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Il cordoglio di Albenga per la sua FrancescaIn lutto l’high society con Gerosa BergeroAi funerali l’elogio del parroco e Aldo Spinelli

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La morte ci accomuna senza distinzioni di casta o di censo. Ma quando muore una persona degna, meritevole, esemplare, il lutto ci vede uniti in un denominatore comune: la presa di coscienza che in vita l’onestà, la rettitudine, le opere buone lasciano il segno. Albenga e diciamo pure quella società borghese, silenziosa, di cui può andare fiera, si è stretta alle famiglie Gerosa – Bergero. Se n’è andata Francesca, 82 anni. Ha chiuso gli occhi in una clinica di Saint Laurent du Var, Costa Azzurra, tenuta per mano dal marito Bruno, dai figli Alessandra e Raffaele. Il fotoreporter Silvio Fasano non ha voluto privare il suo album di vita, memore dei tanti personaggi incontrati e conosciuti, e rendere onore ad una cittadina benemerita, come ha ricordato il parroco nell’omelia funebre. 

 


Storia, amicizia, commozione Magica serata ad AlbissolaNel ricordo di Salvatore Gallo

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“Gallone ci ha regalato una cosa bellissima ed irripetibile, non ci sarà più nessuno che metterà insieme i vecchi colleghi della prima redazione del Secolo XIX a Savona e nessuno potrà avere la pretesa di fare il mestiere di fotografo e di giornalista come Salvatore Gallo. Questa sera parliamo finalmente di giornalismo di questa provincia, di un uomo che ha iniziato sulla spiaggia di Albissola, con un leoncino, faceva le foto ai bambini. Quanti chilometri ! Quanti bimbi dovrebbero ricordarsi…”. Luciano Angelini, Bruno Bini, Nanni Basso, Luciano Corrado, Mario Muda, Roberto Sangalli giornalisti e colleghi della prima ora del personaggio, con l’omaggio speciale promosso dall’Associazione La Fornace Alba Docilia di Albissola Mare nei locali tornati a risplendere delle antiche fornaci. Leggi anche la seconda parte del servizio dopo le foto.

Cosa ha spinto l’Associazione La Fornace (una quindicina di attivissimi iscritti) ad organizzare l’incontro, il ricordo di Salvatore Galloun ligure che nasce siciliano‘? Nanni Basso, giornalista, è stato capo servizio alla redazione del Secolo XIX di Savona e a Genova: con la presidente Enrica Noceto è tra le anime del sodalizio albissolese che ha scoperto, valorizzato un patrimonio immobiliare e storico del Comune, rendendolo fruibile, aggregando cultura, storia, arte. Basti pensare ai 200 anni di presepi, ai tesori e testimonianze di una ceramica che risale al 1600. “Un piccolo esempio  di come si possa fare cultura in tempi di crisi – ha detto il vice sindaco ed assessore Nicoletta Negro – promuovendo  le vecchie fabbriche della ceramica che tanto hanno dato a livello locale e ora con Nanni Basso si cerca di andare oltre, diversificare i temi”.

E’ toccato a Basso fare gli onori di casa, porgere il saluto agli intervenuti. Introdurre il tema. Salvatore Gallo: mix tra fotografia e giornalismo, ma prima di tutto giornalista capace di insegnare il mestiere.

Quando ha preso la parola il notaio più popolare della comunità e del circondario di Savona,  Enzo Motta, ha ricordato le origini comuni che lo legavano a Gallo: la Sicilia, il sangue siciliano. “Quando ho aperto lo studio a Savona, Gallo è stato il primo cliente, è venuto col papà, con la macchina fotografica…. Gallo una persona estremamente inserita nella realtà di Savona e del comprensorio, conosceva tutti e tutto.  Era lui il cronista, il giornalista del Secolo XIX… La neo associazione Nord – Sud alla famiglia Gallo ha consegnato il suo primo premio; abbiamo festeggiato l’ottantesimo compleanno di Salvatore, insieme, nella  Valle dei Templi. Salvatore ? Un mix di cultura e umorismo, impossibile dimenticare tre parole del suo vocabolario: cumpà, minchia, non ti preoccupe.”

A ricordare chi è stato un grande papà,  maestro di vita e lavoro, Angelo Gallo, il figlio. Ha seguito le sue orme, l’evoluzione dei tempi e della tecnologia, ma quel padre un po’ rozzo, sanguigno, affettuoso gli ha insegnato molto. “Per raccontare chi era papà le sue foto vanno toccate con le mani, ne ho portato qui alcune decine, fatele girare, prendetele…. Oggi siamo abituati alle foto con il telefonino. Un altro mondo, non c’è paragone. Siamo qui perchè mio padre era amico di tanti artisti della ceramica, tra tutti Salino. Stasera ho portato le macchine fotografiche che papà usava da fotografo del suo giornale, Il Secolo XIX. Non ha mai cambiato, neppure dopo che si era accomiatato non proprio all’insegna di un divorzio felice. Ma al Secolo XIX è rimasto fedele, non l’ha tradito. La prima  macchina con un obiettivo da 50 millimetri, pensate quanta fatica ad ogni scatto e non si poteva sbagliare. Fino ad arrivare alla prima digitale, costata 23 milioni. In casa nostra c’era la squadra…. la mamma faceva la donna di casa, di negozio, spesso stampava le foto e lasciatemelo dire era la più brava.  Sempre di corsa, con i minuti contati, con il fuorisacco, il treno. E qualche volta bisognava ristampare le foto…. Tutti e tre eravamo coinvolti, io ho iniziato a 14 anni, a 15 ho fatto un servizio in Sardegna. E grazie alla scuola di papà posso ora lavorare nel campo delle News per Rai e Mediaset. A volte mi chiedono dove ho imparato, chi ho avuto da maestro, da insegnante. Spero nessuno si arrabbi, quando ho iniziato ho conosciuto cosa significava lottare nelle redazioni, lotta vera all’ultima notizia. Si faceva a gara chi arrivava prima, chi aveva più notizie e la foto migliore, i giornalisti seguivano il fotografo ed erano  sempre sulla notizia. Oggi è tutt’altra cosa…Lasciatemi infine dire  che papà mi ha insegnato oltre i piccoli trucchi del mestiere, l’onore di fare bene il lavoro”.

Angelo Gallo rimpiange i tempi in cui Il Secolo XIX e La Stampa erano su fronti opposti. In ‘guerra’ per arrivare primi sulla notizia, con il cronista e con il fotografo. E a ricordare come iniziò l’avventura c’è un testimone di quei tempi. Da Bogliasco non ha voluto mancare Pasquino (Bruno) Bini, 81 anni lo scorso primo aprile. Era stata affidata a lui la prima redazione del Secolo XIX Savona, in piazza Mameli. “Sul finire degli anni ’60, il giornale più letto in città era La Stampa, seguita da Il Lavoro, Il Secolo XIX al terzo posto. Ricordo il distributore di allora Franco Martinelli, da lui seppi che La Stampa, quotidiano nazionale ed internazionale,  aveva deciso di aprire una redazione a Savona. Informai più volte il direttore, Piero Ottone, che ogni volta rispondeva scettico, non ci credeva, fino a quando è invece accaduto”.

Con tre, quattro pagine di cronaca e di sport, Il Secolo XIX si è ben presto ritrovato ad essere il primo giornale della provincia. A dare man forte alle copie e alla copertura del territorio provinciale, era seguita l’apertura dell’ufficio di corrispondenza di Albenga affidato per meno di un anno a Franco Rognone, dopo è stata la volta di Luciano Corrado. Mentre nell’estremo ponente, dopo la redazione di Imperia, apriva l’ufficio di Sanremo, assegnato a Rognone che, nel frattempo, aveva lasciato definitivamente l’insegnamento a Savona.

Bruno Bini ha parlato di “una serata davvero particolare, con rievocazioni, ricordi che mi fanno rivivere uno dei periodi più belli della mia vita, anche per le persone che ho incontrato, per la loro umanità, competenza, voglia di lavorare. E’ stato un periodo entusiasmante  per quello che abbiamo costruito, il successo che abbiamo raggiunto. C’era una gran squadra, per tutti ricordo il compianto Armando Moreschi”.

E’ toccato a Luciano Angelini, tradito dall’emozione, esordio nel giornalismo locale come corrispondente sportivo all’Unità, poi alla redazione di Savona del Secolo XIX ai tempi di Bini capo servizio, raccontare altri spaccati irripetibili. ” Era il 1969, fu Amedeo Massari, un grande di quegli anni nel mondo dell’editoria, a portare al Secolo di Savona un maremmano, Bruno Bini che ha retto la prima redazione.  Nella squadra, Salvatore Gallo fa parte della storia del giornalismo savonese, della sua cultura, del mestiere del fotografo.  C’era Gallone, c’era Gino Ferrando,  Gianni Chiaramonti.  Gallone e il vulcanico Gino che aveva il negozio a Zinola,  si sono integrati, sia aiutavano. Gianni, a sua volta, sapeva essere un compagno straordinario”. Nessuno dei tre è ancora in vita.

Come si lavorava nel mondo della carta stampa, dei quotidiani locali, in quegli anni ? Anni ’70? Angelini: “A Savona non abbiamo fatto per scherzo il nostro lavoro. Si lottava su ogni notizia, su ogni foto, per i nostri lettori, …. era un atto di fede. E Gallone sapeva darti l’immagine dell’avvenimento. Nel sangue il lavoro da fotoreporter, il mestiere del giornalista. Oggi, per favore, non parlatemi del giornalismo….”.

Con Mario Muda nel ruolo collaboratore,  redattore, capo redazione, quindi nello staff di direzione come per Angelini – che al giornale aveva raggiunto i gradi di condirettore –  altri ricordi, aneddoti. “Con Gallo si litigava,  mi è capitato tante volte. Lo chiamavamo a tutte le ore del giorno e della notte, come hanno già ricordato Angelini e Basso, non si possono dimenticare i viaggi in moto con lui pilota. Ricordo una volta sulla Torino – Savona, continuava a voltarsi: Mario qui due morti, là tre, qui si è capotato . Impossibile non ricordare il suo grande attaccamento al lavoro”.

Salvatore persona  buona, incapace di una cattiveria. L’eredità umana e morale lasciata al figlio Angelo, 56 anni, al nipote Edo 26 anni, alla nuora  Michela, 53 anni. Una famiglia unita nella vita e nel lavoro sulle orme del ‘patriarca’. Con loro  Flavio Bellugi, da 30 anni con i Gallo; aveva 18 anni quando ha iniziato. Tra gli intervenuti alla serata un altro ex collaboratore Fabio Frosio e chi, grazie a Gallone, oggi è il fotografo ufficiale de La Stampa in provincia di Savona. Enrico Testa, un ragioniere che a 53 anni aveva perso il lavoro nell’ufficio di un’azienda commerciale. “Un giorno Salvatore mi ha accompagnato nella redazione del Secolo XIX di Savona, capo redazione era Max Maugeri. ‘Max, da domani  Enrico lavora qua….’. Cominciai con le prime foto.  Con Salvatore abitavamo vicini, avevamo amici comuni. E’ grazie a lui  se ora sono iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti come fotoreporter…la sua passione era anche il cane, gli scappava sempre e lui a cercarlo…la sua passione erano le moto, ce ne siamo scambiate tre.”

Tra gli amici di Gallone, presenti il giornalista critico teatrale, insegnante in pensione, Silvano Godani e tra le leve del giornalismo in servizio attivo  Giovanni Vaccaro. Non sono mancati quelli che possiamo chiamare cittadini comuni, ognuno con il loro ricordo, con l’affetto e la stima ad un amico che non poteva essere dimenticato senza onorarlo forse proprio come lui avrebbe voluto. Ha fatto rivivere i tempi dello straordinario lavoro di una squadra del giornalismo savonese e ligure.

 

Ok Ceriale, 250 alla corsa per Santa Giusta

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La corsa della solidarietà organizzata da Ok Ceriale per la popolazione terremotata di Santa Giusta, frazione di Amatrice. Raccolti 4 mila €, con un ospite d’eccezione don Paul, ex vice parroco che da Roma è voluto tonare, per l’occasione, nella cittadina. Vincitore della gara, non agonistica, Vincenzo Bertora, 13 anni, di Albenga.  Un grazie ed un plauso al comitato organizzatore.

Giovanni Toti, promesse di un presidente Turismo, dissesto idrogeologico, rifiuti.Cinque Stelle, se l’onestà diventa omertà

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Le promesse del presidente Giovanni Toti, già giornalista di punta e di direzione della ‘fabbrica di informazione’ dell’editore Mediaset (Belusconi dinasty), passate sotto la lente di ingrandimento dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Liguria, Tosi e De Ferrari. Un intervento pubblica dal blog di Savona, NiNiN, a firma di Maurizio Boccardo, mette in luce l’urlo di rabbia e la ferite dei dissidenti del Movimento di Grillo. “Questo è diventato un partito peggio di molti altri, in quanto sia i suoi eletti che i suoi sostenitori credono  che l’onestà la si dimostri essendo iscritti ad un sito internet, ma come il giuramento militare veniva storpiato, così l’onestà diventa omertà”.

La piattaforma PromiseChecking.it presenta gli interventi dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Liguria, Fabio Tosi e Marco De Ferrari, sullo stato di attuazione del programma elettorale di Giovanni Toti.

Marco De Ferrari parla di ambiente, dissesto idrogeologico e gestione dei rifiuti, mostrandosi alquanto critico sull’operato del governo regionale: “Il 100% dei comuni in Liguria è a rischio frana e dissesto […] Anche sulla gestione dei rifiuti siamo molto indietro. I rifiuti sono diventati ormai il nostro prodotto tipico locale da esportazione, che non ha pari in Italia”.

Stesse posizioni per Fabio Tosi, che interviene su turismo e cultura. Per Tosi, il turismo dovrebbe essere la voce più importante per la Liguria, ma il settore è fortemente penalizzato dallo stato di arretratezza delle infrastrutture regionali. Criticità si rilevano sia per il trasporto pubblico (ferrovia e aeroporto) che privato (strade).Nell’intervista, inoltre, il consigliere parla di cultura e del serio problema del teatro Felice di Genova.

La piattaforma di PromiseChecking.it analizza programmi e promesse elettorali dei presidenti regionali, riportando le posizioni di governo e opposizione: “Non vogliamo esagerare l’importanza del programma elettorale, poiché, nel momento della sua attuazione, la politica deve tener conto di variabili, contingenze, emergenze che possono alterare le priorità attuative. Tuttavia, la ‘promessa’ resta una credibile base di confronto e dialogo tra l’eletto e gli elettori e un elemento imprescindibile della responsabilità dell’amministratore pubblico”, afferma Silvio Maresca, ideatore del progetto PromiseChecking.it e presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Etipublica, già operante on-line con la testata di dibattito pubblico Pro\Versi.

Per maggiori informazioni leggere sull’argomento consigliamo gli articoli www.promisechecking.it/fabio-tosi-m5s-parla-turismo-cultura-regione-liguria, www.promisechecking.it/ambiente-gestione-dei-rifiuti-liguria-lintervento-marco-de-ferrari-m5s e di visitare il sito www.promisechecking.it e le pagine

SUL BLOG  NiNiN DI MARIO MOLINARI UN FENDENTE CHE FERISCE I CINQUE STELLE,

MA I DIRIGENTI MILITANTI TARGATI SAVONA NON HANNO NULLA DA DIRE ‘ E DA SCRIVERE ?

Ciò che è successo a Genova è a dir poco scandaloso, ma tutta la trafila lo è stata, dal disconoscere il metodo Torino, votato a stragrande maggioranza dal Meetup di Genova durante un’affollata assemblea plenaria, tramite un anonimo PS su blog, in poi.

Si è proseguito con la creazione del famigerato Metodo Genova che prevedeva, in totale disconoscimento dei principi cardini del M5S stesso, la creazione di listini bloccati e segreti, in barba all’elezione diretta dei propri portavoce tanto sbandierata fin dal primo VDay nel 2017, che servì proprio a raccogliere le 350.000 firme per i tre referendum che chiedevano la non eleggibilità di chi aveva la fedina penale sporca, il limite dei due mandati e per l’appunto l’elezione diretta dei portavoce.

Dopo aver disconosciuto uno dei propri pilastri portanti, si è arrivati addirittura ad annullare una votazione online, rimangiandosi così anche il mito della democrazia diretta, nonché di quella partecipata sui territori, estendendo il diritto di scelta per il sindaco di un comune a tutti gli aventi diritto sul territorio nazionale; infine si è riusciti a cacciare chi aveva vinto le prime consultazioni online tramite delle prove che consistono in un “mi piace” a Pizzarotti, un “mi piace” a Rifondazione Comunista su un post inerente al referendum sulle Trivelle, un “mi piace” a Paolo Putti, quando egli era ancora capogruppo del Movimento 5 Stelle in comune a Genova e un “mi piace” a Francesco Battistini nell’autunno dello scorso anno quando anch’egli era ancora dentro al Movimento.

Come se tutto questo non bastasse, hanno dato in pasto a dei veri e propri fanatici non solo chi aveva vinto la consultazione online, ma anche quanti la difendevano, e questo con il silenzio assenso, se non addirittura la partecipazione, dei portavoce più in vista, che hanno prontamente obbedito agli ordini di scuderia per non rischiare di essere esclusi dalla prossima tornata elettorale nazionale.

Questo non è più il Movimento 5 Stelle, questo è un partito peggio di molti altri, in quanto sia i suoi eletti che i suoi sostenitori credono, o forse solo fanno finta, che l’onestà la si dimostri essendo iscritti ad un sito internet, oppure ripetendo pedissequamente la parola onestà, ma i più vicini a molti portavoce si sono già accorti che proprio come il giuramento militare veniva storpiato, così onestà diventa omertà, ma tanto nell’urlo della folla tutto si perde, tutto si confonde e nessuno se ne accorge.

Maurizio Boccardo

Il blog di Grillo fa sapere: “Maurizio Boccardo che parla a nome di coloro che si ritengono “ortodossi” del pensiero movimentista, si prende gli strali Beppe Grillo: «Maurizio Boccardo non è un portavoce del M5s e non parla a nome di M5s. Si invitano i giornalisti a non spacciare come tali singoli non eletti che non esprimono la posizione del Movimento ma sono usati strumentalmente da chi sta promuovendo altre liste».

Anche il deputato di Savona Matteo Mantero si sgancia: «si arrangino, non è compito dei portavoce nazionali» intervenire sulle questioni interne locali. Ma il dispiacere per gli effetti di queste divisioni sul voto resta: «sarebbe stato sufficiente stare fermi» per vincere.

Pietra Ligure, clamorosa svolta, citato in tribunale civile il condominio Andrea con richiesta danni. E il nonnino in ‘guerra’ scrive: ora entra in scena via Paganini

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Clamorosa svolta nella ‘guerra di via Privata Grotta’: tre strade di un popolato quartiere residenziale nel centro di Pietra Ligure che per una paradossale storia giudiziaria sono state vendute all’asta (895 mq.) ed al centro di un curioso contenzioso legale tra Comune e acquirente. Con centinaia di abitanti spettatori. Si è aggiunto il caso dell’ultimo condominio che è stato realizzato ed ultimato negli anni 2000. Dagli atti emerge un’altra verità che era stata offuscata. Le dimissioni nel giugno scorso del consigliere Paolo Fontana (deleghe a ambiente, risorse idriche, cultura, comunicazione, area informatica) per ‘motivazioni professionali’ . Ora emerge che il dr. Fontana figura  amministratore del Condominio Andrea di via Privata Grotta ed è stato citato davanti al tribunale civile nell’udienza del 7 luglio prossimo, con l’invito a costituirsi in giudizio. 

Il condominio Andrea di via Privata Grotta, ultimato nel 2006, al centro della causa civile davanti al tribunale di Savona e di cui è amministratore il dott. Paolo Fontana consigliere comunale dimissionario nel giugno 2016

Cosa chiede Francesco Galinetto nell’atto di citazione dell’avvocato Alessandro Vignola ?  In parte trucioli.it aveva anticipato che il pensionato 83 enne di Voghera lamentava che il condominio Andrea aveva invaso per poco più di un metro l’area stradale che risulta acquistata all’asta giudiziaria dal fallimento dell’allora proprietario Andrea Nucera, da oltre cinque anni cittadino emigrato a Dubai. E più precisamente si chiede al tribunale  di “accertare e dichiarare  che il corpo di edificio e relativi accessori in via Privata Grotta…risulta  edificato sulla proprietà di Galinetto...e condannare il condominio Andrea all’abbattimento della parte del corpo di edificio edificato sulla proprietà Galinetto. Ripristinando lo stato dei luoghi precedente e arretrando lo stesso edificio in modo da garantire il rispetto delle distanze minime di legge tea i fabbricati…e condannare il condominio Andrea, in persona dell’amministratore pro tempore, al risarcimento in favore di Galinetto dei danni subiti e subendi da liquidarsi, anche in via equitativa, nella somma meglio vista….in via subordinata condanna il condominio Andrea, in persona dell’amministratore, a versare in favore di Galinetto, la somma ….”. In altre parole si abbatte e si paga il danno, oppure si lascia intatto l’immobile, ma si determina quanto deve essere riconosciuto a Galinetto, tenuto conto anche delle violazioni edilizie.

