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Scajola sindaco, con Polis, sbarca a Genovaattesa per le mosse su Savona, i fedelissimi

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Claudio Scajola in movimento con ‘Polis’, associazione culturale e politica, aperta a tutti. Non è più ministro, né parlamentare, né dirigente nazionale di FI, il partito che lo vedeva cofondatore. Questa volta riparte da sindaco della sua Imperia e l’obiettivo sono le consultazioni regionali del 2020. Il centro destra ligure è saldamente controllato dal tandem Toti – Rixi, Lega di Salvini con vento in poppa, e la potenza ‘arancione’ del presidente della Regione e della squadra di fedelissimi. Potrebbe scaturirne una frattura nel campo del centro destra che avvantaggerebbe le mire di Scajola e di Polis nelle alleanze e negli schieramenti per la supremazia ed il governo della Regione. Scajola che ha vinto alla grande, tornando a fare il sindaco di Imperia, potrebbe fare un exploit anche alle regionali, ovviamente restando primo cittadino con un rinnovamento proprio di metodo e di governo della città. E che sta dando buoni frutti.  Con estrema determinazione  ed obiettivi ben precisi da raggiungere a tappe. Oltre agli annunci, i fatti concreti. Per la politica è pragmatismo.

Chi conosce bene Claudio Scajola politico di razza, combattente dalla sette vite, conferma che quando affronta un progetto, prepara una scalata, ha acquisito tanta esperienza ed abilità strategica che quasi mai ha portato ad un fallimento. Genova e il Levante Ligure lo hanno già visto  in ‘visite’ ricognitive dopo la sua elezione a sindaco, ma soprattutto aver dato vita con un gruppo di fedelissimi, dove i fratelli massoni non mancano (lui da buon cristiano ha sempre declinato le offerte), all’associazione Polis e di cui trucioli.it ha cercato di dare conto. Il primo savonese, meglio ponentino ad essere coinvolto l’avv. Massimo Parodi, presidente del Consiglio comunale di Alassio  nel centro destra targato Melgrati – in contrasto con il centro destra targato Canepa, Toti, Rixi – . Un gruppo ristretto di Polis, tra cui Parodi, andati in una missione, a Bruxelles, alla Comunità Europea.

Chi riteneva che fosse l’inizio di un’accelerazione in terra savonese, anticipava i tempi. L’ex ministro ha voluto rinsaldare i buoni rapporti che ha sempre avuto con il bg mai tramontato dr. Luciano Pasquale, gran maestro nell’arte di tessere la diplomazia, buon comunicatore (con qualche eccezione), esperienza e conoscenza del territorio e delle sue componenti da evitargli cantonate clamorose. E che nonostante i ruoli ricoperti, a parte una mini inchiesta da cui era stato scagionato per via della Carisa, è sempre rimasto indenne e non è poco. Indenne anche quando la Procura della Repubblica con a capo Francantonio Granero mise a ‘ferro e fuoco’ il regno di Andrea Nucera che pure con Carisa (gestione Carige) aveva avuto non saltuari rapporti e finanziamenti milionari. Pasquale neppure sfiorato, una grana giudiziaria, poi risolta invece per l’ex vice presidente avv. Enrico Nan che di Nucera è stato difensore. Pasquale verso il quale l’allora potente nazionale Scajola non ebbe incertezze nell’indicarlo come la persona più capace per ‘fare fin da domani il parlamentare, ma anche il presidente di Regione e magari accettasse di correre come candidato sindaco di Savona “. Insomma, più stima e considerazione di così. Difficile dunque non immaginare che nel futuro savonese di Polis non ci sia posto per Luciano Pasquale, il quale può, a sua volta, contare nella fedeltà convinta di un buon gruppo di amici disseminati nei più significativi gangli sociali.

Un Pasquale che prenderebbe, in caso di discesa in campo, il posto che occupava, nella raggiera del potere Scajolano, il presenzialista imbattibile e ancor giovane Angelo Vaccarezza. Aveva iniziato, si suole dire, ragazzino con una fede molto a destra (peraltro conservata e spesso esibita senza nascondersi, gli va dato atto), fino a diventare il più fedele ‘delfino’ del potere di Scajola. Con un avvenire. Le disgrazie giudiziarie e politiche come conseguenza, hanno condotto Vaccarezza in un altra raggiera di alleanze. Questa volta sembra cogliere tutta la forza che sprigiona il tandem Toti – Rixi, al punto che il presidente della Regione si sente talmente forte del suo futuro politico da mancare di ‘rispetto’ al suo ex capo e datore di lavoro (le Tv di Fininvest – Mediaset). Forza Italia continua a perdere colpi e in vista delle regionali 2020, Toti ha già promesso di candidarsi. Tutto lascia intendere che il successo aumenterà rispetto alle ultime regionali, con una maggioranza molto risicata. Toti e Scajola non hanno mai mancato di distinguersi, segnando le distanze.  Che accadrà, dunque, con il gruppo Scajola in lizza proprio alle regionali ? Su quali forze potrà contare in provincia di Savona ?

Vaccarezza, con innato fiuto, ha peraltro sempre evitato di scendere anche solo in polemica giornalistica con il suo ex ‘capo’ partito. Non abbiamo trovato una sola dichiarazione di contrasto. Ma neppure il minimo accenno di adesione alle strategie e alle mire di Polis, in Liguria, e forse oltre. Quale potrebbero essere dunque il peso elettorale delle truppe che Claudio Scajola metterebbe in campo con le prossime regionali ? Se resta il muro  Toti, è possibile un avvicinamento strategico con il nuovo Pd di Zingaretti, anche se come Berlusconi vedeva con simpatia Renzi al timone. Un Pd, del resto, sempre più dispersivo nei contrasti personali, di correnti, nelle lotte che travagliano già dal basso, dalla dirigenza locale. E un paio di nomi  significativi da aggregare a Polis, pare non manchino: l’ex presidente della Provincia, Marco Bertolotto, che del resto non ha mai nascosto la vicinanza a Scajola, l’ex assessore provinciale e direttore dell’Upa albergatori, Carlo Scrivano, pietrese, referente di Comunione e Liberazione con un rinnovato dinamismo proprio in terra savonese. A Savona città punto di riferimento del ministro è sempre stato senza se e senza ma, l’assessore Piero Santi, capace di organizzare pranzi popolari da 400 persone a sostegno di Scajola. Ad Alassio, può contare sulla fedeltà di Marco Melgrati e del suo gruppo. A Laigueglia c’è un vip provinciale quanto a professione, il dr. Silvano Montaldo, ex sindaco, assessore ‘Croce Rossa’ a Savona, l’uomo che ha teneva i conti (mandatario) delle campagne elettorali di Scajola con Forza Italia ed il Pdl.


Le Albisole: cari elettori, se vinciamo tutti invitati al brindisi. E Orsi non tramonta, Stefania non delude, Garbarini stappa la…

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Siamo al rush finale nelle designazione delle squadre per il rinnovo del consiglio comunale ad Albisola Superiore. Tutti a caccia prima di candidati e ora di elettori. E terzo incomodo: chi sarà più bravo a smuovere l’osso duro dei non votanti, diserzione delle urne che si aggira al 30 per cento. Tre liste – schieramenti in campo, a contendersi il seggio di Franco Orsi, il primo senatore della storia cittadina. I sondaggi ufficiosi danno Maurizio Garbarini con un buon margine di vantaggio, rispetto a Marino Baccino, di gran lunga staccata Stefania Scarone.

La priof.ssa Stefania Scarone con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, nessun amore equivoco, lui  è testimone gay, in sintonia con il presidente Conte

Resta un interrogativo sulle scelte e strategie del M5S. Come possono sperare, se non una valida presenza all’opposizione, ammesso che ci arrivino, con la poco conosciuta Stefania Scarone, fuori dai giochi per la vittoria ? Eppure ha doti e caratura culturale e sociale.  Il suo verbo: “Albisola ha bisogno di un rinnovamento, ha bisogno di un’amministrazione trasparente e aperta all’innovazione, dove la parola d’ordine deve essere prima il Cittadino e le sue esigenze. Noi faremo di tutto affinche’ questo avvenga, se i cittadini Albisolesi lo vorranno.#cambiamoalbisola”. Siamo sicuri che la comunità sia preparata ? Siamo sicuri che la squadra dei 5 Stelle possa ripetere il boom delle politiche 2018. Alla Camera hanno raggiunto 1882 voti pari al 30,6%. Lorenzo Trucco condivide su Facebook: “Grande Stefania, donna competente e risoluta, Albisola ha bisogno di te! Un grande in bocca al lupo dall’estremo ponente ligure!!”. E Norberto Rossi“Brava Stefania, sappiamo che sei una persona come si deve e lavorerai per il bene della comunità! “

Alle comunali, tuttavia, senza andare lontano anche nel tempo, vedi il caso Savona, è importante e strategico il candidato sindaco. E la professoressa  non può farsi illusioni, se

La candidata sindaco Stefania Scarone con mister  Rousseau. L’Associazione fondata nel 2016 da Gianroberto e Davide Casaleggio. Il suo presidente è Davide Casaleggio, gli altri tre soci sono Massimo Bugani, Pietro Dettori e Enrica Sabatini. Compito dell’Associazione è quello di sostenere e sviluppare l’omonima piattaforma di democrazia diretta.

riuscirà a raggiungere i voti per un seggio alla minoranza è già un primo traguardo.
Nella lista del centrodestra continua la ‘campagna acquisti’ – ci ripetiamo niente di spregiativo – e pare ci sia ormai la corsa a proporsi. E chi più di Franco Orsi, politico navigato ed ottimo conoscitore d’esperienza, potrebbe fare meglio. Anche se il dopo Orsi non dovrebbe essere ancora sotto l’ala orsiana, ovvero ‘comando io.…’.
Nella lista del PD del rinnovamento nazionale, ad Albisola serpeggia una diffusa confusione, in mancanza di un gruppo costituente. Andrea Toso, segretario cittadino, pare continui a mettere veti su candidati della lista e una parte della sezione ha abbandonato il gruppo. C’è chi dice che Roberto Buzio avrebbe perso la grinta iniziale. Rispetto alle prime proiezioni di potenziali candidati, nomi significativi hanno lasciato il gruppo. E sarebbe interessante conoscerne le motivazioni a cuore aperto. Chi viene descritto in splendida forma (sarà davvero così?) é Alberto Parodi. Detta le regole per la lista ? A volte in contrasto con la segreteria del PD. Perchè nonostante il piccolo incidente di percorso (indagine di natura edilizia per la sua villetta) è reticente a candidarsi? Non è il primo candidato incontrato a caso, forse teme le preferenze ?

Quale la strategia della lista di Baccino, militante del PD da lungo corso, e del suo amico fidato  Parodi che sta organizzando la campagna elettorale ? Non si rida per favore, ma c’è chi scommette (matto da legare?) che non sarà candidato proprio il coordinatore cittadino del PD, Andrea Toso. Dunque estranei al nuovo Pd nazionale ? Eppure ci sono nomi nella squadra riconducibili al partito di sinistra.
A Toso la promessa di farlo assessore se si vince ? E se si trattasse di una trappolina?  Stai a vedere che è la volta buona del discernimento ovvero candidare persone giuste come Serena Cello e Maria Vezzolla, consiglieri comunali uscenti. Mentre restano spalancate, se non sbagliamo, le porte ai Luca Del Bene, Antonio Schizzi e amici di partito.
Da ultimo i 12 nomi del M5S, con tre quote rose abbastanza sconosciute. Meglio così che candidate a ‘rischio’ tenuta. Trucioli.it non aveva avuto dubbi quando le prime indiscrezioni indicavano un nome di rottura (ma lei ha sempre negato qualsiasi ipotesi) quale è l’arch.

Andrea Toso e Maria Vezzolla

prof.ssa Antonia Briuglia, papà è stato segretario amministrativo provinciale del Psdi senza macchia e senza corsa alle poltrone. La sua onestà politica e personale lo hanno sempre preceduto e sue furono le prime battaglie contro quel teardismo e quel modo di fare politica distorto ed allora vincente anche con la corte della stragrande maggioranza dei giornalisti di Savona. Basti pensare al ‘capo redattore e capo redazione’ de La Stampa, Sandro Chiaramonti (interessante leggere la rassegna stampa dell’epoca) e mentre un altro umile cronista di giudiziaria, Luciano Corrado, autore degli articoli che provocarono la ‘miccia giudiziaria’ in seguito ad un esposto, finiva nel ludibrio con una sfilza di querele teardiane ed un processo per direttissima in tribunale a Genova, con richiesta danni di Teardo, assistito dall’avv. Silvio Romanelli, per un miliardo e mezzo di lire. Processo che si concluse con una multa di 100 mila lire per violazione del segreto istruttorio.

Ebbene sarebbe bastato sfogliare la rassegna stampa degli articoli di Antonia Briuglia su trucioli savonesi (dell’editore Antonio Signorile che con Uomini Liberi ospita il pensiero e non solo, del Movimento grillino, con i suoi esponenti locali di punta e un dietro le quinte alla Spagnoletti). Tema Albisola e dintorni, per capire, in parole povere, di che pasta è fatta. E soprattutto cosa significava, con lei, il rinnovamento della politica a livello comunale. Il baglio di preparazione, la lungimiranza messa in pratica anche con scelte coraggiose. La Briuglia che poteva rispondere alle critiche di un lettore ricordando: ” E’ vero anch’io ho fatto un’esperienza amministrativa di cui vado fiera, ma in tutt’altro periodo e con tutt’altro partito perché dall’università fino ad oggi e penso fino alla morte, continuerò ad essere sempre una donna di sinistra. Sono stata assessore alla cultura e all’istruzione (sono solo un’insegnante!) dal 2000 al 2005, nel Comune di Albisola Superiore per Rifondazione Comunista. Sono orgogliosa di questa esperienza perché, in primo luogo, ho potuto dimostrare cosa significa quando un partito come il P.R.C. condivide la gestione di un territorio e quanto questo può cambiare le cose e di questo gli albisolesi sono testimoni. In secondo luogo ho proprio combattuto concretamente contro il sistema di potere di quell’ex PCI a cui lei si riferisce e ciò mi è costata la carriera politica!”. Oppure: “ Così mi sembra di avere fatto da parecchi anni su Trucioli, trattando in modo appassionato ma sempre molto trasparente (mi sono sempre firmata e ho messo la mia faccia in fondo ai miei articoli) argomenti come: la cementificazione e il dissesto idrogeologico nel savonese, il porticciolo e torre Margonara, la Piattaforma Maerks, la centrale a carbone di Vado e  la vicenda “rifiuti”. Era il 2010. Infine l’adesione a “Stop al consumo del territorio‘, con centinaia di firme e quella di “Antonia Briuglia, Albissola Marina/SV – Docente architettura/Giornalista web blog truciolisavonesi”.

Vedi alcuni articoli significativi firmati Briuglia su temi abisolesi. 1) Albisola nuove edificazioni: perchè occuparsene.2) La fabbrica fantasma. 3)I Piani urbanistici di Albisola e Savona.

PICCOLO ALBUM FOTOGRAFICO DA ALBISOLA E DINTORNI

CHI E’ LA CANDIDATA SINDACO DEI 5 STELLE CHE

IN PROVINCIA DI SAVONA HANNO ELETTO 4 PARLAMENTARI

Invitata speciale il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio

Sorrisi portafortuna? Il sindaco di Savona Caprioglio, Maurizio Garbarini, Luigi Silvestri che ha in mano lo ‘scettro’ delle elezioni ad Albissola Marina, chi decide le elezioni ad Albissola Marina), il neo presidente della Provincia, avv. Pierangelo Olivieri dall’ottobre scorso eletto presidente dell’Amministrazione provinciale con i voti del centro destra e l’abile regia di Angelo Vaccarezza. Olivieri, genovese, è al suo secondo mandato come sindaco di Calizzano. A suo dire doveva essere iul presidente della coesione, centro sinistra e centro destra, ma la Lega ha fatto saltare gli accordi “e ne sono dispiaciuto’ disse il presidente, ‘non è colpa mia’.

I benemeriti. Siete tutti, o quasi, sotto l’ala protettrice di San Angelo, il loanese che non ha mai perso una processione religiosa (16 solo a Loano), protetti in caso di bisogno dal maresciallo comandante, avvolti tra le braccia del vincente presidente giornalista Tv, Toti, benedetti da quell’Orsi che in molti tutti lo volevano alle corde del ring, preso perfino da una crisi pro Paita presidente e invece sta dimostrando tutta la sua padronanza del territorio, pur essendosi trasferito in montagna, con la compagna, a fare l’agricoltore, confinando con un confinato collaboratore di giustizia.

Serena Cello consigliere comunale uscente militanza nel Pd da molti anni, con Maria Vezzolla ex candidata sindaco, Andrea Toso il coordinatore dal 2013 del Pd di Albisola Superiore e la Silvia Parodi del direttivo locale. Donne che hanno lottato per il territorio e ricompensate con il ‘ripostiglio’ per aver sollevato dubbi sull’operato della dirigenza del partito. SOS al 118 ci sono in giro, per Albisola, dei matti da legare, politicamente si intende. Niente psichiatra per fortuna solo autolesionisti di partito, manco a dirlo anche in periferia continua a farsi del male. Se non è così, vorrà dire che gli elettori saranno riconoscenti.

 

 

Quiliano e Vado: quando Dc e moderati lottavano da leoni ambientalisti. Torcello: medico anti carbone merita il monumento

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Aveva lo studio in Via Paleocapa 23. Faceva parte di gruppo pubblico Savona E‘ (8300 amici, ora è chiuso). Agostino Torcello, un galantuomo al quale va detto grazie. Non solo, Quiliano in particolare ha un dovere morale e di riconoscenza: un monumento che ricordi il suo grandissimo impegno sociale. Fu anche tra i primi a proporre ‘rifiuti zero’ al presidente della Provincia. Grazie, inoltre, alle sue denunce, nel 2014 la centrale a carbone è stata sequestrata dalla magistratura, e poi chiusa definitivamente. Torcello che avevamo incontrato, l’ultima volta, dolorante, privo di sorriso, ai funerali di Gianni Veirana, fine ottobre 2017, altro democristiano galantuomo (vedi…….). Sarà interessante e utile sapere se i candidati sindaci alle comunali prenderanno un impegno per un ricordo perenne del benemerito Torcello. Ne daremo conto, doverosamente.

L’ARTICOLO DEL GIORNALISTA AMODIO – LA STAMPA

Unico cronista che ha ricordato la militanza del dr. Torcello nella Dc e consigliere comunale a Quiliano

IL 27 LUGLIO 2009 AMICI DI BEPPE GRILLO /

Mi sembrava che il Pasquale pensiero l’avessimo già sentito, ma forse all’epoca parlava in veste di presidente della locale unione industriali magari oggi parla come presidente della Carisa, comunque non sia mai che i nostri perdano un’occasione per ripetere ossessivamente e compulsivamente sempre la stessa tiritera …..

Centrale a carbone, piattaforma, centrale a biomasse … non si sa mai ma qualche pesce potrebbe abboccare !!!

Che questi interpellati rispondano sempre alla stessa maniera non stupisce per nulla, è il loro mestiere, c’è da chiedersi piuttosto con che faccia il Secolo XIX continui in questa campagna a favore degli industriali contro i cittadini e la loro salute, mi direte ormai è l’organo ufficiale degli industriali ma un po’ di obiettività non potrebbero mantenerla? in fondo una delle loro missioni è fare informazione, o no?!?

Cambiano i giornalisti che firmano i pezzi ma la musica è sempre la stessa ….. il Giornale insegna …..

ARTICOLO DEL 26 LUGLIO 2009 DA IL SECOLO XIX A FIRMA DI SERGIO DEL SANTO

Fai un click per ingrandire la lettura

NON C’E’ UNO SENZA IL DUE SEMPRE CON PASQUALE E DEL SANTO

DA TRUCIOLI SAVONESI: In castigo i medici “scomodi”, porte chiuse in Circoscrizione (2008)
Se la democrazia prende l’esempio da Putin (Russia) e teme il confronto

……Analogamente Tirreno Power preferisce lanciare il suo messaggio rassicurante attraverso manifesti giganteschi  che tappezzano le vie di Savona, nascondendosi anche dietro ad associazioni benefiche cui chiedono, vergognosamente, un appoggio politico in cambio di contributi economici, piuttosto che esporsi ad un contraddittorio che la vedrebbe in grave difficoltà.

D’altro canto questa vicenda  getta un’ombra anche sulle circoscrizioni in oggetto e sulle istituzioni politiche savonesi in genere, che evidentemente preferiscono una informazione “istituzionale” , addomesticata  e a senso unico, lasciandosi dettare l’ agenda dei partecipanti ai convegni scientifici da qualcuno che preferisce evitare la presenza di  esperti in materie ambientali, non controllabili politicamente perché intellettualmente indipendenti.

Come al solito gli sconfitti sono 3: la libertà,  la ricerca della verità, ed i cittadini Savonesi, che vengono privati di dati, tutt’altro che “confortanti” che sono troppo preziosi per poter essere tenuti chiusi in un cassetto.

Da parte nostra abbiamo definitivamente imparato la lezione ne trarremo le debite conseguenze.

Virginio Fadda, Biologo, MODA Savona (Movimento di Opinione e Difesa Ambiente).

Franceschi Paolo, Medico Pneumologo, CNCMAS Liguria: Coordinamento dei Comitati dei Medici per l’ Ambiente e la Salute, sezione Liguria.

Agostino Torcello, Medico Pneumologo, MODA Savona.

Le opere di bene di Tirreno Power

RIVISTA DOTTORI:.., MEDICO DI BASE….
Abbiamo avuto l’onore di conoscere il Dottor Agostino Torcello. Da sempre in prima linea contro l’uso del carbone. I suoi esposti hanno probabilmente salvato la vita di molti, anche se altrettanto probabilmente non lo si saprà mai. Ma se salvi anche una sola Vita, salvi il mondo intero.

Torcello non era solo: con il suo compagno di lotta Virginio Fadda avevano visto lungo e fondato il MOvimento Difesa Ambiente. Un orgoglio civile per la nostra Città. Era il 1988, forse ancora prima. Ora Agostino è volato su come una particella finissima, portando con sé un garbo ed un’ intelligenza ormai perduti. Ci guarderai dal paradiso dei Giusti, forse battuti ma mai sconfitti, continuare con quell’impeccabile intento del guerriero gentile.

