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Imperia: l’endorsement di Paolo Mieli big del giornalismo e TV: ‘Scajola carissimo amico da anni, lo stimo e sono fiero di lui’.Il nipote Marco ritira la querela alla cugina

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Ci sfugge da cronisti, ormai con l’aldilà dietro l’angolo, la ragione per cui i media locali e nazionali, in simbiosi, non abbiano dato doveroso risalto di cronaca all’endorsement  – parola abusata per definire ‘garante’ (vedi…….)  – senza se e senza ma, totale e plateale, di un giornalista tra i più apprezzati e presenzialisti nelle Tv pubbliche e private (dalla Rai alla 7 soprattutto). Paolo Mieli, famiglia ebrea, laurea in Storia Moderna con Renzo De Felice (storico del Fascismo), ex direttore de La Stampa, del Corriere della Sera, per sei giorni presidente della Rai (2003), già sessantottino extraparlamentare, membro del Comitato scientifico Fondazione Italia – Usa e del Cda di Rcs Libri, al “carissimo amico da molti anni,  sono fiero di lui, dell’amicizia…un onore….un uomo che stimo  e merita la mia stima…”. Parole rivolte a chi gli siede a fianco, Claudio Scajola, visibilmente commosso, teso, nel giorno in cui si tiene una ‘lectio magistralis’ sulla storia di Imperia, “Aspettando il centenario” con la fusione di Oneglia e Porto Maurizio.

In una sala gremita, una presenza attenta, partecipe, attiva, che ha riservato alle ultime parole, forse per i più inattese, persino sorprendenti tenuto conto del pulpito da cui provenivano, almeno ai profani, un lunghissimo e caloroso applauso per quattro minuti e qualche secondo. Una eccezionale ricompensa, una certificato di garanzia, per un servitore dello Stato e della politica della prima, seconda e terza pubblica. Il ligure che con il presidente Sandro Pertini e Paolo Emilio Taviani che è stato  padrino di cresima e testimone di nozze, non ha pari quanto a popolarità e traguardi di potere raggiunti nelle istituzioni. Un Paolo Mieli storico e  giornalista tra i più affermati, gettonati del terzo millennio, che infrange ogni barriera di prudenza, per un maestro delle riflessioni e della moderazione, della franchezza quale è, per testimoniare pubblicamente non solo il bene amicizia, la grande stima per un uomo di Stato tra i più discussi, vituperati, chiacchierati, processati (Berlusconi escluso), messi alla berlina per anni, mai condannato dalla giustizia. Un innocente perseguitato direbbero gli amici, un politico troppo sicuro di se stesso e del suo potere direbbero altri. Non sappiamo se prima d’ora, ma è assai probabile, Paolo Mieli abbia riservato a Scajola un’attestazione che non lascia scampo.  Convinta, determinata, puntigliosa, non da avvocato difensore, da testimone, analista, scrittore e cronista del quale è difficile non avvalorare una profonda conoscenza della realtà Italia e di Claudio Scajola ex democristiano, coofondatore di Forza Italia (al punto che Paolo Emilio Taviani, in una riunione di iscritti alla Dc che si tenne al Garden Lido di Loano e di cui abbiamo già scritto, disse: ‘…mi addolora la scelta dell’amico Scajola…io che sono stato per lui…..mi sono chiesto e non sono riuscito a spiegarmi la ragione della sua scelta a fianco di Berlusconi.…la sua discesa in campo (di Berlusconi ndr) mi preoccupa per le sorti della stessa democrazia…‘). Scajola sarà ministro dell’Interno (una dicastero chiave) durante lo sciagurato G 8 a Genova, nei giorni dell’assassinio del prof. Marco Biagi al quale fu tolta la scorta, vicenda che sfociò nelle dimissioni, è stato presidente del Copaco prima e Copasir dopo (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti), da ultimo ministro dello Sviluppo Economico e plebiscitario sindaco di Imperia con il centro destra ufficiale suo avversario, ma ha ricoperto pure i dicasteri ministeriali dell’Attuazione del Programma e delle Attività produttive.

Un ‘assist’ Mieli – Scajola che meriterebbe la ‘palestra’ di un confronto Tv in una delle trasmissioni di approfondiment0 della 7 e dove Mieli è di casa, o da talk show, presenti giornalisti abituali ospiti  e che di Scajola hanno detto e scritto peste e corna. Da Marco Travaglio a Corrado Formigli, sono per citarne due. Oppure dall’archivio, reso pubblico, realizzato dalla Casa della Legalità di Genova.  Formigli esordì con la ‘Scajola story’ per via del flop della linea area (Alitalia) Villanova d’Albenga – Roma (costo in perdita un milione a volo), ma anche con ‘u ministru‘ passeggero di ‘volo di Stato‘, gli incroci della strade presidiate lungo il tragitto da Villanova d’Albenga – Imperia e ritorno.

Paolo Mieli giornalista, scrittore, storico, durante la lectio magistralis a Imperia e il sindaco Claudio Scajola

Claudio Scajola non soltanto scagionato nei processi ed un paio di prescrizioni (caso Biagi), perdonato più volte dalla moglie Maria Teresa Verda, già insegnante. Scajola sbeffeggiato in decine e decine di trasmissioni televisive, stampa e social, per l’acquisto della ‘casa del Colosseo ‘, additato a ‘grande vecchio‘ nell’operazione fallimentare mega porto di Imperia. In attesa dell’epilogo del processo a Reggio Calabria per l’affaire Matacena per il quale è stato detenuto prima, poi agli arresti domiciliari. La terza volta che varcava la soglia del carcere. Il primo arresto nel 1983, su ordine del magistrato Camillo Davigo, per tentata concussione aggravata (scandalo del casinò di Sanremo) dalla quale fu prosciolto.  In quegli anni nelle redazioni dei quotidiani un direttore riferiva che la presunta vittima della concussione (tentata) conte Giorgio Borletti, interessato ed escluso nella gestione della Casa da gioco fonte di decine di inchieste, arresti, condanne, assoluzioni, avrebbe confidato cosa gli successe realmente e perché decise di fare quella testimonianza che scagionava l’imputato Scajola.

Come non dar credito al giudizio, alla pagella di Mieli ? Perchè dovrebbe azzardare tanto in termini di credibilità, della sua stessa immagine di personaggio rigoroso, preparato, indipendente ? In soccorso di uno Scajola che in molti vedono futuro protagonista della scalata alla politica vincente nella sua Imperia, poi Savona e in Liguria ? Scajola che nel tempo ha riscosso il consenso di tanti elettori per pragmatismo, concretezza, politica del fare. Si pensi al suo attivismo, determinazione, nel raddoppio della ferrovia del ponente fino ad Andora, nell’Aurelia Bis nell’imperiese e tra Villanova ed Alassio, nella variante del Colle di Nava fino a Pieve di Teco, solo per citare alcune opere.

Pare pure significativo il nanismo politico di certi avversari quando abbiamo sollecitato una risposta alla formidabile, pur taciuta o sottovalutata dai media, attestazione di Paolo Mieli. Alcuni hanno preferito tacere, farfugliare, altri ci hanno allegato questa e mail, con il titolino: dimmi con chi vai... ” Mieli è stato sposato con Francesca Socrate dalla quale ha avuto il figlio Lorenzo (1973), con Federica Alatri dalla quale ha avuto Andrea (1979) e con la giornalista Barbara Parodi Delfino dalla quale ha avuto Oleandra (1997)…..”. Cosa c’entra la vita coniugale ? con lo spessore della persona. Si trovini, semmai, altri elementi sulla statura morale e professionale. Se necessario.

E PACE FATTA TRA I CUGINI SCAJOLA, RITIRATA LA QUERELA

 

 


Alassio, salute in classe: sindaco e assessore pranzano con gli alunni. Ristorazione bio e km 0, vince cooperativa. E in 100 alla Messa di don Tedoldi: ‘Ho visto crescere giovani nello spirito e solidarietà di don Bosco’

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La C.I.R., Cooperativa italiana di Ristorazione di Reggio Emilia si è aggiudicata l’appalto per le scuole primarie e materne per i prossimi tre anni, rinnovabili. Per le scuole medie, recentemente trasferite presso l’Istituto Salesiano, è stata attivata una ulteriore convenzione. Appalto con un’importante novità: si sono adeguati al menù bio e a km zero. Altra notizia nel mondo della scuola: l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Alassio partecipa al concorso ‘Genova nel Cuore. Terza notizia: fotoservizio della festa, organizzata dagli ex alunni, per i 70 anni di don Natale Tedoldi, 60 da sacerdote, 50 anni da docente e 27 da preside all’Istituto don Bosco, mentre da 48 anni celebra anche la Messa domenicale nella chiesa-parrocchia dei Cappuccini (vedi anche precedente servizio di trucioli.it). E ora i suoi auspici. Quarta notizia: l’Istituto Salesiano alla Notte Bianca dei Licei Economico Sociali. Infine: due giorni di incassi dei parcheggi pubblici fuori contratto, la giunta destina 3.212,75 € alla Croce Rossa per acquistare una sedia motorizzata.

L’amore unisce ciò che l’uomo spezza: premiazione il 13- 15 novembre 2018
ALASSIO – La seconda elementare di Maria Ausiliatrice  al concorso “Genova nel Cuore”

Gli alunni della scuola Maria Ausiliatrice che partecipano al concorso ‘Genova nel Cuore’

Promuovere tra gli studenti il senso di comunità, dell’impegno civico, della solidarietà, all’indomani dei tragici accadimenti del ponte Morandi: è questa l’idea del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che ha indetto (in collaborazione con la Regione Liguria) il concorso “Genova nel cuore”, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Un’idea accolta con toccante passione dagli allievi della seconda elementare dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. L’amore unisce ciò che l’uomo spezza è il titolo del collage realizzato unendo disegni, articoli di giornale, le foto delle vittime. Un grido di dolore ma con la speranza e consapevolezza che per le generazioni future l’amore possa e debba essere la chiave per affrontare e risolvere i problemi della nostra società, oggi in profonda crisi di valori. I vincitori saranno decretati da una commissione formata da membri del Miur e Regione Liguria, e verranno premiati durante il “Salone Orientamenti” previsto a Genova dal 13 al 15 novembre 2018. Per l’occasione, saranno anche esposti i migliori elaborati.

Melgrati e Macheda alla prova della mensa a chilometro zero
Cooperativa di Reggio Emilia si aggiudica la gara europea per mensa scuole primarie e materne

L’arch Melgrati e l’avv.Macheda sindaco ed assessorre alla menda scolastica

Il sindaco Melgrati e l’assessore Macheda, in classe a pranzo, con il nuovo servizio mensa di ristorazione bio e a km 0 da parte di una cooperativa di Reggio Emilia che si è aggiudicata l’appalto- gara europea

Partito il nuovo servizio di mensa scolastica per le scuole medie, le materne e primarie di Alassio. La gara europea che prevedeva prodotti bio a chilometro zero è stata vinta dalla Cooperativa italiana di Ristorazione di Reggio Emilia. Stamattina il Sindaco e l’Assessore avv. Fabio Macheda hanno “testato” menù e servizio al tavolo coi ragazzi della 2D.

La gara di appalto europea è stata vinta dalla Cooperativa Italiana di Ristorazione, azienda di Reggio Emilia molto nota nell’ambito delle mense aziendali e scolastiche che ha prontamente risposto alle richieste imposte dall’Ufficio Politiche Scolastiche del Comune di Alassio e dall’Asl. Prodotti bio e a chilometro zero e, in prossimità delle festività anche menù della tradizione, tra le novità dei requisiti da soddisfare nell’ambito di un menù che dovrà contenere tutti i nutrienti imposti dalla apposita normativa, fondamentali per un sano apporto energetico e alimentare. A vigilare sulla qualità non solo l’Asl e i dirigenti scolastici, ma anche lo

Il sindaco Melgrati e l’assessore Macheda in visita alle scuole primarie

stesso Assessore alle Politiche Scolastiche, Fabio Macheda, che stamattina, insieme al Sindaco Marco Melgrati ha voluto provare personalmente il servizio, pranzando insieme ai ragazzi delle scuole medie trasferite presso l’Istituto Salesiano.

Credo sia doveroso – commenta infatti – per l’importanza del servizio non solo sotto il profilo economico amministrativo, ma per quello della salute dei nostri figli”. “E‘ stato un pranzo ottimo – aggiunge il sindaco Melgratie ci siamo complimentati anche per il servizio e la pulizia degli spazi dedicati alla mensa. Non ci stancheremo mai di ringraziare l’Istituto Salesiano per la disponibilità e l’accoglienza“.
La C.I.R. dunque gestirà l’appalto per quanto attiene le scuole primarie e materne per i prossimi tre anni, eventualmente rinnovabili. Per quanto attiene le scuole medie, recentemente trasferite presso l’Istituto Salesiano è stata attivata una ulteriore convenzione.
Ancora una volta – aggiunge Machedadevo ringraziare i Salesiani perché non solo allo stesso costo dell’appalto pubblico, hanno accettato di allargare il servizio di mensa scolastica agli studenti delle nostre scuole medie, ma addirittura hanno adeguato il loro menù al nostro: prodotti bio, a km “zero”.“Nei giorni scorsi – conclude Machedaè partito anche il nuovo servizio di vendita dei buoni mensa anche presso l’Ufficio Politiche Scolastiche per rendere sempre più agevole il servizio”.
GLI AUGURI, LA FESTA, LA GIORNATA DI RINGRAZIAMENTO PER DON TEDOLDI

Don Natale Tedoldi durante la partecipata celebrazione della Santa Messa con la presenza del sindaco, ex alunni dell’Istituto don Bosco di Alassio. Un centinaio di persone, in chiesa. Il salesiano ha parlato dell’insegnamento scolastico in linea con l’insegnamento di Don Bosco per promuovere la cristianità nei giovani che, a loro volta, diventano adulti  e fanno da “staffetta” alle nuove generazioni. “E’ una mia grande gioia, soddisfazione aver visto crescere tanti giovani nello spirito di Don Bosco, vederli alcuni “capitani” nel  mondo economico e politico, ma soprattutto “capitani” nella solidarietà sociale, nella carità e nella bontà.”

L’Istituto Salesiano alla Notte Bianca dei Licei Economico Sociali 

Un’iniziativa del Ministero che unisce a distanza tutti i Licei Economico Sociali coinvolti sul tema dei nuovi diritti nel mondo globale.  In tutte le scuole del territorio nazionale, che hanno aderito al progetto, si svolgono iniziative di promozione e di sensibilità verso i temi dell’economia, dell’educazione civica e fiscale e tutti i partecipanti sono coinvolti in laboratori, workshop, animazioni e spettacoli sul tema dell’anno: i nuovi diritti nel mondo globale.

Il progetto prevede che ciascun istituto personalizzi la serata con le proprie iniziative sul tema dato, tenendo ferma la scelta comune di coinvolgere soprattutto gli studenti, che devono essere i veri protagonisti dell’evento. Anche l’Istituto Salesiano Madonna degli Angeli, con il suo Liceo Economico Sociale ha aderito al progetto e ha organizzato per questa sera una serata aperta a tutti e dedicata appunto ai delicati temi dei “diritti nel mondo globale”. Animazione e laboratori a tema e vedranno il coinvolgimento diretto degli alunni dell’istituto, protagonisti tra ruoli di presentatori o moderatori, trasformando la scuola in una vera e propria agorà di dibattito.

A partire dai loro lavori, sono stati i ragazzi e le ragazze della scuola ad affrontare la delicata questione dei diritti globali attraverso microconferenze all’interno delle aule e dell’auditorium che per l’occasione trasformati in luoghi aperti a chiunque vuol conoscere la scuola, i progetti del Les e il lavoro fatto da docenti e studenti nel corso degli anni.

Numerosi  ospiti  hanno accettato l’invito dell’Istituto per portare il proprio contributo in termini di idee ed esperienze. Tra questi il Sindaco di Alassio, Marco Melgrati, l’Assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Alassio Fabio Macheda, don Franco Pirisi (come testimonianza da Teheran), Alfio Lonati (sul tema dei centri di accoglienza), Simona Trinchero (sul tema del diritto al gioco), Andrea Farina (coordinatore dell’osservatorio per i diritti dei minori), il prof. Bruno Schivo (sulla negazione dei diritti civili nel mondo), e la professoressa Laura Boni (sul tema del diritto all’istruzione in carcere).

ALASSIO ISSATA LA BANDIERA PELAGOS

Issata la Bandiera del Santuario Pelagos, in Piazza della Libertà, davanti alla sede municipale del Comune di Alassio.

Da SCT il contributo per la Croce Rossa

“La due giorni di incassi al di fuori del contratto sarà devoluta alla Croce Rossa a integrazione di quanto già raccolto nel corso del Galà di Beneficenza per l’acquisto di una sedia saliscendi motorizzata “Venice Power” per il trasporto delle persone laddove non è possibile intervenire con la lettiga”. La Giunta alassina ha deciso all’unanimità di destinare quanto incassato da SCT nelle due giornate dell’11 e del 12 giugno scorso, quindi al di fuori del proprio contratto di gestione dei parcheggi a pagamento della Città di Alassio, alla Croce Rossa Italiana affinchè possa dotarsi di un prezioso ausilio alla quotidiana opera di soccorso. Si tratta di 3.212,75 Euro che SCT ha già provveduto a restituire all’Amministrazione Comunale e che gli uffici stanno trasmettendo, con apposita determinazione alla sezione locale della CRI.

Alassio ecco Azzurra, la Fiat 500 che salva i bambini. C’è anche l’Ambasciata dell’Uzupis con la più piccola Repubblica nel mondo

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“Un tuo Francobollo per Azzurra”: da Artender, ad Alassio, del gallerista Alessandro Scarpati, la mostra di mail art per sostenere l’Unicef.  Azzurra è la Fiat 500 che salva la vita ai bambini. Lei e la sua fida conduttrice, Elisanna Lippi, sono infatti messaggere di speranza per l’Unicef.

“Un tuo Francobollo per Azzurra”: da Artender la mostra di mail art per sostenere l’Unicef.

Fiat 500 Azzurra Unicef

L’iniziativa di carattere internazionale raccoglie opere e prove d’artista provenienti da tutto il mondo. Sarà aperta al pubblico dal 3 al 10 novembre ad Alassio nella “galleria d’arte sulla spiaggia” di Alessandro Scarpati.

Azzurra è la Fiat 500 che salva la vita ai bambini. Lei e la sua fida conduttrice, Elisanna Lippi, sono infatti messaggere di speranza per l’Unicef. E’ possibile incontrarle più o meno ovunque dove si parli di bambini e di iniziative per il loro benessere e per la loro tutela; e là dove c’è un’idea più o meno originale che possa aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’infanzia ebbene lì troverete Elisanna e la sua Azzurra.

L’ultima iniziativa muove nel segno dell’arte e dell’innovazione.  “Un Tuo Francobollo per Azzurra” è infatti l’intuizione tesa a stimolare gli interessati affinché realizzassero francobolli artistici oppure invii di mail art. Nei mesi scorsi l’invito a spedire francobolli artistici oppure mail art dedicati ad Azzurra è partito sulla rete.

Nessuna regola e gratuita: l’autore poteva scegliere tecnica, formato e numero di opere, non vi sono giurie né premi e i lavori non verranno restituiti, ma esposti  in mostre pubbliche, messi all’asta e acquistate, così da devolvere tutto il ricavato alla stessa Unicef.  Nei mesi scorsi decine e decine di artisti e appassionati hanno fatto pervenire i loro elaborati ed ora, grazie alla collaborazione di Artender, la “galleria sulla spiaggia” di Alessandro Scarpati, che ha messo a disposizione spazi e supporti; grazie alla Tipografia Ciuni che ha stampato centinaia di francobolli sulla base delle prove d’artista pervenute, grazie alla rete di collaboratori e volontari che da anni supportano l’Unicef, Azzurra ed Elisanna Lippi, con il Patrocinio del Comune di Alassio prende vita la prima esposizione della mostra di mail art “Un tuo francobollo per Azzurra”.

L’appuntamento sarà sabato 3 novembre alle ore 12 ad Artender – passeggiata Cadorna 53, ad Alassio – Ci sarà Azzurra, ci sarà Elisanna Lippi e tutti quanti hanno creduto e credono in questo progetto: l’Unicef, l’Associazione Ruote d’Epoca, e l’Ambasciata della Repubblica dell’Uzupis cui si deve la straordinaria diffusione a livello internazionale dell’evento. L’allestimento sarà visitabile fino a sabato 10 novembre dalle 14 alle 17.

LA REPUBBLICA UZUPIS

Ad oggi la Repubblica  dell’Uzupis conta 7000 abitanti e di questi circa 1000 sono artisti. Tra loro si annoverano pittori, fotografi, scultori, scrittori, intellettuali etc. Questo fu l’inizio di un processo di riqualificazione che portò alla fioritura di laboratori artistici, gallerie d’arte, bar e caffè, tutti caratterizzati da una piacevole e particolare atmosfera da Parigi anni ’70.

Il culmine del processo di rinnovamento si ebbe con la creazione della Repubblica di Uzupis il 1 Aprile 1997 grazie alla mente del poeta, musicista e regista di cinema Romas Lileikis che, insieme a dei residenti della zona dichiarò al mondo la fondazione della Repubblica.

Uzupis (che il lituano significa dall’altro lato del fiume) è, come avrete dedotto dal nome, il quartiere sulla sponda destra del fiume Vilnia, separato dalla città vecchia di Vilnius da 7 ponti. Storicamente si tratta di una zona ad alta densità di ebrei che, dopo la seconda guerra mondiale, si ritrovò quasi completamente privata di tutti i suoi abitanti…

La costituzione della repubblica di Uzupis è composta da una serie di tavole traslucide tradotte in diverse lingue del mondo e appese sulle mura di una via della repubblica mettono per iscritto i diritti, doveri e valori dei cittadini.

1. Tutti hanno diritto di vivere vicino al fiume Vilnia e il fiume ha diritto di scorrere
2. Tutti hanno il diritto all’acqua calda, al riscaldamento d’inverno e a un tetto

3. Tutti hanno il diritto di morire ma non è un obbligo
4. Tutti hanno il diritto di fare errori
5. Tutti hanno il diritto di essere unici
6. Tutti hanno il diritto di amare
7. Tutti hanno il diritto di non essere amati
8. Tutti hanno il diritto di essere mediocri e sconosciuti
9. Tutti hanno il diritto di oziare
10. Tutti hanno diritto di amare un gatto e prendersi cura di lui
11. Tutti hanno il diritto di badare al cane fino a quando uno dei due muore
12. Il cane ha diritto di essere un cane
13. Il gatto non è obbligato ad amare il suo padrone, ma deve essere di aiuto nei momenti di necessità

14. A volte si ha il diritto di essere inconsapevoli dei propri doveri
15. Tutti hanno il diritto di avere dei dubbi, ma non è obbligatorio
16. Tutti hanno il diritto di essere felici
17. Tutti hanno il diritto di essere infelici
18. Tutti hanno il diritto di stare in silenzio
19. Tutti hanno il diritto di avere fede
20. Nessuno ha il diritto di usare violenza
21. Tutti hanno il diritto di apprezzare la propria scarsa importanza
22. Nessuno ha il diritto di avere un progetto per l’eternità
23. Tutti hanno il diritto di comprendere
24. Tutti hanno il diritto di non capire

25. Tutti hanno il diritto di appartenere a qualunque nazionalità
26. Tutti hanno il diritto di celebrare o non celebrare il proprio compleanno
27. Tutti devono ricordare il proprio nome
28. Tutti hanno il diritto di dividere ciò che posseggono
29. Nessuno può dividere ciò che non possiede
30. Tutti hanno il diritto di avere fratelli, sorelle e parenti
31. Tutti possono essere indipendenti
32. Tutti sono responsabili della propria libertà
33. Tutti devono poter piangere
34. Tutti hanno il diritto di essere fraintesi
35. Nessuno ha il diritto di dichiarare colpevole il prossimo
36. Tutti hanno il diritto all’individualità
37. Tutti hanno il diritto di non avere diritti
38. Tutti hanno il diritto di non avere paura

39. Non deludere
40. Non combattere
41. Non cedere

Si tratta di una delle costituzioni più belle mai scritte. Pochi paroloni e tanto sentimento la rendono così vicina a chiunque la legga.

Savona, un generale alpino nella storia

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L’iniziativa: “Leggiamo un libro insieme” con i patrocini del Comune di Savona e dell’Associazione nazionale Mogli dei medici, Sezione provinciale di Savona. Presentazione del libro ( 9 novembre 2018, dalle ore 16,30 – alle ore 18,00 presso Sala Rossa del Comune di Savona) dal titolo ‘Un alpino nella storia. Il Generale Giovanni Battista Piovano’.  Autore Giorgio Cugnod.

GIORGIO CUGNOD, autore del libro, nasce a Pamparato (CN) il 30 giugno 1946, ultimo di quattro fratelli. Frequente nel paese natio le Scuole Elementari, poi, a Mondovì dove si è trasferita la famiglia, le Scuole Medie e il Liceo Classico “G.B. Beccaria”. Si laurea all’Università di Torino in Chimica Pura e si dedica all’insegnamento. Nel servizio militare frequenta il 44° Corso ACS presso Scuola Difesa Nucleare, Biologica, Chimica in Rieti e viene trasferito al 4° Reggimento Alpini in Torino e assegnato alla Compagnia Comando Servizi Reggimentali (CCSR) nella caserma “Montegrappa”. Congedatosi si iscrive all’ANA sez. Mondovì, collabora al concorso “Alpini” con il “Baruffi” di Ceva e coordina gli allievi del “Cigna” di Mondovì che vincono il concorso nazionale “Alpini, sempre” indetto dal Gruppo Alpini di Ponzone d’Acqui.

Dalle steppe della Russia a Generale degli alpini è la storia di Giovanni Battista Piovano di Vicoforte. Ferito durante la ritirata del Don nella II guerra mondiale  e per anni in prigionia, rientra a casa e riprende il lavoro nell’esercizio di famiglia per poi rientrare nei ranghi dell’esercito. La sua vita è suddivisa in cinque periodi: la giovinezza, la leva e la guerra, il ritorno a casa ed il lavoro, il rientro nella carriera militare ed infine l’impegno nell’associazionismo e nella solidarietà.

Questo libro è stato, anche, presentato al 5° Salone del Libro della Montagna, edizione 2018, a Frabosa Sottana e in alcuni Comuni italiani.  Parlare degli Alpini, oltre a ricordare le gesta del generale Piovano, sarà un modo per ricordare il loro tributo di solidarietà nella Protezione Civile attuale e nell’impegno nelle diverse spedizioni di pace nel Mondo a cui sono chiamati.

L’Autore, Giorgio Cugnod, nasce a Pamparato nel 1946. Laureato in chimica pura all’Università di Torino, nel servizio militare frequenta il 44° Corpo ACS presso Scuola Difesa Nucleare, Biologia, Chimica in Rieti e poi trasferito alla Compagnia Comando e Servizi Reggimentali (CCSR) nella caserma Montegrappa. Congedato è iscritto all’ ANA di Mondovì.

Silvia Bottaro

 

 

 

 

Savona: la giunta del cambiamento e del declino. In cerca di anticorpi per crescere, senza la banca del territorio. A Cuneo invece

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Savona aveva la sua banca (Carisa) ed è finita alle ortiche. Negli anni ’70, invece, fu svenduta per una faida famigliare la Banca Galleani di Alassio. Una decennio dopo finì in un mare di debiti l’esordio di un ‘credito cooperativo’ ad Albenga. La provincia di Cuneo (590 mila abitanti, contro 280 mila della provincia di Savona) può contare su sei banche di credito cooperativo, altrettante Casse di risparmio, oltre al Banco di Credito Azzoaglio. Savona orfana di un istituto di credito che faccia ripartire e crescere la città e la provincia ? Sempre in cerca di amministratori pubblici in grado di dare del loro meglio per capacità, competenza ? onestà scontata. Intanto assistiamo a continue liti, divisioni, migrazioni da uno schieramento all’altro, rimpasti di giunta.

