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Loano: le belle notizie di solidarietà

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8 marzo, festa della donna, apiricena con sfilata per adulti e bambini organizzata dal Leo Club Loano Doria, con la collaborazione del Leo di Albenga e Finale Ligure. Inizio alle 19,30 allo Yacht Clun Marina. Ingresso a scopo benefico 25  euro a persona. Altra notizia: si intitola “La paura di essere brutti. Immagine corporea e dintorni” la conferenza in programma sabato 9 marzo alle 16 presso la biblioteca civica “Antonio Arecco” di Palazzo Kursaal a Loano. Relazionerà Stefania Lanaro, psicologa e psicomotricista.

Aperte a Loano le iscrizioni per le attività promosse da YEPP Loano e dall’assessorato ai servizi sociali e alla politiche giovanili del Comune di Loano con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione “A. De Mari”. Il centro giovani “Le città invisibili” anche quest’anno ospiterà corsi, workshop e attività d’aggregazione per i giovani dai 14 ai 26 anni.

LA FESTA DEI VELISTI AL PRIMO CAMPIONATO INVERNALE

EDILIZIA PRATICHE PIU’ VELOCI, ADDIO VECCHIA CARTA

E’ ARRIVATO LO SPORTELLO UNMICO DIGITALE

LA CENA SOLIDALE AL SAN PIO X

 


Loano quando la Fiamma Tricolore (MSI) lottava contro la droga nelle scuole e l’inflazione delle licenze commerciali

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Era il 1983. Per le elezioni comunali, quando si dovevano eleggere 30 consiglieri (oggi 17) e il sindaco non era ad elezione popolare, le maggioranze potevano essere più ‘traballanti’ in presenza di voltagabbana durante il mandato. Il M.S.I – Destra nazionale, a Loano, era rappresentato da una figura storica e coerente del partito, Vito Mazzitelli che è stato consigliere comunale, il secondo era l’on. Giulio Cesco Baghino, romano, giornalista e direttore del Secolo quando era il quotidiano della Fiamma Tricolore, eletto anche nel collegio della Liguria. Una minoranza che, come l’allora Pci e Psiup, poi sarà la volta dell’indipendente dr. Maurizio Strada, eletto prima in una lista del Pri, poi della Lega Nord, con 800 voti. L’opposizione che si distingueva per l’impegno a 360 gradi nelle problematiche loanesi. Il MSI pubblicava un programma elettorale e presentazione dei candidati di 12 pagine, con molta sostanza.

Fai un click per ingrandire la pagina, i candidati non erano in ordine alfabetico, capolista Vito Mazzitelli, che per anni ha gestito col papà ed un fratello una sartoria in via Garibaldi. Un  Gennaro Mazzitelli, morto nel settembre 2014, è stato storico dirigente comunale del settore dei lavori pubblici. Nato nel 1938 nel sud Italia e trasferitosi giovanissimo in Riviera, Mazzitelli studiò all’Accademia navale, dalla quale uscì con il grado di capitano. Dopo alcuni anni passati a lavorare sulle navi entrò in Comune poco più che ventenne: il suo primo incarico fu all’ufficio anagrafe. Anni dopo fu trasferito all’ufficio tecnico, del quale fu dirigente per quarant’anni fino alla pensione, arrivata alla fine del 2008.
Sotto la sua dirigenza la città si dotò di gran parte delle opere pubbliche visibili ancora oggi: la piscina e il palazzetto dello sport “Elio Garassini”, la diga soffolta, la nuova passeggiata a mare, il bocciodromo e il Giardino del Principe.
Mazzitelli è stato anche il presidente del Basket Loano e il primo presidente del porto quando era ancora gestito dal Comune (fu lui stesso a guidarne il passaggio nelle mani dell’imprenditore italo-svizzero Max Frei). Due figli titolari di un’avviata azienda di impianti elettrici.

Un lavoro informativo e propositivo diviso in tanti capitoli: Edilizia abitativa, Acquedotto, fognature, depuratore (non era ancora in funzione), Porto, Spiagge, Anziani, Giovani (occupava lo spazio maggiore, con igiene ed assistenza sanitaria, scuola, piano turistico e commerciale),  Protezione Civile nelle scuole di Loano, Droga nelle scuole e nella movida, Igiene ed assistenza sanitaria, Turismo, Scuola, Sport, Edilizia pubblica abitativa,  Erogazione idrica, Fognature e spiaggia, Discarica rifiuti, Viabilità, Droga (“A Loano è diventata una vera piaga….”), Piano turistico e commerciale.

C’è da osservare che rispetto ai nostri giorni l’opposizione aveva più strumenti per incidere nelle scelte della giunta e della maggioranza consiliare che peraltro a Loano è tra le poche città costiere liguri che non conosce una vera alternanza democratica. Eccezione fatta, per meno di un triennio, col sindaco comm. Felice Elice, dissidente dalla locale DC e vice l’avv. Stefano Carrara Soutur che sarà eletto  deputato del Psiup per una legislatura. E che finirà per abbandonare la vita politica e  riservare il suo impegno pubblico con la nomina a difensore civico. Ruolo che ha ricoperto anche l’ex sindaco Dc, avv. Mario Rembado.  Mentre in precedenza c’era il ‘giudice conciliatore’, l’ultimo è stato il compianto dr. Luigi Zignego.

L’M.S.I, pare utile ricordare che chi scrive non ha mai votato per quel simbolo, mentre ha sempre avuto un corretto rapporto professionale, anche quando capitava di scrivere cose che potevano mettere in cattiva luce questo o quell’esponente locale. Siamo stati gli unici cronisti ad essere ospiti ad un pranzo tra ‘camerati’ presente l’on. Giorgio Almirante che si tenne al Grand Hotel Garden Lido.  E forse eravamo tra i pochi che erano al corrente di una relazione ‘segreta’ che l’allora segretario aveva con una possidente della Baia del Sole dove, quando si trovava nel ponente ligure o nel Basso Piemonte, trascorreva la notte. Cosa che, manco a dirlo, non poteva sfuggire ai Servizi segreti interni.

In altre circostanze abbiamo dato conto dell’indifferenza e distacco con cui la stragrande maggioranza dei loanesi è interessata alla ‘memoria storica’ dell’ultimo mezzo secolo. Quando scrive si ‘come eravamo‘, ci rimproverano, non interessa quasi a nessuno. E tanto meno gli approfondimenti. Il buon giornalismo, ci dicono, è quello di Ivg.it, il suo strepitoso successo di lettori e a Loano supera tutti i record. Non discutiamo le scelte giornalistiche di chi è più bravo e professionale. Ci limitiamo dunque a percorrere  le cronache del passato, senza pretese, da semplice ed umile testimonianza e continueremo a perseverare pur condividendo con ‘i quattro lettori’. Sapendo  che esporsi non è il terreno prediletto dai loanesi. Paura ? Senso omertoso senza per questo classificarlo nella volgata più deteriore. La gente in privato parla, si sfoga, esercita le sue doti, in pubblico preferisce tacere per una serie di ragioni magari giustificate, ma che non condividiamo. Dunque alle prese con una solitudine che non ci turba più di tanto.

Forse interessa assai di più chi ci segue conoscere quali erano i ‘cavalli’ della compagna elettorale del MSI 36 anni fa, inizio estate quando esplose il ciclone Teardo e che colse tutti impreparati. Non era il nostro caso avendo vissuto di concerto la parte diciamo preliminare con Renzo Bailini, col suo primo esposto diede avvio all’indagine e ci vorranno due anni prima dei clamorosi sviluppi.

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Nelle  lettere aperte agli elettori, Vito Mazzitelli, consigliere comunale uscente, ricordava il dramma della casa per i meno abbienti, degli sfrattati e dei giovani che vorrebbero crearsi una famiglia. Da qui la necessità di attuare in tempi rapidi  le varianti al piano pluriennale di attuazione (PPA).

SPIAGGE – “Il patrimonio delle spiagge è stato polverizzato per la maggior parte  a solo scopo speculativo, con concessioni assegnate dalla Capitaneria di Porto di Savona ai soliti noti… privando i cittadini di Loano del diritto e del piacere di vedere il proprio mare, stante il muro di cabine che durante la stagione estiva si erge sul litorale, tra l’altro con costi per i bagnanti non adeguato alla qualità di attrezzature e servizio”. Bisogna dire che negli anni a seguire Loano ha realizzato una passeggiata a mare sopraelevata, ha eliminato il muro di cabine, pur con qualche curiosità come aver rialzato lo spiazzo della ‘Pineta’ per andare incontro ad esigenze  di un titolare di Bagni. Si fece un’eccezione al progetto definitivo e quasi nessuno se ne accorse, se non il consigliere Strada. Non abbiamo invece condiviso di cancellare il tratto di spiaggia dei pescatori, in centro, caratteristica che fa da coroallario e molto apprezzata nelle località che l’hanno mantenuta: vedi Laigueglia – la zona più fotografata dai turisti e di maggiore richiamo – Noli, solo per citare due casi.

DROGA NELLE SCUOLE E NELLA MOVIDA – ” E’ questo un argomento terrificante – scriveva la candidata Liviana Camerini, ancora in vita dopo aver esercitato col marito in un ristorante di via Boragine nel centro storico, oggi è cittadina di Balestrino. Di Loano custodisce più di un segreto. “Una situazione che mi induce  a chiedere a tutti indistintamente, la più stretta collaborazione per porre fine a questa dilagante piaga, colpendo duramente  quei turpi individui che per malvagia cupidigia si spingono fino al punto di distribuire caramelline drogate agli scolari delle scuole elementari.  Anche in questo caso assistiamo alla colpevole omissione di vigilanza ed intervento degli organi comunali e statali”. All’epoca lo spaccio al minuto vedeva ‘cavallini’ consumatori di droga che arrivavano dalla vicina Borghetto S. Spirito, e da altre cittadine. Non c’erano ancora gli spacciatori immigrati. Loano che per overdose ebbe un paio di giovani deceduti, altri rovinati nella salute e trascinando spesso nel baratro le proprie famiglie.  La cocaina era appannaggio dei figli di benestanti, l’eroina dei ‘popolino’.  Liviana Camerini scriveva inoltre: “Cari colleghi commercianti, albergatori ed operatori turistici, le difficoltà in cui ci dibattiamo, le ingiustizie che da troppo tempo  ci colpiscono, i danni che subiamo per una politica socio economica e fiscale errate, devono avere termine, iniziando a livello comunale. E senza dimenticare che spesso noi  operatori siamo di fronte ad affitti surreali, rispetto agli incassi, ai profitti. Se non vogliamo catene di chiusure ed aperture facciamoci sentire uniti e senza espropri proletari”.

TURISMO – La lettera era firmata da Gian Franco Varosio che con i genitori gestiva La Marinella, sul lungomare, oggi al centro di una triste sorte, tra debiti, stato di abbandono e chiusura. Varosio che poi si trasferirà a Bergeggi, coltivando la passione di cuoco professionista in vari locali della Riviera. “Occorre assolutamente – scriveva – regolamentare l’assegnazione delle licenze commerciali in rapporto alle esigenze del turismo che, nella nostra città,  deve godere della priorità assoluta. Serve un severo e sistematico controllo della professionalità dell’operatore economico, che deve garantire anche il decoro e l’igienicità degli esercizi, cominciando da servizi igienici che non siano da terzo mondo, degli sgabuzzini maleodoranti e sporchi. Altrettanto severo deve essere il controllo sulla qualità e sui prezzi sia dei prodotti che dei servizi offerti, onde scoraggiare i ‘furbetti’ e prevenire attività che danneggiano  il buon andamento  dell’economia cittadina. La promozione turistica deve essere coordinate e non affidata alla volontà di pochi. va programmato di concerto con l’ausilio di esperti della materia e sotto il costante stimolo del Comune. Non bastano dunque le manifestazioni….”

EDILIZIA PUBBLICA ABITATIVA – Scriveva il ‘camerata’ Francesco  Weible (‘il maresciallo’) che gestiva una frequentatissimo bar di corso Europa dove ora si trova la Carisa – Carige. Ritrovo di giocatori di carte e biliardo. Denunciava che “a Loano non si è mai provveduto, dal 1978, con la legge dell’equo canone’ (i risultati non furono certo lusinghieri ndr), neppure a formulare il piano che regola l’edilizia pubblica abitativa, ogni anno abbiamo una media di 100- 150 sfratti. Perchè si è dormito ? Perchè le ultime case popolari a Loano risalgono alle ‘case Fanfani’ ? Eppure abbiamo decine, centinaia di famiglie loanesi in difficoltà che hanno il torto di non essere imprenditori edili, né proprietari di aree dove si costruisce.” Severe critiche riservava  al piano di sviluppo turistico- commerciale  che ha suddiviso il territorio in nove zone, con palesi disparità di trattamento.

 

Loano Caput Mundi: Ferrovie, patrimonio immobiliare ed urbanistico in Riviera Pietro Oliva, da docente a contadino: ‘Serve una mobilità dolce e treni turistici’. Invece…

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Documentazione ufficiale dell’archivio del Consiglio regionale della Liguria. Riproporre la rilettura di chi preferisce approfondire e documentarsi, confrontarsi, rispetto ai tuttologi della politica e non. E’ sempre utile per imparare, ragionare con la propria testa anzichè per sentito dire o peggio portare il proprio cervello all’ammasso. Così rileggendo un articolo che scrisse, nel 2008, il prof. Pietro Oliva, consigliere regionale di Forza Italia, a proposito delle aree dismesse dalle ferrovie (quelle già libere con i vecchi tracciati e le future con trasferimento a monte dei binari). Oliva che aveva abbracciato la politica per passione, spirito di servizio, proponeva tra le alternative il mantenimento di ‘treni turistici’. Una sorte di metrò urbano con tutte le sue peculiarità, a cominciare dai collegamenti tra le cittadini costiere alle prese del un traffico ormai infernale, inquinamento di cui nessuno o quasi parla. Ovvero salute e costi economici.

Loano, il prof. Pietro Oliva ad una premiazione

Il 21 aprile 2016 da trucioli.it: …Che dire dire di chi ha scelto di lasciare, non ricandidarsi. Il prof. Pietro Oliva, presidente del consiglio comunale, già vice sindaco, già consigliere regionale, per anni tra i politici loanesi più in vista ed apprezzato. Ha deciso di passare il ‘testimone’ al rinnovamento, ai giovani, alle nuove leve del centro destra. Non vuole l’etichetta del ‘gerontocomio’, preferisce l’hobby del coltivatore agricolo nella sua ‘tenuta di Verzi’ di Loano. Alle auto di rappresentanza, ha finito per scegliere l’Ape utile e semplice da parcheggiare. Pietro Oliva tra i custodi dei ‘segreti’ di Palazzo Doria, dell’apparato, di chi conta davvero e chi comanda dentro e fuori il Comune.

ULTIMI INCARICHI – Oliva che come ultimo incarico pubblico era stato ‘chiamato’ alla vice presidenza della Servizi Ambientali Spa, la maggiore società pubblica partecipata del ponente savonese, nel ruolo di fatto di presidente, in sostituzione del vice prefetto dr. Andrea Santanastaso che, mentre ricopriva la carica di commissario prefettizio al Comune di Borghetto, era finito agli arresti domiciliari per un’inchiesta sulla ‘prefettura’. Oliva era entrato in consiglio regionale dopo le elezioni  2005. Era vice presidente della Commissione attività  produttive, membro delle commissioni Programmazione e Bilancio, Territorio e Ambiente, Controlli. Consigliere di minoranza, molto attivo, ha chiamato a far parte della sua segreteria  Teresita Saettone, Eleonora Risso, mentre all’assessore comunale di Loano, Remo Zaccaria, era affidato il coordinamento dei “rapporti con il territorio”. Oliva venneo dichiarato decaduto dal tribunale civile di Genova (ineleggibile a causa della sua presenza nella Finanziaria regionale Filse al momento dell’elezione) e a seguito del ricorso di un suo collega di partito, il geom. Graziano Falciani, valbormidese, impreditore.

Il prof. Oliva che non apparteneva alle categoria di chi ha il nasino all’insù,  arroganti e permalosi; educato e rispettoso dei ruoli, anche nei confronti di chi, nel lavoro di cronista, capitava di non scrivere ‘agraiment‘. E’ stato anche vice sindaco, assessore  al Bilancio (settore finanziario di palazzo Doria), presidente del Consiglio comunale, coordinatore provinciale di Forza Italia nei tempi fulgidi di Berlusconi, segretario della sezione loanese, legame di amicizia tra sua moglie e quella di Claudio Scajola.  Uno scajolano convinto che non aveva tradito neppure nei momenti più difficile dell’illustre politico imperiese.

Il forzitaliota loanese che non stravedeva per certi personaggi della ex nomenclatura rossa savonese. Carlo Ruggeri? Il prof. Oliva, da assessore, scriveva una lettera aperta a La Stampa dove elencava le presidenze di cooperative rosse ricoperte da Ruggeri e finite in fallimento. Solo per la Sabazia di Vado il dissesto (non da addebitare alla “diabolica” presenza Ruggeri ma affidata quasi ad un prestanome, il compagno Milano) si aggirava intorno ai 15-18 miliardi di lire. Oliva concludeva ironicamente “…Se da sindaco, egregio Ruggeri, otterrà uguali risultati….povera Savona…!”.

E A DIANO MARINA SI PENSA AI PRIMI 300 METRI DELLA EX FERROVIA

CON I PROGETTI DELL’AMMINISTRAZIONE DEL SINDACO CHIAPPORI GIA’ SENATORE LEGHISTA

Il treno ha fischiato….solo alle orecchieAlassio ridotta a ‘fermata’ in galleria. Le mini stazioni di Borghetto e Pietra. Albenga con Finale Ligure capo scalo comprensoriale

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Il documento a sostegno dell’urgenza del raddoppio ferroviario inviato nei giorni scorsi al ministro dei Trasporti, a firma del Comune di Sanremo, Cgil, Cisl, Uil, Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confindustria, Cia, Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative, per quanto positivo, non rappresenta altro che l’ennesimo sollecito, un atto che, secondo la Cisl Imperia Savona, finirà con il produrre un nulla di fatto al ministero dei Trasporti. Non basta: va sostenuto nel tempo e riprodotto. Leggi a fondo pagina due documenti interessanti. Poche righe dal sito ufficiale della Regione Liguria. Alzi la mano chi ha letto, tra i politici e pubblici amministratori ponentini il testo integrale via via aggiornato del Ministero dei Trasporti a proposito del trasferimento a monte dei binari da Andora a Finale Ligure. Molto tecnico e assai istruttivo a chi parla e scrive senza documentarsi. Nessuna novità ovviamente sul percorso del tracciato di cui abbiamo ripetutamente pubblicato la grafica.

Quale potrebbe essere la nuova stazione di Alassio, che diventa fermata, in galleria come accade disastrosamente a Sanremo con un calo del 30 – 35 % di viaggiatori. Alassio avrà miglior fortuna ?

La ferrovia è a doppio binario nella tratta da Albenga a Loano stazione. Il versante di Borghetto con migliaia di alloggi che si affacciano sulla strada ferrata e che già alle prime notizie del trasferimento ebbero un’impennata nei prezzi richiesti nel mercato immobiliare.

Quando i viaggi di linea delle diligenze divennero regolari per il trasporto di persone e Posta iniziò il servizio postale celere tra St. Louis Missouri nel Midwest e St. Francisco in California. La linea di diligenze della Pacific Coast gestita da Gorge Chorpenning, precedette di tre anni, l’impresa del Pony Express, con un tracciato di 2812 Miglia che dovevano essere percorse in meno di 25 giorni. Alla fine della Guerra civile Americana, la linea St. Louis – Denver Colorado venne rilevata da Ben Holladay, meglio noto come il re delle Stagecoach, mentre la linea da Denver a St. Francisco, a causa dei grandi debiti della Butterfield Overland, venne rilevata da Wels Fargo che creò un monopolio sulle lunghe distanze. La linea transcontinentale con le tratte di coaching, venne chiusa con il completamento della ferrovia nel 1869.

Lo scrittore Mark Twain, scrisse nel 1861, che viaggiare sulle diligenze Concord era come essere in “una culla con le ruote”. Non è altrettanto il viaggio per chi frequenta i 147 km della linea ferroviaria Genova-Savona-Ventimiglia, dove le criticità e le proteste sono all’ordine del giorno. Il materiale rotabile non risulta assolutamente in grado di soddisfare le richieste dei pendolari e dei turisti. Anche sulla puntualità dei treni piovono lamentele, ma i pendolari lamentano soprattutto convogli vecchi, con sedili rattoppati, bagni sporchi e maleodoranti specialmente in estate.

Il trasferimento a monte è da sempre caldeggiato dal mercato immobiliare, dai costruttori edili e dal mondo politico più sensibile alle tematiche di sviluppo cementiero. Non ci sono calcoli precisi, ovvero mai fatto uno studio. C’è chi sostiene che siano non meno di 5 mila gli alloggi realizzati dagli anni 50 in poi lungo la fascia costiera ed attigui a mare o subito a monte della linea ferrata. In alcuni tratti, come tra Albenga e Ceriale, Loano e Pietra, la massicciata ferroviaria protetta e rinforzata negli anni da massi, è un baluardo all’erosione di strade comunali e dell’Aurelia. I binari a monte sono utili anche se si dovrebbe pure tenere conto del fatto agricoltura (nel savonese l’unica ad aver dato il suo consenso è Confagricoltura, un’esigua minoranza della categoria), ma sopratutto si dovrebbe tenere conto di chi suggerisce di riutilizzare l’attuale linea ferrata per i collegamenti tra le cittadine sempre più soffocata dal traffico che diventa semiparalisi dell’Aurelia e dell’Autofiori in molti giorni dell’anno.

Ed al contrario nei periodi più freddi i pendolari vedono il passaggio di “treni-frigorifero” con carrozze al ghiaccio perché il riscaldamento spesso risulta guasto. La linea ferroviaria costiera ligure è tra le 10 peggiori d’Italia, che i tempi per gli spostamenti lungo la costa sono pari a quelli di venti o trenta anni fa, raggiungere Torino partendo da Ventimiglia, equivale quasi ad una trasvolata atlantica.

Il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, ha rivelato il 20 novembre 2018, quando non era ancora chiara la linea dell’attuale governo ovvero del diktat imposto dall’on.Toninelli sui costi/benefici. che il Governo vuole accelerare il completamento dei lavori, Finale – Andora, al fine di favorire il transito delle merci sull’asse tra Francia e Italia, tramite l’ormai famoso corridoio European E80. [vedi : Corridoi Core-Rete Ten-T – Rfi] Una delle priorità dell’attuale Governo in tema di infrastrutture è il raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, al punto che i lavori mancanti per il completamento dell’opera saranno di fatto inseriti dal ministero dei Trasporti nella rete dei principali assi ferroviari europei del cosiddetto Ten-T network. “Ten-T. è una procedura da poco aperta e, dopo sette anni di investimenti, probabilmente siamo in grado finalmente di renderla una linea che sia anche in grado di svolgere una funzione di trasporto merci, oltre che di passeggeri, per quanto riguarda la riviera ligure di Ponente e per la riviera della Costa Azzurra”.
Dunque, proprio mentre le cronache nazionali sono concentrate soprattutto sulla nuova linea Torino-Lione, la Liguria a breve potrà disporre del suo valico potenziato verso la Francia per assecondare un prevedibile incremento dei traffici merci lungo l’asse est-ovest. Rixi su questo tema ha proseguito dicendo a proposito del Terzo Valico: “In Italia come al solito quando si individua un’opera non si individua a cosa serve quell’opera. Non si fa una proiezione della linea logistica sulla linea Genova-Rotterdam, si analizza l’opera come se fosse separata dal resto della linea. Questo è un tema che in questo Paese deve cambiare, ma ovviamente non bloccando le opere, bensì cercando di migliorarle e di fare in modo che contemporaneamente si riesca a individuare delle alternative che siano operabili da subito”.
Il raddoppio della linea ferroviaria di Ponente sarà utile in particolare al porto di Savona e al nuovo terminal container di Maersk e Cosco, che sorgerà a Vado Ligure: “Il collegamento con il porto di Vado sulla linea potrà consentire anche l’utilizzo sul versante francese di quella portualità e per noi è indispensabile per consentire la piena operatività del terminal ed evitare il collasso della situazione autostradale” nel trasferimento delle merci fra Italia e Francia. «In Italia abbiamo molte opere in cantiere ma molti corridoi logistici non sono ancora interamente realizzati. Basti pensare che ad esempio il raddoppio della Genova-Ventimiglia è realizzato al 90% e il 10% mancante è fermo dal 2015″.