Con immensa stima e riconoscenza,  La redazione de La Nuova Savona e di Ninin

Quelli che lottano tutta la vita sono “gli indispensabili”, dicendola alla Brecht. A volte vengono considerati “nemici del popolo” (stavolta alla Ibsen), solo perché denunciano un danno sanitario di un’azienda che in apparenza porta floridezza alla comunità.

Il pneumologo Agostino Torcello ci ha lasciati. Lui, persona mite ma tenace, di danni sanitari ne aveva segnalati tanti. Insieme all’amico e biologo Virginio Fadda sono stati i primi a denunciare i danni della centrale a carbone di Vado Ligure. Per 40 anni. Soli e inascoltati. Solo vento contro le ciminiere.

Certo, avrebbero potuto comportarsi come tanti altri, disposti a difendere l’interesse dell’azienda, che curiosamente coincideva con il proprio interesse: funzionari pubblici che non controllavano le emissioni, politici che nascondevano preoccupanti dati di inquinamento ambientale, amministratori che lavoravano nell’azienda e che ne deliberavano l’ampliamento, medici (si, medici come loro) che firmavano documenti sanitari tranquillizzanti. In fondo bruciare 5.000 tonnellate di carbone al giorno per 43 anni in mezzo alle case di 75.000 persone cosa vuoi che sia. Tutte persone spesso poi promosse a incarichi -o a danni- più elevati.

E invece, piccoli eroi moderni, Torcello e Fadda si erano messi in testa di fare una cosa semplice, secondo coscienza: salvare vite umane, anteponendola a tutto il resto. Dopo decenni, altri – colpiti dall’esempio e dalle ragioni di questi due medici – si sono messi al loro fianco nel portare avanti questa battaglia. Sono iniziate manifestazioni, esposti, studi approfonditi, petizioni, interrogazioni parlamentari. Non più solo vento: le ciminiere hanno cominciato a oscillare.

Grazie a queste denunce, nel 2014 la centrale a carbone è stata sequestrata dalla magistratura, e poi chiusa definitivamente. In questi anni e negli anni a venire presumibilmente centinaia di persone si salveranno – o vedranno la propria aspettativa di vita aumentare di 2, 3, 5 anni – che sembrano aridi numeri ma si tradurranno in sorrisi, emozioni, esperienze. Forse non sapremo mai quanti con certezza, proverà a definirlo il Processo appena iniziato. Agostino non potrà vedere la fine del dibattimento, ma siamo certi che non avesse bisogno di entrare in quell’aula giudiziaria per essere consapevole di quanto bene avesse fatto alla nostra comunità. Anche ai più giovani che hanno una vita davanti nella quale poter respirare un’aria più pulita, anche se ignari di quanto fatto per loro. A volte non si vive e si muore invano. E’ un dono degli indispensabili.

STEFANO MILANO dal Blog LiguriTutti

È morto all’età di 72 anni, il medico pneumologo di Savona, Agostino Torcello, che era conosciuto come il medico «anti carbone». Per molti anni insieme ai medici Virginio Fadda e Paolo Franceschi ha studiato le implicanze del carbone utilizzato dalla centrale di Vado Ligure sulle popolazioni del Savonese. In passato, come indipendente, era stato anche consigliere comunale a Quiliano. Viene ricordato anche per essersi occupato insieme ad altri medici e associazioni ambientaliste dell’esposto alla Procura che ha poi dato il via all’inchiesta giudiziaria sulle centrale. I funerali martedì 19 febbraio alle ore 10 nella chiesa di San Giovanni Battista in San Domenico in via Mistrangelo.

DA MEDICINA DEMOCRATICA – Lutto a Savona per la scomparsa all’età di 72 anni del medico pneumologo Agostino Torcello. Il dolore è stato forte, non solo nell’ambiente medico e tra i suoi pazienti, ma in tutta la comunità savonese dove era conosciuto e stimato anche per le sue battaglie contro il carbone. Il funerale sarà domani alle 10 nella parrocchia di San Giovanni in San Domenico a Savona.

Il lutto espresso anche su Facebook ed in particolare sulla pagina di Medicina Democratica: Medicina Democratica si unisce al cordoglio del mondo ambientalista savonese, ricordando il suo impegno nella lotta per la salute collettiva quando significava andare “controcorrente” e ribadisce che il modo migliore di ricordare il suo contributo sia continuare sulla stessa strada, indipendentemente dal fatto che il problema si chiami Carbone della Tirreno Power, Fumi e polveri dell’ILVA di Taranto, sole e fatica sotto il sole a raccogliere pomodori o ritmi da schiavitù nella grande distribuzione.”

 Mara Cacace

LUGLIO – AGOSTO 2001 INQUINAMENTO AMBIENTALE E TUMORI IN LIGURIA E PROVINCIA DI SAVONALUGLIO – AGOSTO 2001 INQUINAMENTO AMBIENTALE E TUMORI IN LIGURIA E PROVINCIA DI SAVONA

La Centrale di Vado in pieno centro abitato risulta essere la principale fonte di inquinamento in Liguria con 49.000 tonn/anno di SO2 (80% della Provincia di Savona), 23.000 tonn/anno di NOx (60% della Provincia di Savona) 2.800 tonn/anno di polveri ( 44% della Provincia di Savona). Tutta questa massa di inquinanti ricade quindi sul territorio e sulla popolazione. Inoltre i controlli sulla qualità dell’aria sono sempre stati inadeguati . Già negli anni ‘80 con la pubblicazione da parte della Provincia di Savona e dei Comuni di Vado e Quiliano dell’opuscolo “Conoscere per decidere”, mentre la centrale Enel funzionava a carbone, venivano diffusi alla popolazione dati non veri (anni ‘70 e ‘80), che sottostimavano gravemente l’inquinamento ambientale (La Stampa del 14 e 15 maggio 1981, “Considerazioni sulle centrali a carbone nel brindisino” Prof. Rubino).

La Provincia di Savona nel 1992 aveva dimostrato inoltre come i valori di SO2 e polveri monitorati dalle centraline ENEL erano del 30% inferiori a quelli monitorati con strumenti a norma di legge. L’ENEL quindi, sottostimando i dati reali, dava un’immagine migliorativa dell’aria respirata. Sorprendentemente la Provincia stessa, nel 1996, pubblica uno studio sulla qualità dell’aria in cui vengono presi in esame ed elaborati i valori di inquinamento, gravemente sottostimati della sottorete ENEL, ricavati ancora con strumenti non a norma di legge. Inoltre nel 1996 la Provincia di Savona non aveva ancora attivato la rete di monitoraggio provinciale della qualità dell’aria previsto dal D.M. 20/5/91 e lo studio della Regione Liguria del 1999 denuncia ancora per la Provincia di Savona gravi inadeguatezze per il controllo ambientale. D’altra parte già nel 1991 lo studio del Prof. Nimis dell’Università di Trieste, aveva affermato che l’area di studio (Savona, Vado) “presenta aree con qualità dell’aria molto deteriorata…..e condizioni della qualità dell’aria paragonabili a quelle delle zone maggiormente inquinate della Pianura Padano-Veneta orientale.”

Tutto ciò indica come in questi decenni Enel, Provincia di Savona e Comuni di Vado e Quiliano hanno minimizzato il grave reale inquinamento del comprensorio savonese . Anche in Provincia di Savona la situazione sanitaria ci risulta purtroppo particolarmente grave.

Tumori. Alla fine degli anni ‘50 ogni 1000 abitanti-residenti sono morti di tumore l’l,75 nel 1957;2,09 nel 1967 ; 2,55 nel 1977 pari a 780 unità; 2,80 nel 1987 pari a 820 unità; 3,56 nel 1997 con 1000 unità; si raggiunge la ragguardevole cifra del 4,04 nel 1999 e del 3,65 nel 2000 con rispettivamente 1131 e 1023 decessi per tumore.La media nazionale negli anni 1991 e 1997 si attestava su valori di 2,6 e 2,7 per 1000; ricordiamo inoltre che nel 1997 i valori oltre il 4 per 1000 rappresentavano il massimo riscontrabile solo in tre Province italiane (Alessandria, Piacenza e Trieste) ( fonte ISTAT).

Apparato cardiocircolatorio.Ma anche i tassi di mortalità dell’apparato cardiocircolatorio “sensibilissimi all’inquinamento ambientale” subiscono notevoli incrementi in questi decenni nella Provincia di Savona. Sono morti per malattie dell’apparato cardiocircolatorio il 3,53 per 1000 abitanti del 1961 con 928 decessi ; il 6,79 del 1988 con 1980 decessi ed infine si raggiunge la ragguardevole cifra del 7,07 nel 1998 con 1984 decessi mentre la media nazionale nel 1997 raggiunge “appena” il 4.

Indice generale di mortalità.Anche l’indice generale di mortalità ha avuto in questo periodo costanti incrementi in questa provincia. Nei primi anni ‘60 (1961) era di 10 decessi su 1000 abitanti con 2673 unità; saliva a 13 decessi alla fine degli anni ‘80 (1988) con 3885 unità e a 14,6 alla fine degli anni ‘90 (ISTAT 1999) mentre la media nazionale è intorno al 9. Il valore di 14.6 è molto alto risultando il terzo in Italia dopo le province di Trieste e Alessandria nel 1999 (fonte ISTAT).

CONCLUSIONI. Tali considerazioni vogliono essere di stimolo per riproporre una “seria, rigorosa e completa indagine epidemiologica” che da decenni invano chiediamo a tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori di questo territorio come d’altra parte fortemente richiesto oggi anche dal Comitato per la difesa dell’ambiente di Legino e Zinola che è riuscito ad ottenere l’interessamento della Regione Liguria. Rimane in noi l’amarezza di dover constatare come gli amministratori di una provincia così martoriata con una chimica allo sfacelo ( ACNA e Stoppani), la cosidetta “vocazione carbonifera” (centrale ENEL e cokeria di Bragno), le innumerevoli discariche, il vecchio inceneritore, il megadepuratore di Zinola, ecc… non abbiano mai sentito il bisogno di avviare a tutela della popolazione una estesa ed approfondita indagine epidemiologica del tipo di quella promossa dal Piemonte (vedi studio APHEA del 1997 allargato a diverse città Europee).

Gli ambientalisti savonesi da decenni ormai denunciano la pericolosità dell’inquinamento provocato dalle centrali a carbone. Gli studi della National Academy of Science sostenuti dallo stesso prof. Ippolito affermano che:“….una centrale a carbone da 1.000 MW provoca ogni anno circa 25 decessi, 60.000 casi di malattie respiratorie e danni alle cose per circa 12 milioni di dollari”.Ma al contrario gli amministratori savonesi “senza pudore” ancora oggi ripropongono un megaterminal carbonifero a Savona e nuove centrali a carbone in val Bormida.

M.o.d.a Dott. Agostino Torcello (Medico), Dott. Virginio Fadda (Biologo) Wwf Verdi Storici

AGOSTO 2009

 Consiglieri della IV Circoscrizione chiedono UNA COMMISSIONE SCIENTIFICA PARITETICA !!!

Riceviamo e postiamo la richiesta da parte dei consiglieri Renzo Briano, Roberto Bozano e Vittorio Pandolfino di formare una commissione scientifica paritetica in grado di fare finalmente luce in maniera oggettiva e dare risposte ai cittadini in merito alle problematiche dell’ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure. Dal canto nostro auspichiamo che la richiesta venga accolta a tutti i livelli decisionali in modo da inchiodare ciascuno alle proprie responsabilità e affinché venga fuori una volta per tutte la verità ….. allora si che ne vedremmo delle belle !!!!

Al COMUNE di SAVONA – CIRCOSCRIZIONE IV (c.a. del Presidente Signor Francesco Murialdo)
Al COMUNE di SAVONA (c.a. dell’Assessore ai Quartieri Signor Francesco LIROSI)
Al Signor SINDACO Dr. Federico BERRUTI

Rif: situazione ambientale ed ulteriore gruppo da 460Mw
Oggetto: Commissione scientifica paritetica

Vista e considerata la normativa vigente in materia che disciplina le convocazioni Comunali e Circoscrizionali;

Vista e considerata la normativa vigente in tema di prevenzione e tutela della salute pubblica;

Vista e considerata la normativa vigente sulla trasparenza e libero accesso L. 241/1990 e DPR n. 352/1992 ed ulteriori integrazioni;

Visto e considerato che le polveri sottili Pm 10 e Pm 2,5 superano i livelli di guardia e che le concentrazioni maggiori dei micro inquinanti si registrano a fine di ottobre e a fine dicembre, come si evince dal Rapporto sullo stato dell’Ambiente realizzato dal Comune di Savona in collaborazione con l’ARPAL, raggruppando le rilevazioni del 2005 su mobilità, trasporti e condizioni dell’aria;

Visto e considerato che tra gennaio 2006 e settembre 2006 la concentrazione di PM 10 nell’aria di Savona ha fatto registrare sforamenti dei limiti per ben 46 volte (e nel 2005 i casi di superamento dei limiti giornalieri erano stati 53), contro un massimo consentito fino al 2010 di 35, e valori massimi raccomandato dall’OMS per la protezione della salute di 3 superi/anno;

Visto e considerato che la documentazione regionale pervenuta documenta che il particolato, la CO2, gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo prodotte dalla centrale termoelettrica a carbone di Vado Ligure sono la maggiore fonte di inquinamento dell’intera Provincia, nonché causa di critiche condizioni della qualità dell’aria valutate mediante metodi indiretti come la biodiversità e la bioindicazione lichenica, e che in Provincia si Savona si registrano i più elevati livelli di radioattività della 4 Provincie della Liguria (ARPAL 2001);

Visto e considerato l’esame epidemiologico espletato dall’IST, nella persona del Prof. PUNTONI (specializzato in epidemiologia) dal risultato inquietante, (come sostenuto dall’Ordine dei Medici di Savona ed ISDE) e quello successivo espletato dalla biologa D.ssa Vercelli dal tenore tranquillizzante;

Visto e considerato lo studio della Comunità Europea Externe che calcola per la popolazione residente in Provincia di Savona un danno esterno provocato dalla centrale Tirreno Power in termini di mortalità e di morbilità pari a oltre 26 milioni di euro/anno;

Visto e considerato che il Dott. Paolo Franceschi (pneumologo e referente scientifico della Commissione Ambiente e Salute dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Savona); Dott. Agostino Torcello (pneumologo) e il Prof. Virginio Fadda (biologo) suggeriscono a tutti i Consiglieri della IV Circoscrizione e del Comune di Savona che:

VENGA DELIBERATO:
Una Commissione Scientifica Paritetica (nominata da Enti Locali e ricercatori scientifici del luogo) al di fuori di ogni sospetto, atta a verificare se:

  • Gli studi epidemiologici condotti dall’IST di Genova per conto dell’Assessorato all’Ambiente siano stati condotti in maniera corretta al fine di descrivere in maniera adeguata i rischi aggiuntivi per la salute dei cittadini della Provincia di Savona esposti alle emissioni della centrale termoelettrica Tirreno Power;
  • Le conclusioni dello studio Externe della Comunità Europea sia stato preso in adeguata considerazione, onde, eventualmente, intraprendere opportune iniziative conseguenti a detta valutazione del danno;
  • Le polveri sottili emesse (PM 2,5) dalla centrale Tirreno Power, siano state monitorate da Ente Pubblico, in quale maniera e da quanto tempo;
  • Lo studio riferito alla componente chimico-fisica delle polveri sottili, come già deliberato da questa Circoscrizione, si palesi necessario ed indispensabile;
  • Le ceneri prodotte e derivate dalla combustione del carbone vengono smaltite in siti idonei e se le medesime siano state monitorate anche sotto il profilo della percentuale di radioattività;
  • I bassi valori di biodiversità lichenica riscontrati in Provincia di Savona non siano da attribuire in larga misura all’inquinamento da combustione del carbone utilizzato dalla centrale Tirreno Power.

I Consiglieri della IV Circoscrizione del Comune di Savona:
Renzo Briano
Roberto Bozano
Vittorio Pandolfino

……COMUNICATO STAMPA…..28 NOVEMBRE 2008

…..Per la CO2 poi già nel 2006 con 3,8 milioni t/a Tirreno Power sforava di 500.000 t/a il limite impostole a livello nazionale per il rispetto del protocollo di Kyoto. Raddoppiando a 7,5 milioni di tonnellate si raggiungono valori che sono del tutto incompatibili con la riduzione del 20% imposta a livello europeo e che aggraveranno notevolmente il bilancio dello stato e la bolletta per le imposizioni sulla CO2 prodotta in eccesso a livello nazionale. E in ultimo come non ricordare i danni alla salute e all’ambiente stimati secondo i parametri della Unione Europea per la centrale Tirreno Power da un minimo di 110 MILIONI DI EURO/ANNO fino a un massimo di 500 MILIONI DI EURO/ANNO ed una mortalità prematura di circa 100 morti/anno con una mortalità cumulativa in 30 anni di funzionamento di circa 3.400 morti. (vedi studi Usa ). Appare dunque chiaro anche oggi, quando nuovi studi ed approfondimenti sono stati fatti dalla comunità scientifica internazionale rispetto ai danni della combustione del carbone, quanto sia giusta la richiesta fatta già nel 1988 dall’Istituto Superiore di Sanità di Depotenziamento e completa metanizzazione di questa “centrale in città” votata oltretutto dai Comuni di Vado, di Quiliano, di Savona, dalla Provincia per 2 volte e ancora recentemente dal Comune di Spotorno….. ma nonostante tutto nulla di ciò è stato fatto e contro ogni logica si continua ad insistere nella combustione del carbone. Stupisce e spaventa poi la posizione del Presidente regionale Burlando ” …Aspettiamo che ci chiamino e, soprattutto, aspettiamo che il Ministro Prestigiacomo firmi il decreto. Per ora non mirisulta l’abbia fatto” (Il Secolo XIX del 28 novembre ’08) che invece di opporsi nettamente a Tirreno Power esprime una posizione pericolosamente attendista rispetto addirittura al potenziamento a carbone.

Dr. Virginio Fadda (biologo) Dott. Agostino Torcello (medico pneumologo) MODA Savona

DA IL FATTO QUOTIDIANO 21 SETTEMBRE 2010

“Costi sociali per 142 milioni di euro e 3.380 morti premature in 30 anni di funzionamento del sito”. E’ da brivido la denuncia dei medici Virginio Fadda (biologo) e Agostino Torcello(pneumologo), dell’associazione ambientalista Moda di Savona. Secondo Moda se la regione Liguria nei prossimi giorni deciderà di dare il via libera all’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), controllata dalla Sorgenia di Carlo De Benedetti, i cittadini pagheranno un prezzo altissimo. Il loro studio si aggiunge alle polemiche nate nel mese di agosto: dieci domande scomode che personalità della cultura, della medicina e della politica, insieme a comitati savonesi e comuni avevano rivolto all’editore di Repubblica.

Ma quali dati si basa l’apocalittica previsione dei comitati ambientalisti? Il Moda ha paragonato le emissioni della Tirreno Power con quelle della centrale a carbone di Sempra Twin Oaks 3 in Texas (Stati Uniti) e ha fatto la stima sulla base di uno studio condotto dal Public citizens Texas office and the Sustainable energy and economic development coalition. Dal canto suo Tirreno Power replica in maniera netta: “Sono affermazioni alle quali non possiamo rispondere perchè analoghe ad un contesto diverso. Sono posizioni assolutamente estremiste al limite del procurato allarme e non sono da prendere in considerazione. Noi rispondiamo con i nostri dati ambientali perchè una centrale esercita la propria attività all’interno di un contesto normativo stringente”.

“Non sono una nostra invenzione questi numeri”, spiegano Fadda e Torcello. “Le nostre stime sono state fatte attraverso i parametri della Commissione Extern dell’Unione Europea in base alla produzione media di emissioni degli ultimi anni e anche per la mortalità le stime sono prudenti perchè viene considerata una zona del Texas con una popolazione notevolmente inferiore a quella di Savona”. Per le associazioni ambientaliste è questo il motivo che spiega il basso prezzo del carbone: costa poco finchè non si considerano tutti i costi esterni.

E con gli stessi parametri l’associazione ha calcolato anche i costi totali in rapporto alla emissioni: 36,5 milioni di euro all’anno per danni alla salute, alle coltivazioni, alle cose e 106 per i cambiamenti climatici, per un conto da oltre 142 milioni di euro. Numeri che stabiliscono una relazione tra l’uso del carbone per generare energia e il suo impatto sulla salute. Perchè qui nei centri abitati più vicini alla centrale il tasso di mortalità aumenta con la vicinanza all’impianto. Sotto esame le patologie come ictus, cancro ai polmoni, alle corde vocali e infarti che superano pericolosamente la media nazionale. Questi sono i dati correlati alle dieci domande rimbalzate in rete e sui giornali locali.

Da parte di Tirreno Power però nessun dubbio: si avanti con il progetto. E dopo l’ok del Ministero dell’Ambiente all’ampliamento ora il pallino è in mano alla Regione Liguria che nei prossimi giorni esprimerà il suo parere.

“Non abbiamo risposto alle domande – dichiara Tirreno Power – perchè sono domande a cui non è possibile rispondere”. La linea è dialogare con le istituzioni perchè c’è la disponibilità di investire 150 milioni di euro per interventi di miglioramento e aumento della potenza prodotta nell’impianto. Ma ad una condizione: “Vogliamo un ritorno economico” dichiara la proprietà.

di Curzio Rosso

Alla cortese attenzione del Presidente della Provincia di Savona Sig. Angelo Vaccarezza
Oggetto: Proposta “Rifiuti zero” per la Provincia di Savona

I sottoscritti Virginio Fadda e Agostino Torcello rappresentanti del M.O.D.A. di Savona e Marco Caviglione dell’ ISDE Medici per l’Ambiente di Savona, in alternativa al pericoloso incenerimento dei rifiuti oggi prospettato dalla Provincia, Le inviano la proposta per Savona e Provincia del modello “rifiuti zero” estendendo, come primo passo irrinunciabile di selezione alla fonte di produzione del rifiuto, il “modello Laigueglia”, che da Ottobre 2009 farà partire la raccolta differenziata “porta a porta”, a tutta la provincia di Savona (clicca qui per scaricare l’ allegato) .
“Rifiuti zero”, come illustrato negli allegati, prevede la rinuncia a qualsiasi tipo di incenerimento, sia come CDR nelle centrali termoelettriche e cementifici (prevista dal Piano Provinciale Rifiuti) che come combustione dei rifiuti in costosissimi e dannosi inceneritori, per i motivi ampiamente dimostrati sia di danni alla satute che di esagerati costi economici. Condividiamo quindi la lettera (
clicca qui per scaricarla) inviata dalla Dr. Anna Stramigioli del comitato italiano per “Rifiuti zero” al Prof. Paul Connett che a San Francisco ha applicato con successo il progetto “rifiuti zero” con enormi vantaggi economici e occupazionali e che sarà in Liguria il 23 e 24 Settembre.
Nella speranza che tale innovativa e moderna politica dei rifiuti possa essere presa in considerazione dalla Provincia , in virtù dei miglioramenti ambientali, di risparmio economico e di vantaggi occupazionali che comporta, Le porgiamo cordiali e distinti saluti.
Rimaniamo a Sua disposizione per eventuali chiarimenti e/o documentazione.