La pratica di ‘è colpa tua’, ‘tocca a me, non tocca a te’. Campa cavallo e corri, Savona, corri. “I leghisti padroni a palazzo Sisto’. ‘Il voto premia il nostro operato’. Titolavano i quotidiani all’indomani delle politiche del marzo 2018. E nel maggio 2017 nasceva Alpha, associazione della società civile per “migliorare  e rilanciare la città‘ e il suo sindaco ‘socia onoraria’. Gli altri fondatori l’arch. Maria Gilda Falco, il pianista e musicista Loris Orlando, il pediatra del San Paolo, Silvia Zecca. E ancora, componenti della giunta e della maggioranza consiliare: l’assessore Maurizio Scaramuzza, i consiglieri Elda Olin Verney, Andrea Sotgiu avvocato, Alessandro Venturelli insegnante, Giancarlo Dogliotti.

Il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio e l’assessore  Maria Zunato, in quota Lega, allo Sviluppo Economico e Attività Produttive (Industria, Artigianato, Commercio), Politiche attive del Lavoro, Demanio, Progetti per l’Innovazione, Azioni per la Smart City e per l’Agenda Digitale, Personale

CON FEDERICO BERRUTI E LUCA MARTINO – Savona che ha votato e sognato un sindaco e governo del cambiamento. Invece resta in apnea. Solo colpa dei debiti e dei sciagurati derivati che  Federico Berruti sindaco e commercialista continua a difendere ? Colpa in vigilando di un ‘grande (o poco) esperto’ di bilancio e finanze pubbliche come tale Luca Martino assessore con Berruti ? Scriveva il grillino Manuel Meles: “…. il caro assessore, per gli amici “Sbiascico”, con l’ eccezionale  capacità di mangiarsi, durante l’esposizione delle pratiche o quant’altro, cifre, numeri, parole…., usare entrate da indebitamento per la spesa corrente, in modo da non tagliare servizi e non aumentare tasse, ma oggi si ritrova a dover spostare circa 5 milioni di euro (ma non chiamatelo buco di bilancio), dagli avanzi di amministrazione, per coprire l’errore tecnico-contabile…..Nel bilancio i 350 mila euro annui per mantenere la staff del Sindaco…. e oltre 400 mila euro pro Rari Nantes per il mantenimento della piscina….. Il Savona Calcio è fallito e lui da consigliere di amministrazione non si è accorto di nulla e a sua insaputa…”.

LA PRIMAVERA DELLA CAPRIOGLIO E I DEBITI PREGRESSI DEL COMUNE – Doveva essere la ‘primavera’ di Ilaria Caprioglio e dei ‘rivoluzionari’ leghisti. Nelle attese, auspici, promesse: il sindaco e la giunta comunale della svolta. Forti, vento in poppa, con la sfida del porto e della piattaforma, della ripresa edilizia con i grandiosi progetti di riqualificazione. Peccato che continuino a mancare strade adeguate e ferrovia. Non è poco. E il politologo Franco Astengo a ricordare: “.…Com’è noto il Comune di Savona ha perso la causa intentata alla Deutsche Bank sulla tragica questione dei derivati ed è stato condannato a pagare 25 milioni di euro. ....Il colosso bancario tedesco è entrato in scena in un secondo tempo per la ristrutturazione dell’investimento che in origine (amministrazione del sindaco Carlo Ruggeri) era stato effettuato con Merryl Linch. L’errore dell’amministrazione Caprioglio è stato quello di andare a giudizio (ci saranno anche le parcelle da pagare ad uno studio specializzato di Londra) invece di transare una fuoriuscita come molto opportunamente, ma nel 2011, aveva fatto la  giunta Vincenzi a Genova”. E ancora Astengo: “ La notizia del giorno però è questa: interrogato nel merito l’ex sindaco Federico Berruti, uno dei principali responsabili di questo disastro (non da solo beninteso, e non si tratta del solo disastro di una gestione dissennata durata dal 1998 al 2016: gestione poi sostituita da un’altra che davvero è difficile da giudicare data-almeno – l’inconsistenza de non peggio) dichiara: “Rifarei tutto: sono stato tradito dai mercati”.

L’ANALISI NELL’AREA DI CRISI DI SERGIO DEL SANTO – Recentemente il giornalista Sergio Del Santo, tra le memorie storiche della mondo economico e sindacale savonese, già collaboratore di Luciano Pasquale, per anni deus ex macchina di un certo potere, ha rivelato che, nel 2017, ben 21 comuni, inseriti nell’area di crisi, avevano presentato progetti per 1.5 milioni, con i benefici della legge 181 per la riqualificazione industriale. 33 imprese, una spesa di totale di 255 milioni, 700 nuovi posti di lavoro. Come è finita ? Alla chiusura del bando le domande sono scese a 15 con 107 milioni di investimento e 440 addetti.

Savona dove un migliaio di bisognosi hanno presentato domanda all’Inps per accedere al ‘reddito di inclusione‘. C’è chi ipotizza una città con 5 mila poveri e grazie che la Caritas c’è, ci sono le parrocchie, i parroci, le comunità religiose che si prodigano nella carità.  Con servizi sociali del Comune costretti ad una gran mole enorme di lavoro, ma l’organico dell’ufficio è ridotto all’osso per pensionamenti. Il predisse-sesto ed il piano di riequilibrio impediscono inoltre nuove assunzioni. Eppure a Savona è passata inosservata, o quasi, la notizia che sei consiglieri ed un assessore avevano dimenticato di rendere note le proprie dichiarazioni dei redditi secondo la normativa sulla trasparenza. Consiglieri di maggioranza e minoranza ‘ritardatari’: Karunaratne, Ghiso, Roosi, Spivak, Venturino, Saccone, Apicella, Romagnoli.

Giovanni Toti, giornalista e presidente forzista della Regione Liguria

IL PRESIDENTE TOTI: I CITTADINI ASPETTANO RISPOSTE AGLI IMPEGNI – La stessa Savona che in un appello del presidente della Regione, Giovanni Toti, riportato dai media l’8 luglio, invitava i savonesi a porre fine la stagione delle liti e delle divisioni: “I cittadini aspettano risposte agli impegni presi…”. Altro che zuffe quotidiane. Savona, incalzava Toti, ha urgenza di mettere in sicurezza l’Ata, il ciclo dei rifiuti da affrontare con priorità. “Alla città arriveranno 11 milioni tra fondi regionali e governativi, permetteranno di cambiare  finalmente il volto  della città….” . E invece ? Gli ex fedelissimi scrivono alla sindaca: “....mi hai deluso…“. E lei  bolla i contestatori: ‘traditori ‘, strumento di lotte politiche e faide personali. “Chi siete voi per accusarmi….? Delegittimarmi…“.

Savona dove le strumentalizzazioni portano pure alla ribalta minoranze ed estremisti, gruppuscoli e facinorosi. Il confronto dialettico si trasforma in incendio, coinvolgendo fascisti (?) ed antifascisti (?) in una gara a chi spara di più. Tutta gente che si preoccupa di accelerare i progetti di sviluppo e di crescita ? Opere pubbliche, temi di edilizia privata in attesa di una scelta definitiva, coraggiosa ed utile alla città, senza  le armi dei talebani contro chi investe e deve avere il suo tornaconto diciamo pure non speculativo. Dall’urbanistica ai lavori pubblici ? Alla legalità diffusa, perfino lotta ai mendicanti, terra bruciata venne annunciato a titoloni. Finalmente una città ‘pulita e ripulita‘ osannava la Lega.

I confronti – scontri nella maggioranza di centro destra che aveva beneficiato del ‘regalo’  M5S (leggi candidato sindaco) spesso all’ordine del giorno. E quale sorte ha avuto il ‘tagliando‘, a due anni e qualche mese, della giunta Caprioglio ? Chi lascia ed abbandona la sindaca è animato da un sincero e pragmatico spirito di resistenza che non teme i revisionismi. Conosce i fatti e la stagnazione in cui si dibatte la città, al di là della buona volontà e dei buoni propositi. E’ saggio abbandonare nel momento in cui la prima sindaca donna di Savona non è mai stata così debole ed accerchiata da dissenso e malessere, delusione, che parte dal basso ? Una sindaca capace di ‘perdere’ l’addetto stampa a Palazzo Sisto, giornalista a modo, preparato, corretto, trait d’ union con l’informazione e la comunità. Proprio oggi che la politica è soprattutto comunicazione. Lega di Salvini e M5S di Di Maio docet.  L’ha capito Alassio, Albenga, Loano con ufficio stampa e prossimamente altre cittadine.

QUANDO IL CAPOLUOGO E LA PROVINCIA ERANO ALLE STELLE  – Savona con sviluppo al palo e vede crescere disuguaglianze economiche, sgretolarsi parti significative dello stato sociale. Dove è finita la propaganda elettorale del centro destra (quando era unito) che predicava l’indispensabile ‘spinta propulsiva e innovativa‘ di una città prossima al ‘disarmo‘ nonostante gli annunci. Dove si assiste ad linguaggio poco consono alla prudenza e alla cautela, con metafore che producono danni piuttosto di benefici. E si spacciano obiettivi che restano tali confidando nei senza memoria, nell’oblio e nella disinformazione.

I savonesi che nel ‘primo rapporto‘ anni ’70 della Provincia, testo di Giannello Beniscelli, potevano leggere:  “Senza clamori reclamizzati, senza improvvisazioni (anzi sfruttando le esperienze lungamente acquisite); forse con un riserbo eccessivo e con quell’orgoglioso puntiglio di chi aspirando al successo, lo conquista prima ancora dei proclamarlo ai quattro venti. Le imprese e le aziende sono nate così: come sviluppo di promettenti mestieri, graduali investimenti in attività produttive, caute realizzazioni di idee abbastanza ardite al momento della loro enunciazione e poi condotte con criteri di praticità e vivace spirito di iniziativa. I nomi  dei ‘pionieri’, degli imprenditori di questa provincia sono noti a tutti ed ancora vivi, nel ricordo,  poichè hanno costruito  una parte di storia civica. Hanno creato l’industria del Savonese; nelle città e nei paesi dove esisteva soltanto il lavoro artigiano, dove operavano pochi cantieri, si trascinavano  stancamente  le attività pescherecce ed agricole e la risorsa del turismo iniziava a dare i primi frutti.  L’industria nostrana  ha rappresentato, sempre, un essenziale  complemento del lavoro portuale. E grazie ai programmatori di ieri e di oggi l’evoluzione industriale  del Savonese rappresenta  la continuazione di imprese più antiche, con dimensioni artigianali e che utilizzavano i capitali offerti dalla natura ed in certi ambienti. C’era abbondanza di boschi e legna, di corsi d’acqua…Poi gli anni dell’industria chimica, anche più di quella metallurgica rappresenta la struttura portante dell’economia savonese…”.

Purtroppo le cautele di ordine ecologico riservarono tragiche sorprese di inquinamento. E l’enorme realtà produttiva aveva una dimensione regionale e nazionale. Dovette fare i conti (spesso errati) con scelte politiche, di pianificatori che vedevano coinvolto anche  il ‘Comitato per lo sviluppo dell’industria chimica’. Il catasto industriale della provincia di Savona formato anche da industrie elettriche, estrattive, minerarie, olearie, cartarie, tipografiche, dei trasporti, del legno, degli alimentari e dei prodotti conservati, delle bevande, dell’abbigliamento, dei refrattari, dei pellami, dei saponi e dei farmaceutici non ha retto alle sfide, non ha potuto contare sulla programmazione e sulle infrastrutture, l’innovazione.

NEGLI ANNI ’70 L’INDUSTRIA SAVONESE DAVA LAVORO A 26 MILA PERSONE – Savona capoluogo, con i centri del suo circondario (Albissola, Vado e Quiliano) comprendeva nel 1975, anni in cui Beniscelli scrisse il libro, un centinaio di industrie di varia capacità, con 1900 impiegati e 11 mila operai. Il comprensorio di Varazze contava 16 industrie e mille operai, 140 impiegati. Il comprensorio di Cairo Montenotte totalizzava 58 stabilimenti con 7.182 operai e 1400 impiegati. Il comprensorio di Albenga  22 industrie con 400 operai e 73 impiegati. Quello di Finale Ligure riuniva 16 impianti con 1500 operai e 350 impiegati.  In tutta la provincia le aziende  oltre 200, senza contare le imprese edili e gli addetti ammontavano a 26 mila unità. Già allora si dibatteva il problema di fondo: l’adeguamento dei piani di organizzazione territoriale. Dei quali “si dovrà parlare in termini europei”.  Il turismo, all’ora, definito “capace di offrire un essenziale contributo al rafforzamento  dell’economia provinciale”. Gli ostacoli burocratici, l’assenza di sburocratizzazione, anzi, il contrario, si è fatta ancora più devastante. L’incapacità e l’inarrestabile china di una classe politica e sindacale molto mediocre, molto miope che ha finito per prevalere, creare la carovana perdente. Con un modo imprenditoriale che, a sua volta, si è fatto coinvolgere e trascinare nella disfatta.

Chi ha avuto la possibilità di viaggiare nella Germania riunificata, prima e dopo, in altri paesi del centro e Nord Europa, in Francia, in Spagna e Portogallo, potrà fare confronti. Dove sono arrivati loro e cosa è invece accaduto dalle nostre parti.

Savona che si mobilita, a leggere giornali e social, temendo per l’ordine pubblico, causa cortei e manifestazioni, qualche provocatore esperto di atti vandalici che ha però bisogno della cassa di risonanza. Parlatene male…., purché ne parliate. Si recrimina sui cortei antifascisti perché contestano sindaco e prefetto, come si trattasse o alla stregua di un’emergenza sociale. Che invece è drammatica sul fronte dell’occupazione lavorativa sempre più in ginocchio. La migrazione dei giovani laureati e diplomati, o comunque alla ricerca di un avvenire.

A SAVONA CI SONO DAVVERO I FASCISTI E GERMOGLIA IL FASCISMO  ? – E invece meglio gridare, urlare, imprecare,  fiumi di inchiostro, diluvi di dichiarazioni per: ‘ il fascismo che ritorna‘. Nacque il 28 ottobre del 1922. Fascista e fascismo, termini assai abusati nel definire certi comportamenti dei nostri giorni, ha di recente osservato Corrado Augias alla sua trasmissione  pomeridiana a Rai 3. Quanti, ha osservato,  durante il ventennio del regime, hanno convissuto col fascismo senza professare una dittatura tutta italiana ed unica in Europa. E Savona dove  un corteo antifascista (chi dice 1000, chi 1500 manifestanti), a leggere i media, ‘rischia di provocare la crisi a palazzo Sisto’. Motivo: la Lega attacca  la sindaca Caprioglio per la sua presenza tra i manifestanti che insultavano Salavini e tra i contestatori i centri sociali.

C’è invece chi parla di virata, a destra destra, della Lega di Salvini. Ricorda che lui, a differenza di Umberto Bossi,  non cita mai la Resistenza, né ‘ i leghisti nuovi partigiani’. Essere un sindaco, rimprovera alla Caprioglio il vice presidente della giunta regionale Sonia Viale, leghista da lunga data, ex sottosegretario di Stato nel governo Berlusconi – Maroni, “non significa solo amministrare, significa pure prendere posizioni politiche“. Per lo sviluppo della città, perché risorga o per distrarre l’opinione pubblica su tematiche assai poco coinvolgenti della società civile.

Già, oggi il vero dilemma di Savona è che nessuno, o forse solo i militanti e pochi loro fans, sembra rendersi conto che la ‘città’ è amministrata da troppi dilettanti. E urla, invettive, striscioni, titoloni, finiscono per ‘nascondere’ il vero dramma sociale ed economico in cui continua a precipitare Savona. Il voto degli elettori sognava la svolta, il rilancio, lavoro e sviluppo, opere pubbliche ed interventi strategici.

Altro che rimettersi in sella e pedalare. Mesi di attesa per il rimpasto in giunta, per sostituire un assessore importante della Lega eletto in parlamento. Siamo rimasti alla stagione degli annunci. E lo scenario provinciale non è certo tra i più incoraggianti come documentano statistiche e trend turistico, industriale, i numeri, fame di infrastrutture e dove si è iniziato (Aurelia bis) i tempi continuano a dilatarsi.

DALLA FRANCIA 32 MILIONI DI TONNELLATE SU STRADE E ROTAIE

E IL PONENTE LIGURE AFFAMATO  DI INFRASTRUTTURE  – Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino Pd, dichiara ai media che 32 milioni di tonnellate di merce transitano dai valichi francesi verso l’Italia, Ventimiglia inclusa. Ma i no alla Tav (Lione – Torino) hanno preso vigore, la ferrovia  ligure è  sempre strozzata, tra Andora e Finale, naufragato il progetto del binario Bastia d’Albenga – Garessio, stazione intermedia a Erli.

L’Autofiori in panne ed inadeguata al traffico pesante. I progetti dell’autostrada Albenga – Garessio – Ceva o Borghetto Santo Spirito – Predosa sono al punto di partenza, anzi neppure considerati priorità. L’Aurelia bis, capace di alleggerire la vecchia statale ormai ‘soffocata’ e ridotta a strada urbana, in molte zone della Riviera vede l’ipotesi di tracciato ormai immolato al mercato immobiliare delle seconde case. L’autostrada Savona – Torino è ‘azzoppata’ da divieti di transito nel tratto savonese a certe tonnellate. E ora anche la sciagura del Ponte Morandi, le ripercussione a ponente.

L’articolo di Del Santo concludeva: “…Si rischia sempre di finire con gli accordi di programma  quando manca un’analisi chiara e condivisa  dei bisogni, quando non si scelgono delle priorità su cui puntare ma ci si limita  ad affidare la gestione di un piano a organismi come Invitalia che, conoscendo il territorio, si limiterà comunque a fare il suo mestiere, vale a dire a gestire in perfetto stile burocratico gli interventi raccolti dai soggetti più diversi”.

Savona e la sua provincia non possono neppure più puntare l’indice contro la banca di riferimento del territorio, quale era la Carisa, prima e subito dopo la sua acquisizione che doveva comunque salvaguardare autonomia ed incisività, vicinanza attiva al contesto socio economico locale, alle imprese. Invece il ‘vuoto’. Si sono insediati banche ed istituti di credito cuneesi, piemontesi e lombardi. E in previsione l’assorbimento Carige nell’area milanese della finanza.

La provincia di Savona che può leggere i valori economici ed umani del Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca: 1518 filiali, 10.973 dipendenti, 72,7 mld di attivo, 44 mld di impieghi, 6,7 patrimonio netti 18,2 cet1 ratio. I valori economici e umani delle sei banche di credito cooperativo piemontesi è di oltre 50 mila soci, 115 filiali, 740 dipendenti oltre 3 mld di impieghi e 6 mld di Raccolta. “Questo consentirà – è scritto nel prospetto promozionale pubblicato a pagamento sui quotidiani –  di valorizzare, all’interno del Gruppo, un’area  territoriale  di fondamentale importanza per l’economia nazionale per uno sviluppo di un sistema della macroregione del Nord Ovest”.

Altro che galli e galletti, da cortile savonese, che litigano e si beccano 350 su 360 giorni l’anno. Ora si sono aggiunti i cortei, le lapidi, le contrapposizioni, gli immancabili sciacalli da vandalismo, a distrarre, farci dimenticare dove siamo rimasti o meglio sprofondati. Quel ponente ligure, compresa Imperia e la sua Riviera dei Fiori, che non può neppure più fregiarsi di una banca per il sano sviluppo del suo territorio. Il suo ultimo ‘banchiere’ di riferimento è stato messo alla porta, gentilmente, anche dalla Carige.

Luciano Corrado

 

 

Noli, l’Ufficio tributi e la trasparenza

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Ancora una volta, nel consultare l’Albo pretorio del Comune, prendo spunto da una determina dell’Area Economico Finanziaria. La N.492 del 28/09/18 con oggetto: “Affidamento incarico Avv. Maria Suppa dello studio legale tributario Avv. Antonio Chiarello & Avv. Maria Suppa (con sede in Via Ludovico Ariosto n. 43 in Lecce) dell’incarico di patrocinio legale per la difesa del Comune avverso ricorsi ICI-IMU proposti in commissione tributaria regionale di Genova” per esprimere alcune considerazioni, anche queste forse destinate a non avere risposta, come quelle formulate un mese fa su questo blog. Importante è informare e chi tace acconsente ? A Noli pare di si.
Ultimamente, per mia conoscenza, questa è la seconda volta che l’ufficio tributi del Comune di Noli ottiene il necessario benestare della Giunta alla richiesta dell’uso di “assistenza  giuridico amministrativa” che non giustificano, così come troppo genericamente formulate, il perchè al ricorso di tale non motivato intervento oneroso.
Sottolineo questo perchè, con Delibera di Giunta N. 151 del 23/11/2006 (sindaco Repetto valida tutt’oggi) la (Rag.) signora Flavia Giordano, promossa responsabile dell’ufficio tributi, veniva autorizzata “…a resistere ed a rappresentare il Comune di Noli a difendere gli interessi nei giudizi promossi davanti alle Commissioni Tributarie di ogni ordine e grado” e per questa responsabilità viene remunerata con la ‘posizione’ prevista dal contratto di lavoro sindacale, cioè quella di capo area economica finanziaria, con un riconoscimento mensile (attuale) di 1.079€, oltre lo stipendio dovuto alla categoria (D4) di appartenenza.
L’art.8 del contratto di lavoro del 31/03/1999 (CCNL revisione sistema classificazione professionale) prevede, tra l’altro, per le posizioni organizzative (D) : a) “lo svolgimento di funzioni di direzione di unità organizzative di particolare complessità,caratterizzate da elevato grado di autonomia gestionale e organizzativa b) lo svolgimento di attività con contenuti di alta professionalità e specializzazione correlate a diplomi di laurea e/o di scuole universitarie e/o alla iscrizione ad albi professionali“.
La genericità del deliberato di questa determina nel pluralizzare i ricorsi (quanti? più di uno? – raggruppati?) come giustificano l’entità dell’intervento di 4.200€ lorde ?
A maggior ragione, non si capisce con quale criterio la Giunta debba assecondare l’onerosità per un ricorso  in appello presso la Commissione Tributaria di Genova ad un legale esterno, quando la o le stesse cause interessanti questa determina sono state vinte dal Comune, presumibilmente rappresentato in sede di contenzioso di 1° grado dalla stessa Sig.ra Giordano.
La funzionaria, infatti, risulterebbe sempre presente a difendere le notifiche di accertamento da lei stessa  firmate, sia a Savona che a Genova, e che quindi è ben a conoscenza, come in questo/i casi, delle procedure che hanno portato il Comune ad essere vincitore presso la Commissione Provinciale di Savona.
Trasparenza negli atti significa giustificare la richiesta, non semplicemente  dare atto “che è necessario procedere all’affidamento ad un legale qualificato dell’incarico di costituzione, di assistenza con successiva difesa e rappresentanza legale dell’Ente nei giudizi presentati nel corso del corrente anno stante la mancanza di un’avvocatura interna”.
Quali sono le specifiche cause/carenze che impediscono al funzionario di difendere  il Comune?   Tra l’altro, avendo oggi in sede un esperto  in materia legale/tributaria come l’attuale Segretario Comunale (laureato in legge), addirittura proveniente dall’Agenzia delle Entrate da poter facilmente consultare. Per altro, lo stesso incarico professionale poteva (e forse anche doveva) essere affidato all’Avvocatura dello Stato, tanto in questa pratica così in tutte le altre.
Dare quindi la possibilità all’utenza che legge la determina, di capire il perchè di un intervento oneroso che ragionevolmente non avrebbe motivo di richiesta.
Incarichi, consulenze, affidamenti non “ben giustificati/motivati” per e con la dovuta trasparenza, causa di interventi onerosi per l’Ente pubblico  che la Corte dei Conti, ormai da tempo, e per ovvi motivi…. invitava ad abbandonare, tendono forse oggi a riapparire in questo Comune?
La “seconda volta” a cui accennavo in precedenza, si riferisce alla Delibera di Giunta (Niccoli)  N. 15 del 24/02/2016.
In questa delibera si certifica che il Comune (l’Ufficio Tributi) risulta soccombente presso la Commissione Tributaria Provinciale che accoglie il ricorso della controparte e condanna il Comune al pagamento delle spese di lite in 850,00€ (debito fuori bilancio, in seguito votato in  Consiglio Comunale con il benevolo “silenzio” della minoranza… questa volta senza “show”… come dice il Sindaco Niccoli quando la stessa minoranza coglie l’occasione per essere protagonista battendo i pugni sul tavolo in mancanza di risposte esaustive).
Si certifica, inoltre, che “il Giudice di 1° grado non ha potuto valutare le motivazioni che hanno portato all’emissione degli accertamenti in argomento da parte del Comune di Noli, in quanto lo stesso non si è costituito”. (!)
Ragion per cui si delibera di costituirsi in giudizio proponendo appello avverso sentenza della Commissione Tributaria di Savona e di conferire l’incarico all’Avv. Riccardo Maoli, disponibile ad accettare con un compenso di oltre 4.000€  (deliberato sempre con le stesse motivazioni poco trasparenti).
Quali sono le motivazioni per cui il Comune (Ufficio Tributi) non si è costituito, e che quindi ora dovrebbero giustificare tale richiesta? Leggendo la delibera viene logica la domanda che, invece, rimane nascosta, senza risposta, tra due “stanze” della casa di tutti “quelli che pagano“. Comunemente considerata ‘Casa di vetro‘, ovvero dove la trasparenza dovrebbe essere praticata nel rispetto dello Stato di diritto e della democrazia.
Quale tipo di errore? Errore umano? Perdonato?…condonato?, sempre a carico del contribuente?
Simile, ad esempio, a quello che ha prodotto la chiusura delle scuole medie a Noli ?  (con tanto di resoconto da parte mia su Trucioli.it, oggetto di querela, ma guarda caso archiviata in fase istruttoria dal PM, non impugnata dal querelante D.B. funzionario comunale)
Oppure la mancata costituzione in giudizio da parte del Comune all’udienza preliminare nella causa intentata dal civ.14 di Via Belvedere contro il Comune stesso, con l’impossibilità di attivare l’assicurazione: oggi il Comune è scoperto e ci sono in ballo oltre 1.200.000€! soggetti ad aumentare mese per mese (da sentenza).
A questo proposito sarebbe interessante rileggere una delle tante note su questa oscura vicenda ancora oggi non dovutamente chiarita, ma certamente da chiarire: Trucioli.it del 14/01/2016″ Noli, è giallo nel Comune contumace”  ad oggi 1.679 visite (vedi); ed anche Trucioli.it del 28/01/2016 “Noli, a chi (non) giova la verità?” con 1678 visite (vedi), inevasa…da coloro che invocano la chiarezza come bandiera.
Entrambe questi due ultimi esempi di “dimenticanze” ingiustificate, hanno e stanno creando  una serie di pesanti  conseguenze finanziarie, guarda caso sempre a carico del contribuente.
Infine, analizzando i due argomenti oggetto di questa nota, si riscontrano situazioni scomode che non ti aspetteresti prodotte da parte di questo ufficio tributi che vorrebbe dimostrare, invece, di essere sempre puntuale, brillante, preparato nel ricercare i “peli nell’uovo” (anche quando  sbaglia – e il contribuente paga) (vedi) Trucioli.it No 116 del 9/3/17 con 1.354 visite.
IL CARRO DAVANTI AI BUOI – Ho finito di scrivere le note di cui sopra senza poter visionare sull’Albo pretorio la pubblicazione della delibera di giunta, oggetto dell’atto propedeutico necessario per l’autorizzazione a formulare   questa determina, la 492 del 28 settembre 2018 già pubblicata, pensando ad un ritardo. Infatti la pubblicazione è apparsa solo in data 30/10/18 , con due  delibere, la 91 e la 92 entrambe deliberate il 10/10/18.
Ma……SORPRESA ! Mentre la determina No 492 da parte dell’Ufficio tributi porta la data 28 settembre 2018, le due Delibere di Giunta, la No. 91 e 92 sono del 10 ottobre, quindi deliberate a posteriori!
Domanda: è legittimo? E’ conforme? Commenti ? Conclusioni? Li lascio a chi legge.
Per chi ricorda i compiti attribuiti al rigoroso “Comitato di Controllo” sugli atti pubblici, istituzione abrogata dalla legge Bassanini, concorderà che queste due delibere, così formulate, sarebbero state, indubbiamente e come minimo, oggetto di richiesta di chiarimenti, se non  annullate, proprio perchè palesemente  in assenza di trasparenza nel motivare la necessità di spesa di denaro pubblico.