CORRIDOIO PLURIMODALE TIRRENICO-NORD EUROPA – Asse ferroviario Ventimiglia-Genova-Novara-Milano (Sempione) – Linea ferroviaria Genova-Ventimiglia – Linea ferroviaria Genova-Ventimiglia – Tratta Andora-Finale Ligure.- delibera CIPE 91/2005

Il progetto del raddoppio Genova-Ventimiglia prevede la realizzazione di una nuova linea a doppio binario, compresa tra la stazione di Finale Ligure e la stazione di Andora, che si sviluppa a monte della linea storica. Il tracciato presenta una lunghezza complessiva di circa 31,910 km, di cui circa 25 km in galleria e 1,9 km in viadotto. Sono previste, oltre alle stazioni di Finale Ligure, Borghetto S. Spirito e  Bastia d’Albenga e Andora, semplici fermate a Pietra Ligure, Alassio, quest’ultima in galleria.

Nel sito della Regione Liguria, si legge: Attualmente la linea Genova – Ventimiglia, lunga circa 147 km, presenta tratte a doppio binario (Genova-Finale Ligure, Loano-Albenga, S. Lorenzo-Ventimiglia) pari a 103 chilometri e a semplice binario (Finale Ligure-Loano, Albenga-Andora, Andora-S. Lorenzo) complessivamente per 44 chilometri. La linea interessa diversi comuni, in particolare: Finale Ligure, Borgio Verezzi, Tovo San Giacomo, Giustenice, Pietra Ligure, Loano, Borghetto Santo Spirito, Ceriale, Albenga, Villanova d’Albenga, Alassio, Laigueglia, Andora.

La realizzazione del progetto contribuirà all’aumento della capacità di traffico, alla riduzione dei tempi di percorrenza, all’ammodernamento degli standard prestazionali, all’incremento dei livelli di sicurezza (eliminazione dei passaggi a livello, eliminazione tratte esposte a erosione marina e a rischi idrogeologici, adeguamento standard idraulici delle opere d’arte, attrezzaggio di sicurezza delle gallerie).

Con l’attivazione verranno dismessi gli impianti lungo la fascia costiera di Laigueglia, Alassio, Albenga, Ceriale, Borghetto S.Spirito, Pietra Ligure e Borgio Verezzi.

In stand by la realizzazione delle grandi opere in tutta Italia, secondo un’inchiesta curata da “la Repubblica” sarebbero ben 24 i progetti bloccati dal Governo dei 5 Stelle. Tra questi uno anche in Provincia di Savona, si tratta del raddoppio ferroviario Finale-Andora del valore di 1,5 miliardi di Euro.

Perché ? Per dare una spiegazione a ciò occorre “spulciare” il non chiaro programma del movimento redatto dalle menti di Gianroberto Casaleggio, tecnico informatico e Giuseppe Piero Grillo, comico genovese, ai quali , poi si aggiungono quelli definiti gli “amici di grillo”. Il programma è una vera sciccheria sopra tutto sull’argomento “trasporti”, uno dei “cavalli di battaglia” del movimento. Argomento contradditorio ovvero paragonabile al bottaio che per creare una botte si cimenta non come maestro d’ascia ma come principiante bottaio: un colpo alle doghe ed un colpo ai cerchi, sperando che il tutto si amalgami in un lavoro finito e duraturo.

Il programma del movimento dice: “La pianificazione delle infrastrutture deve avvenire in funzione di un Paese più connesso al suo interno e verso il mondo che lo circonda. Avendo le infrastrutture il solo scopo di trasferire persone e merci, è necessario ripartire da una seria valutazione della domanda di mobilità e dalla sua evoluzione futura, non la tendenziale ma quella auspicabile: soltanto in questo modo la politica potrà tornare alla sua funzione di indirizzo. La revisione dei progetti in corso, con un aggiornamento delle analisi costi-benefici, se presenti, e dei piani economico-finanziari, porterà a un necessario aggiornamento delle opere da realizzare. Annullando o declassando la realizzazione di quelle non più utili, si riusciranno a liberare importanti risorse da destinare alle reali esigenze di mobilità degli italiani, quali ad esempio l’incremento di recupero e ammodernamento delle linee ferroviarie esistenti”.

Evidentemente i due ed il loro “socio” Toninelli, conoscono il territorio italiano attraverso le “cartoline”, oppure attraverso le fotografie di quando è stata inaugurata la ferrovia ottocentesca. “Per le concessioni autostradali, oggetto di continui aumenti di pedaggio su opere ampiamente ripagate, presso il Ministero sarà istituita una “task force” sulle concessioni autostradali, per la valutazione degli accordi in essere, con verifica puntuale degli obblighi previsti nei contratti di concessione autostradale e successiva pubblicazione degli atti concessori sul sito. Inoltre, è intenzione del Movimento 5 Stelle rispettare pienamente le norme europee in tema, prevedendo gare trasparenti, anche al fine di evitare ulteriori procedure d’ infrazione e la realizzazione di opere non necessarie. e il trasporto ferroviario dovrà essere ristrutturato e potenziato per accogliere percentuali più ampie di viaggiatori e merci”.

“La governance del sistema ferroviario vedrà nuovi contratti di programma, sia per la parte investimenti che per la parte servizi, assicurando la massima trasparenza in fase di redazione. La proprietà pubblica del Gruppo Ferrovie dello Stato sarà garantita, in virtù della eterogeneità e importanza delle attività offerte”.

Giusto! È una delle promesse elettorali fatte dal movimento: la direttissima Napoli-Bari; e per realizzare questo diciamo: No! a Tav, no a Gronda, no a Terzo Vallico, no a Brennero, no a Raddoppio Finale-Andora, no a Tap, no a ……….. Occorre raccimolare 6,2 miliardi di euro.

Intanto da FSI del 10 ottobre 2018: “Ulteriori passi in avanti nella realizzazione della nuova linea Napoli – Bari. Si è tenuta oggi la Conferenza di Servizi per il tratto di linea San Lorenzo Maggiore – Vitulano (Benevento), terza e ultima parte del lotto Frasso Telesino – Vitulano. Il Commissario Straordinario per il raddoppio della linea Napoli-Bari ha convocato i Ministeri competenti, gli Enti Locali e le aziende di servizi pubblici interessati per valutare il progetto definitivo dell’opera”.
L’incontro di oggi segue la pubblicazione, avvenuta a giugno 2018, dei bandi di gara per i lotti Frasso Telesino – Telese e Apice – Hirpinia, la consegna dei cantieri per i lotti Napoli – Cancello e Cancello – Frasso Telesino e, sul versante pugliese, l’attivazione del raddoppio di linea fra Cervaro e Bovino a 200 km/h.

La nuova linea Napoli-Bari che rientra tra quelle inserite nella legge “Sblocca Italia” ha un costo complessivo stimato in 6,2 miliardi di euro. I lavori, realizzati per fasi, secondo le previsioni dovrebbero concludersi nel 2026. La trasversale ferroviaria fa parte integrante del corridoio europeo Ten-T Scandinavia-Mediterraneo, il più ampio che abbraccia quasi tutta l’Italia, dal Brennero alla Sicilia con le due dorsali tirrenica e adriatica. Finora però è rimasta un po’ la Cenerentola rispetto alla grandi direttrici nazionali, per via di un tracciato ottocentesco non più rispondente alle esigenze attuali. Questo sia dal punto di vista passeggeri (con il disagio di lunghi tempi di percorrenza), sia soprattutto per le merci. La linea attuale infatti dispone di una sagoma limite ai livelli più bassi (P/C 22), utile solo per l’inoltro di carri tradizionali, ma del tutto inadatta per i trasporti intermodali, quelli a maggiore valore aggiunto su queste direttrici. Come se non bastasse anche il peso assiale non consente il transito di treni a grande capacità: è in categoria C3, vale a dire 20 tonnellate per asse, rispetto allo standard maggiore D4 con 22,5 tonnellate.
Anche questo spiega perché nell’Italia del sud dove esistono diverse linee con caratteristiche così limitanti, la quota delle merci ferroviarie è secondaria: rispetto a tutti i treni/km generati in Italia, solo il 17% avviene attraverso i terminal e gli impianti del Mezzogiorno. Quasi in parallelo con gli interventi sulla Napoli-Bari è previsto, con un orizzonte 2022, il potenziamento anche del contiguo polo ferroviario di Maddaloni-Marcianise, proprio quello dove sono appena partiti i servizi veloci Mercitalia Fast che utilizzano per larga parte la rete Alta velocità.

“Ad esempio, sarà valutata la possibilità di riattivare linee ferroviarie locali dismesse in favore del trasporto su gomma”.

Qui non si capisce bene se i tronchi ferroviari dismessi vengono utilizzati per i trasporti enogastronomici con vaporiere o se le tratte vengono trasformate in caperzagne per trasporti su gomma trainati da trattori agricoli.

L’attuali linee dismesse da Savona a Finale Ligure e da Andora a San Lorenzo, da parte delle FSI sono state spogliate di tutto: dalle traversine, dai binari, dai segnali; sono stare riassegnate ai vari comuni nel loro tratto di attraversamento e da questi trasformati in strade sia pedonali sia ciclabili che veicolari, sia trasformate a parcheggi, sia, per alcuni tratti, cedute ai privati e trasformate in cantine, sia definivamente sbarrate ed abbandonate.

Variante di tracciato Genova Voltri-Finale Ligure Marina – Ferrovie/ https://www.ferrovieabbandonate.it/linea_dismessa.php?id=205]

La sede ferroviaria della vecchia linea, che corre quasi sempre in vicinanza del mare, stretta tra la Via Aurelia e la scogliera a picco, è quasi sempre rintracciabile con facilità grazie alle numerose opere d’arte e alla presenza, in alcuni tratti, di resti della palificazione. Nei tratti Arenzano-Cogoleto e Cogoleto-Varazze il sedime è stato convertito in un percorso ciclo-pedonale pavimentato e illuminato. A Celle Ligure e tra Albisola e Savona è stato trasformato in passeggiata sul mare. Nei restanti tratti, la vecchia linea è generalmente abbandonata, salvo il tratto da Savona a Vado Ligure dove è ancora armata e usata come raccordo industriale. In ambito urbano l’ex-sedime è stato utilizzato in vari modi, per la creazione di giardini pubblici, parcheggi o per l’allargamento di strade preesistenti. Nei pressi della stazione di Cogoleto, alcune centinaia di metri della vecchia massicciata hanno dato posto al binario pari della nuova linea raddoppiata. I fabbricati delle ex-stazioni di Varazze, Celle Ligure, Savona, Spotorno e Noli sono stati demoliti; gli altri sono generalmente in discrete condizioni; quasi tutti i caselli sono stati venduti a privati e trasformati in abitazioni.

Nell’attesa di vedere concratizzarsi dalle parole ai fatti, i lavori di raddoppio, assistiamo a tutto quanto ci ripropone la casistica giornaliera: suicidi, investimenti, frane, passaggi a livello fautori di interminabili code veicolari, costrutti urbani divisi a metà. E si legge che ogni tanto, a Loano, a causa di un guasto alla barriera protettiva del passaggio a livello che da lungomare Madonna del Loreto collega la via Aurelia in direzione Pietra Ligure, oppure a quello ai confini con Borghetto S. Spirito la polizia municipale presidia e dirige il traffico, con marcia “a vista” di tutti i treni.

Alesben B.

ALASSIO RICHIESTA MINORANZA CONSILIARE: Ordine del giorno presentato dal Gruppo Alassio volta pagina avente ad oggetto: “Sensibilizzazione degli enti preposti alle opere urgenti di raddoppio della linea ferroviaria nel tratto Andora – Finale Ligure”.

IL SINDACO  MELGRATI: “L’odg sul raddoppio ferroviario: sono favorevole!” Melgrati plaude l’iniziativa e ricorda il percorso già compiuto per sollecitare l’opera e l’ordine del giorno già approvato dalla Camera. “Non può che trovare il mio favore e quello dell’amministrazione”Melgrati commenta così l’Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Alassio volta pagina avente ad oggetto: “Sensibilizzazione degli enti preposti alle opere urgenti di raddoppio della linea ferroviaria nel tratto Andora – Finale Ligure”.

Nell’annunciare il proprio voto favorevole, il primo cittadino di Alassio vuole ricordare che già nei primi mesi del suo mandato non sono mancate sollecitazioni ai parlamentari liguri – e non solo a quelli – in tal senso. Sollecitazioni che erano state accolte e trasformate in un apposito Ordine del Giorno presentato e approvato dalla Camera nel dicembre scorso.

Il completamento del raddoppio della tratta ferroviaria Andora-Finale Ligure è un’opera prioritaria di interesse nazionale, nonché un intervento infrastrutturale decisivo per garantire e potenziare i collegamenti tra la Liguria di ponente e la Liguria di Levante, il Nord Italia e l’Europa, e consentire l’adeguamento del sistema ferroviario e di movimentazione merci per i porti liguri”

E’ quanto recita l’ordine del giorno che, grazie al lavoro di squadra avviato con l’on Giorgio Mulè, l’on Diego Sozzani e la squadra di Forza Italia in commissione trasporti, è stato approvato con parere favorevole del governo. “Ho personalmente sollecitato il team di Forza Italia in Commissione Trasporti in tal senso – aggiunge Melgrati – l‘opera era già necessaria prima del 14 agosto. Dopo il crollo del Ponte Morandi è diventata fondamentale e imprescindibile se vogliamo ancora pensare alla nostra come una regione a vocazione turistica”

E l’ho rifatto il giorno dopo l’incidente citato nell’Ordine del Giorno di Alassio Volta Pagina – ribadisce Melgratiquando proprio con riferimento all’odg approvato dalla Camera, scrissi ai parlamentari locali che se il Governo si era impegnato con un atto ufficiale era ora che rispettasse gli impegni. Sotto il profilo dei trasporti la Liguria sta vivendo in un girone dell’Inferno dantesco e non mi sembra di avvertire nessuna inversione di tendenza a livello di un Governo che dopo quasi un anno non ha ancora capito cosa fare sul fronte delle infrastrutture. Vergognoso”.

GLI AMMINISTRATORI ALASSINI AVRANNO LETTO L’ULTIMO PROJET REVIEW

E COSA RECITA IL SITO UFFICIALE DELLA REGIONE LIGURIA ?

Il progetto prevede la realizzazione del raddoppio della tratta Andora – Finale dell’estesa di km 31,4, di cui 25 in galleria, completamente in variante rispetto al tracciato attualmente in esercizio. Nell’ambito del progetto è compresa anche la realizzazione della nuova stazione di Albenga e delle fermate di Alassio (in galleria), BorghettoCerialeLoano Pietra Ligure.

E IL DOCUMENTO  DELL’AUTORITA’ di regolazione dei trasporti – Parere del 30 Novembre 2017, pubblicato sul sito ufficiale. Quanti l’hanno letto ed approfondito nel suo iter che nelle ultime tappe dal 2017 recita, ad esempio: DEF 2017, appendice 2 – Interventi, tabella Interventi prioritari – ferrovie, nell’ambito della “Direttrice Genova – Ventimiglia”, identificata con il codice 3, è inserito l’intervento: Completamento del raddoppio Savona-Ventimiglia: raddoppio Andora- Finale L., classificato “Project Review” con obiettivo “verificare il tracciato più idoneo e la funzionalità per il traffico regionale”.

E ancora: DEF 2018, capitolo IV. Lo stato di attuazione degli interventi programmati, paragrafo IV. 2 Ferrovie, tabella “Interventi prioritari in project review – modalità: ferrovie, è inserito l’intervento “3 Direttrice Genova–Ventimiglia – Completamento del raddoppio Savona-Ventimiglia: raddoppio Andora-Finale Ligure”, con obiettivo “verifica dell’alternativa più efficace sotto il profilo del servizio offerto ai traffici sia di lunga che di medio-breve percorrenza, in relazione ai costi ed agli impatti urbanistici/ambientali connessi alla sua realizzazione e/o al mantenimento in esercizio della linea esistente”.