Dr. Virginio Fadda (Biologo)
Dott. Agostino Torcello (Medico)

 

 

Savona, la Madonna degli Angeli in attesa di aiuto, osserva in silenzio devozione e amore

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Giò Ambrogio Pavese, frate cappuccino, sul finire del XVI secolo, precisamente nel 1596, ebbe la bella idea di edificare sulle alture di Savona, sul monte Ornato a 165 metri sul livello del mare, la piccola chiesa della Madonna degli Angeli con la facciata rivolta ad est, quasi a voler guardare con occhio benevolo la città che più volte le ha <voltato le spalle>.

di Gianfranco Barcella

Il frate, membro di una ricca e numerosa famiglia savonese, consigliere di Stato del Duca Emanuele Filiberto di Savoia, abbandonò il convento di San Barnaba a Genova  per ritirarsi nel suo podere di Savona, oltre gli Orti Folconi, sulle pendici del monte Ornato, appunto. Si rifugiò in alcune cellette limitrofe alla chiesetta, per condurre una vita da eremita, ma ben presto a causa dei rigidi inverni abbandonò il suo eremo per trasferirsi a Torino.

Nel 1623 il Pavese cedette alla Repubblica si Genova tutti i diritti riguardanti la chiesa da lui costruita in cambio dell’assicurazione da parte della Superba di fare celebrare mensilmente una messa. Nel medesimo anno fu rubata la campana (le cronache dell’epoca additano come colpevole un padre scolopio) e questo fatto deprecabile fu l’inizio di tante disavventure che si susseguirono nei secoli.

Nel 1630 il Padre Giò Ambrogio Pavese, preso dalla nostalgia per il suo romitorio savonese, rivolse i suoi passi nuovamente verso Savona. Era un’epoca martoriata dalla peste e lungo il viaggio di ritorno, il frate venne colpito dal morbo mortale. Morì ad Altare il 21 Gennaio 1631, all’età di settantatré anni.

Nel 1650 la chiesetta fu interdetta perché era stata ridotta a ricetto di pecore ed altro bestiame. Si narra inoltre del ritrovamento al suo interno, nel 1653, del cadavere  di un militare suicida.

Nel 1654 il vescovo Francesco Maria Spinola si recò in visita alla chiesa, la benedisse e autorizzò la ripresa delle celebrazioni eucaristiche. Giunsero poi all’orizzonte della storia gli anni della guerra di successione austriaca (1741-1748) e la città di Savona fu invasa dall’esercito sabaudo (1746-1749); quindi fu bombardata dalla flotta inglese (17 luglio 1749) fino a quando dopo la pace di Aquisgrana nel 1748, la Repubblica di Genova rientrò in possesso dei suoi territori tra cui Savona. Probabilmente la chiesa fu occupata dalle truppe nemiche, subendo notevoli danni. Per questo motivo Padre Giuseppe Maria Montaldi chiese il permesso di ripararla. Nonostante le travagliate vicende non si era spenta la devozione dei Savonesi per quel luogo di culto. Infatti supplicarono papa Pio VII, prigioniero a Savona dal 1809 al 1812 e poi per un solo mese nel 1814, di concedere l’indulgenza plenaria per il giorno della fede, il 2 Agosto, dedicato alla Beata Maria Angelorum.

Questo fu l’ultimo episodio, censito dalla storia locale riguardante la chiesa seicentesca. Non è dato sapere con precisione, cosa sia capitato nei cent’anni successivi. Furono di certo un cammino verso la rovina. Quando tutto sembrava ormai perduto per sempre, nel 1929 si levò l’appello del prof. F. Noberasco per la ricostruzione della Chiesa della Madonna degli Angeli. Rispose con grande cuore e determinazione Mons. Tommaso Fonticelli  parroco della Chiesa di San Francesco da Paola. La chiesa, nell’agosto del 1930 fu completamente ricostruita, seppur in dimensioni ridotte, con una spesa di lire 35.974,20, interamente sostenuta dai fedeli. Nel corso degli anni seguenti, si sono succeduti furti e devastazioni e solo nel 1982 l’impresario Cav. Gerolamo Delfino si impegnò a dare decoro a quell’edificio sacro, restituendolo al culto dei fedeli.

Sono trascorsi trent’anni e il luogo del cuore dei Savonesi è stato nuovamente abbandonato a se stesso. Soltanto nel giorno di festa della Madonna degli Angeli, il 2 Agosto, qualche persona di buona volontà, saliva, tempo addietro, lungo il sentiero a rendere grazie alla Vergine, facendo celebrare la santa messa.

Il tempio, di proprietà della diocesi di Savona e Noli, è visibile da ogni dove della città con la sua presenza discreta e rassicurante. Fedele compagna di tante generazioni che le hanno confidato speranze e desideri, oggi è inagibile. Ha una navata unica con la volta a sesto ribassato, coperta da  <ciappe> di ardesia dalle quali filtrava acqua piovana. Parti della falda del  tetto sono state divelte per poter scendere dall’alto e mettere a soqquadro la sacrestia. Poi è stata scardinata la porta  per poter uscire. L’umidità è fiorita a chiazze sulle pareti che, pur non presentando pitture a decorazione, sono state deteriorate dal tempo. Tra l’altro è stato asportato un ornamento laterale dell’altare in marmo. Il pavimento in completo dissesto, ospita una stampa della Madonna, appoggiata a terra, in attesa di visitatori che vogliano continuare l’opera dei ladri sacrileghi. La porta d’ingresso agevola il compito. Lo stato precario di conservazione ha suscitato il sensibile intervento di alcuni cittadini, riuniti in un comitato che ha promosso una raccolta fondi, destinati al restauro, ma le esigenze economiche più impellenti  della Parrocchia di San Giuseppe hanno indotto lo storno del denaro verso altri capitoli di spesa.

E’ stato un vero peccato perché è rimasta nel cuore di chi, anche non credente, l’ha raggiunta inerpicandosi per un sentiero che si dipana nel boschetto sovrastante l’abitato di via N.S. degli Angeli. Ricordiamo che con comunicazione, datata 12 dicembre 2009, la cappella è stata dichiarata dal Ministero per i Beni Culturali, di interesse storico-artistico di particolare importanza e come tale sottoposta a tutela della competente soprintendenza. Grazie all’impegno dell’associazione GNN 2010, ed al contributo di alcuni volontari sono stati eseguiti  interventi minimi al tetto; la via del sentiero sterrato è stata ripristinata e intitolata con deliberazione toponomastica del Comune di Savona, alla beata Chiara Luce Badano.

La chiesina della Madonna degli Angeli è stata considerata <luogo del cuore> dal sesto censimento F.A.I (Fondo Ambiente Italiano). Nel 2012 è stato il luogo più votato della Liguria e il 17° a livello nazionale. L’iniziativa era nata esclusivamente dalla volontà di valorizzare e recuperare un luogo di grande valore storico-culturale-religioso che ancora necessita di urgenti lavori di ristrutturazione e di consolidamento così come l’area circostante.

Molti si sono mobilitati: Associazione Genitori Parco delle Nazioni con il patrocinio del Comune di Savona, l’Associazione Nazionale Alpini, l’Aib Savona, la comunità parrocchiale di San Giuseppe e l’attaccamento di tantissime persone solidali  per quel piccolo edificio sacro aveva portato alla raccolta di quasi 24.000 euro e aveva ottenuto 13.664 segnalazioni. Ma come già accennato in precedenza, tutto è sfumato nel nulla. Notizie aggiornate al 2018 davano la chiesa inagibile.

Sono certo che il 2019 sarà un anno foriero di eventi propizi per la chiesetta di Nostra Signora Madonna degli Angeli che continua ad osservare in un amorevole silenzio, l’orizzonte pieno d’incanti della città di Savona.

Gianfranco Barcella

Savona città di cultura: recupero del vecchio carcere e facoltà universitaria al Sant’Agostino, Biblioteca al Santa ChiaraIre Spa: oggi abbiamo bisogno di voi

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L’apertura di un confronto su ristrutturazione e recupero dell’ex-complesso carcerario di Sant’Agostino. L’ex convento agostiniano risalente al 1300, successivamente ex carcere giudiziario della Provincia, sorge sulla collina di Monticello alle spalle delle rovine del cinquecentesco complesso domenicano.
Il bene–oggi di proprietà dell’Agenzia del Demanio- è ubicato nel centro storico di Savona, adiacente alla centrale Via Paleocapa ed è inserito all’interno di una zona prevalentemente a carattere residenziale. . Il compendio risulta soggetto a Vincolo culturale già posto con provvedimento del 25.11.1969 da parte del Ministro della Pubblica Istruzione. Recentemente l’Agenzia del Demanio ha commissionato alla Società IRES.p.a la redazione di uno studio di fattibilità volto all’acquisizione di tutti gli elementi funzionali alla valorizzazione del compendio.
L’IRE s.p.a. ha allora lanciato questa proposta di dibattito all’insegna di questo slogan: PER DISEGNARE IL FUTURO DELL’EX CARCERE OGGI ABBIAMO BISOGNO DI VOI.
Lo scopo è:
Per completare il quadro delle conoscenze sul contesto territoriale
•Per traguardare sinergie con attività e/o progetti in corso
•Per individuare possibili destinazioni d’uso per l’immobile
•Per indicare i soggetti interessati alla riqualificazione dell’immobile •Per comporre scenari alternativi per il riuso dell’immobile.
L’occasione può essere buona per ripresentare un progetto di centro città destinato alla cultura, superando l’imbarazzante degrado che sta avvolgendo da anni il cuore della nostra Città già in preda alla grave crisi indotta dal processo di de industrializzazione che ne ha snaturato nel tempo identità e presenza.
Pensiamo allora a rilanciare l’idea del Centro Città come sede del rilancio culturale, attraverso il ritorno all’uso pubblico del tema decisivo del recupero dei grandi contenitori storici,
Nel 2006 avevamo presentato questo progetto ma si era scelto di destinare l’edificio dell’ex-Ospedale San Paolo ad uso privato mentre per Palazzo Santa Chiara si prevedeva ancora l’utilizzo come sede dell’Autorità Portuale e poi nel frattempo non si è più mosso nulla.
Adesso l’occasione può ripresentarsi proponendo l’edificio dell’ex-convento – carcere di Sant’Agostino a sede universitaria di facoltà umanistiche e di Palazzo Santa Chiara a principale biblioteca della Città: con una evidente relazione di sinergia tra le due strutture.
Questo progetto conterrebbe in sé anche quel discorso di riavvicinamento tra l’Università e la Città (senza nulla togliere al Campus di Legino) fornendo occasione di rilancio sia sul piano culturale sia su quello economico.

Franco Astengo

Savona dormiva? Svegliata dai ‘giullari’E don Magnano dava la carica. Le flebo di Grillo tra cementificazione e inquinamentoCosa resta oggi dell’informazione alternativa

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Ci criticano perchè la prima nostra regola – comandamento è fare informazione della memoria. Convinti che un popolo senza memoria non ha futuro. Rimproverati da destra e da sinistra, da professionisti o meno della politica (quelli tanto avversati in tv da Silvio Berlusconi), da colleghi giornalisti, come da imprenditori ed affaristi. Ripetono che non serve a nulla ed interessa a pochi voltarsi indietro, meglio guardare avanti anche se, a volte, si prendono clamorose facciate proprio per aver dimenticato la lezione del passato.

Per gli abituali detrattori che usano l’arma prediletta della ‘terra bruciata’ e noncuranza, chissà come suoneranno le parole che scriveva don Angelo Magnano, giornalista e all’epoca direttore  de il Letimbro fondato nel 1892: ‘Savona svegliata dai ‘giullari’, la speranza è che i savonesi  non debbano sempre farsi delle flebo di Grillo per interessarsi alla cementificazione della costa e inquinamento da carbone, tengano desta la coscienza critica e civica anche nella quotidianità e se ne ricordino soprattutto al momento del voto”.

Intanto cosa è rimasto di quell’eredità degli ‘Amici di Beppe Grillo di Savona‘. Cosa è rimasto della “trionfale serata che ha visto la partecipazione di oltre 10 mila persone”. Cosa è rimasto del ‘diamo la carica‘ per la Margonara, la centrale a carbone Tirreno Power (vedi altro servizio in questo numero di trucioli.it), la cokeria di Cairo Montenotte, il Santa Corona di Pietra Ligure (dimenticavano la sorte dell’ex cantiere navale Rodriguez, già Gruppo Messina), i porticcioli turistici con i loro mega yacht di lusso (secondo i benedetti promotori e sostenitori avrebbero dato slancio straordinario e di classe al turismo della Riviera con ripercussioni nell’entroterra e nell’indotto). Poi la salvaguardia dell’ambiente, le energie rinnovabili, il problema delle infrastrutture a cominciare da una viabilità soffocata dalle carenze e dalla politica anti-ferrovia a vantaggio dell’industria automotiva, smaltimento rifiuti e differenziata, le polveri sottili anche da traffico urbano e le malattie che provocano.

Cosa è rimasto oggi dei politici, degli amministratori locali, dei Vip del potere. Grillo citava Bertolotto, presidente della Provincia, ora lo si vede perlopiù agli incontri organizzati da Comunione e Liberazione. Federico Berruti, il sindaco commercialista e revisore dei conti del flop nel bilancio comunale, 12 milioni di euro lasciati in eredità. Sul ‘Via’ all’ampliamento da parte della Commissione nazionale, non ebbe indugi a definirlo un “atto di imperio, calato a viva FORZA E ANCORA UNA VOLTA ASSISTIAMO AGLI ATTI DI UN GOVERNO CHE PARLA DI FEDERALISMO E INVECE SI COMPORTA  IN MODO ANTIFEDERALISTA. Un accanimento  contro un territorio che ha già dato molto. ” E lanciava un monito: “Così ci sia spinge verso posizioni sempre più radicali. Trovo incredibile  che il sistema complessivo di enti locali, dai Comuni alla regione, sia stato escluso da una valutazione che è si tecnica, ma che  si è tradotta in un atto politico; l’esclusione del territorio, i cui motivati pareri non sono stati tenuti in conto. Tra Savona e Vado ci sono 80 mila abitanti.. …assistiamo ad un accanimento controproducente che indebolisce chi cerca di governare in modo equilibrato il rapporto tra ambiente e sviluppo. Io sono per l’ambientalismo del fare e non per quello del no. Non posso sottovalutare il problema del carico ambientale su questo territorio. Se all’ambiente contrappongo le forzature come in questo caso ci troveremo tutti costretti a rivedere le nostre posizioni.” Nel 2005, da vice presidente della Provincia, Berruti si era opposto con fermezza all’ipotesi di una centrale e a carbone  da 300 megawatt nell’ambito del pacchetto per il rilancio di Ferrania (alla quale Provincia e Comuni opposero, con la proprietà e il ministro Claudio Scajola la disponibilità per una centrale a metano. Contrari al carbone anche il sindaco di Spotorno Bruno Marengo e di Noli Ambrogio Repetto.

Tornando a Grillo faceva pure il nome di Burlando, ex ministro dei Trasporti, per due mandati presidente della Regione, ma anche ex sindaco di Genova. Ancora Scajola che da ministro benediceva comunque, in sintonia con l’Unione industriali il potenziamento a carbone. Canavese, da dominus all’Ente porto, al senato leghista, a consulente di Gavio mega imprenditore delle autostrade e di infrastrutture in Italia e nel mondo). Luciano Pasquale, da 5-6 presidenze, oltre a cariche minori, a presidente dell’Unione Camere delle Riviere.

Le dichiarazioni post ‘bagno di folla della Grillo memoria‘ erano affidate a Patrick, chi sarà stato mai da non rivelare anche il cognome. Proprio da chi, nell’annuncio del suo verbo (di Grillo) poneva l’importanza di essere informati su cosa sta veramente succedendo sul nostro territorio e di conseguenza puntare ogni sforzo a divulgare una “corretta e completa informazione“. Niente spazio, pare di capire, già allora, per chi sceglie di informare con lo strumento della memoria.

All’epoca, luglio 2007, Nicola Reineri – dal maggio 2010 ebbe un periodo alla segreteria particolare dell’assessorato alla Politiche sociali della Regione Liguria –  scriveva che a Savona  “non vogliono essere etichettati come fans sfegatati di Beppe, non sono un’associazione, non hanno uno statuto e neanche un regolamento, non esistono cariche e ruoli definiti all’interno…il gruppo di attivi – indicati rigorosamente solo per nome di battesimo – in Patrick, Francesco, Stefano, Massimo, Andrea, Barbara ed Antonio“. “ ,….si incontrano una volta in settimana alla Sms Milleluci di Legino senza mai redigere un verbale delle riunioni…E a Savona il gruppo esiste dalla fine del 2005 e nel 2007 contava  200 iscritti. Stefano in occasione dell’ultima festa della mamma ricordava che ai clienti di una cooperativa di consumo di calice Ligure (2500 soci) sono state distribuite gratuitamente 200 borse di stoffa con il logo degli amici di Beppe Grillo di Savona e di altri sponsor….a la borsa o la vita… era lo slogan ad effetto.”

E don Angelo Magnano che con l’avvento del nuovo vescovo è stato chiamato a Vicario generale della Diocesi (con un futuro da primo giornalista ligure con la porpora e di esimia famiglia della storica industria Scarpa & Magnano), invitava ad esercitare “quella virtù evangelica, così trascurata, che va sotto il nome di ‘vigilanza’.

Già cosa è rimasto di quel ‘cane da guardia’, non solo del potere, ma anche di risveglio, di una società portata più a seguire le frivolezze della cronaca nera quotidiana piuttosto che le inchieste giornalistiche – di fatto sparite dal giornalismo savonese -,  sempre pronti ad occuparsi  della sorte di cani e gatti a quattro zampe, piuttosto che raccontare i drammi taciuti e nascosti. Trucioli da mesi, con le povere forze e il totale volontariato, sta seguendo storia e analisi dell’impennata di tentati suicidi, soprattutto di giovani savonesi, in particolare di femmine. Con un incremento, ultimi dati ufficiosi appresi, del 7-8 per cento. Non fanno clamore perchè  prevale quella riservatezza che è dovuta e condivisibile. Resta il rapporto davvero riservato ed invalicabile tra paziente e psichiatra, tra paziente e psicologo. Più suicidi tra giovani, il dramma  (taciuto)non può interessare, sconvolgere solo quando ci si trova alle prese con il caso eclatante come è del resto accaduto per la ragazza di Vado Ligure che si è data fuoco, seguendo l’esempio del padre disperato, anni prima,

Cosa ne è di un’informazione ‘leggera’ che incurante della storia più o meno recente, ignora di fatto l’approfondimento, non lavora alla maturità del cittadino lettore. Un tempo facevano exploit in edicola i settimanali scandalistici del nudo e del crimine noir, tutto di guadagnato se corredato da servizi fotografici per i quali non si badava alla spesa, alla ricompensa. E’ vero, faceva faville anche il settimanale e quotidiano satirico che più satirico non si poteva. Ai nostri tempi viviamo l’informazione che valenti opinionisti (Marco Travaglio, tra i tanti)  definiscono ‘discarica’ di Facebook ‘e che forse non è corretto generalizzare. Non fanno un buon servizio neppure chi maschera il giornalismo con la pratica del ‘copia e incolla‘, delle veline spacciate per comunicati stampa.

Non c’è di fatto distinzione tra un Franco Astengo che si è sempre occupato della storia economica, sindacale e sociale di questa provincia, di riflesso della Liguria, e chi distribuisce lezioni a sbucato da un cavolo.

Un’informazione ed un giornalismo – continua la caduta libera anche in Liguria delle copie vendute in edicola – che non premia la ‘schiena dritta’ alla Mario Molinari, bensì il mestiere ( davvero  quarto potere?) che beneficia di prebende con uffici stampa nel pubblico e nel privato. Purchè non si faccia parte dei battitori liberi. Accadeva e accade con la sinistra e la destra, con gli editori ‘illuminati’ e progressisti, con i più conservatori e settari. Per aspirare a mettere in pratica la tua indipendenza, il bagaglio culturale e di valori portanti di un giornalismo libero, non ingabbiato, non devi professare l’informazione alternativa. E se ti illudevi che il cambiamento arrivava dai ‘giullari’ non ti resta che indossare gli abiti del giullare di turno. Per sopravvivere nella civiltà del capitalismo spinto e della globalizzazione generalista, comunista alla Cinese o ex comunista alla Russia, che non guardano in faccia neppure gli ultimi del Vangelo.

C’è chi, nel nostro piccolo, ricordava don Angelo, continua a provarci, non da ora”. E forse, aggiungiamo, potrà testimoniare la sua perfetta delusione. Combatti e non cambia nulla ? Ti impegni, mettendoci magari di tasca tua, per un’informazione senza padrini, se va bene ricevi pacche sulle spalle e devi guardarti da querele, azioni in sede civile, continue richieste di ‘rimozione di articoli’ per il preteso ‘diritto all’oblio’. Con una curiosità, scrivi e non ricevi smentite dagli interessati, né richiesta di rettifica. Passano gli anni ed ecco: “… la invito a rimuovere…in caso contrario dovrò ricorrere a vie legali…“. Irremovibili si resiste, in attesa delle conseguenze e senza essere eroi.

