPETTO A UN ANNO FA

LA LIGURIA CRESCE NONOSTANTE LA TRAGEDIA DEL PONTE MORANDI

PER BANCA D’ITALIA AUMENTA L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Il consiglio regionale della Regione Liguria al gran completo

COMUNICATO STAMPA – GENOVA. Aumentano le opportunità di lavoro in Liguria: dai risultati dei fabbisogni occupazionali delle imprese risulta che su un totale di 956.000 assunzioni programmate a livello nazionale, in Liguria ne sono previste oltre 21.000 (il 2,2% del totale italiano). Sono i dati diffusi dal sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere.

Sul totale delle 21.000 assunzioni previste 12.730 sono a Genova (+6,7%), 2.620 a Imperia (+13,9%). A Savona 3.180 a Savona, e 2.830 a La Spezia. Rispetto allo stesso periodo del 2017, quando le opportunità di lavoro previste in Liguria erano 20.580, si registra una crescita complessiva della domanda pari al 3,7%.

Le maggiori opportunità di impiego si registrano a Genova e Imperia: nel capoluogo ligure, sul totale delle imprese con dipendenti intervistate, il 21,8% prevede nuove assunzioni e nell’estremo ponente la percentuale è pari al 22,4%. Leggermente inferiore la propensione a nuove assunzioni in provincia di Savona e La Spezia: nel primo caso il 18,1% ha programmato nuove entrate, mentre nel secondo la quota si ferma al 20% sul totale delle imprese intervistate.

Il 76% delle assunzioni programmate sarà assorbito dai servizi: al primo posto tra le figure professionali richieste risultano cuochi e camerieri con 3.370 assunzioni (il 15,8% del totale) di cui la metà in provincia di Genova; seguono i commessi e altro personale qualificato in negozi (8,9%) e gli addetti nei servizi di pulizia e alle persone (6,6%). Il 74% delle nuove assunzioni riguarderà le imprese con meno di 50 dipendenti.

Secondo il report di Banca d’Italia inoltre è in aumento anche l’occupazione femminile in Liguria che, nei primi sei mesi dell’anno è cresciuta dell’1,2%, dopo due anni di flessione, legata al terziario e trainata dal recupero dei lavoratori autonomi.

“I dati diffusi da Unioncamere e da Banca d’Italia ci parlano di una Liguria che continua a crescere e che si dimostra vitale, nonostante le difficoltà che stiamo vivendo a seguito del crollo di ponte Morandi – afferma il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Questo conferma la bontà delle nostre scelte e che la strada intrapresa è quella giusta. Una nuova occupazione in differenti settori produttivi che ci parla di una Liguria che si sta sviluppando in più ambiti e che sta agganciando la ripresa. Inoltre, fattore altamente positivo come ci viene confermato proprio oggi dall’aggiornamento sull’economia  della Liguria da parte di Banca d’Italia, nella nostra regione cresce l’occupazione femminile che è aumentata dell’1,2% nei primi sei mesi dell’anno, grazie al lavoro autonomo. Tenendo conto che l’anno scorso il mercato del lavoro era in diminuzione  soprattutto della componente del lavoro autonomo, assistiamo ad una controtendenza e a una crescita degli occupati”.

“All’interno di queste assunzioni una parte consistente è legata al settore turistico – aggiunge l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino – che è uno degli assi su cui abbiamo deciso di puntare per il rilancio della nostra economica, sostenendo la buona occupazione. E questo risultato conferma che stiamo facendo bene, grazie agli strumenti messi a disposizione del territorio come il patto per il lavoro nel turismo che prevede bonus assunzionali per chi stipula contratti nel comparto ricettivo”.

 

Altare crudele storia di Lorenzo, migrante nel Midì francese, 3 figli, innocente e ucciso: studenti del Patetta scoprono la verità

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La storia di un altarese, povero migrante per un lavoro da schiavi, capitato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Una lezione che oggi è più che mai d’attualità. Una piazza, una lapide. Siamo ad Aigues Mortes, un paese di ottomila abitanti nel Midi francese. La piazza è intitolata a Luigi IX, il “re santo”. Su un lato, dove nel 1893 c’era una boulangerie, oggi c’è una banca. La lapide è lì, vicino all’ingresso dell’istituto, e ricorda un linciaggio di 125 anni fa.

Ho appena assistito a una scena di un’efferatezza senza precedenti e indegna di un popolo civile. Verso le due e mezza del pomeriggio, in piena piazza Saint Louis, un povero disgraziato è stato assalito da una banda di bruti ed è stato letteralmente massacrato. I forsennati lo hanno abbandonato solo dopo avergli ridotto il cranio in poltiglia”. Anche il cronista del Journal du midi che sul numero del 18 agosto 1893 racconta ciò che ha visto il giorno prima non riesce a trattenere uno sconvolto stupore, per quello che è a tutti gli effetti un massacro in piena regola. Dove i massacratori sono i francesi e i massacrati gli italiani, in una guerra tra poveri volutamente e colpevolmente dimenticata per oltre cent’anni.