CORRIDOIO PLURIMODALE TIRRENICO-NORD EUROPA- Asse ferroviario Ventimiglia-Genova-Novara-Milano (Sempione). Linea ferroviaria Genova-Ventimiglia. Linea ferroviaria Genova-Ventimiglia – Tratta Andora-Finale Ligure
SCHEDA N. 38. INFRASTRUTTURALE: Ferrovie. SOGGETTO TITOLARE: RFI Spa
STATO DI ATTUAZIONE ULTIMAZIONE LAVORI
Progettazione definitiva oltre 2025
DESCRIZIONE:
Il progetto del raddoppio Genova-Ventimiglia prevede la realizzazione di una nuova linea a doppio binario, compresa
tra la stazione di Finale Ligure e la stazione di Andora, che si sviluppa a monte della linea storica. Il tracciato presenta
una lunghezza complessiva di circa 31,910 km, di cui circa 25 km in galleria e 1,9 km in viadotto. Sono previste, oltre
alle stazioni di Finale Ligure e di Andora, una stazione ad Albenga e fermate a Pietra Ligure, Borghetto S. Spirito e
Alassio, quest’ultima in galleria.
DELIBERE CIPE: 91/2005
DATI STORICI 1996
L’attuale progetto preliminare è un aggiornamento del progetto del quale era stata riconosciuta la compatibilità ambientale con decreto interministeriale del 29 luglio.
1998 – Il tracciato viene definito nell’Accordo di Programma del 19 gennaio per l’approvazione del raddoppio del tratto di ferrovia Finale Ligure Marina-S. Lorenzo al Mare, stipulato tra il MIT, le FS, la Regione Liguria, le Province di Imperia e di Savona ed i Comuni interessati.
2000 – Il progetto è incluso tra i progetti di investimento relativi alla rete fondamentale del Contratti di programma 2001-2005.
2001- L’intervento è incluso nella delibera CIPE n. 121 nell’ambito del “Corridoio Plurimodale Tirrenico Nord Europa.
2002- Il “Raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia: tratta Finale Ligure-Andora” è compreso nell’Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione Liguria del 6 marzo 2002.
2003 – Il progetto preliminare viene trasmesso in data 10 marzo da RFI, soggetto aggiudicatore, alla Regione Liguria e alle Amministrazioni interessate.
La Regione Liguria esprime parere favorevole di massima, con prescrizioni, in merito alla localizzazione urbanistica dell’opera. Il CIPE, con delibere nn. 78 e 79, approva i progetti preliminari – rispettivamente – della “linea Milano – Genova: terzo valico dei Giovi” e della “tratta Genova Voltri – Brignole”.
2004-  L’intervento è incluso nel Piano delle Priorità degli Investimenti (PPI) di RFI approvato dal CIPE, con delibera n. 91.
2005- La Regione Liguria integra le valutazioni espresse con la delibera del giugno 2003. A seguito di approfondimenti progettuali richiesti dai Comuni di Alassio e Albenga, il piano del ferro è stato abbassato a -2,55 mt. nella tratta che attraversa il Comune di Alassio in modo da mantenere la funzionalità della stazione ed escludere la demolizione di fabbricati e la deviazione del rio Candi.
Il MIT trasmette al CIPE la relazione istruttoria della tratta ferroviaria Finale Ligure-Andora, proponendo l’approvazione
del progetto preliminare. Il CIPE, con delibera n. 91, approva il progetto preliminare con prescrizioni e prende atto che il progetto, del costo complessivo di 1.540,1 M euro, comprensivo delle prescrizioni, trova copertura nel Contratto di programma 2001-2005.
In data 31 ottobre viene avviata la progettazione definitiva, che viene sospesa a gennaio 2006 per consentire l’inserimento nel progetto delle nuove normative di sicurezza delle gallerie.
2006- L’opera figura all’interno della delibera CIPE n. 130 di rivisitazione del PIS.
2008 – Nel Contratto di programma 2007-2011 l’intervento Completamento raddoppio Genova-Ventimiglia: tratta Andora- Finale (Progettazione) è compreso tra le opere in corso per la parte riguardante la progettazione (43 Meuro) e tra le altre opere da realizzare per la parte riguardante la realizzazione (1.497 Meuro).
2009-  L’opera è inclusa nella delibera CIPE n. 10 sullo stato di attuazione del PIS.
2010- Il CIPE, con delibera n. 27 del 13 maggio, esprime parere favorevole sullo schema di aggiornamento 2009 del CdP
RFI 2007-2011.- Nell’Allegato Infrastrutture alla DFP 2011-2013 l’opera ” Raddoppio Genova – Ventimiglia: tratta Andora- Finale Ligure” è riportata nelle tabelle: “1: Programma delle Infrastrutture Strategiche – Aggiornamento 2010”; “3: Programma Infrastrutture Strategiche – Opere non comprese nella tabella 2”; “5: Stato attuativo dei progetti approvati dal CIPE 2002-2010”.
Nella seduta del 4 novembre la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del D.lgs. 281/97 sancisce l’accordo sull’Allegato Infrastrutture.
Nel CdP RFI 2007-2011, aggiornamento 2009, sottoscritto il 23 dicembre, sono compresi gli interventi: “Completamento raddoppio Genova-Ventimiglia: tratta Andora-Finale (Progettazione)” tra le opere in corso, tabella A04-Sviluppo infrastrutturale rete alta capacità, con un “Costo a Vita Intera” di 43 Meuro, di cui 9 contabilizzati al 2009, interamente disponibili al 2008; “Completamento raddoppio Genova-Ventimiglia: tratta Andora-Finale. (Realizzazione)” tra le opere programmatiche, A04-Sviluppo infrastrutturale rete alta capacità, con un “Costo a Vita Intera” di 1.497 Meuro interamente da reperire a seguito del definanziamento, ai sensi della delibera n.10/2009 e per gli effetti del DPCM dell’ 11/09/2008, delle risorse disponibili al 2008 pari a 577 Meuro.
2011 Aprile
Nell’Allegato Infrastrutture al DEF 2011 l’opera ” Raddoppio Genova – Ventimiglia: trattaAndora – Finale Ligure” è riportata nelle tabelle: “1: Programma delle Infrastrutture Strategiche – Aggiornamento aprile 2011” ; “3: Programma Infrastrutture Strategiche – Opere non comprese nella tabella 2”; “5: Stato attuativo dei progetti approvati dal CIPE 2002-2011 (marzo)”. Dalla rilevazione dell’AVCP sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa sui dati comunicati dal RUP al 31 maggio 2011, risulta che la progettazione definitiva è stata conclusa in data 15/12/2010. 2011 Dicembre. La Regione Liguria, con DGR n. 561 del 20 maggio 2011, approva lo schema dell’IGQ tra il MIT e la Regione Liguria, relativa alla realizzazione delle grandi infrastrutture, in aggiornamento dell’IGQ del 6 marzo 2002. Nell’Allegato Infrastrutture al DEF 2011 (aggiornamento settembre 2011) l’opera è riportata nelle stesse tabelle di aprile.
Dalla rilevazione dell’AVCP sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa sui dati comunicati dal RUP al 31 dicembre 2011, non risultano variazioni rispetto al precedente monitoraggio.
2012 Settembre – L’opera è riportata nell’Allegato Infrastrutture-Rapporto intermedio di aprile 2012: allegato 5, quadro riepilogativo degli
interventi del PIS.
Nel CdP RFI 2007-2011, aggiornamento 2010/2011, sottoscritto tra il MIT e RFI SpA il 21 maggio 2012, l’opera “Raddoppio Genova-Ventimiglia tratta Andora-S. Lorenzo” figura tra le opere in corso (tabella A03/A04 – Sviluppo infrastrutturale) con un costo aggiornato di 41Meuro, di cui 23 contabilizzati al 2010, e un definanziamento di 2 Meuro, e tra le opere programmatiche (tabella 03/04 – Sviluppo infrastrutturale) con un costo di 1.499 Meuro interamente da reperire.
L’opera è riportata nel 10° Allegato Infrastrutture al DEF 2012 (aggiornamento di settembre 2012): Tabella 0, Programma Infrastrutture Strategiche; Tabella 2, Opere in fase di progettazione del PIS.
Dalla rilevazione dell’AVCP sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa sui dati comunicati dal RUP al 30 settembre 2012, non risultano variazioni rispetto al precedente monitoraggio.
2012 Dicembre – Nella seduta del 6 dicembre la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del D.lgs. 281/97 sancisce l’intesa sul Programma delle infrastrutture strategiche allegato alla Nota di aggiornamento del DEF 2012 – 10° Allegato infrastrutture. Il CIPE, con delibera n. 136 del 21 dicembre, esprime parere favorevole sull’Allegato Infrastrutture al DEF 2012.
2013 Giugno – L’opera è riportata nell’XI Allegato Infrastrutture al DEF 2013: Tabella 2 – Le opere in progettazione del deliberato
CIPE.
2013 Ottobre – La Regione Liguria, con DGR n. 1.055 del 5 agosto 2013, integra la DGR n. 561 del 20 maggio 2011. L’opera è riportata nell’XI Allegato Infrastrutture al DEF 2013 (aggiornamento di settembre 2013), Tabella 0 – Programma Infrastrutture Strategiche (PIS) Avanzamento complessivo. Dalla rilevazione dell’AVCP sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa sui dati comunicati dal RUP al 31 ottobre 2013, non risultano variazioni rispetto al precedente monitoraggio.
2014 Giugno – L’opera è riportata nel XII Allegato Infrastrutture al DEF 2014, Tabella A.1-1 Tabella 0 – Avanzamento Programma
Infrastrutture Strategiche.
Nella seduta del 16 aprile la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del D.lgs. 281/97 sancisce l’intesa sul Programma delle infrastrutture strategiche allegato alla Nota di aggiornamento del DEF 2013 – 11° Allegato infrastrutture.
La Conferenza Unificata, in data 17 giugno 2014, trasmette alle Regioni il Documento “Macro Regioni ed Opere Strategiche – giugno 2014” elaborato dal MIT – STM, contenente l’elenco delle opere strategiche suddivise per Macro Regioni, per l’esame tecnico finalizzato alla redazione del XII Allegato Infrastrutture. Con la medesima nota, la CU esprime la necessità che le Regioni adottino con delibera propria esplicitamente la dichiarazione di non strategicità, ai sensi dell’art. 1 della Legge 21 dicembre 2001, n. 443 “legge Obiettivo”, delle opere di cui si chiede la cancellazione nel suddetto XII Allegato Infrastrutture.
Con nota prot. n. U0025238 del 30 giugno 2014 del Capo della Struttura Tecnica di Missione (STM) del MIT, per la redazione del documento base dell’XII Allegato Infrastrutture, viene chiesto a ciascuna Regione di deliberare in sede di Giunta Regionale l’elenco delle infrastrutture ritenute strategiche con l’indicazione di priorità alta (1) o medio bassa (2), specificando le eventuali altre infrastrutture che non risultano più coerenti con le indicazioni di programmazione di fondi regionali.
2014 Dicembre – Il CIPE, con delibera n. 26 del 1° agosto 2014, esprime parere favorevole sull’Allegato Infrastrutture alla Nota di
aggiornamento del DEF 2013. La Regione Liguria, con DGR n. 1.044 del 7 agosto 2014, aggiorna e approva lo schema di IGQ, tra il MIT e la Regione Liguria, e indica le opere che sono da intendersi superate perché concluse o perché ne è venuto meno l’interesse strategico. L’opera “Raddoppio linea costiera: Tratta Andora – Finale Ligure” è inserita sia tra gli interventi della componente storica che tra quelli della componente propositiva, con un livello di priorità 1.
Nel CdP RFI 2012-2016, sottoscritto tra il MIT e RFI Spa l’8 agosto 2014, l’opera Completamento raddoppio Genova- Ventimiglia: tratta Andora Finale Ligure è riportata nella Tabella A – Portafoglio investimenti in corso e programmatici. – A04 – Potenziamento e sviluppo infrastrutturale Rete Convenzionale/Alta Capacità, con un costo di 1.540 Meuro, una copertura finanziaria complessiva di 41 Meuro da risorse MEF e un fabbisogno di 1.499 Meuro.
L’opera è riportata nel XII Allegato Infrastrutture al DEF 2014 (aggiornamento di settembre 2014): Tabella 0 – Stato dell’arte e degli avanzamenti del Programma Infrastrutture Strategiche; Tabella 0.1 Il programmatico: le opere in progettazione.
L’articolo 1, comma 240, della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità 2015), al fine di avviare i lavori sulla tratta Andora-Finale Ligure, autorizza un contributo quindicennale in erogazione diretta di 15 milioni di euro a decorrere dal 2016, da destinare alle opere  propedeutiche, per un totale di 225 Meuro. 2016 Marzo
Con decreto interministeriale n. 158 del 18 maggio 2015 è approvato il CdP RFI 2012-2016 parte investimenti, sottoscritto in data 8 agosto 2014 tra RFI SpA e il MIT.
La Regione Liguria, con DGR n. 809 del 29 luglio 2015, approva l’Atto di indirizzo per l’individuazione delle opere infrastrutturali prioritarie per il rilancio della Regione Liguria. Il “Raddoppio ferroviario linea Genova–Ventimiglia” è inserito al punto 5.A. Opere strategiche indifferibili.
La Regione Liguria, con DGR n. 997 del 18 settembre 2015, approva l’elenco delle opere infrastrutturali prioritarie e strategiche per la Regione Liguria, di cui si chiede l’inserimento nel PIS, in occasione dell’aggiornamento del DEF, relativo al finanziamento di opere e progettazioni. L’opera “Raddoppio ferroviario Finale L. – Andora: da finanziare (1,4 miliardi di €)” è inserita tra le “Infrastrutture strategiche in territorio ligure di cui si chiede il finanziamento dell’opera”, con uno stato di avanzamento “Opere con progettazione disponibile di livello definitivo”.
Il CIPE, con delibera n. 112 del 23 dicembre 2015, esprime parere favorevole sullo schema di aggiornamento 2015 del CdP RFI 2012-2016 parte investimenti. Dalla rilevazione dell’ANAC sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa sui dati comunicati dal
RUP al 31 marzo 2016, risulta disponibile il progetto definitivo.
2016 Dicembre.- Nel CdP RFI 2012-2016, aggiornamento 2015, sottoscritto il 29 aprile 2016, l’opera “Completamento raddoppio
Genova-Ventimiglia: tratta Andora Finale Ligure” è riportata nella Tabella A – Portafoglio investimenti in corso e programmatici – A04 – Potenziamento e sviluppo infrastrutturale Rete Convenzionale/Alta Capacità, con un costo di 1.540 Meuro, una copertura finanziaria complessiva di 266 Meuro (41 Meuro risorse MEF e 225 Meuro risorse MIT) e un fabbisogno di 1.274 Meuro.
Il CIPE, nella seduta del 10 agosto 2016, esprime parere favorevole sullo schema di aggiornamento 2016 del CdP RFI 2012-2016 parte investimenti.
Nel CdP RFI 2012-2016, aggiornamento 2016, sottoscritto il 17 giugno 2016 e approvato con legge 1 dicembre 2016, n. 225, l’opera “Completamento raddoppio Genova-Ventimiglia: tratta Andora Finale Ligure” è riportata nella Tabella A – Portafoglio investimenti in corso e programmatici – A04 – Potenziamento e sviluppo infrastrutturale Rete Convenzionale/Alta Capacità, con un costo di 1.540 Meuro, una copertura finanziaria complessiva di 266 Meuro (41 Meuro risorse MEF e 225 Meuro risorse MIT) e un fabbisogno di 1.274 Meuro.
Dalla rilevazione dell’ANAC sullo stato di attuazione delle opere comprese nel PIS, che si basa sui dati comunicati dal RUP al 31 dicembre 2016, non risultano variazioni rispetto al precedente monitoraggio. 2018 Maggio. Nell’Allegato Infrastrutture al DEF 2017, appendice 2 – Interventi, tabella Interventi prioritari – ferrovie, nell’ambito della “Direttrice Genova – Ventimiglia”, identificata con il codice 3, è inserito l’intervento: Completamento del raddoppio Savona-Ventimiglia: raddoppio Andora- Finale L., classificato “project review” con obiettivo “verificare il tracciato più idoneo e la funzionalità per il traffico regionale”.
In data 1 agosto 2017 è sottoscritto lo schema di contratto di programma RFI, parte investimenti 2017-2021, sul quale il CIPE ha espresso parere favorevole con delibera n. 66 del 7 agosto 2017. Al 31 maggio 2018 l’iter per l’approvazione del nuovo contratto non risulta concluso. Riguardo ai contenuti, nella versione del documento pubblicata sul sito web di RFI SpA, nel mese di ottobre 2017, il nuovo piano degli investimenti in corso e programmatici è articolato in 4 sezioni di cui la prima è composta dalle opere da realizzare dotate di integrale
copertura finanziaria (opere in corso finanziate) mentre le altre tre (fabbisogni finanziari 2018-2021, 2022-2026 e oltre Piano) hanno carattere programmatico. Inoltre sulla base delle indicazioni fornite dall’allegato al DEF 2017 “Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture” è riportata, tra l’altro, la classe DPP suscettibile di variazioni sulla base delle indicazioni del documento pluriennale di pianificazione.

Nella tabella A – Portafoglio investimenti in corso e programmatici – A08 – Interventi prioritari ferrovie direttrici di interesse nazionale è riportato l’intervento: Completamento raddoppio Genova-Ventimiglia: tratta Andora-Finale Ligure, con classe DPP “intervento in project review” – con un costo di 1.540 milioni di euro, una copertura finanziaria di 266 milioni di euro e un fabbisogno di 1.274 milioni di euro quale impegno programmatico per l’anno 2021.
L’Autorità di regolazione dei trasporti, nella seduta del 30 novembre 2017, esprime parere sul CdP RFI 2017-2021 parte investimenti.
Nell’Allegato Infrastrutture al DEF 2018, capitolo IV. Lo stato di attuazione degli interventi programmati, paragrafo IV. 2 Ferrovie, tabella “Interventi prioritari in project review – modalità: ferrovie, è inserito l’intervento “3 Direttrice Genova–Ventimiglia – Completamento del raddoppio Savona-Ventimiglia: raddoppio Andora-Finale Ligure”, con obiettivo “verifica dell’alternativa più efficace sotto il profilo del servizio offerto ai traffici sia di lunga che di medio-breve percorrenza, in relazione ai costi ed agli impatti urbanistici/ambientali connessi alla sua realizzazione e/o al mantenimento in esercizio della linea esistente”.
Dalla rilevazione dell’ANAC sullo stato di attuazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie, che si basa sui dati
comunicati dal RUP al 31 maggio 2018, non risultano variazioni rispetto al monitoraggio precedente.
COSTO PRESUNTO (milioni di euro)
QUADRO FINANZIARIO (milioni di euro)
Disponibilità indicate nella delibera CIPE 121/01 e successivi aggiornamenti:
Costo al 21 dicembre 2001 N.D. Fonte: Delibera CIPE 121/2001
Previsione di costo al 30 aprile 2004 1.540,000 Fonte: RFI Spa
Previsione di costo al 30 aprile 2005 1.540,000 Fonte: RFI Spa
Costo al 6 aprile 2006 N.D. Fonte: Delibera CIPE 130/2006
Previsione di costo al 30 aprile 2007 1.540,100 Fonte: Delibera CIPE 91/2005
Costo al 30 giugno 2008 N.D. Fonte: DPEF 2009-2013
Previsione di costo al 30 aprile 2009 1.540,100 Fonte: Delibera CIPE 10/2009
Previsione di costo al 30 aprile 2010 1.540,100 Fonte: DPEF 2010-2013
Costo ad aprile 2011 1.540,100 Fonte: DEF 2011
Previsione di costo al 30 aprile 2011 1.540,100 Fonte: DEF 2011
Costo al 30 giugno 2011 1.540,100 Fonte: DEF 2011 (aggiornamento settembre 2011)
Previsione di costo al 31 dicembre 2011 1.540,100 Fonte: DEF 2011 (aggiornamento settembre 2011)
Costo a giugno 2012 1.540,100 Fonte: DEF 2012 (aggiornamento settembre 2012)
Previsione di costo al 30 settembre 2012
1.540,100 Fonte: CdP RFI 2007-2011 – Aggiornamento 2010/2011
Costo a dicembre 2012 1.540,100 Fonte: DEF 2012 (delibera CIPE 136/2012)
Costo a settembre 2013 1.540,100 Fonte: DEF 2013 (aggiornamento settembre 2013)
Previsione di costo al 31 ottobre 2013 1.540,100 Fonte: CdP RFI 2007-2011 – Aggiornamento 2010/2011
Costo ad agosto 2014 1.540,100 Fonte: Delibera CIPE 26/2014
Costo a settembre 2014 1.540,100 Fonte: DEF 2014 (aggiornamento settembre 2014)
Previsione di costo al 31 dicembre 2014 1.540,100 Fonte: CdP RFI 2012-2016 e DEF 2014 (aggiornamento settembre 2014)
Previsione di costo al 31 marzo 2016 1.540,100 Fonte: CdP RFI 2012-2016 e DEF 2014 (aggiornamento settembre 2014)
Previsione di costo al 31 dicembre 2016 1.540,100 Fonte: CdP RFI 2012-2016 e DEF 2014 (aggiornamento settembre 2014)
Previsione di costo al 31 maggio 2017 1.540,100 Fonte: CdP RFI 2012-2016 e DEF 2014 (aggiornamento settembre 2014)
Previsione di costo al 31 maggio 2018 1.540,100 Fonte: CdP RFI 2017-2021
Risorse disponibili al 21 dicembre 2001 N.D. Fonte: Delibera CIPE 121/2001
Risorse disponibili ad aprile 2011 43,000 Fonte: DEF 2011
Risorse disponibili al 30 giugno 2011 43,000 Fonte: DEF 2011 (aggiornamento settembre 2011)
STATO DI ATTUAZIONE a cura dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)
PROGETTAZIONE:
AFFIDAMENTO LAVORI:
Risorse disponibili a giugno 2012 43,000 Fonte: DEF 2012 (aggiornamento settembre 2012)
Risorse disponibili a dicembre 2012 43,000 Fonte: DEF 2012 (delibera CIPE 136/2012)
Risorse disponibili a settembre 2013 43,000 Fonte: DEF 2013 (aggiornamento settembre 2013)
Risorse disponibili ad agosto 2014 43,000 Fonte: Delibera CIPE 26/2014
Risorse disponibili a settembre 2014 43,000 Fonte: DEF 2014 (aggiornamento settembre 2014)
Disponibilità al 31 maggio 2018: 266,000
RFI Spa 41,000 Fonte: CdP RFI 2017-2021
Legge di stabilità per il 2015 225,000 Fonte: CdP RFI 2017-2021 . Fabbisogno residuo al 31 maggio 2018: 1.274,100
Livello di progettazione raggiunto: Progettazione definitiva
Conferenza di servizi: Note: Situazione al 30/12/2017 invariata rispetto alla comunicazione precedente. Con il documento DEF 2017, il progetto è stato inserito tra quelli oggetto di Project Review.
Progettazione definitiva
CIPE: No
Importo lavori: 1.426.700.000,00
Servizio: Interno
Costo progettazione interno: 30.900.000,00
Data inizio: 19/01/2006
Data fine: 15/12/2010
Accordo di Programma tra il Ministero dei Trasporti, le Ferrovie dello Stato, la Regione Liguria, le Province di Imperia
e di Savona ed i Comuni interessati del 19 Gennaio 1998
CdP RFI 2001-2005 del 2 Maggio 2001
Intesa Generale Quadro tra il Governo e la Regione Liguria del 6 Marzo 2002
Delibera di Giunta Regione Liguria n. 619 del 6 Giugno 2003
Delibera CIPE 78/2003 del 29 Settembre 2003
Delibera CIPE 79/2003 del 29 Settembre 2003
PPI RFI Spa del Aprile 2004
Delibera CIPE 91/2004 del 20 Dicembre 2004
Delibera Regione Liguria n. 217 del 15 Febbraio 2005
Delibera CIPE 79/2005 del 15 Luglio 2005
Delibera CIPE 91/2005 del 29 Luglio 2005
CdP RFI 2007-2011, aggiornamento 2008 del 8 Giugno 2009
CdP RFI 2007-2011, aggiornamento 2009 del 23 Dicembre 2010
Delibera Regione Liguria n. 561 del 20 Maggio 2011
CdP RFI 2007-2011, aggiornamento 2010/2011 del 21 Maggio 2012
Delibera Regione Liguria n. 1.055 del 5 Agosto 2013
Delibera Regione Liguria n.1.044 del 7 Agosto 2014
CdP RFI 2012-2016 del 8 Agosto 2014
Legge n. 190 del 23 Dicembre 2014
Decreto interministeriale n. 158 del 18 Maggio 2015
Delibera di Giunta Regione Liguria n. 809 del 29 Luglio 2015
Delibera di Giunta Regione Liguria n. 997 del 18 Settembre 2015
Delibera CIPE 112/2015 del 23 Dicembre 2015
CdP RFI 2012-2016, aggiornamento 2015 del 29 Aprile 2016
CdP RFI 2012-2016, aggiornamento 2016 del 17 Giugno 2016
Legge n. 225 del 1 Dicembre 2016
CdP RFI 2017-2021 del 1 Agosto 2017
Delibera CIPE 66/2017, del 7 Agosto 2017

 

 

 


Borghetto S. Spirito, colpo di scena. Cinzia Vacca, spunta un debito col Comune, si dimise. Bilancio 2019, ok della giuntaIl sindaco Canepa a rischio golpe per il Puc

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Non c’entravano un bel niente le dimissioni ufficiali per ‘motivi di salute’. Eppure il 18 gennaio, un venerdì, l’autorevole IVG.it (Il Vostro Giornale), alle 10,30. metteva in rete: Si dimette l’assessore e consigliere comunale Cinzia Vacca. “Motivazioni personali”, il sindaco Canepa: “Senso di responsabilità”. I media sposarono la tesi delle condizioni di salute. Una settimana dopo trucioli.it dava notizia: “Cinzia Vacca schock…(vedi…..). A quanto si ascolta nessun mistero, o meglio retroscena (?), motivi di salute che viene prima di ogni altra cosa. Curioso, invece, che i media (trucioli escluso) non abbiano dato conto della sua scelta di iscriversi, nell’estate scorsa, alla Lega, portando di fatto a due gli assessori leghisti, l’altra è Maria Ester Terragno Cannonero”. Non possediamo la sfera di cristallo, perchè la maggioranza consiliare e la minoranza dei fuoriclasse hanno taciuto ?

Borghetto: foto di gruppo con la new entry in Lega dell’assessore Cinzia Vacca

Cinzia Vacca, almeno lei, è scampata alle frequenti congiure di palazzo, comuni ai centri più o meno di potere. Si è semplicemente taciuto ciò che parrebbe la segretaria comunale o chi per essa aveva evidenziato. Ovvero la presunta ineleggibilità, forse già all’atto della proclamazione  degli eletti nella prima seduta consiliare. Nulla di cui vergognarsi, ovvero furto o truffa. Semmai una pendenza di 25 mila euro, arretrati, che il Comune vanta nei confronti dell’esercente con attività di edicola giornali, tra le poche rimaste in vita nel deserto commerciale del centro storico. Dove i primi a pagare le conseguenze sono i proprietari degli immobili al piano strada.

Non conosciamo quale sia la genesi del presunto debito, forse anche contestato e passibile di ineleggibilità quanto si instaura un contenzioso.  Non c’è da vergognarsi in una realtà dove chi può cerca di ‘scappare’, oppure resistere tra sacrifici ed incognite future. Dove, da anni, ripetiamo fortunatamente non in solitaria almeno in questo, che la madre di tutte le priorità è la soluzione per l’ex fabbrica Roveraro. Ogni mese che passa è una perdita secca per il tessuto socio economico borghettino. Sulle reali cause per cui si è continuato a tergiversare, dal centro sinistra al centro destra, non  è un segreto inestricabile. Gli eredi, fratello e sorella Vacca, la famiglia Roveraro – Cappelluto (Loano 2 Village), Nino Roveraro (solo per la parte abitativa) da una parte non riuscivano (i primi due nuclei) a trovare un accordo, poi il continuo tergiversare nel braccio di ferro con il Comune per la sorte edilizia – urbanistica dell’intera proprietà. Infine l’incapacità di decidere nell’interesse della comunità senza peraltro dover penalizzare l’iniziativa privata. Purchè prevalga la ragione, meglio se  suffragata da esperti diciamo alla  Renzo Piano, capaci di una visione che sia proiettata al futuro, alla lungimiranza e ai veri bisogni del rilancio.

Assenza di volontà. Ecco il Puc da anni in itinere e che se il caso può essere utilizzato a clava.  Prendere tempo, con i Roveraro e soci,  ormai non ha prodotto effetti. E in questo contesto a Borghetto non è difficile ascoltare voci di un sindaco galantuomo che potrebbe essere messo alla corde proprio causa Puc. Si fanno nomi di chi non pare disposto a tradire e dei possibili ‘Giuda Escariota‘. Ci sono cinguettii sull’attivismo di un ex presidente della Camera di Commercio e Centurione artigiano, scalpitano i costruttori edili rappresentati in Comune ed ex leghisti consigliati da vignettisti.

A proposito, un legale romano avrebbe contatto colleghi del foro di Savona per via di alcune vignette ritenute diffamatorie messe in rete (Facebook in quel di Borghetto) e che chiamano in causa politici nazionali, giornalisti e scrittori.  Una cosa seria visto che in effetti si sarebbe superato  il diritto di satira e non in una rivista satirica ma nelle pagine condivise da persone. Vedremo anche se non abbiamo mai tifato per chi si fa giustizia con querele ed azioni risarcitorie in sede civile, soprattutto dopo che sono state fatte le visure catastali e richiesto il 730 dei possibili destinatari.

Accennavamo alla sorte del giovane sindaco Canepa, messo quasi alla berlina per aver trasferito l’azienda artigiana di famiglia in quel di Boissano. A Borghetto era allo stretto, ha spiegato, oltre che in affitto. Canepa che abita con la famiglia a Toirano, come il collega che l’aveva preceduto. Un sindaco scelto nel finale preelettorale, forse troppo inesperto rispetto ai marpioni che non mancano mai. E’ finito davvero nel mirino di  forze interessate a destabilizzarlo ? Un sindaco che, pur nella sua mitezza e trasparenza, propensione al dialogo ed al confronto, non è più affidabile ?  Nella Lega borghettina c’è chi sgomita per superare e mettersi alle spalle il ‘caso Cinzia‘ ? Chi aspira e a chi giova un ribaltone e nuove elezioni ? O è pura fantasia di cui trucioli ne finisce vittima ? A pensarci bene c’è il precedente delle improvvise dimissioni di Nino Roveraro (Era presidente a Servizi Ambientali Spa) e anche in quel caso i media non ebbero dubbi a sposare la tesi: “motivi di salute, problemi agli occhi….”. Con Giovanni Paganelli, deux ex macchina, addolorato. Sarà cosi !?

COMUNICATO STAMPA

Grazie al recupero del disavanzo di amministrazione ritornano alcuni importanti servizi sociali

In attesa di proseguire il suo iter in Consiglio Comunale, è stato approvato nella Giunta di ieri il Bilancio di previsione 2019.

Tra le principali novità vi è la re-introduzione del Campo Solare estivo.

L’assessore al Bilancio dr. Robeerto Moreno, commercialista

Spiega l’assessore al bilancio Roberto Moreno: ”a seguito della notevole attività di accertamento effettuata dall’Ufficio Tributi e dalla Polizia Municipale, nella previsione 2019 abbiamo una prima stima della situazione anno 2018 che prospetta un ulteriore recupero del disavanzo di amministrazione di circa € 300.000. Un risultato ben migliorativo rispetto alle previsioni del Piano di Riequilibrio che prevedeva di non recuperare nulla nel 2018. Tuttavia questo dovrà essere confermato in fase di approvazione del rendiconto e dopo aver effettuato il ri-accertamento dei residui”.