Luciano Corrado

 

 

Nasino nel cuore, ‘dimentica’ la centenaria:mamma, nonna di 3 nipoti, 4 volte bisnonnaA ottobre 103 anni per Maria Bico (Nucera), in gran forma ed ‘esilio volontario’ a Dubai

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A Dubai il cuore di due donne savonesi: Silvana, mamma e nonna di 4 nipoti e Maria Adelaide, mamma, 3 volte nonna e 4 volte bisnonna che da centenaria meriterebbe di non essere dimenticata dal natio Comune di Nasino, anche se risiede a Ceriale. E’ quanto aveva anticipato trucioli.it (vedi……….) con la notizia del ritorno in patria di Andrea Nucera, architetto, imprenditore e finanziare caduto in disgrazia in Italia. Per ora è tornato a Savona – agli arresti domiciliari per un tempo massimo di 6 mesi – grazie ad una trattativa tra i suoi difensori e l’autorità giudiziaria. Ad Abu Dhabi ha lasciato la sorella e la mamma, la terza compagna di vita, Simona Musso, la figlioletta nata negli Emirati e nonna Maria Adelaide Bico, 103 anni il 6 ottobre prossimo.

La più longeva cittadina con natali a Nasino, per quanti hanno ricordi storici, dal 1900 ad oggi.  E forse in assoluto. C’è un aspetto che non conosciamo. Il segreto elisir di longevità di Maria. La sua dieta salutare. I nostri vecchi montanari apprezzavano patate, legumi, castagne, pane con il forno di casa e grano locale, la pasta con farina del mugnaio del paese, il latte delle proprie mucche. E le ultimissime ricerche sui centenari italiani indicano un’alimentazione con il 50% di carboidrati. E meglio non eccedere con la farina doppio zero, insaccati, semmai abbondare anche nei legumi.

Maria Adelaide ancora in forma, buona memoria, lontanissima da medici, specialisti e medicinali, lava i piatti, aiuta la figlia a cucinare ligure, gioisce di avere la famiglia accanto, con l’eccezione del nipote Luca (lo sente al telefono) diploma da geometra, fratello di Andrea e Monica, rimasto a Ceriale e che trucioli, nel 2016, aveva intervistato in esclusiva. Si aggiungano altri tre pro-nipotini: due vivono in Valbormida, figli della seconda compagna e una nipotina in Riviera, figlia della prima moglie, sempre di Andrea Nucera.

Il sindaco Claudio Tessarin

Maria (a Nasino i Bico sono poco meno di una decina e non abbiamo approfondito eventuali parentele) si era trasferita a Ceriale, con residenza, dove abitava, in villa (finita nel fallimento), con l’unica figlia Silvana, donna dinamica e tenace che conduceva una rinomata azienda agricola: Nuova Orchidea Società semplice di Alberto Silvana.

In Valbormida vive la seconda compagna di Andrea, l’avv.Elena Caviglia, madre di due figli G. e D. Portano il cognome di papà Andrea Nucera e, come avevamo accennato, al centro di un durissimo contenzioso legale – coniugale che coinvolge i due ragazzi e tra le ragioni principali a spingere l’imprenditore a ritornare e che non vedevano da 8 anni, dalla fuga e la latitanza a Dubay. In Riviera abita la prima moglie dell’imprenditore, Emanuela Taramasso, famiglia pietrese, una figlia da Andrea.

Maria Adelaide centenaria che ha retto a traversie famigliari ed umane non comuni per una donna semplice, contadina e montanara. E Nasino, contrariamente a buone abitudini ormai consolidate – basta leggere quotidiani cartacei e on line -, non ha finora ‘festeggiato’ la sua centenaria. E’ vero, si trova all’estero. Almeno un mazzo di fiori, gli auguri del sindaco a nome della cittadinanza. Al di là della residenza ufficiale (a Ceriale che forse pochi sanno), è il buon senso a consigliare alla comunità di Nasino, al suo primo cittadino ‘foresto’, Claudio Tessarin, studi al Politecnico di Torino, simpatie leghiste, eletto nella lista Civica ‘Nasino nel Cuore’, a farsi interprete di una diffusa sensibilità e tradizione augurale. Sempre più spesso capita di trovare foto sui media e social con sindaci che si recano ora nelle abitazioni o più spesso nelle residenze protette per la consegna di un ‘omaggio floreale’. In qualche caso si fanno pure vive le Tv.

Forse è pretendere troppo da un piccolo Comune, dove il bilancio fa davvero stringere i denti (altro che l’opulenta Riviera !), di organizzare una trasferta negli Emirati, anche se non si tratta di un incontro calcistico o gita turistica di gruppo. C’è modo per un gesto etico, di riconoscenza, di valori nei confronti della compaesana mamma, nonna, bisnonna, che ha vissuto la Nasino d’altri tempi. Nata durante la prima Grande Guerra, con tanti  nasinesi al fronte e Caduti per la Patria, spesso tra inaudite sofferenze. Poi l’emigrazione post seconda  guerra mondiale verso la riviera di numerosi concittadini, c’è chi ha  fatto fortuna. Chissà quanti ricordi inediti la signora Maria custodisce e nessun scrittore locale ha mai raccolto. Cosa utile per la storia del paese degli ultimi due secoli, da tramandare con la testimonianza di chi c’era.

I sindaci di Nasino e Villanova d’Albenga, con assessori, a tavola sotto la bandiera della Lega Salvini premier

Nasino ricco peraltro di testimonianze preistoriche. Nell”arma di Nasino‘ , un riparo sotto una roccia, è stato trovato abbondante materiale che va dal paleolotico all’età romana e viene conservato nel museo civico di Albenga. Le case del paese, tipiche con i colori dell’architettura mediterranea, raccolte in piccoli gruppi e purtroppo solo in parte recuperate e abitabili. Edifici costruiti con esempio di architettura contadina: copertura in Iose, in pietra a vista, logge nel sottotetto, in particolare in frazione Costa e Vignolo.

Nasino e le sue tradizioni. L’8 settembre  si celebra la festa  della Natività della Madonna o di Curagna. Il santuario, costruito nel XVIII secolo, ha un impianto ottagonale. Un tempo erano rinomati i pascoli di Vernette, tipico paesaggio dall’aspetto alpino. E’ proprio la bellezza della natura, unita a ciò che resta della sua coreografia edificata, che ha spinto il primo turista tedesco ad innamorarsi di ormai povere case; ne acquista per pochi soldi una decina  e comincia a ristrutturarle. Doveva essere il volano che mancava, non è stato proprio così. Il paese ha continuato a spopolarsi, i pastori sono ‘scomparsi’, come la coltivazione dei terrazzamenti, il taglio dei boschi e del fieno, una vita di sudore e di sacrifici, senza molte fortune.

Solo grazie a chi ha continuato presidiare e lottare, Nasino resta una metà da riscoprire, conoscere e valorizzare come merita. Senza i tedeschi da seconda casa e qualche svizzero poteva andare peggio.  Tirarsi su le maniche è davvero un luogo comune caro alla politica che invece, oltre a sbandierare e vincere le elezioni a suon di slogan efficaci alla ‘pancia del popolo’ (prima gli italiani !), dal centro destra in Regione, al governo giallo verde nazionale, dovrebbero finalmente farsi carico di “prima i nostri paesi di montagna per frenare almeno la caduta libera, la desolazione di case vuote ed aree un tempo coltivate e produttive, ridotte a roveti”. Senza acquirenti e senza valore.

Si cominci a finanziare le infrastrutture per far da traino all’iniziativa privata. Si applichi, al di là di contributi, sovvenzioni, una diversa tassazione e diffusi incentivi per chi resta, cercando di sviluppare le attività virtuose e potenziali occasioni di indotto, posti di lavoro. Le priorità non sono sole le spiagge, gallina delle uova d’oro e beneficiarie di ‘aiuti pubblici’ alla voce turismo. Altrimenti si avvererà quanto si legge in uno studio dell’Università di Torino. Tra meno di un secolo il 90 per cento dei paesi in aree montuose, delle Alpi e Prealpi Marittime, liguri in particolare, andranno spegnendosi. Avvolte nel silenzio di tomba, con il campanile, le chiese vuote, il Municipio abolito, a ricordare un’antica civiltà scomparsa. E l’unica inversione, senza interventi radicali e non più rinviabili (Vedi i Pirenei o Alto Adige), può arrivare da presenze di stranieri del ‘terzo mondo’. E’ quanto già accade in alcune località di fondo valle imperiesi e savonesi. Dove, nelle classi, i bambini di ‘casa nostra’ sono in minoranza. Scolari forestieri, diciamo comunemente, in realtà sono quasi tutti nati nei nostri ospedali. Cittadini italiani spesso senza cittadinanza.

UN PASSO INDIETRO NELLA NUCERA STORY – Il rientro in Italia, un’occasione per Nucera, manco a dirlo, utile ai procedimenti giudiziari pendenti. In particolare il mega processo  per il crack milionario (oltre 400 – 500 milioni) della capogruppo Geo SrlNucera che – e lo avevamo anticipato – ha scelto di non farsi interrogare. Ha presentato un dettagliato memoriale in cui risponde, punto per punto, alle contestazioni contenute nei capi di imputazione (una trentina). Nel frattempo sono in corso altri due procedimenti minori ed è probabile scelga  di ‘collaborare’, rispondere alle domande del PM.

Il primo filone del clamoroso ‘affaire’ era stato il processo per il  mega complesso residenziale T 1 di Ceriale, conclusosi a febbraio 2016 con una drastico ridimensionamento delle accuse: assoluzioni da vero e proprio colpo di scena, dai più inatteso. E dire che si trattava del pilastro portante sostenuto dai magistrati inquirenti. La ‘madre’ di tutte le disgrazie, con il tracollo finanziario dell’impero Nucera, la revoca delle linee di credito di 8 banche, la più esposta la Carige di Genova. Nel dicembre dello scorso anno era stato, inoltre, dichiarato nulla il decreto di latitanza (con due richieste internazionali di arresto respinte dal governo di Dubay) per l’imprenditore e la compagna convivente. Nei primi mesi del 2012 non avevano ricevuto la notifica di fine indagini,  preludio alla richiesta di rinvio a giudizio che era puntualmente arrivata.  Già in sede di udienza preliminare, il team di difensori ( Carlo Biondi con il noto penalista  Franco Coppi  e Piero Pomanti)  avevano sostenuto che la scelta di dichiararli latitanti fosse illegittima, perchè formalizzata senza aver svolto indagini approfondite sul luogo di residenza della coppia. Tesi peraltro respinta  dal Gup Maurizio Picozzi che li aveva rinviati a processo.

Il collegio giudicante  ha accolto l’eccezione dei difensori ai quali, questa volta, si era ‘uniformato’ (nullità del decreto di citazione) il pubblico ministero.   giudizio del tribunale 19 imputati, tra essi l’ex patron di Carige, il dominus Giovanni Bernerschi che già trattava, da alto funzionario, con l’imprenditore edile venuto dal Sud e che in Riviera aveva fatto fortuna: Giovanni Nucera, consigliere comunale ad Albenga, eletto nelle elezioni del 1988, il più votato delle lista del PSI (vedi a fondo pagina), per un periodo anche segretario amministrativo provinciale del partito. Lui da migrante con la quinta elementare a solido imprenditore del ponente savonese, il figlio primogenito, Andrea, laurea in architettura e stage all’Università di Cambridge.

Andrea Nucera che in primo grado (e in attesa dell’appello) era stato condannato a 4 mesi di arresto (non reclusione) e 18 mila € di ammenda.  Al geometra Giuseppa Parrinello, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Ceriale, poi trasferitasi a quello di Andora, inflitti  2 mesi di arresto, 10 mila € di ammenda. Il nuovo pubblico ministero Vincenzo Carusi  (l’inchiesta l’aveva iniziata e condotta il dr. Danilo Ceccarelli, col coordinamento del procuratore capo Francantonio Granero), al termine della requisitoria, aveva chiesto per Nucera 16 mesi di arresto e 40 mila di ammenda, la confisca degli immobili  della T 18 mesi per Parrinello. Assolti con formula piena (non aver commesso il fatto), Monica Nucera  (difesa da Alessandro Garassini), sorella e socia dell’imprenditore;  il sindaco di Ceriale Ennio Fazio, lunga militanza al vertici della Coldiretti locale e provinciale, dell’associazione di floricoltori, membro della Camera di Commercio. Assolto Piero Revetria, all’epoca delle contestazioni assessore all’urbanistica, predecessore di Fazio, assessore provinciale, sindaco di Vendone, un passato da presidente della Comunità Montana, un impiego all’Usl (ora Asl).  Assoluzione per un luminare della materia edilizia ed urbanistica, l’avvocato Mauro Vallerga (difeso dal collega Martini), con studio a  Varazze e Genova, consulente di numerosi Comuni della provincia di Savona. Era l’unico imputato per il quale la stessa pubblica accusa aveva chiesto il proscioglimento.

Il Comune di Ceriale si era costituito parte civile, affidando l’incarico all’avvocato penalista Luciano Chiarenza, già consigliere provinciale e segretario della Destra. Nelle conclusioni il legale aveva invocato, con la condanna,  un risarcimento  di 3 milioni 298 mila euro, a favore del Comune, quali oneri di urbanizzazione evasi, oltre a 2 milioni per i danni di immagine e provvisionale di 1 milione. Il giudice di merito ha rimandato ad un giudizio in sede civile, in conseguenza delle due condanne (reati edilizi) a Andrea Nucera e Giuseppa Parrinello.

Il sindaco Fazio che aveva organizzato una manifestazione dal titolo cubitale (Finalmente assolti !), con l’adesione di molti sindaci della provincia, dell’ex ministro Scajola, dell’on. Enrico Nan, era tuttavia rimasto molto contrariato e deluso perchè i colleghi di giunta e di maggioranza non  condivisero la sua proposta di richiesta danni nei confronti di quei magistrati che avevano indagato sulla T 1 e che avevano ricevuto un primo rapporto giudiziario dai vigili urbani di Ceriale e successivamente delegarono le indagini ai carabinieri del Noe di Genova e a consulenti d’ufficio. Per quel ‘castello accusatorio’ il Comune e la comunità ebbe danni ingenti.

I tempo cancella anche le ferite difficili da curare. Non può, almeno finora, aver murato, distrutto, la presenza e la statura morale di una longeva semplice e devota come tutte le nostre nonne. La sorte le ha riservato più di una sorpresa e di un dispiacere. Non è partita con la famiglia alla ricerca di fortuna. Ha lasciato la terra natia per restare unita a ciò che rimaneva dei suoi cari, la figlia, i nipoti. Quando per la prima volta in vita è salita in aereo non era una migrante per necessità, ma per amore, per quel legame profondo e disinteressato che i nostri avi ci hanno tramandato e ai tempi nostri messo a prova di una disintegrazione crescente di famiglie, valori fondanti di solidarietà. Forse, speriamo presto, anche mamma e nonna Maria Adelaide potrà tornare tra le mura di Nasino, essere ‘salutata’ verso l’ultima dimora terrestre che tutti ci accomuna e rende l’estrema giustizia.

Luciano Corrado

NASINO ‘SCONOSCIUTO ‘ BORGO MONTANO, LIGURE E SAVONESE

‘TRA LE LE PIU’ AFFASCINANTI LOCALITA’ DEL NOSTRO ENTROTERRA CON LE 7 BELLEZZE’

Il magnifico gatto di Nasino nel ‘cantico’ di un ammiratore del paese Luigi Giordano vice sindaco di Ceriale

Luigi Giordano, vice sindaco di Ceriale, a furor di votanti (oltre 500), ha postato sulla sua pagina Facebook: “E adesso vi lascio con questo bellissimo gatto di Nasino. Per me, una delle più belle località del nostro entroterra. Parafrasando la Wertmuller vi presento Nasino e le sue sette bellezze”. E Michele Pellegrini, milanese trasferitosi a Loano, sindacalista di OR.S.A Ferrovie,  attivo e candidato non eletto alle comunali in una lista civica, ha condiviso con Giordano: Lo sai che Nasino è uno dei 200 paesi italiani “privilegiati” dove testeranno il 5g?E non è una cosa molto salutare….”

Ancora il vice sindaco, a sua volta milanese emigrato a Ceriale, da cronista postava: “Oggi 17 gennaio 2019 a Nasino si è festeggiato S Antonio abate, come da tradizione nella frazione di Vignolo si è tenuta anche la benedizione dai cani. La ricorrenza è molto sentita in questo bellissimo luogo, il raccoglimento è dovuto perché portato da una natura ancora incontaminata. Un momento particolare dove il genio della natura è particolarmente sentito. Grazie a tutti gli abitanti e al sindaco Claudio Tessarin  – ha studiato al politecnico di Torino ndr – che a queste ricorrenze tiene in modo particolare”. Altro post, Vittoria Rossi: “ Che bello? Hanno fatto la benedizione degli animali..?..”

E PAPA’ GIOVANNI NUCERA SENIOR QUANDO DA CANDIDATO

AD ALBENGA BATTEVA TUTTI NELLE PREFERENZE

In quella tornata elettorale Giovanni Nucera raccolse 487 preferenze superando persino il capolista oggi compianto Danilo Sandigliano, una risultato che fece scalpore, ma anche Mauro Testa, vivente, che era segretario politico della sezione Balletti e poi diventerà sindaco

 

Ultima ora – Dopo sentenza Tar, allarme Taggiasca . In 7 anni vendute 840 mila cultivar fuori dall’imperiese e savonese Appello urgente pro Dop alla Regione

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La situazione è ad un punto di non ritorno. Il ponente ligure corre il gravissimo rischio di dissipare il patrimonio esclusivo del cultivar Taggiasca per il quale si batte da tempo un apposito Comitato che però ha trovato molti avversari che forse hanno sottovalutato il rischio che si corre. E non bisogno più perdere un minuto. Una sentenza del TAR (del tribunale amministrativo del Lazio) sancisce un concetto chiave: esclude che una DOP Taggiasca possa nascere senza sostituzione del nome della varietà. Occorre quindi modificare il nome nel Registro delle Varietà per tutelare la produzione locale di Taggiasca con la denominazione di origine protetta.

Roberto De Andreis promotore con il Comitato pro Dop Taggiasca

E la sentenza del TAR non preclude che il Ministero delle Politiche Agricole possa intervenire in futuro in questo senso. E se qualcuno vuole ancora sottovalutare il problema enorme che si sta aprendo per la sopravvivenza delle aziende sul territorio, basta una dato: il CNR di Sesto Fiorentino ha certificato che dal 2012 a oggi, si sono distribuite mediamente nei vivai toscani circa 120 mila piante di taggiasche all’anno.
120 mila piante per 7 anni fa una media di 840 mila piante vendute in giro per l’Italia e per il mondo, che stanno a significare che presumibilmente già ci sono circa 3 mila ettari coltivati fuori territorio imperiese e savonese. E’ come se ogni anno un intero Comune dell’imperiese o del savonese avesse un nuovo concorrente, peraltro con maggiori capacità produttive legate alla meccanizzazione e agli impianti intensivi. Peccato che nessuno sappia dove sorgono questi nuovi concorrenti.
” Ormai è più che mai evidente, a tutti i livelli istituzionali, che il nodo cruciale per ottenere una DOP della Taggiasca sia la sostituzione del nome della varietà – sottolinea il presidente del Comitato Promotore per la Taggiasca DOP, Roberto De Andreis  (vedi intervista dello scorso anno a Imperia TV)-. Per questo chiediamo alla Regione Liguria che si faccia carico di avviare in tempi solleciti l’iter che porti a sgombrare il campo da questo impedimento. Cambiare il nome della cultivar  significa che le olive di questi ettari fuori territorio non potranno più chiamarsi taggiasche e le nostro invece si. Se non si riuscirà invece a raggiungere in tempi rapidi l’ottenimento della taggiasca DOP, aumenteranno sempre di più le produzioni di olive taggiasche fuori Liguria con un conseguente abbassamento dei prezzi e un abbandono delle campagne. Ecco perché continuiamo a batterci per la Taggiasca DOP” .

Comitato Promotore per la Taggiasca DOP


Noli, in coalizione (?) per battere MarinaL’incontro a casa Niccoli che incassa la Bandiera Verde. E dopo 11 anni ok a 35 alloggi all’ex Gulliver discoteca di Gozzi

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Noli alle urne e in fermento continuo per trovare un’intesa – coalizione per battere la candidata, ad oggi favorita, Marina Gambetta, schierata con una lista di candidati all’insegna del rinnovamento in toto. Una scelta che pare abbia messo in allarme forze politiche di destra, sinistra e indipendenti. Da qui il tentativo di fare quadrato. Qualche giorno fa hanno visto uscire dall’immobile dove abita il sindaco Niccoli, il suo vice Fiorito, candidato della prima ora del centro destra, la fidata e fedele capogruppo Piera Barisone e sorpresa nella sorpresa, il due volte sindaco del centro sinistra Ambrogio Repetto e Marino Pastorino che ha già annunciato la discesa in campo con una sua lista civica, dopo la rottura proprio con la squadra Fiorito. Repetto ha deciso di restare in panchina. E se invece si fossero trovati tutti in ‘casa del dr. Aldo Grasselli’ (già Pd) che abita nello stesso stabile? Classe 1956 veterinario dirigente, direttore di struttura complessa, prima nell’Asl 2 e poi nella 4 ‘Chiavarese’. Leggi a fondo pagina i contributi del Comune, per complessivi 38 mila euro, la prima tranche, per il 2018 e decisi ora. A Loano per lo stesso capitolo di spesa la somma è  668.859 euro, ad Alassio 867.300, Laigueglia 380.570, Andora 416.000.

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Eppure se son giochi della politica, meglio sarebbe parlare di trattative a largo raggio per neutralizzare la forza della novità e la qualità dei candidati e di Marina Gambetta. Lei che per nulla convinta di farcela, pare abbia soprattutto una preoccupazione: essere etichettata da succube del valoroso ed anziano papà, tre volte sindaco DC,  collaboratore tenacissimo di trucioli, personaggio dalla schiena dritta già ai tempi del suo partito al potere quasi assoluto. Il comandante colpevole di disubbidire agli ordini – interferenze che non mancavano da dirigenti provinciali e regionali.