DOVEROSA PRECISAZIONE – Su Trucioli.it dello scorso 11 ottobre scrivevo che il Presidente della Fondazione S.Antonio, il  Dott. Massimo Recalcati,  risultava dimissionario dal gennaio 2017. Ci è stato segnalato, alla direzione ed al sottoscritto, che, invece, le dimissioni portano la data del 30 gennaio 2018: corretta  precisazione.
Ringraziamo la persona che, leggendo, e a conoscenza dell’atto perché componente dell’organico della Fondazione, ha collaborato a stabilire la verità, subito evidenziata.
Convinto di aver udito… gennaio 2017, ho voluto così ascoltare la registrazione del Consiglio per farmene una ragione.
Ebbene, all’inizio della risposta, senza le solite poco educate sovrapposizioni nel dialogare ad alta voce che impediscono un auspicabile buon ascolto nella sala, per due volte il Sindaco ha ripetuto distintamente la data del 30 gennaio 2017 come ricevimento della lettera che comunicava le dimissioni.

LUTTI CITTADINI
Bruzzone Amelia ved. Magnone ha lasciato a 82 anni i suoi tre figli con le relative famiglie. Insieme al marito ha gestito con professionalità  e dedizione una panetteria con forno nel centro storico. Signora caratterialmente gioviale, di compagnia, lascia un ottimo ricordo tra i tanti amici presenti al suo funerale nella chiesa di Voze.

Carlo Gambetta

DELIBERE DI GIUNTA E DETERMINE DEL COMUNE DI NOLI

Pietra Ligure: “Si restituisca al S. Corona l’Azienda sanitaria”. E sede distaccata della facoltà di Medicina e chirurgia. Proposta di Carrara alle future giunte di centro destra

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Non ricordiamoci dell’importanza di un ospedale, all’altezza del fabbisogno dei malati e della comunità, solo quando proviamo sulla nostra pelle la Sanità del territorio. Come è scandaloso, miope, abituarsi alla denuncia di un cardiopatico che si vede “fissare” una visita cardiologica addirittura per fine marzo 2019. Come è autolesionismo non essere uniti e coesi affinché il ponente ligure abbia una rete autostradale da paese civile che non mortifichi, pregiudichi turismo e sviluppo, qualità di vita. C’è un territorio incapace di dotarsi di nuova autostrada (Albenga – Garessio- Ceva o Borghetto S.S. – Carcare – Predosa). Incapace di rendere prioritario il raddoppio ferroviario Andora – Finale Ligure. Temi discussi in un confronto pubblico tenutosi a Pietra Ligure e che ha visto protagonisti Angelo Vaccarezza e Mario  Carrara. Prime prove, si direbbe, di uno schieramento di centro destra, modello Toti e che vedrebbe la Lega coinvolta nella lista unica impegnata a battere il centro sinistra dell’ex sindaco Luigi De Vincenzi, a sua volta vice presidente e consigliere regionale Pd. Chi riuscirà tra i due schieramenti e aspiranti alla vittoria a presentarsi unito ? Chi riuscirà ad organizzare una o più liste di ‘disturbo’ ?

Angelo Vaccarezza intervenuto alla serata organizzata dalla Lista Civica dei Pietresi

Un’occasione per rispolverare vecchie problematiche, più attuali che mai. Ma anche sparare sulle responsabilità politiche per la grave perdita di competitività del Santa Corona (tra gli anni ’70 e  ’90 ancora un centro con molte eccellenze, dalle specialità, agli staff medici a partire dai primari ). Nel mirino il tandem Burlando – Moltaldo che hanno imposto la  deaziendalizzazione del nosocomio sull’altare dei risparmi e del bilancio regionale (non sappiamo quale sia stato e sia l’importo risparmiato), ma anche il ruolo passivo dell’ex sindaco pidiessino Luigi De Vincenzi, probabile ricandidato alle prossime comunali.

Scelte sciagurate per la sorte del Santa Corona: dalla fuga di medici specialisti al complessivo livello qualitativo che tutto sommato resiste grazie alla sua particolarità di non essere una struttura elefantiaca. Al rischio che il Dea di secondo livello resti azzoppato (vedi la cardiochirurgia ora solo in deroga), mentre lo sbandierato progetto del monoblocco non sarebbe mai arrivato in Regione. Contro il declino del Santa Corona si propone il ritorno ad Azienda Sanitaria, ipotesi che dovrebbero far propria, dal 2019, tutte le giunte di centro destra dopo il risultato elettorale.

Mario Carrara ha pure lanciato un’idea inedita per il rilancio del nosocomio che serve un vasto ‘bacino di utenza’ e di emergenza: il ponente ligure ed in parte il Basso Piemonte. Propone l’istituzione di Facoltà universitarie, sezione distaccata di Genova, per Medicina e Chirurgia. Insomma ridare al Santa Corona ciò che è stato dissennatamente tolto. Ma forse ogni difesa, anzi ogni spinta propulsiva acquista più forza e possibilità di concretezza se si è uniti e coesi. Non si può da una parte invocare la Sanità ‘modello e conquista sociale’ e poi scivolare verso la privatizzazione e la trasformazione degli ospedali in terra di conquista per imprenditori alla ricerca di profitti sulla salute dei cittadini.

Serve trovare un punto di incontro a meno che anche la Sanità continui ad essere motivo di lacerazioni e tra i due litiganti, recita il vecchio adagio, il terzo ( ovvero la privatizzazione) gode.  Il confronto, la sintesi, la dialettica propositiva e costruttiva piuttosto che una ‘guerra continua’ e di cui tutti, o quasi, finiamo per subire le conseguenze più o meno deleterie. E di cui si è fatto l’elenco principale.

LA SERATA CON UN INVITATO SPECIALE – Invitato dalla Lista Civica dei Pietresi, Angelo Vaccarezza, Capogruppo Consiliare di Forza Italia al Consiglio regionale ligure, ha tenuto, di fronte ad una sala gremita, una conferenza sul tema : “ Il Ponente Ligure dal crollo del ponte Morandi ad occasione di rilancio: infrastrutture , collegamenti, spiagge ed arenili “.

Angelo Vaccarezza e Mario Carrara durante il confronto con i cittadini

Mario Carrara introducendo la riunione ha sottolineato come, in Liguria dal 1967, dalla costruzione dell’Autostrada dei Fiori, in tema di infrastrutture, non sia stato fatto più niente: nulla! Ciò,  nonostante negli anni ci sia stato un aumento vertiginoso del traffico automobilistico e dei camion e Tir internazionali. Ha di nuovo rimarcato come la stessa autostrada nonostante abbia le tariffe tra le più care d’Italia, non possieda tutte le caratteristiche tecniche idonee, per essere considerata tale, mancando delle corsie d’emergenza, soprattutto nelle gallerie, e di guard rail a norma, operando in regime di “deroga”; infine, come, in una situazione del genere,  appaiano più che ingiustificati gli aumenti tariffari che vengono attuati ad ogni inizio d’anno.

Carrara ha evidenziato come Vaccarezza si sia impegnato fortemente per migliorare la situazione infrastrutturale del Ponente ligure con le ipotesi di nuovi collegamenti autostradali come la “Albenga-Garessio-Ceva” o come la “Borghetto-Carcare-Predosa”, opere che, tra l’altro, eviterebbero il verificarsi degli incolonnamenti infiniti dei Tir fino a Genova per salire, poi in pianura Padana;  oltreché, ovviamente,  costituire alternative valide al traffico turistico.

Angelo Vaccarezza ha ribadito l’imprescindibilità della prosecuzione e del completamento delle nuove opere già in corso di esecuzione come la “gronda” di Genova ed il  “terzo valico” ferroviario; opera, la prima,  che consentirà di “liberare” Genova dalla “morsa” delle automobili, e notevoli risparmi sui tempi di percorrenza, per gli automobilisti; la seconda,  invece,  consentirà d’aver più treni in direzione Milano,  treni che potranno ridurre i tempi di percorrenza con la Lombardia e che costituiranno per il traffico delle merci di avere una valida, rapida e, soprattutto, conveniente alternativa  rispetto al trasporto “su gomma”.

Sul tema delle nuove infrastrutture, di cui il Ponente ha bisogno, ha sottolineato come, sia per l’Autostrada dei Fiori e per l’Autostrada Savona-Torino una componente rilevante del capitale sia in capo alla Provincia di Savona, quindi il collegamento “trasversale” tra le due autostrade, rappresentato specialmente dalla Borghetto-Carcare-Predosa potrebbe essere più attuabile; ovviamente, secondo un percorso concordato con gli enti territoriali attraversati. Il capogruppo di FI in Regione, ex presidente della Provincia, ex sindaco di Loano, ex vice presidente Autofiori, ha anche rimarcato come la rilevante partecipazione azionaria detenuta ora dalla Provincia di Savona e ottenuta all’epoca della sua presidenza,  si sia rivelato come un ottimo affare sotto il profilo finanziario perché consente a quell’Ente di conseguire significativi introiti dai dividendi,  rappresentando una risorsa finanziaria di sicuro affidamento ed investimento.

L’intervendo dell’on Sara Foscolo

Per quanto riguarda il raddoppio e lo spostamento a monte della ferrovia, nella tratta Finale Ligure-Andora, ma specialmente nella raccapricciante tratta a binario unico, ottocentesca,  tra Finale e Loano non ci debbano essere più indugi: c’è un progetto, che potrà anche non essere il migliore possibile, ma c’è! La sconcertante “uscita” di qualche giorno fa del ministero delle infrastrutture (poi subito rettificata), che ha parlato di verifica della “fattibilità” del progetto, è un non senso perché già i Comuni rivieraschi si sono espressi in merito su un progetto, ben reale e concreto;  quello che manca è il danaro necessario per attuarlo.

Bisognerà vedere se questo Governo, che, pur avendo una componente politica che dimostra di non conoscere bene la realtà territoriale ligure,  ne ha pur un’altra che, invece,  la conosce “bene“, avrà la volontà di finanziare quest’opera, che non rappresenta una necessità secondaria,  ma la realizzazione ed il completamento di un collegamento primario internazionale, che non può più attendere oltre. Oggi tutti i disservizi per l’utenza e tutte le mancate possibilità di sviluppo dell’economia turistica di metà regione sono dovuti a questa “incompiuta”, anacronistica ed assurda situazione di un tratto,  pur limitato, di ferrovia ancora sul tracciato originario del 1860!

La conferenza è proseguita con vari interventi e si è,  quindi,  conclusa con quello di Mario Carrara che ha sottolineato come l’incontro abbia rappresentato l’occasione per avere un confronto col nostro rappresentante in Regione circa i temi infrastrutturali del nostro territorio che si evidenziano sempre più  come la principale di tutte le questioni del Ponente, ma anche come un’occasione per rinsaldare e “tenere unito” il centrodestra in tutte le sue componenti.

Ha chiuso l’incontro l’intervento di saluto dell’on. Sara Foscolo. A questa conferenza con gli esponenti del centrodestra me seguiranno altre.

Il “siparietto” iniziale sul Santa Corona

Angelo Vaccarezza e l’on. Sara Foscolo

In inizio della conferenza, dal pubblico, è  stata sollevata la questione dello stato dell’ospedale Santa Corona, considerato in forte, progressivo degrado ed impoverimento di potenzialità e servizi;  uno dei presenti ha lamentato come egli,  cardiopatico, si sia visto “fissare” una visita cardiologica addirittura per la fine del prossimo mese di Marzo 2019! Angelo Vaccarezza non si è sottratto dall’affrontare la questione, ricordando come la situazione del Santa Corona attuale tragga l’origine del suoi mali dalla “deaziendalizzazione” dell’ospedale stesso, voluta ed imposta dalla precedente Giunta regionale a predominio del PD,  col presidente Burlando e,  soprattutto,  dall’assessore alla Sanità, Montaldo. Ha,  inoltre,  ricordato come “contro” la stessa perdita della qualifica di “Azienda sanitaria“, molti Comuni della Riviera sì batterono strenuamente sia votando “contro” alla deaziendalizzazione nella conferenza dei Sindaci, che “dopo”, quando la perdita dell’azienda fu decisa, opponendosi con un ricorso al TAR,  peraltro, vinto, ma invano. A queste iniziative,  non si associarono gran parte dei Sindaci del centrosinistra,  tra cui quello del Comune di Pietra Ligure che, nella conferenza dei Sindaci SI ASTENNE. Sindaco che,  ora,  da Consigliere regionale dello stesso PD, interviene spesso sull’ospedale.

Vaccarezza ha concluso ricordando come l’impegno per la salvaguardia del DEA di secondo livello sia una questione imprescindibile,  come pure ha sottolineato che la Regione Liguria in provincia di Savona, pur con l’apporto dei privati, sia riuscita a conservare (forse unica provincia nel nord Italia) tutti e quattro i suoi ospedali precedenti, attualmente funzionanti.

Il rappresentante della Lega Nord, Paolino,  segretario della sezione di Pietra Ligure e dipendente dell’ospedale S. Corona, ha sottolineato come all’ospedale in questi ultimi decenni siano state sottratte specialità,  competenze, uffici, mansioni,  nonostante sia un DEA di secondo livello. Paolino si è chiesto come sia possibile che, in soli tre anni, si possa mettere rimedio al progressivo impoverimento e riduzione delle potenzialità di cui godeva prima Santa Corona, operato per decenni dalle Giunte regionali del PD e del centrosinistra. Ha assicurato l’impegno del suo partito affinché Santa Corona conservi la qualifica di DEA di secondo livello. In ultimo, ha pure evidenziato che il tanto “sbandierato” progetto di riqualificazione dell’ospedale con la vendita del patrimonio immobiliare all’interno del Santa Corona, non più destinabile ai servizi ospedalieri e con la conseguente, successiva costruzione di un moderno nuovo monoblocco, in realtà non sia mai stato presentato formalmente alla Regione e che,  quindi,  un progetto serio e formale non esista, ma che si tratti di mera e sola “propaganda“; guarda caso proveniente proprio da chi nel PD, apparentemente dice di prendere le parti dell’ospedale.

Durissimo l’intervento del capogruppo consiliare di opposizione Mario Carrara per la situazione del Santa Corona

Mario Carrara, concludendo, ha proposto per il rilancio di Santa Corona tre punti:

1) La richiesta della dotazione della cardiochirurgia, specialità che “spetterebbe” di diritto a Santa Corona, essendo una di quelle che compongono la dotazione istituzionale di un DEA di secondo livello (che ora è solo in deroga),  essendone l’ospedale sprovvisto. Ciò consentirebbe in futuro di “blindare” in qualche modo la qualifica di DEA, per Santa Corona.

2) Chiedere a gran voce,  da parte di tutti i Comuni rivieraschi, specialmente “dopo” le prossime elezioni comunali di primavera,  quando si confida che la gran parte delle amministrazioni comunali saranno omogenee politicamente con la Regione Liguria, la riattribuzione della qualifica di “Azienda sanitaria” per Santa Corona; cioè: restituire a Santa Corona  quanto il PD le aveva tolto.

3) Visto che progetti formali e regolari per realizzare un nuovo monoblocco, in seguito alla vendita di molti immobili dell’ospedale, non ne esistono;  considerato che sarà ben difficile che, di questi tempi di crisi del mercato dell’edilizia, possano sussistere od essere ipotizzate soluzioni di vendite vantaggiose dei sopraccitati edifici dismessi o da dismettere; rilevato che per questi edifici,  non più “recuperabili”, sì dovrà pur prevedere qualcosa che non sia solo lasciarli cadere in progressiva rovina, si propone di renderli utilizzabili per una finalità della quale,  in un lontano passato si era fatto cenno; cioè : ospitare la sede staccata della facoltà di Medicina e chirurgia dell’università di Genova.

Un’utopia? Mica tanto!

Come a Savona ed Imperia sono state istituite sedi staccate di facoltà universitarie letterarie, tecniche e scientifiche, ma la facoltà di medicina di sedi staccate non ne ha nessuna in tutto il Ponente ligure, perché non individuarla presso l’ospedale Santa Corona, dove molti capienti immobili sarebbero disponibili?

Borghetto S. Spirito, la Lega ‘conquista’ un assessore. E’ Cinzia Vacca che resta e lascia

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Era agosto quando i giornali titolavano: “Gli ‘arancioni’, in provincia di Savona, iniziata la campagna acquisti. Dietro le quinte della politica savonese un patto per ricostruire Forza Italia. In azione il presidente Toti e Angelo Vaccarezza”. E invece a Borghetto S. Spirito, senza echi mediatici, c’è chi come l’assessore Cinzia Vacca, 50 anni ben portati, edicolante, delega allo Sport, Pubblica Istruzione (ha il diploma magistrale), manifestazioni turistiche, ha lasciato il gruppo che l’aveva candidata (FI) aderendo alla Lega, portando cosi a due la rappresentanza in giunta, con la cav. Maria Ester Terragno Cannonero. La Lega ormai primo partito nel Bel Paese che, silenziosamente, attrae ‘vocazioni’ nei consigli comunali e dintorni e filtrano ‘migrazioni’ anche da altre località savonesi ed imperiesi. Borghetto S. Spirito dove la sezione Lega della Val Varatella (oltre a Borghetto, Toirano e Balestrino) continua a raccogliere i frutti seminati dall’albenganese Enzo Ricotta che qualche tempo dopo il buon risultato elettorale si era però visto commissariare (vedi trucioli con 1.090 visualizzazioni….del novembre 2017) e la sezione affidata a Stefano Mai, ex sindaco di Zuccarello, assessore regionale all’Agricoltura, Allevamento, Caccia e pesca,  Acquacoltura, Parchi e Biodiversità, Sviluppo dell’entroterra, Escursionismo e Tempo libero.

Commissariamento che già allora aveva resisto a due mesi di silenzio e venne reso noto solo da trucioli. Forse non era notizia per i lettori di Ivg figliol prodigo di comunicati notarili, del copia e incolla, seguitissimo dal popolo savonese.  E oggi il bis con la scelta di Cinzia Vacca tra le più votate del gruppo, con 254 preferenze. Un voto in meno del giovanissimo Luca Angelucci (255), vice sindaco, famiglia di imprenditori edili alla seconda generazione di migranti dal Sud. Il papà precursore, già assessore comunale, esponente di spicco di Forza Italia come segretario cittadino. La lista vincente del sindaco Giancarlo Canepa vedeva un altro candidato, non eletto, in quota Lega: Paolo Erre e un simpatizzante (?) Alessandro Sevega.

Cinzia Vacca, pare nessuna parentela con il big della politica e della ricchezza borghettina Santiago Vacca, ex sindaco. Una donna a modo, concreta, titolare di un negozio con edicola nel centro storico e un buon bagaglio di conoscenza del tessuto socio economico della sua città. Assai vicina si direbbe alla base degli elettori, del cittadino qualunque. Non è un caso se lei, da esordiente, ha superato un ‘veterano’ della politica e dell’amministrazione civica quale è l’introdotto e buon manovratore dr. Roberto Moreno  (237 voti) che ‘correva’ in tandem con Carolina Bongiorni (non eletta, 69 preferenze), segretaria di una delle prime ed ormai storiche agenzie immobiliari di Borghetto: in origine Santa Rita di Antonio Fameli, per anni considerato il ‘re del mattone‘ e delle amministrazioni condominiali della cittadina. Poi è èassata Ugo Piave anima e presidente della  A.C Loanesi San Francesco (calcio), sposato e divorziato da Rita Fameli che è poi subentrata nella conduzione.

GLI ARANCIONI DEL PRESIDENTE TOTI – Mentre gli ‘arancioni’ di Toti si stanno muovendo a livello regionale per rafforzare le posizioni in Forza Italia anche in vista delle Europee e comunali della primavera 2019, con un asse privilegiato verso la Lega (per Toti il centro destra dovrebbe puntare ad un partito unico sulla carta imbattibile a livello nazionale), gli uomini di Salvini, in alcune zone savonesi, vento in poppa, nuovi iscritti e ‘campagna acquisti’ strisciante in qualche consiglio comunale. Nulla a che vedere con la metafora ‘acquisti in Parlamento’ ai tempi di Berlusconi leader operativo a tutto campo.

Una Lega, modello Salvini, che se ha fatto della visibilità totale, della comunicazione, la strategia nazional- popolare, a livello locale savonese si muove con molta circospezione, a parte i comunicati e le prese di posizione del segretario provinciale Sasso del Verme, premiato sindaco di Laigueglia e dei neo parlamentari Sara Foscolo e Paolo Ripamonti.   Eppure, se le nostre fonti sono attendibili, il comprensorio borghettino , avrebbe raggiunto quasi un centinaio di militanti dopo essere stato ‘commissariato’ in assenza del numero minimo di soci ordinari militanti, una socia si era trasferita all’estero e un altro si era dimesso per dissapori con il segretario  Ricotta in merito alla gestione dei rapporti con gli alleati.

Abbiamo tentato invano di contattare l’ex segretario Riccotta anche su posto di lavoro (Stirano ambiente) a Loano. Lui che non si era risparmiato in dichiarazioni pre-elettorali (vedi interviste a Ivg.it). Non siamo mai riusciti a capire e spiegare ai lettori di trucioli (c’è chi sostiene a Borghetto non lo legge praticamente nessuno, sarà, anche se il numero di visualizzazione ci incoraggiano, ma forse non solo lettori locali) quali siano stati i demeriti oppure le credenziali che avevano portato l’albenganese al ruolo assai attivo di segretario. E ora, nonostante lo stesso Ricotta avesse chiarito che dopo l’estate si sarebbe arrivati a nuove elezioni del segretario e del direttivo, siamo rimasti al commissario, unica realtà commissariata della provincia. Ricotta forse paga la presa di posizione (marzo 2017) contro “gli strani personaggi che il centro destra voleva imbarcare”. Si fece un nome del calibro del dr. Flavio Neirotti, ex potenza quale direttore generale  dell’Asl 2, ma licenziato dalla neo giunta Toti per presunte irregolarità amministrative, nomine ed incarichi parrebbe non concordati.

Ricotta sparava: “In quella riunione (Neirotti presente ndr) si è consumato un grosso inciucio da cui ci dissociamo. Si è voluto far passare per un’iniziativa del centro destra un incontro a dir poco promiscuo, che, vicino a forzisti come Roberto Moreno e Santiago Vacca, ha visto esponenti del centro sinistra o vicini all’ex sindaco Gandolfo, ma tra gli organizzatori c’erano presenze sorprendenti“. Sempre Ricotta: “Non capiamo a che gioco stiamo giocando, Moreno e company qualche sera fa, sono stati  grandi assenti all’incontro sulla Sanità con l’assessore Sonia Viale e ora si presentano a braccetto con certe persone. Non ci stiamo, la Lega non si lascia prendere in giro e non sarà mai disponibile ad una lista allargata. Lo strappo l’hanno compiuto”.

A questo punto se ne potrebbe dedurre che: Ricotta ha dimostrato di non essere all’altezza nel ruolo di segretario, non meritare la fiducia del gruppo dirigente, non far parte della stretta, ma forte cerchia di Ripamonti, Sasso Del Verme, Mai;  oppure è stato ‘castigato’ per aver osato troppo e non essere affidabile alla coalizione che amministra Borghetto e oltre. Perciò rilegato ad un ruolo di gregario.

L’ultima sezione commissariata era Savona capoluogo, con il padre nobile e ‘grande vecchio‘ del partito, l’ex senatore valbormidese Guido Bonino, album di incarichi in Comuni (sindaco ed assessore), Provincia (anche presidente), Regione. Personaggio controverso, di poche parole e parecchio potere, lascia intendere chi è addentro e memoria storica leghista. Ora neo segretario leghista una quota rosa: Maria Maione, commerciante “con esperienza in diverse amministrazioni locali” recita il comunicato che aggiunge “la votazione è stata caratterizzata da grande partecipazione e coesione nel risultato finale, conferma anche a Savona la tendenza ligure a dimostrare assoluta compattezza tra la compagine leghista”. Il nuovo consiglio direttivo è composto da sei membri: Massimo Arecco, vice sindaco di Savona, Alberto Bianco, Fulvio Bruzzone, Paolo Giusto, Ettore Ronco e Yuliya Spivak.  Savona con una giunta comunale in continua ebollizione, una rappresentanza leghista nel governo che non ha brillato (vedi altro servizio da Savona).

Quando si fa cenno alla compattezza, leggi l’area di Edoardo Rixi, ex assessore regionale con Giovanni Toti,  oggi sottosegretario di Stato allo Sviluppo economico nel governo ‘giallo verde’ ( Salvini- Di Maio) del presidente Conte. Rixi promosso e chiamato a Roma, nonostante faccia parte del gruppone di 20 ex consiglieri regionali per i quali il pubblico ministero ha chiesto la condanna per le ‘spese pazze‘. Per Rixi chiesti 3 anni e 4 mesi  di reclusione e a caldo ha commentato: “Non mi aspettavo nulla di diverso…“. Mentre il capogruppo in Regione del M5S, Alice Salvatore, ha dichiarato al Secolo XIX: “Per quanto mi riguarda Rixi non era neppure candidabile essendo indagato per peculato. Chi lo ha candidato (Salvini)  evidentemente ha un’altra sensibilità, se avessero avuto la nostra sensibilità  ora il problema non si porrebbe nemmeno”.

Particolare importante: sebbene la contestata legge Severino (ex ministro della Giustizia) si presti a svariate interpretazioni,  sulla decadenza vi sono  alcuni passaggi molto chiari.  La conseguenza di una condanna, anche di primo grado per peculato, prevede la sospensione automatica  dalla carica di consigliere in un ente locale.

Un altro personaggio di primo piano della scena politico – amministrativa savonese che rischia di dover ‘lasciare’ è l’arch. Marco Melgrati (richiesta di condanna a 2 anni e 2 mesi) tornato sindaco per la terza volta, 30 inchieste da indagato e  assolto (una volta scagionato per ritiro della querela da parte di un magistrato pubblico ministero a Savona e  versamento di una somma per  beneficenza, in un altro caso, forse due, è scattata la prescrizione). Un attestato di assoluzioni da esibire, oltre al record, superando il più noto Claudio Scajola (a sua volta sempre assolto, prescrizioni incluse ed in attesa  di una sentenza a Reggio Calabria). Melgrati che ha sempre dato atto e ringraziato il suo difensore l’avv. on del Pd, alla sua seconda legislatura, Franco Vazio di Albenga, già componente della Commissione Giustizia e tra i relatori della Commissione d’inchiesta sulle banche.

Se Melgrati, in caso di condanna, ma lui si dichiara fiducioso, non ha una salvagente, per Rixi la decadenza  dal Parlamento  può scattare solo se la pena supera i due anni di reclusione. E ancora, si perde lo scranno se la Camera vota la decadenza. Il sottosegretario leghista, se non può contare sui voti dei 5 stelle, assai probabile il sostegno del centro destra (Forza Italia e Fratelli d’Italia) e forse di qualche esponente ‘garantista’ pidiessino. (l.cor.)