Il lavoro di riorganizzazione degli uffici effettuato lo scorso anno ha portato a questo importantissimo risultato. Grazie a questa boccata d’ossigeno siamo riusciti non solo a mantenere un servizio non obbligatorio ma ritenuto vitale per il tessuto sociale cittadino come il Centro Ragazzi ma anche a re introdurre un’altro servizio ugualmente importante per le famiglie di Borghetto come il campo solare”, afferma il sindaco Canepa.

Sono state anche implementate le risorse previste per coprire rette di anziani in struttura e di minori affidati in istituti.

Previsti inoltre stanziamenti derivanti dai proventi dell’imposta di soggiorno finalizzati alla realizzazione di iniziative turistiche e l’acquisto di un software dedicato alla gestione dell’imposta che faciliterà il compito degli operatori turistici.

Grazie al contributo previsto dal Governo nella legge di stabilità il Comune di Borghetto potrà disporre degli stanziamenti necessari per eseguire lavori di messa a norma degli impianti dell’Asilo Nido di via Milano, mentre grazie agli oneri derivanti dal cambio di destinazione d’uso dell’ex albergo Cristina si potranno portare avanti dei progetti di riqualificazione di alcune zone del centro cittadino.

La coperta continua a rimanere corta. Non potendo disporre di risorse sufficienti a soddisfare le richieste di tutti gli assessorati, la Giunta ha operato delle scelte sulla base di quello che ha ritenuto prioritario per la cittadinanza e la scelta è ricaduta su campo solare e Centro Ragazzi”, concludono il sindaco e l’assessore al bilancio

 

Michele MANERA – ufficio di Staff del Sindaco

Albenga, 8 marzo, nasce ‘Lascio o raddoppio’Ecco il Bingo di Regione Liguria e Trenitaliasvelati i segreti dei binari a monte low costl’assegno del sig. Bonaventura non va a segno

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Riceviamo dal Comitato per la salvaguardia del territorio e la tutela della popolazione e delle attività produttive: negli ultimi giorni sono stati pubblicati alcuni articoli con dichiarazioni fantasiose che fanno disinformazione. Il nostro comunicato vuole fare informazione documentata in modo corretto.

Franco Stalla, agricoltore ingauno, presidente del Comitato per la salvaguardia del territorio e la tutela della popolazione e della attività produttive

LASCIO O RADDOPPIO –  Alta velocità, alta capacità, Tav , Tap, Tac terminologie abusate per giustificare un qualcosa che non si conosce….lo spostamento a monte , come illustra l’ultimo progetto, non prevede nulla di più di due binari, poche ed isolate stazioni senza alcun scalo merce. La politica tripartisan negli ultimi mesi, ha compiuto una crociata per togliere dall’isolamento il ponente, insistendo in ogni luogo e occasione sulla necessità di spostare a monte questi benedetti binari. Dalle parole quali un miglior servizio, più treni, nuovi convogli, si è passato ai fatti, gli stessi Crociati tripartisan hanno firmato il Contratto di servizio tra la Regione Liguria e Trenitalia della durata di 15 anni (2018-2032) dove è previsto un servizio invariato nei chilometri annualmente percorsi, una riduzione dei posti offerti di circa il 15 %, un aumento delle tariffe fino ad un massimo del 46% consegnando al servizio di trasporto ligure il primato della ferrovia più cara d’Italia.



Nonostante l’intermodalità (caricare i camion sui treni), sia l’unico sistema per decongestionare il traffico delle merci sulle strade liguri, non fu prevista nei vari tratti già spostati a monte. Ottima pratica utilizzabile, ma impossibile da realizzare.

Tratta XXMiglia<>Sv, servizio insufficiente, nessun collegamento verso Genova dopo le 20 da XXMiglia

Un’opera pensata negli anni novanta con un costo previsto di un miliardo e mezzo, ma che ad oggi, ai costi attuali di circa 100/150 milioni a chilometro (tra gallerie e viadotti) ci vorrebbe un assegno del Signor Bonaventura da almeno tre miliardi.

Binari di incrocio, di precedenza e servizio, sottopassi, sovrappassi, stazioni cittadine, tramtreno sono soluzioni low cost per una ferrovia efficiente al servizio del cittadino.

Il presidente

Franco Stalla

Albenga perde Cà di Berta, gioiello immerso nel verde e relax. Chiuso a luglio.Quale sorte?

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Cà di Berta, locanda elegante ed esclusiva. Adagiata in un silenzio d’oro. Cinque suites, cinque camere, sala colazione (all’apertura anni ’90 anche ristorante), piscina, un parco alberato che nel ponente savonese è secondo alla Pergola di Alassio. Un complesso armonioso immerso nel verde della natura, impreziosito dall’opera instancabile di Pietro Delfino e della sorella Concetta che ha chiuso gli occhi alla fine dello scorso luglio. Non aveva fatto notizia né la scomparsa di Pietro, né di Concetta. Eppure erano due personaggi con una storia lavorativa, umana, che non capita di conoscere frequentemente. Una vita dedicata, tra Savona, Albenga e viceversa, al commercio all’ingrosso e al dettaglio di frutta e verdura, con banco vendita nella città della Torretta, poi trasferito a Pilalunga di Quiliano. Erano  gli anni che le primizie di Albenga invadevano i mercati di mezza Europa. Il destino volle che, in vista della vecchiaia e senza figli, i Delfino dopo aver ceduto l’attività, si innamorarono del progetto di recupero di un insediamento di antiche case, tra Salea ed Albenga, in gran parte ruderi.

Il complesso Ca di Berta visto dall’alto ed aggiustato graficamente, la foto risale a fine anni 90.

L’obiettivo era quello di realizzare armoniosi insediamenti unifamiliari, da mettere in vendita una volta ristrutturati, con la riqualificazione dell’area verde, ricca di alberi, flora mediterranea, ulivi secolari.  Il progetto, fatto e rifatto, riveduto. Più passaggi in commissione edilizia, ebbe finalmente il via libera del Comune di Albenga. Iniziarono i lavori, non semplici tenendo conto che la concessione edilizia, ma anche la volontà dei Delfino, era di valorizzare al massimo la parte antica, a cominciare dai muri a pietra vista, le sagome degli edifici rimasti in piedi. L’opera era quasi conclusa e al Secolo XIX arrivò una delle tante lettere in cui era nel mirino il sindaco del Pci, Angelo Viveri ed il suo stretto entourage. Si facevano dei nomi, si indicavano date,  carteggi, il leit motiv era una speculazione edilizia mascherata in un’area dove per il piano regolatore non era possibile realizzare edifici singoli, né per civile abitazione, ma unicamente insediamenti ricettivi, tipo hotel, agriturismo e residence. Quella lettera finì  sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica, dr. Emilio Gatti, magistrato giovane, scrupoloso ed al quale il procuratore affidava gran parte delle inchieste sull’edilizia.

Sta di fatto che in meno di un mese scattò un provvedimento di sequestro, con i Delfino indagati di lottizzazione abusiva, reati ambientali vari, abusi rispetto al progetto approvato, ma erano in corso delle varianti in attesa di concludere l’iter. E a quanto pare era stato proprio il ricorso alle varianti, pratica assai abituale per aggirare vincoli edilizi, che aveva indotto i firmatari (nome fasull0) a dare tutti gli estremi della pratica. Il cantiere rimase bloccato a lungo e solo dopo che Delfino dovette accettare un’inversione a 360 gradi della originaria destinazione che aveva in mente, furono tolti i sigilli.  C’è da dire che l’inchiesta non portò ad incriminazione del sindaco, nè di componenti dell’ufficio tecnico che avevano seguito la pratica e che nell’esposto venivano indicati quali beneficiari di una ‘mazzetta’. Tanto è vero che parte del fascicolo venne trasmesso alla procura del tribunale per presunti reati di sua competenza.

Pietro Delfino che era la mente dell’operazione – investimento, attraversò momenti difficili. Al cronista ebbe a dire: “Ad un certo punto volevo abbandonare tutto, ormai i soldi li avevo spesi e mai più pensavo di fare l’albergatore….”. Invece realizzò, affidandosi a gente del mestiere, un spettacolare resort che faceva onore ad Albenga, alla Riviera, all’industria ricettiva. Decise anche di creare, nello stabile, un locale ristorante che per anni ha ospitato matrimoni, banchetti, ritrovo di gourmet e clienti di buon livello. Quel ristorante, che contrariamente alle camere, richiede un enorme impegno soprattutto nella ricerca dello staff, del cuoco e che nonostante a leggere i media si trovino dei maestri di cucina come i funghi, non è affatto così. C’è una carenza di professionalità spaventosa e i bravi non lasciano facilmente il posto che hanno, le pretese non sono neppure da mensile di chi si accontenta di una paga dignitosa, tenendo conto dello standard italiano.  E’ la categoria professionale dipendente meglio pagata, che va ben oltre, salvo le immancabili eccezione, la busta paga di un secondo livello. E Delfino ne sapeva qualcosa.

Il Cà di Berta, dalla sua inaugurazione, ben presto è stato inserito nelle più prestigiose guide nazionali ed internazionali. Per parecchi anni era diventato, con la Meridiana – Rosmarino di Garlenda, il ritrovo della clientela chic, di associazioni elitarie. Ad esempio era il punto di riferimento per le aziende e la famiglia Orsero quando era in vita Raffaello, così pure dei Noberasco, dei titolari di grosse aziende dell’albenganese di import ed export. Un tre stelle, rispetto ai 5 del Meridiana, ma quanto a fascino (non parliamo di lusso ed eleganza strutturale)che incontrava la preferenza e la piena soddisfazione di turisti stranieri: tedeschi, svizzeri, austriaci, belgi, olandesi in particolare. Le auto di grossa cilindrata erano di casa.

La vecchiaia, problemi di salute seri, hanno spezzato la forte fibra di un gran lavoratore e gentiluomo, umile, modesto, di esemplare buon senso. Pietro Delfino ha lasciato il timone alla sorella con la quale viveva in simbiosi. Una donna a modo, concreta. L’ultima volta che la incontrammo, al pastificio San Giorgio di Ceriale, lamentava un andazzo che ignoravamo. Molti pranzi e banchetti di matrimoni, non solo, venivano organizzati all’interno di strutture camping, sfuggendo ad ogni controllo fiscale. Una vera e propria concorrenza sleale e impunita per chi magari puntava a risparmiare la spesa di un ristorante vero e proprio.

Poi è stato, oltre dieci anni fa, Angelo Fresia quando era corrispondente de La Stampa a dare notizia che  Concetta Delfino , unica titolare,  aveva chiesto la cancellazione del vincolo alberghiero per “l’impossibilità di apportare incrementi qualitativi e quantitativi al resort in Regione Case di Berta” e quando il ristorante Carlotta, al suo interno, aveva cessato da tempo l’attività. I prezzi delle camere e colazione partivano da un minimo di 90 euro fino ad un massimo di 170. Incluso l’uso della piscina. Manco a dirlo impossibile ottenere lo svincolo ed arriviamo al 28 luglio  2018 quando è partita per sempre la signora Delfino. Locale chiuso e in attesa che gli eredi ( un fratello, i due nipoti) valutino le opportunità future. Un ventaglio che difficilmente prevedere soluzioni in tempi brevi. Vendita inclusa. L’investitore può contare sulle caratteristiche uniche della strutture e su clienti ormai sempre più esigenti e alla ricerca delle oasi in cui trascorrere periodi di ‘disintossicazione’ dalla routine quotidiana delle città e dei sobborghi. Nel cuneese, ad esempio, come in Alto Adige, gli hotel ameni hanno un crescente successo ed attirano investimenti.

Una contadina che da 30 anni abita poco lontano, espone tutta la sua tristezza nel vedere il Cà di Berta  desolatamente chiuso, con i primi segnali di abbandono. “Aveva un’ottima clientela – osserva – e sapesse quanti sacrifici, sudore e preoccupazioni per fratello e sorella; ora abbiamo sentito che è stato messo in vendita. Chissà quanto chiedono, ogni tanto si vede qualcuno, probabilmente è stato affidato ad un’agenzia”. Già, qual è il valore di una struttura gioiello ? Se si chiede ad un albergatore proprietario di muri risponde: “In Riviera nessuno compra più, ritiene conveniente investire. Le volte che le banche hanno messo in vendita qualche hotel pignorato si sono trovate con meno della metà di quanto aveva periziato il tribunale con il suo perito”. Certamente i Delfino hanno investito qualche miliardo di lire. Chi diceva 4, chi 5. O forse più.  E negli anni occorre sempre rinnovare. Quando  l’industria alberghiera tornerà ad essere redditizia ? Ed attrarre, come accade in altre aree del Paese,  investimenti italiani e stranieri ? Non palazzinari. (l.cor.)

A pochi metri dai ruderi trasformati in hotel ci sono altri ruderi in bella vista

Laigueglia scioccata e incredula. Savoini, giornalista, sherpa leghista, nell’affaire ‘buchi neri’ di Salvini. ‘Era stato nello staff Maroni’

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L’ultimo numero de L’Espresso. Titolo di copertina: I buchi neri di Salvini. Silenzi, omissioni. E tutte le crepe nel sistema di potere del ministro. Ecco cosa svela l’inchiesta sulla trattativa tra gli uomini della Lega e i manger di Putin per finanziare il partito. La settimana prima altra copertina: Esclusivo. 3 milioni per Salvini. L’incontro segreto del ministro a Mosca. E la trattativa tra gli uomini di Putin ed i suoi per finanziare la Lega. Obiettivo: far vincere i sovranisti alle elezioni europee. E nel sommario: Gianluca Savoini, fondatore dell’associazione Lombardia – Russia, è l’uomo che ha condotto in questi mesi l’affare con i russi vicino al Cremlino; giornalista, ex portavoce di Salvini, cominciò il negoziato per sostenere il Carroccio mesi prima della visita a Mosca del ministro. Savoini, 54 anni, nella Lega dal 1991, oggi non ha un ruolo ufficiale nel partito. Sposato con una russa scrive editoriali per Libero e Sputnik.

Gianluca Savoini a fianco al cineoperatore, quando Bossi segretario della Lega Nord frequentava Alassio, al suo fianco nella foto di Silvio Fasano, Sonia Viale, ex sottosegretario di Stato ed attuale assessore alla Sanità della Regione Liguria

Per il settimanale che appartiene all’editore più letto in Italia (dopo la cessione de La Stampa e del Secolo XIX entrati a far parte del gruppo che pubblica anche la Repubblica e una decina di quotidiani locali) “Savoini puntava a ottenere finanziamenti per la Lega”.  Per conto di chi trattava ? Matteo Salvini: “Savoini è una persona che conosco  da vent’anni, ma a nome mio parlo io”. E lui, laiguegliese Doc, anche se è nato ad Alassio il 27 settembre 1963, che è cresciuto  con i genitori e la sorella in via Al Castello Romano, dichiara a Sputnik, giornale on line controllato dal Cremlino: ” Non ho nulla da dire riguardo alle accuse e alla ricostruzione inventata degli eventi, di cui mi sento libero di parlare con i miei avvocati. Posso solo dire che non ho partecipato a nessuna trattativa e non ho mai ricevuto un rublo né da Mosca, né da nessun altro”.

Gianluca Savoini appartiene ad una delle famiglie più conosciute della cittadina balneare e del comprensorio alassino. Un’infanzia e gioventù senza  aspetti particolari da farlo ricordare ai coetanei o a chi lo conosceva pur senza frequentarlo. Trucioli.it ha scritto per la prima volta il suo nome, il novembre 2018, per i 30 anni di giornalismo di Giò Barbera, 52 anni, oggi collaboratore a La Stampa Savona.  Giò, al Corriere Mercantile, prese il posto di Savoini nel novembre 1988. Era iscritto all’albo professionale dei pubblicisti liguri dal 17 maggio 1985 e che lasciato Genova, a Laigueglia ricordano i suoi articoli su La Padania, il Giornale. Ma soprattutto lo mettono in relazione al periodo in cui fu ministro dell’Interno  Roberto Maroni  che nella XII legislatura (1994-1996) è stato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e ministro dell’Interno nel I° Governo Berlusconi.  In paese si diceva che facesse parte dello staff del ministro – ricorda un buon conoscente -, Gianluca non ha mai fatto esibizione del suo ruolo, è sempre stato modesto e schivo”. La mamma Marinella Daniele è stata candidata quando il prof. Franco Laureri tentò la carta di candidarsi a sindaco.  La sorella Daniela Savoini fu, a sua volta, candidata (15 preferenze) nel 2008  nella lista del prof. Giovanni Regesta sindaco che si piazzò al  secondo posto con 503 voti contro i 720 di Franco Maglione  e i 70 di Alessandro Benazzo.

Carlo Savoini si è spento lo scorso anno, qui sulla spiaggia dei bagni di famiglia: Ondina

Papà Carlo Savoini è morto nell’ottobre dello scorso anno. Giò Barbera su La Stampa ha scritto: “Apparteneva ad una famiglia di imprenditori di vecchio stampo, legatissima al territorio e soprattutto al borgo marinaro laiguegliese. Una comunità che ora piange la scomparsa di Carlo Savoini, 89 anni, storico titolare dei bagni Ondina insieme alla moglie Marinella Daniele. Due mesi fa, era il 12 agosto, avevano festeggiato i 70 anni della storica impresa di famiglia. Un traguardo importante festeggiato con i bagnanti e con gli amici più stretti. Si erano ritrovati tutti insieme per ripercorrere la storia di un’attività che era iniziata con i coniugi Nino e Lodovica Daniele e c’era anche Carlo, il patron dello stabilimento balneare laiguegliese, che gestisce la figlia Daniela”.

Il bar ristorante, attigua ai Bagni, è stato ceduto anni or sono.  Savoini senior, ricordava l’articolo, lasciava Daniela e Gialuca con Irina, i nipotini Demian, Nora e Lea. Il signor Carlo aveva militato  nel Psdi quando  il maggiore e più rappresentativo esponente  locale e provinciale era l’avv. Umberto Ramella. Tra i più apprezzati esponenti della massoneria ligure di Piazza del Gesù fino ad arrivare al ‘Consiglio Supremo dei  33.’ E’ stato tra gli amici del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e tra i difensori  penalisti al maxi processo Teardo e dell’agente immobiliare calabrese – borghettino – loanese Antonio Fameli, pure lui in loggia (Le Acacie di Albenga).

Gli imprenditori turistici Savoini. Scriveva l’inviato speciale del Secolo XIX,  Paolo Crecchi, il 24 luglio 2011: ” L’élite sta a Laigueglia come il turismo di massa  a Cesenatico.  Uno scende i gradini che portano  alla mitica spiaggia  Ondina, chez Marinella Savoini, e in due metri quadrati di sabbia, si imbatte  nel mega direttore delle Generali Attilio Invernizzi, impegnato ad abbronzarsi a fianco di Alberto Talan della Rolex orologi.  Un salto al bar Ondina ed ecco  Dario Mazzoleni, l’editore di rete 7. Due passi sul basgnasciuga  e spunta il giornalista Franco Manzitti già direttore di quotidiani e opinion maker  televisivo, figlio del celebre direttore  di Assoindustria e presidente dell’Autostrada dei Fiori Giuseppe. …A Laigueglia la storia parla  delle grandi famiglie  genovesi come i Manzitti, i Preve (riso Gallo e non solo), gli armatori Campanella, i Musso Piantelli….Mancano solo i leader politici  perchè Laigueglia  possa essere definita la Capalbio ligure. Ai Bagni Davide  va Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa e già direttore di quotidiani e settimanali nazionali.”

Marinella Daniele vedova Savoni nei Bagni Ondina e mamma orgogliosa del suo Gianluca. E’ stata candidata nella lista indipendente del prof. Franco Laureri consigliere di opposizione

I politici, a Laigueglia,  venivano una volta come il democristiano Filippo Peschiera o Gipo Farassino della Lega. Qui il partito ora  è rappresentato ai massimi vertici del potere con il sindaco Sasso Del Verme che è anche segretario provinciale, ma soprattutto con la sorpresa delle sorprese, il neo senatore Paolo Ripamonti, eletto a 44 annui, nel ponente ligure, 114.589 voti, agente immobiliare ad Alassio (con Del Verme), chiamato a far parte della giunta di centro destra del Comune di Savona con sindaco l’avv. Ilaria Caprioglio, prima donna nella storia del capoluogo. Papà Ripamonti esercente, negli anni 90, intervistato dal corrispondente del Secolo XIX, Angelo Taranto, lanciava un grido d’allarme: “ Tanti negozi stanno chiudendo e mancano ragazzi disposti a raccogliere l’eredità commerciale dei padri. Il commercio nella nostra cittadina  sta conoscendo un momento di crisi senza precedenti. Il Comune  dovrebbe interrogarsi  sui motivi di questa situazione  e cercare un dialogo con i commercianti ed esercenti per correre ai ripari.“.

Era sindaco il dr. Giuliano Montaldo tra i commercialisti più affermati in provincia e con molti incarichi a livello regionale e nazionale (liquidatore), persona di fiducia ed amministratore elettorale di Claudio Scajola ministro e parlamentare di Forza Italia. Montaldo chiamato a risanare, da assessore esterno, la voragine di debiti (12 milioni) lasciati dalle giunte rosse del Comune di Savona.

Gianluca Savoini con il presidente Putin, una stretta di mano che a Laigueglia tutti forse ignoravano.

In questo scenario storico e turistico nessuno immaginava che il laiguegliese Savoini finisse alla ribalta nazionale. Anzi, se non sbagliamo, fino ad oggi la cittadina è stata risparmiata, mai associata nei servizi giornalistici a quello che resta nell’immaginario locale un ‘fedelissimo di Bobo Maroni’.

Oggi descritto nella veste di colui che conduceva la trattativa per finanziare la Lega di Salvini.  “E’ il 24 luglio scorso – scrive L’Espresso in esclusiva –  quando  un’offerta commerciale arriva ad una società petrrolifera russa. Ad inviarla è Gianluca Savoini, l’uomo di Salvini a Mosca. Oggetto: la vendita  di un quantitativo di gasolio.”  In ballo un fondo di investimento del miliardario russo Kostantin Malofeev.…il finaziere è un fedelissimo di Putin sospettato da Stati Uniti e Unione Europea di aver finanziato la conquista della Crimea e la guerra nel Donbass…accusato di avere un ruolo attivo nei rapporti finanziari tra il Cremlino e i francesi del Front National. ….La Avangard oil&gas è la società che riceve l’offerta di Savoini….ed i dettagli documentano  l’intraprendenza  lontano dall’Italia. Ora la vicenda disturba il sonno del vice premier e ministro dell’Interno. Preoccupato perchè Gianluca Savoini è il regista della trattativa iniziata molti mesi fa…E’ uno degli uomini più vicini al vice premier….E’ stato suo portavoce, gode della massima stima, non a caso i russi lo considerano ‘il consigliere’ di Salvini nonostante non ricopra alcun ruolo ufficiale.  Mosca è la sua seconda casa, tantè che nel 2016 ha fondato li anche una società, la Orion Lcc, che si occupa di consulenze. Suo socio nella Orion è Claudio D’Amico, assessore leghista a Sesto San Giovanni, fondatore (con Savoini) dell’associazione Lombardia – Russia.  D’Amico da qualche mese è stato chiamato a Palazzo Chigi come ‘ consigliere strategico‘ del vice premier Salvini.  Ed è dal luglio 2018 che L’Espresso colleziona tracce e documenti sulla strategia messa in atto da Savoini per gestire la delicata partita  del finanziamento camuffato da compravendita di gasolio. ….Savoini era presente a tutte le trattative, è stato fotografato insieme ad un altro italiano….e con Aleksander Dugin, filoso molto apprezzato da Putin, mente del movimento euroasiatico e di riferimento dei sovranisti europei. …E’ sempre Savoini, nella hall di un hotel, a fare gli onori di casa, a parlare per primo. Tutto in inglese. “La nuova Europa deve essere vicina alla Russia ” sono state le sue parole, non dobbiamo più dipendere dalle decisioni degli illuminati a Bruxelles o in Usa.  Vogliamo cambiare l’Europa insieme ai nostri alleati come Heinz Cristian Stranche in Austria, Alternative fuer Deutschland in Germania, la signora Le Pen  in Francia, Orban in Ungheria, Sverigedemokraterna in Svezia”.