Un timore probabilmente eccessivo, visto che  Marina non è nei panni di papà Renzi, nè di papà Boschi, peraltro di recente prosciolto dalle accuse. E pur sempre la verità giudiziaria. Nel suo piccolo, papà e nonno Gambetta semmai ha da farsi perdonare di aver detto ‘no’ a tanti concittadini soprattutto in materia di edilizia, la più ‘ghiotta’ e ricca anche di legittime aspirazioni, di interessi. Insomma, questa volta il ‘Gambetta pensiero‘ potrebbe essere neutralizzato da una larga e gran coalizione trasversale, quella che il buon fiuto alla Niccoli aveva già visto in un tentativo- proposta proprio con la squadra di Marina. Seguito da un gentile rifiuto: no, non siamo assolutamente interessati. Riuscirà la mossa con i potenziali alleati ? Se dovessimo lottare a posto loro, non avremmo dubbi e addio Marina sindaco. E’ quasi matematico.

Il 1° aprile postato su Facebook il logo di Lucio Fossati sindaco, non è uno scherzo. Potrebbe coalizzarsi con Fiorito, con buone probabilità di successo. E magari convincere pure Pastorino. Tutti uniti contro Marina Gambetta! Questo si che sarebbe un pesce d’aprile.

Come quelli di cui si è parlato in consiglio comunale,  convocato il 1° aprile (nessun pesce….) con l’approvazione  dello schema di convenzione attuativa tra il Comune e Piero Gozzi (personaggio assai conosciuto per essere stato un attivissimo presidente del Silb, sindacato locali da ballo, quando in provincia di Savona negli anni ’80 erano una sessantina) per l’attuazione  di opere di urbanizzazione connesse ad un intervento progettuale di sostituzione edilizia con demolizione e ricostruzione dell’ex complesso discoteca Gulliver in regione Zuglieno sulle alture di Noli. Si parla di 35 alloggi (?).

Ebbene trucioli.it, lo scriviamo ogni tanto, ha il brutto ‘vizio’ di tenere un piccolo archivio stampa, per non dimenticare, per poter fare raffronti. A volte uno strumento scomodo che non attira magari simpatie da chi invece preferisce il nuovo giornalismo del ‘copia e incolla’ e dei comunicati ufficiali. Peraltro apprezzato dalla stragrande maggioranza  dei lettori e di conseguenza elettori. Perchè ? Quando si vota, si scelgono i ‘migliori’ da mandare in Comune, in Regione, al Parlamento, poco importa se siamo disinformati. Così va il Paese sempre più fanalino di coda in Europa, anche la Grecia dalla profonda crisi ci sta superando. Tutti o quasi (esclusi gli addetti politicanti) si lamentano ignorando che li abbiamo ‘promossi’ dando  loro il voto e la fiducia. Nelle ultime elezioni politiche è toccato ai ‘giallo verdi‘(grillini e leghisti alla Salvini); a Noli al due volte sindaco Niccoli, in precedenza al due volte sindaco Repetto.  Centro sinistra e poi centrodestra che se la sono giocata per 7 voti.

Dall’archivio  – riproduciamo sotto la pagina – ecco l’articolo, di Marina Beltrame, giornalista di lungo corso di Pietra Ligure e vedova del collega Augusto Rembado, titolato: Il Gulliver da discoteca ad alloggi. Lo storico locale trasformato in case  e residenza turistico – alberghiera. Approvato il progetto definitivo. Si legge: ” Dei 7.700 mc dell’intero complesso 4.200 saranno destinati al alloggi e 2500 a residenza turistico alberghiera (RT) per una superficie lorda abitabile di  2200 mq.  Precisa che la parte ‘ricettiva’ era organizzata su 4 piani per  21 unità abitative per un totale di 63 posti letto. Con il primo piano  seminterrato posto a livello del parcheggio, spiegavano i progettisti dello studio Corsini & Vallerga: Nicoletta e Simona, architette, con studio ad Albisola Superiore. Vallerga proviene da Varazze, già nello studio Dedalo di Savona, poi di Enrico Caprioglio ora candidato a sindaco di Varazze e fratello di Ilaria sindaca di Savona). Mauro Vallerga, avvocato di Varazze con studio avviatissimo a Genova, è da anni legale di fiducia del Comune di Noli, proprio di recente gli hanno assegnato una causa (vedi sotto testo delibera).

Gli alloggi privati, ovvero abitazioni vere e proprie a progetto sono 24, con una dimensione variabile da 50 a 73 mq. almeno secondo quanto riportava La Stampa del 14 novembre 2008. E’ ipotizzabile la destinazione a seconde case e fila anche il discorso comune a queste operazioni miste. Al privato si da la possibilità, con la vendita degli alloggi, di finanziare la parte ricettiva. Le progettiste spiegavano che le abitazioni saranno realizzate all’interno  di cinque edifici collegati tra loro da scale e terrazzi. E distribuiti su 6 livelli, ognuno con ubn affaccio a sud sul golfo.

La giornalista ricordava che tra i motivi che avevano causato la chiusura delle discoteca Gulliver (a papà Piero si sono aggiunti i figli) “alcuni contenziosi tra la proprietà ed alcuni vicini per le emissioni sonore del locale”. A quanto pare Gozzi ha successivamente acquistato un’area libera di fronte che destinerebbe a parcheggio pubblico. C’è da osservare che proprio la ‘guerra alla discoteche’ che attiravano clienti da ogni dove e davano lavoro a molte persone soprattutto giovani, ha finito per impoverire la ‘Riviera turistica del divertimento’. E’ accaduto anche laddove i locali da ballo erano sorti prima che fossero circondati da case di civile abitazione. La convivenza ha finito per far prevalere quanto prevedono le leggi penali e civili, regolamenti e norme comunali e regionali. Un brutto esempio di come si è contribuito a distruggere buona parte del tessuto alberghiero savonese, già soffocato dall’attrazione e dai ricavi per le seconde case a discapito degli alberghi tradizionali che creano indotto duraturo e posti di lavoro non effimeri, con delle professionalità di chi studio negli Istituti alberghieri.

Quella Noli turistica che di questi tempi è alle prese con chiaroscuri ed interrogativi. La bella notizia  che per il terzo anno consecutivo la città ha ricevuto la bandiera verde dei pediatri, proprio dove il pediatra sindaco Niccoli, oggi in pensione, può farsene vanto. “Noli è sempre stata una delle località più gettonate dalle famiglie per la sua vivibilità e per le attrezzature di cui le nostre spiagge dispongono per bambini – ha dichiarato un raggiunte primo cittadino- . Il fatto che Noli sia  tra le quattro località liguri con le spiagge a misura di bambino è motivo di grande orgoglio”. Purtroppo accade mentre i quotidiani danno conto della nuova mareggiata e delle cabine dei Bagni Bajanita sollevate dal forte vento. Noli che non ha mai risolto la virtuosa opera di ripascimento a mare, se è vero che ad ogni burrasca vengono ‘chiusi dalla sabbia’ gli scarichi delle acque bianche che vengono da monte, con conseguenti rischi e danni, in casi gravi, di allagamenti. Forse è opportuno rivedere di concerto con i Bagni Marini, i tecnici, sulla base dell’esperienza, una diversa gestione nelle politiche ripascimenti.

L’amministrazione Niccoli che si avvia al ‘fine corsa’ con una giunta comunale – trucioli ha spesso argomentato – ridotta di fatto a due persone che hanno continuato a deliberare  per conto della comunità: il sindaco ed il suo vice Fiorito, quasi sempre assiduamente assente il terzo componente, quota rosa Jessica Bellisio, che non ha partecipato neanche  all’ultimo consiglio comunale, come la collega Caneva della frazione Voze. Assenti ingiustificate. In quel consiglio si è discusso anche  di piazza Rosselli e della recinzione che se la deve pagare il Comune. Dell’orazione tenuta dal prof. Mario Lorenzo Paggi, in occasione della posa di una targa, senza che la minoranza fosse stata avvertita, visto anche una lettera dell’Anpi. E buon ultimo la patata bollente della delibera di giunta (Niccoli e Fiorito) che ha autorizzato il privato al cambio di destinazione d’uso dell’ex albergo Pontevecchio proprio mentre il tribunale civile metteva all’asta l’immobile ma come struttura alberghiera, dunque un valore di gran lunga minore.  Una zona d’ombra per la quale abbiamo scritto e riscritto che dovrebbe essere materia penale della Procura della Repubblica, dello stesso curatore della procedura di vendita immobiliare, dei perito incaricato della perizia, della Guardia di Finanza. L’ombra di un presunto falso per favorire chi ?

Non è detto che alleanze e strategie elettorali si concludano con il ‘gatto nel sacco’. Con elettori non proprio convinti che occorre finalmente cambiare. Pronti ad accettare l’ultima tragedia estiva del paese. Se la spiaggia preoccupa, dovrebbe impensierire la ‘strage’ parcheggi. Già erano pochi e con l’operazione box di via Belvedere ne sono stati cancellati almeno un centinaio. Al punto che non sono solo più turisti e proprietari di seconde case alla caccia di un posto auto, sono gli stessi nolesi che non abitando in centro, devono usare l’auto per scendere in paese per fare acquisti. Può darsi che siamo ormai di fronte ad una carenza che sia letteralmente sfuggita di mano, almeno la comunità ne prenda atto e si chieda se sia utili o meno premiare responsabili e corresponsabili della poco oculata gestione di san parcheggio. (l.cor.)

 

VEDI DETERMINA AFFIDAMENTO PRATICA LEGALE : ….con sentenza n. 876 del 26/07/2018 del Tribunale Civile di Savona, il Comune di Noli è stato condannato (in solido con la Società Zoppi S.r.l., la Società Z&R S.r.l. e l’Ing. Delfino) al risarcimento dei danni subiti dal Condominio di Via Belvedere n. 14 per i dissesti verificatisi nell’anno 2009;
• la Società Reale Mutua di Assicurazioni (assicuratrice della Società Z&R S.r.l.) ha presentato atto di citazione in appello avverso la citata Sentenza n. 876/2018 emessa dal Tribunale di Savona;

Con deliberazione di G.C. n. 99 del 13/11/2018 si affidava all’Avv. Mauro VALLERGA, con studio in Genova – Via Martin Piaggio n° 17 int. 1 A-E, incarico di consulenza, assistenza e rappresentanza nel procedimento d’appello sopra meglio descritto, avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Savona n. 876 del 26/07/2018…..SPESA € 5.836,48

LEGGI I CONTRIBUTI DEL COMUNE PER IL 2018 (VEDI……) LIQUIDAZIONE CONTRIBUTI ECONOMICI A SOSTEGNO
DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLA REALIZZAZIONE DI EVENTI CULTURALI, ARTISTICI, SPORTIVI, DI CARATTERE RICREATIVO E DI ANIMAZIONE, FINALIZZATI A PROMUOVERE LO SVILUPPO DEL TURISMO E L’ARRICCHIMENTO SOCIALE, CULTURALE ED ECONOMICO DELLA COMUNITA’ NOLESE – EROGAZIONE SALDO
ANNO 2018 – prima tranche.

DALL’ARCHIVIO STAMPA DI TRUCIOLI.IT –

COME FACCIAMO PER ALTRE LOCALITA’ –

RASSEGNA DI QUANTO ACCADEVA  IN ALTRE TORNATE ELETTORALI

Cara Liguria, a Verona, non gloriarti invanomai prima d’ora con Toti presidenteEcco Atlante(vini liguri)del Secolo XIX 1985

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Genova. 8 aprile 2019. Comunicato stampa: “Il presidente della Regione Liguria si è recato in visita al Vinitaly, alla Fiera di Verona fino. Per la prima volta un governatore ligure ha visitato lo stand della Regione, dove sotto la regia dell’Enoteca Regionale oltre un centinaio di produttori presentano le eccellenze enologiche liguri agli oltre 150mila visitatori che fanno del Vinitaly la principale fiera mondiale del settore”. Oggi, lunedì 8 aprile, il povero trucioli.it solo e ‘abbandonato’ dai senza memoria, pubblica la bella immagine di tanti volti sorridenti. Liguri come noi. Loro benemeriti (e ce ne sono anche tanti altri) ‘ambasciatori’ per uno o più giorni. Guardando sempre in faccia anche la realtà. Quale ?

Volti noti e sorridenti di Liguria, con il presidente Giovanni Toti, al Vinitaly 2019

Ieri domenica  7 aprile sfogliando i maggiori quotidiani nazionali – da La Stampa, diffusa in Liguria con le cronache locali, al Corriere della Sera, al Sole 24 Ore, organo dell’élite finanziaria del Bel Paese, diffuso nel mondo della Finanza internazionale,  a La Repubblica, alle emittenti televisive nazionali (Rai 3 Liguria esclusa) – nessuno, dicasi nessuno, ha citato la Liguria del vino. Noblesse oblige ? Lo faranno nei prossimi giorni ? E’ probabile, anzi mancherebbe altro. Però ancora una volta abbiamo perso la ‘vetrina’ inaugurazione e visibilità della prima pagina nazionale, europea, mondiale. Accontentandoci di ascoltare le belle parole, a Imperia Tv, del giornalista esperto di enologia e gastronomia ligure, Antonio Devia, con l’intervallo (3 minuti e mezzo) sapiente e convincente  del ‘saggio’ al Vinitaly ministro dell’Interno Matteo Salvini: “…Il vino è soprattutto tradizione ed ha bisogno di autonomia…più autonomia…..“. E giù evidenti stoccate all’Europa…. Devia incalza…“C’è bisogno di fondi, ad iniziare dalle periferie….”. Voleva dire, prima la consapevolezza di aiutare i Comuni montani a spopolamento continuo. E non già a rischio desertificazione che procede spedita. Nonostante il vecchio montanaro di trucioli si ostini a negarlo, ad applaudire il coro dei fiduciosi nati. Un controcanto che stona. Carta canta ! Devia che in questa tenacissima e costante lotta per gli ‘ultimi della Liguria‘ (il popoli dei monti) non è solitario. Da Imperia Tv ha la buona spalla di ‘ mister eccellenze’: Andrea Pomati sempre alla scoperta delle vere eccellenze liguri, tra agriturismi, viticoltori, olivicoltori, le specialità uniche cucinate alle sagre, prodromi-che a ‘sviluppo e benessere’. E dopo tante sagre ormai è appena dietro l’angolo. Anzi, manna dal cielo. E vissero tutti felici ed appagati dalla buona politica.

E ora il parterre dell’informazione si è arricchito di Stefano Pezzini, giornalista enogastronomo, docente di marketing territoriale che, contrariamente ad illustri colleghi della nazionale gastronomia, non si fa pagare per conferenze e partecipazioni. Come non ricordare infatti quel tale divo …. invitato ad Albenga per un conferenza su hotel e chef della provincia savonese…. si accontentò di 5 milioni di lire (non eravamo ancora all’euro) della Camera di Commercio. Con il coraggio del pane al pane….ovvero ” egregi…, avete moltissima strada da fare, non fatevi illusioni, non suonate le campane a festa…lo dico agli albergatori,  ai ristoratori, ai produttori d’olio e vino, guardate in faccia….siamo, siete ancora molto indietro….”.

Oggi, 2019, il nostro attivissimo promoter della visibilità mediatica, Giovanni Toti, già direttore di testata televisiva Mediaset, giornalista, tiene a far sapere e va dato merito, che “è il primo presidente di Regione Liguria, dal 1975, a presenziare personalmente al Vinitaly….”. Non c’è stato bisogno dell’assessore delegato Stefano Mai, già sindaco del prossimo ‘Marchesato di Zuccarello‘ dove Imperia Tv è accasata, suscitando troppe invidie.

Lo scriviamo per i soliti 9 lettori di trucioli. Li ringraziamo per  fedeltà e perseveranza ad un blog dell’informazione con la malattia della memoria e mania a non dimenticare. Da anni andiamo scrivendo che glorificarsi fa bene a salute e speriamo al portafogli. Dove siamo arrivati, guardandoci attorno, davanti e dietro. Il mal da esibizionismo non è salutare ai viticoltori liguri che meritano di essere incoraggiati a raggiungere veri traguardi. Meglio vincenti nelle gare, nelle sfide, nei confronti con i concorrenti vicini e lontani.

Scriveva un giornalista del Secolo XIX, oggi gran decano in perfetta forma, Bruno (Pasquino) Bini, che il 1° aprile ha festeggiato 83 anni, autore dell’introduzione  ad Atlante dei vini liguri: …..”Si può dire con buone ragioni, che l’enologia della Liguria vive un momento molto favorevole (1985) e contribuisce a caratterizzare quell’industria dell’ospitalità da cui tutta la regione trae notevolissime risorse.  Un giornale, Il Secolo XIX,  attento ai fenomeni che segnano l’evoluzione socio – economica regionale non poteva ignorare l’apporto di un settore specializzato dell’agricoltura che oltretutto mantenendo le vigne là dove  l’incolto si trasforma in impenetrabile selvatico, dà un aiuto a  salvaguardare l’ambiente naturale. Con questa iniziativa  abbiamo reso testimonianza adeguata alla fatica e alla passione dei nostri vignaioli…importante è anche insegnare a bere, con sapienza e moderazione, con meditata scelta del vino e del cibo….in modo che il succo  fermentato d’uva, scelto da Gesù per identificare il proprio sangue, diventi non strumento di stolta ubriachezza ma lecito mezzo di piacere terreno, concesso da Dio all’uomo per mitigare gli affanni della tormentata esistenza”.  Ieri, oggi, domani, l’Atlante enoico, edizione unica, saluta, non siamo infallibili e neppure onniscienti.

Bruno Bini giornalista

Bruno Bini ricordava ai lettori di Atlante: “Scegliere il vino è più difficile e soggettivo che scegliere la moglie, perciò  ogni valutazione diventa inevitabilmente criticabile”.

ERA L’ANNO DEL SIGNORE 2008 DA IL SECOLO XIX SAVONA

Noli, Mary Poppins ai posti di manovra.Petrolchichima a Vado Ligure, no a Varigotti

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In Liguria in generale, a Noli in particolare, gli argomenti che interessano di più i lettori si riferiscono alle Elezioni per il rinnovo dello schieramento che dovrebbe reggere le sorti della Repubblica nolese per i prossimi cinque anni. Schieramenti che una volta al potere, si adeguano al tran tran del “governo” che li hanno preceduti: parole tante, fatti concreti pochi; minestra riscaldata, pane raffermo e come contorno i soliti esposti, multe, pagamenti, il tutto come da copione dal 1960 in avanti.

Tanti progetti come quello di “regalare” agli ospiti di Noli, la pista ciclabile che da Spotorno, terrapieno prospicente il Nereo, porta al Capoluogo attraverso l’ex galleria del treno dismessa ed acquistata dall’Amministrazione a suo tempo  dalle Ferrovie dello Stato, pagando la cifra simbolica di “10.000 lire” ogni metro lineare di galleria, ed assicurandosi anche il contributo ministeriale di 160.000 euro per la riconversione della galleria ferroviaria di collegamento tra i due comuni

Encomiabile ma solo l’idea perché per fare tre km senza vedute, anche se illuminata a giorno, non è da tutti. Al ciclista è più consono “rischiare” il traffico dell’Aurelia alla luce del sole ed ammirare il paesaggio che lo circonda. Come detto interessano di più gli argomenti “politici, partitici” locali che non quelli inerenti al mondo del lavoro; alla luce della ciclabile, chi ci guadagna è solo il progettista e l’impresa chiamata ad eseguire l’opera, tutti gli altri ci rimettono.

Sono notizie allarmanti ma sui quotidiani di carta stampata e on-line sia a livello regionale che locale, sembra che non ci sia spazio; fanno più effetto, ovvero portano più lettori le notizie che riguardano le elezioni dei prossimi Tizio, Caio e Sempronio alla carica di sindaco. Per i Liguri l’elezione a Sindaco è molto più importante che un posto di lavoro, e poi ci si lamenta! È pur vero, quello che si dice nelle altre regioni italiane [salvo eccezioni] che tra i Liguri ed il lavoro non corre “buon sangue”. Il ligure ed il lavoro vengono posti ai verici di un diametro di una tavola rotonda: il primo insegue il secondo, il secondo il primo alla medesima velocità, ma non riescono mai ad “acchiapparsi”.

Da “5 APRILE 2019 • ULTIM’ORAANNO VIINUMERO 30 DEL 4 APRILE 2019 • BY TRUCIOLI” ecco la notizia Bomba:

“Noli alle urne e in fermento continuo per trovare un’intesa – coalizione per battere la candidata, ad oggi favorita, Marina Gambetta, schierata con una lista di candidati all’insegna del rinnovamento in toto. Una scelta che pare abbia messo in allarme forze politiche di destra, sinistra e indipendenti. Da qui il tentativo di fare quadrato. Qualche giorno fa hanno visto uscire dall’immobile dove abita il sindaco Niccoli, il suo vice Fiorito, candidato della prima ora del centro destra, la fidata e fedele capogruppo Piera Barisone e sorpresa nella sorpresa, il due volte sindaco del centro sinistra Ambrogio Repetto, insieme a Fossati e  Debora Manzino (nomi questi due omessi nella prima edizione che si presentano in lista, ufficializzata il 18 aprile ai bagni BajanitaNon c’era Marino Pastorino (per mero errore dato presente nella prima edizione del blog) che ha già annunciato la discesa in campo con una sua lista civica, dopo la rottura proprio con la squadra Fiorito. Repetto ha deciso di restare in panchina. E se invece si fossero trovati tutti in ‘casa del dr. Aldo Grasselli (già Pd) che abita nello stesso stabile e come scusante? Classe 1956 veterinario dirigente, direttore di struttura complessa, prima nell’Asl 2 e poi nella 4 ‘Chiavarese'”. Stupendo, ma se si vanno ad esaminare i programmi di questi “gruppi”, di lavoro o incremento di posti di lavoro non se ne parla; rimangono solo le dichiarazioni di intenti, propagandiste ed elettorali degli schieramenti, un po’ come fanno i “partiti” governativi giallo-verdi italiani attualmente in carica.