In precedenza, come trucioli aveva scritto, lo stesso Galinetto con l’avvocato Vignola  ha notificato un atto di precetto al Comune di Pietra Ligure, in persona del sindaco pro tempo, Avio Valeriani, perchè sia “libera e sgombra da persone e cose” l’area denominata Via Privata Grotta caratterizzata dalla segnaletica verticale ed orizzontale installata dal Comune.  In questo caso occorre prima  attivare la procedura dell’ausilio di un organismo di composizione della crisi. Cioè è necessario verificare se sia possibile procedere ad un accordo prima dell’intervento dell’autorità giudiziaria, nel caso il tribunale civile. C’è da aggiungere che la scorsa settimana trucioli.it aveva dato conto che la giunta comunale aveva deliberato di procedere penalmente nei confronti di Galiletto (vedi…..) per diffamazione ed aver reso l’immagine di Pietra Ligure.

Il dr Paolo Fontana ex consigliere comunale di Pietra Ligure

Paolo Fontana all’atto delle dimissioni aveva dichiarato a IVG.it: “Ho nuovi progetti di lavoro che comporteranno un grande impegno di tempo e non posso permettermi di togliere altro tempo al mio lavoro. Si tratta di decisioni che se da un lato mi terranno impegnato almeno un paio d’anni, d’altro lato mi sarebbe dispiaciuto rinunciarvi. E’ stata quindi una riflessione approfondita, che ho condiviso con il sindaco da alcuni mesi a questa parte, e non è stata di certo indolore, almeno per me”

Vale la pena citare alcune sequenze del paradosso che si vive nel complesso residenziale di Via Privata Grotta, con centinaia di alloggi abitati da residenti e seconde case. Nel 2009 davanti al tribunale fallimentare di Savona  si concretizza la procedura immobiliare che riguarda anche alcuni terreni che si trovano a Pietra Ligure, in via San Francesco ed in via Privata Grotta. Si procede alla vendita all’asta e gli avvisi vengono resi pubblici, dunque i cittadini e l’amministrazione comunale vengono edotti della procedura. Il tribunale in seguito alla vendita all’asta con l’unico acquirente (Galinetto), il 18 giugno 2014 emette il decreto di trasferimento di proprietà (ha il valore dell’atto notarile), che per obbligo giuridico viene registrato e trascritto all’Agenzia del Territorio di Savona in data 8 luglio 2014 e che prevede espressamente l’ingiunzione” al debitore esecutato, nonchè a qualunque terzo senza titolo opponibile di rilasciare l’area venduta liberà di persone e di cose all’aggiudicatario”.

E ancora: ” Tale area veniva descritta dal perito del tribunale arch. Tullio Ghiglione (di Albenga ed ex assessore della giunta Cangiano ndr)  come frutteto irriguo, senza che pertanto sulla stessa risultasse alcuna indicazione circa la sussistenza di vincoli…e che a seguito di una verifica tramite il geom. Davide Angelico, Francesco Galinetto accertava che in una porzione di tale proprietà risulta edificato lo stabile denominato Condominio Andrea…ultimato nel 2006 derivante dalla demolizione di un precedente volume esistente e si evince come lo stesso sia stato edificato su una porzione adiacente al fabbricato precedentemente esistente, come si evince dallo stato dei luoghi precedente ed attuale..”.Da qui la raccomandata  del 23 settembre 2015 inviata all’amministratore del condominio dott. Paolo Fontana, con studio a Pietra Ligure, in corso Italia, senza ricevere riscontro….”.

Va da se che il consigliere Fontana nel momento in cui ha deciso di lasciare le deleghe del sindaco si trovava con un potenziale conflitto di interessi, da qui la scelta di lasciare per evitare possibili problemi al governo della città e tutelare gli interessi degli inquilini proprietari degli alloggi e dei garage del Condominio Andrea.

Un interrogativo viene comunque spontaneo esaminando la vicenda, senza voler entrare nel merito. Possibile che a Palazzo Golli, sede del Municipio, ma anche tra le decine di proprietari di alloggi di via Privata Grotta, nessuno si sia reso conto che l’area era andata all’asta in seguito al fallimento dell’impero di Andrea Nucera ? L’imprenditore aveva rapporti con esponenti dell’amministrazione comunale ? Incontravi tecnici e funzionari ? Chi era quantomeno a conoscenza della vendita all’asta di via Privata Grotta ? Si poteva ovviare alla surreale vicenda che si dipana in questi mesi ?  Tutto questo era evitabile nell’interesse della comunità e dei residenti ?

Francesco Galinetto, 83 anni, agricoltore e pensionato di Voghera

Francesco Galinetto, agricoltore in pensione, frequentatore di aste giudiziarie, ha scritto la seconda lettera aperta, affidandola trucioli.it visto che tutti gli altri organi di informazione  hanno deciso di ‘ignorarmi’.  Ecco il testo: “Il sindaco ed il Comune di Pietra Ligure di allora, con  delibera del 2005, hanno dato la servitù di passaggio a tutti gli Europei di entrare in via Privata Grotta, divisa in tre strade chiuse e strette, senza segnaletica.  Una delibera contro i residenti. Il proprietario della strada in questione era un libero cittadino a Dubai, l’architetto Andrea Nucera. Nella delibera del 2005 la giunta comunale, con l’assessore ai Lavori pubblici dott. Maria Carrara. ha realizzato numerosi lavori in detta strada. Nel mese di febbraio 2017, sono andato pure a cercare via Paganini che con delibera 2005, insieme a via Privata Grotta, ha subito lo stesso trattamento. Anche via Paganini è lunga, stretta, chiusa, senza segnaletica, ma accessibile a tutti i cittadini. ….Trovava via Paganini a Pietra Ligure è una vera e propria impresa, ma ironia della sorte in via Paganini ho ancora trovato  il cartello di proprietà privata, il divieto di entrare di 12 anni fa.  Il sindaco ed il Comune di Pietra Ligure  devono ricordarsi che quando entrano in Via Privata Grotta entrano in una proprietà privata ed hanno la servitù di passaggio e lo dice la delibera di giunta del 2005 che ha firmato anche l’assessore  dell’epoca che tanto mi critica e mi deride pubblicamente, il dott. Mario Carrara, quando Andrea Nucera era proprietario di Via Privata Grotta. E’ vero che il Tar mi ha dato torto, ma stiamo valutando se ricorrere al Consiglio di Stato e vedremo come finirà…io sono fiducioso perchè la verità è una sola.  Nella causa civile  contro il Comune di Pietra Ligure chiederò anche  un risarcimento di danni morali e materiali. Penso ai 19 posti auto fatti con Scia regolare che il Comune  mi ha cancellato….”.

E ancora: “…Possibile che nessuno dei componenti della giunta in carica nel 2005 si è posto domande che via Privata Grotta non era una strada pubblica, ma privata di Andrea Nucera e perchè non si sono fatti accordi con il proprietario, che era anche un personaggio potente. Ora io sono diventato il nuovo proprietario. Il sindaco, il Comune, i vigili urbani devono ricordarsi di questo quando entrano in una proprietà privata ed hanno solo la servitù di passaggio come dice la delibera del 2005 che ha firmato pure l’assessore Carrara. Con la delibera del 2005 si è rovinato il quartiere, sono persino diminuiti i prezzi degli alloggi e degli affitti. Chi veniva in ferie a Pietra Ligure tanti anni fa in via Privata Grotta trovava un quartiere tranquillo, i bambini giocavano in strada, anch’io sono testimone dei bei tempi, con mia moglie Paola, quando si faceva poca strada per andare al mare. Ed oggi spiace dover addirittura chiedere i danni al Comune”.

Le immagini di via Paganini a Pietra Ligure realizzata artigianalmente da Francesco Galinetto in cui si leggono i segnali stradali con le indicazioni di divieto di accesso e ‘strada privata’

 

Loano come educare alla legalità Si chieda scusa per il ‘fango’ di Verzi Tutti assolti. Ci eravamo sbagliati

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Sarà una Pasqua senza precedenti per l’affollamento della Riviera turistica. Il terrorismo mondiale sta premiando e baciando quella Liguria di Ponente che sembrava destinata a contare i cadaveri della recessione. Invece da almeno un paio d’anni stiamo beneficiando delle ‘disgrazie’ altrui. Senza aver fatto nulla di importante. Le autostrade non ne parliamo, i treni non aiutano, l’ospitalità alberghiera continua a perdere pezzi, offriamo madre natura e manifestazioni soprattutto di massa. Poi arriverà la stagione delle sagre e delle feste per tutti i gusti. La folla tampona l’erosione di clienti per i locali lungo la fascia costiera. Il territorio resta quello martoriato da uno sviluppo irrazionale, nella speranza che i prossimi alluvioni, se arrivano, non facciano troppi danni da pagare col denaro pubblico o riguardino altri lidi.

Loano quando la sosta selvaggia è tollerata al limite dell’indecenza

Loano non sta peggio, né meglio, la sua economia da ‘calce & cemento‘  pare stia tenendo. Può vantare un porto da far invidia. Attrezzature sportive. Il nuovo Puc non è ancora maturo per essere reso esecutivo. La partita delle future aree edificabili può continuare indisturbata dopo il trionfo del tutti assolti, ci siamo sbagliati, dell’operazione -valorizzazione di Verzi, grazie a ville e villette agricole.  Avevano ragione e qualcuno dovrebbe chiedere scusa – noi di trucioli.it ci mettiamo in prima fila, dopo i 47 servizi che aveva scritto il benemerito Gilberto Costanza oggi non più in grado di esprimersi per via del peso degli anni – a tutti gli inquisiti, dal primo all’ultimo. Messi alla berlina per mesi ed anni, seppure da una netta minoranza di forcaioli – noi di trucioli, ovviamente -, messi sotto accusa da pubblici ministeri che rispettiamo, ma di cui non abbiamo condiviso fin dall’inizio le strategie, a cominciare dall’ex procuratore capo della Repubblica, Francantonio Granero. Ha diritto di godersi la pensione in un alloggio della storica via Paleocapa, noi poveri cronisti non abbiamo invece il diritto di camminare per le strade di Loano senza che qualcuno ci schernisca per quella ‘campagna da pubblici ministeri, dello scandalo di panna montana delle villette di Verzi’.  Procurando ad innocenti danni ingenti in denaro e di immagine, sofferenze psicologiche. E anche a Loano gli psicologi non mancano.

Noi ci eravamo permessi, da cronisti di strada e di campagna, di consigliare e scrivere che tutte le indagini di polizia giudiziaria fossero svolte di concerto con il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza (rimasta esclusa). La magistratura si è affidata al comandante dei vigili urbani di Loano, che non è in quel posto di comando per caso. E’ vero ha fatto le cose a dovere, sotto la regia dei magistrati inquirenti, in collaborazione con l’aliquota della polizia giudiziaria che si occupava di reati edilizi. Purtroppo ci eravamo sempre sbagliati. Almeno noi umili giornalisti di trucioli. Non sappiamo se si riconoscono nel ‘pentimento’ quanti a Loano – avvocati inclusi e consiglieri comunali – non avevano esitato a denunciare lo ‘scandalo delle villette’, le aree agricole taroccate,  l’operazione di acquisto di 500 mila mq di montagna,  baciata dalla fortuna e rivenduta a fettine. Chi ha operato – imprenditori, uomini d’affari, professionisti, medici, notai, fratelli muratori – ha visto lontano ed ha dimostrato, con tanto di sentenza che presto passerà in giudicato – che avvisi di garanzia, imputazioni, rinvii a giudizio erano una montagna di fango.

In Viale Azzurri d’Italia hanno rifatto i parcheggi aumentato i posti auto, ma le auto in divieto restano impunite

E’ vero che la stragrande maggioranza dei loanesi elettori aveva capito da che parte stava la ragione, la correttezza, l’onestà, l’operato nell’interesse della comunità e questo nei confronti dei pubblici amministratori trascinati  in giudizio ed assolti. Per fortuna qui non c’è neppure un giornalista alla Marco Travaglio considerato del ‘partito dei pubblici ministeri d’Italia’.

A Loano si è spento come nulla fosse quello che era apparso un incendio capace di far tremare Palazzo Doria. Qui Il Fatto Quotidiano non disturba, come non disturbano altre corazzate dell’informazione: da la Repubblica, a La Stampa, al Secolo XIX.  Gli scrittori giornalisti del Partito del Cemento tacciono, non scrivono. Lo scandalo di decine di edifici in quel di Verzi si è sciolto come neve al sole e non interessa più a nessuno capire perchè e cosa è accaduto in questi anni. Attori, registi, dirimpettai, nani e ballerine. Non è successo nulla, noi di trucioli,it ci eravamo sbagliati, ma siamo forse rimasti gli unici ad ammetterlo con amarezza.

Gli innocenti non meritavano di essere messi in croce. Al dottor Francantonio Granero avremmo da fargli leggere un foglio, con una sua firma, a proposito di una denuncia querela che aveva scritto il compianto penalista avvocato Nazareno Siccardi nei confronti del comandante dei vigili di Loano. Ma ormai fa bene a star fuori da tutte queste macerie del passato ed occuparsi del Depuratore Consortile di Savona e comprensorio che per anni ha tenuto banco con le cronache giudiziarie e che le solite voci maligne asseriscono di un intervento nel lontano passato del Pci nazionale per fare in modo che una leggina accorresse in aiuto di qualche personaggio in difficoltà per via dei processi in corso.

A Loano hanno ragione a prenderci a pesci in faccia dopo l’inequivocabile sentenza assolutoria della ‘Verzi story’. Noi, ormai vecchi e stanchi del mestiere, ci cospargiamo il capo di cenere e chiediamo scusa. Ci sia almeno consentito di non genuflettere.

Non ci resta che guardare alle quisquilie, osservare ora stupiti, ora increduli, che a Loano chi rispetta il codice della strada, o forse chi non rispetta i divieti di sosta non deve preoccuparsi più di tanto. Ha buone ragioni per ritenere di farla franca, se ogni tanto ci scappa una multarella va per tutte le volte che l’ha scampata. In viale Azzurri d’Italia trucioli.it aveva ripetutamente documentato che si continuava a sostare ad un incrocio creando soprattutto uno stato di pericolo. In passato ci sono stati incidenti ed anche un morto. Non si poteva tollerare le multe saltuarie. Erano soprattutto diseducative ed ingiuste tra chi non era multato e chi cascava mala. Hanno risistemato ed incrementato parcheggi e segnaletica, Ora però si parcheggia, senza multe, anche in divieto con rimozione.

Tra l’altro, Loano è uno dei pochi comuni della Riviera che non deve preoccuparsi di far cassa con i vigili urbani sulle strade. Il bilancio, nonostante i tagli documentati in consiglio dal gruppo consiliare del Pd, permettono di essere generosi con le manifestazioni, con molti fornitori, con le benemerite associazioni cittadine, con l’appalto dei Rifiuti solidi urbani, con gli incarichi professionali. Insomma Loano non è un comune alla canna del gas, l’edilizia, l’Imu delle seconde case e dei negozi, ciò che resta degli alberghi, degli Stabilimenti balneari, è tanta manna. Ora bisognerà ritoccare un po’ di tariffe, a cominciare dalla Tari appunto. La giunta Pignocca non trema.  E’ solida, con un consenso crescente. La buona stampa premia. L’assessore alla Polizia urbana può continuare a lasciar correre nelle zone dove sostano i pullman di linea sull’Aurelia, occupate da auto in divieto impunito sistematicamente. I bus ostacolati devono fermarsi al centro della carreggiata, bloccare il traffico di una statale già martoriata dove si procede se tutto va bene a passo d’uomo. Qualche volta attraversare Loano comporta 15 – 20 minuti di tempo, i locali si destreggiano nelle strade alternative e alla fin fine si crea un tutti bloccati, tutti a velocità da lumaca.

Il traffico è lo specchio di una città turistica ? Chissà, forse il ‘mal di traffico’ si può ovviare con una bella promenade, un salotto affollato in via Garibaldi, via Cavour, via Ricciardi. Un’alternativa, insomma, alla qualità della vita da turista e da cittadino che non è poi così esigente. Si accontenta. Al massimo brontola, ma poi ti da la pacca sulla spalla. A Loano siamo fortunati, c’è chi sta peggio. Continuiamo così. I giovani imparano la lezione.

Non si dica che a Loano mancano i campi di bocce, ma ai turisti piace il gioco all’aria aperta e l’occasione non manca

Prima dei lavori di rifacimento dei posteggi in viale Azzurri d’Italia anche ai bus poteva succedere di essere multati

Multe anche alle autovetture lasciate in prossimità dell’incrocio, oggi non accade più grazie alla nuova sistemazione dei posti auto

Ma la musica a quanto pare non è cambiata

Borghetto al voto / Villa, il tabaccaio ex leghista, sfida il ‘modello Toti’ che ha seppellito la lista unitaria. La città che vorrei

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Il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, Pier Paolo Villa festeggerà 43 anni. Il suo primo compleanno da sindaco di Borghetto S. Spirito ? O da capogruppo dell’opposizione ? Per ora una sola certezza: Villa è un jolly nel futuro parlamentino. Lo vorrebbe in lista il centro destra ‘modello Toti’,  invece è tra i candidati di una lista civica che va da ex leghisti, ad un paio di simpatizzanti del movimento di Beppe Grillo, a esponenti della sinistra, a battitori liberi, a cosiddetti indipendenti. Un gruppo che corre due rischi seri. Il primo è la forza obiettiva e strategica degli avversari targati Berlusconi. Il secondo è la riproposizione delle preclusioni personali  o incompatibilità caratteriali. Un déjà vu, senza andare lontano, nella confinante Loano che ha servito sul piatto d’argento la vittoria- riconferma alla destra ortodossa del sindaco Pignocca. Non solo. In Germania i giovani tra 18 e 25 anni votano Merkel. In Italia votano M5S, Lega e FI. Siamo un paese ‘maturo’ !?

Pier Paolo Villa al lavoro nella sua tabaccheria ricevitoria compie 43 anni il giorno di Santa Stefano

ANTEFATTO - Il funerale al progetto di ‘Borghetto unita’ l’hanno deciso da Genova gli strateghi del governo della Regione Liguria: il gruppo Toti per Forza Italia, Rixi per Lega Nord e le forze minori di Area Popolare e Fratelli d’Italia rappresentate nella maggioranza che per un voto regge le sorti della giunta regionale.

A Borghetto c’era la buona volontà, la disponibilità di non prendere a calci una lista di ‘salute pubblica’ ( Comité de salut public ) negli anni più difficili della storia cittadina. Non tanto perché reduce dalla reggenza del commissario prefettizio e dei lacci conseguenti al milionario ‘buco di bilancio‘. Il periodo in cui è rimasto in carica il dr. Andrea Santanastaso, al di là di opinioni personali, è apparso all’insegna del buon governo, dell’operosità sul fronte del risanamento, della trasparenza nei rapporti con i mass media, con frequenti comunicati stampa informativi, un’eccezione rispetto al passato. Porte aperte degli uffici comunali agli operatori dell’informazione, non è poco.

Borghetto è precipitata nella deflazione economica e sociale, senza precedenti.  Oggi occupa la poco invidiabile posizione di fanalino di coda delle città rivierasche savonesi. Tutti i principali dati statistici confermano la crisi. Dal commercio, all’artigianato, al mercato immobiliare, agli affitti, all’occupazione giovanile, al disagio sociale degli anziani con pensioni minime. Di ‘cemento immobiliare‘ non c’è più bisogno se non per riqualificare. Il turismo da lavoro soprattutto  per la massa estiva di bagnanti che si riversano negli stabilimenti balneari e sulle spiagge comunali o libere. Se si escludono bar stagionali, pizzerie e gelaterie, non esiste altro indotto occupazionale. Le seconde case che potrebbero rappresentare un valore aggiunto sono in balia dell’improvvisazione e del ‘fai da te’, senza regole e nel disordine, in buona parte alla mercè del nero e dell’evasione fiscale. Il centro storico che è polmone e cartina di tornasole in ogni città, si ritrova tra i più ‘abbandonati’ e diseredati in termini ‘produttivi’ della Riviera. Locali chiusi e sfitti.