Lo scorso luglio Savoini è colui che si è descritto a Il Foglio nel ruolo di coordinatore degli incontri di Salvini con gli ambienti russi.  Scrive il giornalista specializzato in inchieste Lirio Abbate: “...La semplice circostanza che Savoini abbia trovato posto ad un tavolo d’affari russo per cercare denaro per finanziare la Lega è un fatto politicamente grave su cui Salvini deve pronunciarsi.  Savoini non ha incarichi ufficiali ma nel board della sua associazione  c’è Claudio D’Amico, consigliere strategico di Salvini a palazzo Chigi. Gli alleati di governo del Movimento % stelle  non hanno niente da dire?  Savoini lo diche chiaro e tondo. L’obiettivo politico è la costruzione di una nuova Europa,  un modello russo organizzato a favore delle forze politiche nazionaliste in Europa….I sovranisti chiedono aiuto a una potenza straniera”, conclude Abbate.

A Laigueglia leggere cose del genere del ‘loro tranquillo e semplice concittadino Gianluca pare inverosimile’. E’ vero che si vede di raramente, è accaduto anche la settimana scorsa. Alla mamma è molto affezionato. “Ci siamo salutati – confida un lontano amico -, lui non ha intavolato il discorso dello scoop e di quanto si è letto ed io ho lasciato correre; non mi sembrava una persona turbata, anche se non è mai stato un tipo espansivo e francamente credo che neppure i leghisti Doc della zona avessero con lui particolari rapporti.”.

A meno che il Salvini nelle sue frequenti missioni elettorali nel  savonese non avesse un suggeritore, una ‘punta di diamante‘  che però è stato capace di scegliere le persone giuste ed affiatate. Lo definiscono il ‘coro leghista del ponente ligure’.  Un coro attivissimo,  con la comunicazione tra le priorità assolute, non sarà certo da ‘mani sulle città‘, sicuramente  da ‘superfidati nel partito. Tutti per uno e uno per tutti.  Durerà ? E chissà cosa avrà pensato il ‘fiduciario leghista’ alla destra di Salvini, della fulminea carriera dei concittadini in Lega.

Luciano Corrado

NELL’APRILE 2008 DANIELA SAVOINI,  CHE GESTISCE I BAGNI ONDINA, SORELLA DI GIANLUCA
SI ERA CANDIDATA NELLA LISTA CIVICA RINNOVARE LAIGUEGLIA CHE CANDIDAVA SINDACO IL PROF. GIOVANNI REGESTA, EX PRIMARIO OSPEDALIERO E STIMATO ‘FRATELLO MURATORE’ IN LOGGIA
15 febbraio 2019
SEMINARIO ITALO-RUSSO, REGIONE LIGURIA, PRESIDENTE TOTI: AL VIA A GIUGNO LE GIORNATE DI SANPIETROBURGO PER PORTARE IL MEGLIO DELLA LIGURIA E DI GENOVA IN RUSSIA
Dal 6 all’8 giugno Genova e Regione Liguria saranno ospiti del Forum mondiale dell’economia di San Pietroburgo. Lo ha comunicato questa mattina il governatore ligure Toti nel corso del seminario italo-russo a Palazzo San Giorgio.Da quando esiste, questa è la seconda volta, dopo Torino, che una città e una Regione sono ospiti del Forum di San Pietroburgo per promuovere, in sinergia con tutte le Istituzioni,  tutto il territorio.“Si tratta di un appuntamento mondiale – ha detto Toti – dove le più grandi economie extraoccidentali approfondiranno i temi dello sviluppo. Per Genova e per la Liguria sarà una vetrina straordinaria per presentare le proprie potenzialità e il proprio tessuto produttivo: le imprese, la logistica, il porto l’high-tech, il turismo. Inoltre grande spazio avrà la nostra gastronomia e gli chef stellati di Genova e della Liguria che faranno gustare a ministri e capi di Stato il meglio della nostra cucina. Una grande opportunità di incontro e un’occasione preziosa per promuovere le eccellenze liguri all’estero e aumentare gli scambi commerciali”.

 

 


Imperia, Claudio Scajola sindaco fa lezione di rigore e buon governoE parcelle dell’avvocato che annuncia querela

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In pochi giorni la raccolta differenziata del Comune di Imperia, con le strategie messe in campo dal sindaco Claudio Scajola, è salita al 62%, non solo la produzione di rifiuti prodotti e conferiti alla discarica, con i costi conseguenti, è scesa di 63 tonnellate. Eppure l’ex ministro dell’Interno (lontanissima copia di Matteo Salvini iper esibizionista e gladiatore instancabile) sostiene che nel servizio a favore della comunità ci sono ancora criticità da risolvere. E diminuzione della Tari con la lotta all’evasione. Sotto la lente di ingrandimento le spese che il Comune ha affrontato per consulenze e parcelle legali. Un tema sempre attuale, a volte scottante e devastante per certi bilanci comunali. Il primo della lista l’avv. Enrico Panero, nel 2013 fuoriuscito dai 5 stelle, poi candidato con Laboratorio Imperia dell’ex sindaco Paolo Strescinio. “Vi invito a visionare le spese legali che ha sostenuto Go Imperia – ha detto il sindaco rivolto ai consiglieri -“

L’avv. Panero e l’ex sindaco Strescino

“Vogliamo che Go Imperia guadagni dalla gestione del porto….Ci tocca invece procedere nei confronti dell’avvocato civilista che seguiva le vicende giudiziarie dello scalo e ci ha chiesto una parcella enorme. Abbiamo risposto attraverso il nostro avvocato che lo riteniamo responsabile dei danni gravi al bilancio della Go Imperia. Una gestione scellerata….”. E l’avvocato Panero replica con immediatezza: “Scajola dimostra di essere male informato…. e dovrà risponderne in tribunale “.

IMPERIA LA DIFFERENZIATA IERI E OGGI, I RISPARMI, LOTTA ALL’EVASIONE DELLA TARI

MA ARRIVA ORA IL SALASSO PER LA DIFFERENZIATA

 

GO IMPERIA (PORTO COMUNALE) E LE PARCELLE DELL’AVVOCATO

INTANTO IN PROCURA

 

Squillo di trombe: è arrivato l’Espresso La Genovese al profumo violetta di Villanova

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E poi dicono che non si fa abbastanza promozione e sinergia. All’Alberghiero di Alassio c’è pure un corso didattico di enogastronomia sotto la guida del presidente del Circolo fotografico San Giorgio. Non sanno più cosa inventarsi per rilanciare il territorio. Ora  ha preso il via uno shooting (termine inglese e molto attuale sta ad indicare una serie di foto originali fatte in una particolare ambientazione) per raccontare attraverso immagini i percorsi scolastici del progetto interreg Alcotra Antea, finalizzati alla preparazione e commercializzazione di espressi e cappuccini aromatizzati e decorati con le violette di Villanova d’Albenga. Invenzione originale che coinvolge lo storico marchio di caffè La Genovese. Un ‘nome’, un’azienda che ha preceduto la affermata ‘ditta Pasqualini’.

I giovani barman classi 2 sez B e C, dell’alberghiero di Alassio, augurando loro un futuro migliore di chi in questi anni li ha preceduti nel percorso scolastico e prospettive di un lavoro dignitoso, adeguato alla preparazione e alle attese di vita

Alessandro Bora, Mariella Gaudenti Vicepreside Ist. Agrario Albenga e Luca De Michelis produttore

Torniamo a tempi delle violette prima produzione intensiva nelle serre di Villanova d’Albenga, con una dozzina di produttori, un’ottantina di addetti ? Tutto questo ricorso alla violetta speriamo sia di buon auspicio ed in attesa di conoscere i benemeriti coltivatori ai quali non resta che augurare fortuna e successo commerciale.

Per ora godiamoci altre notizie sul fronte scolastico proiettate nel ‘masterplan’ di tutto ciò che fa promozione e liaison scuola – turismo, valorizzazione non effimera, né passeggera delle nuove forme di comunicazione di cui sarà interessante seguire i risultati. Un lavoro di squadra che dovrà superare tanti esami e forse un certo scetticismo per i profani.

Al di là del ‘brevetto’ caffè espresso all’aroma di violetta (finalmente i fiori della nostra

Maria Grazia Timo rappresenta il Comune di Villanova d’Albenga

Riviera tornano da protagonisti sul set del consumismo), c’è la guida affidata ai fotografi dell’attivissimo ed ingegnoso Circolo San Giorgio,  con il suo presidente Paolo Tavaroli,  il segretario Dino Gravano. Con i loro ‘obiettivi’ fotografici accompagnano i percorsi didattici.

E con la primavera che bussa ecco farsi avanti il progetto Interreg Alcotra Antea: una nuova sfida per i giovani barman e bar lady del “Giancardi” di Alassio e dello staff della torrefazione La Genovese: abbinare i fiori eduli all’alta caffetteria.

Osservano i promotori: “Il concept, ideato dal Centro Studi dell’Alberghiero e dalla direzione dell’Istituto Agrario D. Aicardi di Albenga, punta a valorizzare due eccellenze del territorio: la produzione di fiori edibili e le miscele “Anniversario” e “Juta Bio” certificate UTZ, entrambe Medaglie d’oro alla dodicesima edizione dell’International Coffee Tasting.La performance ha avuto il supporto dell’azienda agricola Luca De Michelis, con la sua produzione di violetta di Villanova(specie considerata all’interno del progetto), e il supporto tecnico pratico dei docenti del “Giancardi” Stefania Violino Sara Ceccatelli, Gianluca Bico, Roberto Luciano dell’”Aicardi”.
L’obiettivo dei laboratori didattici di Antea ? ” Promuovere nuove forme di comunicazione e partnership tra aziende e territori, tra filiere e distretti, così da creare sinergie in grado di innovare prodotti e servizi.”
L’iniziativa dell’Istituto Giancardi-Aicardi si va a sommare agli eventi già realizzati lo scorso anno nell’ambito del progetto ANTEA, nello specificole Spiagge Didattiche di Arma di Taggia e Alassio, i cocktail molecolari di Fior d’Albenga, la promozione dei fiori eduli da parte di chef e maître russi e alle iniziative colturali per un’ulteriore promozione delle specie di fiori commestibili coltivate presso l’azienda agraria dell’istituto D. Aicardi.
Lo shooting fotografico, dicevamo, ha coinvolto  alunni delle classi seconde,  sez. B e C del corso enogastronomico; in cattedra Paolo TavaroliDino Gravano. I percorsi didattici Antea sono ideati dal Centro Studi sul Turismo dell’Istituto “Giancardi” e  coordinati dai docenti Mariella Gaudenti, Antonella Annitto, Gianluca Bico, Monica Barbera e Franco Laureri.

Villanova, Lions Club dona bandiera Tricolore agli alunni del comprensorio.Alassio 140 ‘ragazze’ a cena servite dai Vip

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Il tricolore, la bandiera della Patria con tutto ciò che essa rappresenta nel passato e nel presente, a perenne ricordo nel secoli. Il Lions Club di Villanova, Garlenda e Val Lerrone ha fatto agli alunni delle scuole del comprensorio, presenti il presidente dell’associazione Roberto Piovano, la direttrice della biblioteca civica Maria Grazia Timo, rappresentanti delle istituzioni civili, militari e forze di polizia. Numerosi gagliardetti a testimoniare la solennità e la gratitudine. Ogni classe omaggiata ha recitato la poesia della bandiera. Infine l’omaggio al monumento dei Caduti. Leggi anche il refettorio dello storico Don Bosco trasformato, per una sere, in ristorante Doc. Commensali, comodamente sedute, 140 ‘ragazze’  di ogni estrazione sociale, maritate e nubili, innamorate e deluse, con il culto delle fedeltà coniugale, o quello di non ‘rubare’ il marito e viceversa la moglie d’altri. Serata con un bottino di spensieratezza e la medicina migliore in vita, socialità e fraternità. Camerieri, pur senza i galloni del patentino, da chef de range, volti famosi del vippismo nostrano. Volontariato, per un giorno senza essere a caccia. Melgrati insegna. Di altra pasta la giornalista Barbara Testa con vocazione di ‘missionaria civile’ in Ruanda.

Villanova d’Albenga ora ha la statua ‘Donna delle Violette’ che ricorda il glorioso passato

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Meglio che niente, ovvero è pur sempre una testimonianza di cosa ha rappresentato la coltivazione ed il commercio delle quasi dimenticate violente per la comunità di Villanova d’Albenga. Erano gli ann i ’50 e fino a fine anni ’60 o poco più. Le violette era il simbolo principale della produzione dei campi e delle serre. Il commercio interessava l’export sui mercati del Nord Italia, ma soprattutto del centro e Nord Europa. La merce viaggiava in treno, ma per la maggior parte sugli aerei cargo che decollavano proprio dall’aeroporto Panero. Altri tempi, si suole dire, certamente più promettenti e forse pochi immaginavano che le violette sarebbero rimaste solo un simbolo, storia da tramandare, da raccontare. Oggi accontentiamoci della magistrale opera di Flavio Furlani, un vero maestro destinato alla storia degli artisti illustri della nostra provincia e della Liguria.

 

 

Andora mette in campo 41 piccoli assessoricon deleghe ad ambiente, cultura, agricoltura

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Educazione civica, passate la voce ad altre città e paesi. Perchè ?  Il Comune di Andora può fregiarsi di 41 piccoli assessori con deleghe all’ambiente, cultura e agricoltura. Sono gli scolari delle classi 4A e 4B della scuola Novaro ed hanno hanno ricevuto le nomine dal Sindaco Demichelis.

Poco importa se tanto attivismo della giunta uscente (da mesi a questa parte si susseguono le ‘visite’ ed iniziative nei confronti del mondo scolastico e giovanile) coincide con il clima preelettorale, in cui peraltro il sindaco può scommettere nel trionfo. Dunque nessun conflitto di esibizionismo anche se il primo cittadino deve essere al di sopra di ogni sospetto di strumentalizzare. E in ossequio al ruolo istituzionale di garante della comunità tutta. Si aggiunga che la vittoria l’ha in tasca, senza voler essere profeti. Importante che le urne premino chi lo merita: competenza, onestà e coerenza. I peccatucci di esibizionsimo non fanno danni. Per la serie fatti e non parole,  risultati, promesse elettorali mantenute, al di là dell’informazione che mette in rete l’addetta stampa del Comune.

Le classi 4A e 4B della Scuola Primaria Novaro di Andora con il sindaco Demichelis

Comunicato stampa – Lezione di educazione civica a Palazzo Comunale con visita negli uffici e incontro con il Sindaco Mauro Demichelis per i bambini delle classi 4A e 4B della Scuola Primaria Novaro di Andora che hanno ricevuto dal primo cittadino la nomina a piccoli assessori all’Ambiente, alla Cultura o all’Agricoltura.

Il Sindaco si è messo a disposizione dei bambini e ha soddisfatto ogni loro curiosità sul funzionamento del Comune. Si è parlato anche di temi come la tutela del paesaggio, la raccolta differenziata, presenti anche l’Assessore all’Ambiente Fabio Nicolini, l’Assessore alla Cultura, Maria Teresa Nasi e il Consigliere delegato alla Scuola, Daniele Martino coinvolti nella discussione dalla curiosità degli scolari.

Al termine dell’incontro il Sindaco ha consegnato a tutti i bambini la nomina a piccoli assessori, ognuno con un compito da svolgere: dalla promozione della raccolta differenziata in famiglia alla ricerca di antichi proverbi, dall’uso di prodotti a km zero alla riscoperta di antiche ricette locali o dei sentieri dell’entroterra. “E’ bello vedere bambini così interessati al funzionamento del Comune che parlano di diritti e di doveri del buon cittadino o di tutela dell’ambiente in modo spontaneo e senza filtri – ha detto il Sindaco Mauro DemichelisHanno ricevuto con grande entusiasmo le deleghe esprimendo una grande voglia di impegnarsi con i compagni. Segno che, ad Andora, l’alleanza educativa fra scuola e famiglie dà davvero ottimi risultati”. 

Albenga elettorale dove i politici nazionali tornano di moda grazie a ‘Calleri sindaco’E Ciangherotti, in corsa, apre il portafogli

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Chi ricorda ancora quando i politici nazionali giocavano da propulsori la partita elettorale anche alle elezioni comunali. Comizi con piazze o  Cinema Ambra affollati di seguaci e rivali. E quel pomeriggio del ’68 in piazza San Michele con il fondatore e segretario nazionale del partito monarchico, Alfredo Covelli, primatista a tribuna politica di Rai 1. Un battagliero che faceva ascolti, ma ad Albenga, andò maluccio e se la prese col sindaco: “…tutti hanno un palco, a me è stato negato…”. Gli anni in cui ogni sindaco Dc teneva a presentarsi con il simbolo del partito o della coalizione. Poi arrivò la Lega di Bossi con la lotta dura ai ‘ladroni di Roma’, a massoni complici con il Vaticano, abbasso la casta politica e dei privilegi. A conferma dell’opinione di trucioli vedi a fondo pagina il San Carlo affollato per la presentazione del candidato sindaco Calleri, sul palco il sottosegretario Rixi ed il presidente Toti. In prima fila il sen. Bruzzone futuro candidato alle Europee che lascera se eletto libero il seggio a Roma; ci sono Angelo Vaccarezza e Marco Scajola. Un successone. La piazza di Albenga è caldissima.

Comizi in caduta libera e quattro tifosi ad ascoltare. Siamo al terzo secolo, con l’avvento del modello ‘Lega alla Salvini’ che riporta alla ribalta onorevoli, sottosegretari, ministri. Esibiti, come nel caso del candidato sindaco Gerolamo Calleri, a garanti di buona ed onesta amministrazione. E mettere alle spalle il centro sinistra locale e nazionale, provvede il sen. Attilio Ripamonti  ‘biricchino satirico’ dopo una dichiarazione dell’avv. on. Franco Vazio a proposito della nipote candidata in Lega.

Albenga, uniti si vince anche nella foto ricordo

Ecco che torna in Riviera, ad Albenga, Lara Comi avvolta nel suo fascino e fotogenia. Ai suoi esordi era considerata, probabilmente a torto, tra le stelline di serate, via una avanti l’altra. Berlusconi, divorzi, padre e nonno, galante e generoso, era descritto impegnato nell’harem e negli affari di famiglia piuttosto che a capo del governo del Paese. Lara, con serietà, mai una vicenda che potesse adombrare onestà, rettitudine, impegno, coerenza. Un paio di incidenti (uno lo riportò L’Espresso) di percorso . La Repubblica il 7 marzo 2017: “Usavano i soldi dei rimborsi del Parlamento europeo per pagare propri collaboratori in patria. Nei guai sono finiti diversi europarlamentari che negli ultimi anni hanno operato a Strasburgo. Oltre a nomi noti, come la leader del Front National di Marine Le Pen, dello Ukip di Nigel Farageo del partito Diritto e giustizia del polacco Jaroslaw Kaczynski, ci sono anche alcuni politici italiani, tra cui la saronnese Lara Comi. Ora, però, l’Europarlamento chiede indietro i soldi utilizzati in maniera non appropriata.”

In un’altra circostanza era salita alla ribalta nazionale. Lo scorso anno: “Polemica accesa a Omnibus (La7) tra l’europarlamentare del Ppe, Lara Comi, e il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega), sulle opere pubbliche e sulla Tap. “La fate o non la fate?”, incalza insistentemente Comi. “Le domande le fa il conduttore”, risponde reiteratamente il deputato leghista. Poi aggiunge: “Tu sei qui per dare delle risposte, ma non le puoi dare perché ormai non governate più da nessuna parte“. L’europarlamentare ripete la sua domanda e Bitonci replica: “Potresti chiedere a La7 se magari ti dà la possibilità di condurre una trasmissione di cucina“. La infelice risposta del politico leghista ha scatenato l’indignazione tra i parlamentari del centrodestra, a cominciare dalla presidente dei deputati di Forza Italia, Mariastella Gelmini: “Un atteggiamento insultante per tutte le donne. Aspettiamo le sue scuse. Solidarietà dal gruppo di Forza Italia della Camera all’amica Lara”.

Il candidato calleri nel suo ufficio elettorale con l’Eurodeputata portafortuna Lara Comi, e Luca De Michelis, loanese d’origine, presidente provinciale e regionale di Confagricoltura e titolare di un’azienda modello a Campochiesa d’Albenga

Ben altra musica ed accoglienza ad Albenga che in passato aveva già conosciuto. Una presenza per dare man forte alla candidatura di Gerolamo Calleri, un moderato più leghista che forzitaliota, a digiuno di amministrazione comunale e nelle istituzioni (era uno schivo presidente della Coldiretti). Un candidato che non si esibisce da saputello, da maestro d’orchestra, né illuso che tutti quanti gli stringono la mano poi nel segreto dell’urna lo votino.

Ha subito imparato il valore della comunicazione e dell’educazione verso gli operatori dell’informazione locale. Ha iniziato la sua discesa in campo facendosi precedere da un comunicato stampa inviato a tutti i cronisti, nessuno escluso. L’esatto contrario della strombazzata squadra in elaborazione del candidato sindaco dr. Riccardo Tomatis, figlio d’arte con un cognome forte per via di papà. Lui che già il 24 gennaio apriva le danze con l’annuncio sul sodale Ivg.it e La Stampa della sua candidatura e la rinuncia a malincuore dell’avv. Giorgio Cangiano, altro figlio d’arte, seppure a sinistra, all’insegna della fiducia di lasciare la città in buone mani. Il suo fedele vice sindaco. Cangiano che non avrebbe avuto grosse difficoltà alla maglia rosa o gialla del secondo mandato. Dopo che non si era perso un appuntamento, un impegno, una promessa a presenziare, dagli incontri di lobby, all’ultima associazione di volontari, mai perdere gli auguri ad una centenaria, oppure una mostra, fino ad indossare abiti da buontemponi o di rievocazione storica. In costume da bagno, in divisa da cameriera oppure da chef di cucina. Un professionista di talento, stimato e serio, imprestato alla politica in un momento in cui il centro sinistra ed il Pd sono alle corde, che avrebbe vinto anche godendosi un periodo di riposo elettorale, magari ricevendo i clienti nel suo studio legale che ha abbastanza trascurato dando priorità alla sua Albenga, optando persino per l’indennità da sindaco invece della assai più remunerativa toga forense.

A scanso di equivoci, essendo trucioli.it da sempre schierato con il partito delle parcelle, delle consulenze, delle varianti edilizie, all’estrema destra e quando serve all’estrema sinistra, capita che ci troviamo esclusi, da sempre, pure dai comunicati stampa dei Democratici. Che dal Pci non hanno neppure ereditato l’abc dell’organizzazione. Così, per i 12 lettori albenganesi, pubblichiamo solo quel che passa l’altro convento e l’ufficio stampa del Comune che non conoscendo un cronista, suo malgrado, in attività da 53 anni, abbiamo dovuto sollecitare e risollecitare perchè il Municipio non può esercitare il libero arbitrio. Ci siamo permessi di divagare e uno spruzzo di umorismo non guasta. Favoriti per non essere letti dai poteri forti, più a nostro agio con i poveri, gli ultimi, chi non ha santi in paradiso per trovare un lavoro adeguato agli studi per i figli, i nipoti. Non per questo ci sentiamo forcaioli verso quella società benestante che nella vita, magari senza meriti, si ritrova ad indossare la camicia della fortuna che quando è meritata vale il doppio e tutta la nostra ammirazione.

Un’altra chicca della competizione elettorale 2019 ha per protagonista il dr. Eraldo Ciangherotti, uno che sgomita da mattino a notte inoltrata per far conoscere, apprezzare, le sue opere di bene (il suo laborioso operato dai banchi dell’opposizione che non demorde). Un ruolo di cane da guardia proprio di chi fa giornalismo. Prima si batteva sperando (in cuor suo) di possedere titoli e meriti, personalità e fama, stimato e temuto, per indossare la fascia tricolore di primo cittadino. Finora si era dovuto accontentare di quella azzurra in rappresentanza dell’Amministrazione provinciale.