ROMA – “3,2 milioni di posti di lavoro nei prossimi 5 anni. È questa la previsione di Unioncamere, perfettamente in linea con le misure adottate dal Governo del Cambiamento con una Manovra che punta sulla crescita, sul turnover generazionale e sullo sviluppo digitale e tecnologico. L’apocalisse non è arrivata dopo il Referendum del 2016, come prospettavano in molti, e non arriverà adesso nonostante certa stampa ed i vecchi partiti tifino contro questo Governo, sperando che accada l’armageddon. Il reddito di cittadinanza è una manovra economica nella Manovra e farà crescere la domanda interna, la revisione della Fornero permetterà a centinaia di migliaia di giovani di occupare il lavoro lasciato da chi finalmente potrà godersi il sacrosanto diritto di andare in pensione ed il più grande piano di investimenti degli ultimi anni rilancerà l’economia. Siamo ad un punto di svolta e siamo certi che il 2019 sarà l’anno del cambiamento”. Lo dichiarano i deputati M5S della Commissione Lavoro della Camera“.[]

640 mila posti di lavoro all’anno, una utopia. Il Secolo XIX, in questi giorni pubblica un annuncio drammatico: “Savona – Annuncio choc del commissario straordinario di Piaggio Aerospace nell’incontro di questa mattina all’Unione Industriali dove si svolto anche il presidio dei lavoratori. Sarà avviata la procedura per la cassa integrazione che riguarderà un massimo di 1027 dipendenti, ma l’utilizzo potrebbe essere inferiore rispetto ai carichi di lavoro. I lavoratori hanno deciso così di chiedere un incontro immediato con il prefetto. Il commissario ha anche aggiunto che gli stipendi di aprile dei dipendenti Piaggio Aero sono garantiti, poi si vedrà

Il ministero della Difesa ha cancellato un nuovo ordine di droni. Il minstro della Difesa Elisabetta Trenta ha annunciato di aver rinunciato all’acquisto per 250 milioni di euro di otto droni P.1HH prodotti dalla Piaggio Aerospace, l’unica azienda produttrice di droni di questo tipo in Italia. La società, dove lavorano oltre mille persone, è da tempo in crisi: si trova in amministrazione straordinaria ora rischia di chiudere. Trenta ha detto che il ministero continua a “supportare la creazione di condizioni idonee” per mantenere in piedi l’azienda e ha parlato della possibilità di acquistare dall’azienda degli aerei P180 per rinnovare l’attuale flotta già in possesso del ministero.

La decisione di non procedere all’acquisto sembra soprattutto dovuta alle scarse caratteristiche tecniche del P.1HH, il primo drone realizzato da Piaggio Aerospace: in sostanza una versione senza pilota del P180. È considerato da molti un velivolo non soddisfacente: in un’audizione alla Camera il Capo di stato maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso, ha definito «otto pezzi di ferro» i velivoli già prodotti e in attesa di essere acquistati.

Dopo il P.1HH la società aveva iniziato a sviluppare un nuovo modello, il P.2HH, con potenzialità giudicate migliori ma che è ancora molto lontano dalla fase di realizzazione. Il governo, insieme al fondo Mubadala Development degli Emirati Arabi Uniti che possedeva metà della società, avrebbe dovuto investire quasi 800 milioni nel progetto. Nonostante le promesse del ministro Trenta di proseguire nell’investimento, il progetto è stato silenziosamente abbandonato e del denaro che si doveva investire ufficialmente non si è più saputo nulla.

Ma la Piaggio Aerospace Piaggio Aerospace è responsabile della manutenzione di molti motori della flotta dell’Aeronautica militare, in particolare i Viper di Rolls Royce installati sugli aerei delle Frecce Tricolori. Ma per la società quest’area non sarebbe a rischio. Anche per questo sulla questione è intervenuta la ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Il ministero, ha chiarito, «continua a supportare la creazione delle condizioni idonee a una soluzione più duratura possibile, che possa contemperare al meglio le esigenze operative dello Strumento militare e il valore strategico dell’azienda». Per la ministra ciò avverrà anche «con l’attuazione di un programma di rinnovamento della flotta di velivoli P180 già disponibile presso le Forze Armate», gli aerei da trasporto executive della Piaggio.

Dopo gli F35 di Cameri; dopo i P.1HH droni della Piaggio; ora toccherà ai lavoratori [800 comprensivi di indotto] della Bombardier:«Bombardier cambia il piano industriale e non garantisce il mantenimento del sito oltre la seconda metà del 2019». A lanciare l’allarme, con un comunicato, è Andrea Mandraccia della segreteria Fiom Cgil Savona. «Urge – si legge nella nota stampa – un decisivo intervento del Mise per la governance del settore produzione materiale rotariale in grado di consentire la sopravvivenza ed il rilancio del sito di Vado Ligure. All’odierno vertice svoltasi al Mise finalmente il Gruppo Bombardier ha gettato la maschera. Il ritardo nella collaborazione con Hitachi per la produzione dei treni regionali a potenza distribuita è dovuto anche a una propria volontà con relativo cambio di piano industriale che porta Bombardier a prediligere una ipotetica collaborazione con Hitachi sull’alta velocità. Peccato, però, che col cambio dei vertici Trenitalia l’opzione di una gara per ulteriori 50 Zefiro 1000 (di cui 15 opzionando il precedente contratto tra Trenitalia, Hitachi e Bombardier) non sia più, almeno per il momento, in campo. Pertanto l’unico carico di lavoro su cui lo stabilimento può contare è quello legato alle locomotive DC3 con termine estate 2019».

Un anno fa era arrivata la maxicommessa di Mercitalia Rail, società che gestisce il settore cargo delle Ferrovie dello Stato, che aveva evitato la chiusura dello stabilimento di Vado della Bombardier Transportation Italy. Si trattava dell’acquisto di 125 nuovi locomotori elettrici nell’arco di tre anni, con un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. La possibile chiusura della sede italiana tradisce le enormi difficoltà che hanno le aziende multinazionali a investire e operare in Italia, visto che sono ostacolate da leggi paragnostiche, burocrazia ostica, e tasse astronomiche. La Bombardier è una multinazionale nata in Canada che costruisce aerei e treni, inclusi i regionali liguri.

Il Secolo XIX, nell’edizione del 7 aprile c.m., con il titolo “Raggio di sole su Bombardier, consegnata la prima E494”, cerca di dare una ventata di primavera sulla crisi che attualmente lo stabilimento vadese stà attraversando. “Dopo le prove tecniche, è entrata in servizio reale la prima locomotiva della nuova serie “E494”, costruita nello stabilimento vadese di Bombardier Transportation Italy e consegnata a Captrain Italia Srl. Intanto proseguono le consegne delle macchine gemelle destinate a Mercitalia Rail. Si tratta di eventi non secondari per lo stabilimento al centro della burrasca, anche se non ancora sufficienti per restituire tranquillità ai 500 lavoratori di Bombardier, che con tutta probabilità scenderanno in sciopero venerdì prossimo e il successivo. Quello che oggi manca alla filiale italiana della multinazionale canadese è un ruolo predominante sul mercato ferroviario nazionale. Gli operatori privati stanno acquistando le locomotive della famiglia Traxx, ma si tratta di ordini di poche unità alla volta. Una commessa più consistente, di quaranta macchine, è quella di Mercitalia, ma resta ben lontana dall’ordine, forse irripetibile, di 700 locomotive come era stato anni fa quello delle “E464″ per il trasporto regionale. Nel mirino dei sindacati resta la lentezza di Governo e Ferrovie dello Stato, ma anche l’incertezza nel formalizzare gli accordi di collaborazione, come quello ventilato con Hitachi Rail Italy per partecipare alla realizzazione dei nuovi treni regionali (un maxiordine da 4,5 miliardi di euro)”.

Fornicoke, Ocv, Tirreno Power, Isoltermica. Fabbriche di Vado Ligure chiuse e famiglie in crisi tanto che ogni giorno decine di persone bussano alla porta del Comune per chiedere aiuto: per pagare bollette, per fare la spesa e per pagare gli studi ai propri figli.Il dramma di centinaia di persone che un tempo erano occupate nelle industrie storiche della Valle di Vado ora si riversa sull’ente pubblico. Dopo il sequestro dei due gruppi a carbone della centrale, la Tirreno Power, tra lavoratori diretti ed indiretti ha lasciato a casa 800 dipendenti.

Secondo lo studio  poi, tutte e quattro le province liguri registrano saldi negativi: Genova perde 392 imprese, Savona 203, Imperia 225 e La Spezia 106. I settori che hanno registrato il saldo negativo più consistente, tra aperture e chiusure, sono l’agricoltura con 310 imprese in meno (-60 a Genova, -124 a Imperia, -94 a Savona e -32 alla Spezia), il commercio con 309 imprese in meno (-151 a Genova, -75 a Imperia, -49 a Savona e -34 alla Spezia), le costruzioni con 216 unità in meno (-79 a Genova, -40 a Imperia, -65 a Savona e -32 alla Spezia) e le attività manifatturiere con 114 imprese in meno (-59 a Genova, -3 a Imperia, -27 a Savona e -25 alla Spezia); il turismo è l’unico settore pressoché stazionario, con un saldo pari a -4 unità (+3 a Genova, +5 a Imperia, -18 a Savona e +6 alla Spezia).

Bilancio in rosso anche per l’artigianato, che conta 45.113 imprese attive: il saldo si attesta a -436 unità. La provincia di Genova registra il saldo negativo più consistente: -176 imprese, seguita da Savona (-139 unità), Imperia (-64) e La Spezia, con -57 imprese. Per quanto riguarda i fallimenti, nel primo trimestre 2014 le aperture di procedure in Liguria risultano essere 74, con una crescita pari a +63% rispetto allo stesso periodo del 2013: una su quattro ha riguardato aziende che operano nel commercio (+5,9% sul 2013). A livello provinciale solo La Spezia registra un ridimensionamento (-14,3%) con 6 procedure fallimentari aperte; Genova ne conta 42 (+75%), Imperia 10 (+100%) e Savona 16 (+77,8%).

Da Genova trapela una notizia “accattivante” anche se da  Vado Monica Giuliano smentisce qualsiasi possibile insediamento delle aziende petrolchimiche nel porto vadese, oggi a Multedo a Genova. A Vado dopo la chiusura della centrale a carbone saranno ben felici di avere il petrolchimico! Questo tipo di industria che consuma suolo, porta inquinamento e offre in cambio ben poche possibilità di occupazione non la vuole nessuno. Da Spotorno a Finale, passando per Noli e Varigotti ed oltre che di turismo ci campano saranno proprio entusiasti, perché non spostiamo il polo direttamente sulla spiaggia di Varigotti o ad Alassio?

Alesben B.

gia di Varigotti o ad Alassio?


Noli: “Sei uno spergiuro, vergognati”L’ex sindaco Gambetta a Pino Niccoli6 mila mc. di cemento alle Manie (ex cava)

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Uno scontro verbale in strada, con tanto di testimoni, tra il sindaco uscente Pino Niccolì che ha rinunciato ad un possibile terzo mandato e il tre volte sindaco Carlo Gambetta, con la figlia Marina candidata sindaco in uno schieramento che negli ultimi giorni ha riempito le ultime due caselle: Clotilde Stettini, insegnante in pensione e Iacopo Paggi, universitario, figlio di Mario Lorenzo Paggi, ex presidente dell’Azienda e della Fondazione Culturale Sant’Antonio, un’esperienza di candidato sindaco ai tempi del glorioso Pci. Un confronto breve e durissimo che di primo acchito farebbe pensare a querele.  Ma ancora una volta il ‘comandante’ non perdona quando ci sono in ballo interessi privati in potenziale contrasto con quelli della comunità. Nell’ultimo consiglio comunale,di lunedì 8 aprile,  è stata approvata, con il voto favorevole favorevole di tutta la maggioranza, una variante che consente la costruzione di 6 mila mc., in un’area ‘vergine’. L’ex cava sotto il campo sportivo, alle Manie di Noli. 1) Leggi n. 36 del 15 maggio 2014 di trucioli: L’opinione. Voto a Noli personaggi e interpreti. L’impegno morale di Niccoli con 1704 visualizzazioni.

La proposta di insediamento, accolta dalla maggioranza di centro destra che si ripresenterà candidando sindaco l’attuale vice Fiorito, ma anche l’ex candidato sindaco arch. Giovanni Mainia,  già presidente regionale di Italia Nostra (come Carlo Gambetta collabora a trucioli.it), è dell’arch. Valter Cattaneo con studio a Pietra Ligure. Si tratta dell’ex area di proprietà Orsini e affidata all’agente immobiliare Luca Nunzio di Noli. Un’operazione che, si direbbe, viene da lontano e che per anni ha ricevuto soltanto dinieghi o temporeggiamenti.

Carlo Gambetta che di edilizia si è fatto una cultura come sindaco e da semplice cittadino, patteggiò il suo sostegno a Niccoli sindaco (che vinse per 7 voti) con la sottoscrizione di 5 impegni. Tra questi, papale papale, il diniego assoluto a concedere volumi residenziale proprio nelle proprietà Orsini che in origine erano molto più estese in tutte le Manie. Il ‘progetto edilizio’ vede tra l’altro un tecnico della caratura di Cattaneo che lo si trova anche nella mega operazione immobiliare di Liguria 17 e nel primo progetto di vendita  dei garage di Via Belvedere. Del resto un libero professionista non ha alcun obbligo o dovere, se non rispettare la legge. Che nel caso del nuovo insediamento con il semaforo verde dato nell’ultimo consiglio comunale non fa una piega. Si può discutere sull’opportunità di nuovo cemento non come valorizzazione dell’esistente.

Quello che Gambetta privato cittadino non ha condiviso, anzi lo ritiene una affronto (da spergiuro), è il fatto che il sindaco aveva sottoscritto un patto tra ‘galantuomini’ di reciproco impegno. Io sindaco…..io Gambetta.…. E’ vero si tratta pur sempre di un impegno morale, non ha manco a dirlo alcun valore giuridico.  Quanto basta, comunque, perchè Gambetta si sia sentito tradito. Da qui la decisione di affrontare quello che è ormai un rivale, a muso duro, in strada, ad alta voce: “….sei uno spergiuro…..vergognati….”. Non siamo in grado di riferire  cosa abbia risposto Niccoli e comunque nessuna difficoltà a dare atto della sua risposta. Anche perchè è difficile non immaginare che l’avvallo alla variante del Puc metta in difficoltà proprio il galantuomo Maina che ha sempre fatto del tutela e della valorizzazione del territorio un cavallo di battaglia. Una pietra miliare, forse persino troppo ambientalista e si sa non sono sempre tra le simpatie di comunità, di chi ha legittimi interessi o aspirazioni vedersi ‘baciare dalla fortuna’ questa o quell’area. E Maina la volta scorsa non riuscì neppure ad entrare all’opposizione.  Che questa volta l’operazione ex ing. Orsini (erano proprietari anche  della cava Nasè e terreni nella Landassa) porti maggiore fortuna è ancora da dimostrare. Una cava con un passato al centro di molte contestazioni, polemiche, con ripascimenti di materiale sulla spiaggia dei Nirvana e della quale gli Orsini erano proprietari.

Leggi da trucioli, oltre 1600 ‘letture’: I 19 ‘comandamenti’ di Maina sindaco.

Non è comunque la stagione di riproporre guerre passate. Ora la comunità è chiamata con il libero voto ad esprimersi sugli anni del governo Niccoli e  del suo giovane e mite Fiorito che forse chiunque sindaco lo vorrebbe al suo fianco, persona a modo, moderato, mai con l’ascia di guerra. Per oltre tre anni, in tandem con Niccoli, hanno condiviso tutte le delibere della giunta comunale, due su tre. Il terzo (in rosa) assente. Intanto appare sempre più probabile una lotta all’ultimo voto tra lo schieramenti di Marina Gambetta e quello di Fossati, l’uomo del centro sinistra. Alcune sere fa ha incontrato i commercianti nolesi con la collega consigliere comunale uscente  Manzino e l’ex assessore Peluffo. In  palese difficoltà – non si conoscono ancora i nomi dei candidati, a parte tre o quattro, – la lista Fiorito sindaco che ha pure visto la defezione rispetto alle previsioni del geom. Marino Pastorino in campo con un proprio gruppo che, a suo dire, può contare su almeno 300 voti. Falliti, inoltre, i tentativi di aggregare le forse di Niccoli con quelle dell’ex sindaco Repetto per arginare o meglio neutralizzare l’ormai più che probabile vittoria di Marina Gambetta. Con la sua squadra del rinnovamento.

Pornassio, l’Ombrellone (3 gestioni ko) bar, ristorante, area giochi, offresi per 1500 euro.Si inaugura ‘Triora e-Bike Rental & Tours’

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La crisi della nostra montagna ha bisogno di incalliti giullari che descrivano fino alla noia la straordinaria, impagabile bellezza e qualche politico aggiunge perfino ‘unica al mondo’. Oppure serve una rivoluzione che oltre a mettere in campo il vincente slogan ‘prima gli italiani’ (quando non ci saranno più migranti bisognerà cercarne un altro) metta in pratica “la montagna prima di tutto”. Invece la ‘buona politica’ continua a preoccuparsi e spendere milioni in opere per la tutela, utilissima, delle spiagge e persino dall’estate 2018 con Salvini ministro dell’Interno, anche di mezzo milione di euro per la sorveglianza del litorale savonese ed imperiese contro l’intrusione di ‘mercenari’ dediti al commercio illegale.

La montagna sempre più ‘desolata’, con i suoi operatori privati, con i suoi abitanti, che di anno in anno allunga lista della sua ‘Caporetto’ senza ritorno. Pornassio che per la storia è stato tra i pionieri dello sviluppo turistico ed immobiliare (aveva 11 tra alberghi e ristoranti), con Nava che brillava pure nella Lavanda. Oggi restano gli occhi per piangere. L’ultimo caso che, manco a dirlo, interessa solo all’informazione di trucioli.it, è la sorte del Parco dell’Ombrellone, area  di 10 mila mq. 250 coperti, di cui ci siamo sempre occupati. Vedi l’ultimo articolo con 1082 visualizzazioni (………)

Non abbiamo la pretesa e le capacità di insegnare, abbiamo il dovere di dare conto della realtà senza fronzoli dolcificanti. Spesso eccedendo nella documentazione e nell’illustrazione. Consapevoli che i lettori del terzo secolo, quelli che prediligono il ‘copia e incolla’, non hanno pazienza a letture che ritengono barbose e noiose.

Il dovere è informare e documentare, con le nostre povere forze, in modo che la memoria resti a testimonianza. Due mesi fa ci siamo occupati di un bando di gara per un rifugio alpino a Pigna. Abbiamo scritto, nella totale noncuranza, che nelle condizioni in cui si trovano le Alpi Liguri e Marittime e il nostro Appennino di levante, sarebbe assai più producente che la Regione Liguria, attraverso i ‘poveri ed esausti bilanci comunali‘, attuasse dei finanziamenti a favore di chi gestisce un’attività di montagna di proprietà pubblica. E non si perda più tempo a promuovere il territorio – cosa che si sta facendo non da oggi – ma tenendo conto che senza un piano straordinario a favore dell’iniziativa privata (non parliamo di elemosine e mini incentivi) ci troveremo oltre che a paesi spopolati, a orfani di attività commerciali: negozi, bar, ristoranti, ultimi alberghi. Non c’è santo che tenga, sono 40 anni che ascoltiamo la solita musica del ‘rilancio’, del ‘chi c’era prima non ha fatto nulla, è stato un disastro, ora che ci siamo noi….”. I risultati si vedono. I beduini pure.

Il lettore informato che non appartenga ai giullari  ( lacchè,  camerieri della politica  di volta in volta al potere e pure generosa con alcuni media ) difficilmente potrà vedere con strabismo la prova del nove dell’avventura del ‘Parco dell’Ombrellone’, a Ponti di Pornassio dove non può essere male interpretata un’altra chiusura: l’albergo Genzianella e abbiamo scritto nel gennaio 2017 (con 2682 letture)……..

Mentre la buona stampa durante l’inverno descriveva week end in Riviera più affollati che nella stagione estiva, code chilometriche sulle autostrade e strade del ritorno, molte spiagge  prese d’assalto per la tintarella ( libere nella stagione invernale), lavoro a pieno regime per ristoranti, bar, panetterie, hotel aperti, caccia al posto auto ormai tutti a pagamento con l’esclusione di Andora; ebbene ne siamo tutti felici. Ci capitava di essere in quel di Nava, un solo ristorante aperto a mezzogiorno (di sera apre  una pizzeria, una seconda è inattiva per un incendio). Quanti clienti ? In quattro. E il titolare a mettersi il cuore in pace: “A volte di domenica si lavora di più, non è mai lo stesso, ma qui ormai peggio di così non può andare….”.

E difficile credere che basti un  mese estivo, bel tempo permettendo, per il bilancio di una famiglia, di un’azienda normale. Pornassio, Nava, non sono ‘fuori strada’, come può essere Rezzo. Montegrosso Pian Latte, Mendatica o altri comuni montani; il suo territorio è attraversato dalla statale più trafficata della Liguria, quella del Colle di Nava. Pornassio non era un paese che doveva farsi conoscere, che non aveva una sua struttura e storia turistica. Cosa è mancato e cosa manca l’abbiamo ripetuto un’infinità di volte e vale per tutti gli altri paesi alle prese con spopolamento e impoverimento del tessuto economico. Dove non tira né l’immobiliare, né il mercato dei terreni incolti, abbandonati e chi ha un’attività deve solo contare sulle proprie forze. Altro che aree edificabili. In Riviera  c’è una caccia spietata a prevedere questo o quel Puc, c’è chi continua a pagare migliaia e migliaia di euro l’anno. E non desiste perchè il futuro ‘boccone’ finirà per non deludere.

E’ anche vero che i sindaci dei piccoli paesi sono spesso “eroi tuttofare”, più facile tirino fuori dai loro portafogli, piuttosto che incassare prebende e spese. E nonostante i lamenti non banali, fare il sindaco resta una vocazione a cui molti aspirano, anche con la rielezione “perchè vorrei portare a termine i lavori iniziati”. Non sarebbe meglio passare il timone alle nuove generazioni ? Coinvolgerle. Non parliamo poi quando ci troviamo con due o tre liste che si contendono la supremazia per una manciata di voti. Come se non ci fosse disperato bisogno di confronto, ma senza coesione la strada è segnata. La storia testimonia nel piccolo come nel grande.

Pornassio dove da un po di tempo non si notano  neppure più i due migranti che, per il Comune casa dei cittadini, erano utilissimi. Ed il sindaco Emilio Fossati, opportunamente, rimarcava i benefici per la comunità. Pornassio che nella storia ha avuto un sindaco comunista, Fausto Contestabile, e come non dimenticare  le tribune politiche a Imperia Tv, con l’on. Manfredi, che  ricordava ai cittadini quanto fosse inopportuno un sindaco compagno alla ‘falce e martello’, in una provincia bianca o azzurra. Non a caso da sempre fanalino in Liguria e purtroppo nelle statistiche nazionali assai più vicina al Sud che al Nord.  Per qualcuno sono arrivati gli anni della Lega Nord, ora Lega di Salvini, c’è chi prendeva la tessera e chi no. Dalla Lega a Forza Italia, alle simpatie per il Pd, alla vicinanza con il presidente della Provincia Natta. 