BORGHETTO APPROVATO IL REGOLAMENTO SPIAGGIA APERTA AI CANI

CHE DOVRANNO ESSERE MUNITI ANCHE DI COLLARE ANTIPULCI

ACCESSO VIETATO ALLE FEMMINE NEL PERIODO MESTRUALE

In collaborazione  con l’Enpa (ente nazionale protezione animali), il Comune di Borghetto si è dotata del regolamento della spiaggia aperta ai cani. Non potranno superare il numero massimo di 25. Ogni cane dovrà essere tatuato o microchippato e munito di documentazione sanitaria contro le malattie infettive, la certificazione veterinaria dello stato di buona salute rilasciata da non più di 30 giorni dal medico veterinario curante. Il cane munito di collare antipulci, deve essere tenuto al guinzaglio lungo almeno 1,5 m. e stabilmente fissato a terra, eventualmente all’asta dell’ombrellone.  L’accompagnatore  dovrà curare che il cane non raggiunga  i soggetti vicini, sistemare una ciotola d’acqua, oltre alla possibilità di ripararsi  all’ombra, dunque è consentita l’installazione  di un ombrellone per il cane stesso. L’accesso e la permanenza  in acqua è limitata a cinque cani per volta, alla presenza di un accompagnatore. L’accompagnatore dovrà evitare latrati prolungati (il cane che non finisce di abbaiare, tanto per intendersi). Vietato l’acceso ai cani con sindrome aggressiva e femmine durante il periodo mestruale (nel regolamento la parola è ‘estrale’). Infine un suggerimento, non un obbligo in questo caso: “ogni due ore condurre il cane fuori dalla spiaggia per una passeggiata igienica“.

IL COMUNE SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO CONTRO LA SOCIETA’ LA PLAYA SRL

In data 11 luglio al Comune è stato notificato il ricorso della società La Playa srl, di lungomare Marconi, rappresentata e difesa dal dr. Alessandro Delicato e dall’avv. Giovanni Sanna (ex candidato sindaco ed ex consigliere comunale di opposizione) presso la Commissione Tributaria Provinciale di Savona.  La giunta a fine di “tutelare gli interessi del Comune ed esercitare  il diritto di difesa, si costituisce in giudizio, affidandosi ad uno studio legale, tenuto conto  della situazione strutturale e di organico del Servizio Tributi e all’adozione di tutti gli atti necessari.

RICORSO AL TRIBUNALE CONTRO IL TRASFERIMENTO  DI DUE DIPENDENTI A PONENTE ACQUE

L’8 agosto è stato notificato al Comune il ricorso di due dipendenti (Fauto Rosa e Marco Vignone) davanti al tribunale di Savona contro il loro trasferimento alla Società Pubblica ‘Ponente Acque’. Nel primo caso designato il giudice Valentina Cingano, nel secondo Alessandra Coccoli. Da qui la scelta di costituirsi in giudizio a tutela delle ragioni dell’ente comunale.

 

 


Albenga ecco il supermercato del centro storico. Dopo Loano e Carcare, Arimondo srl di Imperia, alla conquista della RivieraE opzione di un’area verde a Borghetto S. S.

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“Nuovo centro commerciale, i negozianti di Albenga adesso protestano, titolava La Stampa nel febbraio scorso.” Il vice sindaco Riccardo Tomatis, con delega al Commercio, alzava le braccia: ‘Abbiamo le mani legate dalla normativa regionale…la legge non l’abbiamo scritta noi…’ E potrebbe essere imminente la ‘notifica preliminare di cantiere’. Dunque un progetto utile da far conoscere ai cittadini anche per evitare il velo di riservatezza, il silenzio. Mettere in pratica il dovere di informare. E in cosa consisterà l’insediamento (e i dati tecnici) di un altro fiore all’occhiello del formidabile Gruppo Arimondo (padre e figlio) di Imperia che, con successo, si espande in Liguria e non solo. Un mese dopo, ancora La Stampa, a firma di Giò Barbera:”…Albenga, per sopravvivere ai supermercati, le piccole attività si consorziano”. Il progetto è firmato dall’arch. Silvia Odasso con studio  professionale a Loano. Non è un nome che ha mai fatto notizia se non aver partecipato ad un ‘concorso’ pubblico’, patrocinato dal Lions  Loano Doria, per la realizzazione di un parco a Villa Amica (struttura con finalità benefiche). Progetto denominato “Una goccia, tre gocce e vedo arcobaleno”. Undici i partecipanti, a vincere l’arch. Angela Bonfante di Firenze.

Larch. Silvia Odasso con studio a Loano e progettista del supermercato

Ad Albenga l’arch. Odasso  si trova invece impegnata in un elaborato proposto in deroga alla disciplina del piano urbanistico comunale vigente ed adottato. La nuova attività commerciale di 934,36 mq lordi, si sviluppa per 719,36 mq. in un nuovo manufatto. Per una larghezza massima di 17,30 ml in cui è ricompresa l’area di vendita e per 215,00 mq lordi al piano terra dell’edificio esistente, posto in aderenza e direttamente collegato. Edificio dove vengono ricavati, tra l’altro, i locali igienici e laboratori per la lavorazione dei prodotti freschi (carni e gastronomia) e surgelati (prodotti da forno, panificazione).

Una zona centralissima, appena a ridosso del centro storico e delle sue torri. Niente grattacieli, neppure architetti o urbanisti spagnoli a decantare, come era accaduto in passato, il pregio architettonico, il risanamento di una porzione del centro urbano. Con un hotel, manco a dirlo di lusso, e tanti alloggi per chi ha denaro da investire. Operazione naufragata, abortita, tra polemiche e la sollevazione dell’intellighenzia ingauna, capitanata dal concittadino del cuore, alassino di residenza, Antonio Ricci.

L’INAUGURAZIONE DEL MERCATO’ (EX AREA DIMAR)

DELLA FAMIGLIA REVELLO AI CONFINI DI CISANO SUL NEVA – Questa volta non c’entra la vocazione immobiliare (vedi Gruppo Nucera), bensì il ‘pianeta commercio’ trainato da una capillare espansione, penetrazione e soprattutto sfida tra i supermercati alimentari. Albenga – Cisano sul Neva dove è appena stato inaugurato il Mercatò, dove sorgeva la Dimar, fondata da Giuseppe Revello insieme al fratello Luciano, unica catena di supermercati “made in Granda” che, via via, si è estesa nel Torinese e in Liguria. E come vedremo nel Nord Italia con il Gruppo Selex che il 16 luglio scorso ha votato, all’unanimità, Alessandro Revello, classe 1973, terza generazione, il più giovane presidente nella storia che inizia nel 1996, quando nasce il primo negozio Famila a Mondovì.

Giuseppe Revello con il fratello Luciano titolari del Gruppo di supermercati Mercatò (ex Famila) e Selex

Il marchio Famila si diffonde in provincia di Cuneo, in provincia di Asti, in Liguria.  Nel 2007 a Torino viene aperto il primo Mercatò: la famiglia è la stessa, il marchio è differente per esigenze commerciali. Mercatò si radica rapidamente in provincia di Torino, di Imperia, di Savona e di Vercelli. Centinaia di posti di lavoro. Il Mercatò di Ceriale (ex Famila) occupa stabilmente oltre una sessantina di dipendenti, con rinforzi temporanei nel periodo estivo. Tutto era iniziato con il capostipite Mario Revello imprenditore nel campo della Torrefazione (Caffè Revello), mentre la moglie gestiva il negozio di pasticceria di famiglia in Alba. Negli anni ’60 il figlio Giuseppe, con il fratello Luciano, si occupavano di commercio di caffè e dolciumi. La pasticceria di famiglia venne chiusa e i Revello aprirono il primo grande magazzino alimentare in Alba la ‘capitale mondiale’ della famiglia Ferrero.

DA LOANO AD ALBENGA LA FAMIGLIA DEL BALZO – Ora a contendere la piazza di Albenga al colosso Coop (Le Serre), al nuovo supermercato della famiglia Del Balzo di Loano che si trova sulla statale Albenga – Garessio, al potente e popolare Lidl  (famiglia tedesca) nella zona residenziale di levante, a Conad – Margherita, Basko, Crai, Gulliver, Eutrospin, una decina in tutto, si presenta con tutta la sua forza già messa in campo in altre città, la famiglia  di Luciano Arimondo imperiese Doc. Da San Bartolomeo al Mare, a Diano Marina, a Imperia sede operativa.

LE MIRE DELLA FAMIGLIA ARIMONDO DI IMPERIA – Una mossa commercialmente strategica con la scelta di un’area sul confine tra la vecchia e la nuova Albenga. Quella del centro storico risorto e la città nuova ad Est. Il supermercato  Arimondo di Albenga che, almeno nella provincia di Savona, seguirà la imminente apertura a Loano, in pieno centro storico nello stabile che per anni ha ospitato l’ultimo cinema teatro privato della cittadina. Mentre è in itinere un mega centro commerciale a  Carcare dove la  Arimondo Srl vuole aprire un punto vendita su un’area di 8 mila mq in zona Cirietta, lungo la strada provinciale 28 bis, non lontano dalla struttura aperta da Lidl nel 2015. Carcare che detiene il record di supermercati per abitante (sarebbe il sesto): 5.546 residenti, non si vive di turismo e dove si è trasferito, con un moderno e tecnologico stabilimento, il Gruppo Noberasco di Albenga (leader nell’importazione e lavorazione della frutta secca in Italia ed Europa).

Contro l’operazione Arimondo è schierato il WWF. Sono state raccolte un migliaio di firme. Casus belli  la vicinanza del nuovo insediamento commerciale al sito di interesse comunitario della tenuta di Quassolo, sia per un presunto impatto paesaggistico, sia per la biodiversità, con particolare riguardo allo spazio di attraversamento dei volatili, alcuni  di specie rare.

A Borghetto Santo Spirito non ha avuto molta eco invece, sulla scia di quanto era inizialmente accaduto a Loano, il progetto di un supermercato Arimondo con aree opzionate per un periodo di 3 anni. Tra i proprietari dei terreni un consigliere comunale di minoranza, forse un ex sindaco. Qui siamo alla fase preliminare e, con la dovuta cautela, parrebbe sia in corso una trattativa con l’amministrazione comunale. C’è da dire che i commercianti del comprensorio si erano schierati contro l’apertura Conad a Toirano, sui confini con Borghetto, affidandosi ad uno studio legale genovese e causa persa al Tar. Lo stesso studio legale, ma con altro professionista, tutelava la Conad in un controversia sorta in Valbormida. Se così, solo coincidenze.

Non risultano ‘guerre’ in vista in quel di Albenga. Qualche avvisaglia, per la verità, c’era stata almeno a rileggere le dichiarazioni dei rappresentanti dei commercianti, preoccupati. Si annunciavano barricate in caso di semaforo verde da parte del Comune. Qualcosa di più concreto, stando a fonti bene informate, avrebbe tuttavia intrapreso un privato cittadino ingauno confinante dell’area Lamberti e che vedrebbe leso un diritto a proposito di distanze. Ma si tratta pur sempre di un’iniziativa solitaria, ispirata a presupposti di carattere edilizio. Vedremo.

IL PRIMO SUPERMERCATO TRA IL CENTRO STORICO

L’area del deposito di materiali edili Lamberti a ridosso del centro storico dove sorgerà il nuovo supermercato della famiglia Arimondo di Imperia (foto La Stampa)

E I NUOVI QUARTIERI RESIDENZIALI DI LEVANTE – L’area interessata appartiene a una società di Maria Rosa Guglieri, presidente del Consiglio di amministrazione, con il marito Piero Lamberti da cui prendeva il nome l’originario magazzino e rivendita di materiali per l’edilizia tra via Genova, via Papa Giovanni, Via Mazzini. Risultano i proponenti dell’intervento di demolizione e ricostruzione. Con incremento volumetrico di edifici a destinazione produttiva di consistenza inferiore a 10.000 metri cubi, “per la realizzazione di un edificio commerciale, nel rispetto delle disposizioni regionali contenute nella programmazione commerciale ed urbanistica in materia di commercio” si legge nel progetto.

E ancora: “L’intervento è previsto in deroga alla disciplina del Piano Urbanistico Vigente, nel rispetto della distanza minima di 10,00 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici frontistanti, e nel rispetto della dotazione di parcheggi pertinenziali calcolati ai sensi della L. 122/1989, Tognoli...”. E prosegue: “In conformità alle previsioni dei piano territoriale di coordinamento paesistico…e dei piani di bacino, nonché alle norme antisismiche ed alla normativa in materia di rendimento energetico…e della programmazione regionale per il commercio.”
II nuovo manufatto, rettangolare, prevede al piano terreno un’area commerciale di mq. 658,00 comprensiva … e superficie di Vendita pari a mq. 612,00. Tutti i servizi legati all’attività saranno invece posizionati al piano terra dell’edificio esistente e comunicante.

TUTTI I DATI TECNICI DEL PROGETTO – La superficie di riferimento è unicamente da considerare come superficie di distribuzione al dettaglio mq. 882,07 dei quali mq. 205,50 oggetto di cambio dì destinazione d’uso da artigianale. Nella struttura sarà svolta attività di commercio per esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, secondo la classificazione delle attività di commercio al dettaglio.
L’area esterna di competenza del progetto è di mq. 1.547, al netto del sedime dell’edificio. La sistemazione, in relazione alla nuova edificazione e della sua destinazione d’uso, è suddivisa per funzioni così distinte:
995,70 mq. nella zona antistante via E. De Amicis e via Mazzini destinati a parcheggio ad uso pubblico per 595,70 mq. e a parcheggio pertinenziale per 400,00 mq;
72,40 mq destinati a marciapiede pubblico di nuova realizzazione della larghezza di 1,50 ml. che costeggia il lotto di proprietà lungo via E. De Amicis e via Mazzini;
276,95 mq lato mare, antistanti il nuovo volume, destinati a viabilità interna pedonale e veicolare di collegamento tra l’ingresso su via Genova e il parcheggio ad uso pubblico e pertinenziale;
162,00 mq lato Sud, retro edificio, destinato ad un secondo parcheggio pertinenziale comprensivo della sua viabilità.
I parcheggi sono stati calcolati ai sensi della L. 12211989, Tognoli, in misura pari a 1/10 del volume virtuale del fabbricato in progetto, e ai sensi dell’ art. 20 N.d.A P.R,G. Commerciale, in misura pari al 600/o della S,L.U. in progetto e tenendo conto della peggiorativa fra le due.
Parcheggi pertinenziali ai sensi della L. 12211989 (Tognoli) =(3.608,61 x 1/10)=360,86 mq. Parcheggi pertinenziali Art. 20 N.d.A, P.R.G. commerciale: mq.((934,46 x 60)/100)=560,7C mq.  Per 562,00 mq. totali di parcheggi pertinenziali, a fronte dei 560,70 mq. necessari a soddisfare il valore calcolato ai sensi dell’art. 20 N.d.A P.R.G. Commerciale, localizzati in parte nell’area esterna al retro dell’immobile, lato Sud e in parte nel piazzale lato via E. De Amicis, orientato a Nord.

Non si prevede, a progetto, incremento del carico insediativo. Il volume esistente ai fini del calcolo, secondo la legge regionale, risulta di mc 2.110,29. Quello in previsione, calcolato analogamente con il metodo dell’altezza media ponderale dei fronti fuori terra, ammonta a mc. 2.810.46, minore di mc. 2.848,89, volume realizzabile.  Tutto nel rigoroso rispetto della norma.

ORTICELLO MIO NON TI CONOSCO – Forse non siamo abbastanza tecnici, ma a visionare gli elaborati  emerge una sorte di ‘diga‘ , ovvero un muro  di 5 metri e mezzo presumibilmente in aderenza al muro di confine. Chi sarebbe il più penalizzato ? Lo documenteremo in un prossimo servizio, meglio se fotografico. Si tratta dell’unica vittima: l’unico orto rimasto in zona, scampato al progresso civile, al benessere che oggi ci consiglia di coltivare gli ‘orticelli’ sui davanzali e sui terrazzi, leggiamo persino che va di moda l’orto – therapy.  Il solo fazzoletto di verde adiacente alla proprietà Lamberti può sacrificare un’operazione milionaria ? Non sia mai detto direbbero i benefattori della comunità ai quali bisogna pur riconoscere  che gli affari sono affari, non da fatebenefratelli.

Eppure orto o non orto, verde o asfalto e cemento, parrebbe non stare in piedi una sfacciata violazione alle leggi. Semmai una visuale, uno sforzo o un’interpretazione che tenga conto legittimamente di chi vuole vendere da una  parte ed investire dall’altra. In mezzo ci sta il povero orticello. E chi non si rassegna a chiudere gli occhi vedendolo privato di luce solare e aria di madre natura. E poi c’è la questione dei mc. Si possono realizzare 1800 mc o qualche centinaio in meno a seconda delle interpretazioni. Bisogna ammettere che il Comune di Albenga, salvo casi rari, non è mai stato avaro con chi vuole costruire. L’eccezione non fa la regola.

E poi quanto ha già speso il Comune di Albenga per il nuovo Puc (siamo a 1 milione di € ?). Un Puc, va aggiunto per la cronaca, che individua fortunatamente la zona compresa tra via Genova, via Papa Giovanni XXIII come : “Margine orientale  del centro storico”, zona satura e dalle volumetrie incongrue per cui è previsto l’abbattimento con premio del 20% con spostamento in altra zona.

IL ‘PIANO CASA’ INTERESSA ANCHE LE ATTIVITA’ COMMERCIALI ED ARTIGIANALI- La Regione Liguria si è messa la medaglia del ‘Piano Casa‘. Interrogativo: il ‘piano casa’ si applica anche agli immobili o ex commerciali e artigianali ? Se è così bastava estendere la dizione ‘piano casa’ e ‘piano edifici commerciali e artigianali‘ o è un corbelleria ?  Il discusso cantiere di Vadino vede pure un Lamberti (un’omonimia ?) cointeressato. Osserva un tecnico a cui abbiamo chiesto una sua valutazione disinteressata. L’amministrazione comunale aveva  sei mesi di tempo per individuare zone a cui il piano casa non fosse applicato (e con un Puc in approvazione avrebbe dovuto decidere  che non era applicabile all’intero territorio comunale). Non lo ha fatto nessuno della maggioranza e dell’opposizione, sinistra e destra, ed ora il tempo ‘è scaduto’. Con le mani legate, ricordava l’assessore competente della giunta ‘rossa’ dell’avv. Giorgio Cangiano, bisogna rispettare pedissequamente quanto permette la Regione Liguria. Ma per favore nessuno si azzardi a fare una raccolta di firme, lotta persa. Che farà la super battagliera opposizione ingauna ? Capeggiata dal rullo compressore Eraldo Ciangherotti e dal prossimo candidato sindaco del centro destra Gerolamo Calleri come ha scritto Luca Rebagliati (Secolo XIX) il 14 settembre scorso, aggiungendo  che “anche Ciangherotti è pronto a farsi da parte per far spazio all’ex presidente Coldiretti “.

Luciano Arimondo imprenditore di supermercati in Liguria

Albenga, primatista nella presenza di banche con il capoluogo Savona (che però di abitanti ne ha 60 mila contro il 24 e rotti della seconda), non può negare l’arrivo dell’imperiese Arimondo. L’unica arma per non deludere il commercio delle botteghe, alcune storiche del centro storico e delle zone limitrofe, potrebbe essere quello di interpretare le norme senza l’uso della manica larga. Nonostante alcune scelte urbanistiche proprio nell’area Lamberti inducono a qualche interrogativo. Ovvero la provvidenziale ‘manina‘ politica e tecnica. E non è reato.

Il primo progetto Lamberti risulta presentato nel maggio 2017 e non prevede di edificare sui confini, saggia cosa si direbbe  per evitare  strascichi, liti, sospetti. Eppure il Comune l’ha respinto. Non conosciamo le motivazioni. Nell’aprile 2018 progetto ripresentato e questa volta si costruisce sui confini con il privato o i privati. Ignoriamo se uno o più. Non è il numero che conta. Sta di fatto che dopo aver superato il placet dell’Urbanistica comunale, è in attesa della Conferenza dei Servizi presso il Suap, il clima fa presupporre semaforo verde. Sono state presentate osservazioni al progetto da parte di privati o categorie commerciali potenzialmente danneggiate ? Per ora ‘top secret’.

DAI TEMPI DELLE ‘MAGNOLIE’ DI VIVERI

NON SI MUOVE FOGLIA SE LA MASSONERIA … – Questo blog, non da oggi, e chi scrive dal lontano 1967, ha qualche dimestichezza e memoria storica con le logge massoniche che operavano ed operano nel ponente ligure, savonese in particolare. Sul Secolo XIX, agli esordi della Teardo story, avevamo pubblicato per la prima volta in Italia, gli elenchi di tutti i ‘fratelli muratori’ savonesi ed imperiesi divisi per obbedienze (quattro) e logge, una ventina.  Dopo un periodo di sbandamento tra chiusure, ‘riorganizzazione’, iscritti in ‘sonno’, la massoneria ha ripreso vigore, rappresentata anche in piazza San Michele. Errore fare di ogni erba un fascio. Resta il vincolo della solidarietà, il giuramento granitico, la capillare conoscenza e trasversalità.

Da cronisti che non ci accontentiamo del copia e incolla, senza entrature salottiere, da umili servitori dell’informazione, ricordiamo quando ad Albenga andava di moda il detto: ‘Non si muove foglia che non sia magnolia‘ e capitava di confrontarci con il coetaneo Angioletto Viveri. Lui che la massoneria la vedeva come il fumo negli occhi. Eppure ad Albenga….accadeva ed oggi sarà che i fratelli siano più forti e radicati di prima. Sono entrate in campo anche le quote rosa tra Albenga, Alassio e circondario. Una lista significativa era stata acquisita qualche anno fa nell’ambito di una perquisizione in quel di Alassio: un’indagine ‘spiaggia, chioschi e affari’ conclusasi  con il proscioglimento degli indagati. Non si tratta, è bene dirlo, di logge segrete, semmai riservate nei confronti del comuni mortali. Anche il gentil sesso ha trovato modo di collaborare alla diffusione degli ideali massonici e dei legami che scaturiscono con il giuramento.

Come dimenticare quando chiedevamo ad un magistrato o ad un giudice, a proposito della nomina di un perito, di un consulente, di un custode giudiziale, di un amministratore di sostegno, a suo avviso, quale giuramento avrebbero rispettato. Quello verso la giustizia, o  quello massonico dove è pure attiva la ‘giustizia massonica’ e Albenga ha sempre fatto la sua parte.

Luciano Corrado

 

 

Scajola sindaco scrive a Toti: ‘Dopo una notte in giro per la mia città, sono stupito per i tuoi toni perentori e l’atteggiamento pretestuoso’

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Caro Giovanni Toti, ho letto solo adesso quanto hai scritto, dopo una notte e una mattinata passate in giro per la mia città, sopralluogo dopo sopralluogo. Devo dirti che non mi stupiscono più né i tuoi toni perentori, né il tuo atteggiamento pretestuoso. Me ne sono fatto una ragione. Posso tuttavia garantirti che la sicurezza dei cittadini è in cima ai miei pensieri da sempre, ancor di più da quando gli imperiesi mi hanno ridato l’onore e l’onere di fare il sindaco.

Claudio Scajola la notte dell’alluvione e tempesta di mare a Imperia

Ho passato le ultime settimane a reperire i fondi necessari alla pulizia dei torrenti e delle caditoie per mettere in sicurezza il territorio. Ieri sera, intorno alle 22, sono stato il primo sindaco della provincia a decidere la chiusura delle scuole, nonostante l’allerta fosse solo gialla per il mattino odierno. L’esperienza e la conoscenza del territorio mi hanno restituito con chiarezza il quadro della situazione che si stava delineando.

Vedi Giovanni, come ho detto nel video, sono ben conscio che in frangenti come questi cautela e prudenza rappresentino la strada maestra per noi amministratori. Ho voluto tuttavia riflettere sull’importanza di evitare che i cittadini perdano il senso del pericolo, che è reale come dimostra quanto accaduto in queste ore.

Voler vedere nelle mie parole, ammesso che tu le abbia ascoltate, poco rispetto per coloro che si danno da fare in queste situazioni è non solo risibile, ma anche lontano dal mio stile e dalla mia storia. Quanto ho detto, l’ho detto nel rispetto del lavoro svolto a Genova così come su tutti i territori, regionale e nazionale, che in queste ore piangono le vittime, verso le quali esprimo il più profondo cordoglio.

Ti prego, evitiamo patetiche polemiche. È per tutti e due il tempo del fare. C’è un territorio che attende.

Claudio Scajola

 

 

Liguria devastata ma solo il cardinale punta l’indice: ‘Ci sono responsabilità dell’uomo’La gara ad incontrare più sindaci, già 100E la Regione stanziava milioni per le spiagge

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Abbiamo ascoltato in Tv:”… in Liguria fenomeni di intensità spaventosa, ingenti danni alle strutture portuali, alle infrastrutture stradali, alle passeggiate a mare, diga del porto segata come il burro, gravissime le conseguenze su tutta la costa ligure, solo nel savonese devastati  200 stabilimenti balneari, ne risente anche il turismo del ponte dei Ognissanti. Colpa del clima e dei cambiamenti climatici…”. Ogni sindaco, ogni rappresentante delle categorie colpite, cittadini intervistati, cronisti, maledice Giove pluvio, Eolo dio dei venti,  Poseidone dio del mare. Pagani e mitologia greca. Tutta colpa loro, ingrati verso un popolo ed una storia di virtuosi e virtuosismi. Sarà pure per questa ragione che il cardinale Bagnasco, primate di Genova e dell’amata terra ligure, è stato forse l’unico che, intervistato da Rai 3 Liguria, ha usato un linguaggio chiaro ed esplicito: “….ci sono anche responsabilità dell’uomo”. Come dargli torto anche se fuori dal coro.

COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA –

1 NOVEMBRE 2018 MALTEMPO, CONTINUANO I SOPRALLUOGHI DEL PRESIDENTE TOTI NEI COMUNI COLPITI. OGGI AMEGLIA E SARZANA, DOMANI PORTOFINO: IN 72 ORE INCONTRATI OLTRE 100 SINDACI

GENOVA. Continuano i sopralluoghi del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nei luoghi colpiti dal maltempo dei giorni scorsi. “Oggi Ameglia, Bocca di Magra, Fiumaretta, Sarzana e Marinella. Ieri sera riunione con tutti i Sindaci della Provincia di Spezia, ieri mattina in Prefettura a Savona con tutte le amministrazioni dell’area. Domani saremo a Portofino isolata per fare il punto sulla strada da ricostruire e quella di emergenza da aprire sul monte col genio militare”, ha sottolineato Toti. “In 72 due ore abbiamo incontrato oltre 100 sindaci, visitato tutte le zone più colpite dal maltempo, stiamo facendo il censimento dei danni e abbiamo già chiesto e concordato con il Governo lo stato di emergenza. Nessuno è stato e sarà lasciato indietro e ricostruiremo tutto meglio di prima”, ha concluso il presidente ligure.

A QUANDO LA GARA TRA SINDACI E TRA CITTA’

CHE HANNO DEVASTATO MENO IL TERRITORIO E AMBIENTE: DAI MONTI ALLA COSTA – Nel momento, nei giorni della conta dei disastri per decine di milioni di Euro, da Ventimiglia a Marinella di Sarzana, soprattutto lungo la fascia costiera dell’opulenza, del massimo profitto, della ricchezza immobiliare fino a 18 mila € il mq., dell’arenile conteso, comprato e venduto con le concessioni demaniali a peso d’oro (una media di due milioni, una concessione per l’altra, anche se ad ascoltare i bagnini addio alla gallina delle uova d’oro) qualche interrogativo pare utile porselo. Mentre nessuno ci ha mai svelato quanti siano i mq. di arenile ricoperti di cemento, arredati da muri, muretti, barriere, costruzioni. Speriamo che almeno non facciano danni le ‘dighe soffolte‘, le ‘isole’ ed i pennelli. I porticcioli.

Un’opera sistematica per mano dell’uomo che quel galantuomo e gentiluomo di Mario Fazio, compianto, inviato speciale de La Stampa, presidente nazionale di Italia Nostra, alassino che non disdegnava di mettersi al volante di una ‘Ferrari‘, si ostinava a definire ‘assurda e spietata violenza contro il mare’. Reportage di quanto vedeva, constatava, ma anche il monito, quasi a pronosticare.