La stretta di mano dell’alleanza tra il forzista dr. Eraldo Ciangherotti e l’indipendente filoleghista Gerolamo calleri

I leghisti ponentini e levantini, alleati di Eraldo, non potevano accettare un candidato schierato, berlusconiano dalla testa ai piedi. Un giorno chiese a Silvio di far volare l’areo che trainava lo striscione  (‘Forza Berlusconi- Grazie Berlusconi’) anche nei cieli della Riviera. Eppure anche tentato, scrisse l’informatissimo Luca Rebagliati sul Secolo XIX, di farsi abbracciare e migrare nella Lega col vento in poppa e dopo il vuoto, la partenza verso l’aldilà di Rosy Guarnieri. Luca non ha più dato conto, non ha scritto il seguito. E’ il dentista che si è fermato, o non ha avuto l’accoglienza che immaginava ? Dunque mettiti nel ruolo di gregario, poi si vedrà da ultimo arrivato. Eraldo sostenuto fino all’ultimo, leggendo i comunicati, da Angelo Vaccarezza. Un tempo console in provincia del fortissimo ministro Scajola e ora con i galloni ricevuti dal presidente Toti, l’uomo del futuro centro destra leghista in Liguria. Da azzurro, giornalista, direttore Tv e dipendente di Berlusconi editore che ha intuito cosa accadrà domani. Non solo per la terza età del ‘gran capo’ che ormai non fa più presa, ma il giorno dopo del suo volo in cielo sarà un fuggi fuggi. E l’asse Toti – Rixi darà le carte fino alla resurrezione del Pd e ad una Lega che non potrà più giocare la partita dell’invasione e della paura dei migranti che vivono in alberghi, trascorrono le giornate con i telefonini tra le mani, bivaccano in centro o in periferia, protagonisti della microcriminalità e specializzati in spaccio e furterelli.  Una malessere reale che ha fatto presa con la stragrande maggioranza degli elettori e di chi stravede per l’uomo forte, deciso, battagliero costi quel che costi, anche mettersi contro tutta l’élite culturale e gran parte della stampa.

Lara Comi con Agostino Sommariva, il personaggio del fare e di chi riesce con impegno e professionalità ad onorare in casa (l’impagabile museo della terra) l’enogastronomia ligure e savonese. Ambasciatore senza ruoli se non quello della datata azienda di famiglia sui mass media in Italia e all’estero

Ciangherotti, per gli scommettitori, sarà comunque il candidato più votato. Da alcuni anni non perde un colpo, una settimana, senza intervenire via IVG.it (Il Vostro giornale indipendente con tutti e da tutti) e copia ed incolla, in gongolante attesa del ‘diritto di replica’ che impone una controreplica per la gioia di miglia di albenganesi. Più scriveva, più lo attaccavano e si consumava il brodo di giuggiole. Una star locale e provinciale che nonostante gli impegni di studio ed in ambulatori privati trovava il tempo per dedicarsi egregiamente alla pagina dell’Avvenire della Diocesi di Albenga – Imperia.

Il tandem Ciangherotti – Perrone ha anticipato tutti con la campagna promozionale a pagamento su Ivg.it A questo punto gli altri candidati non siano da meno nel guanto della sfida: 25 mila contatti  di albenganesi – sarà vero – ogni giorno, per tenersi informati da Ivg, organo apolitico e indipendente di informazione. Unica eccezione gli annunci  immobiliari che un tempo erano la manna per i quotidiani baciati dallo sviluppo armonico e virtuoso di seconde case in Riviera e nella prima collina. La fortuna del turismo qualificato e pimpante dei nostri giorni. Non lo dimentichi chi avrà tra le mani il Puc di Albenga.

Non pago di tanta gloria, ha voluto essere riconoscente con l’editore puro e la solerte redazione ivugiana, inserendo il primo spot a pagamento della copiosa messe attesa con la sfida delle comunali. Più spendi, meglio spendi. Il contatore di IVG,  segnerebbe una media di 25 mila contatti nella platea ingauna. Qualcuno in più dei residenti e di qualche migliaio di infanti. Ciò basterebbe a garantire una penetrazione a tappeto verso l’elettore e convincere persino quel 30-35 per cento che solitamente deserta i seggi.

Albenga  che in passato aveva fatto storia nazionale con la prima giunta comunista e liberale. Albenga che schiera nella storia della Coldiretti savonese il suo presidente di Categoria in corsa da sindaco. Il primo è stato Ennio Fazio (più alto in grado quanto a militanza politica e ruoli raggiunti in campo provinciale (Camera di Commercio), regionale e alla Comunità Europea. A Ceriale si è esercitato grazie al voto popolare per due mandati.  Non ha meritato la sufficienza, si è distinto per una strisciante arroganza verso chi non ubbidiva o lo criticava (tre dei suoi hanno lasciato il consiglio comunale). Altezzoso e permaloso, cattolico praticante che faceva assai di frequente la Santa Comunione, mai assente alle processioni in fascia tricolore. Non ha battuto ciglio quanto trucioli.it non si stancava di scrivere – purtroppo in perfetto isolamento mediatico – che eravamo di fronte all’unico sindaco d’Italia che doveva convivere con le lucciole della notte sotto le finestre di casa. Non un giorno, un mese, anni e anni. E poco importa se il mercato della notte in Riviera è appannaggio di organizzazioni criminose, tre sventurate dell’Est europeo sono state uccise, una quarta dopo aver lasciato la postazione davanti al supermercato Famila, ora Mercatò, è stata trovata strangolata, fatta a pezzi, in quel di Brescia. Fazio che nulla ha potuto contro un’altra organizzazione:  i padroncini che vendono frutta e verdura, a loro dire, di provenienza dalla campagna della Campania. Un’organizzazione che da Ceriale si dirama in tutta la provincia. Perchè abbiano scelto Ceriale resta un piccolo mistero e non certo perchè qui hanno soggiornato (e forse soggiornano, protetti dal ministero dell’Interno e di giustizia) ‘pentiti’ della camorra, ‘ndrangheta e mafia.

Leghisti sorridenti per il fotografo: il sottosegretario Rixi, mani sulla spalla del candidato Calleri, il segretario provinciale e sindaco vittorioso di Laigueglia, Sasso del Verme, l’on. pietrese Sara Foscolo.

Ennio Fazio che nulla ha risolto sul dramma dell’abbandono di decine, centinaia di proprietà agricole nell’area più produttiva del ponente ligure ed afflitta da una serie di concause in cui non è estranea la storica Ortofrutticola di Albenga e le organizzazioni di categoria incapaci del modello cooperativistico dell’Emilia Romagna (la filiera), del Trentino Aldo Adige, di alcune zone del Veneto.

Gli agricoltori di Albenga che contribuirono a far eleggere in Parlamento, per due mandati, il collega Bartolomeo Bolla, Dc, mentre l’imperiese era rappresentato, a sua volta, dal presidente provinciale della Coldiretti, Aldo Amadeo.

Ora la palla passa, se eletto sindaco, a Gerolamo Calleri, che oltre a Lara Comi, ha già avuto la ‘pacca sulle spalle’ del ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio (leghista) e del sottosegretario alle Infrastrutture e Porti, Rixi.  Non solo, al suo fianco pare schierato, se le immagini non tradiscono, il dr. Luca De Michelis, presidente provinciale e regionale di Confagricoltura, famiglia facoltosa loanese, titolare di un’avviata azienda agricola in quel di Campochiesa,  più in missione tra Savona, Genova e Roma, che curvo sui terreni. Un presidente di categoria dovrebbe mantenersi ‘neutro’, evitare di esporsi. Dipende da punti di vista e dalla coerenza. De Michelis non pare abbia mai nascosto le simpatie politiche. Ricopre quel ruolo non certo per grazie ricevuta. L’agricoltura di Albenga, passata in rassegna stampa, solo nell’ultimo mezzo secolo, è una miniera di informazioni. Dal dire al fare, dal promettere e mantenere, dai progetti alla realizzazioni, dagli annunci osannanti al dimenticare di come sia andata a finire. Per non dimenticare, ma anche in questo siamo davvero isolati, rilegati nel banco dell’asino. Carta canta non è il modello ideale che crea amici. E’ fastidiosa.

Luciano Corrado

1) Vazio alla Lega: “Non è la prima volta che la mia nipote Hingria si candida per il centrodestra alle elezioni comunali. Non è quindi una novità e neppure una “zampata”, anche perché non è mai stata eletta; ma è giusto che ci riprovi”. “Pur rispettando la sua scelta, le consiglio però di non farsi strumentalizzare per la sua parentela, anche perché essere candidata e parlare per luce riflessa non è mai bello”.

“A prescindere da ciò non condivido assolutamente le sue opinioni e i suoi giudizi, che sono ricchi solo di demagogia. Albenga non ha mai visto uno sforzo così grande in tema di sicurezza, di ordine e pulizia come in questi ultimi anni: telecamere e sistemi di controllo a distanza e un cambio epocale in tema di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle strade”. “Ad Albenga non servono burattini, sfilate di politici, vincoli e ordini dall’alto: Calleri, la Lega e Ciangherotti ci spieghino perché hanno subito senza fiatare la privatizzazione dell’ospedale di Albenga e le proposte del Ministero dell’Interno di non potenziare polizia e carabinieri e addirittura di costruire in città un centro di espulsione per immigrati irregolari; proposte che, con il supporto della Prefettura, sono state addirittura concretamente verificate dalle strutture del Ministero”. “Albenga deve costruire il proprio futuro in piena libertà e Tomatis e le sue liste civiche sono la risposta più forte e più vera” conclude Vazio.

2) RIPAMONTI A VAZIO – UN Vazio in Lega, Ripamonti (Lega), scelta coraggiosa, non mescolare famiglia con politica
Albenga, 14 mar – “Non confondiamo la famiglia con la politica. Per fortuna viviamo in un Paese dove chiunque può esprimere liberamente le proprie idee e scegliere in piena libertà di aderire a un progetto politico, a prescindere dal proprio cognome. Hingria Vazio è una giovane di valore, che condivide le proposte di Matteo Salvini e che ha scelto la Lega e Calleri sindaco: a noi basta questo, il resto non ci interessa. Spiace che qualcuno abbia deciso di prenderla sul personale, di criticare questa scelta, di strumentalizzare nel tentativo di cavalcare mediaticamente e politicamente la cosa. Un bel tacer non fu mai scritto. In bocca al lupo Hingria e benvenuta a bordo, la Lega con Calleri sindaco daranno finalmente quelle risposte che gli albenganesi attendono da troppo tempo, che il Pd e la sinistra, nemmeno quelli che siedono in Comune o in Parlamento, sono mai riusciti a dare”.
Lo dichiara Paolo Ripamonti, senatore della Lega.

Ventimiglia, il vescovo Suetta messo alla berlina. Il ‘caso Aringa salata della Ciassa’

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In un contesto sociale d’altri tempi insegnavano il rispetto di alcune figure di riferimento delle istituzioni civili, militari e religiose: il vescovo, il parroco, il sindaco, il comandante dei carabinieri, la maestra. La ‘dissacrazione’ di personalità pubbliche, l’erosione di ideali e di valori, il linguaggio televisivo scurrile, spesso intriso di insulti e bestemmie. I messaggi triviali sui social senza limiti, né ritegno, né freni inibitori. Che senso esporre alla berlina mediatica un vescovo, nel caso quello di Ventimiglia e Sanremo, mons. Antonio Suetta – origini a Loano, famiglia contadina, già parroco di Borgio Verezzi ed economo della Diocesi di Albenga Imperia, cofondatore di cooperative sociali  imperiesi, un periodo da cappellano del carcere di Imperia -, ritenendolo colpevole di trascurare il centro storico (di Ventimiglia), di impoverire la cattedrale, di aver trasferito un sacerdote ritenuto “propulsore di cultura oltre che di fede, con benefici per tutta la città vecchia”. Un vescovo, salvo “errori &omissioni”, non può finire nella lista nera degli avversari. A meno che…

Il vescovo, origini a Loano, monsignor Antonio Suetta, il giorno del suo ingresso nella diocesi di Sanremo – Ventimiglia

Non pretendiamo di ergerci a giudici, arbitri, pacieri, dispensatori di attestati del bene e nel male. Siamo soltanto vecchi cronisti ed osservatori. Non abbiamo la fortuna di vivere la realtà della diocesi ponentina, con le sue parrocchie, i suoi bisogni e problematiche. Neppure all’altezza di conoscere dall’interno la guida pastorale diocesana. Non siamo stati tra tifosi di don Suetta parroco e economo. Ha lasciato un’eredità, nella diocesi di Albenga ed Imperia, con un passivo di 6 milioni di euro che non ha certamente sottratto o distratto. E’ uscito abbastanza indenne da un’inchiesta giudiziaria sui fondi Caritas, ma è stato anche l’artefice del nuovo polo diocesano finanziato da un lascito che ha riunito, ad Albenga, 400 alunni tra elementari, medie e liceo. Con ampi spazi  per attività giovanili, compreso un campo di calcetto.

Che cosa ha commesso di tanto grave agli occhi di alcuni ventimigliesi, presumibilmente una minoranza ? I media ne hanno dato conto nel rispetto del dovere – diritto di informare i lettori. Più difficile condividere la forma e la ricerca del pathos opera dei denigratori di fatto. Non era insomma una lettera di dissenso, un rimprovero bonario, una lamentela ammettiamo pure giustificata, l’attribuzione coram populo di un premio di derisione. Che senso ha affidare ai media decisioni definite anche ‘piccanti’. Con tanto di Aringa salata del Sestiere Ciassa di Ventimiglia alta. Assegnata “nientedimeno che al vescovo… che a giudizio dei residenti (sic e quanti ? ndr) e del Comitato organizzatore che ne ha raccolto, fatto propri i mugugni e forti malumori per il progressivo distacco dal centro storico e l’impoverimento della cattedrale, che con don Luca Salomone, trasferito a Bordighera, era tornata ad essere un grande centro propulsore di cultura oltre che di fede, con benefici per tutta la città di confine oltre che della città vecchia“.

E ancora: “Dopo il trasferimento della diocesi, decisa dal vescovo precedente monsignor Careggio, si sperava  che con monsignor Suetta Ventimiglia tornasse ad avere comunque un ruolo centrale. Invece si è  addirittura parlato della vendita del palazzo vescovile. anche se poi smentita…”.

Un’Aringa al merito è stata assegnata a Albertino Rebaudo, storico postino del centro medioevale ora trasferito ad altra località, per “essere stato per anni un prezioso punto di riferimento, sempre disponibile e premuroso con tutti, in particolare con i più anziani.” Un riconoscimento dunque meritatissimo che  getta ancora più enfasi quando si mette a confronto con il trattamento riservato al tenace porporato. Ognuno ragiona con la propria testa in casa sua, ma quando si pretende di salire in cattedra e distribuire ‘pagelle’ collettive, motivi di opportunità,  ‘di rispetto a cariche ecclesiastiche, civili e militari’,  dovrebbe valere il ‘cum grano salis’. E comunque il malcontento di alcuni, condivisibile o meno, giustificato o meno, affidato pure ai mass via media, poteva e doveva avere uno sbocco assai meno spettacolare. Il disappunto, semmai, affidato ad altre forme aliene dalla strumentalizzazione, dal zampino in chiave politichese.

Ai fedeli praticanti poteva pure essere spiegato che cattedrali e diocesi in un futuro non lontano sono al centro di un piano di ristrutturazione che porterà ad abolire molte sedi vescovili, oggi in gran parte con confini anacronistici. Senza andare lontano quella di Sanremo – Ventimiglia ha due parrocchie montane in provincia di Cuneo. In Liguria si arriverà, è probabile, a tre  diocesi: Genova, il Levante ed il Ponente. Oggi in provincia di Savona, per citare un caso, c’è la giurisdizione di tre vescovi, uno dei quali si spinge nell’imperiese.

Il vescovo Suetta ha una sua spiccata personalità. Non appartiene agli indecisionisti, ai pavidi, agli eterni indecisi. Quando era parroco a Borgio (anni duemila) decise che sarebbero stati esclusi dal sacramento della Cresima chi non frequentava il catechismo. Come dargli torto, eppure fioccarono le polemiche stampa. “Non è un grande sacrificio rinunciare ad un’ora di tempo libero alla settimana”, dichiarò ai giornalisti.

A Ventimiglia e dintorni, nel novembre 2017,  aveva ricevuto minacce neppure tanto velate. Forse episodi marginali che lui attribuì al fatto che “qualcuno era infastidito dalla presenza di troppe forze dell’ordine“.  Una strategia mirata per destabilizzare la popolazione, costringendola a fare pressioni sulle istituzioni per arrivare all’obiettivo primario, svuotare la città di confine dai migranti, dai disperati della Terra. Un problema obiettivamente serio per chi – i cittadini – se lo trova ogni giorno per strada, sulle piazze, davanti ai portoni di casa, ai negozi. E che ha fatto tuttavia la fortuna elettorale di qualche forza politica nazionale, con ricadute locali. Il vescovo oggetto di lettere minatorie inviate pure al sindaco Enrico Ioculano, a don Rito Alvarez il prete dell’accoglienza, alla Caritas che tanto si è prodigata nella umana solidarietà sia dei ‘fratelli del terzo mondo’, sia di nostri connazionale, dei diseredati.

Una diocesi, quella del vescovo Suetta, che su una novantina di sacerdoti, 21 sono stranieri o originari dall’estero, mentre sono una quindicina, sempre nell’area imperiese, quelli della diocesi del vescovo Borghetti.  E nella maggior parte dei casi ‘presidiano’ parrocchie dell’entroterra montano, anzi più di una, spostandosi per strade non sempre agevoli da una località all’altra, spesso con la difficoltà di far convergere funzioni religiose come funerali, feste patronali, festività.

E se a Borgio don Suetta rifiutava le cresime, da vescovo ha firmato un decreto per regolamentare il fenomeno dei matrimoni fuori sede: “La chiesa non è un’agenzia”.  Chiaro riferimento alla sempre più gettonata scelta di sposarsi al castello dei Doria di Dolceacqua,  in spiaggia a Bordighera, a Villa Ormond a Sanremo, ovviamente nel caso delle nozze civili. Mentre chi sceglie il rito religioso è da Sant’Ampelio a Bordighera,  la Madonna della Costa a Sanremo che si prestano a set cinematografici.

Gli auguri (strena de deinà 2014) del sindaco al vescovo Suetta

Il vescovo Suetta che nega la cattedrale per il popolare premio del San Segundin: “E’ una cerimonia civica inadatta a un contesto liturgico”. E il sindaco Ioculano, centro sinistra e prossimo ricandidato sindaco, a commentare: “Uno strappo che non condivido, una decisione molto grave per la città”.  Si scrisse che era la risposta del vescovo al no del sindaco a un centro migranti della diocesi. Un’interferenza ? Se in passato i vescovi non hanno tenuto conto che un luogo sacro alla cristianità, al culto, non è idoneo distribuire ‘commende laiche’,  Suetta doveva voltarsi dall’altra parte, venire meno alle sue prerogative ?

In questo contesto di ruoli inappropriati, la recente bocciatura della ‘Ciassa‘ pone interrogativi di opportunità e di saggezza. L’associazione- comitato ha come presidente Nico Martinetto, candidato sindaco alle prossime comunali, il quale,  bontà sua, non ha partecipato alla cerimonia della consegna degli attestati al merito e demerito. Se si voleva colpire un bersaglio è molto probabile che ci si debba ricredere.

Il prelato che organi di stampa indicavano come possibile neo cardinale a Genova, sembra non temere più di tanto gli attacchi pubblici, dispiaciuto, ma determinato nelle sue decisioni. Nonostante giornali e locandine davanti alle edicole a sparare titoli: San Segundin, tutti (sic ! ndr) contro il vescovo. E ancora contro Suetta: “Associazioni e politica concordi: un gesto grave, che amareggia”. Tra i più scatenati in dichiarazioni stampa Nico Martinetto presidente: “Il vescovo si è tolto dal Comitato che designa il prestigioso  premio ventimigliese e di negare  anche per l’edizione 2017, ormai in dirittura d’arrivo,  la sede storica della consegna. E che da 25 anni, da quando è stato istituito, avviene in cattedrale….”.

Nico Martinetto presidente Ciassa del Sestiere

E il vescovo irremovibile e siamo pianamente d’accordo con lui: ” Il premio è civico e come tale deve essere consegnato in una sede diversa da una chiesa”. Magari ai più sfugge che viviamo già un’epoca in cui le chiese, anche durante le funzioni religiose, sono il luogo di ogni sorta di dialogo, che si trasforma  in vociare, chiasso si direbbe. Altro che raccoglimento ! E senza  contegno, ritegno, spesso in abiti che lasciano a desiderare, tenendo conto della sacralità, preghiera, meditazione, somministrazione dei sacramenti,  liturgie. Il silenzio non è un lusso, un optional casuale. Un andazzo, una tolleranza, che non ha pari nei paesi nordici dove i cattolici sono minoranza. Non ha pari nelle moschee mussulmane, nei luoghi di preghiera induisti, nelle sinagoghe ebraiche. Un lassismo, il nostro, che non educa e non rispetta chi in chiesa non va per annoiarsi o distrarsi, per un’abitudine tramandata.

Monsignor Suetta  che di fronte ai cortei popolari contro l’apertura di un centro di accoglienza per migranti minorenni, ragazzi senza genitori, molti orfani, non ha esitato a censurare la presenza tra i manifestanti di bambini: ” Protestare è un diritto, ma non usate i vostri figlioletti”. Si trovavano dietro lo striscione della Marina. L’ennesimo contrasto sfociato in articoli stampa e di social. Iddio ci  perdoni i commenti e condividi via Facebook, la discarica, in occasione del battesimo del figlioletto del capitano della Marina, Fabio Corradi, che aveva scelto la parrocchia del quartiere, ma il vescovo si è opposto: “La famiglia è residente ed abita a Camporosso…”.  Peraltro non è stata un’eccezione verso Corradi. Si aggiunga che la chiesa della Marina di San Giuseppe a Ventimiglia, non possiede la fonte battesimale.  E Corradi:La mia famiglia è originaria di quel borgo, io sono stato battezzato li così come il nostro primogenito, ero a conoscenza del decreto del vescovo, ma chiedevo una gentilezza.  Non certo una scelta per motivi edonistici o di location.“. E aggiungeva: “Da presidente del Sestiere Marina  ho donato alla chiesa il nostro vecchio gonfalone incorniciato in segno di forte legame riconoscendo il ruolo fondamentale  della chiesetta nell’identità della Comunità stessa”.

Le regole sono regole, si ripete alla noia, e con le eccezione, a volte, si finisce nello scalpore generale. Accadde quando trucioli.it (nonostante il diniego dell’allora segretaria del vescovo di Savona – Noli, Domenico Calcagno, ora cardinale ed autorità in Vaticano) scopri che il monsignor non si trovava fuori diocesi per ‘esercizi spirituali‘ ma nel ‘rifugio’ delle Navette degli eredi del conte Federico Galleani. Il figlio alassino del conte Ingo (il banchiere), aveva radunato pochi amici ristretti per celebrare nella ‘chiesetta’ della dimora del nonno la Santa Cresima del figlioletto. Alla quale seguì un banchetto, con agnellino del pastore Aldo Lo Manto, preparato alla brace. Tra i presenti Aldo Gasco, ex segretario della Dc ai tempi dei tavianei, papà di Roberta Gasco Mastella, un tempo stella politica in Liguria e oltre i confini regionali, maritata con il primogenito dell’on Clemente Mastella, giornalista, ex ministro, da anni esponente della scena politica nazionale, dal 2016 sindaco di Benevento. La moglie Alessandra Lonardo, eletta senatore nelle file di Forza Italia, all’epoca presidente del consiglio regionale della Campania.

Il vescovo loanese capace anche di scelte ad effetto, da notizia transnazionale. Grazie ad un accordo di buon vicinato, dal settembre scorso, il parroco di Airole e Olivetta don Pasquale Traetta e il vice parroco della concattedrale di San Siro a Sanremo don Claudio Fasulo, prestano servizio nell’arcidiocesi del Principato di Monaco, guidata dal vescovo Bernard Barsi.  Don Pasquale opera a Saint Nicholas, quartiere di Fontvielle, don Claudio si occupa di scuole e scautismo. Un ruolo nella pastorale giovanile, nel più piccolo principato d’Europa, in vetta al benessere e all’agiatezza dei residenti, con molti stranieri cooptati grazie al robusto conto in banca. Sacerdoti imperiesi missionari di evangelizzazione per almeno cinque anni pur rimanendo incardinati nella diocesi d’origine. Un motivo d’orgoglio, almeno in questo, per le centinaia di frontalieri e pendolari dalla provincia di Imperia. E che nel Principato non hanno mai considerato migranti, pur bisognosi di un posto di lavoro che in Patria neppure la società capitalista del terzo millennio dopo Cristo è capace di creare. Vivit sub pectore vulnus.