A quando, si direbbe, i risultati, a prescindere che sia sindaco Tizio o Caio. Si abbia la forza di coinvolgere la base – i Comuni – ma almeno una priorità ed un cambio di rotta della Regione e dello Stato verso la montagna, noi ci occupiamo del ponente ligure. Tutto di guadagnato poi se nella cabina di regia di un Municipio c’è una persona preparata, competente, capace di lottare fino in fondo per le cause giuste. Che oltre alla passione e all’onestà, non debba sempre allargare le braccia. “Io non ho colpa….

Segui il bando di Pornassio – L’ombrellone a fondo pagina.

TRIORA PUNTA SUL GREEN CON DUE AMICI AMANTI DELLO SPORT

Domenica 14 aprile alle ore 15 sarà inaugurato a Triora in Valle Argentina il servizio ‘Triora e-Bike Rental & Tours’. Una nuova attività che punta sul turismo green, figlia dell’esperienza di Walter Gennari e Antonio Riso, due amici amanti dello sport e del paese delle streghe.

Il progetto è stato accolto positivamente dall’amministrazione comunale, che ne ha intuito le potenzialità di arricchimento della gamma di servizi offerti dal borgo. Il nuovo negozio permetterà non solo l’affitto di biciclette con pedalata assistita, ma proporrà anche tour guidati alla scoperta del centro storico e della natura che lo circonda.

Un modo per portare tutti, famiglie comprese, a godere delle bellezze del nostro territorio montano, parte del Parco Naturale delle Alpi Liguri, in completa autonomia e a contatto con la natura.

Si avvisa che alcune tappe dell’Alta Via dei Monti Liguri, compresa quella che coinvolge il tratto Passo Muratone-Monte Pietravecchia-Colla Melosa, sono ancora interessate dal ghiaccio e non facilmente percorribili. Si consiglia pertanto di dotarsi di abbigliamento, attrezzatura e capacità adeguate.

L’itinerario sarà probabilmente percorribile con facilità a partire da maggio.

Prima di partire, informarsi presso:
Rifugio Gola di Gouta (Comune di Rocchetta Nervina) – Tel. 0184 241068/329 4939978/347 5756768
Rifugio Allavena (Colle Melosa, Comune di Pigna) – Tel. 0184 241155 – 349 4338343
Rifugio Realdo (Comune di Triora) – Tel. 339 1183146
Rifugio Ca’ da Cardella (Comune di Mendatica) – Tel. 338 3045512

PIGNA PASSERGGIATA DOMENICALE AL SANTUARIO DI PASSOSCIO

Domenica 14 aprile gli “Amici del Rio Carne” propongono una passeggiata al Santuario di Passoscio e al Ponte del Bausson, nel Comune di Pigna. Partenza alle ore 9 dal Campo Sportivo “La Giaira” di Pigna, possibilità di raggiungere il Santuario a piedi percorrendo l’antica mulattiera con le cappelle della Via Crucis (durata circa un’ora e un quarto), oppure in automobile su strada carrozzabile. All’arrivo al Santuario, visita della Chiesa e dell’adiacente saletta degli ex voto. Sarà presente anche la biologa Dott.ssa Patrizia Gavagnin, che parlerà della fauna delle Alpi Liguri.

Proseguimento facoltativo verso il Ponte del Bausson (circa 40 minuti di percorrenza).

In caso di maltempo la passeggiata sarà rinviata a data da destinarsi.

PORNASSIO – ALBO PRETORIO DEL COMUNE

Pornassio, Marzo 2019
Struttura denominata “Parco l’Ombrellone” da adibire a parco giochi con annesso bar, ristorante, servizi
igienici ed aree sportive.
Affidamento – Procedura competitiva – BANDO (vedi…….). Importo a base di gara per la determinazione del canone. Per gli spazi e strutture affidati in uso dovrà essere corrisposto al Comune un canone che per la prima annualità contrattuale sarà pari a quello determinato in sede di aggiudicazione, parametrato al periodo residuo rispetto alla conclusione dell’anno solare, e a decorrere dalla seconda verrà annualmente aggiornato nella misuramassima di legge in ragione della variazione dell’indice ISTAT.
L’importo del canone annuo posto a base di gara rispetto al quale il Concorrente dovrà offrire il proprio rialzo, espresso in termini percentuali con non oltre tre cifre decimali, è di € 1.500,00 (millecinquecento/00).
Il Comune di Pornassio, titolare del contratto di locazione rep. n. 638 del 20.05.2011, di durata sino al 31.03.2023, dell’area relativa al Parco l’Ombrellone posta nella località “Pian della Chiesa” nella Frazione Ponti, intende affidare in concessione a terzi, previa procedura competitiva e selezione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la struttura con annessi servizi igienici ed area pertinenziale/sportiva circostante da adibire ad attività commerciale bar, eventualmente ristorante, nonché parco giochi per
bambini ed area sportiva tennis, pallavolo, calcio etc.. L’attività prevista dovrà avere apertura minima obbligatoria continuativa (escluso eventuale giorno di riposo settimanale) al 1 Giugno al 31 Agosto di
ogni anno per almeno 8 ore al giorno e potrà avere apertura facoltativa, anche saltuaria, per il restante periodo dal 1 Settembre al 31 Maggio di ogni stagione.
L’apertura dei plichi contenenti documentazione e offerte avrà inizio alle ore 10 del giorno 25 Aprile 2019 presso il Comune di Pornassio, Via Roma n° 30 – presso una sala comunale. La disciplina della procedura risulta da quanto segue: 1. Ente affidante
Comune di Pornassio, Via R om a n° 30 -18024Pornassio (IM). Sito internet:
www.comune.pornassio.im.it
2. Oggetto e condizioni dell’affidamento in uso
Fabbricati identificati all’Agenzia del Territorio nel Censuario di Pornassio – Catasto Fabbricati
sul Fg. 32 mapp. 562 sub. 2 composti da:
– locale cucina comunicante con locale bar/ristorante di superficie di circa mq. 53 netti
complessivi;
– adiacente dehor porticato, con struttura in legno, aperto su tre lati ma con chiusura mobile di
tamponamento in tende plastiche trasparenti, avente superficie netta di circa mq. 90
complessivi, che può essere destinato a qualunque uso pertinenziale l’attività compreso
eventuale zona pranzo;
– servizi igienici pubblici di circa mq. 10, servizi igienici ad uso del personale di circa mq. 5 e
dispensa di circa mq. 7;
– ampio locale coperto, a struttura metallica e pianta circolare, pluriuso di circa mq. 112 netti
(attraversando questo locale a pianta circolare si accede ai servizi igienici pubblici). Il
manufatto ospita nello stesso ingombro, un locale ripostiglio di circa mq. 20 netti, accessibile
anch’esso attraversando il locale più grande. Particolari utilizzazioni di tale struttura sono
subordinate alla verifica di idoneità e del possesso dei requisiti di legge, del
caso a carico del concessionario;
– tettoia aperta su almeno tre lati, (legnaia, deposito), con struttura verticale in muratura di
pietra e copertura in legno e tegole, di superficie netta di circa mq. 16.
Via Roma n° 30 – 18024 PORNASSIO – IM –
Terreni, identificati all’Agenzia del Territorio nel Censuario di Pornassio – Catasto Terreni sul
Fg. 32 mapp. 236 di mq. 10.000 circa, composti da:
– area in terrapieno, pertinenziale ai fabbricati ed immediatamente adiacente gli stessi lato
nord-est, opportunamente recintata ed idonea per alloggiamento tavolini all’aperto o altro;
– campo polivalente tennis/pallavolo/calcetto con pavimentazione in battuto di cemento e
sintetico con recinzione. La rete da pallavolo nonché quella da tennis si presentano in cattivo stato
di manutenzione così come il pavimento sintetico per danni causati dagli eventi alluvionali del
24 – 25 Novembre 2016. Dotato di illuminazione notturna.
– area pianeggiante con pavimentazione in erba naturale, dotata di porte ed idoneo al gioco
amatoriale del calcio. Le dimensioni lo rendono suscettibile di essere utilizzato per il gioco del
calcio amatoriale sino a 5 giocatori per squadra. Per ragioni di sicurezza, potrebbe essere
necessaria l’installazione, a carico del concessionario, di una rete di protezione da palle vaganti
sul lato confinante con l’area giochi per bambini. Area dotata di illuminazione notturna.
– area alberata pianeggiante, dotata di panchine e tavoli, con alcuni giochi fissi per bambini.
Tali giochi sono alla data odierna conformi alle vigenti normative di sicurezza, tuttavia se in
futuro dovessero evidenziare problematiche in tal senso questo Comune si riserva di disporne
l’interdizione all’uso senza che il concessionario possa vantare alcun indennizzo al riguardo. E’ a
carico dell’affidatario ogni intervento di manutenzione ordinaria, conservazione nonché la
vigilanza e responsabilità per il loro utilizzo. Eventuali danneggiamenti che dovessero
verificarsi nel corso della loro utilizzazione o per atti di vandalismo in orario di apertura, sono
anch’essi a carico dell’affidatario. Restano invece esclusi eventuali danneggiamenti nel corso di
utilizzazioni o per atti di vandalismo al di fuori dell’orario di apertura dell’attività o per vetustà. In
questi casi, le eventuali riparazioni o sostituzioni sono a carico dell’esecutore del danno (se
presente e rinvenibile), ovvero del Comune.
– altre aree e percorsi non meglio identificati ma pertinenziali all’intera struttura
Le strutture sopra descritte, in relazione alla loro attuale destinazione d’uso, sono dotate dei
necessari impianti elettrico, idrico, fognario e adduzione gas, dotati delle relative dichiarazioni di
conformità alla vigente normativa, quindi a norma.
Le attrezzature, gli arredi, i mezzi e tutti gli oneri inerenti la conduzione per la destinazione
stabilita, compresi quelli per gli interventi ed adeguamenti necessari sotto il profilo igienico sanitario
indicati dall’ASL e per l’acquisizione di autorizzazioni o certificazioni necessarie secondo le norme
vigenti, sono e restano per tutta la durata del contratto a totali cure e spese dell’affidatario. All’uopo si
informa, senza alcun vincolo od onere a carico di questo Comune, che l’insediamento ha funzionato come
bar – ristorante sino a circa Novembre 2018 ed alla stessa data risultava in possesso dei necessari
requisiti igienico – sanitari per l’attività di manipolazione e somministrazione di alimenti e bevande…..

Imperia, corre l’anno 2966Un racconto fantastico di Eti. I sindaci elettronici non sbagliano e non mangianoQuei costruttori edili privi di lungimiranza

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Correva l’anno 1966. LA SETTIMA LIGURE che è rimasto l’emblema del blog trucioli (con lo stesso cronista a resistere da 53 anni, Luciano Corrado montanaro da generazioni) pubblicava il racconto fantasatirico di ETI ambientato “nella nostra città tra un millennio”.Il 2966 appunto. Allora si ricordava “La piaga di Imperia e la sua infelice ‘crescita’ urbanistica. La mancanza di lungimiranza dei costruttori edili che ha, nella nostra città, uno dei capolavori.

UN CLICK SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRE LA LETTURA

 

 

Imperia, i ciceroni di Scajola sindaco Rivoluzione turismo: coinvolti alberghi, bar, ristoranti, negozi, artigiani. Esempio unico

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A leggere le cronache nel corso degli ultimi decenni sul turismo in Liguria si sono sprecate un’infinita di parole. E meglio la discussione ed il confronto, magari acceso, sono utili purchè il filo conduttore siano i risultati. Ancora una volta è destinato a far parlare il rinnovamento della politica, applicata all’Amministrazione comunale, con il ritorno sullo scranno di sindaco di Claudio Scajola. Questa volta va in scena una vera e propria rivoluzione, almeno vista nella cronaca e nella storia ligure o forse italiana, di far turismo.  Vanno bene i tecnici, le indicazioni e le strategie degli esperti, che come nel calcio sono inflazionati, benissimo chi promette (intanto nessuno tiene in mente come è finita) di aver trovato la strada giusta sotto la sua regia. Ora siamo con l’assessore regionale avv. Giovanni Berrino, Fratelli d’Italia. E’ stato il suggeritore del ritorno alla Tassa di Soggiorno per dare finalmente slancio all’industria ricettiva ligure. L’unica zona a non soffrire è quella delle Cinque Terre.

L’assessore che si era lasciato prendere dall’euforia con il boom dell’anno 2017 con un Europa e il Medio Oriente alle prese con clamorosi attentati terroristici, perfino sulla ‘rivale’ (in turismo) Costa Azzurra. E a beneficiarne (involontariamente) era stata l’Italia e la Liguria. Le aride cifre di arrivi e partenze illudevano che grazie al governo Toti e all’assessore Berrino si era rimessa in moto la formidabile macchina che attrae vacanzieri dall’Europa e oltre, convince i connazionali a non rischiare e spendere i loro soldini in casa. Illusioni a destra e a manca, ma è durata poco la felicità degli illusionisti. Ora c’è chi ‘prende il toro per le corna’. Scajola ex ministro l’aveva promesso e lo sta facendo: serve una rigenerazione a 360 gradi. Come descrive l’articolo di Giorgio Bracco il sindaco di Imperia chiede ai suoi concittadini, titolari di attività che col turismo in genere hanno a che fare, di trasformarsi in ciceroni del ‘prodotto vacanze ad Imperia’. Iniziando, ovviamente, con ‘azioni formative’ (sempre utile tornare a scuola) per tutti gli addetti alle Iat volanti: non solo albergatori ed affini,  commercianti, professionisti del settore, artigiani, accompagnati a diffondere tra gli ospiti (con gli stranieri e le lingue immaginiamo qualche difficoltà in più) “le nozioni basilari di cultura, storia, arte, ambiente ed enogastronomia locali attraverso appositi corsi di formazione che riguardano anche mini stage per conoscere vocaboli e frasi più comuni delle principali lingue straniere”.

Uno straordinario progetto popolare che parte davvero dalla base. Non sappiamo se si tratta di un’idea originale e tutta made Imperia o se l’ex ministro dello Sviluppo economico l’abbia presa in prestito. Poco importa a chi riconoscere la paternità. Sono gli effetti e cosa cambierà in positivo per la ‘lucertolina’ Imperia che, a parte il clima, non gareggia tra i primi posti nella salute (benessere) materiale dei suoi concittadini. Un esempio da attenzionare, c’è in gioco non solo la credibilità operativa del primo cittadino che scommette mettendoci la faccia. Anzi, la sapienza frutto dell’esperienza.


Savona, il presidente Mattarella nel 2016 Mi occuperò della vostra crisi industrialeda Piaggio a Bombardier a Tirreno Power

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Articolo condiviso da 37.231 persone e scritto dell’inviato speciale, a Savona, di La Repubblica. Era 25 settembre 2016. Il presidente Mattarella ai sindacalisti: “Mi occuperò della crisi industriale di Savona”. Incontro con i rappresentanti dei lavoratori prima del discorso nella fortezza del Priamar. Il sindaco Ilaria Capriolgio: “Savona intitolerà una piazza a Pertini e grazie al presidente per il sostegno alle aziende in crisi, nella certezza che non deluderà”.

 di Michela Bompani

Il presidente Mattarella a Savona con il sindaco Ilaria Caprioglio

Prima di lasciare Savona al termine delle celebrazioni per Sandro Pertini, il presidente Sergio Mattarella si è calato nell’attualità. Lo ha fatto incontrando una delegazione di sindacalisti savonesi che gli hanno rappresentato la drammatica situazione di crisi del distretto industriale di Savona, Vado Ligure, Albenga e della Valbormida. Tre le aziende in maggior difficoltà: Piaggio, Bombardier e Tirreno Power.  Il presidente ha preso nota della situazione della quale era già al corrente e al termine ha detto ai rappresentanti dei lavoratori: “Mi occuperò personalmente della situazione di Savona”. Da tempo le organizzazioni sindacali chiedono la proclamazione di “Provincia in stato di crisi” per poter ottenere aiuti e un piano di rilancio industriale.

Subito dopo l’incontro Mattarella ha parlato ai savonesi dal Priamar fortezza simbolo della città. “Pertini – ha ricordato il presidente -aveva sempre in mente i giovani. Erano oggetto della sua cura costante. Non c’è sincero impegno politico, non c’è funzione istituzionale, non c’è interpretazione della storia che non ci porti a pensare il domani. Il nostro domani sono loro, i giovani. Il testimone che passa dalla nostre mani tende a portare alla costruzione di un domani migliore. Il Presidente Pertini si è servito del suo ruolo di presidente anche per svolgere una funzione educativa, maieutica. E’ sempre stata parte della sua idea nobile di politica”. Queste le parole con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la figura di Sandro Pertini, alla fortezza del Priamar di Savona, in occasione delle celebrazioni per il 120esimo anniversario dalla sua nascita. “Le istituzioni servono anche a questo: a trasmettere nel tempo i valori, le testimonianze, le conquiste delle generazioni che ci hanno lasciato il mondo in eredità. Anche per questo sentiamo di dire grazie al Presidente Pertini”, ha concluso Mattarella.
Il comune di Savona intitolerà una strada o una piazza a Sandro Pertini “affinché un giorno, la Città di Savona, possa avere memoria tangibile del suo nome e di ciò che esso rappresenta”. Lo ha annunciato il sindaco Ilaria Caprioglio durante il saluto al presidente della Repubblica . Alle 13 Mattarella ha lasciato Savona diretto a Genova dove, all’aeroporto, si è imbarcato su un volo diretto a Roma.

Savona, Renato Giusto medico e politicorivela la passione di antiquario d’artele sue preziose ceramiche e anni di ricerche.Confraternita di Lavagnola dona Il Letimbro

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Cronaca di Storia Patria. Una secolo e mezzo di storia ferroviaria ligure: San Pier d’Arena / Volti – Savona (1868 – 2018). Franco Rebagliati illustra il suo ultimo libro. Una ‘tratta’ che distrusse preziose parti di centri storici medievali e scogliere ancora pressoché vergini. Oggi percorso dismesso e diventato una lunghissima passeggiata a mare. Altra notizia: assemblea ordinaria dei soci di Storia Patria per mercoledì 17 aprile. Occasione per il dr. Renato Giusto  di illustrare virtualmente la sua eccezionale raccolta d’arte, frutto di ricerche pluridecennali sul mercato antiquario. Circostanza unica per conoscere opere preziose, inedite e le loro storie. Infine la confraternita di San Dalmazzo di Lavagnola, con il  priore Giovanni Mario Spano, ha regalato alla biblioteca di Storia Patria una trentina di annate de Il Letimbro, dal 1970 alla fine del secolo.

San Pier d’Arena-Voltri-Savona (1868-2018)
Un secolo e mezzo di storia ferroviaria ligure. Le origini

Il sottotitolo basta da solo a descrivere la complessità di un’opera pubblica che rappresentò il punto di cesura della storia dei trasporti in Liguria: “un secolo e mezzo di storia ferroviaria ligure“. Per la sua conformazione particolare – decine e decine di vallate in cui scorrono ruscelli che in pochi chilometri percorrono il dislivello di centinaia di metri dai crinali al mare – la percorrenza orizzontale della Liguria fu molto difficoltosa. Ben più facile quella attraverso il mare, spesso unica via percorribile sistematicamente dalle merci. Così per migliaia di anni.

Poi, nel 1868, giunse la ferrovia da Genova a Savona che bucava le colline, contronatura, che permetteva in una sola ora di percorrere quegli ostici quaranta-cinquanta chilometri.

Franco Rebagliati ci raccolta tutto questo con il suo ultimo libro, il numero cinquantuno della sua carriera di storico e divulgatore dei trasporti liguri. Lo fa con il consueto corredo di decine di immagini d’epoca e di testi documentati, analizzando un territorio che, finalmente aperto ai commerci, non fu più quello di prima. Frapponendosi sulle spiagge, la ferrovia spezzò il rapporto tra i paesi ed il mare, distrusse preziose parti di centri storici medievali e scogliere ancora pressoché vergini, per darci un percorso oggi dismesso ma diventato una lunghissima passeggiata a mare.

Con il patrocinio di: Associazione Dopolavoro Ferroviario-Roma, Regione Liguria, Società Savonese di Storia Patria, Unione Industriali della Provincia di Savona. Interverranno: Giovanni Berta (direttore Unione Industriali Savona), Furio Ciciliot (presidente Società Savonese di Storia Patria) e Carmelo Prestipino (presidente Istituto Internazionale di Studi Liguri-Sezione Valbormida).

 

 

DONO DELLA CONFRATERNITA DI LAVAGNOLA

A STORIA PATRIA LE ANNATE DE IL LETIMBRO
La confraternita di San Dalmazzo di Lavagnola, per mano del suo priore Giovanni Mario Spano, ha voluto regalare alla nostra biblioteca una trentina di annate del Letimbro, dal 1970 alla fine del secolo, che accrescono ulteriormente la nostra già molto vasta raccolta di documentazione savonese. Le riviste sono rilegate e raccontano come erano Savona ed i suoi dintorni a partire da cinquanta anni or sono. Abbiamo scelto alcune immagini del 1970: le auto nella piazza del Santuario, l’apertura dell’autostrada Torino Savona e la nuova chiesa di San Paolo. Con la donazione preziose testimonianze tratte dal più longevo giornale locale sono adesso a disposizione degli utenti della nostra biblioteca.

17 APRILE ASSEMBLEA DEI SOCI DI STORIA PATRIA

E LA RACCOLTA D’ARTE DI RENATO GIUSTO

Il dr. Renato Giusto medico di famiglia e presidente del consiglio comunale di Savona

L’Assemblea annuale ordinaria dei Soci della Società Savonese di Storia Patria onlusavrà luogo, in seconda convocazione, il prossimo mercoledì 17 aprile 2019, con inizio alle ore 17.00, nella Città dei Papi, via dei Mille, 4. L’assemblea sarà un momento importante di incontro in cui si potranno rivivere gli eventi fondamentali del 2018 e conoscere approfonditamente la situazione generale della Società. Attraverso l’illustrazione del bilancio 2018, si potrà anche analizzare e giudicare la gestione delle risorse affidateci dai soci.