Sarà pur vero che in Liguria non abbiamo raggiunto i brutti traguardi di alcuni tratti di costa del Sud Italia o della Sicilia, dell’Isola di Ischia (terremotata e condonata dal governo giallo verde). Sarà pure vero che non saremo tra i peggiori devastatori (o se volete solo approfittatori) del suolo; resta il grande scempio sotto i nostri occhi. Non è neppure nascosto contrariamente alla ‘violenza’ riservata a molti piccoli corsi d’acqua, ai milioni di mq. di muri in cemento armato issati lungo le colline, si è costruito in basso ed in alto, dove un tempo l’acqua delle peggiori alluvioni poteva ‘scivolare’ tra i muri a secco, trattenuta dalla terra coltivata e le radici degli alberi aiutavano. Sono alla luce del sole i milioni di mq. di aree in stato di abbandono. Non si coltiva più il patrimonio terriero, dal mare all’entroterra e non parliamo ora della montagna con l’incuria dei boschi, della loro salute vulnerabile.

Da una parte si è ‘violentato il mare’ che come vuole madre natura non è sempre docile ed ospitale, prima o poi si ribella, si riprende quanto è stato sottratto. Dall’altra la violenza sui corsi d’acqua e non è certo la presenza di canneti lungo gli alvei a pregiudicare le aree circostanti, a rischio esondazione.

Quella Liguria che andrebbe sempre descritta nelle scuole di ogni ordine e grado. Una regione vittima e rapinata di gran parte del suo paesaggio, del rispetto praticato per secoli dai nostri avi. Hanno saputo salvaguardare il bene territorio, preservandolo con opere che si ammirano ai nostri giorni. Invece da decenni, basterebbe sfogliare la rassegna stampa, quella della nostra Liguria, ha finito per prevalere l’egoismo, costi quel che costi. Tra cemento selvaggio o dolce ‘calce e mattone’, con la pia o  scellerata illusione che alla fin fine l’uomo, la sua ingordigia, la sua insaziabile bramosia di denaro avessero  vinto la ‘guerra’ verso madre natura.

Nessuno può gioire, ammonire (vi sta bene, ve lo siete meritati, neppure questa volta servirà da lezione) di fronte ad una sciagura, catastrofe, che ha risparmiato vite umane, ma lascia terribili e profonde ferite. Sarebbe tuttavia un ‘pianto da coccodrillo’ se per l’ennesima volta non si traesse insegnamento. Se ignorassimo che il clima e le condizioni meteorologiche non avessero cause, concause, conseguenze comportamentali.

Al Festival della Scienza si parlerà anche di questi temi e realtà. Altrove continueremo a leggere, ad ascoltare la litania di milioni distribuiti qua e là, ci sforzeremo (i politici e tanti loro seguaci) di credere che magari con un intervento ciclopico impediremo che certi eventi accadono. Saremo felici se i nuovi Puc e ‘Piano casa’, ancora più magnanimi e generosi, continueranno a premiare a scapito della prevenzione, di tutti quei cittadini che volenti o nolenti subiscono, spesso votano ignorando che la vera grande sfida del futuro si gioca soprattutto nei confronti dell’ambiente in cui viviamo e di sorella natura. Non sarà neanche casuale che la pimpante locomotiva tedesca veda il ritorno alla grande di Grüner (i Verdi) made in Germany che in passato ebbero importanti statisti. E non sono mai tramontati. In misura minore, ma significativo l’ultimo risultato elettorale nell’Alto Adige del 4 % di disoccupazione e con i Grüner all’8.7 %.

Non c’entra essere ambientalisti, Neri, Verdi o Rossi. Semmai ascoltare chi ci ricorda che continuando di questo passo, con un grado e mezzo di temperatura in più nei prossimi 30 – 40 anni, l’intensità dei fenomeni che abbiamo vissuto in questi giorni cruciali, sarà ancora maggiore e con più desolazione. Se c’è un appello da fare, almeno questa volta, ascoltiamo e diamo concretezza alle sagge parole di un cardinale, di un pastore che vuole bene al suo gregge e non deve preoccuparsi del consenso elettorale. (l.cor.)

 

DIFESA DEL SUOLO, REGIONE LIGURIA, ASSESSORE GIAMPEDRONE:

4,4 MILIONI DI EURO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO.

Raul Giampedrone assessore regionale 2018

GENOVA. “Grazie al lavoro portato avanti da Regione Liguria, oggi il Ministero dell’Ambiente ha riconosciuto un finanziamento di 4,4 milioni di euro per interventi di manutenzione contro il rischio idrogeologico, necessari a consentire ai Comuni e alla Regione stessa di mettere in atto azioni per rendere più sicuro il nostro territorio”. Lo comunica l’assessore regionale alla Protezione civile e Difesa del suolo Giacomo Giampedrone al termine dell’incontro con il Ministro Sergio Costa e il Segretario generale dell’autorità di bacino dell’Appennino settentrionale Massimo Lucchesi per il riconoscimento dei finanziamenti necessari alla realizzazione di opere di manutenzione del territorio.

“I finanziamenti che ci sono stati assegnati attraverso l’autorità di bacino – spiega l’assessore Giacomo Giampedrone – serviranno a mettere in atto una serie di interventi in tutte e quattro le province per mantenere in buono stato il territorio, e saranno rivolti sia alla mitigazione del dissesto idrogeologico sia del rischio idraulico”.

Sono 27 gli interventi finanziati, relativi sia alla manutenzione ordinaria, nel caso di opere periodiche e continuative come la pulizia degli alvei, sia alla manutenzione straordinaria, come le misure di protezione sui corsi d’acqua e sulle aree soggette a rischio inondazioni o opere di sistemazione idraulico-forestale sulle colline.

I finanziamenti stanziati sono così suddivisi:

–         1,6 milioni di euro per la provincia di Imperia

–         1,7 milioni di euro per la provincia di Genova

–         1 milione per la provincia della Spezia

–         50.000 euro per la provincia di Savona.

“Il Ministero ci ha finanziato una buona parte degli interventi che avevamo richiesto, ritenendoli prioritari e urgenti per la mitigazione del rischio – aggiunge Giampedrone – gli altri verranno inseriti nel piano triennale annunciato dal Ministro. Le opere che rientrano tra le misure generali di protezione previste nel piano di gestione del rischio alluvioni e verranno attuate in parte dai Comuni e in parte dalla stessa Regione Liguria, riguardano aree a pericolosità da alluvione elevata e media e sono state individuate sulla base delle richieste pervenute dai territori al nostro Dipartimento”.

“Si tratta di interventi di straordinaria importanza per la sicurezza dei cittadini – conclude l’assessore – In quanto sappiamo bene i danni che hanno procurato i rivi alla Liguria e per questo la nostra attenzione è sempre massima in tal senso. Non solo per le grandi opere di difesa del suolo, ma per la manutenzione ordinaria in grado di scongiurare gran parte degli eventi calamitosi, soprattutto su un territorio così fragile come quello ligure”.

AMBIENTE: STANZIATI 700 MILA EURO PER LA BONIFICA DEI SITI INQUINATI

ASSESSORE GIAMPEDRONE: “FONDI DECISIVI PER LA TUTELA DEL TERRITORIO”

GENOVA. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone, ha stanziato 700mila euro per le opere di bonifiche dei siti inquinati della Liguria. Il finanziamento è strutturato in due diverse parti. La prima, che ammonta a 200mila euro, è destinata all’elaborazione e realizzazione dei Piani di Caratterizzazione: “Si tratta delle necessarie analisi – spiega l’assessore Giampedrone – sui terreni o sulle falde che permettono di determinare lo stato o meno di contaminazione di un sito, a seguito di un evento che ne ha causato la potenziale contaminazione.

La seconda parte, che ammonta a 500mila euro, riguarda più direttamente gli interventi di bonifica: “Nel complesso – aggiunge Giampedrone – si tratta di uno stanziamento consistente, di grande importanza per la tutela e la conservazione di un ambiente delicato e prezioso come quello della Liguria, una regione con un ecosistema che è anche una fondamentale risorsa turistica”.

INVESTIMENTI DELLA REGIONE PER EROSIONE E RIPASCIMENTO DELLE SPIAGGE

Angelo Vaccarezza, Roberta Gasco e Marco Scajola all’inugurazione de Il Basilico nel 2014

Raddoppiano gli investimenti della giunta Toti a favore del ripascimento delle spiagge liguri: su proposta dell’assessore all’urbanistica e al demanio Marco Scajola, sono stati stanziati 1 milione e 244 mila euro. L’intera cifra dell’imposta regionale sulle concessioni demaniali è stata messa a disposizione per le spiagge liguri, passando da 600 mila euro a oltre 1,2 milioni. Sono i Comuni costieri liguri che beneficeranno del contributo, in pratica tutti coloro che hanno presentato un progetto di utilizzo degli arenili.

«La Liguria è la prima regione – spiega Scajola – che decide di destinare l’intera quota dell’imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio marittimo che i balneari corrispondono alla Regione ai Comuni costieri dotati di progetto di utilizzo aggiornato, evitando così che parte delle risorse finiscano, come avveniva, fino all’anno scorso, nel capitolo indistinto del bilancio regionale. In questo modo i Comuni potranno effettuare investimenti per la sicurezza e la salvaguardia degli arenili»

55 i Comuni interessati, di cui 15 in provincia di Genova (Genova, Arenzano, Bogliasco, Camogli, Chiavari, Cogoleto, Lavagna, Moneglia, Portofino, Rapallo, Recco, Santa Margherita Ligure, Sestri Levante, Sori, Zoagli), 19 in provincia di Savona (Alassio, Albenga, Albissola Marina, Albisola Superiore, Andora, Bergeggi, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Celle Ligure, Ceriale, Finale Ligure, Loano, Laigueglia, Noli, Pietra Ligure, Savona, Spotorno, Vado Ligure, Varazze), 13 in provincia di Imperia (Imperia, Bordighera, Cervo, Cipressa, Diano Marina, Ospedaletti, Riva Ligure, S. Bartolomeo al Mare, S. Lorenzo al Mare, Sanremo, S. Stefano al Mare, Vallecrosia, Ventimiglia), 8 in provincia di La Spezia (Bonassola, Framura, Lerici, Levanto, Monterosso, Portovenere, Riomaggiore, Vernazza).«In questo modo – continua l’assessore Scajola – vogliamo continuare a mantenere inalterate le nostre spiagge, che rappresentano una risorsa per la nostra regione. Con questa cifra importante i Comuni potranno quindi fare interventi significativi per la manutenzione e la sicurezza delle nostre coste. È una dimostrazione di buona politica: utilizzando l’imposta regionale direttamente sul territorio, quello che pagano i cittadini lo vedono realizzato in interventi di tutela e salvaguardia».

Lettera aperta WWF al sindaco di Ceriale: Ferrovia a monte Andora – Finale LigureQuei 5 progetti alternativi e mai esecutivicon Scajola ministro ultima data nel 2015

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Ferrovia tra Andora e Finale Ligure, non allarmatevi, è solo l’ultimo ballon d’essai, fuoco di paglia direbbe chi ha memoria storica. Addio 8 stazioni dai centri abitati ? un copione dei nuovi binari a monte da Andora a Ventimiglia e quei sindaci possono testimoniare le conseguenze deleterie e i benefici. Sul piatto della bilancia. Chissà se tutti coloro che esprimono il loro pensiero sul discusso e divisivo tema del raddoppio in sede o trasferimento a monte (in realtà da Albenga a Loano i binari sono già due), hanno seguito la cronaca dal 1967 ad oggi. Bisogna  essere ‘fiduciosi’ e tornare al novembre di quell’anno quando il ministro dei Trasporti, Remo Gasperi, accolse l’invito per un confronto con i sindaci del territorio e promise progetto esecutivo e finanziamento purché fosse trovata una soluzione condivisa. Mai arrivata anche se prevale l’ipotesi del trasferimento a monte. Intanto il consiglio comunale di Ceriale ha approvato, all’unanimità, lo spostamento a monte.

Si va verso la soppressione totale di 8 stazioni nell’attuale sede centrale delle cittadine costiere. Nuove stazioni ad Albenga (Bastia regione Abissinia), a Borghetto S. Spirito a ridosso (verso mare) dell’Autostrada e una ‘fermata’ ai confini tra Pietra-Giustenice e Tovo. Va da se che le stazioni più penalizzate, con maggiore movimento passeggeri, sarebbero  Alassio, Albenga, Loano e Pietra, soprattutto in funzione del S. Corona. Tra le ipotesi quella di utilizzare l’attuale tracciato per il collegamento locale in grado di supplire al ‘caos Aurelia’ ormai ridotta a percorrenza da lumaca.

Chi scrive queste poche righe ha raccolto 8.575 articoli e pubblicazione per la rassegna stampa e documentarsi. C’è chi come l’on. Stefano Carrara Sutour, avvocato, classe 1934, ha scritto due interessanti ‘analisi’ (vedi 1…..), (vedi 2…..) o ancora un altro studioso quale l’ing. Filippo Bonfiglietti (vedi….), entrambi di Loano, la città più coinvolta con i 7 passaggi a livello. Mentre da Borgio Verezzi, con l’ex sindaco Enrico Rembado, era partita la prima petizione popolare del comprensorio (11.780 firme).

BREVE SINTESI DEI PROGETTI TRA ANDORA E FINALE – Di quest’ultimi due brevi tratti da raddoppiare tra Finale e Andora si parla dagli anni ’30 del ‘900 (quasi un secolo!), quando fu fatto un primo raddoppio tra Loano ed Albenga (10 km). Dopodiché sono stati redatti alcuni progetti: uno dei quali, nel 1967, propose il raddoppio in sede; e poi un altro, nel 1981, propose quattro alternative: con la prima delle quali si verificò di nuovo la fattibilità del raddoppio in sede, mentre le altre tre proposero spostamenti a monte più o meno importanti.

Oggetto: Lettera aperta al sindaco di Ceriale

progetto spostamento ferrovia a monte tratta Andora-Finale ligure

Marco Piombo presidente regionale del WWF Liguria

Gentile Sindaco, abbiamo appreso da organi di stampa della Vostra intenzione di portare nel prossimo consiglio comunale l’ordine del giorno riguardo il progetto di spostamento della ferrovia a monte nella tratta Andora-Finale ligure.

A tal proposito Sig. Sindaco, siamo a portarle alcune domande/proposte da porre ai suoli colleghi consiglieri ed ai cittadini cerialesi:

1) Potrebbe chiedere ai pendolari suoi concittadini di Ceriale  ( che si troveranno senza stazione ferroviaria e dovranno andare a prendere il treno a Bastia o al confine tra Borghetto e Toirano )….. Che gran comodità avranno con lo spostamento del tracciato a monte, ( qualcuno dovrebbe fargli notare che il  raddoppio ferroviario tra Albenga e Loano, esiste dagli anni ‘ 30 )…….chissà quanti che oggi utilizzano il treno, con le stazioni poste come cattedrali nel deserto nell’ entroterra, continueranno ad utilizzarlo anche dopo il tanto ” risolutivo ” spostamento…..???

2) Potrebbe intervistare alcuni dei ” pochi rimasti ” pendolari ferroviari, da Andora a Ospedaletti, per chiedergli quanto è migliorata la loro vita grazie allo spostamento a monte della ferrovia……E la conseguente scomparsa di metà delle stazioni…..

Caro Sindaco potrebbe portare all’attenzione degli altri amministratori sia locali che regionali che in Italia non esiste un piano futuro, almeno ventennale, sulla mobilità sostenibile…….. E’ solo un collage di piccole opere necessarie non fatte…. Di manutenzione delle infrastrutture assenti…..( vedi le centinaia di viadotti in pessima condizione e le condizioni delle nostre infrastrutture stradali ).

Progetti arcaici fatti su previsioni riferite alla seconda metà del secolo scorso. Un collage dove manca una visione d’ insieme che metta al centro alcune cose:

il rispetto del territorio e dell’ ambiente ( quindi della salute dei cittadini )

– la qualità della vita dei cittadini ( dei pendolari e di chi abita vicino alle necessarie infrastrutture )

– l’ ecosostenibilità delle imprese e della movimentazione merci in Italia

– un sistema di infrastrutture autostradali e ferroviarie che prima che veloce sia sicuro e rispettoso dei territori che attraversa.

Caro Sindaco potrebbe chiedere dove saranno allocate le future discariche di risulta dei milioni di metri cubi di terre e rocce da scavo previsti dagli enormi sbancamenti delle gallerie ferroviarie e degli enormi terrapieni previsti nella piana di Albenga.

Caro Sindaco potrebbe chiedere agli amministratori regionali e nazionali se tali progetti nel loro insieme hanno prospettato dal punto di vista procedurale una Valutazione Ambientale Strategica, cioè una valutazione dell’insieme verificando i costi-benefici e coinvolgimento tutti i soggetti pubblici e privati previsti dalla normativa nazionale ed europea.

Vorremo anche conoscere dagli altri Amministratori locali come Laigueglia e gli altri interessati dall’opera, se questi aspetti di non poca importanza li hanno portati a conoscenza ai loro concittadini.

Nell’attesa di un riscontro, si coglie l’occasione per porgere, cordiali saluti.

WWF Italia,  Il Delegato Liguria, WWF Savona, Il Responsabile Urbanistica e Tutela del Territorio

Marco Piombo

LE PRIME DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI CERIALE LUIGINO ROMANO

IL GEOMETRA GIORGI SIRI SU L’ECO DI SAVONA

ESPERTO DELLA MATERIA: IL WWF DICA QUALE SOLUZIONE ALTERNATIVA

Ritorna alla ribalta, e giustamente, il tema del completamento del raddoppio della ferrovia che percorre l’arco ligure, che rimane a binario unico nel percorso Finale-Andora. Se ne discuterà nel consiglio comunale di Ceriale di mercoledì 7 novembre prossimo. ll progetto è già all’attenzione di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e, nonostante sia evidente che il raddoppio vada completato, la strozzatura del percorso vanifica l’effettivo miglioramento, la rapidità e la frequenza dei collegamenti ferroviari e compromette il ritorno economico degli ingentissimi investimenti attraverso i quali si sono realizzati i raddoppi della rete, un po’ a pezzi e bocconi, le discussioni sul raddoppio sono sempre in corso. Informato del Consiglio Comunale il WWF – World Wildlife Fund – se ne è venuto fuori con una bella proposta di quesiti e di domande….

Se non ci fosse da ridere,mi si consenta, ci sarebbe da piangere! A parte il fatto che, seppure il Comune di Ceriale volesse tenersi la ferrovia sul mare, questa sì del secolo scorso, anzi quello scorso allo scorso, le decisioni sullo spostamento del percorso ferroviario appartengono ad un altro livello e non terrebbero conto della volontà del Comune, ciò che il WWF afferma con convinzione, è pur da tenere in conto, quando si parla di rispetto per l’ambiente, un principio che è entrato a far parte dei criteri comuni cui attenersi, e ci mancherebbe altro, ma che significato ha mantenere quei 22 chilometri a binario unico e rammentando con piglio altero il breve raddoppio Loano-Albenga? Ieri abbiamo pubblicato la lettera dei Verdi savonesi sulle conseguenze del maltempo; si esprimono gli stessi concetti per mettersi sempre “a vento” dalla parte che si ritiene giusta perchè si fa bella di belle parole, belle parole e basta e gli stessi che ora storcono il naso sul completamento di un’infrastruttura richiesto da più parti e nell’interesse di tutti, un giorno punteranno il dito contro il “trasporto su gomma” e diranno: “Non avete fatto nulla“! E poi è veramente ridicolo demandare al Sindaco di Ceriale – che fa il Sindaco di Ceriale – una missione esplorativa di livello nazionale. Invece di emanare proclami con poco senso, dica chiaro, il WWF, che cosa propone in alternativa, ammesso che abbia una proposta!

PRESI DI POSIZIONE DEL COMITATO ED ASSOUTENTI

Ferme e decise le prese di posizione del Comitato territoriale (che ha chiesto al ministro Toninelli – M5S – di bloccare lo spostamento) e del Ww e di Assoutentiriba, con una contrarietà che  ha radici nei decenni passati. “Nessuna località turistica importante ha il servizio ferroviario dislocato in forma decentrata – afferma il portavoce di Assoutenti, Gianluigi Taboga buon conoscitore del territorio e memoria stoirica – . La perdita delle stazioni dai centri abitati di Borgio Verezzi,
Pietra Ligure, Loano, Borghetto, Ceriale, Albenga, Alassio e Laigueglia, oltre danneggiare i pendolari e gli utenti saltuari e porterebbe
un ulteriore aggravio del traffico automobilistico. Lo spostamento dei binari, poi, oltre ad avere un forte impatto ambientale darebbe
un duro colpo all’agricoltura soprattutto di Albenga,in termini di perdita di  terreno coltivabile”. Proprio ora che tanto ci si batte contro il consumo del suolo.

LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO SCAJOLA NEL 2009 AL SOLE 24 ORE

Che titolava: Ferrovie – In attesa della Torino – Lione sarà pronto nel 2015 il raddoppio della Genova- Ventimiglia

IN LIGURIA L’ALTERNATIVA ALLA TAV- SCAJOLA:

DESTINARE ALLE INFRASTRUTTURE I FONDI REGIONALI INUTILIZZATI.

UNO DEI TRACCIATI PROPOSTI DALL’ING. FILIPPO BONFIGLIETTI

Lettere: 1) Grillo promuove il sindaco Scajola 2) Grazie a Trucioli dal procuratore Taucer 3) A6 tra Altare e Savona, i Tir, buche e danni 4) Loano multe per disco orario ai Defunti 5) AlassioParking,disastro di Canepa sindaco

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Beppe Grillo nel recente spettacolo al Teatro Ariston di Sanremo ha ‘rivalutato’ le capacità messe in campo dal sindaco Claudio Scajola nei primi mesi del suo mandato. Il neo procuratore generale dello Sport, dr. Ugo Taucer, ringrazia Trucioli.  La grana di AlassioParking dopo la causa persa del Comune. Grazie a chi? La sorpresa di chi ha parcheggiato l’auto, nelle ore della ricorrenza dei Defunti nel vecchio camposanto di Loano, nel giorno dell’area di sosta occupata dalle bancarelle del mercato settimanale. Su un piazzetta poco lontano dal cimitero gran lavoro della pattuglia impegnata a multare causa disco orario.  Autostrada A6 tra Altare e Savona vieta il transito ai mezzi oltre le 44 tonnellate, e quindi devia il traffico sulle strade statali e provinciali, che a causa di questo divieto si trovano da tempo a dover sopportare un traffico pesante al di fuori della norma, e di conseguenza a dover subire una “usura” accelerata, lettera al presidente della Provincia. 

BEPPE GRILLO, ALL’ARISTON,  RIVALUTA CLAUDIO SCAJOLA

Beppe Grillo sul palco dell’Ariston di Sanremo ha nel suo show ha pure detto di Claudio Scajola sindaco di Imperia? “…Pensavo fosse un ca…ne e invece parla di raccolta differenziata, ho visto la squadra che ha con ragazzi molto in gamba, è il sindaco per antonomasia … Poi Imperia è una città molto strana, molto particolare, adatta per lui”.

Io sono stato il primo, pur essendo  “Niente” a capire che Scajola sarà un grande Sindaco per la Citta di Imperia. Molti pensavamo che fossi diventato pazzo o che avessi venduto l’anima.

Il bello che Scajola non ha un soldo, come Imperia città , e agisce come se avesse le casse del Comune, piene di oro. Perché fa tutto ciò con amore e devozione. Se ciò è stato capito da Grillo, vuol dire che Scajola è veramente diventato un uomo nuovo.

Grillo ha ammesso una grande verità. I nostri due borghi hanno un Sindaco creato a misura di città. Una città impaurita adesso ed impoverita. Abbiamo un Sindaco che alle 8 di mattina è già in Comune. Abbiamo un Sindaco che va a controllare tutti i buchi neri della città. Ha già messo in riga in Comune quelli che rispettavano solo loro stessi e non i cittadini imperiesi. Scrivo queste righe perché tutti sappiano. Io, per chiarezza, personalmente non conosco Scajola.
Luciano Spalla

DAL PROCURATORE GENERALE DELLO SPORT

Ugo Taucer procuratore del Coni

Gentile Redazione di Trucioli, solo con ritardo ho letto l’articolo pubblicato in occasione della notizia della mia nomina a Procuratore Generale dello Sport. Mi ha molto colpito il taglio dato all’articolo, la sensibilità e le parole di apprezzamento verso la mia persona e – ancor più – l’attenzione verso la mia famiglia e anche verso le vicissitudini che mio papà ha vissuto e verso il suo lavoro e il suo modo di essere, nel quale oggi più che mai mi riconosco; è vero, sarebbe stato contento di vedermi Prefetto e chiamato a questa ultima responsabilità. L’articolo non è firmato, ma sicuramente è scritto da un amico, che voglio ringraziare – insieme a tutta la Redazione – di cuore e con gratitudine, un po’ commosso dai bei ricordi dei tempi trascorsi a Savona che lo scritto ha risvegliato in me e, senza false modestie, anche un po’ orgoglioso di aver lasciato negli altri un bel ricordo per il  lavoro svolto. Grazie ancora, e buon lavoro a tutti voi. Con sincera stima e amicizia anche da parte mia, Vi saluto cordialmente.

Ugo Taucer

LA CAUSA PERSA DAL COMUNE CON ALASSIO PARKING

CHE DEVE PAGARE QUASIO TRE MILIONI ALL’IMPRESA

Approfitto del blog  trucioli perchè si dice che il Comune di Alassio abbia perso la causa con l’impresa costruttrice e ora si ritrova un debito di 2,9 milioni di euro da pagare ma anche di diverse segnalazioni, pubblicate dai diversi giornali, relative alle ingiustizie e alle iniquità che la Convenzione, per il progetto finanza, ha creato a danno di molti cittadini, polemiche rimaste senza risposta per i prezzi imposti per l’acquisto in cessione d’uso della cosa pubblica UGUALI ma di beni DIVERSI natura , caratteristiche e pregio.

Insomma una storia di privilegi che anche voi avete notato e pubblicato fino a chiedervi se la procura sarebbe intervenuta e ora ultima beffa con una montagna di soldi che escono dalle già martoriate casse comunali.(la procura non è intervenuta ) ma i fatti comunque restano non è il caso di riprendere quello che è successo e aggiornarlo perchè ora si dovranno mettere di nuovo le mani in tasca agli alassini per quanto mi riguarda io ho ripreso la scambio di corrispondenza col nuovo Sindaco perchè con il precedente era come parlare con un muro di gomma perchè non si riteneva responsabile, ora sembra che col nuovo la musica è sempre uguale risponde Roma per Toma e ha dimenticato che durante la sua gestione è stato il protagonista di questa disastrosa iniziativa .

Carlo Ghezzi

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SAVONA INTERVENGA SENZA INDUGI

Paolo Forzano, ingegnere

Alcuni giorni or sono, venendo da Cairo verso Altare, all’uscita della strada nuova diretta che evita Vispa, proprio in rotatoria sono incappato in una profondissima buca. Non l’ho neppure vista perchè era occultata sotto un lago d’acqua.  Va da sè che buche profonde, e magari non visibili in presenza d’acqua, costituiscono un pericolo per perdita di controllo veicolo ed un danno per gomme e sospensioni. Scendendo verso Savona ho trovato un gran traffico di TIR sia in salita che in discesa: ed allora proprio per questa osservazione Le scrivo. L’autostrada A6 tra Altare e Savona vieta il transito ai mezzi oltre le 44 tonnellate, e quindi devia il traffico sulle strade statali e provinciali, che a causa di questo divieto si trovano da tempo a dover sopportare un traffico pesante al di fuori della norma, e di conseguenza a dover subire una “usura” accelerata. Sfondamenti e buche sono quindi accelerate da questo traffico, che oltretutto viene a gravare su strade obsolete e non adatte a questa tipologia di traffico. Mi sono permesso di porre alla Sua attenzione questo problema perchè ritengo che la Provincia subisca un danno alle sue strade, subisca un aggravio di traffico pesante di transito, ed in qualche caso come a Cosseria ci siano anche dei gravi incidenti alle persone. Auspico un Suo intervento nelle sedi opportune affinchè questa situazione anomala possa rientrare.