Pier Paolo Villa ha lasciato la Lega Nord in disaccordo con le scelte di Rixi per le ultime consultazioni regionali

CHI COMANDA - Ai signori della partitocrazia,  imposta dall’alto, non glie ne frega niente. A loro interessa dimostrare ai vertici nazionali dei rispettivi centri di potere le tabelle dei voti presi, guadagnati. Mettere la bandierina su Borghetto per dire ha vinto il centro destra ‘modello Toti’. Lo confermano le cronache di tutti i maggiori quotidiani e tv nazionali.

Il centro sinistra, a Borghetto, si è autoflagellato ed emarginato da solo già dopo la vittoria e il timone di comando affidato al capitano Gianni Gandolfo, ex presidente Pro Loco, ex delegato Confcommercio,  che la maggioranza degli elettori borghettini dopo averlo premiato, alla prova dei fatti, ha ritenuto un governo fallimentare. A leggere le cronache è toccato ad un ubbidiente ed allineato Roberto Moreno annunciare ufficialmente la presentazione di “una lista civica con tutte le anime del centro destra sul modello della giunta regionale targata Toti” (vedi Il Secolo XIX e La Stampa). Ed è certo che a correre tra le braccia, in aiuto, ci sarà qualche comitato civico pronto a sbandierare il rinnovamento. Ma quale ? Quello dei Vacca & C. padroni del vapore ? La squadra può contare su un ‘pronto cassa’ per pubblicità elettorale da elargire ai giornali on line più seguiti: Ivg, Savona News, radio Onda Ligure, eccetera. L’inizio con articoli, magari firmati, il copia e incolla è garantito. E’ il giornalismo del paraocchi. Che non approfondisce, non mette a confronto, non fa domande scomode. A cominciare dalla denuncia dei redditi dei candidati, dei rappresentanti del Comitati civici. Meglio ignorare, far finta di niente.

Il proposito di Borghetto uniti, basta divisioni e contrapposizioni, è già tramontato. E dire che proprio Moreno era stato tra i primi ispiratori con Silvestro Pampolini, Giovanni Sanna ed altri. Moreno, già assessore alla Cultura con la giunta del sindaco Santiago Vacca, commercialista, buone frequentazioni ed amicizie sul fronte immobiliare, già revisore dei conti unico del Comune di Loano (2013 – 2016) per un compenso di  5900 €, oltre la maggiorazione del 10% per oneri previdenziali ed imposte di legge.  E ancora, nel collegio dei Revisori dei conti della Provincia designato durante il mandato del presidente compagno di partito Angelo Vaccarezza. Ex candidato sindaco sconfitto da Gandolfo. E’ stato presidente del consiglio comunale che ha deposto all’adunanza del 21 luglio 2008 con il Responsabile del Servizio Finanziario, dott.ssa Cristina Riolfo, davanti alla Corte dei Conti in merito al mancato rispetto del limite di spesa corrente di 2.523.839,40 euro, previsto dal Patto di stabilità interno come obiettivo programmatico in termini di competenza per il 2006.

IL CANDIDATO VILLA - Come sta andando la formazione delle liste ?  Pier Pallo Villa risponde in piedi dietro il bancone della tabaccheria ricevitoria che si trova sulla via Aurelia, diciamo in centro città. Una zona non proprio strategica, comunque tappezzata di palazzoni.  ” Sono giorni difficili – risponde -, ci sono obiettive difficoltà, per questo ci muoviamo coperti. Nessuno si sbilancia più di tanto con i nomi. Da una parte e dall’altra. I partiti ? Hanno una valenza importante, cercano di praticare le loro leggi. Io mi sto muovendo con un mio gruppo. Il segretario cittadino della Lega ?  Ricotta è venuto qui, ci siamo incontrati. Sa cosa le dico, preferisco prendere il Malox. Non l’ho più visto, nè sentito”. 

Enzo Ricotta, lavora al Punto Eco del Comune di Loano, vive ed abita a San Fedele di Albenga.

Enzo Ricotta segretario Lega Nord Borghetto e Valerio Favi durante la visita del vice presidente della Regione, Sonia Viale, a Borghetto nel marzo scorso

E dire che il notista politico di Ivg.it, il giornale on line del potere dell’informazione locale solo pochi giorni fa lo presentava con queste parole: “...la Lega Nord con l’attivissimo neo segretario locale Enzo Ricotta ha portato una “ventata di energia” ad un movimento che a Borghetto sembrava aver perso parte della sua ben nota verve e perciò il movimento di Matteo Salvini potrebbe essere un attore da non sottovalutare sul palco delle elezioni amministrative…”. Pochi giorni dopo altro annuncio in esclusiva Ivg: “Futura è pronta a collaborare con Lega Nord di Borghetto; ad annunciarlo è il coordinatore regionale del movimento civico Valerio Favi che condivide il punto di vista del segretario della sezione borghettina del Carroccio, Enzo Ricotta riguardo la necessità di mantenere una certa ‘omogeneità negli schieramenti che l’ 11 giugno si presenteranno alle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Borghetto”. Favi ex dipendente Asl a Loano, reduce da campagne per la legalizzazione dei sottotetti in quel di Villanova d’Albenga, un passato di campagne elettorali e candidature rovinose a Boissano e Balestrino, Favi fratello massone di Piazza del Gesù. E ora ‘benefattore’ del centro destra vittorioso a Borghetto.

Pier Paolo Villa parla di essere “al lavoro  con un gruppo di giovani, di puntare sulla società civile, dopo aver riconsegnato la tessera alla Lega Nord e interrotto ogni rapporto”.

Il gabinetto alla turca sul lungomare di Borghetto S. Spirito, un lerciume che emana odore sgradevoli costanti e per chiusura servirsi di una bastone. E dire che in città la categoria più numerosa sono gli agenti immobiliari che vivono sul turismo, come i Bagni Marini

Le maggiori difficoltà sul cammino della lista ? Villa: ” Ci sono alcune preclusioni, non condividiamo che ci possa essere qualcuno che da dietro le quinte  continui a tramare e tirare  le fila, dopo aver manovrato ai danni della comunità e del bene comune “.

A chi si riferisce in particolare ? “Direi che l’amico Pampolini, bravo collaboratore di trucioli.it, ha un’aperta avversione verso la candidatura di Maria Grazia Oliva “.   Che faceva parte della giunta Gandolfo. Ha commesso reati, è finita nel fango e nel tritacarne per qualche storiaccia sotto traccia ? “No, no, è stata una convinta sostenitrice della vendita della  Farmacia comunale, c’era il manovratore Ottavio Roveraro designato nel Cda della Sael, società pubblica di attività economiche.” Operazione che non è andata in porto.  Villa: “Di personale con Maria Grazia non c’è nulla, siamo persino insieme nella cantoria della parrocchia. E’ vero che in politica la coerenza non paga, però c’è chi ne fa una bandiera.  Ad esempio tra i miei clienti sono in maggioranza quelli che mi dicono “ti votiamo, ma stai alla larga da quelli della precedente maggioranza. Non fare cazzate !”

Borghetto, la prima emergenza secondo il probabile candidato sindaco Villa ? “Non abbiamo soldi per grandi e piccole opere pubbliche, dunque priorità assoluta alla pulizia del paese, alla sicurezza, al decoro. A proposito l’esperienza ATA, dono immeritato del sindaco Gandolfo alla città, si è rivelata disastrosa. Non dico altro….”.

Tra le voci della vigilia c’è chi aveva cercato  (Giannino Pesce, ex assessore, ex leghista, presidente benemerito della Croce Bianca) di agganciare nel futuro governo di Borghetto il movimento di Grillo, il primo o il secondo partito più votato alle regionali in città.  Villa: ” Collaborano con noi un paio di giovani che non sono tesserati, tuttavia molto vicini al Movimento.”.

Cosa ha spinto Villa a rimanere in pista, a non gettare la spugna ? “Vorrei fare un confidenza, avevo deciso di ritirarmi  a vita privata, lavoro, famiglia…”. Perchè non è rimasto irremovibile per una lista di  ’Borghetto Unita’ che vede  tra i sostenitori della prima ora questo  umilissimo blog di provincia che non ha mai chiesto contributi a nessuno, che paga di tasca propria e non ha problemi di ‘concordati fiscali’ o ‘sanatorie edilizie’, incassi pubblicitari. Sulle scie dell’esempio di Laigueglia dove l’unica cosa che mutava le condizioni di partenza è il fatto che si ripresentava sindaco un candidato già premiato dagli elettori, il geometra Franco Maglione. A Laigueglia per anni si è litigato, tra personalismi, rivalità meschine, faide politiche e massoniche, zero risultati.

Villa: “Posso dirle che io e Moreno eravamo partiti proprio con questa idea, poi lui ha giocato sporco e parlo ovviamente di contenuti politici, non c’entra il codice penale. Purtroppo di fronte ad un paese disunito ci sono persone che potrebbero dare una mano al governo cittadino e che si dichiarano indisposte”.

A Borghetto vive Simone Fresia, ingegnere, tre lauree, amministratore unico di una società di famiglia, figlio di un imprenditore edile cerialese, un’esperienza da consigliere del centro destra a Ceriale dove ha sbattuto la porta in faccia al sindaco del Pdl Ennio Fazio, ha sposato la figlia di una famiglia di agricoltori di Borghetto e la moglie discende per via materna dai Roba, agricoltori e lei stessa è coltivatrice diretta, vende al mercatino di Piazza Caduti del Lavoro. Le bancherelle non hanno neppure una presa d’acqua, non un tetto per le intemperie.  Villa:Non lo conosco e non lo sapevo, è una buona notizia”.

E Davide Michelini, titolare dell’omonimo vivaio di piante e fiori di famiglia, uno che si sporca le mani con la terra. Considerato un talento nel direttivo di Confagricoltura provinciale ? Villa: “ Un nome con cui stanno confrontandosi gli amici dello schieramento del dr. Ivano Cambiano, dirigente del Comune di Ceriale, anche nel suo caso è in ballo la candidatura a sindaco.  Il nodo da sciogliere non è tanto andare alla ricerca di un capo espiatorio del passato, col rischio di una battaglia contro i mulini a vento; è dire e dimostrare che non abbiamo più nulla da spartire dell’eredità Gandolfo. Nulla con i suoi metodi di sfacciata arroganza, il disprezzo che ha dimostrato più volte in consiglio comunale verso la minoranza. Un sindaco che ha svenduto un patrimonio per avere l’ ATA a Borghetto.  Che ha smantellato la polizia municipale.  Certo i buchi di bilancio vengono pure da lontano.  Ora basta con quei metodi, Cambiano è l’amministratore pubblico ideale purchè si rinunci non solo a parole a logiche partitiche”.

La Servizi Ambientali Spa esercita da sempre un ruolo ed una valenza senza paragoni rispetto alla Sael, eppure qualche piccolo fuoco d’artificio, qualche articolo di trucioli non ha smosso foglia, omertà favorita dal diffuso silenzio stampa sui bilanci, sugli acquisti, sulle spese, sulle assunzioni, sulle strategie. Il commissario Santanastaso pare sia rimasto sordo a certe sollecitazioni e si era autonomato presidente, ma Loano che già fa la parte del leone con l’amministratore delegato, ha designato un suo uomo vice presidente, di fatto con l’escamotage di presidente: il prof. Pietro Oliva, già assessore al bilancio, ex presidente del consiglio comunale, ex consigliere regionale poi defenestrato da una faida interna a Forza Italia, nonostante non abbia mai nascosto di essere scajolano di ferro. Anche le rispettive consorti sono sempre state in ottimi rapporti di frequentazione.

Villa: E’ vero, sono del parere che la Servizi Ambientali  debba essere governata ai vertici  non da politici, ma da tecnici competenti. Borghetto non per una questione di campanile dovrebbe avere più peso. Anche nella Spa pubblica c’è stato un buco di bilancio di cui si è parlato poco. Senza ignorare che Borghetto ospita il depuratore, ci mette il suo territorio. E’ qui che riceveremo i reflui dell’albenganese con tutto ciò  che comporta. Come gruppo consiliare avevamo fatto  una visita tecnica a suo tempo. Io del resto un pochino ci mastico del tema,  sono perito chimico. Vorremmo, ad esempio, sapere dove finiranno le acque nere che arrivano la Albenga. Se esiste o meno il rischio di alterare l’ecosistema proprio davanti alle nostre coste. Penso ai fanghi di risulta che potevano essere una risorsa senza scoprire l’acqua calda e invece paghiamo per smaltirli. Ecco su questo non si può transigere”.

E Castello Borelli, annunciato decine di volte come risorsa per l’apertura di un hotel a cinque stelle lusso ? I giornali da anni fanno a gara nell’annuncio. Villa: ” Sono stato l’unico a votare contro la variante, non perchè non condivida la riqualificazione. Ero del parere che si doveva procedere con due progetti distinti. Per il resto al di la del lusso o meno, è vitale  che l’operazione Castello proceda in simbiosi con il resto della città, ad iniziare dal centro storico. Credo che siamo parecchio in ritardo  con la tabella di marcia dei lavori, si è parlato di dissidi in famiglia tra gli operatori russi.”

Borghetto anni ’30, quando si incestavano le pesche e si preparavano per la spedizione su treni merci diretti ai mercati generali di Milano e Torino

E il PUC sempre in lista d’attesa? Villa: ” Un Puc a cemento zero, solamente interventi di riqualificazione”. E lo scandalo degli scandali, l’ex oleificio Roveraro. Trucioli, per fortuna, non deve disturbare il suo budget pubblicitario. I silenzi dei media non sono sempre casuali. Villa: “ Mai avuto dubbi, lasciare i volumi e spostarli in altra zona. No a compromessi con Roveraro – Cappelluto. Con una priorità assoluta. Abbattere immediatamente il complesso e procedere subito alla bonifica. Temo che si saranno sorprese su questo fronte. Vorrei aggiungere un piccolo tassello. Ho protocollato in Comune una richiesta per sapere se le strutture esterne pagano il suolo pubblico. Mi riferisco ai ponteggi. Ebbene non pagavano. Si è poi provveduto ? Non lo so. “.

Borghetto in ginocchio, è fiducioso ? Villa: ” Sono convinto, ogni giorno sono a contatto con residenti e turisti; un paese pulito, accogliente, ordinato, può riprendere quota nell’interesse di tutti. E mettere mano a riduzioni fiscali per incentivare il commercio, l’artigianato, il turismo, penso a pacchetti turistici. “

A suo parere quale sarà il primo maldipancia per un nuovo sindaco ? Villa: “Saremo già nella stagione estiva, ho notizie poco confortanti sulla tabella di marcia dei lavori della passeggiata a mare di ponente. Sono in ritardo, i bagni marini hanno problemi seri. Ma anche la città tutta. Un peccato ritardare un’occasione importante e qualificante con la pedonale panoramica verso Ceriale. “.

Lei sindaco, il primo intervento in assoluto ? “ Riunire tutti i dipendenti comunali  per spiegare i nostri indirizzi. Abbiamo la fortuna che il nuovo comandante della stazione dei carabinieri è una persona eccezionale, eccellente. Da quando c’è lui i carabinieri entrano in tutte le attività commerciali per conoscere, ascoltare, chiedere consigli, conoscere i bisogni. Ed io penso che una comunità, un tessuto sociale in dissoluzione come quello di  Borghetto, debba cavalcare l’educazione civica, il rispetto della legalità“. Assessori esterni ce ne saranno in caso di vittoria ? Villa ?Non ci ho ancora pensato”. Quando pensate di chiudere il ‘cerchio’? “ In settimana, ci siamo proposti di chiudere le trattative con Cambiano “.

Villa che con una sua lista aveva raccolto alle ultime amministrative (quattro le liste presenti) 327 voti.  Lui che a 18 anni era entrato nel movimento leghista dove sono ancora presenti  Grasso ( il fratello è stato per anni mitico presidente della Camera di Commercio ndr)  e Sergio Lazzarino titolare di un’agenzia d’affari. “Me ne sono andato dalla Lega per non aver  condiviso le scelte operate da Rixi alle elezioni regionali.  Mio papà è lombardo, la mamma piemontese, io sono nato ad Albenga. Per qualche anno ho fatto l’idraulico, ho un fratello ed una sorella adottata. Nella vita ho stimato moltissimo Andreino Patrone ex presidente della Croce Bianca. Mia moglie, Ilaria Oddone, è calizzanese e da quando ci siamo sposati abitiamo a Toirano. Da sei anni gestisco questa tabaccheria, è un termometro importante che ti fa capire tante cose. Il contatto quotidiano con la gente”.

Pier Paolo Villa, con la passione del volontariato, è stato rappresentante dell’ANPAS anche in sede nazionale. A volte gioca a tennis. Ha fatto sport subacqueo. Allenatore di calcio dei ragazzi. La sua più grande delusione umana ? Conoscere a fondo Gianni Gandolfo, l’ex sindaco. “Un’arroganza che mortifica e umilia – conclude Villa – , l’ho conosciuto strada facendo. Mi ha addirittura inviato a casa, per raccomandata, una diffida a non scrivere più sui social network tematiche di competenza del consiglio comunale. E gli ho, a mia volta, intimato di non intimarmi mai più di scrivere…”.

Una scommessa, trucioli.it- Villa. Vittoria o sconfitta ? ” Non so se sia giusto dire così, ma la gente di Borghetto questa volta mi darà ancora più consenso”. Centro destra modello Toti e Comitati civici del centro destra permettendo. Da Genova arriveranno in forze: Giovanni Toti, Sonia Viale, Giovanni Berrino, da Loano Angelo Vaccarezza. Correte, accorrete elettori borghettini, vi descriveranno la buona novella.  Intanto Pasqua serena ai 12 lettori di trucioli.it.

Luciano Corrado

UN CANDIDATO SUI SOCIAL NETWORK

VILLA PIER PAOLO  propone  un Tavolo Permanente Sulla Sicurezza Pubblica di Borghetto. E’ la proposta contenuta nella mozione presentata da Pier Paolo Villa e che sarà sottoscritta da tutti i gruppi consiliari . ….

VILLA PIER PAOLO interrogazione in merito allo stato di abbandono e pericolosità in cui versa l’edificio “Ex Oleificio Roveraro”. Borghetto S.Spirito, 14/05/2014 Al Sindaco Giovanni Gandolfo Comune di Borghetto S.Spirito INTERROGAZIONE OGGETTO: Il sottoscritto Consigliere Comunale  vista la nota interroga sulla microcriminalità quale capogruppo della Lista Civica “LEGA PER BORGHETTO”, PREMESSO che negli ultimi periodi si è verificato un vertiginoso aumento di episodi di furto e rapina, che hanno interessato e continuano..

Pier PaoloVilla: “Troppi Furti In Casa, Pochi Controlli” – Il Consigliere Leghista Pier Paolo Villa chiede maggiore impegno contro i troppi furti e pochi controlli: così il consigliere comunale della Lega Pier Paolo Villa lancia l’allarme di quanto sta succedendo a Borghetto Santo Spirito. I furti si registrano non solo nella zona residenziale di Pineland ma anche…

Genova – Forti polemiche, a Borghetto Santo Spirito, per la lettera aperta con cui il consigliere comunale Pier Paolo Villa (Lega Nord) ha chiesto al vescovo, Guglielmo Borghetti, che don Francesco Zappella resti parroco della cittadina.

Come ricordato sul sito dell’associazione Rete L’Abuso, don Zappella è stato condannato nel 1991 a Pinerolo per atti di libidine violenta ai danni di due minorenni (sotto i 14 anni) e nei mesi scorsi è finito nuovamente sotto indagine per reati analoghi . Da qui la decisione di rimuoverlo dal suo incarico.

Sino alla lettera di Villa al vescovo: «Vi chiediamo di lasciare don Zappella al suo posto per il bene della parrocchia e di tutti i fedeli. Mi sono permesso di scrivervi perché ho un peso sul cuore che devo liberare. Lo faccio a nome di decine e decine di parrocchiani che hanno conosciuto in questi 6 anni una persona che, nonostante le sue precarie condizioni di salute, ha saputo avere la forza di dare nuova Vita alla comunità coinvolgendo anziani, adulti, ragazzi, bambini, famiglie. Anche Voi, durante le visite in occasione di diverse ricorrenze, avete sottolineato quello che noi, comunque, già conoscevamo. Avete scelto don Francesco come Vostro collaboratore, e avete chiesto ai suoi parrocchiani di tenerlo stretto. E tenerlo stretto è proprio quello che vogliamo fare. Noi non abbiamo diritto di giudicare, però possiamo parlare fermamente per ciò che abbiamo visto e apprezzato grazie a lui. E i fatti parlano di un uomo forte ed umile, che ha dedicato pienamente la sua acciaccata vita al servizio di chi ha bisogno, come parroco e come volontario nella locale pubblica assistenza, senza mai tirarsi indietro. Vi chiediamo di lasciarlo al suo posto, per il bene della parrocchia e di tutti i fedeli. Ve lo chiediamo con il massimo rispetto, ma con la convinzione di chi sente di perdere qualcosa di essenziale».