Compito dell’Assemblea é anche definire i programmi del 2019. La proposta del Consiglio è un ampio calendario di conferenze, convegni, corsi didattici ed iniziative varie, oltre all’attività ordinaria e all’apertura della sede e della biblioteca per tre giorni della settimana. Il numero dei soci continua a crescere e molti di essi hanno individuato o consolidato un proprio ruolo al suo interno; crediamo sia questa la migliore garanzia di continuità del nostro istituto culturale.

Con l’aiuto dei consiglieri, dei soci e degli amici, nel corso degli ultimi sedici mesi si sono organizzati o patrocinati oltre sessanta eventi, proseguendo in un ruolo propositivo all’interno della nostra comunità.

Il presidente, Furio Ciciliot

Renato Giusto ci illustrerà virtualmente la sua raccolta d’arte, frutto di ricerche pluridecennali sul mercato antiquario. Trattandosi di una collezione privata, sarà un’occasione unica per conoscere opere preziose e inedite e le loro storie.

Le fotografie raffigurano ceramiche della collezione Renato Giusto

Savona da salvare, aiuto! Complesso San Giacomo: razziato da Napoleone e derubato del ‘piano Astengo’: biblioteca, hotel, piscina, centro congressi, ristorante.Chiabrera piange

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Tra il 1471 e il 1476, epoca nella quale Savona offriva alla Chiesa due papi, Sisto IV e Giulio II Della Rovere, i frati minori savonesi, osservanti della regola francescana, edificarono il complesso conventuale di San Giacomo, composto dalla chiesa omonima(19m.x 23m.) dotata di dieci cappelle gentilizie che fungevano da luogo sepolcrale per i Savonesi Illustri e di 15 altari.

di Gianfranco Barcella

E’ annesso convento che nei tempi d’oro ospitavano ben 25 frati, e questi edifici religiosi furono poi adibiti ad uso civile, su una collina dominante il centro ed il porto di Savona da uno dei luoghi più suggestivi e panoramici della città. Il complesso di San Giacomo rappresenta forse l’esempio più significativo di mecenatismo del Pontefice Savonese Francesco Della Rovere, assurto al soglio pontificio con il nome di Papa Sisto IV e già legato a Savona in qualità di ministro della provincia francescana.

In una delle cappelle funerarie della chiesa, unico esempio di edificio sacro medievale, restante in Savona, si trova tra l’altro, la tomba di Gabriello Chiabrera, uno dei poeti più importanti dell’epoca barocca che la sua città nativa ha dimenticato da tempo, dopo avergli dedicato il teatro civico ed il liceo classico. (Tutte le antologie letterarie riportano la sua celebre canzonetta dal titolo <Belle rose porporine> con la quale il poeta omaggia le rosee labbra della donna amata, immagine tipica del Seicento galante e lezioso).

La navata centrale della chiesa presenta un soffitto con capriate in legno ed è divisa dall’abside tramite l’originale pontile, uno dei pochi in Italia, dopo il Concilio di Trento. Il pontile o jubé, (prima parola dell’invocazione a Dio, pronunciata dal diacono francese) è un elemento architettonico che caratterizza l’interno delle chiese conventuali, principalmente gotiche. Separa il coro dedicato ai presbiteri dalla platea dei fedeli. E’ un camminamento con una tribuna rialzata dalla quale venivano lette le Scritture. Come accennato in precedenza, dopo il Concilio di Trento e fino a tutto il secolo XIX, il pontile-tramezzo cominciò ad essere progressivamente smontato rendendo i pochi rimasti, preziose testimonianze liturgiche ed artistiche da conservare gelosamente.

Per continuare la descrizione di questo tesoro savonese in stato di abbandono e di degrado da oltre cinquant’anni e pertanto non visitabile, ora dobbiamo scrivere al passato. L’interno della chiesa era arricchito con i quadri delle cappelle gentilizie ad opera del Mazone, di Tuccio D’Andrea, del Brea e del Fasolo.

Il presbiterio e l’abside semi – ottagonale erano affrescati da Ottavio Semino, uno dei pittori più stimati della scuola raffaellita dell’epoca che nel 1500 affrescò Palazzo Marino e una cappella di S. Maria delle Grazie. I chiostri erano dipinti dal Ratti ed i testi antichi riportano che vi fossero anche trenta dipinti, rappresentanti la vita di San Francesco. Alcuni quadri si trovano nella pinacoteca civica e nel museo della cattedrale di Savona. Il convento era dotato di una ricchissima biblioteca in cui studiarono sia il futuro papa Giulio II che Chiabrera e fu un polo culturale per tutto il nord d’Italia fino al 1650 circa. Basti pensare che nel 1563 il convento donò al re di Spagna Filippo II svariati manoscritti in greco che presumibilmente furono archiviati nell’Escorial, a tutt’oggi risultano ancora dispersi.

Alcuni superstiti volumi della fiorente biblioteca sono custoditi nella biblioteca del seminario vescovile di Savona e i più importanti sono stati restaurati negli ultimi anni. Nel 1810 le armate napoleoniche spogliarono le cappelle sepolcrali anche di alcuni quadri che hanno arricchito il Louvre almeno in parte, ed altri si presume che abbiano preso la via della Germania. Con la soppressione degli ordini religiosi, voluta sempre da Napoleone, il convento ebbe diverse destinazioni d’uso: acquartieramento di truppe, opificio, fabbrica di vele, reclusorio militare, lebbrosario. In seguito fu realizzata la caserma Damiano Chiesa e l’attuale facciata lo ricorda, riportandone non solo il nome ma anche i segni distintivi.

Il complesso di San Giacomo, di proprietà pubblica, essendo stato lasciato al degrado, ha privato i Savonesi ed i turisti della possibilità di poter godere di un tesoro prezioso che avrebbe offerto anche un ritorno economico; anche alcuni locali che furono dati temporaneamente in uso a varie società dilettantistiche e ricreative sono stati chiusi per la dichiarazione di inagibilità. Dopo un crollo nel 2009, nell’ala settentrionale del convento, nel 2012, un intervento del Comune ha contenuto i danni delle parti artistiche fino a cadere nel totale abbandono nel quale giace ai giorni nostri.

Oltre all’urgentissimo consolidamento dell’abside tutto il complesso conventuale necessita di un importante lavoro di recupero. Gli affreschi con un intervento appropriato potrebbero essere almeno parzialmente recuperati. Illo tempore era stato stilato un progetto per riqualificare l’area di grande pregio storico-culturale. Si prevedeva, per bocca del consigliere comunale Giampiero Astengo, la riconversione dell’area con biblioteca, centro congressi, albergo, ristorante e piscina; la rivalutazione rientrava all’interno della proposta: <percorsi pedonali turistici> che aveva l’obiettivo di proporre agli escursionisti delle crociere che arrivavano in città, un percorso culturale e paesaggistico per far visitare la chiesa di Santa Lucia, la salita S. Giacomo, il relativo ponte rinascimentale ed il Belvedere San Giacomo.

Giugno 2016 da Storia Patria: Alcuni mesi or sono Gianni Venturino, architetto e storico dell’arte, donò a Storia Patria un modellino fedele della chiesa di San Giacomo, importante monumento medievale savonese. Il modello era la parte tangibile di una pubblicazione del 2010, edita da Grafiche Fratelli Spirito (La chiesa fantasma. San Giacomo apostolo, l’ultima chiesa medioevale di Savona), in cui sono raccolti gli studi preparatori e le vicende storiche della chiesa e dei tesori d’arte che vi erano racchiusi, ora sparsi in molti luoghi, tra cui alcuni di notevole prestigio.
San Giacomo

Dal 16 al 21 marzo 2015, Savona ha dedicato al complesso monumentale ed al promontorio roccioso sul quale sorge, insieme al sottostante vallone che si sposa all’insenatura di Miramare, una settimana di studi per fare il punto della situazione con le relative possibilità di recupero e di riuso ma… Nel 2016 si è anche costituita “l’Associazione Amici di San Giacomo” che ha lo scopo di riportare l’attenzione della popolazione e dell’autorità di Savona sul problema del restauro e della valorizzazione di un vero gioiello architettonico. Per adesso ci resta almeno il pregevole volume di Gianni Venturino: “La chiesa fantasma”, edito da Grafiche Fratelli Spirito con il patrocinio della Consulta Culturale Savonese, coordinamento di quattro associazioni: A.Campanassa, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Italia Nostra e Società Savonese di Storia e Patria.

Gianfranco Barcella

DAL PERIODICO A CAMPANASSA 2011

 

 

 

Savona, Priamar? in 30 anni 12 annunci di rilancio. Ruggeri: uffici e ristoranti tutto l’anno. Caprioglio – Arecco: ecco il centro benessere. Coop Liguria: pronto un progetto

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“E nell’attesa si balla il liscio….Il Priamar 2000 targato Radio Savona Sound International”. “Uffici e ristoranti tutto l’anno al Primar. Nei piani del sindaco Ruggeri anche la sistemazione del piazzale antistante la fortezza. Gli scavi verranno valorizzati, illuminati e segnalati creando un vero e proprio perco9rso archeologico. I parcheggi saranno sistemati e nascosti con la creazione di giardini, aiuole e aree verdi. Entro la prossima estate (1999 ndr) la Fortezza verrà recuperata quasi interamente e resterà sempre aperta”. Forse annoiamo i quattro lettori di trucioli.it a ripercorre ‘solo’ 30 anni di annunci, senza che il cronista di turno (a volte lo stesso) chieda almeno per rispetto verso chi legge: “Scusi, sa che fine hanno fato….gli altri annunci di…..” nome, cognome e data. Le buone abitudini finiscono alle ortiche. Non giova più informare compiutamente. Anche giornalisti e politici, come i lettori, passano.

Ci limitiamo a citare solo alcuni annunci per non obbligare il lettore a riflettere troppo, ricordando magari l’autore dell’articolo – aveva riportato le dichiarazioni del sindaco di allora, Carlo Ruggeri  –  è in pensione da parecchi anni nella natia Alassio. Ruggeri  ha fatto carriera in politica, ogni tanto ritorna con dichiarazioni su questo o quel tema. Fa sempre notizia.

Sicuramente non farebbe notizia il nostro elenco di 30 anni, e si potrebbe tornare molto indietro con la rassegna stampa. Una costante: ‘rilancio del Priamar’, due parole che nei titoli sono d’obbligo e fanno ‘presa’. Non vogliamo comunque insegnare nulla, solo riproporre che nel Bel Paese c’è un radicato sporto dell’illusionismo, annunci ad effetto. In altre realtà europee per chi ha avuto occasione di conoscerle, in dieci anni si cambia un quartiere storico bombardato, una città industriale,  un’area di crisi risorge e diventa modello di sviluppo ora culturale, ora commerciale, ora di attrazione. L’involuzione made in Italy si è trasformata con le elezioni del marzo 2018;  un clamoroso voto di protesta, oltre alla costante diserzione al voto. E’ trascorso un anno dall’insediamento del nuovo governo giallo verde. Al potere i beneficiari del malcontento ‘malpancista’.

Se si ascolta un imprenditore  interessato ad investire (mai citarlo per prudenza sua) non ha ha dubbi: poco o nulla è cambiato. Possibile ? La montagna di leggi, leggine da burocrazia e lentocrazia continuano a dominare. I burocrati, insomma, non ‘firmano’, temono ad assumersi responsabilità. La politica resta parolaia, l’esibizionismo nuovo modello continua a guadagnare voti e consenso. Fino a quando ? A Savona non c’è solo Priamar.

19 luglio 1998 (IL SECOLO XIX SAVONA)

5 SET 2014 – Rilancio del Priamar. Anche Coop Culture interessata al progetto di Legacoop

L’idea di sviluppare un progetto per valorizzare il Priamar di Savona – già anticipata nei giorni scorsi dal presidente di Legacoop Liguria, Gianluigi Granero – suscita interesse anche a livello nazionale nel mondo cooperativo. A Savona si è svolto infatti il sopralluogo della presidente di Coop Culture. Una realtà con un fatturato da 45 milioni di euro e gestisce, tanto per citare due cose, il Colosseo e palazzo Ducale di Venezia. La  presidente di Coop Culture, Giovanna Barni, ha visitato il Priamar e altri siti della città. Con lei c’era tra gli altri Graziella Bonaguidi, presidente di Coop Zoe di La Spezia, che gestisce i musei di quella città.

«Hanno trovato il Priamar un immobile già pronto ma con ulteriori opportunità di sviluppo, per attività sul piazzale del Maschio e nei tanti spazi espositivi che esistono o che potrebbero essere ricavati sulla fortezza, a parte ovviamente la ristorazione e altro ancora – spiega Roberto La Marca, responsabile Turismo di Legacoop Liguria –. Presenteremo un progetto entro un mese attraverso il Consorzio Due Riviere. Vogliamo fare sul serio e presto”. Legacoop Liguria ha coinvolto Coop Culture, un fiore all’occhiello nel suo campo, per ragionare ancora più in grande sulle potenzialità del Priamar, sempre a metà strada nella ricerca di un rilancio definitivo, ovviamente sfruttando il traffico dei crocieristi, oltre un milione di persone che arrivano a Savona grazie alla lungimiranza dell’Autorità Portuale e che costituiscono un’opportunità eccezionale». Hanno accompagnato Barni e Bonaguidi nel sopralluogo alla fortezza il presidente di Legacoop Liguria, Gianluigi Granero e Mauro Gambetta,  da poco presidente del Consorzio Due Riviere
“Tutto passa anche attraverso il riordino e il potenziamento dell’Infopoint e dell’Ufficio Iat in porto  che stanno attraversando un momento delicato – sottolinea Mauro Gambetta -.  Ora ci sarà il passaggio delle competenze sull’accoglienza dalla Provincia direttamente alla Regione. Oggi l’Infopoint si regge grazie all’apporto del Comune, all’aiuto fondamentale dell’Autorità Portuale, alle risorse della Provincia e alla collaborazione con la Camera di Commercio. Nel 2013 l’Infopoint ha “intercettato” 68 mila croceristi, ad agosto di quest’anno siamo già arrivati a oltre 50 mila. Ed è un peccato che, praticamente da inizio anno, siano sospese per mancanza di personale le visite alla città e ai suoi monumenti. Abbiamo già ottenuto l’interessamento dell’assessore regionale al Turismo, Angelo Berlangieri, si tratta ora di pensare prima a un consolidamento e poi a un rilancio, per ampliare le competenze e offrire maggiori servizi. E, attraverso l’Autorità Portuale, dovremo trovare la giusta collaborazione con Costa Crociere visto che, probabilmente per la crisi, è sensibilmente diminuito il numero dei passeggeri che prenotano le escursioni direttamente a bordo». Una sinergia tra diversi soggetti che può risultare vincente.
“ Per intercettare visitatori per Savona potremo contare sull’Infopoint e sulla forza di Coop Culture che sul suo portale ha milioni di contatti grazie ai monumenti che già gestisce, e che può inserire Savona tra le maggiori destinazioni culturali d’Italia – – conclude Roberto La Marca –   “Ma in città ci sono altri filoni da sfruttare, come l’agroalimentare con i suoi prodotti tipici, dal chinotto alla farinata e alla panissa”.

9 marzo 2017 (IVG.IT)

Savona, ecco il rilancio del Priamar: il sogno del nuovo centro benessere

Il sindaco Caprioglio: “Iniziamo con gli accessi e la passerella, per il resto vedremo quello che si potrà fare”

Un sopralluogo è già stato fatto (con il vice sindaco Massimo Arecco) e il Comune di Savona, nell’ambito dei complessivi interventi di valorizzazione del Priamar, vuole realizzare un nuovo centro benessere, il primo nella città della Torretta. Lo ha detto questa mattina (9 marzo 2017) il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio presentando il lavoro svolto in questi mesi per la promozione e valorizzazione del Priamar in un progetto che ha visto coinvolte associazioni culturali, Soprintendenza e il Campus universitario. “E’ nata l’idea di realizzare un tavolo di lavoro iniziando con gli uffici del Comune e i tecnici, con l’obiettivo di guardare al Priamar con una visione d’insieme, lavorando per diversi lotti di intervento e cercando collaborazioni per nuove iniziative” ha detto il sindaco Caprioglio. “Penso al Priamar come un mix di tra cultura, artigianato, ristorazione e commercio. E’ come una bella signora che non si trucca più e noi vogliamo farla tornare a vivere…”.

13 giugno 2018 (IL SECOLO XIX – SAVONA)

Savona, le botteghe artigiane nelle cellette del Priamàr per rilanciare la fortezza.
Savona – Un primo, importante passo verso il rilancio del Priamàr parte dall’artigianato savonese. Le cellette della Fortezza, da oggi, sono ufficialmente laboratori, con attività espositiva e commerciale. Gli otto spazi, sino ad oggi utilizzati solo per mostre temporanee, diventeranno invece laboratori-negozi con un orario di apertura quotidiano, sino alle 22 di sera, dal martedì al giovedì (mezzanotte nel week end), in modo di accogliere i visitatori estivi. L’obiettivo: raggiungere i savonesi, ma attrarre anche i turisti, in particolare i crocieristi, che scelgono il Priamàr quale prima meta della visita cittadina.

Un’iniziativa importante, intitolata “P.articelle: arti nelle celle”, nata dalla collaborazione tra il Comune di Savona, Confartigianato e dall’entusiasmo di un primo gruppo di quattro artisti, che gestiranno gli spazi. Coniugando, così, due priorità: la valorizzazione della Fortezza, ma anche il rilancio dell’arte e dell’artigianato locali. «Dopo un anno, si raccolgono i frutti di un lungo lavoro – spiega il sindaco Ilaria Caprioglio – ‘P.articelle’ è un tassello che va a inserirsi in un progetto di più ampio respiro, che ha come obiettivo il ripristino totale della Fortezza». «La prima fase – spiega Mariano Cerro, Confartigianato – è consistita in un lavoro di consultazione e valutazione delle idee di alcuni operatori del settore. Successivamente, abbiamo raccolto le manifestazioni d’interesse emerse nell’ambito degli incontri con gli operatori locali. Chi verrà al Priamàr, nelle cellette troverà vetro artistico, arte pittorica, legno e restauro, grafica, realizzazione di oggetti, gadget, bijoux, il tutto declinato in laboratori, workshop».

Quattro i protagonisti delle cellette. Si tratta di Vanessa Cavallaro con le sue cristallerie incisore del vetro; Enrico Ghiso, falegname e intagliatore del legno; Giusy Ghioldi, illustratrice e lo studio grafico di Elena Mangialardi. «L’idea mi era venuta già parecchio tempo fa – racconta  Ghioldi -. Solo oggi, però, ho trovato chi ha avuto voglia di accoglierla e darle fiducia. Metteremo, in questi laboratori, la nostra passione e la nostra professionalità». Le cellette avranno anche una funzione di infopoint turistico. Saranno un luogo dedicato al territorio, con approfondimenti sulla cultura e la tradizione artistica locale. «Fondamentale sarà l’orario di apertura, pari a quello di un’attività commerciale – dice Giusy Ghioldi-. Da martedì a giovedì apriremo dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22; dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 a mezzanotte».

I segreti Carisa (oggi Carige) storyCaro Bartolini, qui Berneschi (riservata personale). Ho letto il parere del prof. Ruozi

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La lettera, riservata personale, è data Genova 20 febbraio, indirizzata al prof. Franco Bartolini, Quiliano via Dodini. Un documento top secret firmato dall’allora direttore generale Giovanni Berneschi. Uno dei paladini della vendita di Carisa ai cugini di Carige. Tra contrasti e una guerra (non solo sotterranea). Titolava Il Secolo nei giorni cruciali (novembre 1988): “Con Carige tra gli insulti. Picchetti di polizia nel giorno dell’accordo. Drammatica seduta  della Fondazione Carisa (proprietaria della banca) che accetta la proposta dei genovesi . Dieci anni di autonomia.” E poi cosa sarebbe accaduto è materia altrettanto drammatica, con la fuga di migliaia di correntisti e risparmiatori. Nell’anno in cui Carige affonda e le banche cuneesi che si sono allargate nel ponente ligure possano annunciare risultati da promozione, grazie anche alle loro filiali o agenzie operanti a pieno regime nel savonese e nell’imperiese.

Non può consolare la disfatta di una banca ligure e che ha trascinato sul baratro, con la fusione, la storica banca dei Savonesi. Non può consolare la riproposizione della rassegna stampa che testimonia chi stava da una parte (con Carige) e chi temeva l’abbraccio mortale (all’epoca in prima fila Il Secolo XIX Savona), esponenti del sindacato Carisa (non tutti), esponenti della politica (divisi), personalità di primo piano del mondo dell’economia, basti pensare al ruolo dell’Unione Industriali, della Confartigianato, della Confcommercio e Confesercenti.

Non era una passeggiata non far parte del coro, solleva dubbi o perplessità, ma anche dare conto di cosa accadeva nelle stanze del potere. Non può consolare  neppure la certezza che, nonostante le sirene (una piccola banca non ha futuro), oggi assistiamo a banche piccole ed in ottima salute. Dalla ligure Passadore, alla massiccia presenza cuneese e piemontese: Banca d’Alba, al Credito Cooperativo Banca Alpi Marittime, Al Banco di Credito  Azzoaglio, Banca di Caraglio Credito Cooperativo, Bcc di Alba Langhe Roero, Banca Di Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca De’ Baldi, Banca Sella.

Il territorio savonese ed imperiese rimasto orfano di una banca autonoma. Cosa significa per l’economia, lo sviluppo, la popolazione che lavora o è pensionata, il mondo dei giovani. Perchè la confinante Cuneo ha saputo tenere, con ricadute più che positive, le sue banche svilupparle, potenziarle laddove ha miseramente fallito il sistema di banca autonoma in terra ligure. Erano lungimiranti, come documenteremo anche nelle prossime puntate, nel limite delle nostre possibilità di volontariato, le scelte e le prese di posizione di coloro che, magari in buona fede, erano schierati con “saremo più forti e più solidi’ con un banca importante sulla scena nazionale.

Gli articoli del Secolo XIX Savona, pochi tra molte decine, erano firmati da Gianluigi Cancelli, Luciano Corrado, Maurizio Pellissone, Robertto Sangalli.

GIA’ ALL’EPOCA LE AVVISAGLIE DEI CREDITI FACILI A

‘CLIENTI PARTICOLARI’ CON INCHIESTE E SENZA CONDANNE

 

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