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Funerali dell’informazione e gli affamati di notizie. Preghiamo

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Una settimana in bianco,  priva del suono di trombe.  Modesti servitori di un’informazione che non apprezza giullari, vendicatori di turno, predicatori schierati,  ex paracaduti del giornalismo nostrano. Troppo piccoli per dichiarare guerre. Testimoni di mezzo secolo di vita ponentina. Beati smemorati, disinformati, scudieri della peggiore massoneria affaristica e politichese. Gli informatori tacciono, si dilettano in altre tenzoni, devono distrarre dall’immondezzaio. Far dimenticare i falliti, il turismo alberghiero inginocchiato,  portafoglio stranieri depauperato, i centri urbani della costa soffocati dal traffico,  mezzo secolo in attesa dell’Aurelia bis. L’imperiese impiccato dal fallimento rifiuti urbani, supercosti da emigrazione.  Rapaci ? Monesi aveva la seggiovia più lunga d’Italia, Sanremo- Monte Bignone la funivia dei record, a Borgio Verezzi il progetto seggiovia per il paradiso Verezzi, poi Loano – Monte Carmo. Perdonate e pregate, l’elenco può continuare con il campo da golf di Ortovero, la Gallinara aperta al pubblico e…

«Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte».  Alassio che fa rima con quanto accade da anni a Savona dove editori e direttori hanno permesso, agevolato, ignorato, favorito, praticato, seminato il conflitto di interessi di potenti e potentati, parenti ed imparentati, indebolendo istituzioni democratiche.  Hanno innalzato sull’altare dei gloriosi e dei coraggiosi personaggi della politica, giornalismo, cultura, economia, per lasciarci soli o quasi. Ricorderete i ‘lussuosi appartamenti del Crescent’? Chi sono i clienti ? Si è taciuto il nome di alto magistrato e di un mitico giornalista ? Hanno trattato il ricco e potente Aldo Dellepiane alla stregua di signore che siede nella ‘cupola’ savonese e genovese. Quando il miliardario ha cominciato a tirare i remi in barca e rendersi conto che la rete di potere viene e va, a seconda delle stagioni, gli amici sostenitori sono scomparsi. Tacciono. Eclissati.

Quando autorevoli colleghi giornalisti si chinavano, con fior di articoli e servizi, in ossequio al successo degli eredi di Raffaello Orsero, era un tripudio a chi arrivava prima e dedicava più spazio; si assicurava un’intervista mai troppo curiosa. Dimenticavano di chiedere dei rapporti con Carige,  capire la ragione della venuta in quel di Savona, alle dipendenze dell’Orsero group, dell’unico nipote maschio del Musssolini, duce d’Italia.  Si onorava sugli altari il rinnovamento dell’Unione albergatori provinciale, creatura dei locali poteri confindustriali,  e solo a esequie in corso, si è svelato quali fossero i rapporti tra Franca Roveraro ed il marito Enzo Cappelluto con igran signori di Carige, preceduti da una benedizione alla Carisa. Articoli, titoloni da prima pagina,  sui retroscena per evitare l’asserito scandalo di ‘favori’.

E si potrebbe continuare con le pagine rimaste oscure della Nucera story, con quale banca facesse affari il capostipite Giovanni Nucera. Il percorso di assegni e denaro, memori ex direttori (di banca viventi), direttori di banca, ex impiegati semplici in servizio. E’ andata peggio al rampollo Andrea  Nucera che voleva fare meglio e di più di papà. L’ha fermato l’azzardo, la sagacia di qualche magistrato con la schiena dritta. Non siamo in rete dopo aver letto, in lacrime, che in provincia di Savona comanda il Rino Canavese degli eroici anni del senatore leghista.  Vogliono farci dimenticare il tema immigrati e migranti. Un tempo quando non dominava da divo tale Berlangeri, tornato alla ribalta, ci confrontavamo con le statistiche del Garda, oggi le facce toste, grazie al dimenticatoio, propongono il rinn0vamento.   Dopo la signora Roveraro Capelluto, l’industria turistica si rilancia con Angelo. Hanno il dono dell’ubiguità, Carige e Carisa permettendo.

N0 e poi no, Alassio ruba la scena. Fa notizia. I frilli sono diventati maggiordomi.  Scrutiamo la foto di Silvio Fasano dedicata a monsignor Borghetti e al sindaco Canepa. E poi il signor Franchi. Ma chi era costui ?


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