 

 

 

 

 

Tra paradossi solo me ne vado per la città Storie di vita e ospedali a Savona e Albenga

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La giornata è troppo bella, quasi estiva, per rimanere tra le quattro mure ed attaccato ad un computer. Pure il mio gatto Ringo, che si siede sempre accanto nella sua copertina mentre scrivo, mi consiglia di uscire, possibilmente staccando anche il cellulare. Leggi anche il commento di un medico.

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Si, è il momento di trascorrere un paio d’ore lontano dai problemi, dallo stress, dall’ansia e di godersi un paio d’ore al sole, possibilmente sulla riva del mare. Ma, essendo alla metà del viale che conduce alla spiaggia, mi ferma un signore, Raimondo Bongiovanni che vuole assolutamente parlarmi di uno dei tanti disguidi sanitari: <Te la spiego in breve - afferma- il 20 settembre dell’anno scorso ho effettuato una visita chirurgica all’Ospedale S.Paolo e i sanitari mi hanno consigliato l’intervento per un’ernia inguinale. Consegnandomi il referto mi dissero che sarei stato chiamato entro un termine massimo di 60 giorni. Trascorsi due mesi, e non avendo ricevuto telefonate, mi sono fatto vivo io e la risposta è stata che dovevo attendere altri due mesi. Passati altri 60 giorni e non avendo ottenuto nessuna risposta richiamo e mi sento dire che questo tipo d’intervento all’Ospedale S.Paolo è sospeso. Ma non finisce qui perchè mi sono anche sentito dire che se i dolori si fossero accentuati dovevo recarmi al Pronto Soccorso e da qui stabilire se intervenire o meno d’urgenza>.

Saluto il mio amico, faccio due passi e mi ferma la signora Lorena che, insieme al marito, gestisce il bar Dlf ad Albenga: <Ho visto che su Trucioli hai scritto dei pini tagliati. Ma vuoi sapere il paradosso? Hanno tagliato dei pini salvi e lasciato stare quello vicino alla Stazione perchè qui non è possibile intervenire se non c’è una delibera delle Ferrovie dello Stato. Mi sa che lo prenderò in testa io…..>.

Finalmente raggiungo la spiaggia e mi godo qualche minuto di pausa. Sulla spiaggia, in vista della nuova stagione, lavora Silvana che gestisce uno stabilimento con il marito: <Sono disperata, lo sai che hanno tolto il bus navetta che collega le vie principali della città con l’Ospedale? Io devo fare delle terapie, mio marito sta lavorando e a me toccherà ogni giorno andarci in taxi>. Silvana me ne racconta pure un’altra: <Ma sai la storia bella? Il bar ex Sati, quello storico conosciuto per la vendita dei biglietti, non può vendere nessun biglietto dei pullman. E la mia amica che lo ha preso in gestione è sull’orlo di una crisi di nervi>.

E’ora di rientrare e mi sono accorto che, come un vecchio scriba di tempi andati, ho raccolto tante notizie girando un paio d’ore per la città. Forse per trovare qualche bella storia domani mattina uscirò di nuovo, munito di taccuino. Sempre che Ringo, abbandonato per una mattinata, non mi faccia il muso

Guglielmo Olivero

IL COMMENTO DI UN MEDICO 

In un Ospedale di un Capoluogo di Provincia qual è Savona abbiamo un doppio rinvio per un intervento di ernioplastica inguinale, che potrebbe essere eseguito tranquillamente in elezione, con minimi disagi per il Paziente, invitato ad attendere un eventuale strozzamento, i quali andrà, necessariamente, operato d’urgenza, con tutti i rischi che questa procedura comporta e sempre che, in allora, esistano ancora servizi universali d’urgenza. Da un punto di vista deontologico, quanto accaduto è condannabile senza riserve, tuttavia, i Medici non sono più soggetti solamente a quella morale da cui deriva il codice deontologico, ma a leggi o, peggio, ordini di servizio provenienti da personale amministrativo interessato, dietro mandato conferito dai soliti noti, al mero pareggio dei conti economici, come se la salute e la vita dell’Uomo non contasse nulla di fronte alle barbare leggi dell’economia e del mercato. In un Ospedale di rango superiore, sempre in Italia, d’estate siamo arrivati a sospendere certi interventi per patologie apparentemente lievi ed a ridurre i posti letto per i ricoveri per dettato amministrativo semplicemente perché il personale è insufficiente e, causa turni di ferie e l’omnipresente spettro del risparmio, ad alcuni Pazienti viene negata la necessaria.

Quanto segnalato invece a proposito dei biglietti di viaggio valevoli sull’autobus rappresenta un disagio seppure di minore entità, nondimeno, desta scalpore l’aver interrotto la distribuzione in un esercizio che la effettuava da lungo tempo.

Roberto Borri  (medico e ingegnere)

 


Ortovero, l’incendio alla ‘diossina’ taceL’Assoutenti telefona, ma incredibile scaricabarile tra Viale, Arpal, Forestale e…

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L’incendio distruttivo al capannone dei camper e roulotte a Pogli di Ortovero 40 giorni dopo. Silenzio sul ‘rischio diossina’? E l”incredibile scaricabarile. Se c’è chi minaccia trucioli.it di essere l’unico a preoccuparsi tanto da meritare una querela,  dall’altra c’è da segnalare qualcosa di scandaloso. Il resoconto – racconto di un personaggio da sempre impegnato al fianco dei consumatori e dei cittadini. E’ Gian Luigi Taboga, referente dell’Assoutenti della provincia di Savona. Ha chiesto invano di conoscere se i prodotti agricoli coltivati nelle aree interessate dal grande rogo si possano consumare. C’è l’interrogativo diossina che la letteratura scientifica indica negli effetti di combustione di materiali particolari. La prima telefonata all’assessore regionale alla Sanità, Viale. Poi al sindaco e al vice sindaco, al direttore dell’Asl 2, all’Arpal, alla Camera di Commercio e al Laboratorio provinciale di Albenga, ai carabinieri, alla Guardia forestale (per una settimana ha risposto la segreteria telefonica), alla prefettura, al ministero della Sanità. 

Gian Luigi Taboga in un suo intervento a Villanova d’Albenga sul tema della legalità e delle agromafie con l’ex procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, giornalista La Corte ed il sindaco Ballestra

La notizia non scaturisce da una conferenza stampa o da un comunicato agli organi di informazione da parte dell’Assoutenti che ha sede a Borghetto S.Spirito, con il suo referente storico, Gian Luigi Taboga, che non ha bisogno di pubblicità e tanto meno di essere presentato. La storia incredibile nasce dopo che trucioli.it, come capita spesso, non ha messo in archivio l’incendio di Pogli, nella notte del 2- 3 marzo 2017. E si è posto la domanda sulle conseguenze ambientali. E’ verissimo che c’è un’inchiesta giudiziaria in corso ed occorre attendere l’esito finale. Incendio doloso o fortuito, per combustione, per un corto circuito. Con la presenza di bombole di gas, auto, materiale infiammabile. La questione che affrontavamo la scorsa settimana, al di là delle cause, è conoscere se il fumo che ha oscurato per ore, con una cappa asfissiante, abbia o meno provato danni gravi anche alla vegetazione. Se sussistano o meno pericoli al consumo di prodotti in un’area tra le più produttive della pianura e dove non si coltivano solo fiori o piantine aromatiche, ma prodotti orticoli. Si va dalle bietole, bietoline, asparagi violetti, carciofi, zucchine trombette, zucche, insalate, fave, piselli, senza contare le centinaia di orti di famiglia. Con anziani e bambini, persone sane ma anche cagionevoli di salute. L’unica risposta è stata una ripetuta ed annunciata azione legale contro trucioli.it perchè farebbe disinformazione. Dovevamo tacere ? Pare di si. Dovevamo scrivere che non ci sono problemi senza peraltro che qualcuno se ne assumesse la paternità ufficiale di escludere l’inquinamento ?  Pare di sì. Dovevamo scrivere che è tutto tranquillo, tutto sotto controllo, non c’è da temere, la salute è garantita ? Pare di sì. Parola di ‘anonimi’, nessuno ci mette la faccia.

Gian Luigi Taboga al convegno sulle agromafie di Villanova d’Albenga, tra i presenti il deputato del Pd, on. Franco Vazio di Albenga  ed il consigliere regionale Luigi De Vincenzi, Pd, ex sindaco di Pietra Ligure

Bene anche noi ci siamo rivolti all’Assoutenti dopo che, a quanto pare,  era trapelato l’incredibile pellegrinaggio telefonico del ‘presidente’ Taboga. Ma può accadere  ciò che un maestro del giornalismo ha scritto in uno dei suoi articoli: Comprati e venduti si ma non servili di Gianpaolo Pansa.  In questo caso neppure quello, meglio ignorare tutto. Tacere visto che nessuno ne parla. E il giornalismo d’inchiesta anche in provincia di Savona è morto e sepolto ? Qui non arriva neppure la curiosità dei giornalisti di punta del Fatto Quotidiano o de l’Espresso.  I due gemelli dell’informazione locale mandando gli inviati speciali quando ci sono morti ammazzati o stragi sulle strade e autostrade. Ma neppure Le Iene  ? E Striscia la Notizia, pur ‘giocando in casa’, ha altro di cui occuparsi, punzecchiare, denunciare. Alla larga dagli amici ?

Un cartello sulla cinta del rimessaggio indica: area sottoposta a sequestro giudiziario

“Non posso tranquillizzare nessuno  - esordisce Taboga  al telefono-,  perchè nessuno pare si sia sentito in dovere di approfondire, ad esempio sottoponendo a controlli i prodotti destinazioni all’alimentazione. Data la delicatezza della situazione e proprio per evitare inutili strumentalizzazioni ho pensato di rivolgermi diciamo in ‘alto’. Ho iniziato con l’assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale. Le ho chiesto cosa intende fare per garantire che il consumo dei prodotti agricoli dell’area interessata dal rogo di Ortovero, dopo le ordinanze di divieto e persino di restare chiusi in casa, non avessero controindicazioni. L’assessore chiede l’invio di una e mail specifica, con resoconto. Non conosce i risultati delle analisi. Da qui il suo consiglio di rivolgermi al sindaco di Ortovero. Niente da fare, della questione si occupa il vice sindaco. Che non può dire nulla, non essendo di competenza del Comune, bensì a loro dire dell’Asl 2. Anche in questo caso – prosegue un desolato Taboga – certo di evitare inutili passaggi, mi rivolgo direttamente al direttore generale Eugenio Porfido. Lo trovo solo il giorno dopo, mi consiglia di interpellare il competente ufficio ARPAL che però premette subito di poter agire su richiesta scritta della stessa Asl. A quel punto mi sono rivolto alla Camera di Commercio che mi ha consigliato di parlare con il responsabile del Laboratorio Chimico Merceologico della  stessa CCIAA, con sede ad Albenga. Qui mi viene detto che possono intervenire nel caso in questione solo su richiesta dei carabinieri o dell’autorità giudiziaria. Il consiglio era di rivolgersi ai carabinieri. Chiamo la caserma e dopo uno scambio di opinioni mi si dice che l’organo preposto è la Guardia Forestale. Per una settimana, giorno più, giorno meno, risponde la segreteria telefonica. Ad un certo punto non si possono neppure più lasciare messaggi in quanto ‘esaurito’ lo spazio.  Mi rivolgo al comando della compagnia dei carabinieri segnalando che la Forestale resta muta, non risponde. Il consiglio è di telefonare al comando di Savona e qui sono espliciti. E’ necessario rivolgersi all’autorità giudiziaria, l’unica che può risolvere il dilemma sulla sicurezza del consumo di prodotti agricoli nell’area colpita da fumi tossici.  A questo punto decido di rivolgermi alla prefettura. “Ci mandi una email in cui espone i fatti”. Tutto superfluo. La questione mi dice il funzionario è di  competenza del Ministero della Salute, a Roma. E qui altra doccia fredda. “Guardi che in Italia succede di peggio rispetto al caso che lei ci segnala. Le consigliamo di inviare una denuncia circostanziata alla magistratura inquirente della sua provincia che provvederà ad accertamenti qualora lo ritenga opportuno  a tutela della salute dei cittadini”.  Succede proprio questo nel Bel Paese del sole e del mare!

Taboga: “Alla mia età non ho altro da aggiungere. Non c’è limite alla degenerazione. Spesso ascoltiamo che occorre avere grande fiducia nelle istituzioni. Se qualche cittadino è più bravo e può fare meglio, posso ammirare ed imparare. Ciò che ho vissuto mi esime da ogni ulteriore commento, l’augurio non solo pasquale è che non sia successo nulla, non ci sia inquinamento, la diossina sia soltanto un brutto sogno e gli ambientalisti abbiano fatto benissimo a non preoccuparsi e magari dopo aver fatto una visita al grande braciere di Pogli si siano messi il cuore in pace”.

La ‘terra dei fuochi‘ è in Campania, a Pogli di Ortovero solo la magistratura a quanto pare detiene le chiavi del bene comune. I sindaci sono stati esautorati ? Non hanno scrupoli ? Non hanno doveri e poteri ? Le produzioni colpite dai fumi e dalle particelle cancerogene sono esenti da possibili contaminazioni ? Per ora il sito braciere resta sotto sequestro. L’assicurazione del titolare del rimessaggio cosa risponde ? Attende l’esito finale dell’inchiesta.  Quali erano le condizioni dell’impianto antincendio ? Quando è stata fatta l’ultima verifica dagli organi competenti? E quali organi competenti erano intervenuti ? Quali prescrizioni erano state date dai vigili del fuoco ?

L’ammasso di rottami e materiale in parte fuso con il calore del deposito a Pogli di Ortovero in un’area coltivata ad ortaggi

Nel capannone incendiato c’era posto anche per un natante

Le fiamme ed il fumo hanno lambito serre ed aree coltivate ad ortaggi in una zona ambientale di pregio

Il caponnone su un’area di 4 mila mq si trova sulla statale Albenga – Pieve di Teco a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’abitato di Pogli e da due importanti vivai agricoli

Un grazie ‘vestito da festa’ per Roby e GiulyL’originale idea per premiare un negozio di Albisola Superiore e 38 anni di tenace attività

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La crisi non risparmia neppure Albisola Superiore: negozi che chiudono, serrande abbassate, risorse e posti di lavoro che si perdono, spesso una vita di sacrifici di intere generazioni, per altri una sfida impari e denaro investito andato in fumo. Un paese che lentamente muore ? Arranca, ma non si arrende ? Quale il futuro della ragione e della concretezza ?

Sono tantissimi i negozi sfitti, i proprietari dei muri rinunciano ad affittare per non avere ulteriori problemi che potrebbero causare affittuari morosi. Lo Stato non tutela come meriterebbe neppure la proprietà pubblica e, troppo spesso, i furbi hanno la meglio su chi rispetta le regole. Anzi, in troppi casi, chi rispetta le regole é ulteriormente messo sotto la lente l’ingrandimento di un sistema di governo e potere miope, per non dire ladro.

Certo, il Comune non detiene la bacchetta magica per risolvere questi problema, ma può fare molto per invogliare a non tenere chiusi molti negozi, cercando di premiare i negozianti virtuosi e, attraverso il dialogo e la collaborazione trovare degli incentivi per il rilancio.

Il commerciante non deve essere visto come la vacca da mungere, bensì, la base, lo strumento umano ed ideale per il rilancio del territorio, insieme alle tante realtà presenti quali associazioni e cittadini.

É impensabile che il Comune da solo possa invertire la rotta ma é impossibile che ciò avvenga senza la spinta dell’ente locale. Tocca alla sensibilità e all’ingegno del Comune, dei suoi amministratori eletti non essere spettatori, semmai timonieri e valorizzatori. Abbiamo tanti esempi, anche nella storia nostra provincia, di sindaci  che hanno risollevato le sorti della loro città. Purtroppo le giovani generazioni non sempre sono messe in condizioni di conoscere, sapere, ricordare. Personaggi illustri non solo per la caratura umana, capaci di costruire, essere i motori della ripresa, della riscossa.

In questo clima di incertezza ci sono attività che si sono distinte sul territorio attraverso un costante impegno e sono riuscite non solo a sopravvivere alla crisi ma ad essere punto di riferimento per risolvere i problemi di tutti i giorni.

In effetti il ruolo dell’imprenditore é quello di soddisfare i bisogni delle persone e quindi risolvere i loro problemi: Ferramenta Calcagno  è impegnata in questo compito da 38 anni e gli é valso il soprannome di “Che l’ho“.

Roby e Giuly dall’aprile del 1979 vivono, questa é la parola giusta, l’attività di ferramenta sempre con il sorriso e l’energia di chi ha il chiodo fisso di far felici i clienti. Non è una storia da Libro Cuore, semmai di umile professionalità, di serietà nel lavoro.

Per questo e altri motivi abbiamo pensato di premiarli e, con la complicità e il preziosissimo aiuto dell’opera d’arte migliore che hanno creato: la figlia Silvia Celeste Calcagno (che ha partecipato tra l’altro alla Biennale di Venezia e ha vinto, nella Sua carriera di artista numerosi premi) e la presenza dell’assessore Roberto Gambetta, abbiamo ideato una sorpresa al negozio.

Con un centinaio di amici siamo riusciti a far interrompere il loro lavoro (non é cosa da tutti i giorni) e a farli commuovere dalla felicità.

Siamo contenti di aver avuto questa idea perché…. loro per noi ci sono sempre e per una volta noi siamo stati per loro. Scusate l’iperbole di parole, è difficile spiegare la gioia quando si hanno di fronte persone eccezionali. Che parlano con i fatti e col cuore. Grazie Calcagno !

Diego Gambaretto

 

La Conchiglia, l’abbraccio dei clientiIn centinaia a festeggiare gratis il nuovo lookVado Ligure: 30 anni della guinnes pizzeria

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La Conchiglia, ristorante pizzeria, ha festeggiato i suoi 30 anni ‘vestita di nuovo’. Un compleanno da regina come meritava. Con centinaia di ospiti, clienti commensali. Di ogni età, estrazione sociale. Appuntamento con il passaparola. Non c’è stato bisogno di annunci web o sulla carta stampata. La popolarità, la nomea, la clientela conquistati ogni giorno grazie alla pratica:’Cliente soddisfatto, è un cliente che torna’. Un formidabile indice di fidelizzazione e marketing. Il ‘maitre’ di sala ? Lo stesso dominus del primo giorno dell’inaugurazione nel 1987: Luigi Lombardo, orgoglioso della sua terra d’origine, siciliano di Gela. Lo ‘chef della maison’? Non è mai cambiata, Domenica Amatruda: cognome da dinastia in quel di Savona e cuoca per passione, per amore. Il pizzaiolo dipendente ? E’ lo stesso dal primo giorno, vera istituzione napoletana, Vittorio Apicella: gran maestro del forno a legna e gran tifoso del calcio giocato.

Nuovo look e una serata con i fiocchi, da album dei ricordi quella di venerdì 7 aprile 2017 che ha visto impegnati da attori e protagonisti tre generazioni e quattro cognomi: Lombardo, Amatruda, Colla, Apicella. Una storia di famiglie, di lavoro, pizzerie, ristorazione, che racconta e descrive un mondo prezioso da una parte, una rarità dall’altra. Trucioli il 3 ottobre 2013 aveva fatto un reportage: l’Amatruda dinasty a Savona (vedi….) , articolo letto da 3.495 persone. Alle soglie del quarto anno La Conchiglia torna alla ribalta ‘vestita’ di colori e arredamento riservato alle ‘signore della ristorazione‘. Tre mesi di lavori, arredatori e tecnici all’opera. Il buon gusto dei figli, dei giovani timonieri; a loro del resto è affidato il destino, le sorti future del locale che sorge sulla via Aurelia, nel territorio di Vado Ligure, sui confini con la città capoluogo, Savona. Una zona resa accogliente dal nuovo lungomare che ha valorizzato il quartiere, a cominciare dalla storica ‘Conchiglia’.

Papà Luigi, mamma Domenica, meriterebbero la pensione, il riposo da nonni di due stupendi nipotini e che hanno coronato un loro sogno: i figli Laura e Gianfranco sono al timone, lei cucina, lui in sala. Lei giovane mammina, sorridente e premurosa, mette a frutto la scuola di una mamma semplice, laboriosa, ricca di virtù, tra lavoro, casa e famiglia. Lui, Gianfranco, dopo aver vissuto l’esperienza degli italiani a Cuba, non ha voluto dare un dispiacere a chi non lo meritava, i genitori appunti.  Fratello e sorella uniti nel buon esempio, nell’orgoglio gioioso di essere fedeli alla tradizione famigliare: Lombardo e Amatruda. Consapevoli che La Conchiglia è uno dei simboli  del successo culinario in quest’angolo di Liguria. Qui i nove anni di crisi del Bel Paese, descritti sui media e in tivù, svelano la forza di un motto mai tramontato: serietà, qualità, professionalità, prezzo equo, pagano sempre. Anche in tempi di recessione, di sacrifici e rinunce per tante famiglie; quando si sa lavorare, la ricompensa si manifesta con il cliente che torna ed apprezza. E poi quella gentilezza, quella premura, quel sapere anche dire ‘mi spiace’,’ ci scusi’.