Cordiali saluti, Comitato Casello Albamare, il Presidente, Paolo Forzano

IL MIO 2 NOVEMBRE AL CAMPOSANTO DI LOANO

CON L’OMAGGIO DELLA MULTA PER DISCO ORARIO

Tornare nella città dove sono cresciuto, ho percorso il primo cammino scolastico. Poi l’Università in altra provincia, il posto di lavoro fuori regione. La nuova famiglia. Non sono un cittadino molto diligente nel tenermi informato, la cronaca quotidiana dei fatterelli non mi attrae. Quando ho tempo leggo trucioli.it che cortesemente ogni settimana mi inviate e non ho mai ringraziato.

Vorrei fare una riflessione senza spirito polemico. Descrivere l’esperienza vissuta da loanese che torna il 2 novembre per onorare i miei cari che non ci sono più. Mi è capitato di raggiungere il parcheggio che si trova tra Loano Salute e l’Ambulatorio San Giovanni. Ho commesso la sbadataggine di non guardarmi attorno e leggere l’obbligo di esporre il disco orario. Il parcheggio, una quarantina di auto, era al completo al mio arrivo ed ho atteso perché in zona non avevo alternative. Al mio ritorno, verso le 12, parecchi ‘avvisi’ sul cruscotto delle auto. E io con i fogli in mano della multa. Una passante che credo abiti nei dintorni, dove ricordo l’antica Panetteria Tassara, osserva di aver notato una pattuglia (una vigilessa ed un vigile) tra le 10 e le 11, a controllare e multare.  Dice che ogni tanto li vede. Non ho dubbi: tutti dobbiamo rispettare il codice ed educare al senso civico.  Trucioli  documenta con immagini la cattiva abitudine degli automobilisti in Riviera.  Io aggiungerei anche la mancanza di direttive e di un comando coerente perchè nessuno prenda il vizio di parcheggiare in divieto, peggio di intralcio, sperando di farla franca. Come accade a Milano, piuttosto che a Venezia o Brescia. Ho letto che a Loano ogni giorno, ogni ora, c’è chi sosta dove si fermano i pullman di linea sull’Aurelia, in zone centrali,  frequentate da pedoni e passeggeri. E probabile che nessuno a Palazzo Doria legga il vostro ‘indocile’ blog quando scrive di incentivazione di fatto alla diseducazione. Non mi spingo a tanto, forse esagerate. Mi sono chiesto quale intralcio abbia commesso nel giorno in cui molti abbiamo parcheggiato in un piazzale a poche decine di metri dal camposanto, con la vasta area sopra l’Aurelia priva di parcheggi per le bancarelle del mercato. Quale grave intralcio abbiamo commesso da versare una sanzione nelle casse comunali anche per finanziare le manifestazioni. C’è il disco orario, violato per mezz’ora, un’ora. Non credo sia un capriccio o accanimento della pattuglia, semmai del buon senso di chi dispone il servizio e non tiene conto di particolari circostanze. Come l’affluenza di tanta gente ai cimiteri. Accade una volta all’anno. E’ verissimo che ai funerali, come ai matrimoni, si devono rispettare le regole del codice. A quando quelle del buon senso se non si crea nocumento alla comunità. Non chiedo comunque la pubblicazione o decide voi. E se vi capita fatelo notare a chi di dovere…. Ormai ho imparato la lezione per il prossimo 2 novembre. Buon lavoro. La mia e mail l’avete già.

Claudio G….

 

Ripamonti senatore da record: 114.589 voti indagherà sul traffico di rifiuti e illeciti ambientali. Agente immobiliare ad Alassio

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Un savonese nella ‘commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlate’. Il comunicato stampa, da Roma, non merita di essere cestinato o rifilato a notiziola. Si tratta di Paolo  Ripamonti, 44 anni, due figli, origini loanesi, cresciuto a Laigueglia, contitolare di agenzia immobiliare ad Alassio, residenza a Garlenda, già da segretario sezionale e provinciale della Lega, ex assessore provinciale con il presidente Vaccarezza, fino a due mesi fa assessore esterno nella giunta di centro destra di Savona del sindaco Ilaria Caprioglio. Nelle elezioni politiche di marzo promosso nel collegio 1 (ponente ligure) del Senato, con 114.589 voti, di cui è vice presidente della commissione permanente Industria, Commercio e Turismo.

Rifiuti ed annessi in un ponente ligure, in una Regione, che ha fatto la sua parte in tema di traffici illeciti e soprattutto di ‘misteri’ che emergono via via nelle inchieste giudiziarie in diverse regioni d’Italia. Si pensi alla sorte dei rifiuti tossici dell’Acna, non solo sepolti e con una bonifica costata miliardi prima e milioni di Euro, ma parrebbe anche disseminati altrove. Gli interrogativi e le tracce lasciate dalla centrale Enel poi Tirreno Power, solo per citare i casi di cui si è parlato nel recente passato. La Liguria, terra di mare e di patrimonio boschivo, ha fatto la sua parte e parrebbe che c’è ancora molto da sapere e forse scoprire. Qual è oggi la situazione delle discariche, dove finiscono i rifiuti speciali. Paolo Ripamonti, ora anche nella veste di ‘indagatore’, l’uomo giusto al posto giunto, ci si domandava in parole semplici. Una materia certamente scottante, trasversale negli interessi di mafia, ‘ndrangheta, camorra, Sacra Corona Unita. Non solo in Italia, ma raggiunge  paesi del continente africano trasformati in discariche di veleni.

Da ultimo la categoria degli agenti immobiliari nella Riviera ponentina ha ormai distaccato quanto a numeri altre categorie un tempo molto diffuse, presenti sul territorio e con ‘voce in capitolo’ come gli albergatori, i titolari di negozi alimentari, artigiani negozianti. Agenzie immobiliari che si sono moltiplicate di pari passo con il boom, sempre attuale, delle ‘seconde case’ o dell’investimento nel mattone al mare e nel primo entroterra. Grandi beneficiari i comuni con gli oneri di urbanizzazione. Un’attività che a ben vedere le aperture di agenzie, ora anche di gruppi e catene nazionali, non conosce crisi. Procede con vento in poppa. Almeno loro in buona salute. In provincia di Savona hanno superato quota 750. Auguri !

COMUNICATO STAMPA – Roma, 8 novembre. – Paolo Ripamonti, Senatore ligure della Lega e vice presidente della commissione permanente Industria, Commercio e Turismo di Palazzo Madama, farà parte della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlate. Il Senatore Ripamonti e gli altri componenti dell’organismo interparlamentare sono stati nominati dai presidenti di Camera e Senato. “Un incarico che affronteremo con molto impegno e attenzione. Grazie al capogruppo Massimiliano Romeo e al Ministro Matteo Salvini per la fiducia. Subito al lavoro!”, ha commentato il Senatore Ripamonti.

L’ARTICOLO CURRICULUM DI MARIO DE FAZIO SUL SECOLO XIX DEL FEBBRAIO 2018

Piccola annotazione, l’articolista è uso (o dimentica) non chiedere ai politici candidati, intervistati, la loro ultima dichiarazione dei redditi, siano esseri parlamentari, senatori, consiglieri regionali, sindaci. Un problema in meno o in più quanto a trasparenza nella vita pubblica.

Maltempo, Ripamonti (Lega) parla della situazione ligure in Senato

COMUNICATO STAMPA – Roma, 6 nov. – Nella seduta di lunedì 5 novembre, Paolo Ripamonti, Senatore della Lega, è intervenuto in aula a Palazzo Madama per parlare dell’ondata di maltempo che ha colpito la Liguria.

Vincenzina Bruzzone: è questo il nome della nostra concittadina di Albisola Superiore che ha perso la vita durante la vera e propria apocalisse che si è abbattuta sulla terra ligure e susseguentemente su tutto il Nord e non solo, isole comprese. Una lamiera si è distaccata da un tetto e l’ha colpita a morte, strappandola così in modo brutale all’affetto dei suoi familiari a cui va il mio personale cordoglio, quello del Gruppo a cui appartengo e credo di poter dire anche quello di tutta l’Aula del Senato”, ha esordito il senatore originario di Laigueglia.

“Vincenzina è stata l’unica vittima di una tragedia che poteva avere un bilancio ancora più tragico e solo un miracolo del buon Dio ha evitato di costringere altre famiglie a un dolore senza fine. Da ligure ho vissuto la furia di questa tempesta con amarezza e scoramento, oltre che con comprensibile sgomento”, ha proseguito. “Dopo la ferita lacerante del crollo del ponte Morandi, ancora lutti, ancora dolore e distruzione. Le nostre spiagge, che d’estate rappresentano il luogo della spensieratezza, del piacevole ritrovo delle nostre famiglie e dei vacanzieri nostri ospiti, sono state spazzate via dalla furia distruttrice del maltempo che ha ridotto tutto a un cumulo di detriti e macerie, mutando al contempo la morfologia di quel tratto di costa”, ha aggiunto.

Roberto Sasso Del Verme, Marco Melgrati, Mauro DeMichelis sono alcuni tra i sindaci dei Comuni tra i più colpiti. Citandoli in quest’Aula vorrei citarli tutti, esprimendo loro il nostro sostegno e il ringraziamento, perché sin dai primi momenti e dai primi istanti succeduti alla furia erano sulle strade, nelle vie e nelle piazze dei loro Comuni a confortare, a sostenere e a coordinare i primi soccorsi. Antonio Ugo,  Giampiero Colli, Pietro Accame, Roberto Cancellara: loro invece non sono amministratori, ma commercianti, imprenditori balneari ed esercenti che cito quasi a generale rappresentanza di quanti hanno perso la loro attività, il proprio esercizio e il proprio stabilimento balneare, vedendo sfumare i sacrifici di una vita. Le amministrazioni, come ho detto, non li hanno lasciati soli, ma da subito sono stati pronti a fare il loro dovere: quello di assistere i cittadini”, ha evidenziato il Senatore della Lega.

“Sono però sicuro che questo Governo avrà, come ha avuto per la situazione del Ponte Morandi e il suo dramma, la stessa sensibilità e la stessa accortezza per i territori devastati, per tutti i territori nessuno escluso, e cogliere questa occasione, seppur nefasta, per dare risposte concrete”, ha affermato ancora. “Sono sicuro delle risposte che questo Governo darà, anche in tempi brevi. I liguri sono un popolo forte e sono ospitali il giusto. I nostri nonni hanno i volti segnati dalla salsedine e dal sole. La nostra terra è fatta di acqua e di scogli; ecco, proprio come gli scogli, i me possan spusta’, ma no mi spaccan: signor Presidente, ci spostano, ma non ci spaccano”, ha concluso Paolo Ripamonti in Senato

 

 

Albisola, avanza la candidatura di ZuninoAlbenga, scacco matto al centro destra

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Nulla apparentemente sembrava muoversi, invece ci sono significative manovre in atto. L’ex senatore Franco Orsi, affermato sindaco di Albisola Superiore, non sembra voglia abbandonare la scena politica nonostante dica pubblicamente il contrario. Analoga la situazione per  il ‘gran vecchio’ della politica savonese, il sempre giovane Renato Zunino, sindaco uscente di Celle Ligure, anche lui al secondo mandato e non ricandidabile. Invece da Ceriale la notizia, in esclusiva da giovedì sera di Ivg.it, della ‘congiura’ andata in porto contro il centrodestra ufficiale di Albenga che pareva ruotare attorno alle candidature di Eraldo Ciangherotti e Gerolamo Calleri, ex presidente Coldiretti. E ora pare frantumarsi. Leggi anche da Albenga: Progetto New Pelgrim Age- Interreg Central Europe.

Complice il navigatissimo Marco Melgrati che nonostante la ‘Politica per passione’ continua a remare ‘pro ritorno’ di Claudio Scajola sulle scena politica ponentina e ligure. Dopo la ‘riconquista’ di Imperia ci sono altri obiettivi, a cominciare dalle amministrative di maggio 2019.

Renato Zunino sindaco di Celle Ligure in corsa ad Albisola e solo messaggi tra gruppi di potere ?

Il professionista della politica Orsi, stratega molto apprezzato (o temuto, dipende dai punti di vista), avrebbe avuto l’illuminazione per accrescere il suo peso politico nel comprensorio che negli ultimi anni ha portato in Parlamento o consiglio regionale pochissime persone.  Ingraziarsi e benedire Renato Zunino, tessera PD, uno che non ha mai disdegnato i voti personali anche nell’area della destra. Si rafforza in questi giorni l’ipotesi, peraltro già diffusa dai media, di offrire a Zunino la possibilità di candidarsi ad Albisola Superiore con l’appoggio Orsi e quello di buona parte dell’attuale giunta, che perderebbe solo l’assessore Pupi Rolandi non intenzionata a ricandidarsi.

Il circolo del PD di Albisola Superiore sembra, a sua volta, appoggiare la candidatura ‘promettente’ di Zunino, anche se una parte del direttivo ha subito preso le distanze. Il ruolo di vicesindaco continuerebbe ad essere nelle mani di Maurizio Garbarini, mentre i posti in lista destinati al PD potrebbero essere sei.  Intanto gli attuali consiglieri comunali albisolesi di opposizione, tranne Marino Baccino, restano immobili. Sempre in attesa del vento giusto o del ‘salvatore’.

Si  consideri che nel territorio da Varazze a Borgio Verezzi, andando fino al confine con il Piemonte, in una fetta enorme della provincia, i politici di peso, nelle istituzioni, si contano sulle punte delle dita. Tolti i quattro pentastellati (il consigliere regionale Melis di Savona, i parlamentari Valente e Mantero di Savona e Battelli di Varazze), chi c’é ? Chi ha il PD ?  Forza Italia?  La Lega?
Si aggiunga che a Savona la popolarità della giunta comunale é in costante calo, mentre l’opposizione del PD da l’idea di concentrare le forze su quattro ‘mussoliniani’ che vogliono aprire una sede di Casapount a Lavagnola: l’unico motivo che può portare una persona normale ad unirsi a questo sparuto gruppo é  odiare chi li attacca.
Occhi, dunque, puntati pure su Savona, dove tra tre anni si riandrà al voto, forse senza la ricandidatura di Ilaria Caprioglio. A meno che Claudio Scajola dopo il ‘miracolo Imperia’ riesca ad organizzare forze e gruppi vincenti. E’ uno che non è abituato a perdere, a fermarlo era stato solo il potere giudiziario.

GUARDA CHI SI VEDE A CENA, A  CERILE (da Ivg.it)

C’E’ ANCHE MACCHERONE DELLA DESTRA DURA E PURA E FRATELLI MASSONI

Diego Distilo (a ds) sconfitto alle elezioni di Ceriale quando disse: “….e un giorno scriverete tanto pure di me…”. Oggi mattatore per la conquista del podio di Albenga, ma con Cangiano candidato e la destra divisa, sarà una sconfitta bis garantita

Albenga. “Metti una sera a cena” è il titolo di uno storico film, ma anche la sintesi perfetta di quanto accaduto martedì sera a Ceriale, che potrebbe aprire nuovi e inaspettati scenari all’ombra, però, delle torri di Albenga.

Ebbene sì perché proprio in un noto ristorante cerialese si è svolta una cena, di certo in amicizia, ma che, viste le personalità coinvolte, non può non far pensare ad un possibile, primo abboccamento in vista delle elezioni amministrative 2019.

Una tavolata, secondo quanto riferito dai ben informati, alla quale erano seduti, tra gli altri: Massimiliano Nucera, Diego Distilo (recentemente candidato anche nella stessa Ceriale), Roberto Schneck, Silvio Cangialosi, Gianni Pollio e Antonino Maccarone, tutti da sempre storicamente legati a idee e schieramenti di centrodestra (fecero parte dell’amministrazione Guarnieri), ma accomunati anche, ognuno per versi diversi, da vecchie ruggini e dissapori con l’ex sindaco Rosy Guarnieri e con gli attuali componenti del centrodestra albenganese, al momento “guidato” da Cristina Porro (Lega) e Eraldo Ciangherotti (Forza Italia).

Antonino Maccarone, sguardo sapiente, memoria da intellingence nella comunità inguana e cravatta verde alla leghista

Al tavolo, inoltre, era presente l’avvocato Alessandro Chirivì e pare, sempre stando alle indiscrezioni, che anche il sindaco di Alassio Marco Melgrati sia intervenuto nel corso della cena, ufficialmente “solo per un saluto”. Ma gli elementi comuni in termini politici e gli screzi con i componenti dell’attuale centrodestra, fanno pensare ad una sorta di primo incontro “esplorativo”, magari per valutare la possibilità di creare una lista sempre di estrazione di centrodestra, ma che non si identificherebbe con i partiti tradizionali (Lega e Forza Italia). Un’ipotesi che porterebbe dunque nuovamente ad un centrodestra “diviso” in vista di una tornata elettorale, come accaduto di recente. Proprio una manciata di mesi fa, il centrodestra si è “diviso” a Imperia, dove ha vinto Claudio Scajola, ma anche ad Alassio, dove a trionfare è stato proprio Marco Melgrati.

ALBENGA PRIMO MEETING: Progetto New Pelgrim Age- Interreg Central Europe

Sono iniziati  a Palazzo Oddo con un primo meeting la quattro giorni del Progetto New Pelgrim Age- Interreg Central Europe , alla presenza dell’assessore alla cultura e turismo Alberto Passino, del consigliere Eleonora Molineris delegato ai finanziamenti europei e i partner europei provenienti da Ungheria, Slovenia, Croazia e Veneto arrivati ieri nella città di Albenga.  In concomitanza con il meeting  inaugurata la mostra fotografica – a cura del Cicolo forografico San Giorgio – “ I luoghi di San Martino nel savonese”. Un programma ricco ed una autentica full immersion di incontri ed eventi legati alla figura di San Martino che avrà un momento clou, per quanto concerne la presenza ed il coinvolgimento dei  partner europei, venerdì pomeriggio all’Auditorium San Carlo  con un Incontro pubblico a  cui è invitata tutta la cittadinanza   subito dopo la conferenza stampa delle ore 14.30. Il tema centrale che collega tutti gli eventi è l’identità culturale di San Martino che ha vissuto sull’isola Gallinara tra il 356 ed il 360 d.C.

Il programma prevede inoltre, venerdì alle ore 21, presso l’Auditorium San Carlo un concerto di Lamberto Curtoni, violoncello, nel quadro della rassegna “Concerti d’Autunno”.

Sabato 10 novembre, a conclusione del Concorso di Idee lanciato dal Comune nell’ambito del Progetto NewPilgrimAge, saranno premiate le idee selezionate nel corso di una cerimonia pubblica che si terrà presso Palazzo Oddo, alle ore 16.

Infine, domenica 11 novembre – giorno di San Martino – si terrà, alle 16:30, presso Palazzo Peloso Cepolla l’incontro “S. Martino dall’addio alle armi all’eremo della Gallinara”, a cura dell’Istituto Internazionale Studi Liguri al quale interverrà il Prof. Giorgio Barbaria. La giornata si concluderà, alle 18:00, con una Santa Messa officiata da S.E. il Vescovo Monsignor Guglielmo Borghetti nella Cattedrale di San Michele.

L’assessore  Alberto Passino

 


Don Caviglia ora celebra Messa in cielo. Fu parroco a Ceriale (e vittima di un ladro in talare),Toirano e alla Madonna della Guardia

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Ha chiuso gli occhi, a 80 anni, don Leandro Caviglia. Un altro sacerdote della ‘vecchia guardia’ del clero diocesano di Albenga – Imperia che se ne va. Un’altra figura di pastore di anime al servizio del suo ‘gregge’ e nel rispetto della ‘promessa’ e dei ‘voti’ del sacerdozio, con fede profonda e vissuta. Possono ormai contarsi i preti che hanno ricevuto l’ordinazione negli anni ’50 e quando le vocazioni ( 50 – 60 giovani), affollavano il Seminario Vescovile ingauno: dalla prima media alla teologia. Don Leandro che in Seminario è stato vice rettore ed insegnante di italiano nelle medie e ginnasio; educato e cresciuto nel rigore che caratterizzava la formazione dei ‘pastori’ di anime. Poi apostolo di vita e di coerenza.

Un’infanzia a Vessalico terra agreste, la famiglia ha gestito l’unico negozio di alimentari. Prima i genitori, poi la mamma e la sorella. Al paese natio è rimasto sempre legato. Don Leandro  che nel suo lungo cammino ha attraversato giorni, anni difficili, persino alle prese con un falso seminarista. Si era ‘conquistato’ con scaltrezza e perfidia la sua fiducia. L’ha derubato di oggetti e paramenti sacri di valore, denaro, addirittura indumenti sottratti in chiesa ed in canonica. Don Leandro che fu protagonista di un’azzardata e infelice sortita, in piazza, un 25 aprile festa nazionale della Liberazione. Gli costò una denuncia querela dell’Anpi. La vicenda si concluse con una pubblica ammenda: “Mi sono sbagliato, non è vero che Felice Cascione aveva profanato durante la Resistenza la chiesa di Vessalico….”.

Don Leandro Caviglia durante un incontro con i fedeli nei locali delle Opere parrocchiali di Ceriale

Il primo caso esplose quando da parroco di Ceriale – in precedenza era a Toirano – si ritrovò vittima di un esemplare imbroglione e lo ‘scandalo’ finì sul Secolo XIX tra interrogativi e maldicenze. Cosa era successo ? A don Leandro si presentò in un’estate, di fine anni ’80, un ‘seminarista‘ in talare ambrosiana…”. Disse di provenire da una diocesi lombarda (e solo qualche anno dopo si scoprirà, come vederemo, che era un gran mascalzone, dedito alle truffe e furti). L’errore, per alcuni aspetti clamoroso, è di essere stato un inconsapevole ‘credulone’. Di non aver verificato nella ‘diocesi di origine’. Dopo le prime due estati dove tutto andava diciamo liscio, si arrivò che la permanenza del ‘seminarista’, peraltro preparato nel rito delle celebrazioni liturgiche, nel ruolo di cerimoniere anche dei chierichetti, oltre alla passione per l’organo. Al punto che per qualche anno ha soggiornava in canonica. Insomma si era ‘guadagnato, con scaltrezza, fiducia e collaborazione, dedizione e rispetto, con reciproco aiuto. A Ceriale non c’era ancora il vice parroco.

Il colpo di scena o colpo di fulmine quando un bel giorno don Leandro si accorse di essere stato clamorosamente beffato. Dalla canonica, dalla chiesa, erano spariti soldi, preziosi, oggetti sacri, paramenti, pure un antica porta del tabernacolo. La conferma ai primi dubbi quando si accorse di ammanchi. Con una lista del maltolto difficile da elencare e che seminò sgomento, incredulità polemiche. La denuncia ai carabinieri, articoli di giornale che hanno accompagnato l’iter dell’inchiesta giudiziaria. Le locandine davanti alle edicole.

Una parte dello staff di insegnanti presenti in Seminario negli anni ’50: da sn, dal Sappa, il can. Damonte, l’omonimo don Damonte, padre spirituale, il rettore mons. Contestabile, don Doglio, don Gerini e don Caviglia, nella casa estiva del Seminario a Colle di Nava, nella ricorrenza del 15 agosto 1957 (foto archivio Trucioli)

La perquisizione, a Pandino (CR) nella casa del ‘truffatore – ladro’, accertamenti bancari e patrimoniali, controlli di ricettatori abituali di oggetti sacri antichi. Non solo, le dichiarazioni da vero farabutto dell’indagato (in quella veste non è neppure tenuto a dire la verità secondo il codice penale) gettarono ombre sull’onestà e sulla morale di don Leandro che non lo meritava. Erano falsità, tenativi di gettare fango e ombre. In pratica il mascalzone si difese sostenendo in parte di non essere responsabile di tutti gli ammanchi attribuiti e dove non poteva smentire, sosteneva che erano stati ‘regali’ per l’aiuto dato in parrocchia o gli erano stati ‘affidati’ in custodia, o ancora regalie per un legame particolare. Dopo il processo con la condanna di  A. M.  il giudice ha disposto la restituzione della refurtiva recuperata; fu lo don Leandro, con un parrocchiano, a recarsi in caserma a Pandino.

Non fu però l’ultimo ‘incidente’ nella vita del parroco come accennato. In due o tre circostante, compreso l’annuale incontro con i giornalisti nel giorno di San Francesco di Sales, don Caviglia pronunciò parole di polemica verso la Resistenza ed alcuni suoi esponenti di spicco. Si mosse, in via ‘riservata’, il sindaco anche perchè si era formato uno schieramento che incitava il parroco a resistere contro le nefandezze partigiane ed altri che lo invitavano alla prudenza, a non esporsi. Chi ha conosciuto don Leandro sa che la sua apparente timidezza, il suo distacco, la moderazione, in realtà celavano una carattere deciso, determinato. Si sentiva un uomo ed un sacerdote che non aveva nulla da nascondere o farsi perdonare  anche dai superiori (il vescovo).

Gli ultimi strascichi, il clamore sui media, hanno contribuito a deprimerlo e a cui si è aggiunta la decisione del vescovo Oliveri di sollevarlo dall’incarico (ufficialmente su richiesta dello stesso don Leandro, ma non fu così). Lui scelse di rimanere a Ceriale in un mini alloggio ammobiliato della parrocchia. Dopo qualche mese decise di prestare collaborazione alla Madonna della Guardia, a Ceranesi di Genova, il più importante santuario mariano della Liguria e d’Italia. Ogni mattina, alle 5,  anche con pioggia, inverno ed estate, prendeva un treno locale fino alla stazione Principe utilizzando poi la linea del bus. Sei ore di viaggio tra andata e ritorno (nel primo pomeriggio). Per diversi anni, fino a quando le forze e la vista hanno imposto riposo assoluto. E’ tornato a celebrare, la domenica e nei festivi, la Messa a Ceriale quasi in segno di riappacificazione. La persona che gli è rimasta più vicino era il compaesano don Gerini, in quel periodo parroco di Peagna.

L’ultima volta abbiamo incontrato, fatto visita a don Leandro ospite della Casa di Riposo (Opera Cuore Immacolata di Maria) di Borghetto d’Arroscia che fu di don Cha, ereditata da una suora e da ultimo affidata dalla religiosa (che non volle sentire ragione neppure di fronte alle insistenze del vescovo Oliveri di donarla alla Diocesi) a don Ruggero Badiale, oggi amministratore unico della struttura  ampliata ed ammodernata. Sacerdote in quiescenza, senza alcun impegno pastorale, di fatto celebrava la Messa domenicale in parrocchia, finito nei guai e nella cronaca giudiziaria per denunce prima da parte dei Nas e Asl Imperiese, successivamente per un presunto traffico di opere d’arte (maggio 2018). Don Badiale si è difeso negando, respingendo le accuse dopo che i carabinieri hanno trovato nella sua disponibilità 40 oggetti sacri. Compreso un reliquiario e un vassoio per l’incenso del XVIII Secolo. Tutti  di provenienza furtiva, dunque frutto di presunta ricettazione. L’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico di Roma, al comando del colonnello Nicola Candido e dai colleghi della Stazione di Pieve di Teco. Ora in attesa che la giustizia faccia il suo corso.  «Non lo conosco molto bene – disse il vescovo Borghetti ai cronisti a proposito di don Badiale -, i nostri sono stati rapporti molto rapidi. L’ho incontrato qualche volta in casa di riposo, a margine della visita ad alcuni preti anziani e so che è stato anche poco bene. Spero, comunque, che non sia vero e sia presto scagionato”.  (l.cor.)