Immagine di una massacro nel Midì della Francia in un’illustrazione dell’epoca

Ad Aigues Mortes ci sono le saline e alla fine dell’800 l’economia della zona poggia in buona parte proprio sull’essicazione del sale dal canale del Midi. Il lavoro è concentrato ad agosto, prima delle piogge, e per portar via le 90 mila tonnellate di sale la Compagnia delle Saline del Midi ingaggia un migliaio di lavoratori stagionali dall’Ardeche e dalle Cévennes. Ma non bastano e così solerti caporali assoldano per conto della Compagnia anche trimards nomadi francesi e una schiera di “macaronis” italiani, soprattutto piemontesi, veneti, toscani e liguri.

L’ambiente è disumano: si lavora a cottimo, i ritmi sono massacranti, manca l’acqua potabile e c’è il rischio della malaria. Le squadre sono miste per contratto ma c’è la crisi, i caporali giocano al ribasso, molti italiens si accontentano di paghe più basse dei colleghi trimards e francesi, che cominciano ad aver paura di rimanere senza lavoro.

Probabilmente è una banale lite per l’acqua, la scintilla che fa deflagrare la bomba. Nel paese si sparge la falsa voce che gli italiani avrebbero massacrato quattro indigeni; il 16 agosto i trimards rimasti disoccupati si uniscono ai cittadini francesi e comincia una caccia al piemontais a colpi di manganello e di bastoni. Sembra la scena di un cattivo romanzo, con i cattivi che sprangano gli italiani e i buoni – l’abate Mauger, la panettiera Fontaine, madame Gouley, il capitano della Gendarmeria Cabley, il sindaco Marius Terras poi usato come capro espiatorio – che difendono i malcapitati, la polizia che tenta invano d’intervenire, l’esercito che dovrebbe arrivare e non arriva, l’assedio alle baracche, i canali intrisi di sangue e così via. Invece è tutto vero. Il numero preciso dei morti e dei feriti non si saprà mai: alla fine le vittime ufficiali sono 10: due operai non identificato, un alessandrino, tre cuneesi, un bergamasco, un torinese, un giovane di San Miniato e Lorenzo Rolando di Altare.

Di Lorenzo Rolando, fino ad oggi, si ignorava completamente l’esistenza. Gli storici non erano sicuri neppure che fosse veramente di Altare: qualcuno sosteneva che fosse nato a Lavagnola, altri che avesse barato sul luogo di nascita al momento dell’arruolamento nella Compagnia delle Saline, altri ancora che i caporali avessero equivocato sulla provenienza di questo povero figlio della fame.

La salma di Giuseppe Bonello altra vittima del massacro

E, invece, uno studio accurato condotto nell’Archivio dell’Anagrafe del Comune di Altare dagli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Federico Patetta” – nell’ambito del Progetto Emigrazione condotto dalla scuola cairese – ha permesso di scoprire la verità. Gli studenti hanno infatti ritrovato sia l’atto di battesimo di Lorenzo Rolando sia la sua ripetuta presenza negli elenchi degli iscritti alle liste di leva; da entrambi i documenti è possibile attingere un numero rilevante di informazioni, che porta a comprendere meglio anche le cause della partenza di Rolando verso il Midi francese. Da altri documenti dimenticati è stato possibile risalire alla moglie e ai tre figli di questo povero ragazzo capitato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato.

Grazie al lavoro degli studenti dell’Istituto di Cairo Montenotte dalle nebbie di un passato ormai lontano riemerge così il profilo di un uomo che si è trovato suo malgrado ad essere parte importante di una tragedia dell’immigrazione che tutti hanno voluto dimenticare e che, invece, contribuì a portare alla caduta del governo Giolitti e causò un incidente diplomatico che ebbe qualche rilevanza alla fine dell’800. Di più: il pogrom in cui si trovò coinvolto lo sfortunato altarese costituisce una premessa di quello che accadde nello scenario europeo nei convulsi anni – che tutti si ostinano a chiamare spensieratamente della “Belle Epoque” – che precedettero la prima guerra mondiale, fa giustizia di molte leggende sui “fraterni rapporti” che sarebbero intercorsi senza interruzioni tra gli italiani e i cugini d’Oltralpe e contribuisce a fare chiarezza sulle cause reali di tante presunte discriminazioni pseudoetniche, dove a fare realmente paura del “diverso” non è la sua provenienza ma il timore che diventi un concorrente scomodo sul mercato del lavoro. Una lezione che oggi è più che mai d’attualità.

Il riscontro fotografico del materiale d’archivio ritrovato dagli studenti sarà presentato all’interno della mostra “Pagine di storia dell’emigrazione in Valbormida”, organizzata dall’Istituto “Patetta”, di concerto con il CISEI (Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione Italiana) e con il patrocinio del Comune di Cairo Montenotte nel foyer del teatro comunale “Osvaldo Chebello” dal 28 al 31 gennaio 2019. Nella giornata conclusiva, nella “Sala De Mari” del Comune si terrà un convegno dall’omonimo titolo con gli interventi di Furio Ciciliot (presidente della Società Savonese di Storia Patria), Alberto Saroldi (dirigente del Museo del Vetro di Altare e presidente del Comitato per il Gemellaggio Altare – San Carlos), Stefano Mallarini (esperto in storia dei movimenti migratori nel bacino del Bormida della SSSP) e Francesco Surdich, per oltre 40 anni docente di Storia selle Scoperte Geografiche e di altre discipline storiche nell’Università degli Studi di Genova e preside emerito della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo genovese.

Massimo Macciò

 

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