Una strepitosa dimostrazione di folla ha voluto onorare, con la sua presenza,  la festa dei 30 anni con La Conchiglia rinnovata, ma ben salda nella tradizione. Si dirà, quando si ‘mangia gratis tutti accorrono’…..Non è così. Lo può testimoniare il vecchio cronista che alla Conchiglia era entrato la prima volta nei primi anni ’80. E non ha voluto mancare il fotoreporter per antonomasia della Baia del Sole, Silvio Fasano che un tempo avremmo definito il ‘paparazzo delle estati alassine’. Nel suo archivio oltre mezzo secolo di Riviera by night, tra feste, manifestazioni, cerimonie, brindisi, paparazzate quando Alassio era la regina incontrastata del divertimento, locali notturni, caffè concerto, delle vichinghe e dei latin lover,  ma anche l’arenile delle ricche famiglie del Nord Italia e del Nord Europa. Non c’è personaggio dello spettacolo, dello sport, dei vip anni ’50 – ’70 che sia sfuggito al suo obiettivo. Ebbene, Fasano testimone e attore dei bei tempi passati mai più immaginava di ritrovarsi in un alveare di clienti, nell’area che un tempo era la capitale del comprensorio industriale del ponente ligure: Vado Ligure. Fasano con l’intuito del fotoreporter ha colto i momenti clou della serata. I tanti abbracci, gli omaggi floreali, le foto ricordo, i ritratti di chi felice ha voluto gioire nella comunità della Conchiglia. Non c’era posto per tutti, chi si è munito di pazienza ha atteso anche un paio d’ore per potersi sedere. Altri hanno salutato, si sono congratulati, sarà per un’altra occasione. Nonostante la moltitudine, il forno di ‘don Vittorio’, maestro pizzaiolo e pizzaiolo bizzarro quanto basta per renderlo un personaggio eccentrico, ha sfornato pizze a ritmo incalzante; dalla cucina un vassoio dopo l’altro di penne all’arrabbiata e profumatissime. Il buffet degli antipasti e appetizers rifornitissimo. E gran finale la squisitissima mega torta di compleanno della Conchiglia.

Gli auguri, i ricordi, gli affetti, i baci di tanta salute e  fortuna. Il caloroso applauso in onore di quanti si sono prodigati per una serata riuscitissima, che da lustro ad una grande famiglia, ma soprattutto è la dimostrazione di come si possa arrivare al successo umano e commerciale. Nella semplicità e nel calore popolare. Forse mancava la stretta di mano del primo cittadino di Vado Ligure. E si perchè un plauso ed un ringraziamento di ammirazione è davvero dovuto. La società tutta, oggi più di ieri, ha bisogna di ‘Conchiglia story’. Grazie al buon esempio e allo spirito di sacrificio che non tramonta. (L.Cor.)

 

Quel treno carico di sviluppo perso ad OrmeaAffossata la filiera integrata: legno, energia. 11 paesi, 2 regioni, 2 province. Il sindaco tace

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Il  mitico compagno galantuomo Giancarlo Paietta avrebbe urlato: ‘gli irresponsabili’ ? Il celebre Fortebraccio che firmava immemorabili fendenti sulla prima pagina dell’Unità avrebbe scritto “becera cultura politica che deturpa l’economia e la dignità delle persone” ? Quanto è accaduto in Alta Val Tanaro e in Alta Valle Arroscia è una storia esemplare di cosa possa essere capace la pubblica amministrazione senza che qualcuno sussurri per scandalizzarsi o battere le mani. In una di montagna da anni alle prese con lacrime e sangue della crisi, c’è chi si può permettere, per scelta politica (?), di prendere a calci l’unico patrimonio disponibile: i boschi, il legname, ma anche il teleriscaldamento ed il suo prezzo almeno nel caso di Ormea. E’ lo stesso Comune capofila di un progetto che trucioli.it aveva riportato in tutta evidenza (vedi….).

Era il 18 novembre 2013. Un progetto ambizioso, ma realistico, concreto, magari migliorabile se necessario. Era il carburante per far partire ex novo il ‘treno del legno‘. La locomotiva che se nelle città di mare significa soprattutto spiaggia, arenile, bagni; in montagna con una locomotiva gemella significa valorizzare l’immenso patrimonio boschivo che i nostri avi con inenarrabili sacrifici e sudori tramutavano in carbone, in legname per costruzioni. Da decenni il 90 per cento del bosco delle nostre Alpi Marittime, sia nelle proprietà private, sia in quelle demaniali comunali che sono in netta preponderanza, è in stato di abbandono e degrado. Basti pensare, senza andare lontano, alle migliaia e migliaia di tonnellate di alberi trascinati a valle nell’alluvione del novembre scorso e che si sono depositati sulla fascia costiera. E che ha comportato ingenti spese per lo smaltimento.

Ormea, con un suo sindaco manager (per Gianfranco Benzo parla il curriculum), si era fatta promotrice  di un ‘Protocollo  d’Intesa territoriale  per la valorizzazione e la gestione  di immobili pubblici attraverso la costituzione  di un sistema integrato di filiera: legno, energia, sviluppo’. Si erano unite la Regione Piemonte, la Liguria, le province di  Cuneo e Imperia,  i Comuni di Ormea, Frabosa Soprana,  Pamparato, Montaldo di Mondovì, Priola, Armo, Briga Alta, Montegrosso Pian Latte, Mendatica, Cosio d’Arroscia, Pornassio, la Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese, le Camere di Commercio di Cuneo e  Imperia, l’Università degli Studi di Torino, il Corpo Forestale dello Stato, il Parco Alpi Liguri.

Facciamo ancora una breve premessa. I dati statistici economici delle due valli (Alto Tanaro, Alta Valle Arroscia) documentano cosa è successo negli ultimi decenni. Al boom economico, al miracolo italiano, che ha reso quelle zone turisticamente interessanti e attraenti, sia negli investimenti privati e pubblici, sia con ricadute del movimento turistico (arrivi, presenze), sono seguiti gli anni di crisi e di recessione. E’ crollato dapprima il mercato /fattore immobiliare, si è via via accorciata la stagione di lavoro, si è corroso il sistema ricettivo alberghiero capace di creare posti di lavoro non effimeri o saltuari. In attesa che le condizioni del Paese Italia migliorino e l’industria – locomotiva delle vacanze riprenda quota (ci aiuta del resto il clima di terrorismo e guerra di paesi concorrenti del Mediterraneo), sarebbe stata un’ottima occasione di investimento riscoprire, rivalutare quella che lo stesso Quadra Strategico Nazionale per La Politica Regionale di Sviluppo (Q.S.N.) 2007 – 2013, definiva gli “orientamenti strategici per le politiche di sviluppo regionale.”  E ancora, la Legge Regionale 99/2009 (legge comunitaria) precisa, tra i criteri per favorire la promozione congiunta di efficienza energetica ed utilizzo  equilibrato delle fonti rinnovabili, il metodo  della cooperazione interistituzionale, la creazione  di reti integrate  locali  e di progetti di filiera”.

C’è bisogno del Mago di Oz per sbrogliare la matassa nei bilanci e nei costi del ‘calore’ cittadino ?

Ci fermiamo qui  per non tediare il lettore nell’esposizione di quel programma. Ci soffermiamo  su qualche cifra che può dare un’idea. Pensiamo, ad esempio, a cosa avrebbe significato portare a termine il progetto sotto il profilo degli introiti finanziari previsti per i singoli comuni (vedi riquadro a fianco). Per Armo, 15 mila Euro all’anno e basterebbe dare un’occhiata al bilancio per rendersi conto che pur nella modestia della somma non erano bruscolini. Per Mendatica 40 mila euro annui. E così via. Questo capitolo lo svilupperemo in una prossima puntata.

Ci soffermiamo su un altro aspetto che riguarda il teleriscaldamento. Che oggi proprio a causa della rinuncia al ‘progetto’ si trova a pagare più caro sulla bolletta delle singole utenze. Tutto  trae origine dalla categorica scelta della giunta comunale  - si è insediata dopo la sonora sconfitta inferta alla lista del sindaco uscente dr. Gianfranco Benzo. Il suo successore, peraltro non di primo pelo per essere già stato primo cittadino, Giorgio Ferraris, insegnante – con l’invito  al responsabile unico  del procedimento  (il Rup è il funzionario comunale legittimato a controllare ed esercitare i poteri decisionali sull’iniziativa) e al Responsabile del Servizio tecnico ( nel caso il sindaco medesimo) a non procedere alla conferma dell’aggiudicazione provvisoria della gara pubblica che era stata indetta nel 2014 nell’ambito del protocollo d’intesa territoriale per la valorizzazione e la gestione  di immobili pubblici, Come ? Attraverso la costituzione di un sistema integrato di filiera: legno, energia, sviluppo. Ne erano coinvolti 11 comuni del cuneese e dell’imperiese, 2 regioni, 2 province, due Camere di Commercio, Comunità Montana, Università, Corpo Forestale oggi fuso con l’Arma dei Carabinieri.

La parte di iniziativa andata a gara prevedeva un impianto  di cogenerazione alimentato a legna, il collegamento con l’impianto di teleriscaldamento di Ormea ed un impianto di lavorazione della biomassa legnosa.  La gara era stata impostata nel senso che l’aggiudicatario avrebbe fornito il calore ‘all’ingrosso’, che la Società controllata dal Comune di Ormea – Calore Verde srl – avrebbe venduto al ‘dettaglio‘ , consentendo di mantenere in vita la società che si occupa anche di produzione di idroelettrica.

La rinuncia all’aggiudicazione era stata formalizzata dal Rup, pare pacifico senza alcuna verifica dell’invito ricevuto dal sindaco ed ha innescato una vertenza giudiziaria che – decisa in termini di legittimità e non di merito, questo non è un aspetto da poco – non era entrata  nella considerazione  delle cifre, del denaro in gioco.

Il risultato pratico ?  Mancato introito per il Comune di Ormea  di una cifra stimata in 150 mila euro l’anno per canoni d’uso di immobili e per concessioni di boschi, mancata creazione di occasioni di lavoro (Dio sa quanto anche Ormea ne abbia bisogno)  ed impossibilità di riduzione dello 0,115 €/kWh delle salatissime  tariffe calore, che al momento dei fatti erano di 0,134 €kWh per gli utenti del teleriscaldamento cittadino. Come non bastasse la tariffa è stata di recente ancora aumentata a 0,140€/hWh.  Che ne pensa  il saggio sindaco Giorgio Ferraris, il suo braccio destro Italo Vinai e l’avvocato Assunta Serenella Omero ? L’abbiamo chiesto due volte, per iscritto, al sindaco, senza successo. Avrà le sue buone ragioni. Non ne dubitiamo.

Con la deliberazione  n. 165 del 12 dicembre 2014 la Giunta comunale, probabilmente assumendo  gravi responsabilità d’uso dei dati e delle parole, aveva estratto dal cilindro del prestigiatore, la comunicazione secondo la quale i costi sostenuti per la produzione dell’energia elettrica necessaria ad alimentare l’impianto di teleriscaldamento esistente sono stati, per gli anni 2012 – 2013, rispettivamente di 0,0335 e di 0,0347.  Inoltre se l’energia termica venisse acquistata dalla società Calore Verde Srl al prezzo di vendita offerto dalla ( aggiudicataria provvisoria) Società Aqva 430 Srl (0,115) in sede di gara, si determinerebbe un aggravio in misura superiore al 100% delle tariffe applicate.

Ma dietro al gioco del prestigiatore c’era il trucco ? L’artificio con cui si nasconderebbe, o si falserebbe la realtà ?  invero ‘,115 sarebbe stata la tariffa finale proposta  per l’utente, mentre  0,0335 e 0,0347 – costi dichiarati storici dunque controllabili –  sono dati, parrebbe,  senza alcun plausibile riscontro.

Ciò che interessa è il costo del calore fornito, e pagato dall’utenza.  Non quello  sprecato o perduto, quello che la società Calore Verde  non può mettere in ‘magazzino’. A magazzino, semmai, c’è il cippato, il legno ridotto in scaglie con dimensioni variabili da alcuni millimetri a qualche centimetro utilizzato come combustibile (di cui Calore Verde non avrebbe avuto necessità di occuparsi).

Sono significativi i documenti ufficiali, i dati di bilancio che la Società pubblica Calore Verde ha obbligatoriamente predisposto e presentato relativamente agli anni 2012 – 2013 (gli ultimi in possesso al giugno 2014). Nella nota integrativa si legge che il costo di produzione calore è stato di € 662,755 nel 2012 e di 704.119 nel 2013. Il calore venduto e distribuito agli utenti è stato  di 5.565,985 (2012) e 5.248.910 (2013).  Un’elementare divisione  permette di conoscere che il costo di produzione del kWh venduto è risultato di 0,1191 nel 2012 e 0,1339 nel 2013.  Apriamo bene gli occhi: oltre tre volte e mezzo il costo dichiarato nella delibera della giunta comunale n.165 del 2014 presenti Ferraris, Vinai, Omero.

I costi indicati nin delibera  non hanno riscontro nemmeno se si volessero considerare meri ‘costi diretti variabili di produzione’. Tanto per chiarire, per la scienza aziendalistica si tratta dei costi imputabili in maniera certa al solo processo di lavorazione (quali le materie proime, la mano d’opera diretta, ecc.) che, nel caso, variano proporzionalmente al variare della produzione del calore. A volume zero, per fare un esempio, corrisponde costo zero.

Basterebbe moltiplicare il dato utilizzato dlla giunta comunale per il numero annuo di kWh fatturati agli utenti e si ricava il costo variabile annuale che sarebbe stato necessario per coprire: 186.460 € nel 2012, 182.137 nel 2013. Importi che non tornano con le risultanze dei bilanci, dove si legge che il costo per materie prime, suddisiarie, di consumo e di merci è stato di 226.247 nel 2012 e di 233.956 nel 2013. Il legno cippato rappresenta il 95 % dei costi variabili dell’impianto. Se fossero veri i dati indicati dalla giunta, la Società Calore Verde avrebbe coperto a stento solo l’80-85% del costo del solo legno bruciato. E il resto dei costi variabili come è stato coperto ? Al rovescio, dove sarebbero finite le decine di migliaia di euro di cui non si rinviene traccia nel bilanci del 2012 e 2103 ?

Siamo davanti al presunti bilanci taroccati della Società Calore Verde – difficile credere a questa ipotesi – o al classico esempi di regimi totalitari di destra o di sinistra dove il potere veniva gestito non solo diffondendo frottole, ma anche tacendo le verità.

Che dire, abbiamo chiesto al sindaco Ferraris se, a suo avviso, sia stata o meno affondata l’unica iniziativa capace di fare uscire dal tunnel Ormea ed il suo comprensorio. L’unica alternativa al comparto turistico che ha lasciato lungo il percorso macerie e vittime. La crisi alberghiera e delle seconde case, l’inflazione di cartelli ‘vendesi’, il crollo dei prezzi, i locali vuoti dei negozi persino nel cuore della storica via commerciale di Ormea, non sono moscerini. Pesano eccome nell’economia, nelle tasche degli ultimi eroi di queste vallate. Di chi non ha avuto la fortuna del posto fisso e dello stipendio statale.

All’orizzonte c’è il gas (magari spacciato per biogas ?): quel gas che alla fine degli anni ’90 l’allora primo cittadino di Ormea ed attuale sindaco aveva  gentilmente rifiutato. O ci sbagliamo, abbiamo la memoria corta.  Lo sponsor è evidentemente attrezzato per occuparsi della sua distribuzione ? E’ redditizia ?  Addio legno, cara Ormea ! Col tuo prezioso patrimonio di legname resta un sogno che non si avvera. Chissà se qualcuno ha la faccia tosta di andare in giro e raccontare che tutto sommato è la cosa migliore da augurarci per nostro territorio. La prossima volta faremo parlare i sindaci. Sarà una scena muta bis ? Non lo crediamo. Anzi, ne vedremo delle belle !

Luciano Corrado

 

Gli auguri di Pasqua più deliziosi? EccoliE l’uovo di Albenga? Razzia di erba nel giardino fiorito davanti al Municipio

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Trucioli poteva dimenticare, per i suoi lettori, gli auguri di Pasqua? Chi non si è sicuramente dimenticato sono Carmen, Pascal e gli ‘Amici nell’Arte’ di Garlenda. Ebbene ci onoriamo di riproporli con la loro simpatica cultura augurale inviata via internet. Una graziosa ed istruttiva idea regalo. Non c’era invece bisogno di una nota stonata e di pessimo gusto. Ad Albenga la notte di vigilia della tradizionale Fior d’Albenga i soliti e ignoti malvagi hanno rubato, fatto razzia dell’erba che arricchisce la spettacolare aiuola di Piazza San Michele, davanti al Municipio e alla cattedrale. In barba (e in segno di sfida) alle telecamere e alla vigilanza delle forze dell’ordine. 

Fior d’Albenga, nella notte ignoti predatori di erba hanno ripulito il manto verde, un bottino considerevole e la beffa nei confronti della città. Il furto davanti al Municipio

Gli auguri pasquali da Garelnda

L’AUGURIO ISTRUTTIVO DA GARLENDA - Il termine “Pasqua” deriva dall’aramaico “pasha” che ritroviamo nel termine “pascha” della tradizione greca e latina e nella versione ebraica di “pesah”. In tutti gli idiomi la parola assume il significato di «passaggio».  (A proposito non dimentichiamo che la diocesi di Albenga – Imperia aveva uno studioso che parlava l’aramaico come la lingua italiana, il dimenticato monsignor Nicolò Palmarini, origini a Pietra Ligure, per un ventennio Vicario generale, la Fondazione che porta il suo nome non ci ha mai mostrato in che condizioni si trova l’archivio e la biblioteca ndr)

Nel mondo ebraico la festa della Pasqua ricorda, infatti, mediante il sacrificio dell’agnello, il passaggio dell’angelo di Dio, che colpì i primogeniti degli Egiziani, ultima delle 12 piaghe, e consentì al popolo ebraico di fuggire dalla schiavitù dell’Egitto attraverso il Mar Rosso e di incamminarsi verso la terra promessa.

Nell’accezione cristiana invece Pasqua assume il significato di “passare oltre”. Questo è quanto certamente avrete sentito attribuire alla Pasqua con maggiore frequenza. L’idea del passaggio rimanderebbe per la tradizione ebraica all’attraversamento del deserto per giungere alla Terra Promessa, mentre nella tradizione cristiana il riferimento sarebbe alla Resurrezione del Cristo.

L’uovo, simbolo di vita. La forma, la tonalità di colore, la perfezione dell’uovo, ne hanno fatto un elemento fondamentale di miti molto complessi. L’uovo, ancestrale simbolo di vita, ha percorso i millenni tra le civiltà della Terra offrendo insostituibili fonti d’ispirazione ad artisti e pensatori: basti pensare all’uovo “cosmico” che, presso alcune antiche civiltà, è posto all’origine del mondo.

Gli auguri pasquali da Albissola Marina

Nella cosmologia egizia, ad esempio, il dio Ptah, creatore dell’uomo, è rappresentato mentre forgia un uovo. Sempre nell’antico Egitto, l’uovo come simbolo di vita è consacrato alla dea Iside. Il popolo dei Fenici usava come simbolo un serpente eretto con un uovo in bocca. Gli antichi Persiani, durante alcune cerimonie religiose, erano soliti scambiarsi uova colorate: le più semplici dipinte di rosso, le più ricche in oro.

L’uovo è oggetto simbolico anche nella cultura cristiana. Nell’uscita del pulcino dall’uovo i primi cristiani raffiguravano un’espressiva simbologia della resurrezione di Cristo. Nelle tombe dei martiri a Roma si sono trovate uova simboliche di marmo. In seguito divenne un rito portare in chiesa le uova il giorno di Pasqua, perché fossero benedette: il legame delle uova con la Pasqua è divenuto sempre più forte, fino ad originare in tutto il mondo la grande tradizione dell’Uovo Pasquale di cioccolato.