Don Leandro Caviglia nella foto diffusa dall’archivio diocesano

COMUNICATO DELLA DIOCESI DI ALBENGA – IMPERIA – Nella tarda mattinata del 5 novembre 2018 è deceduto all’Ospedale Civile di Imperia, dove era ricoverato da alcune settimane, il Reverendo Sacerdote don Leandro Caviglia. Era nato a Vessalico (IM) il 4 luglio 1931 e nella locale chiesa parrocchiale dedicata a S. Maria Maddalena e battezzato il successivo 15 luglio, cresimato il 25 settembre 1938.

Fu alunno del Seminario Vescovile Diocesano, e nella Cappella del Seminario ricevette la Tonsura e gli Ordini Minori. Fu ordinato Diacono il 3 aprile 1954 e il 20 giugno 1954 conferito l’ordine del presbitorato , dall’allora vescovo mons. Raffaele De Giuli, nella chiesa parrocchiale di Vessalico, insieme al compaesano a don Fiorenzo Gerini (ancora in vita) e a don Umberto Costa che fu parroco di Stellanello.

Don Caviglia è stato Vice – Rettore del Seminario, e parroco di Montecalvo, incarichi ricoperti sino al 30 settembre 1966. Dal 10 ottobre 1966 sino al 15 settembre 1982 parroco di Toirano, e dal 15 giugno 1976 anche parroco di Carpe. Dal 15 settembre 1982 sino al 30 giugno 2007 ricoprì l’incarico di Arciprete di Ceriale. Pur continuando a risiedere a Ceriale iniziò una solerte ed infaticabile collaborazione con il Santuario della Madonna della Guardia a Genova, ove trascorreva molto tempo nel confessionale ed accogliendo i pellegrini.Quando iniziarono a diminuire le forze e la vista non gli permetteva più di muoversi con autonomia venne prima ricoverato presso la Casa di Riposo “Cuore Immacolato di Maria” in Borghetto d’Arroscia e quindi presso la Casa “Ardoino – Morelli” di Diano Marina.

Le Esequie celebrate dal vescovo, giovedì 8 novembre, nella chiesa parrocchiale di Vessalico, alle ore 15:30. Il Vescovo S.E. Mons. Guglielmo Borghetti, e il presbiterio, innalzano preghiere a suffragio della sua anima confidando nella Misericordia divina. La sua anima riposi tra le braccia amorose di Cristo nostro Redentore.

 

 

Ranzo orfana di Riccardo Bruna: rigoroso, caparbio, rivoluzionario precursore del Pigato. La comunità del vino in lutto

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I viticoltori del Ponente ligure hanno perso uno dei loro ‘maestri’. Se n’è andato Riccardo Bruna, 81 anni, lasciando orfani Ranzo e la comunità del vino, in lutto i famigliari e tanti amici. Un artista che non dipingeva quadri, non realizzava sculture, ma di estrema professionalità, rigore, serietà. A modo suo caparbio, originale, rivoluzionario. Per la storia precursore in paese nell’imbottigliamento del Piagato nelle vigne storiche di famiglia. Riccardo che con estro geniale da un nome non casuale e dialettale ai suoi tesori in bottiglia: U Baccan, Bansigu, Pulin. Un professionista che conosceva i ‘ferri del mestiere’ e prima di lui l’enologia ligure perse uno dei suoi ‘figli migliori’, Piero Trevia, 71 anni, che abitava in una caratteristica casa in pietre di Andora, in via Castello.

Riccardo Bruna, fondatore dell’omonima Azienda agricola e viticoltore di Ranzo, si è spento a 81 anni, lasciando la moglie, due figlie e quattro nipoti. I media locali purtroppo non hanno ritenuto darne notizia

Se Trevia era un punto di riferimento, una guida per quei viticoltori liguri  che hanno fatto dell’impegno verso la qualità, la loro ‘pietra miliare’, Bruna è stato l’esempio vivente di un continuo e quasi maniacale percorso per offrire un prodotto capace di stupire e di competere. Orgoglioso dei traguardi via via raggiunti, ma non era un esaltato, non si montava la testa, non pensava di essere il migliore ed insuperabile. L’abbiamo conosciuto ed apprezzato quasi all’esordio della sua missione da viticoltore alle prime armi. Non si lamentava col cronista di provincia di non essere trattato alla pari degli altri viticoltori quando si affrontavano articoli sul tema cantine e produttori. Certo, come tanti altri suoi colleghi, si rendeva conto che c’erano ‘guide dei vini‘ con la vocazione a far fruttare inserzioni pubblicitarie o acquisto di copie. Anche la rassegna stampa sui ‘vini in Liguria‘, poteva anche non essere di parte, e magari con qualche problemino di conoscenza della materia. Il vino con il suo universo  sensoriale, profumi, aromi, bouquet, la natura dei profumi, il vigneto, la lavorazione  del terreno e il tipo di terra. Il vino ed il suo equilibrio, il vino e l’incidenza del clima, la capacità di far esaltare le singole caratteristiche: morbidezza, acidità, tannicità, la persistenza aromatica, il giusto equilibrio.

Viticoltore, un mestiere prima di tutto da amatore, ci ricordava Riccardo Bruna nei nostri incontri, nelle conversazioni telefoniche. Lui in cantina, nei vigneti. Noi alla scrivania di una redazione: la macchina da scrivere, la telescrivente, i dimafoni, il computer. Riccardo ha sempre cercato di seguire lo sviluppo che la tecnologia poteva offrire, tenersi al passo con i tempi, seguendo però la bussola di chi non si accontenta mai del traguardo raggiunto e se ne fa una ragione se la stragrande maggioranza dei vini liguri non può competere, o comunque non figura nel firmamento, nei top dei top riconosciuti a livello nazionale e soprattutto internazionale. Una delle sue peculiarità commerciali era di non rincorrere la politica né dei listini fuori dal rapporto qualità prezzo, né dei supersconti. Non ci teneva insomma che le sue bottiglie finissero negli scaffali dei supermercati.

Certo, Riccardo è stato accompagnato da una buona stella, peraltro meritata. Un campagnolo, si suole dire nella parlata dialettale da terza età, con la moglie che gestiva l’unico ‘alimentari’ di Ranzo e che hanno saputo crescere, mettere all’onore del mondo, due figlie. Una ha preso le redini dell’Azienda Agricola Bruna  di Francesca Bruna, laureata con lode in Ingegneria meccanica, l’altra Anna Maria, laurea in chimica farmaceutica. Nell’agosto 2000, dalle pagine del Secolo XIX, con un viaggio tra i viticoltori delle vallate e delle località di produzione, ricordavamo: …Francesca e Anna Maria che incoraggiano papà a proseguire la sua opera di rigogoso viticoltore di classe. Il suo primo gioielli di Piagato si chiamava ‘Le Russeghine‘, unico in Liguria ad essere citato  dall’autorevole rivista  ‘Civiltà del bere’ diffusa in Italia e all’estero. Tra i 16 vini d’Italia (allora) più conosciuti. Riccardo che alla notizia cascava dalle nuvole e non da ‘finto tonto’. Già allora il suo ‘segreto’ era la scrupolosa selezione nel vigneto e, sempre all’epoca, l’acquisto ‘salato‘ di una macchina che consente la spremitura soffice e la macerazione sulle bucce. Non solo, non era ancora obbligatorio la dizione europea della presenza di solfiti. Non si può commercializzare vino senza indicare se contiene o meno l’anidride bisolforosa utilizzata in basse dosi  nella pigiatura e nei successivi travasi e poi l’uso di lieviti naturali, prelevati dall’uva, creati in laboratorio e liofilizzati, utile per la fermentazione a temperatura fredda. Importante, ci raccontava Bruna,  che si tratti di lieviti selezionati, come ‘cervisia‘ e ‘bainano‘. Purtroppo, ci rivelava, sono in commercio altri lieviti killer. Hanno il potere di trasformare qualsiasi vino dandogli caratteristiche secondo le esigenze del mercato. E spesso si trae in inganno anche chi si ritiene un buon assaggiatore, degustatore.

Virgilio Pronzati, nato a Genova, da anni si interessa del pianeta vino: prima come Delegato regionale dell’AIS, poi dell’ONAV. Socio fondatore della Delegazione Ligure del “Conservatorio delle Cucine Mediterranee”. Consulente – CTU – del Tribunale di Genova. Autore e coautore di vari libri a carattere enogastronomico.

Allora Virgilio Pronzati giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato della Liguria, presidente regionale Onav (organizzazione nazionale di assaggiatori di vini)  sosteneva che se l’uva è sana “i lieviti non dovrebbero essere usati, in particolare dai produttori artigianali”. E che dire della parabola del ‘verderame’, con il zolfo, da due secoli unici prodotti utilizzati in vigna contro le ‘malattie’, gli ‘attacchi’ ed ora messo all’indice (verderame) in alcuni paesi europei importatori e in parte produttori di vino. Ci sono aziende commerciali tedesche, svizzere, per fare un esempio, che non accettano di importare prodotti (vale anche per frutta e verdura) che siano trattati con il ‘verderame’. Si intende genericamente un anticrittogamico a base di rame, cioè un fungicida rameico. La composizione cambia di volta in volta, in base al prodotto usato. In modo generico, in agricoltura, il termine verderame è utilizzato soprattutto per la composizione tipica della poltiglia bordolese (di colore azzurro intenso).

I vigneti, la loro cura maniacale, la cantina. Dopo la famiglia per Riccardo Bruna, persona riflessiva, gentiluomo nel modo di fare e di proporsi, esisteva un secondo amore. La dedizione e l’interesse per la ‘creatura in bottiglia’. Se Pietro Trevia, sepolto nella tomba di famiglia ad Andora, dopo aver rispettato il suo desiderio di rinuncia ai funerali, era stato il primo savonese a conseguire il diploma di enotecnico alla prestigiosa scuola di Alba; Bruna, oltre a pioniere del Pigato in bottiglia a Ranzo, ci ha lasciato orgoglioso del timone ereditato dalla figlia Francesca che dal papà ha avuto tanto ed ha imparato moltissimo.

Trevia che se ne andava, nel duemila (il papà fu anche il primo ad aprire un negozio di vini in via Carminati di Andora), lasciando al figlio Emanuele l’eredità del Vermentino più premiato in Liguria e prodotto dall’avvocato Maria Donata Bianchi Trevia. Marito e moglie titolari di una cantina laboratorio a Diano Castello.  E come dimenticare le dichiarazioni che il giorno dei funerali annotammo proprio da Riccardo Bruna. “Per 32 anni – ricordava – è stato una grande guida per i viticoltori, in molti abbiamo ricevuto le prime nozioni professionali proprio da lui. E chi l’ha seguito non è rimasto deluso, semmai poteva stancarsi della sua  meticolosità, il continuo impegno  per un vino sempre più affinato e anche a non cullarsi sugli allori”. Trevia tra i fondatori del Consorzio di promozione  e tutela dei dei vini del ponente per ottenere la Doc per i pigati, rossese, ormeasco e lumassina.

Riccardo Bruna concludeva: ” Forse ce ne renderemo conto con il passare degli anni, Piero è stato davvero un gigante nel vigneto, in cantina, non era geloso di insegnare. Mi auguro che non sia dimenticato troppo in fretta, resti per tutti noi un faro, una luce proiettata nel futuro, a me non resta che ringraziarlo, anch’io resterò orfano dei suoi insegnamenti e consigli. Una cittadino benemerito della società”.

Questo era Bruna quando parlava al giovane cronista del Secolo XIX. Oggi un altro benemerito, Riccardo appunto, ha raggiunto il mistero dell’eternità e senza che i mass media abbiano dato notizia, escluso il blog Liguria e Dintorni di Stefano Pezzini collaboratore de La Stampa. Riccardo un cristiano che, al momento della morte, si affida a Dio. Forse questa è la differenza tra un credente e un non credente ateo: il primo spera in qualcuno a cui tendere la mano anche se è difficile, anche per una persona di fede, immaginare come sarà la risurrezione. Ma è questo l’orizzonte imprescindibile in cui abita proprio la fede. Ci ha salutati, nell’inconscio, consapevole di aver dato tanto alla famiglia e alla comunità. E tutti avremmo avuto ancora bisogno di un cittadino da portare come esempio di vita, virtù e fiducia.

Luciano Corrado

COME E’ NATA E COSA RAPPRESENTA

NELLA STORIA DI RANZO L’AZIENDA AGRICOLA BRUNA

 di Francesca Bruna

Lo sorella, laureate, Francesca ed Anna Maria Bruna, in un momento felice posano per il sito internet dell’azienda famigliare

L’Azienda agricola Bruna nasce per intuito e passione di mio papà Riccardo. È un tipico ligure dell’entroterra rigoroso e caparbio, a volte ritroso, ma sebbene pensi di essere tradizionalista io so bene che è un rivoluzionario. Nei primi anni settanta infatti vinifica e imbottiglia il vino Pigato delle vigne storiche di famiglia a Ranzo. In paese è stato il primo e la sua è una scelta di vita non comune per quegli anni in Liguria. Mio nonno materno fin da subito lo sostiene e impianta nuovi vigneti ad Ortovero. Si chiamava Virginio Capello, contadino dalla mente raffinata e modernista, era un visionario: voleva aprire negli anni venti una gelateria a Costantinopoli.
Ha sempre creduto nel Pigato. Lo ricordo con tenerezza, ormai anziano, magrissimo, seduto sui gradini di casa, mentre scrutava le pergole di vite piantate tutt’intorno quasi a farsi stringere da loro in un abbraccio.
L’impegno costante di mio papà, chiamato affettuosamente da tutti noi “U Baccan”, il capo in dialetto, ha portato nel tempo ad ampliare i vigneti di proprietà, con precisa attenzione da un lato alle posizioni migliori di terreno da impiantare, dall’altro alla creazione di vini che rispecchiassero la sua personalità nel rispetto della tipicità varietale.
È stato un innovatore in quegli anni… Io e mia sorella, nel frattempo ragazzine, collaboravamo in vendemmia e in cantina divertendoci un mondo. Papà borbottava con Meneghin, mitico aiutante, perchè, secondo lui, non ne facevamo mai una giusta. Poi ci siamo trasferite a Genova per studiare all’Università, convinte che l’ingegneria e la chimica farmaceutica fossero il nostro futuro. Occuparsi della terra in quegli anni non era la massima aspirazione fra i giovani. Dopo la laurea però contro ogni previsione e qualche mugugno di mamma e papà abbiamo scelto con convinzione di ritornare. Volevamo fare le vignaiole.

Da anni siamo noi a lavorare con passione nell’azienda agricola: io, mia sorella Annamaria e Roberto, mio marito. Insieme a lui abbiamo deciso di coltivare tutte le nostre terre in modo naturale. È stata una scelta che ci ha cambiato la vita. In meglio. Quasi sempre Roberto è in mezzo alle vigne, ne conosce ogni particolarità e ne resta spesso affascinato, la sera è un vulcano di informazioni, idee e nuovi progetti. Io mi occupo della gestione dell’azienda agricola e faccio la mamma, mentre Annamaria tappa tanti buchi, sfama figli, nipoti, amici e trova anche il tempo, tra marmellate e pesche sciroppate, di realizzare bellissime composizioni floreali.
Insomma siamo una grande famiglia: grazie a Debora, John, Tania e Alessio, rispettivamente figli e nipoti, siamo anche un po’ rumorosi e scapigliati. Insieme a noi lavorano Ardian ed Elvis, due ragazzi molto capaci, anche loro sono e si sentono parte fondamentale dell’azienda vitivinicola.

Possediamo otto ettari di vigneti e pochi ulivi coltivati sui classici terrazzamenti liguri tra le colline e i boschi di macchia mediterranea di Ortovero e Ranzo, zona storica di elezione dell’uva Pigato. Lavoriamo ogni giorno con curiosità e voglia di fare meglio.
Cerchiamo semplicemente l’espressione più naturale del vino e della terra: mineralità, profondità, purezza.

Francesca Bruna (dal sito dell’azienda)

OTTO ETTARI DI VIGNETI – La nostra famiglia coltiva sopratutto l’uva Pigato. È un biotipo di Vermentino che nell’entroterra di Albenga, inValle Arroscia, ha sviluppato caratteristiche originali, non riproducibili altrove, tanto da essere considerato una varietà a se stante. I nostri vigneti sono disposti nei classici terrazzamenti liguri con muri in pietra, disseminati tra le alture di Ortovero e Ranzo, zone storiche per l’uva Pigato.

Roberto ha sposato Francesca Bruna, collabora all’azienda di famiglia, con un bagaglio professionale non comune

Il microclima è mediterraneo, secco e ventoso, da una parte il mare e il suo orizzonte infinito, dall’altra le Alpi Liguri, verde, luce e silenzio. I filari vivono in armonia con ulivi, querce, lecci e macchia mediterranea. Il paesaggio è selvaggio, le strade ripide e zeppe di curve, in cielo le nuvole corrono veloci. In questo scenario incantato crediamo con forza che una viticoltura naturale, senza diserbanti nè prodotti sistemici e di sintesi sia l’unica possibile. Rispettiamo il suolo, affinchè sia vivo, e le viti in equilibrio con le piante e gli insetti che la circondano. La terra plasma i nostri vini.  Intorno ad Ortovero i terreni sono sciolti e sassosi per il disfacimento di conglomerati di roccia sedimentaria. Qui oltre al Pigato coltiviamo Granaccia, Rossese e Sirah e in misura minore altre varietà a bacca rossa, i vini sono salati ed esuberanti. I vigneti sopra Pogli di Ortovero, interamente contornati da boschi, affondano le radici su pietra calcarea e argille azzurre risalenti al Pliocene, ricche di micro e macro fauna fossile. Qui il Pigato è puro e minerale. Sopra Ranzo la terra cambia, l’argilla è meno compatta, gli ossidi di ferro e manganese la colorano di rosso, le piante di vite superano i cinquant’anni. Il vino acquista profondità e ricchezza.

L’Azienda Agricola Bruna

“U BACCAN” PIGATO RIVIERA LIGURE DI PONENTE DOC
Severa selezione delle nostre piante più vecchie, oltre i 50 anni. U Baccan, il capo in dialetto ligure, mostra la vocazione dell’uva Pigato a produrre un vino complesso, di grande personalità. Negli anni ha dimostrato “sul campo” di avere ottime capacità d’invecchiamento.

“BANSIGU” ROSSO COLLINE SAVONESI IGT
Il Bansigu, altalena in dialetto ligure, è un vino rosso di chiara impronta mediterranea, ottenuto dalla selezione di Granaccia e altre varietà di uva, alcune poco conosciute ma da sempre presenti nei nostri vigneti. Vino grintoso dalla beva succosa e disinvolta.
“PULIN” ROSSO COLLINE SAVONESI IGT
Nato da un nostro progetto finalizzato alla riscoperta e alla valorizzazione della Granaccia, pregevole cultivar ligure affine alla Grenache del Basso Rodano. E’ coltivata in vigneto insieme a Sirah e Barbera. Il Pulin, ultimo nato in dialetto ligure, è un vino rosso di struttura, solare e mediterraneo con buone capacità di invecchiamento.
SFOGLIANDO LE PIU’ PRESTIGIOSE GUIDE DEI VINI D’ITALIA
“Quella di Riccardo Bruna resta senza dubbio una delle cantine storiche del Ponente Ligure, fra le poche la cui fama  abbia oltrepassato i confini regionali. E questo grazie ad una strategia  produttiva rigorosa, che ha saputo unire  sapienza viticola antica  e tecnica enologica moderna.  Il tutto nel pieno rispetto degli equilibri ambientali….U Bacan  alterna la gioviale  ed elegante spigliatezza del nuovo Majé …”.
“…L’azienda Bruna è una delle cantine più stimate ed importanti  del territorio. La sua produzione, di circa 40  mila bottiglie non riesce più a soddisfare  il mercato tanto che in cantina, in autunno, rimangono giusto le riserve.  Ma per il momento Francesca ed il marito Roberto non sono intenzionati a crescere, Preferiscono rimanere concentrati sulla qualità, con meno rese e con molta attenzione alla coltivazione naturale.  I vini si riconoscono con il forte legame  che hanno con il territorio…”

Marco Rezzano presidente Enoteca Regionale della Liguria

Marco Rezzano, presidente di Enoteca Regionale della Liguria, riportate da LiguriaWineMagazine, il giornale online dell’Enoteca: «Se ne va un uomo autentico, un grande produttore, un pezzo di storia e una delle anime del Pigato. Riccardo è stato tra i primi insieme a Pippo Parodi, Tommaso Lupi e alla famiglia Calleri a credere  nelle potenzialità del Pigato, un vitigno straordinario, fino a farne un vessillo aziendale. Uomo all’antica, tutto d’un pezzo, da subito ha interpretato la produzione del Pigato in maniera tradizionale senza mai cedere alle lusinghe moderniste. Schivo e diffidente verso i cambiamenti, ha sempre esaltato attraverso il suo meticoloso lavoro i caratteri della sua terra. Un amore totale verso il suo lavoro. La cura per ogni particolare produttivo ha fatto sì che il suo Pigato e il Pigato in genere si affermasse in modo definitivo. Lo porteremo sempre con noi, nei nostri cuori».

Olioliva: incognita dei conti ignorati dai media, per fortuna c’è il presidentissimo L’appalto a Paola Savella, ufficio stampa a Gattai, la moglie scrive articoli, la pubblicità

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Inaugurazione di “Olioliva” 2018 alla presenza del Presidente Toti, della vicepresidente Viale e degli assessori Berrino, Mai e  Marco Scajola, ricorda il comunicato stampa della Regione. E’ la festa dei ‘prodotti del territorio e delle eccellenze (?), del turismo enogastronomico. Nell’anno del cibo e nel ‘regno’ della taggiasca. Almeno 200 espositori con stand di vendita e degustazioni. Non sappiamo quanti siano siano i produttori di extravergine imperiesi, savonesi, liguri. E quanti  di altre regioni. Quale altro genere di mercanzie. Oppure il numero di ‘artigiani’ del vino di Liguria, i pastori con i loro formaggi, gli apicoltori, i pasticcieri, i salumieri. Se le caldarroste, specialità di stagione, provengono dai boschi liguri, piemontesi, oppure da Romania, Bulgaria, Francia o Spagna.

Quanti, tra gli espositori, partecipano per la prima volta per un utile confronto con le edizioni precedenti. Alla segreteria di PromImperia abbiamo inviato la mattina del 6 novembre 5 domande motivate. Non hanno avuto tempo di rispondere: “Siamo impegnatissimi, dovete rivolgervi all’ufficio stampa affidato al giornalista Marcello Gattaidice una gentile Paola Coletti. Intanto la moglie giornalista scrive ogni giorno una pagina per descrivere l’evento sul Secolo XIX Imperia. E a vincere l’appalto organizzativo, ormai da qualche anno, è Paola Savella vicino al mondo dell’informazione imperiese.

Quanto costa esporre nella ‘grande vetrina, orgoglio dell’extravergine del Ponente Ligure’. Lo sanno solo gli addetti ai lavori. Ai cronisti  pare non interessi granché nonostante qualche interrogativo si imponga nel dovere di informare i lettori. Ad esempio, sul suolo pubblico che il Comune di Imperia dovrebbe riscuotere. 

Enrico Lupi il presidentissimo di Confcommercio ma sopratutto di PromImperia, organizzatrice dell’evento Olioliva

Oppure quanto spendono gli organizzatori  – PromImperia e C. (appaltatrice Savella) – in pubblicità, anima del commercio. Con quale criterio si stabilisce la spesa per testate giornalistiche, televisive, on line, blog, opuscoli e stampati vari, neppure. L’ammontare del bilancio consuntivo  2017 del grandioso evento commerciale e culturale ? Che fondamenta hanno le voci che la nuova amministrazione del sindaco Claudio Scajola avrebbe avuto qualcosa di ridire a proposito di suolo pubblico ? Quali proventi della ‘gara – appalto 2018’ aggiudicataria la società di Paola Savella ? A quali le condizioni contrattuali.  Controlla solo il controllore ?

Incontrando casualmente, a Laigueglia, il ‘presidentissimo’, il ‘re’ buono di PromImperia, Enrico Lupi, abbiamo chiesto se erano sorti contrasti con il Comune in merito al suolo pubblico. Risposta secca: “Assolutamente no, abbiamo sempre pagato….”.  Al Comune ? Lupi: “Certamente, grazie al fatto che c’è chi lo riscuote…”. Semplice partita di giro si direbbe.

Ma in tema di numeri, cifre, spese, introiti, Lupi gentilmente rimanda ai ‘nostri uffici, io non mi occupo di contabilità, non ci sono segreti, chieda a loro…’. Eppure abbiamo scritto, per sicurezza, senza ricevere risposta e al sollecito telefonico hanno ‘girato’ le incombenze all’ufficio stampa, a Marcello Gattai, giornalista professionista pensionato, già caposervizio del Secolo XIX alla redazione di Imperia, poi a Genova, sempre in attività per tenersi allenato tra enti pubblici ed associazioni di categoria. Inoltriamo la stessa richiesta a Gattai, nulla di fatto.

Due anni fa trucioli.it si era occupato di Olioliva. Tra le curiosità, meno affrontate dai media imperiesi, l’incremento fino al 30 per cento del costo degli stand per gli espositori. Il motivo, si disse e pareva plausibile, il ‘problema sicurezza‘. Il terrorismo colpiva duro in Europa, gli echi della strage sul lungomare di Nizza non si erano spenti. Certo è che sommando gli aumenti scaturiva una somma considerevole alla voce ‘sorveglianza e sicurezza’ tutta a carico di chi esponeva. Anche allora nessuna risposta alla richiesta di chiarimenti, di trasparenza. Poco importa se una sera ci scappò anche un furto di formaggi, i responsabili furono scoperti e la merce restituita. Importante, insomma, sapere che ‘tutto era sotto controllo per l’incolumità dei visitatori e degli addetti alla manifestazione’. E quest’anno la spesa sicurezza è rimasta immutata ? Lo ignoriamo.

QUANTO COSTA UNO STAND – L’affitto, compresa la struttura, ovvero lo spazio espositivo, varia a secondo della metratura: 3 metri per 3 costano, agli espositori, per tre giorni, 300 €, oltre il 22 % di Iva, 40,50 € per suolo pubblico Iva esente, 5 € la quota Asl che salgono a 15 €. in caso di somministrazione alimenti. La cifra dell’affitto del gazebo raddoppia con 6 m. x 3, mentre il suolo pubblico passa a 81 €, sale a 900 € chi sceglie 9 m. x 3, con 121 € di suolo pubblico. Chi stabilisce le quote da pagare in base allo spazio espositivo e struttura mobile a carico a PromImperia; ai tavoli provvede chi espone. Nell’edizione 2018 ci sono spostamenti logistici di alcuni settori, con immancabili mugugni e malumori per chi si è trova a cambiare zona temendo di ‘non essere facilmente trovato dai clienti abituali’. Ad ascoltare le lamentele, l’appaltatrice Paola Savella, avrebbe risposto che “non sono stata io a decidere”.

Il presidente Lupi, con l’immancabile completo blue, in compagnia di un amico, seduti ad un bar del lungomare di Laigueglia. Lui pranza con un toast alla settima edizione de “Il salto dell’acciuga”  2018. Per un giorno dimentica di essere un’ottima forchetta e buongustaio

IL TRONO DEL PRESIDENTE LUPI –  E’ tra i personaggi più popolari, di lungo corso, tanti amici e qualche avversario, della comunità imperiese, dalle città all’entroterra. Difficile trovare qualcuno – non parliamo di chi ha rivestito o ricopre cariche pubbliche, sia elettive,  sia in enti, associazioni – che non sappia chi è ‘il presidente Lupi’. E’ proprio lui a smentire al cronista che Olioliva non paghi il suolo pubblico al Comune. Quest’anno sono sorti screzi col neo sindaco, con un Comune in crisi nera per via dei debiti ereditati. Neanche per sogno assicura Lupi. Nessun problema. E poi è Paola Savella che ha le redini della cassa, entrate ed uscite, dei rapporti con gli uffici comunali competenti. Sarebbe interessante ed utile  conoscere  anche l’importo dell’appalto che si aggiudicato. Se lo vince sempre lei non sarà perché “miracolata‘, rispetto ai concorrenti; peraltro non conosciamo chi siano e la somma proposta. Insomma un’appaltatrice che sta a Olioliva, come PromImperia sta a Paola Savella. Onore al merito, alla collaborazione, al successo degli organizzatori e al tornaconto di chi espone. Contano i risultati.