Luciano Corrado

 

 

 


Lettera/Lo scandalo taciuto, come rimediareMerci su rotaie da Ventimiglia a Savona, 0 %sì binari Albenga-val Tanaro, no smog killer

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Riceviamo e pubblichiamo dall’ing. Stefano Sibilla. Gentile trucioli.it. Il “Global Climate Strike For Future” del 15 marzo ci ricorda l’obiettivo europeo di spostamento dalla gomma alla rotaia del traffico merci a lunga percorrenza: 30% al 2030, 50% nel 2050. Poiché a Ventimiglia e nel Ponente siamo poco sopra lo 0%, ed un parametro determinante per l’attrattività delle linee ferroviarie, vocato alle merci pesanti, è la quota di valico, allarghiamo lo sguardo sulle Alpi Occidentali:  (Leggi anche la lettera del WWF Savona con un’analisi delle conseguenze pratiche del trasferimento a monte dei binari da Andora – San Lorenzo).

al Frejus la linea storica valica 1295 m slm, all’interno di un tunnel lungo 13,6 km;

la nuova TAV salirebbe a circa 730 m slm, all’interno di un tunnel lungo circa 57 km;


la magnifica Cuneo-Nizza(Ventimiglia) valica sotto il Tenda a 1040 m slm (300m più in basso del tunnel stradale) all’interno di una galleria lunga oltre 8 km (già larga, per 2 binari: il suo utilizzo in modalità mista ferroviaria – stradale farebbe risparmiare 300+300 m di dislivello a tutti i veicoli); anche se si è già realizzato il raddoppio ferroviario ad Imperia, ricordiamo che una linea da qui diretta in Val Tanaro valicherebbe poco sopra i 721 m slm della stazione di Ormea (circa come la TAV); è ancor più doveroso e di attualità evidenziare che un valico dalla nuova stazione di Bastia d’Albenga avrebbe le gallerie tutte ad un solo spiovente (condizione più favorevole per la sicurezza rispetto a tutti i valichi sopradetti) e raggiungerebbe l’ampio piazzale della stazione di Garessio alla quota massima di soli 584 m slm: 150 m più in basso della TAV !

Staccare dal raddoppio ligure di Ponente una linea per il traffico verso la pianura padana eviterebbe a molti treni merci il giro fino a Savona o Genova, lasciando ai porti liguri la piena disponibilità dei valichi ferroviari di S.Giuseppe di Cairo, Turchino e Giovi.

L’opzione di collegamento del Raddoppio Ligure di Ponente con la ferrovia dell’Alta Val Tanaro merita quindi di essere considerata seriamente; persa tale chance ad Imperia, è nella Piana di Albenga l’ultima opzione di collegamento verso la Pianura Padana: attraverso le Alpi Liguri rientrerebbero prima i miliardi già investiti da Ventimiglia ad Andora, realizzando la tratta Bastia d’Albenga – Garessio insieme all’ Andora – Bastia d’Albenga (scalo merci ortofrutticolo), mentre si rivedono o si confermano i lotti sino a Finalmarina.

Finché si ignora l’opzione di valico ingauno non si può suddividere il completamento Andora – Finalmarina in lotti funzionali, ma solo costruttivi, a detrimento del valore attualizzato netto dell’intero raddoppio.

L’inattività di scali merci tra Ventimiglia e Savona, i disagi dei pendolari e la disaffezione dei passeggeri alle nuove stazioni malamente collegate al litorale dimostrano la necessità di non considerare il Raddoppio ferroviario di Ponente come un semplice “spostamento” buono per cannibalizzare l’originario sedime, ma come un’irripetibile opportunità di integrare vari modi di trasporto (comodi bus verso l’entroterra, bicicletta e tram costieri, ferrovia internazionale capace e veloce), ammodernare il Ponente, raffinare l’offerta turistica e ottenere il finanziamento di le opere pubbliche attese da tempo in cambio di una maggiore efficacia della rete ferroviaria del Nord-Ovest.

S.Sibilla (pres. Comitato Treno Alpi Liguri)

LETTERA DEL WWF PUBBLICATA DEI GIORNI DA UOMINI LIBERI EDITO A SAVONA

L’analisi del movimento impegnato nella tutela dell’ambiente: “Si guardino le conseguenze avute in provincia di Imperia. Sì invece al raddoppio del tracciato in sede”

Il WWF di Savona entra nel merito dei progetti per lo spostamento ferroviario: “Nonostante i disastri già fatti con lo spostamento a monte della ferrovia a Ponente, ancora c’è chi spinge per fare le stesse scelte tra Finale ed Andora?

Si faccia invece il raddoppio in sede, cominciando dalla tratta Finale-Loano. C’è da stupirsi che ancora oggi settori dell’economia e della politica continuino a spingere per un progetto (chiamato impropriamente di “raddoppio” tra Finale ed Andora, quando invece è uno spostamento a monte se non un’eliminazione di fatto della ferrovia per la riviera di Ponente) nonostante le conseguenze negative che esso porterà per la mobilità sostenibile e l’enorme impatto ambientale, andando a stravolgere SIC ed aree ambientalmente sensibili.

Per il WWF andrebbe fatta una profonda riflessione sulle scelte fatte fino ad ora. Il raddoppio già attivo dal 2001, se ha comportato una riduzione (modesta) dei tempi di percorrenza, ha però portato conseguenze molto negative sul territorio e per l’utenza, decentrando la stazione a San Remo (i cui binari sono a svariati minuti a piedi dall’entrata della stazione!) e Taggia, ed escludendo dal servizio importanti località rivierasche come San Lorenzo e Ospedaletti.

Ma l’apertura della nuova tratta Andora-San Lorenzo, con le stazioni dimezzate e collocate “nel nulla” si è tramutata una catastrofe persino peggiore, che i pendolari, studenti e lavoratori hanno potuto ampiamente sperimentare e i media documentare più di una volta.

In quanto a centri come Cervo e Diano Marina, dal dicembre 2016 non sono più raggiungibili se non con il mezzo privato o con un inefficiente servizio pubblico su gomma.

Paradossale perciò che a sostegno dello spostamento a monte anche nella tratta Finale-Andora si parli dei benefici per il turismo! Di quale turismo parliamo quando Laigueglia, Ceriale, Loano e Borgio vedranno scomparire la ferrovia, ed Albenga vedrà la stazione a 5 km di distanza dal centro ? Qualcuno si è chiesto se lo spostamento a monte già effettuato non abbia invece avuto conseguenze gravi proprio per l’accessibilità turistica e non sia una concausa della crisi, quando invece nella Riviera di Levante dove la ferrovia raggiunge tutte le località e permette una raggiungibilità in modo ambientalmente sostenibile non ci risulta esserci crisi?

Avere una pista ciclabile al posto di una ferrovia non significa necessariamente fare una scelta verso una mobilità ambientalmente sostenibile, se poi per raggiungere la pista ciclabile si deve usare il mezzo privato! Chi spinge per questo “raddoppio” tra Finale ed Andora e parla di (solo) 1,5 miliardi di costo per la tratta, dimentica che tali stime sono risalenti a diversi anni fa, e non sono mai state seriamente attualizzate. Con una lunghezza di 32 km di cui 25 in galleria, una stima più attendibile è che tale opera costi sopra i 2,5 miliardi, se non arriverà a sfiorare i 3 miliardi di euro di costo complessivo.

Si finanzi invece il raddoppio in sede tra Finale e Andora senza l’abbandono degli 11 km già a doppio binario tra Loano e Albenga, realizzando al posto di un negativo allontanamento a monte un più sensato raddoppio in sede, con minor dispendio di denaro pubblico, tempi di realizzazione più ragionevoli e mantenimento del servizio, partendo innanzitutto dal raddoppio della tratta Finale – Loano, che da solo risolverebbe già una delle più grosse criticità della linea, utilizzando quei 225 milioni di euro (che a quanto riporterebbero i media sarebbero stati accantonati nel 2016) che coprirebbero da soli circa 2 terzi del costo del raddoppio in sede tra Finale e Loano.

La scelta del raddoppio in sede tra Finale e Andora porterebbe in tempi relativamente brevi – e con investimenti contenuti – ad una definitiva velocizzazione della Genova-Ventimiglia senza penalizzare ambiente, utenti e territorio come già avvenuto nel passato anche recente”.

Savona, allarme per i flussi ufficiali di trafficosindaco e arch. Arecco ora danno i numeri drin, drin, ecco la mappe di Palazzo Sisto

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Ho letto su Uomini Liberi l’articolo Savona “Non sanno ancora come impostare il piano traffico”: Uomini Liberi è in grado, in anteprima assoluta ed esclusiva, di pubblicare i risultati dei rilevamenti dei flussi di traffico nel periodo 12 Febbraio – 13 Marzo tra Albissola e Savona commissionati dal Comune di Savona.  Abbiamo i numeri, avanti con il piano del traffico! Ora non ci sono più scuse!

I numeri sono quelli del ……. 1924!

E’ indubbio che se Caprioglio ed Arecco in primis “studiassero” minimamente quanto il  Comitato Casello Albamare Albisola Savona ha “prodotto” in tutti questi anni il Comune di Savona avrebbe già il piano del Traffico già redatto al 90%!

Avrebbe già tutto pronto per le tematiche fondamentali, magari manca qualche ritocco secondario in periferia, ma l’ossatura portante c’è!
Ma testardi vanno avanti per la loro strada! Quale?
Quatti quatti vanno avanti alla speraindio = spera in Dio!
Non è il metodo giusto! Tra le tante cose che fanno?
Due delitti:
1) hanno seguito pari pari il progetto della passeggiata di ponente di Di Tullio che prevede di restringere l’Aurelia da Zinola verso Savona, e di introdurre chicanes per ridurre velocità ed ostacolare il traffico, senza prevedere progettare e realizzare prima una Aurelia bis!
2) hanno fatto progettare dalla Torretta ad Albissola Marina una passeggiata ciclopedonale che utilizza una bella striscia dell’attuale Aurelia, togliendo la corsia centrale per le ambulanze!
Allucinante!
Nel 1930 il Sindaco di Albissola Marina si oppose strenuamente a che l’Aurelia costruenda (quella attuale in riva al mare) fosse larga 8 metri: pretese che fosse larga 13 metri!
Meno male! Adesso è indispensabile così, magari fosse più larga!
Avete idea del traffico del 1930?
Il duo Caprioglio (Sindaco)-Arecco (Vicesindaco, nonchè assessore alla viabilità) (P:S: ma Arecco ha qualche voce in capitolo? esiste ancora? qual’è il suo vero ruolo?) hanno  fatto progettare un obbrobrio inaccettabile, senza prima avere uno straccio di Piano Urbano Della Mobilità.
Evidentemente si sentono assolutamente bravi e competenti in materia, e vanno avanti a tentoni……
Facciamo qualche premessa!
Nel 1922 il numero di automobili per abitante, in Italia, era di 1 a 947!
Nel 1925 circolavano in Italia 84.826 autovetture, per un totale di 117.555 veicoli.
Poche, pochissime: la densità media equivaleva a un’auto ogni 450 abitanti.
Nel 1924, negli Stati Uniti la densità era di 7 abitanti per auto, in Gran Bretagna di 71 abitanti ogni auto, in Francia di 90 abitanti per auto.
Questo in buona parte dovuto al costo di un’auto: in Italia per acquistare una Fiat 501 (1922) ci volevano circa 8 anni di reddito annuo, mentre ad esempio negli USA per acquistare una Ford T bastava in reddito di 4 mesi!
Nel 1924 Savona aveva circa 60.000 abitanti, pertanto il numero di auto in città poteva aggirarsi dalle 60 alle 120 auto circa!
Guardiamo i dati pubblicati da UominiLiberi (blog dell’editore Antonio Signorile ndr).

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Analizziamo i dati forniti da UominiLiberi.
Dalla figura 4 si evince che nel 1909 il traffico sull’Aurelia Albissola-Savona, la vecchia Aurelia ora via Genova, era piuttosto basso:
circa 300 cavalli al giorno, quasi 1000 persone al giorno, circa 220 “veicoli”, e circa 115 tra automobili motociclette e biciclette!
Nel 1924 di cavalli non se parla più, e la situazione evolve in: circa 800 persone, “ben” 38 automobili, 5 motociclette, 110 biciclette!
Un traffico praticamente esclusivamente pedonale!
Mezzi pochissimi: del resto lo si vede anche dalle foto dell’epoca!
Ebbene: e lo ripeto!
Nel 1930 il Sindaco di Albissola Marina si oppose strenuamente a che l’Aurelia costruenda (quella attuale in riva al mare) fosse larga 8 metri: pretese che fosse larga 13 metri!
Caprioglio, Arecco, datevi una SVEGLIA! Ma sonora! DRIN, DRIN, DRIN! Anche senza i teledrin di un’era più felice !
 

 Paolo Forzano

 

 

 

E’ morto Terracciano, ex ufficiale della Folgore, trasferito a San Domingo, gestiva una farmacia. Fu indiziato per le Bombe di Savona. La testimonianza della Guerinoni

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La notizia, a Savona, è passata inosservata. Era lunedì 21 gennaio 2019. A Puerto Plata (San Domingo),  dove risiedeva dal 2001, la Comunità Italiana annunciava la morte di Fabrizio Terracciano, 74 anni, savonese, ex ufficiale della Folgore, l’uomo dei misteri. Dalle Bombe di Savona, alla strategia della tensione, alle stragi che sconvolsero il Paese negli anni ’70. Indagini che quando lo ‘sfiorarono’ uscì scagionato, innocente. Fu in qualche modo chiamato in causa dalla moglie dalla quale era separato e da Gigliola Guerinoni interrogata in carcere, nel 1992, dai magistrati che indagavano sulla strage dell’Italicus.

Terracciano era nostro coetaneo, conosciuto dopo che telefonò alla redazione del Secolo XIX Savona e chiese un incontro in un luogo che lui indicava. Al telefono non si fece riconoscere, disse che voleva fare ‘rivelazioni’ sugli attentati  a Savona (1974- ’75). All’appuntamento non si presentò.  Un paio di settimane dopo rieccolo al telefono: “Non sono venuto, non mi fidavo….mi sono informato meglio. Possiamo vederci….”. Non sarebbe stato il primo o l’ultimo mitomane nella vita di cronista di giudiziaria. Fissò: “Ci troviamo all’angolo di corso….potrà riconoscermi, in mano l’Unità…” Lui che era fascista. Ebbene non era affatto là per raccontare, semmai per patteggiare l’esclusiva (scoop giornalistico ?) e nel contempo chiedeva notizie del Palazzo di Giustizia. E a suo dire poi avrebbe mantenuto la promessa.

LA NOTIZIA DIFFUSA  Lunedì  21 gennaio 2019 dalla Comunità Italiana di San Domingo

Muore dopo lunga malattia a Puerto Plata l’ex vicepresidente del MIR Fabrizio Terracciano

Fabrizio Terracciano

È deceduto a Puerto Plata Fabrizio Terracciano. Era ben noto tra i connazionali della cittadina della costa atlantica dove risiedeva dal 2001. È stato uno dei fondatori del Movimento Italiani Residenti (MIR) di cui ha occupato per anni la carica di vicepresidente. Il MIR è stato uno dei primi tentativi del secolo in corso di associazionismo italiano nella Repubblica Dominicana.

Il giornale del MIR “L’Uovo di Colombo” ha pubblicato anni fa un articolo sulla sua avventurosa vita di cui però non si trova più traccia.

Fabrizio era Savonese e aveva 74 anni. A Puerto Plata gestiva la farmacia Los Tropicos di CostAmbar. Ex ufficiale della Folgore con esperienze in Katanga, Etiopia ed Eritrea. Un passato glorioso quale ufficiale paracadutista. Era malato da tempo. È deceduto nell’ospedale pubblico Ricardo Limardo di Puerto Plata.

L’autopsia gli è stata fatta a Santiago. Verrà trasferito a Santo Domingo dall’impresa di pompe funebri Blandino per la cremazione. Lascia un figlio, Enrico, che è vissuto nella Repubblica Dominicana per anni e che ora si trova a Savona. Enrico arriverà il 25 gennaio a Santo Domingo per assistere ai funerali di suo padre e alla cremazione.

IL RICORDO DEL VECCHIO CRONISTA DEL SECOLO XIX

(E DELLA ‘GAZZETTA DEL LUNEDI’) PER LA PROVINCIA DI SAVONA

Seguì un secondo e forse terzo incontro. Terracciano sempre guardingo, contorto e misterioso nei ragionamenti. Accennò, se ricordiamo, pure ad altre vicende giudiziarie, al delitto Brin, ai ‘colpevoli’ e a chi li avrebbe supportati. Dava l’impressione di chi volesse intimorire (“Io faccio parte.…”) senza peraltro minacciare, troncava i discorsi, li lasciava monchi. Era apparentemente timoroso, eppure era un libero cittadino, non era ricercato, semmai  ‘attenzionato’. Ignoravamo, però, che fosse sospettato ed indiziato per le Bombe di Savona, evidentemente cosa che lui  sapeva. Da qui, crediamo, il  suo interesse a scoprire che aria tirava nel Palazzo di giustizia. Ci sfugge tuttavia in quale fase dell’interminabile inchiesta (ben tre istruttorie, senza trovare colpevoli, esecutori e mandanti) Terracciano finì sul registro della Procura della Repubblica. Sicuramente era una persona nota alla  squadra politica della Questura, all’Ufficio informativo del Comando provinciale dei carabinieri,  una ‘vecchia onoscenza’ dei servizi segreti interni.

Un giorno si rifà vivo al telefono. Il 6 novembre 1990 avevamo scritto sul Secolo XIX (vedi a fondo pagina…) un articolo: “Nomi e trame nuove nel dossier sulle bombe. Scontati gli esiti della sentenza  che verrà depositata oggi sugli attentati  che sconvolsero Savona.  Nonostante l’archiviazione  emergono inquietanti risvolti sui disegni eversivi.” Tra le persone citate, tra inquisiti, sospettati, interrogati, pedinati, intercettati, c’erano due savonesi. Agostino Sansone, negli anni settanta era stato segretario della sezione del Msi- Destra Nazionale a Borghetto Santo Spirito, persona  di umili estrazioni sociali, un immigrato in rapporti ambigui con elementi della mala rivierasca. E Fabbrizio Terracciano.

Emerse che quattro mesi dopo l’ultimo attentato a Savona, fu scoperto, a Borghetto, un vero e proprio arsenale di esplosivo in un box di cui aveva la disponibilità Sansone. Nessuno però, al momento dell’arresto, pare abbia ipotizzato un qualche collegamento con le bombe savonesi. All’epoca prevaleva soprattutto la pista neofascista italiana dell’estremismo, con nomi di spicco: Clemente Graziani ed Elio Massagrande. Il primo fondatore di Ordine Nuovo, il secondo  ex paracadutista ai vertici dell’organizzazione. Del gruppo facevano parte Salvatore Francia, Mario Tuti del Fronte nazionale rivoluzionario, filiazione di Ordine Nero. Infine Giancarlo Rognoni del gruppo milanese la Fenice. Va detto che nessuno finirà a giudizio e neppure ressero gli indizi a posteriori verso Sansone. Anzi, quando la pista prese corpo per via di un paio di neofascisti torinesi che gestivano un ristorante di Albenga e che erano soliti riunirsi in una villa di Erli, emerse che non fu disposta la perizia sull’esplosivo che andò distrutto.

TERRACCIANO  ‘ACCUSATO’ DALLA MOGLIE SEPARATA

Perchè Fabbrizio Terraciano finì tra gli inquisiti della lunga stagione bombarola Savonese ? Breve premessa. Fabrizio era figlio di Enrichetto Terraciano, insegnante di educazione fisica, Gran Maestro aggiunto del Rito Filosofico Italiano di cui è stato Gran Maestro Luigi Savona (classe 1917) già ufficiale  delle ‘SS’ a Venezia. Il giovane Terracciano non fece nulla per nascondere simpatie di estrema destra. Da fonti investigative avevamo appreso che si era trasferito ad Altopascio e saltuariamente tornava a Savona dove rimase fino alla partenza per San Domingo.

A confidare, tra mille paure e reticenze, che Fabbrizio Terracciano  non sarebbe stato estraneo (elemento indiziario che non avrà riscontri) al terrorismo che tenne in scacco la città per quasi due anni, la signora Bonifacino, moglie separata,  con la quale aveva ingaggiato, insieme al convivente, una durissima battaglia legale per l’affidamento del figlio. Accade anche che il convivente della donna fu vittima di un misterioso episodio. Alla polizia arrivò la segnalazione anonima della presenza di armi in un locale di Albisola. In realtà l’arma fu trovata, il poveretto riuscì a dimostrare la sua estraneità al termine di un processo.

Terracciano che verrà chiamato in causa  da Gigliola Guerinoni coinvolta, con il convivente Ettore Geri, nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere di Cesare Brin, farmacista di Cairo Montenotte, presidente della locale squadra di calcio. Gigliola condannata e tornata libera a pena espiata.

L’INTERROGATORIO, QUANDO ERA RECLUSA, DI GIGLIOLA GUERINONI

Ecco uno stralcio del verbale di interrogatorio della Guerinoni avvenuto in carcere, il 17 gennaio 1992, da parte dei magistrati che indagavano sulla strage del treno Italicus: “…..A domanda risponde. …….Contemporaneamente alla vicenda del golpe Borghese, Gabriele Di Nardo  (coimputato nel processo per la morte di Brin, segretario provinciale del partito, consigliere regionale ndr) operava assieme a tale Fabrizio Terracciano. Questi era uno di Savona che si era trasferito a Lucca. Ufficialmente era un dirigente della Elf, ma in realtà era un esperto di armi e di esplosivi, oltre che paracadutista addestratore. Ricordo che seguì un corso ad Arezzo. Ricordo che Di Nardo e Terracciano parlavano di attentati a tralicci. Quest’ultimo, in relazione alle indagini successive a tali attentati godette della protezione di un generale del quale non ricordo il nome. Ricordo anche che attorno a questi attentati si creava un’aura di ambiguità, per far intendere che erano riferibili a gente di sinistra. Di Nardo e  Terracciano parlavano anche di attentati ai tralicci commessi in Alto Adige.

Gabriele Di Nardo faceva parte dell’organizzazione giovanile del Msi di Savona ed era un picchiatore. Questo al tempo della nostra conoscenza, cioè durante gli anni del liceo. Successivamente il Di Nardo progredì nella sua militanza politica, divenne un attivista con contatti fra l’altro a Genova, in Toscana, a Milano, a Roma. Era il pupillo di Miceli, persona che io ho incontrato due volte in epoca molto successiva, cioè fra il 1983 e il 1985.  Sono testimone diretta dei rapporti fra Gabriele Di Nardo e Miceli in quanto incontrai quest’ultimo appunto trovandomi insieme al Di Nardo. Il Di Nardo non mi ha detto esattamente in quale periodo abbia conosciuto  Miceli. Poiché conosceva Almirante già da quando era ragazzino, comunque credo che sia stato Almirante a presentare Di Nardo al Miceli. Il Di Nardo era poi legato a tale Randagio Ernesto, capo del corpo sommozzatori della capitaneria di porto di Savona. Questi aveva importanti contatti nella zona di Marsiglia ed era amico di Le Pen. Che avesse una particolare influenza in Francia lo so per cento in quanto attraverso i suoi buoni uffici fui autorizzata ad accedere in due caserme della Legione Straniera, cosa questa che normalmente non e consentita. Il Di Nardo era in contatto anche con tale professor Snaider. Questi insegnava letteratura ed era un grosso personaggio del golpe Borghese. Lo Snaider l’ho conosciuto personalmente. Ho conosciuto altri personaggi del golpe Borghese, ma in questo momento non mi vengono in mente i nomi. Comunque il Di Nardo entro nel gruppo golpista: vi fu ammesso dall’on. Baghino di Genova, che era quello che selezionava i giovani a livello regionale. So tutto questo per certo perché me lo ha detto il Di Nardo e perché sono stata presente a colloqui fra il Di Nardo e il Baghino. Il Di Nardo aveva una sessantina di fucili nella sua casa di campagna sita in Mallare. Aveva inoltre un impianto radio poiché questa abitazione era situata in un luogo appartato veniva utilizzata per raduni e riunioni.