La auguri da Savona

Gli aguri da Alessandria

L’infiorata, una tradizione per la città delle torri e capitale dell’agricoltura liguri: nella notte è stato rubato il tappeto di erba che ricopriva la maestosa mega aiuola

 

Appuntamenti e notizie: Albenga e AndoraI piatti liguri da Colla Micheri alla Norvegia

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Renzo Sinacori, Riky Bokor e Peppe & Ciccio, per il decimo ed ultimo appuntamento della rassegna “AlbengAteatro2017” che chiude con uno spettacolo di Cabaret. Lunedì 24 Aprile 2017 alle ore 21,00, al Teatro Ambra di Albenga.  Il ricordo dei partigiani caduti nei discorsi delle istituzioni, dei superstiti e nei disegni degli studenti della scuola Secondaria di Primo Grado di Andora che il 25 aprile decoreranno il palco della cerimonia ufficiale e che saranno premiati dai rappresentanti dall’ANPI di Andora e dal sindaco Demichelis. Il Double Trust Choir diretto da Federica Tassinari. Nuovo concerto il 25 aprile, alle ore 17.30, nella sala Polivalente di Palazzo Tagliaferro. Nel weekend dal 29 aprile al 1 maggio, Andora ospiterà la prima tappa di “Girolio d’Italia 2017” di partenza del tour e, contestualmente, sarà organizzata una grande fiera dedicata ai prodotti del territorio “Azzurro, Pesce d’autore”, nel porto turistico. Infine per due giorni Andora ricorda Thor Heyerdahl, il grande navigatore che amava Colla Micheri per il suo fascino di antico borgo ligure e la sua cucina.

Albenga – Renzo Sinacori, Riky Bokor, Peppe & Ciccio

ALBENGA -. Renzo Sinacori, Riky Bokor e Peppe & Ciccio, per il decimo ed ultimo appuntamento della rassegna “AlbengAteatro2017” che chiude con uno spettacolo di Cabaret. Lunedì 24 Aprile 2017 alle ore 21,00, al Teatro Ambra di Albenga, arriva la Simpatia, la comicità e l’esperienza di quattro comici con la “C” maiuscola, per il decimo, ed ultimo, appuntamento della rassegna Teatrale “AlbengAteatro2017”, organizzata dalla Teatro Ingaunia, in collaborazione con il Comune di Albenga, Assessorato Cultura e l’attenta direzione artistica dell’attore ingauno Mario Mesiano.

Renzo Sinacori, Riky Bokor ed il duo Peppe & Ciccio, personaggi presenti nel Panorama del Cabaret e della televisione da anni, protagonisti in programmi di spessore Nazionale come Zelig, Colorado e, ultimamente, Eccezzionale Veramente o Lo scherzo Perfetto, porteranno al Teatro Ambra di Albenga “Non ci resta che ridere” con la Regia di Renzo Sinacori, uno spettacolo in cui i due mattatori delle scene Nazionali, Bokor e Sinacori, accompagneranno i due giovani comici Peppe e Ciccio nel loro viaggio usando il metodo più innovativo per concedersi una vacanza a costo zero! Riuscire a viaggiare con l’immaginazione tramite un passo è la geniale idea di Peppe e Ciccio; un susseguirsi di situazioni comiche che permettono di visitare il mondo ma dal punto di vista di due cialtroni spensierati…, viaggi surreali in tutto il mondo alla ricerca di abitudini di vita diverse.

Il tutto condito dalla genialità e l’esperienza di Bokor e Sinacori che faranno da “Controllori” … del biglietto.

“Non ci resta che ridere lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di passare un paio d’ore spensierate e in allegria” spiega Mesiano “soprattutto in questo particolare periodo che stiamo vivendo, dove tutto sembra incerto, insicuro, preoccupante, in un momento dove sembrerebbe che non ci sia quasi niente da ridere, è proprio, forse il caso di andare a vedere questo spettacolo, del resto il titolo lo spiega da se” conclude Mesiano.

Prevendita biglietti tutti i Lunedì e Venerdì, dalle ore 16,00 alle 18,00, direttamente in Teatro, oppure, presso Libreria “Le Torri” Albenga e “Bar Bacicin” Ceriale. Per Informazioni 3287065631.

ANDORA – 25 APRILE  IL RICORDO DELLA RESISTENZA ANCHE CON I DISEGNI DEGLI STUDENTI DELLA SCUOLE CHE ADORNERANNO IL PALCO DELLA CERIMONIA.

COMUNICATO STAMPA -  Il ricordo dei partigiani caduti nei discorsi delle istituzioni, dei superstiti e nei disegni degli studenti della scuola Secondaria di Primo Grado di Andora che il 25 aprile decoreranno il palco della cerimonia ufficiale e che saranno premiati dai rappresentanti dall’ANPI di Andora e dal sindaco Mauro Demichelis.

Al centro della Cerimonia del 25 Aprile, che si svolgerà dalle ore 10.00 nei pressi del Monumento ai Martiri della Libertà di via Clavesana, ci sarà l’importanza della memoria come veicolo di valori da tramandare ai giovani e al futuro, nel ricordo del sacrificio dei partigiani di Andora.

“E’ nel dialogo fra passato e presente, fra la testimonianza dei partigiani e l’invito alla riflessione e alla conoscenza fatto ai ragazzi, l’essenza della celebrazione del 25 aprile che non deve risolversi in una cerimonia formale ” – ha detto Mauro Demichelis, sindaco di Andora.

Presenti, come tradizione, i ragazzi delle scuole di Andora. “Il 25 Aprile rappresenta un momento corale per tutta la comunità di Andora e la partecipazione degli studenti delle scuole medie ne conferma il fondamentale messaggio di futuro – dice Daniele Martino, consigliere delegato all’Istruzione – Per questo motivo, ringrazio le ragazze e i ragazzi dell’ Anpi di Andora, su tutti Nicoletta Caramello e Serena Ziliani, Davide Sturaro e Gianluca Guardone per il tesoro di esperienza messo a disposizione degli adulti di domani”.

Ecco il programma: Alle ore 10 ci sarà l’alzabandiera. Alle 10.15 la Santa Messa. Alle ore 10.45 ci sarà il saluto del Sindaco Mauro Demichelis seguito dall’orazione affidata a un rappresentante della sezione locale dell’ANPI. La cerimonia si chiuderà con la premiazione del miglior disegno fra quelli partecipanti al concorso indetto dall’ANPI di Andora e riservato agli studenti della Scuola Primaria di Secondo grado che hanno partecipato ad un incontro con il fumettista Frank Gallo che ha dedicato un fumetto al partigiano Ferro di Albenga. Il vincitore sarà premiato con un buono da spendere per l’acquisto libri.

L’ANIMA NERA DI ANDORA IN SCENA CON IL DOUBLE TRUST CHOIR DI FEDERICA TASSINARI. IL REPERTORIO MUSICALE AFRO-AMERICANO CLASSICO E MODERNO IN UN CONCERTO A TAGLIAFERRO.

Prosegue e si rinnova il felice rapporto tra Andora ed il Double Trust Choir diretto da Federica Tassinari. Nuovo concerto il 25 aprile, alle ore 17.30, nella sala Polivalente di Palazzo Tagliaferro. L’ingresso è libero.

Provenienti da esperienze musicali di diversa natura, ma tutti accomunati dalla passione per la matrice “nera”, i 23 componenti del Double Trust Choir, uniti dalla vocalist Federica Tassinari, sono resi complici dal repertorio afro-americano attuale, fresco e dinamico, ma mai dimentico di un “passato” melodico, armonico e ritmico, vera radice stilistica dell’opera compositiva americana del tardo ‘800 e dell’intero ‘900.

A dispetto delle distanze geografiche che separano i componenti del coro e nonostante le obiettive difficoltà logistiche, la straordinaria esperienza, insolita e preziosa, dell’interazione con le altre voci, si è tramutata nel tempo in profondi e forti sentimenti che legano i coristi tra loro e che, attraverso la musica, inventano ogni volta emozioni sincere e sentite che sempre raggiungono il pubblico e sorprendono la critica.

AGROALIMENTARE: REGIONE LIGURIA, IL 29 APRILE PARTE DA ANDORA ‘GIROLIO D’ITALIA 2017’, IL TOUR DELLE CITTÀ DELL’OLIO. 

Andora sarà la prima tappa di “Girolio d’Italia 2017”. Il tour, promosso dall’Associazione nazionale Città dell’Olio, è giunto alla sua settima edizione e unisce idealmente 325 città dell’olio. Nel weekend dal 29 aprile al 1 maggio, Andora ospiterà la tappa di partenza del tour e, contestualmente, sarà organizzata una grande fiera dedicata ai prodotti del territorio “Azzurro, Pesce d’autore”, nel porto turistico. L’olio extravergine d’oliva e l’antica tradizione della coltivazione olivicola saranno al centro di un ricco programma di convegni, degustazioni, mercatini dell’olio, show cooking, corsi d’assaggio, visite ai frantoi che hanno l’obiettivo d valorizzare le eccellenze olivicole ma non solo. “Siamo orgogliosi – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai durante la conferenza stampa di oggi in Regione Liguria – che Andora sia la tappa di partenza del tour delle città dell’olio. La Liguria, con 37 città dell’olio, è seconda solo alla Toscana per numero di località, con tradizione e produzione oleica. Da parte della Regione Liguria, c’è il massimo impegno per la valorizzazione del nostro ‘oro verde’, per la sua tutela dalle minacce di prodotti a basso costo e di scarsa qualità purtroppo sempre più presenti sul mercato: siamo in prima linea nella difesa di una tradizione millenaria che fa parte del Dna del nostro essere liguri”.

L’edizione 2017 di Girolio è dedicata alla Dieta Mediterranea, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2010, e al paesaggio, per promuoverne la cultura e la conoscenza. Girolio 2017 sarà un percorso a tappe nell’Italia della civiltà olivicola alla scoperta dei paesi di produzione, presentando alla nazione e al mondo le eccellenze italiane e le ricchezze enogastronomiche e culturali delle comunità locali. In particolare si parlerà del rapporto del paesaggio come uno degli aspetti specifici della Dieta Mediterranea individuandone gli aspetti più propriamente ambientali, sociali, culturali e morali, che costituiscono il patrimonio delle Città dell’Olio e della cultura millenaria dell’olivo.

Dopo Andora, la seconda tappa, dal 26 al 28 maggio, sarà ad Iseo, poi la carovana dell’extravergine poi si sposterà nelle Marche a Colli Esini in provincia di Ancona dal 9 all’11 giugno e in Abruzzo a Pianella in provincia di Pescara il 29 luglio. Toccherà poi alla Puglia con Torremaggiore dal 13 al 15 ottobre, alla Sardegna con Villamassargia il 21 e 22 ottobre e al Molise con Larino dal 27 al 29 ottobre. A novembre Girolio sarà a Rapolla in Basilicata dal 10 al 12, a Vallefiorita in Calabria il 18 e 19 e in Campania a Controne in provincia di Salerno il 25 e 26. Ultime due tappe in Toscana a San Casciano in Val di Pesa dal 2 e 3 dicembre e in Umbria per la tappa finale dal 8 al 10 dicembre.

I PIATTI LIGURI CHE PIACEVANO A TOHR HEYERDAHL PROTAGONISTI IN NORVEGIA 

DELLE CELEBRAZIONI PER I 70 ANNI DELLA TRAVERSATA DEL KON-TIKI  - 25 e 26 aprile Larvik e Oslo

Il figlio Bjorn nella cucina della casa del padre Thor Heyerdahl

COMUNICATO STAMPA – Andora – I piatti della cucina tipica andorese e ligure che piacevano a Thor Heyerdahl, saranno protagonisti in Norvegia nell’ambito delle celebrazioni in occasione dei 70 anni dalla traversata dell’esploratore con il mitico Kon-Tiki.  Il Comune di Andora, ha accettato l’invito al gemellaggio proposto dal comune di Larvik ed in occasione delle celebrazioni della traversata, sono proseguiti con più vigore gli scambi culturali da tempo già attuati. Attraverso la musica e il concorso lirico andorese T.O.S.C.A., Andora e Colla Micheri saranno ricordate in due eventi.

Il 25 aprile, a Larvik, i vincitori del concorso lirico, accompagnati dal maestro Massimiliano Viapiano di Andora, canteranno in un concerto organizzato in collaborazione con l’Istituto Thor Heyerdahl, in occasione dell’apertura al pubblico a Larvik della casa dove l’esploratore ha abitato e che è stata acquistata dal comune norvegese. La lirica italiana e la buona cucina tipica ligure, saranno protagoniste il 26 aprile, ad Oslo con il concerto che i vincitori terranno all’Ambasciata Italiana, organizzato in collaborazione con il Museo Kon-Tiki che li ospita: per l’occasione si è voluta proporre anche una cena con i piatti tipici liguri ed è stato chiesto all’andorese Renata Tiramani quali fossero quelli preferiti da Thor Heyerdahl che visse fino alla morte a Colla Micheri.

“I ravioli di borragine, le trofie al pesto, le verdure di stagione, il coniglio cucinato alla ligure con le olive taggiasche, le tagliatelle al ragù erano solo alcuni dei suoi piatti preferiti – racconta la signora Tiramani, amica dell’esploratore – Ho inviato anche le ricette affinché la tradizione sia rispettata”.

Cultura, musica e buona cucina sono i primi veicoli di promozione reciproca utilizzati nell’ambito delle iniziative che porteranno al Gemellaggio che prevede anche scambi con il mondo sportivo, dell’arte e della scuola.

Thor Heyerdahl amò profondamente Colla Micheri, dove produsse persino un vino e siamo grati a lui per quanto ha fatto per la valorizzazione e la conservazione del borgo – dice Mauro Demichelis, sindaco di Andora – Siamo lieti che i piatti della nostra tradizione siano protagonisti ad Oslo e che proseguano gli scambi culturali e di promozione reciproca con Larvik avviati da quanti, amando la musica e nel ricordo del grande esploratore, creano le situazioni propizie alla promozione del nome di Andora. Recentemente abbiamo dedicato alla traversata del Kon-Tiki, l’aiuola presente nella manifestazione “Fior d’Albenga” e il comune di Larvik ha ricambiato l’onore promuovendo Andora sui media norvegesi e segnalandola come sito di interesse turistico e culturale sulla sua visitatissima pagina facebook. Scambi e iniziative a costo zero che si basano sul reciproco interesse e amore per le tradizioni locali”.

 

Alassio, il Comune esulta: ‘Turismo di Vip e personalità’. In biblioteca il ‘Social bar’. E a scuola con Balzola e Felix Lammardo

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Alberghiero Alassio: scuola di social per pasticceri e maitre con Felix Lammardo e Carlo Maria Balzola. La cura del personal brand attraverso le piattaforme Facebook, Instagram, LinkedIn: come utilizzarle per costruire, lanciare e valorizzare la propria reputazione in rete. E ancora: nuova piastrella sul Muretto di Alassio per l’Associazione “Pensiunacc de Goren”, pensionati del Comune di Gorno (Bergamo), che da oltre quindici anni scelgono Alassio come meta per trascorrere le proprie vacanze. Infine: il ‘Social bar’ in Biblioteca con la visita dell’assessore regionale Viale. Alassio e il suo boom di tristi tra Vip e personaggi illustri. Color Vibe arriva ad Alassio l’evento che impazza in Stati Uniti, Canada e Australia.

Carlo Maria Balzola esercente e Felix Lammardo giornalista

Alberghiero Alassio: scuola di social per pasticceri e maitre con Felix Lammardo e Balzola. La cura del personal brand attraverso le piattaforme Facebook, Instagram, LinkedIn: come utilizzarle per costruire, lanciare e valorizzare la propria reputazione in rete. Le statistiche parlano chiaro: oltre il 90% dei recruiter utilizza i socialnetwork per la ricerca del personale e, proprio dallo studio preventivo dei profili, oltre il 50% dei candidati viene scartato. Di qui deriva la necessità,come sottolineano dal “Giancardi” di Alassio, di gestire in modo consapevole e professionale le straordinarie potenzialità delle piattaforme online, ai fini della carriera scolastica e professionale. Per queste ragioni, la scuola ha organizzato un corso specifico “Curriculum 2.0”, rivolto agli alunni delle classi terminali dei tre Istituti diretti dalla dirigente Simonetta Barile, l‘Alberghiero F.M. Giancardi, l’ITIS G. Galilei e l’ Agrario D. Aicardi.

Il giornalista Felix Lammardo

Tra gli obiettivi primari, oltre naturalmente alla promozione del talento, la sensibilizzazione degli studenti sui rischi dovuti all’uso inconsapevole della Rete e delle smart technologies. La lezione sui fondamenti del marketing applicato alle persone/professionalità ha visto come testimonial d’eccezione il giornalista Felix Lammardo e l’ imprenditore Carlo Maria Balzola. Entrambi hanno introdotto l’incontro con prolusioni incentrate, il primo sulle caratteristiche dei diversi social network e il loro utilizzo, e il secondo sui criteri di valutazione di un curriculum da parte di un’azienda e sul corretto modo di presentarsi ad un colloquio di lavoro.

Il prof Franco Laureri docente all’alberghiero e Carlo Maria Balzola

La lezione, condotta dai docenti Franco Laureri e Monica Barbera, dopo l’ analisi e lo studio di casi di successo, si è conclusa con la realizzazione da parte degli alunni del proprio profilo LinkedIn. In particolare i due coach e i testimonial hanno posto l’attenzione su come si possano capitalizzare le proprie performance professionali, sia in pasticceria sia in sala, sfruttando le potenzialità delle smart technologies e dei media sociali. Lo scopo ultimo è quello di costruire una rete di relazioni che, presto, si tradurrà in opportunità. Per questo è cruciale imparare a coordinare i vari fattori digitali che viralizzano il messaggio, sia esso un post, una foto, una gif o un video, partendo dalle piattaforme più comuni, come Facebook e Instagram, per catalizzare l’attenzione sulle proprie abilità e competenze professionali.

ALASSIO, UNA PIASTRELLA SUL MURETTO PER I PENSIONATI DEL COMUNE DI GORNO

Da oltre quindici anni in vacanza sul territorio alassino. Una nuova piastrella per il celebre “Muretto” di Alassio. Nei giorni scorsi, alla presenza dell’Assessore Angelo Vinai, si è svolta la cerimonia per celebrare l’amicizia con l’Associazione “Pensiunacc de Goren”, pensionati del Comune di Gorno (Bergamo), che da oltre quindici anni scelgono Alassio come meta per trascorrere le proprie vacanze.

SONIA VIALE IN VISITA AL SOCIAL BAR “NON UNO MENO” IN BIBLIOTECA

Il Vice Sindaco Zioni: “Un riconoscimento per un’eccellenza del territorio”

L’assessore regionale Sonia Viale in visita al social bar di Alassio

COMUNICATO STAMPA – Sonia Viale in visita istituzionale al social bar “Non Uno Meno”. Nella giornata di oggi, la Vice Presidente della Regione Liguria e Assessore Regionale alla Sanità ha visitato i locali al quarto piano della Biblioteca Civica “Deaglio” in Piazza Airaldi e Durante ad Alassio, inaugurato nel 2013 e completamente gestito da ragazzi disabili, nell’ambito di un progetto promosso dall’Assessorato ai Servizi Sociali della Città del Muretto, in collaborazione con Anffas e cooperativa Jobel. Ad accogliere l’Assessore Viale, il Sindaco di Alassio Enzo Canepa, il Vice Sindaco Monica Zioni, l’Assessore Piero Rocca, il Comandante della Polizia Municipale Francesco Parrella e i ragazzi del progetto “Non uno meno”.

“Avevo già conosciuto questo progetto, un perfetto esempio di inclusione sociale e lavorativa, per promuoverlo l’anno scorso alla conferenza nazionale della disabilità di Firenze”, dichiara Sonia Viale, Vice Presidente e Assessore alla Sanità della Regione Liguria. “È stato un piacere poter visitare questa splendida realtà, un momento gradevole in cui ho potuto riscontrare di persona l’elevata qualità del servizio e dei piatti offerti. L’esempio di Alassio è un fiore all’occhiello della Liguria, sarà mia cura conoscere da vicino e sostenere iniziative di questo genere su tutto il territorio”.