Lupi che di fronte a tanti altri imperiesi rimasti per anni sulla cresta dell’onda e del potere, non sa cosa vuol dire finire nel dimenticatoio, essere messo da parte volente o nolente. A volte, per certi personaggi, ci ha pensato l’autorità giudiziaria, oppure il tramonto del partito di appartenenza e neppure con i girotondi si è riusciti a stare a galla. Spazzati via, almeno dal piedistallo, dalla mannaia invisibile dell’oblio.

Non è stato così per il ‘mito dei miti’, Lupi dalle sette vite si direbbe. Un’esperienza come rappresentante dell’altrettanto mitica, ma alla fin fine ingrata, ‘Pasta Agnesi’. Tutti sappiamo che il nuovo proprietario ha lasciato Imperia per trasferirsi in un moderno pastificio in Piemonte. Per Lupi è seguita l’esperienza in proprio con un ingrosso di prodotti alimentari.  Qualche vocina era emersa a proposito della liquidazione ai dipendenti. Qualche malizia sulla carta di credito di PromoImperia Azienda Speciale della CCIAA di Imperia ora Riviere di Liguria. Non avendo di meglio da criticare non si capisce perchè un presidente non possa far uso della carta di credito. A meno che non ci sia un abuso e non ci siano controlli.

Del resto un personaggio  votato al ‘bene comune‘, oltre ad appartenere alla categoria degli scapoli,  può esibire un ‘ricco medagliere‘ di riconoscimenti, con tante ‘porte aperte‘ nei Comuni, in Provincia, in Regione, negli enti, per quale maledetta ragione privarlo dell’incenso. Anche se l’invidia è ‘umana’. Voci pure sugli screzi che sarebbero scaturiti per il fatto che da vice della Camera di Commercio Riviere di Liguria Imperia, La Spezia, Savona, nel periodo in cui il savonese presidente Luciano Pasquale era infortunato, abbia assunto qualche iniziativa molto personale, forse di troppo, non concordata o condivisa.

UNA CORAZZATA A DIFESA DEL TERRITORIO – Enrico Lupi che nel luglio 2016 è stato acclamato a restare alla guida di Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Imperia per il mandato 2016/2020. Riconfermato all’unanimità dall’assemblea dei delegati riuniti nella sala multimediale della Camera di Commercio. Tutti d’accordo nel chiedergli di proseguire il suo impegno, i suoi sacrifici, la sua esperienza, ai vertici dell’associazione sulla scorta dei risultati conseguiti e del lavoro portato avanti in questi anni da presidente. ““Confcommercio Imperia – ricordava Lupi  – nonostante le difficoltà nazionali e internazionali con pesanti ripercussioni nella nostra provincia, si è consolidata, ha realizzato progetti, iniziative a sostegno delle imprese, chiude un bilancio positivo e si proietta nel futuro con entusiasmo, determinazione, impegno a dare nuovo slancio alle nostre attività del commercio, del turismo, dei servizi”. E ancora: ““Otto anni di crisi hanno cambiato il mondo, creato problemi, tensioni per le aziende e per i consumatori. Nonostante tutto Confcommercio ha confermato di essere una corazzata in difesa del tessuto economico del territorio. E’ da questa consapevolezza che tutti noi dobbiamo assumerci la responsabilità di proseguire sulla strada intrapresa, innovarci ed essere propositivi. Dobbiamo partecipare attivamente al superamento dei problemi che frenano lo sviluppo e dare il nostro contributo allo sviluppo sociale ed economico delle nostre città”.

Il presidente che in Confcommercio può contare nelle capacità, esperienza e conoscenza del territorio e del mondo imperiese dell’informazione quale è Marcello Gattai, “free lance di marketing, comunicazione, campagne stampa“, reduce da un incarico operativo alla Camera di Commercio di Imperia con il presidente Franco Amadeo.

Nel luglio 2016  nasceva  Confcommercio Magazine,  portale online Confcommercio per ” far conoscere il territorio della provincia di Imperia a scopi turistici e promozionali”. Il sito curato da una squadra diretta da Roberta Maglio, di cui fanno parte, si leggeva nell’annuncio, i giornalisti Marcello Gattai e Alessandra Chiappori. “Il nostro prodotto – ricordava il direttore Confcommercio Roggeronon si sovrappone con il lavoro fatto sul territorio dai giornali presenti in provincia, ma vuole semplicemente raccontare le attività della Confcommercio in provincia di Imperia e uno spaccato della nostra economia”.

Quanto a longevità di presidenza difficile che Lupi batta il savonese Vincenzo Bertino il quale ha sempre preferito privarsi di un addetto stampa, non ha mai coltivato i rapporti con i giornalisti di provincia e magari ne avrebbe avuto bisogno.

CONFCOMMERCIO E IL DIBATTITO CON I CANDIDATI AL PARLAMENTO – E proprio nelle fila dell’informazione imperiese  si racconta di un dibattito organizzato da Confcommercio con i candidati al parlamento. Due i giornalisti intervistatori che fecero emergere l’argomento ‘mafia nell’imperiese’ come del resto hanno documentato inchieste giudiziarie, ribadito da giudici e confermato nei gradi di giudizio fino in Cassazione. Verissimo che ci furono anche clamorose assoluzioni, scagionati esponenti politici di primo piano inizialmente coinvolti e finiti a processo. In ossequio proprio a quella giustizia che condanna o assolve sulla base della ‘verità giudiziaria‘.

Difficile tuttavia ignorare che fu presa anche di mira la senatrice Donatella Albano (non ricandidata) che in un’intervista a domanda rispose: ” Nel Pd abbiamo affrontato il problema mafia e lo abbiamo fatto esplodere nell’imperiese, con lo scioglimento dei Comuni di Ventimiglia e Bordighera. Ma ora sembra che certi temi non interessino più. Finite le fiaccolate e i convegni. Quindi dico ai miei compagni di partito “ragazzi bisogna darci una mossa”. Altrimenti rischiamo di risvegliarci con brutte sorprese. Basta leggere la relazione di Anna Canepa (pm. della Direzione nazionale antimafia, ndr) per capire che certi incidenti di percorso vanno analizzati e discussi senza timori. I segnali di infiltrazioni ci sono e se prima stavano solo nel mio ponente, dove era il centro destra a governare, oggi li troviamo anche in territori del centro sinistra, come il savonese o certe zone dello spezzino”.

Alla domanda: Lei è stata minacciata, ha vissuto protetta, è stata eletta in Parlamento e ha visto riconosciute in tribunale le sue battaglie. Come vede la situazione oggi a qualche anno di distanza dai fatti?
Risposta: “La sensazione è che nulla sia cambiato”. Era il 10 marzo 2015.

Ma in quel dibattito dell’inverno preelettorale 2018 c’è stato pure chi non ha esitato a sostenere in pubblico: “La mafia nell’imperiese è stata soprattutto una montatura di certi giornali e certi giornalisti. Fortunatamente qui non ha attecchito e dobbiamo esserne fieri”.

Nel nostro orticello non abbiamo il bagaglio necessario per affrontare mafia si, mafia no, sulla Riviera di ponente, anche se un pizzico di memoria storica non ci manca. Non è questo il momento di discuterne, fuori luogo. Sarebbe invece più utile conoscere quali sono i risultati della ‘rassegna stampa’ di Olioliva, non solo sui media locali, pagine imperiesi o ponentine, aggiungiamo pure i notiziari ed i servizi delle Tv liguri. Sarebbe interessante conoscere la risonanza nazionale, meglio a livello europeo, al di là di presenze dei vicini cugini francesi. Olioliva siamo proprio sicuri sia un appuntamento, un evento, che promuove le produzioni della terra ligure sui ricchi mercati del centro e nord Europa ? O piuttosto resta, tutto sommato, una gran festa commerciale confinata e ristretta. Non per cestinarla, metterla in castigo, ma per non vendere troppo fumo. Non far credere, anche in buona fede, che si tratti di una formidabile vetrina alla stregua di ‘fiere’ nazionali ed internazionali da locomotiva del made in Italy. A meno che ufficio stampa, PromImperia, Azienda Speciale della CCIAA di Imperia ora Riviere di Liguria, non ci documentino che stiamo prendendo un abbaglio anche soltanto a dubitare.

Sempre in attesa, utile ripeterlo, che qualcuno ritenga di rispondere alle domande di un giornalista di provincia e pure montanaro imperiese da generazioni. Quella montagna che continua a non brillare e soffrire, non per clima ed acqua salubri, non si promuove con i fuochi artificiali, l’edilizia è ferma dagli anni ’60, moltissime case abbandonate e destinate a ruderi, chiudono negozi, bar e trattorie, alberghi, non conosce generosi sponsor, non ha apparati amicali per grandiose manifestazioni, ha creduto ai predicatori del rilancio sempre dietro l’angolo. E tutti, nessuno escluso, devono profumare di ottimismo, scrivere cronache economico e sociali in positivo come sanno fare due o tre cronisti e croniste imperiesi. Legionari della provvidenza, non divina. (l.cor.)

 

Perché corsi di laurea al Santa Corona?Oggi in 250 tutti su Genova e pendolarismo.E 1990 lo sviluppo corre sui binari, invece no

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L’Ospedale di Pietra Ligure, purché ritorni ad avere la generosa dotazione che aveva in passato potrebbe benissimo ospitare un corso di laurea in Medicina e Chirurgia, ora che né a Savona, né ad Imperia vi è possibilità alcuna di ascoltare le lezioni, con indubbio vantaggio anche per gli allievi: è quanto mai curioso vedere circa 250 posti tutti su Genova, per poi dividere gli allievi in tre canali, quando questi potrebbero evitare di sobbarcarsi pendolarismo giornaliero o settimanale quale esso sia ed essere ridistribuiti sugli Ospedali dei Capoluoghi di Provincia e sul citato Santa Corona di Pietra Ligure.

L’autore dell’articolo Roberto Borri è medico ed ingegnere

La deaziendalizzazione dovrebbe riguardare tutto il mondo della Sanità, poiché questa si prefigge il nobile scopo di servire l’Uomo nella sua condizione di malattia o, comunque, di debolezza e non già quello del profitto privato, peggio che mai di investitori collegati al mondo bancario e finanziario: ogni riferimento all’azienda è ignobile e financo la stessa parola andrebbe eliminata quando si parla di Ospedali o di Strutture sanitarie in genere.
Nell’articolo, così come anche in altra sezione di questo numero, compaiono le ennesime voci che reclamano altre autostrade in Liguria, volendo puntare su di un trasporto poco o punto sostenibile come quello su gomma: gli autocarri in servizio internazionale (T. I. R.) non debbono essere agevolati con nuove autostrade, bensì debbono scomparire dalla circolazione, salvo percorsi in affluenza e defluenza rispetto alla ferrovia o su tratte da questa non servite e lo stesso dicasi per gli autobus sul fronte viaggiatori.

L’illustre collega ing. Sibilla ha redatto un valido avanprogetto per collegare su ferro Albenga con Garessio, località da cui si può proseguire verso Ceva con la ferrovia esistente, di cui sarebbero certamente da salutare con plauso eventuali migliorie.

Da Borghetto Santo Spirito a Predosa, una volta raggiunta Savona, ci sono ben tre itinerari validi: uno passante per San Giuseppe di Cairo, Acqui Terme ed Alessandria, uno che percorre parzialmente il percorso sopra descritto, distaccandosene ad Acqui Terme per procedere in direzione di Ovada ed, infine, uno che passa per Genova e, da lì, raggiunge Ovada. Anche qui, specie sulla linea del Cadibona, della Val Bormida e del Turchino, vi sono ampi spazi per migliorare la situazione attuale. Parimenti senza senso la proposta di un’autostrada sotto il Colle di Tenda, esistendo già la ferrovia voluta dall’On. Biancheri ed anch’essa meritevole di ben altra considerazione.

Roberto Borri

 

Santa Corona, Dea e Università, siamo alla prova del nove per Regione, Comune, politicaAvis: le sacche di sangue all’ospedale pietrese

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Mancano meno di sei alle elezioni amministrative che interessano Pietra Ligure, alcuni comuni del comprensorio e della provincia, oltre che il voto per il Parlamento europeo. Un’occasione per riaffermare la ‘centralità’ (non in politichese) del Santa Corona nel ponente ligure.  Si chiede l’istituzione di una sua ‘azienda sanitaria, Dea di secondo livello, cardiochirurgia, come al S. Martino di Genova. Il nosocomio  pietrese ha perso negli anni alcune importanti  servizi a scapito dei cittadini utenti ed in un contesto che vede il fattore turismo unico traino dell’economia ponentina. Non per difendere o rafforzare il proprio serbatoio elettorale o clientelare.

In che direzione muoversi e con quali strategie ? Non si vada però alla ricerca delle colpe passate, semmai devono servire da insegnamento, per non ripetere gli errori. Non è il momento, semmai è l’ora del confronto sereno e della coesione, della ‘senso di responsabilità’ di cui hanno dato prova in passato  chi amministrava il S. Corona.

Leggi anche due comunicati stampa dell’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale. Il primo riguarda il problema posto dall’Avis di alcune località del ponente che chiedere di poter conferire le sacche di sangue, anche nei giorni festivi, e raccolte straordinarie, al S. Corona. Il secondo l’accusa della Viale al Pd: “Ci ha lasciato un disavanzo di 96 milioni”.

VICEPRESIDENTE VIALE, “MASSIMA DISPONIBILITA’ AD ACCOGLIERE EVENTUALE RICHIESTA AVIS PER TRASPORTO A PIETRA LIGURE SACCHE SANGUE RACCOLTE SUL TERRITORIO ANCHE NEI GIORNI FESTIVI E IN OCCASIONE RACCOLTE STRAORDINARIE”.

COMUNICATO STAMPA – “Massima disponibilità da parte di Regione Liguria in merito alla possibilità di conferire al centro trasfusionale di Pietra Ligure le sacche di sangue raccolte nelle sedi Avis di Loano, Ceriale, Albenga, Alassio e Andora anche nei giorni festivi e durante le raccolte straordinarie. Segnalerò alla direzione di Asl2 e al direttore del Servizio Trasfusionale di Savona, competente per il ponente ligure, l’opportunità di accogliere la richiesta delle Associazioni volontari donatori di sangue, non appena verrà presentata”. Così la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale intervenuta in Consiglio regionale.

L’assessore ha ricordato in aula che “già oggi, per andare incontro alle difficoltà segnalate dalle associazioni di raggiungere la sede di Savona, è previsto il conferimento presso il centro di Pietra Ligure delle sacche raccolte sul territorio durante la settimana. È poi il Centro trasfusionale a farsi carico del successivo trasferimento presso la struttura di Savona. Non appena le associazioni presenteranno la richiesta, il servizio potrà essere esteso anche alle raccolte straordinarie oppure effettuate nei giorni festivi”.

PROSEGUE l’articolo sulla mozione presentata a Pietra Ligure

Tre le richieste del consigliere Mario Carrara che non nasconde di proporsi candidato sindaco di un centro destra unito, o forse vice sindaco tenuto conto che oggi il maggiore partito dello schieramento è la Lega che nella giunta uscente era in maggioranza, con vice sindaco Sara Foscolo promossa in Parlamento. Nella mozione consiliare Carrara chiede la ‘stabilizzazione’ del Dea di secondo livello; l’istituzione di una sede staccata dell’Università di Genova per medicina e chirurgia (vedi altro articolo del dr. Roberto Borri); il riconoscimento regionale della specialità di cardiochiurgia peraltro da sempre oggetto di contrasti con il comprensorio di Savona ed il San Paolo.

L’avvio di un  confronto costruttivo, propositivo, prioritario, concordato con l’ospedale San Paolo di Savona senza mercanteggiare e che resta pur sempre una struttura da capoluogo di provincia ed una vasto bacino, anche se, nel levante della provincia, tenendo pure conto della vicinanza con il San Martino di Genova.

Tocca prima di tutto a Pietra Ligure dimostrare di essere unita, con linearità e chiarezza di intenti. Avere le idee chiare e senza voli pindarici. Senza che qualcuno pretenda il ‘bollino’ della paternità, semmai andare fieri della rivincita della coesione di tutte le forze politiche, sindacali, rappresentative della società civile. Sarebbe un ottimo traguardo nel futuro dell’ospedale e del ‘tema salute’ dei cittadini anche per le generazioni a venire. Una gara, insomma, ad unire alla ricerca di una conquista sociale, di civiltà. Guai a non riconoscere e emarginare chi persegue, invece, secondi fini personali o di gruppo, di clientele più o meno individuabili. Di chi si frega le mani se continua la strategia di spogliamento della sanità pubblica a vantaggio di altri interessi (vedi gruppo finanziari privati) di cui non conosciamo ancora a fondo i risultati.

LA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AL CONSIGLIO COMUNALE DI MARIO CARRARA

CHE DOVREBBE PURE COINVOLGERE GLI ALTRI COMUNI DEL COMPRENSORIO

Prospettive per Santa Corona e per il suo DEA di secondo livello.

Avio Valeriani sindaco di Pietra Ligure

Abbiamo letto che il Sindaco Valeriani ha chiesto all’assessore regionale alla sanità Viale notizie circa il progetto di ristrutturazione dell’ospedale Santa Corona, fatto redigere,  a suo tempo, dal precedente Sindaco (Luigi De Vincenzi ndr), su cui non si hanno più notizie.

Durante una recente conferenza, tuttavia, è  stato ribadito, da fonte autorevole, che, in realtà,  alla Regione Liguria non sarebbe stato depositato nessun progetto formale e regolare di ristrutturazione dell’ospedale, bensì sarebbe stato recapitato solo un disegno o,  comunque,  un abbozzo di ipotesi circa la realizzazione di un edificio monoblocco, nel quale avrebbero dovuto concentrarsi le principali specialità del DEA di ll livello; tutto ciò avrebbe potuto attuarsi tramite i proventi derivanti dalla vendita e la successiva trasformazione in “edilizia privata” di molti immobili all’interno della “cinta ospedaliera”.

Noi osserviamo che,  a prescindere dalla regolarità formale,  o meno, del progetto o della “bozza” di progetto in argomento, oggi, fine del 2018, con una condizione di “semiparalisi” del mercato immobiliare,  pare davvero difficile che si possano conseguire risultati economici rapidi e “ben remunerativi” conseguenti  ad operazioni immobiliari di tale portata ed impegno. A meno che, non si voglia “svendere” a prezzi di liquidazione il complesso di edifici individuati come suscettibili di essere trasformati da “ospedalieri” in case abitabili.

A riprova di quanto sosteniamo,  ci domandiamo: se così non fosse, il progetto di riconversione dell’area del cantiere navale,  già dotato di tutti gli atti autorizzativi, sarebbe già  in fase di attuazione avanzata;  come, pure,  quello pertinente le aree dell’Italcementi, tutt’ora “fermo al palo“, così come diversi altri minori. È per tutto questo che reputiamo, oggi, come “inattuabile“, perché “fuori” dalle logiche odierne di mercato, ipotesi “vecchie” e “nuove” mirate a conseguire proventi dalla vendita del patrimonio immobiliare per reperire fondi adeguati per procedere alla ristrutturazione dell’ospedale Santa Corona. Sulla base di questa realtà, riteniamo che debbano essere avanzate “nuove” proposte mirate a:

1) Difendere e “consolidare“,  rendendolo “stabile” e non più  “in deroga“, il DEA di secondo livello.

2) Valorizzare, con nuove ipotesi di utilizzo, il consistente patrimonio immobiliare costituito dai diversi immobili che hanno ospitato nel tempo le diverse specialità dell’ospedale, ma che,  oggi, per vetustà degli stessi o per trasferimento in altra sede delle medesime specialità,  non vengono più utilizzati e sono,  di fatto,  “dismessi”.

Per attuare la finalità di cui al precedente punto n. 1, riteniamo opportuno proporre:

  1. A) La richiesta alla Regione Liguria della attribuzione al DEA di secondo livello di Santa Corona della specialità di “cardiochirurgia”.

Specialità che “spetterebbe” di diritto a Santa Corona, essendo una di quelle che compongono la dotazione istituzionale di un DEA di secondo livello (che ora è solo in deroga),  essendone l’ospedale sprovvisto. Ciò consentirebbe di “stabilizzare” la qualifica stessa di “DEA”, per Santa Corona perché sarebbe dotato di TUTTE le specialità ospedaliere che compongono un DEA di secondo livello.

  1. B) Chiedere a gran voce, da parte di tutti i Comuni rivieraschi, la riattribuzione della qualifica di “Azienda sanitaria” per Santa Corona; cioè: restituire a Santa Corona quanto un’assurda decisione della precedente Amministrazione regionale motivata dalla volontà di perseguire “risparmi di gestione”, le aveva tolto.

Ciò sarebbe perfettamente in coerenza e logica con il fatto che “l’altro” DEA di secondo livello della Liguria, cioè l’ospedale San Martino di Genova, è “azienda ospedaliera“; quindi,  delle due l’una: o si revoca (per ottenere risparmi) anche al San Martino la qualifica di “azienda ospedaliera”, oppure si “riattribuisce” anche al DEA del Ponente ligure la stessa qualifica.

Si attuerebbe il concetto coerente: due DEA di secondo livello regionale,  due aziende ospedaliere.

Per attuare il punto sovraccitato,  al n.2:

Partendo dalle considerazioni più sopra svolte secondo le quali progetti formali e regolari per realizzare un nuovo monoblocco, in seguito alla vendita di molti immobili dell’ospedale, non ne esistono; considerato, poi,  che appare ben difficile che, di questi tempi di profonda crisi del mercato dell’edilizia, possano sussistere od essere ipotizzate soluzioni di vendite vantaggiose dei sopraccitati edifici dismessi o da dismettere; rilevato,  inoltre,  che per questi edifici,  non più “recuperabili” ai fini ospedalieri, sì dovrà pur prevedere qualcosa che non sia solo lasciarli proseguire nella loro rovina, si propone di renderli utilizzabili per una finalità della quale,  in un lontano passato si era fatto cenno; cioè : ospitare la sede staccata della facoltà di Medicina e chirurgia dell’università di Genova.

Riteniamo la proposta del tutto “fattibile” e realizzabile in quanto con la istituzione di una sede “decentrata” universitaria della facoltà di “medicina e chirurgia” nel Ponente ligure,  si andrebbero a completare, nella dotazione, le sedi “staccate” delle facoltà dell’Università di Genova, già  presenti nel nostro territorio, a Savona ed Imperia.

Come nelle stesse Savona ed Imperia sono state istituite sedi staccate di Facoltà universitarie letterarie, tecniche e scientifiche, ma la Facoltà di medicina e chirurgia di sedi staccate non ne ha nessuna in tutto il Ponente ligure, perché non individuarla presso l’ospedale Santa Corona, dove molti capienti immobili sarebbero già disponibili? Dove, essendo sede di un DEA di secondo livello, esistono specialità e reparti,  anche d’avanguardia ed eccellenza,  che potrebbero essere frequentati, come luoghi di “apprendimento e pratica” su casi concreti,  da parte degli studenti? Non si considerano,  infine, quali “ricadute” positive potrebbero ingenerarsi per l’indotto e per tutto il territorio, nonché, soprattutto, per il prestigio dell’ospedale stesso da un provvedimento del genere?

Per tutto quanto sopra esposto, si chiede che il Consiglio Comunale di Pietra Ligure approvi la presente mozione nel seguente dispositivo:

Il Consiglio Comunale di Pietra Ligure, vista la situazione attuale dell’ospedale Santa Corona, al fine di potenziare e stabilizzare la attribuzione del DEA di secondo livello,  oggi solo “in deroga”, nonché per individuare una nuova, produttiva utilizzazione  degli immobili dismessi ai fini ospedalieri, esistenti nell’ambito dell’attuale struttura ospedaliera. Delibera:

1) Di chiedere alla Regione Liguria la dotazione per l’ospedale Santa Corona della specialità ospedaliera della “cardiochirurgia”.

2) Di chiedere alla Regione Liguria la “riattribuzione” per il DEA di secondo livello dell’ospedale Santa Corona la qualifica di “Azienda ospedaliera”, analogamente con la stessa qualifica già detenuta dall’altro DEA di secondo livello regionale dell’ospedale San Martino di Genova.

3) Di proporre alla Regione Liguria la richiesta all’Università di Genova di istituire una sede staccata della facoltà di “Medicina e chirurgia”, nel Ponente ligure,  mettendo a disposizione ed utilizzando gli immobili all’interno della struttura ospedaliera dell’ospedale Santa Corona, dismessi ai fini ospedalieri.

Se approvata, si chiede di inviare la mozione stessa alle altre amministrazioni comunali del territorio del Ponente ligure per le determinazioni coerenti conseguenti.

Mario Carrara, Capogruppo Consiliare

Pietra Ligure, 5 Novembre 2018

COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA:

 SANITA’  IN GINOCCHIO IL PD HA LASCIATO UN DISAVANZO DI 98 MILIONI

Sono Viale vice presidente Regione Liguria e assessore alla Sanità

GENOVA. “Da chi ha lasciato la sanità ligure in ginocchio, con un disavanzo a 98 milioni di euro, certamente non accetto lezioni. Aggiungo che i consiglieri non sanno quel che dicono: come noto il dato della mobilità passiva si consolida dopo due anni quindi ieri in commissione abbiamo discusso di dati riferiti alla spesa per la mobilità passiva tra il 2015 e il 2016 ovvero la fotografia, certamente negativa, della situazione che ho ereditato dalla precedente amministrazione”. Così la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale risponde alle critiche dell’opposizione in materia di fughe sanitarie.

“I dati più recenti, benché non ancora consolidati – aggiunge l’assessore Viale – rivelano un significativo cambio di passo: dal 2016 siamo riusciti a fermare l’“emorragia” che aveva caratterizzato gli anni passati fin dal 2008, mentre dal 2017 abbiamo invertito la rotta. Il tutto senza poter assumere personale per non sforare i tetti nazionali e con concorsi che vanno deserti perché mancano i medici specializzati, non solo in Liguria ma in tutta Italia. Siamo sulla strada giusta: non arretriamo di un centimetro sul rigore della riforma e sulla valorizzazione delle cure nei nostri ospedali”.

In particolare, secondo i dati di Alisa, in Liguria la mobilità passiva ha mostrato un trend storico in aumento, con la spesa passata dai 34,7 milioni di euro del 2008 ai 50 milioni del 2015, dato sostanzialmente stabile anche nel 2016.

Il confronto tra il 2016 e il 2017 mostra invece una diminuzione rilevante nelle aree neurologica (-6,8%), oculistica (-23,7%), cardiologica (-6%) e della gastroenterologia (-6%). Tra il 2016 e il 2017 si è registrata una diminuzione delle fughe anche nell’ambito delle malattie cardiovascolari, con un risparmio di circa 1,4 milioni di euro, e delle patologie neurologiche, con un risparmio di 1 milione di euro. Rimangono criticità legate, in particolare, ad alcune aree tra cui, ad esempio, l’ortopedia, in cui si registra un aumento della mobilità passiva tra il 2016 e il 2017 anche a causa della carenza di professionisti specializzati.

Per quanto riguarda, infine, l’accusa del Pd in merito al disavanzo 2017, la vicepresidente Viale conclude: “Il Partito Democratico cita un dato inerente al IV trimestre 2017 e quindi non definitivo. Il risultato consuntivo dello scorso anno, certificato dal ministero, attesta un disavanzo di 56 milioni di euro”.

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