A.d.r. Chiestomi di indicare altre persone con cui il Di Nardo fu in contatto, ricordo che aveva appoggi in Valtellina e in Alto Adige, in particolare a Bolzano. A Torino, inoltre, era in contatto con un giornalista di Candido, del quale ora non ricordo il nome. Spontaneamente a questo punto, anche se la cosa non e pertinente all’argomento che stiamo trattando segnalo che il Di Nardo ha avuto rapporti con Toni Negri, rapporti dei quali mi ha parlato dicendomi fra l’altro che secondo lui il Negri era una persona molto valida. Il Di Nardo continuò a mantenere i rapporti che ho detto anche dopo il fallito golpe per tutti gli anni ’70…..”

ARTICOLO SUL PERIODICO “L’Uovo di Colombo” CHE A META’ DEGLI ANNI DUEMILA

DEDICAVA A TERRACCIANO DUE PAGINE E LA FOTOGRAFIA DEL SUO CANE

La notizia l’avevamo data in sintesi su Trucioli Savonesi. Parlava dell’ex ufficiale della Folgore ( Fabrizio Terracciano) con esperienze in Katanga, Etiopia, Eritrea.  Vice presidente del Movimento Italiani Residenti a San Domingo.
L’organo di informazione locale “L’Uovo di Colombo” (vediil materiale è stato poi rimossogli ha dedicato un lungo articolo in lingua spagnola, ricordando il glorioso e brillante passato quale “ufficiale paracadutista della Folgore. E le sue esperienze “eroiche” in Africa.

Infine sul forum del “Partito degli italiani all’estero” altra citazione di merito e d’onore per Fabrizio Terracciano.

Luciano Corrado

 

Albenga da fuochi artificiali: Giuseppe Lo Bello da 68 anni nelle bande musicali.Lions: screening medici gratuiti al glaucoma

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Una targa che meritava i riflettori della televisione, a cominciare dal Tg3 Liguria spesso impegnato a raccontare l’effimero di sagre, feste e mercati, persino il rituale, sempre lo stesso, dei tuffi  invernali in mare, con interviste casuali a cittadini che non sono certo un incentivo alla cultura. Ci sono tante storie silenziose, di uomini e donne, semplici e umili, che andrebbero valorizzate e ‘promosse’ ad esempio di altruismo, impegno, volontariato. E’ la fotografia del riconoscimento consegnato nella sala degli Stucchi del Comune  di Albenga, alla presenza della moglie, dei figli, nipoti ed amici e da parte del sindaco, Giorgio Cangiano, a Giuseppe Lo Bello  emozionatissimo per i suoi 68 anni di ininterrotta militanza nei complessi  bandistici. Dapprima nella natia Villalba e poi dopo il suo trasferimento nel 1958, ad Albenga

Screening medici gratuiti: un altro service del Lions Club Albenga Host

COMUNICATO STAMPA – Prosegue l’attività di servizio del Lions Club Albenga Host presieduto da Diego Turco. Come di consueto, anche quest’anno il sodalizio ingauno riserva particolare attenzione alla prevenzione della salute e alla vista in particolare. Domani, sabato 23.03.2019 dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 15:00 alle 18:00 in Piazza IV Novembre in Albenga verrà posizionato il mezzo polifunzionale Lions e un team di medici specializzati saranno a disposizione della cittadinanza per controlli gratuiti in prevenzione al glaucoma e alla maculopatia, oltre allo screening di prevenzione all’ipertensione arteriosa. Il Presidente Turco, soddisfatto dell’iniziativa, cosi commenta: “sono contento che anche quest’anno il nostro Club riesca ad offrire alla Città di Albenga gli screening medici in prevenzione al glaucoma e all’ipertensione arteriosa. Un ottima occasione per offrire un servizio utile alla Città e far conoscere le nostre numerose attività di servizio. Nel ringraziare i nostri soci medici che con entusiasmo hanno accolto l’iniziativa, invito tutta la cittadinanza a partecipare numerosa.

ESSENZE INGAUNE FESTEGGIANO IL PRIMO COMPLEANNO

PROGETTO EUROPEO  NEW PILGRIM AGE- IL SENTIERO DI SAN MARTINO

Su proposta della Fondazione Oddi. Anche il messaggio delle scuole di Albenga percorrerà il sentiero di S.Martino affidando al “camminatore” la sua diffusione.

Il camminatore Sergio Giusto sarà anche ambasciatore delle scuole albenganesi del primo ciclo di istruzione presso le istituzioni scolastiche che incontrerà in Ungheria, Slovenia, Croazia,nonché nel Veneto. Il gruppo di progetto del Comune di Albenga, dopo aver selezionato le proposte progettuali raccolte attraverso un concorso di idee, ha accolto la proposta del Direttore della Fondazione Oddi, Dott. Riccardo Badino, di incrociare tra di loro e ottimizzare le ipotesi progettuali avanzate da Sergio Giusto stesso e dal Comitato ACLI savonese, integrato dal contributo dell’associazione “ Cosa vuoi che ti legga “.

Tale ipotesi consiste nell’affidare a Sergio Giusto il ruolo di Ambasciatore delle scuole di Albenga nei confronti di quelle che incontrerà durante il suo cammino dedicato al percorso di S. Martino. Si prevede infatti di illustrare alle delegazioni delle singole Nazioni tale idea durante l’incontro operativo che si svolgerà a Treviso il 28/ 29 marzo p.v. affinchè sia possibile individuare una rappresentanza di scuole che in alcune delle tappe dell’ “ Ambasciatore “ riceverà dallo stesso una presentazione delle scuole albenganesi e contatterà seduta stante, una di esse attraverso videoconferenze programmate.

Da questi contatti si intende procedere durante il prossimo anno scolastico a realizzare iniziative comuni dedicate all’ eredità culturale di S. Martino. Eredità culturale illuminata dai principi e dai valori della carità, della solidarietà e dell’accoglienza che  risultano essere così attuali anche dopo 1700 anni.         Le attività che saranno proposte agli studenti avranno carattere di ricerca , ma anche di gioco e di padronanza delle nuove tecnologie multimediali ai fini di uno scambio di conoscenze, esperienze, buone pratiche e modi di vivere sull’esempio di San Martino. A tutte le scolaresche sarà proposto di sviluppare attraverso le tecniche più diverse il tema: “ Su quali spalle poseresti oggi il mantello di San Martino?”

Intorno a questa iniziativa da svolgersi nella settimana (estate) di San Martino nel prossimo novembre, si realizzeranno specifiche attività quali : caccia al tesoro, letture animate e drammatizzate, mostre di disegni e testi scritti, manufatti , presentazioni multimediali del patrimonio storico,archeologico,artistico, ma anche naturalistico e ambientale del territorio ecc.         Il valore plurale insito nella realizzazione di questo progetto, risiede nel costituire occasioni per gli studenti albenganesi di confrontarsi con coetanei di paesi diversi per riscoprire un’umanità comune ed una sensibilità sociale inclusiva ed eticamente significativa.

Sul piano didattico si enfatizza l’operatività attraverso l’uso dei nuovi strumenti di comunicazione e la necessità di scegliere una lingua terza da condividere con tutti.         Confidando poi su benevole provvidenze, perché non immaginare la realizzazione di una RETE PERMANENTE delle scuole “ MARTINIANE “ diffusa in Europa che consenta  visite , scambi e ogni altro tipo di collaborazione internazionale? Per questa impresa si devono ringraziare le operatrici di ACLI SV nelle persone di Martina Isoleri, Stefania Ricagno e Roberta Baniformaroli con le loro numerose collaboratrici e l’Associazione Cosa Vuoi Che Ti Legga. Un ringraziamento speciale all’ “ambasciatore“ Sergio Giusto che ha già incontrato tutte le classi interessate delle scuole di via degli Orti, I.C. 1 e quelle di Pacini e Leca dell’I.C.2 .

Anche agli insegnanti ed alla loro disponibilità va la gratitudine degli organizzatori del progetto.

Il Presidente della Fondazione Oddi- Avvocato Alessandro Colonna-

Il direttore della Fondazione Oddi- Dott. Riccardo Badino

Lunedì 8 Aprile Sergio Giusto, l’artista camminatore di Albenga, che lo scorso anno percorse il sentiero da Albenga ad Assisi a piedi, raggiungerà Szombathely, in Ungheria, in camper. Da li prenderà il via il suo percorso a piedi, che lo porterà a percorrere una trentina di chilometri al giorno attraverso l’Europa sino ad arrivare, ai primi di giugno, ad Albenga per “disegnare” il sentiero di San Martino. L’iniziativa rientra nell’ ambito del Progetto NewPilgrimAge dedicato a San Martino per cui il comune di Albenga ha ottenuto un finanziamento europeo. L’assessore al turismo Alberto Passino e la delegata ai fondi europei Eleonora Molineris esprimono soddisfazione per questa iniziativa esperienziale e di forte impatto promozionale del  Progetto  dedicato alla figura di San Martino. Sergio nel suo percorso europeo diverrà infatti  testimonial itinerante del territorio e delle eccellenze ingaune .”Durante il percorso incontrerò scuole e sindaci, farò fotografie e video, cercherò di promuovere le nostre eccellenze, del resto San Martino è il patrono dei viticoltori, e soprattutto traccerò un percorso ripetibile che faccia della Via Sancti Martini un sentiero che entri a pieno titolo nel turismo lento e sostenibile”, spiega Sergio. Il percorso diventerà un diario giornaliero che verrà pubblicato giorno per giorno online, con tanto di foto e video. Il legame tra San Martino e la Riviera è fortissimo, ad Albenga il Santo soggiornò sull’Isola Gallinara e sono decine le chiese a lui dedicate in tutto l’albenganese. Al suo rientro sarà realizzata una mostra al Fortino Genovese di Piazza Europa e numerose iniziative con le scuole. Da questa esperienza  sarà realizzata una pubblicazione,  una guida con il percorso e i consigli utili, soprattutto per quel che riguarda la parte italiana del suo viaggio. Sarà inoltre creata ad app e un QCode per far si che San Martino diventi uno dei protagonisti del turismo lento di Albenga.

TARGA A GIUSEPPE LOBELLO: 68 ANNI NEI COMPLESSI BANDITISTI E ORIGINARIO DI VILLALBA

Giuseppe Lo Bello premiato dal sindaco Cangiano

Una targa di riconoscimento consegnata questa mattina nella sala degli Stucchi del comune alla presenza della moglie , dei figli, nipoti ed amici e da parte del sindaco Giorgio Cangiano a Giuseppe Lo Bello molto emozionato , che vede premiare i suoi 68 anni di ininterrotta militanza nei complessi  bandistici, dapprima nel paese natale di Villalba ( Cl) e poi dopo il suo trasferimento nel 1958 ad Albenga. Militanza attiva come volontario anche nel sociale svolto nei momenti liberi del suo duro lavoro di muratore. Dice il sindaco :  “Una passione per la musica che Giuseppe lo Bello ha saputo trasmettere ai suoi figli di cui uno è professore in un Liceo musicale  e un altro nel campo del sociale e delle onlus. Chi ama la musica ama il bello e l’impegno, la musica ingentilisce i cuori e per ottenere risultati ci vanno sacrifici e impegno e alla fine i risulti si ottengono. Una targa che recita  ” per aver con gioia offerto alla città di Albenga tramite la musica importanti momenti culturali e di condivisione”, conclude il primo cittadino.

ALBENGA OSPITA STREET FESTIVAL PROMOSSO DA YEPP

Albenga Street Festival è il primo evento promosso da YEPP Albenga dedicato agli sport che si possono praticare in città, a costo zero. La rassegna comincia domenica 24 marzo alle ore 9.00 in Piazza Europa, grazie alla collaborazione con Albenga Runners, che presenteranno un programma di allenamenti per la corsa. Chi desidera partecipare può aderire compilando questo modulo online, per garantire la copertura assicurativa: iscrizione online

Le date successive di Albenga Street Festival saranno:

14 aprile – Parkour – in collaborazione con Genova Parkour ASD;

28 aprile – Breakdance – in collaborazione con Bad Troopers Crew e Studio Pro Art Danza;

12 maggio – Skateboard e BMX – in collaborazione con Firewall Skatepark Imperia e BMXzzers;

16 giugno – Slackline – in collaborazione con Ivan Soddu Slackliner;

29 e 30 giugno – Calisthenics, allenamento e gara – in collaborazione con Spartan League e Calistenici di fatto.

Queste discipline nate di recente uniscono alla facilità di accesso e ai costi d’inizio minimi o nulli una forte componente di spettacolarità e divertimento, ma offrono anche un’ottima occasione di allenamento andando a potenziare la muscolatura, l’equilibrio e la coordinazione psicomotoria. Radunandole in un festival, YEPP Albenga vuole ribadire la sua capacità di fare rete con realtà emergenti del territorio che fanno attività con i giovani, ma soprattutto dimostrare ancora una volta il suo impegno per uno stile di vita sano dei ragazzi, già espresso attraverso la realizzazione dell’area sportiva attrezzata in Piazza Europa, piazza che ospiterà tutti gli appuntamenti della rassegna. Lo sport senza costi e con quello che la tua città ha già a disposizione. Cosa stai aspettando? Non rimandare a lunedì, comincia a metterti in forma da domenica!

DOMENICA ALL’IPERCOOP TORCHIO E PENNELLO

Domenica 24 marzo, dalle ore 10,00  alle ore  20,00, presso l’IPERCOOP di Albenga,    sarà possibile conoscere il programma di teatro, arte e musica dell’Associazione Artistica Culturale” Torchio e pennello” di Albenga.Ricca l’offerta formativa per adulti e bambini che spazia, dai corsi di disegno e pittura – pittura creativa per bambini – incisione – pianoforte – chitarra – batteria – canto, ai corsi di propedeutica musicale e al teatro.Durante l’open day sarà possibile incontrare gli insegnanti, avere una prova gratuita delle proposte formative offerte ed iscriversi direttamente ai corsi per il corrente anno accademico.Alle ore 16,00 gli insegnanti si esibiranno in uno spettacolo con musica, canzoni e performance di pittura  con riferimento a “ Magritte” . Verranno esposti anche disegni eseguiti dai bambini iscritti ai corsi.La manifestazione è gratuita ed aperta al pubblico di ogni età. Per info : Associazione artistica Torchio e pennello  via Cavour 44 Albenga

torchioepennello.it – 347 8337447

 

Albenga 30 mila euro, con ironia, al Centro Salute. Ciangherotti: grazie Tomatis. Quanto vale Vannucci in voti. Calleri non si tuffi in …

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Affilare le armi della saggezza e del buon senso per il bene comune. Puntare ad alleanze omogenee e affidabili senza la clave delle poltrone. Non inseguire il botta e risposta solo per  apparire, il copia ed incolla dei comunicati: diseducativo nel giornalismo quanto  rifuggire l’informazione notarile lungo una linea sottile che lega il diritto ad essere informati a quello di informare con verità e l’approfondimento (vedi l’articolo sulla Costituzione dell’ex giudice a Savona del caso Teardo, Michele del Gaudio). Albenga che dopo una partenza dignitosa e sapiente del ‘novello’ candidato sindaco Calleri (volare alto, sbagliato scendere ai piani bassi dei politicanti), forse mal consigliato, ha iniziato la partita di ping pong su ‘cosucce’ anziché proporre alla riflessione dei cittadini tematiche e proposte perseguibili,  meglio se si rifugge il libro dei sogni, la lista degli annunci ad effetto. Non sarà un caso se tanti cittadini disertano le urne e il voto di protesta (vedi politiche del marzo scorso) sono la prova del nove.

Su questo numero, senza pretese, proponiamo all’attenzione dei lettori due avvenimenti di cronaca preelettorale. La scelta dell’ avv. Mauro Vannucci, un sosia di Viveri quanto a popolarità,  con qualche sbandamento a destra, a sinistra e al centro, senza infortuni particolari se non qualche delusione rispetto alle aspettative. Pur trattandosi di una candidatura che non rappresenta il rinnovamento, resta un punto di riferimento per gli elettori che nel tempo l’hanno  apprezzato.

Altro tema. Pubblichiamo una nota stampa nello stile e nella forma tagliente, con punte di ironia e fine sarcasmo, a firma del combattente Eraldo Ciangherotti per il quale svanita sull’altare dello scacchiere politico del centro destra la nomination a candidato sindaco, potrebbe essere ripagato con il primato del più votato dello schieramento. Ciangherotti prende in castagna Tomatis, entrambi laureati in medicina e chirurgia, che prima non avalla il contributo comunale per la sopravvivenza del Centro salute, utile come il pane anche se da assai meno servizi, per fare un esempio, di quello di Loano, ed esce dall’aula consiliare al momento della votazione. Poi, in giunta, si ravvede e vota a favore senza timori (infondati di conflitti, ex interesse privato in atti d’ufficio, oggi radicalmente modificato), come avrà chiarito Cangiano sindaco e avvocato. Si aggiunga che ha fatto benissimo Tomatis a ricredersi ed evitare la melina. Giusto che si sappia visto anche dall’opposizione che farebbe, a sua volta, un errore ingigantire.

Si parli semmai di problematiche che riguardano ed affrontano il lavoro per i giovani, mettere in cantiere opere pubbliche e dare impulsi di sviluppo virtuoso verso l’iniziativa privata, accorrere al capezzale dell’agricoltura e degli agricoltori. Negli ultimi cinque anni – come documenteremo in un prossimo numero – sono stati messi all’asta fallimentare, nella pianura d’Albenga, 1678 terreni agricoli, una dozzina di immobili con relative aziende. I prezzi dei terreni  sono in caduta libera e non c’è di fatto richiesta sul mercato delle vendite, si era toccato 200 euro il mq, oggi siamo a 50 euro che vada bene. E se le nostre informazioni, di fonte società specializzate del settore e pur approssimative, nella stessa piana – comprende Albenga, Ceriale, Cisano sul Neva e Villanova, Ortovero – sono in vendita oltre un migliaio di appezzamenti censiti come agricoli.

Si sbandiera ai quattro venti, oltre ogni ragionevole ottimismo, l’enogastronomia, a partire dai vini. Si dia un’occhiata alla rassegna stampa (canali di informazione) nazionale ed internazionale, si veda quante sono le citazioni, i servizi Tv, di fatto la promozione, di aziende vitivinicole. Albenga che non un secolo fa aveva lanciato la sfida del bollino, frutta e verdura locale, da esibire sulle vetrate dei negozi specializzati e oggi sul mercato settimanale e non solo, per trovare i carciofi nostrani di Albenga bisogna munirsi di tanta pazienza. Eppure i carciofi, come altre vere eccellenze del territorio, non è fumo, ma sostanza organolettica che si distingue persino tra zona a zona di produzione della piana. Albenga che primo produttrice di fiori in vaso delle Liguria dovrebbe essere una città fiorita, da ponente a levante, dal mare ai suoi confini, in tutti gli spazi pubblici, con una cura meticolosa e costante. Sarebbe un biglietto da visita senza pare in Liguria e se succede in Svizzera, in Germania o a Merano, non si capisce perchè la città non debba sfruttare una sua risorsa per presentarsi col decoro da cartolina. Per la serie fatti e non annunci parolai.

COMUNICATO STAMPA – L’avv. Mauro Vannucci si candiderà insieme al dott. Riccardo Tomatis alle prossime elezioni amministrative per la città di Albenga. La notizia giunge direttamente dal noto avvocato albenganese.

La stretta di mano ufficiale per annunciare l’accordo tra l’avv. Mauro Vannucci e il candidato sindaco Tomatis nello schieramento civico di centro sinistra

“ La mia scelta di candidarmi a sostegno di Tomatis è stata molto ponderata e deriva da vari motivi e condivisione sui programmi di ispirazione puramente civica. Anche Calleri mi aveva chiesto di candidarmi con lui. Sicuramente Gero è una brava persona,  ma purtroppo dovrebbe pensare più a far da paciere, tra chi già oggi sta litigando per le poltrone, che ad amministrare la città; peraltro non avrebbe neppure l’esperienza politica per gestire una tale situazione esplosiva.  Riccardo Tomatis ha invece presentato una proposta civica senza imposizioni di partito.  Dopo cinque anni da vice Sindaco ha sicuramente acquisito conoscenze e competenze necessarie e fa parte i una squadra con l’attuale sindaco Cangiano che sicuramente potrà dare un importante apporto, squadra  composta inoltre da molti volti nuovi che si candidano per il bene della città. Da parte mia, conclude l’avv. Vannucci, credo di poter fornire la mia competenza amministrativa e professionale sia nel settore del turismo che nel campo della sicurezza”.
Molto soddisfatto per la scelta il candidato Sindaco Tomatis: Ringrazio Mauro per  la fiducia e per aver capito lo spirito della mia squadra. Sicuramente la sua esperienza sarà un valore aggiunto per un gruppo molto valido, determinato e unito come il nostro dove non si parla di poltrone ma delle scelte per il futuro di Albenga”.

LA DOTE, PER TOMATIS SINDACO ,DELL’ESUBERANTE SIMPATICONE MAURO VANNUCCI:

L’avv. Mauro Vannucci ai tempi di Rosy Guarnieri

1) Elezioni comunali 2001. La lista “Voce alla gente” di Mauro Vannucci prende più poco meno di 1.000 voti . Si accorda col sindaco vincente Mauro Zunino e diventa presidente del Consiglio Comunale e assessore al Turismo.
2)Elezioni 2004: vince Antonello Tabbò, Vannucci va all’opposizione. La sua lista prende 1500 voti

3) 2010 Capolista “Forza Albenga” appoggia Rosy Guarnieri per Vannucci 180 preferenze sulla scheda elettorale

4) Elezioni 2014: appoggia Cangiano  sindaco con lista “Voce alla gente +” Ottiene 180 voti che però non bastano, battuto sul filo da Manlio Boscaglia.

5) Comunali 2019. Vannucci: ‘Fanno piacere, ma non corro per il successo personale. Semmai sono spronato ed incoraggiato da molti cittadini elettori…’.

LA SOTTILE IRONIA CHE CHIAMA IN CAUSA IL VICE SINDACO

A PROPOSITO DI CONFLITTO DI INTERESSI NEL CENTRO SALUTE

Albenga, 21 mar – “Voglio pubblicamente ringraziare il candidato sindaco del centrosinistra dottor Riccardo Tomatis che, evidentemente non fidandosi dei suoi compagni di giunta, ha voluto di persona appoggiare in giunta la mia proposta di contribuire, con 30 mila euro, ai Centri salute di Albenga. Eppure, in Consiglio comunale, il 31 luglio scorso, Riccardo Tomatis aveva fatto bocciare la mia proposta dall’intera maggioranza del partito democratico, pur assentandosi durante la votazione, perchè, a sua detta, in evidente conflitto di incompatibilità, essendo il vicesindaco  componente del Consorzio “Albenga Salute”. In giunta, però, il conflitto di interessi deve essere caduto, visto che nella delibera n°87 del 7 marzo scorso, è stato approvata la mia richiesta di contributo di 30 mila euro al Centro salute per il prossimo triennio.
Al di là delle battute, sono contento che sia stata approvata la mia proposta (presentata come gruppo di Forza Italia a luglio dello scorso anno) di indire una gara pubblica tra i medici di Medicina generale per garantire la prestazione di adeguati servizi sociosanitari sul territorio con un sostegno di tipo economico. Riccardo Tomatis, allora, aveva fatto bocciare la mia richiesta dimostrando arroganza e incapacità amministrativa, pur essendo uscito dal Consiglio comunale al momento della votazione. Oggi, invece, si è rinsavito e vota in Giunta un contributo proprio al Centro salute. Mi rallegro per l’improvviso cambio di opinione del dr. Riccardo Tomatis”.

Eraldo Ciangherotti con il candidato sindaco Gerolamo Calleri

Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale e consigliere provinciale.

mozione di forza italia:
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