BOOM DI TURISTI AD ALASSIO, ZIONI/ROSSI: “LA NOSTRA CITTÀ SI CONFERMA META AMBITA A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE” 

Comunicato stampa - “La nostra Città si conferma una tra le mete più ambite a livello nazionale e internazionale”. Così Monica Zioni, Vice Sindaco di Alassio con delega alla Cultura e Simone Rossi, Assessore al Turismo e allo Sport del Comune di Alassio, commentano l’esito delle festività pasquali, che ha visto la Città del Muretto invasa da turisti provenienti dall’Italia e dal Mondo. “Anche quest’anno, il fine settimana di Pasqua ha visto Alassio assoluta protagonista in termini di accoglienza turistica, come confermato dalle strutture ricettive piene, dal budello e dal lungomare gremiti, persino dalle molte presenze sulle spiagge, come anticipazione dell’imminente estate. La ricaduta positiva sul territorio è stata indubbiamente positiva e questo è per noi motivo i grande soddisfazione”, proseguono i due amministratori alassini. “Il turismo è il nostro petrolio e, sin dal primo giorno, la nostra Amministrazione Comunale si impegna a promuovere il brand Alassio e ad attirare sempre più visitatori, con un programma di iniziative di qualità. Come di consueto, le festività pasquali rappresentano una prova generale della lunga stagione estiva, con un boom di presenze pari a quello di Ferragosto: il merito va alla Città e a tutte le realtà che operano nel settore, che hanno lavorato in maniera egregia, confermando la lunga tradizione di accoglienza che contraddistingue Alassio e la rende famosa in Italia e nel Mondo, come peraltro dimostrato anche dalla presenza di VIP e personalità illustri”.

LA COLOR VIBE SBARCA AD ALASSIO

Primo appuntamento della stagione 2017, domenica 23 aprile

Arriva ad Alassio l’evento che impazza in Stati Uniti, Canada e Australia. Dopo il grande successo delle stagioni 2014, 2015 e 2016 che hanno visto partecipare oltre 70.000 persone, arriva finalmente sulla Riviera di Ponente la corsa più colorata del pianeta, con la tappa che si svolgerà nella Città di Alassio il 23 aprile 2017.

Tutto pronto per la tappa di Alassio della Color Vibe 5k Run. L’appuntamento alassino, il primo della stagione 2017, inaugurerà il nuovo Color Vibe Tour ed è fissato per il 23 aprile e prevede – secondo la formula ormai collaudata – una corsa non competitiva di 5 chilometri, contrassegnata dal lancio di polveri variopinte (tutte rigorosamente naturali). L’iniziativa è organizzata da Color Vibe Italia e con il patrocinio del Comune di Alassio.

La giornata inizierà nell’area di Piazza Partigiani, alle 11, con l’apertura del Color Vibe Village: qui gli iscritti potranno ritirare il Color Vibe Kit (maglietta ufficiale, pettorale, bustina di colore da usare per il party finale, tatuaggi temporanei, gadget e prodotti offerti dai partner), incluso nella quota di iscrizione e i “ritardatari” potranno ancora registrarsi alla corsa fino a pochi minuti dal via, fissato per le ore 15.30. Per tutti attività di intrattenimento e riscaldamento muscolare per i più sportivi.

“Siamo lieti e orgogliosi di poter ospitare, nell’anno in cui Alassio è Comune Europeo dello Sport, una manifestazione prestigiosa e dal respiro internazionale come la Color Vibe, conosciuta in tutto il mondo. Si tratta di un’iniziativa emozionante, di notevole rilievo sia dal punto di vista sportivo che da quello turistico, che saprà coinvolgere cittadini e turisti”, afferma Simone Rossi, Assessore allo Sport e al Turismo del Comune di Alassio.

L’EVENTO - L’evento prende il nome da VIBE: sensazione, emozione, vibrazione, sintonia ed energia. Un vero e proprio inno al divertimento aperto a tutti: non ci sono limiti di età. Il percorso di 5 chilometri si può percorrere camminando, correndo, saltando, in avanti, all’indietro, ballando…. Non è una gara, ma una festa ed un modo alternativo per divertirsi e passare una giornata in allegria con amici, parenti, colleghi e l’importante è divertirsi.

Al pronti-via la Color Vibe scatterà… in bianco (t-shirt inclusa nell’iscrizione) per far risaltare meglio il colore che, ad ogni chilometro percorso, sarà “sparato” sui partecipanti al Vibe Point dove saranno stuzzicati i cinque sensi: oltre alla tinta, ogni volta diversa, profumi orientali e musica a tema. Tagliato il traguardo, grande festa nel cuore del Vibe Village: ogni concorrente avrà a disposizione una bustina di colore da poter utilizzare e, seguendo il ritmo dello speaker ufficiale, ogni 15 minuti circa ci sarà un magico “lancio collettivo”.

INFO E ISCRIZIONI - È ancora possibile iscriversi sul sito ufficiale della manifestazione (www.colorvibe5k.it) e lo si potrà fare anche presso alcuni “Registration Point” attivati sul territorio (l’elenco completo é disponibile sul sito ufficiale) fino a sabato 22 aprile. Ma anche domenica 23 aprile sarà possibile iscriversi presso il “last minute” point a cura dell’organizzazione presso il Vibe Village.

QUOTE DI PARTECIPAZIONE - Le modalità con cui è possibile partecipare all’evento sono molteplici, con promozioni sia per i bambini al di sotto dei 5 anni, sia per gli Under 14 che per i gruppi di almeno 4 persone:

• I bambini nati dopo 01/01/13 possono partecipare gratuitamente se accompagnati da adulto iscritto

• I bambini nati dopo il 01/01/03 possono usufruire di una speciale tariffa, a partire da 12€;

• Iscrizione Individuale, a partire da 15€;

• Iscrizione Team (squadra di almeno 4 persone), a partire da 13€ a persona;

Le quote aumentano il giorno dell’evento, e sono quindi scontate entro il 22 aprile. Maggiori informazioni sul sito ufficiale www.colorvibe5k.it e sulla pagina dedicata all’evento: http://colorvibe5k.it/localita/alassio17

 

 

 


Fior d’Albenga grazie! Record di turisti

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Ad Albenga record di turistie visitatori per una manifestazione classica di Primavera. E irruzione dei prodotti delle Alpi Marittime con lo chef Renato Grasso.

Sarà stata la splendida giornata di sole, tipica dell’annuncio della Primavera, o anche il fatto che l’inaugurazione coincidesse con uno dei ponti pasquali più prolifici per le casse della Riviera di Ponente: ma è indubbio che mai tanta gente si era vista all’inaugurazione di Fior d’Albenga e anche nelle giornate successive. Del resto come non farsi catturare dalla bellezza espositva dei numerosi fiori esposti nell’aiuola centrale posta proprio davanti al Comune. Si resta incantati e tutti, con le nuove tecnologie, amano scattare, farsi selfie, postare su Facebbok una foto a chi è rimasto nelle grandi città e farlo morire d’invidia. Giornata inaugurale dedicata ai discorsi di rito per un evento che Albenga ospita anche con la collaborazione di comuni limitrofi. “Ditelo con un fiore”, almeno questo lo slogan che tiene uniti, come purtroppo non si fa in altre occasioni, tante realtà, associazioni, istituzioni. E poi, vicino alle varie aiuole, si possono e si potranno vedere, fino al 15 maggio, eventi collaterali, alcuni dei quali a scopo benefico. (G.O.)

Patrizia, da docente di filosofia a presidente Confesercenti d’Area delle Riviere di Liguria

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Una data storica, una scelta all’insegna dell’unità e dei comuni interessi da salvaguardare. Si è costituita la Confesercenti d’Area delle Riviere di Liguria. Si tratta di un’aggregazione di alcune funzioni delle tre Confesercenti provinciali: Imperia, Savona e La Spezia.

Patrizia De Luise neo presidente Confesercenti d’Area delle Riviere di Liguria

Il compito della Confesercenti d’Area sarà quello di creare uno stretto rapporto con la Camera di Commercio Riviere di Liguria. Durante l’assemblea, che si è svolta alla Camera di Commercio di Savona, è stata eletta la presidente di questa nuova Confesercenti: Patrizia De Luise, che da poco ha concluso il suo mandato come presidente Confesercenti Liguria.

“La Confesercenti d’Area delle Riviere di Liguria avrà un grande compito: quello di raccogliere le buone pratiche che arrivano da territori così diversi ma che vogliono lavorare tutti per un solo obiettivo: la crescita e lo sviluppo delle imprese associate – - ha dichiarato Patrizia De Luise appena eletta – La creazione di questa Confesercenti sottolinea la vivacità del mondo associativo e l’importanza che dà alla nascita della Camera di Commercio Riviere di Liguria”.

E’ nata a Genova il 2 ottobre del 1954. Ha conseguito il diploma di maturità scientifica, per poi laurearsi in Filosofia (indirizzo pedagogico).

Dopo qualche anno di insegnamento (storia, filosofia e matematica) decide di dedicarsi a tempo pieno all’attività commerciale di famiglia (un negozio di biancheria ed intimo femminile).

Nel 1989 entra a far parte della Confesercenti come membro di presidenza e di giunta provinciale, con incarichi nel settore moda. Da quel momento il suo impegno in tale settore non fa altro che svilupparsi: nel 1998 assume la presidenza provinciale della Confesercenti e nel 2005 quella regionale.

Il 2002 la vede presidente FIF (federazione italiana franchising) e nel 2004 entra a far parte della giunta nazionale. Nel 2004 diventa Presidente di Mediocom, consorzio fidi per le PMI del commercio, terziario e turismo. E componente di giunta della Camera di Commercio, con incarichi diversi all’interno delle strutture operative dell’ente:

– dal 2002 presidente CLIP (Centro Ligure per la Produttività);  dal 2000 presidente IFEM (Comitato per l’imprenditoria femminile).

Infine membro del Consiglio di Amministrazione della Porto Antico Spa (società pubblico/privata per lo sviluppo economico dell’area genovese). Le piacerebbe dedicare un po’ di tempo al giardinaggio, al lavoro della ceramica… insomma a qualcosa di molto manuale che le consenta di distrarsi, di “staccare la spina” anche solo per poco. Ma, come lasciano intuire i suoi impegni lavorativi, ciò risulta molto spesso impossibile. Forse anche perché l’unica vera passione coltivata con costanza e dedizione nel tempo è stata proprio il lavoro! Senza mai rinunciare però alla vita privata: molto presente in famiglia e sempre pronta a trascorrere del tempo con gli amici.

 

Albenga, l’ultimo giorno in pescheria Perluigi Enrico lascia dopo 42 anni

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Né squilli di trombe, né brindisi. E’ uscito in silenzio, in punta di piedi si suole dire, senza chiasso, dopo 42 anni di comprare e vendere pesce per la pescheria più prestigiosa e rinomata di Albenga e del ponente. Un sorriso di malcelata tristezza per Pierluigi Enrico che ha saluto i suoi clienti: ” Oggi è l’ultimo giorno di lavoro, da domani sono a riposo, in pensione”. Per molte massaie e clienti, amici, una fedeltà che parte da lontano, dagli anni ’50. Un punto di riferimento per un soprannome da sempre popolare nella città delle torri: Barone.

Il 27 luglio 2002 quando alla Pescheria Barone era in mostra il cartellone di ‘Pericolo’ (Foto archivio Silvio Fasano)

Pierluigi Enrico ed il cugino Fabrizio Nattero, è arrivato il momento dell’alternanza generazionale nella pescheria Barone di Albenga in via Gian Maria Oddo

Pierluigi Enrico lascia il timone quasi in famiglia, a chi già da tempo collabora nell’azienda, Fabrizio Nattero, 43 anni, figlio del compianto Francesco Nattero detto Giuliano.

Enrico era il nipote ed ha iniziato giovanissimo, a 23 anni. Con papà Alfredo Enrico albenganese e mamma Luisa Ciaramicoli, originaria  delle Marche. I due gruppi famigliari si sono uniti in un’attività che li vedeva protagonisti quasi senza rivali del mercato e del commercio al dettaglio del pesce fresco. Sia per famiglie, sia per ristoranti, attività alberghiere, campeggi. Un nome, una garanzia si potrebbe dire. Apprezzati dai clienti consumatori, persino scoperti da una trasmissione televisiva da 8 milioni di telespettatori: Striscia La Notizia nell’ambito di un’inchiesta a livello italiano sul pesce allevato e spacciato per nostrano. E si perché  sui ‘banchi‘ della pescheria Barone  si è sempre praticata una rigorosa distinzione tra il pescato in mare ed il prodotto allevato con mangimi. Una bella differenza e poi c’è allevato ed allevato, nazionale o europeo o persino oltreoceano. Di recente i media hanno scritto del gran pasticcere e maître chocolatier Ernst Knam entrato a far parte della famiglia di Discovery Italia, diventando un noto e amato personaggio televisivo conosciuto come “Il Re del Cioccolato”: anche lui ha scoperto la pescheria ‘Barone’. Oppure l’artista Giorgione. Non sono comunque i nomi altisonanti ad assicurare il marchio di garanzia, è la serietà praticata ogni giorno, il modo di fare commercio con quelle credenziali che un tempo si diceva praticate tra galantuomini.

Piero, nome abbreviato di Pierluigi, ha vissuto una vita tra i pesci, ma non da pesce fuor d’acqua. Al mercato di Imperia per garantirsi i pesci più buoni, sani e pregiati. E spiega il perchè: “ I pescatori imperiesi fanno uso di cale più corte, le maglie delle reti a strascico vengono solitamente trascinate per quattro, cinque ore. A discapito della qualità del bottino.  I pescatori di Oneglia, come usiamo chiamarli,  al massimo compiono la stessa operazione in due ore a vantaggio della qualità; il pesce catturato si sbatte in minor tempo, è più fresco. E tra gli intenditori è un pregio di cui si tiene conto, anche se la stragrande maggioranza dei consumatori ignora questa particolare e rara caratteristica”.

Pierluigi  lascia la pescheria dove ha trascorso gran parte della sua vita e ha conosciuto migliaia di persone. Diremmo vizi, pregi e virtù. Quasi come dal barbiere dove si parla di tutto, ‘ceti’ inclusi.  Ha visto  i cambiamenti della società. “Ho vissuto gli anni delle ‘pescelle’, delle lampare, della pesca come primo lavoro e fonte di reddito per tante famiglie. E’ quando la gente comprava molto di più e nonostante il mercato del pesce allevato non avesse raggiunto i livelli attuali. Ora il quantitativo di pesce venduto è molto diminuito nonostante si parli della società del benessere e sul consumo di carne si siano fatte tante allusioni negative. Oggi si parla e si ascolta tanto di piatto nostrano, a chilometro zero, si accende la tv e si ascolta  l’invito, il consiglio a preferire il ‘pesce povero’, si apre il giornale e il tema viene riproposto. In pescheria si vende di meno perchè c’è la concorrenza dei supermercati. Prima ad Albenga eravamo in due, noi e Pinto, a Porto Molino.”

Pierluigi Enrico e Fabrizio Nattero nella pescheria Barone

Certo spesso il prezzo in tempo di crisi fa la differenza. Il pesce nostrano supera ormai il costo del filetto di vitello. Dipende dalla richiesta e dal quantitativo di pescato, oggi dover sborsare cifre superiori a 40 euro per pescato del giorno non è un’eccezione. “Abbiamo clienti che si tramandano di generazione – osserva Fabrizio -, la famiglia Anfossi di Bastia d’Albenga, ad esempio; con una nota simpatica e d’altri tempi. Quando c’erano i vecchi pagavano una volta all’anno”.  Come era uso nelle campagne date in affitto: il giorno di San Michele Arcangelo festa di Albenga, era la data fissata per saldare la pigione annuale. Anfossi da tre generazioni e continuano a varcare la soglia della pescheria di via Gian Maria Oddo nel centro storico.

I consumatori di pesce  guardano il prezzo e magari ignorano cosa significa  la presenza di mercurio nei pesci di maggiori dimensioni o in quelli che preferiscono le basse profondità. Un esempio tra i più diffusi è la sogliola, pregiata e prescelta per i bambini. Ebbene quella più grande e meno consigliabile di una piccola, causa metalli pesanti che si trovano nelle ‘viscere’ del mare. Un altro esempio poco conosciuto è la trota, ricca di omega tre, come il salmone (quello non allevato raggiunge prezzi da oro), che contengono grassi buoni e non saturi. La differenza sta nel pregio tenere ‘pulite’ le arterie del cuore, la differenza sta tra il pesce piccolo che vive nelle medie profondità e quello più grande che per cibarsi predilige le acque basse dove maggiore è la presenza di materiali inquinanti come conseguenza dell’inquinamento marino causa dall’uomo, dalla civiltà industriale, dall’assenza di regole in molti paesi del mondo.

Marina Anfossi, fotocopia di papà sindaco galantuomo di Albenga, cliente della pescheria Barone, insieme a Fabrizio Nattero

Gli Enrico (cognome molto diffuso ad Albenga) e i Nattero che invece provengono in gran parte da Solva e Moglio, frazione di Alassio. Esiste pure una comunità dei Nattero a Cagliari. E il soprannome di Barone ? Un piccolo giallo  forse destinato a durare. E’ probabile che qualcuno abbia ‘comprato’ il titolo nobiliare e alla fine sia rimasto in dote. Sta di fatto che quasi tutti conoscono la ‘pescheria Barone‘, oltre i confini ingauni soprattutto, e pochi abbiano scoperto che in realtà dietro e davanti al banco, alla cassa, si sono sempre alternati gli Enrico, i Nattero.

Ora Pierluigi ha staccato la spina per godersi gli ultimi anni: ‘Andrò a giocare a tennis’. Al timone resta il ramo dei Nattero. E Fabrizio, albenganese ma cittadino di Zuccarello (di recente è comparso a Rai Regione per un servizio sul Marchesato che non esiste di Zuccarello), deve tenere alto il vessillo ed il buon nome. E di questi tempi non è tra le imprese più semplici. In un mondo, in una società in cui onestà e serietà spesso sono un optional e in qualche caso ‘pagano persino’. A dispetto dei giusti.

Auguri Pierluigi, il suo volto, i suoi baffi, la sua cordialità e simpatia, resteranno tra quanti l’apprezzano e stimano. Auguri in salute, sapendo che il suo ‘curiocino’ ha bisogno di attenzione, l’affetto non manca, resta la nostalgia di chi entra in negozio e trova un vuoto. (l.c.)

 

L’offerta di pesce alla pescheria Barone di Albenga, le indicazioni tra nostra e allevato, con l’offerta del giorno

Il pagello a 44 euro al chilo

Questa invece è un’immagine del banco di vendita della Pescheria Barone del luglio 2002 (Foto archivio Silvio Fasano)

 

 

I 17 partigiani che hanno messo in fuga i tedeschi. Reportage da S. Bernardo di Conio

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25 aprile, trekking sul Monte Grande, dove 17 partigiani hanno messo in fuga i tedeschi. La targa che ricorda Silvio Bonfante nel piazzale di San Bernardo di Conio (IM).

San Bernardo di Conio (IM). Voglio raccontarvi la mia avventura del venerdì di Pasqua, una Via Crucis del tutto particolare, una sorta di pellegrinaggio alla ricerca delle tracce lasciate dai partigiani nel Ponente ligure. Circondata da una nebbia densa mi sono arrampicata da San Bernardo di Conio fin sul Monte Grande: una cima che spicca verso il mare digradando sulla Valle Argentina e la valle Arroscia. Proprio qui una ventina di partigiani hanno messo in fuga i soldati tedeschi e i Repubblichini, nel settembre del 1944.

Tutto è cominciato dopo aver letto il libro di Daniele la Corte, Il Coraggio di Cion, (Fusta editore). Racconta la storia del partigiano Silvio Bonfante, nato nel 1921. Nome di battaglia: Cion, Chiodo. È stato il capo della Volante, esperto nella guerriglia mordi e fuggi. Per anni né i tedeschi né i fascisti sono riusciti a catturarlo. In breve tempo è diventato l’erede di U Megu, il mitico comandante Felice Cascione.

Cion è morto nel 1944 dopo essere stato ferito dai tedeschi a Vessalico in Valle Arroscia, un paese che frequento spesso quando vado ospite a Ubaghetta dalla mia amica tedesca Stefani, nella sua casa in pietra ristrutturata.

Ritorniamo a venerdì: mi sto arrampicando sulla Costa dei Quarti verso la cima del Monte Grande, proprio in compagnia di Stefani, lo stesso percorso che ha fatto Cion insieme al suo vice Mancen e a un manipolo di uomini. Lassù in cima c’era un presidio tedesco e i partigiani, accampati a San Bernardo di Conio, si sono trovati circondati dall’esercito tedesco e dalle camicie nere. E sono andati all’attacco. Il sentiero da un certo punto in poi non è più segnato e stiamo andando un po’ a tentoni nella nebbia.

Me la sono cercata, ma è bello essere qui con il mio compagno e la nostra amica tedesca, tutti e tre insieme a frugare nella Storia e nel passato dei nostri due Paesi, a riportare in vita la memoria di una battaglia avvenuta quasi 73 anni fa. La nebbia ci avvolge. La coltre bianca si sta ispessendo e si riesce a evocare ancor meglio la battaglia. Sembra di udire i colpi di mortaio, le urla degli uomini feriti, l’adrenalina che invade i loro corpi, fradici di sudore. Sta piovendo leggermente mentre noi stiamo faticando su per il ripido versante. I partigiani spesso erano zuppi d’acqua, altro che qualche goccia, dura la vita nei boschi, sempre a nascondersi per saltar fuori all’improvviso. Arriviamo in cima in poco tempo ansimanti, dopo 450 metri di dislivello. Ci accoglie una croce e poco più in là un’antenna, che si intravede appena. Telefono a Sebastiano Lopes dell’Uisp di Imperia, esperto di itinerari partigiani. Ci racconta la straordinaria vista da lassù, che non riusciamo neanche a intuire. Stefani è molto interessata al racconto della battaglia, la più epica di tutta la Resistenza nel Nord Italia, e gli chiede che cosa ne hanno fatto dei prigionieri tedeschi. Lui le risponde che crede li abbiano liberati. Senz’altro non hanno fatto nessuna rappresaglia. Purtroppo dopo alcuni mesi i tedeschi hanno ripreso il controllo di tutto il territorio e Cion, ferito e circondato dai nemici, si è suicidato con un colpo di pistola. Come racconta La Corte nel suo libro.

«Sul piano puramente teorico, quell’azione disperata sul Monte Grande rivestiva caratteristiche suicide. Quei giovani garibaldini rispecchiavano il fior fiore dei loro distaccamenti, ed erano digiuni delle conoscenze che si acquisiscono nelle accademie militari. A quell’azione seppero imporre un ritmo così travolgente, così inarrestabile che nei soldati tedeschi all’iniziale disorientamento, subentrò anche la paura e al cospetto di quei garibaldini che sbucavano da ogni dove, urlando e sparando, essi passarono repentinamente da uno stato di onnipotenza alla più cupa depressione», così ha scritto Nando Bergonzo, ex Presidente dell’ANPI provinciale di Imperia, su Patria indipendente. Aggiungerei: questi giovani partigiani credevano fortemente in un’Italia e in un mondo diverso: una spinta che manca a tanti di noi oggi. Purtroppo.

Ora siamo sulla strada del ritorno, non scendiamo verso il Colle d’Oggia, per compiere un giro ad anello. Con la nebbia è meglio tornare sui nostri passi, ma ci perdiamo lo stesso. I miei due compagni di viaggio vanno un po’ in panico, io non so perché ma mi sento calma, sono sicura che la strada la ritroveremo. In testa ho solo gli echi di quella battaglia. Giusto per rallegrare l’atmosfera troviamo sparpagliate per terra le ossa di un animale. C’è qualcuno che sa dirmi che animale è? Dopo un’oretta di tentativi riusciamo a uscire dalla boscaglia e troviamo la strada asfaltata per San Bernardo di Conio dove abbiamo lasciato l’auto. Il piazzale è pieno di targhe e ricordi partigiani.

Non poteva essere migliore il mio personale Venerdì Santo. Amo fare trekking e attraversare i territori riportando alla vita dentro di me ciò che è stato, perché solo così riesco a intuire qualcosa di quello che sarà. Vi consiglio di farlo un giro sul Monte Grande, magari in un giorno pieno di luce e caldo di sole.

Ad ogni modo, buon 25 aprile, ricordiamoci che non è solo un ponte.

Laura Guglielmi (da mentelocale.it)

 

laura.guglielmi@mentelocale.it

Monesi: due sorprese nell’uovo di Pasqua. La giunta Toti c’è. Il Pd ligure con due ministri e tre parlamentari ponentini resta assente

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Sono trascorsi 5 mesi dal disastro alluvionale in quel di Monesi. Un bilancio pesantissimo e senza precedenti per l’abitato nel Comune di Mendatica; ferito e in agonia da parziale isolamento anche  l’area turistica e della seggiovia di Monesi di Triora. Monesino evacuato, pur senza residenti ed interdetto agli abitanti, visite autorizzate sotto scorta. Stessa sorte per la dirimpettaia Piaggia (Briga Alta di Cuneo). In attesa che l’autorità giudiziaria accerti cause, danni ed eventuali responsabilità per gli edifici scivolati a valle e una cinquantina di abitazioni lesionate. Poi c’è la strada provinciale cancellata proprio nel tratto dov’era stata rafforzata pochi anni fa. A Monesi, Piaggia, Valcona, Salse ora si arriva solo da Upega dove un cartello (incredibile ma vero) indica ancora l’ordinanza di divieto di transito per ‘ lastroni di ghiaccio e neve’.  Eppure siamo in primavera, il pericolo fortunatamente è passato. Chi legge resta disorientato, chiede informazioni nell’osteria. A Pasqua e Pasquetta, oltre Upega, il deserto e desolazione. I clienti al ristorante La Vecchia Partenza di Monesi si contavano sulla dita di una mano. A chi dire grazie se non alla negligenza ?  

Le sconvolgenti immagini della frana che sta demolendo il Bed and Breakfast: Il Ramingo inaugurato lo scorso anno con un investimento notevole di Cinzia e Giuseppe Lanteri di Imperia

In un recente incontro tra rappresentanti della Liguria e del Piemonte, dell’imperiese e del cuneese, è emerso un mosaico di cui non si è parlato. Di fronte alla richiesta di sistemazione del nuovo ponte sul Bevera, realizzato in compartecipazione tra le due amministrazioni provinciali (l’appalto fu pure al centro di un’inchiesta giudiziaria poi archiviata dopo l’iscrizione sul registro degli indagati dell’allora sottosegretario Manfredo Manfredi), dove tuttora esiste un limite di ‘peso’ per il transito, i cuneesi hanno rivelato che tutta la strada di collegamento tra Upega al ponte di Monesi, attraverso Salse, Valcona e Piaggia, ha bisogno di interventi. Non solo per avvallamenti, frane, tratti con strettoie, ma occorre un’opera di messa in sicurezza totale, in modo da scongiurare rischi e pericoli incombenti.

Il semaforo strozzatura sulla statale di Colle di Nava nel territorio di Pieve di Teco

Come se non bastasse ci sono già due semafori, causa frane, sulla trafficata statale del Colle di Nava. Lavori sospesi subito dopo l’abitato di Pieve di Teco. Con sempre più frequenza ed è già stato segnalato invano, la strozzatura crea grossi intralci, incolonnamenti di auto che interessa persino il tratto di galleria. Una situazione paradossale e resta incomprensibile il blocco dei lavori. Altro semaforo e intralcio poco prima dell’abitato di Ponte di Nava, tra le due province, Imperia e Cuneo. La frana interessa il territorio imperiese. Non è pensabile che si affronti la stagione estiva, con week da bollino rosso, con due sensi alternati di questa rilevanza. Da ultimo pare superfluo rimarcare l’urgenza della bretella a Monesi di Mendatica. Perchè attendere l’esito dei sondaggi in corso quando non pare sia ostativo la realizzazione della ‘variante’ che comunque sarebbe sorvegliata da un sistema di allerta in grado di monitorare eventuali ‘scivolamenti’ ? Il percorso è in piano e alle spalle dell’area più esposta al movimento franoso che, va detto, non si è ancora arrestato. C’è un problema di assoluta urgenza. I proprietari dei terreni non hanno opposto dinieghi.

Frana e senso unico sempre sulla statale del Colle di Nava nel territorio di Pornassio poco prima dell’abitato di Ponte di Nava

Fortunatamente c’è la buona notizia della task force: arriva dall’attivissima giunta regionale del presidente Giovanni Toti, ex alter ego del presidentissimo Silvio Berlusconi. Toti punto di riferimento di quanti nel Paese ‘lavorano’ affinchè il futuro governo nazionale e le alleanze possano contare su un patto di ferro tra Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Area Popolare. Fotocopia della giunta regionale vittoriosa alle elezioni e al governo della Liguria, strappati dopo due mandati del presidente rosso Claudio Burlando. E proprio quando l’entroterra, in particolare la Valle Arroscia, aveva in gran parte ‘abbracciato’ le anime che avrebbero dovuto portare la candidata  Raffaella Paita alla presidenza della Regione. Quella Raffaella che articoli di stampa, trasmissioni Tv (Imperia Tv, Rai 3 ed altre emittenti locali) ci mostravano sorridente e fiduciosa in visita a Monesi, all’inaugurazione della nuova seggiovia, della nuova centralina idroelettrica (la seconda per il Comune di Mendatica, ora andata distrutta), dei primi passi per la sistemazione dell’ex strada militare Monesi – Limone di Piemonte poi ultimata.

La stampa cartacea e l’informazione web avevano persino fatto la conta dei sindaci e degli esponenti del mondo politico e della società civile che si erano schierati per la vittoria dell’erede di Claudio Burlando. Invece è stata una rovinosa sconfitta che non sarà recuperata neppure nel prossima tornata elettorale regionale, salvo terremoti tipo ascesa dei M5S in tandem col Pd. O una maggioranza assoluta.

Cosa è successo con il disastro alluvionale e le frane ? Oltre a Monesi l’area più colpita (è pure emerso ciò che molti ignoravano, ovvero la presenza di una paleofrana dove di fatto si è costruito e ricostruito nell’area dei vecchi tecci) è stato il territorio di Rezzo, con la sua frazione Lavina.  Seguiti da Pornassio e le sue frazioni. Si sono susseguite ripetute ‘visite’, come era doveroso, di esponenti della giunta Toti, con il presidente in testa. Con l’assessore all’Urbanistica, l’imperiese doc Marco Scajola.

L’onorevole Franco Vazio  sorridente con il vescovo di Albenga monsignor Borghetti

Non riusciamo invece a ricordare, né leggere sulla rassegna stampa o web, della presenza di esponenti della opposizione in Regione. Non sappiamo se Raffaella Paita che pure rappresenta il Pd  nella sua interezza, abbia visitato o incontrato le comunità locali, con i loro sindaci. Ciò che sicuramente non è accaduto è la presenza, la vicinanza, la solidarietà da parte dei due ministri liguri: la Pinotti genovese e lo spezzino Orlando. Due personalità con dicasteri chiave nel governo Renzi prima e ora con il presidente Gentiloni.  Sarebbe stato saggio, opportuno che la Pinotti ed Orlando  si ricordassero dell’esistenza di Monesi e del ruolo che potrebbe ricoprire – come accadeva in passato – nell’economia ponentina, di una valle, dell’unica stazione sciistica sulle Alpi Liguri. Ad Albenga vive ed è stato eletto un deputato del Pd, l’avv. Franco Vazio, parecchi proprietari di seconde case della montagna alluvionata vivono e votano in Riviera. Non abbiamo avuto notizie di Vazio presente in Alta Valle Arroscia; di sue iniziative. Se lo ha fatto ce ne scusiamo in anticipo, ma lo ignoriamo. Perchè lasciare alla maggioranza che governa la Regione il ruolo di mattatori unici  nella ricostruzione post alluvione che pure deve ancora arrivare, dovrà confrontarsi con le promesse fatte, con i tempi di intervento e soluzione ? L’esempio citato di cosa succede per chi deve raggiungere Monesi di Triora e di Mendatica, le sue frazioni, Piaggia, dimostra che serve anche la diligenza ed il buon senso. A volte basta un cartello per arrecare danni e non solo.

Qualcuno scherzando ha consigliato ai proprietari degli stabili di Monesi si iscriversi al sindacato degli Stabilimenti balneari, l’unica lobby che in Liguria e forse in Italia funziona davvero. Basti pensare che il solerte assessore Scajola dal giorno del suo insediamento, quale responsabile anche del demanio, si è occupato con estrema diligenza e determinazione delle problematiche dei ‘balneari’. L’ufficio stampa della Regione, con cadenza quasi settimanale, ricorda le mosse e l’impegno dell’assessore in aiuto e sostegno al tema ormai noto a tutti della Bolkestein. Se analogo impegno si concretizzerà per Monesi, c’è da proporre una sottoscrizione popolare affinchè a Marco Scajola psilologo e politico sia eretto un ‘monumento’.

LA POGGIA DI CONTRIBUTI REGIONALI - Il 16 aprile i media liguri hanno annunciato “una montagna di contributi regionali europei per la Valle Arroscia”.  Merito, spiegavano, del  recente decreto  ‘Aree interne’ emanato proprio dalla Regione Liguria. Si è spiegato che l’Unione dei Comuni avrà la possibilità di definire progetti per l’attività socio sanitaria per 3 milioni e 700 mila euro. Ed altrettanti sono destinati alla sviluppo economico.

Alessandro Alessandri sindaco di Pieve di Teco è stato il più combattivo ad un’assmblea di alluvionati di Monesi: dobbiamo muoverci come una falange per non essere dimenticati anche dagli organi di informazione

Esulta il sindaco dei comuni capofila di Pieve di Teco, il geom. Alessandro Alessandri, al suo secondo ed ultimo mandato e che un uccellino autorevole della politica imperiese vuole destinato ad una brillante carriera. Per lui, per un gioco di tasselli, è destinato un ruolo nel futuro parlamentino regionale. Alessandri  annuncia ” una grande inversione della tendenza demografica, tornando alla crescita economica e di posti di lavoro”. Come ? Attraverso  una serie di progetti da elaborare con i Comuni della valle, al punto da ” creare le condizioni e qualità di vita  paragonabili a quelle dei grandi centri abitati”. Parole e previsioni da supervotato sindaco di Pieve di Teco.  ”Una grandissima opportunità per tutta la valle, con la rinascita  della scuola, ma anche all’assistenza socio – sanitaria da portare  su più alti livelli con l’assistenza domiciliare, ad esempio ” ha proseguito Alessandri nelle dichiarazioni stampa. E ancora: “Migliorare la qualità di vita  degli anziani  (un errore definirli ‘vecchi’ ndr) ed attirare nei nostri paesi  anche famiglie giovani, con scuole e servizi pubblici moderni”.

Possiamo parlare di miracolo, se sarà così. Visto che alcuni studi affidati ad Università proiettano che tra mezzo secolo la Valle Arroscia potrà fare affidamento all’insediamento di migranti, la popolazione indigena si ridurrà al lumicino. Solo con la presenza in massa di ‘stranieri’ sarà possibile tornare alla coltivazione delle terre, allo sfruttamento della risorsa dei boschi. Oggi lo scenario proposto dalla Regione e dal sindaco Alessandri è ben diverso. La valle ha bisogno come il pane di risollevarsi dai danni alluvionali, deve mettere mano, con priorità, ad investimenti in opere pubbliche, a partire dalla sua rete stradale. Oggi sulla strada provinciale che dalla statale di Colle di Nava attraversa gli abitati di Acquetico, Ponti di Pornassio, Montegrosso Pian Latte, Mendatica, è impossibile far transitare un pullman turistico per strettoie e curve a gomito a loro volta strette, le frane sono sempre in agguato e il rischio isolamento rimane dietro l’angolo. La larghezza dell’arteria è quella di due secoli fa quando veniva percorsa dai carri trainati dai muli, asini, buoi, cavalli.

Non può essere solo l’industria stagionale del turismo, dei fine settimana, degli week end, delle feste e delle sagre, delle pensioni di vecchia, l’unica fonte che tiene in piedi gran parte dell’economia locale. Il progetto ‘filiera del legno‘ e dell’Università, di cui parliamo in un altro servizio da Ormea, era una delle tappe sul cammino della crescita e dei posti di lavoro. In simbiosi col turismo ambientale, outdoor, le risorse della ‘cucina’, del vino, dell’olio, la riscoperta dei mestieri.

Si riuscirà non solo a mantenere in attività quelli che vengono definiti gli ultimi ‘eroi’ della montagna (esercizi commerciali, bar, ristoranti, pochi alberghi), semmai creare le condizioni perchè si torni almeno ai bei tempi degli anni sessanta, settanta.

C’è da sperare se una giornalista di spicco quale Milena Arnaldi può già esultare all’inaugurazione del sentiero che da Mendatica centro porta alle ‘cascate’. Il segno, a suo avviso, è che ormai “l’entroterra dopo l’alluvione  sta rialzando la testa”.  ”Ci sono voluti fondi – scrive l’analista più accredita nel mondo economico ed imprenditoriale imperiese –  e tanto impegno, voglia di rialzare la testa, la determinazione di Comune, Pro Loco e della cooperativa  di giovani Brigi che si occupa di promuovere il turismo sostenibile, riaprire ai camminatori, agli amanti delle escursioni.”.

Milena Arnaldi ha raccolto le dichiarazioni di fiducia e ottimsmo  dell’ing. Maria Ramella della cooperativa Brigì che dice: “ Ci sono tante storie positive, per il territorio di cui stiamo parlando; sicuramente lo sono di controtendenza, di autoimpiego, il ritorno in un’area estrema come la nostra attraverso il costante presidio del territorio”. L’augurio è che la Arnaldi, unitamente al marito giornalista Marcello Gattai, pensionato e consulente storico della Camera di Commercio di Imperia, si uniscano a quanti hanno scelto Mendatica o l’Alta Valle Arroscia per comprare la seconda casa, magari dare vita ad un’attività. A Mendatica è già presente Lorella Zunino direttore responsabile di Imperia Tv, figlia dell’editore comm. Francesco. Sarebbe un segno di inversione di tendenza rispetto a quei politici e pubblici amministratori  provinciali e regionali che hanno venduto la seconda casa a Monesi, a San Bernardo di Mendatica, a Nava.  Oltre alla buona stampa, il buon esempio della coerenza può essere di grande aiuto per la valle e le sue attività. L’incentivo ai giovani. Ovvero il messaggio di ‘non solo fate, ma facciamo’.

Ed ecco che quasi a tamburo battente, dalla Regione Liguria, altre buone novelle, con un comunicato stampa  che riportiamo integralmente. Questo il testo.

“Un tavolo tecnico, sotto il coordinamento della Regione Liguria, per affrontare le emergenze e per trovare soluzioni, in tempi rapidi, in attesa dei risultati dei sondaggi geologici, propedeutici all’avvio dei lavori per la messa in sicurezza della viabilità per Monesi e delle frazioni. È quanto emerso al termine dell’incontro che si è svolto oggi in Regione Liguria per la messa in sicurezza delle frazioni Monesi di Mendatica e Monesi di Triora, in provincia di Imperia, gravemente danneggiate, a seguito delle frane causate dall’alluvione dello scorso 24 novembre. All’incontro hanno partecipato gli assessori regionali allo Sviluppo economico Edoardo Rixi, all’Urbanistica Marco Scajola e al Turismo Gianni Berrino, il consigliere regionale Alessandro Piana, gli uffici dell’assessorato alla Protezione Civile e Infrastrutture, i rappresentanti dei Comuni di Triora e di Mendatica, delle Province di Imperia e di Cuneo, della Regione Piemonte.

Durante l’incontro, gli assessori regionali Berrino, Rixi e Scajola hanno manifestato piena disponibilità a individuare percorsi e risorse per la realizzazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza del territorio e al ripristino di collegamenti, indispensabili anche per l’esecuzione dei lavori. Gli assessori Berrino, Rixi e Scajola hanno ribadito ‘l’importanza di fare uscire dall’isolamento e far ripartire Monesi, come stazione sciistica, meta turistica dell’entroterra imperiese e importante centro per l’economia agropastorale del Ponente ligure”.

L’IMPEGNO TANACE DI SCAJOLA PER I TITOLARI DI STABILIMENTI BALNEARI -Domani, mercoledì 19, e giovedì 20 l’assessore regionale all’Urbanistica e al

Marco Scajola assessore regionale imperiese

Demanio Marco Scajola sarà a Roma per una serie di impegni relativi al disegno di legge del Governo sulle concessioni demaniali marittime e quindi sulla direttiva Bolkestein. Il primo incontro si svolgerà domani, mercoledì 19 aprile, alle ore 15.30 tra il tavolo interregionale sul demanio marittimo e quello sul turismo.

Giovedì mattina alle ore 10.00 insieme al collega della Regione Abruzzo, coordinatore del tavolo sul turismo, l’assessore Scajola interverrà presso la Conferenza delle Regioni per aggiornare i presidenti su quanto emerso nella riunione della giornata precedente. Infine, nel pomeriggio di giovedì 20 aprile, i due rappresentanti regionali verranno auditi alla Camera dei Deputati presso la Commissione Finanze per relazionare sulla posizione delle Regioni riguardo al ddl in oggetto.

“Saranno due giorni molto delicati – afferma Scajola – in cui ci confronteremo tra Regioni: per quanto ci riguarda, la posizione della Liguria non è cambiata: riteniamo sbagliato e privo di ogni garanzia per le nostre imprese questo disegno di legge, un testo incerto e poco chiaro che porterebbe le nostre aziende verso quelle aste che noi giudichiamo ingiuste e pericolose. Andrò a ribadire questa nostra posizione, sperando di ottenere la collaborazione massima dei miei colleghi e auspicando che, dopo l’audizione alla Camera dei Deputati, i parlamentari, ascoltate le nostre ragioni, possano agire di conseguenza, nell’esclusivo interesse dei balneari e delle tante famiglie italiane preoccupate, che da troppo tempo vivono nell’incertezza”.

 

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